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Autore: Gaia_dc    17/02/2016    0 recensioni
~Tratto dal 1º capitolo~ "Sentì die rumori provenire dalla cucina, si alzò e senza pensarci estrasse la pistola da sotto il cuscino. Ma non fece in tempo a raggiungere la stanza che vide un uomo uscire dalla porta di casa, e lei non poteva sparare, o avrebbe svegliato la sua bambina"
Sono passati quasi due anni da quell'addio che ancora rappresenta un punto interrogativo per Tony. Perché gli ha chiesto di venire per poi nascondersi? Purtroppo non riceverà mai una risposta perché lei non tornerà mai più a DC. Ma tutto cambierà quando una bambina verrà rapita nella notte, e Ziva potrà chiedere aiuto solo all'NCIS.
Una nuova storia in cui ho immaginato un altro aspetto del carattere di Ziva più materno, nei confronti di una figlia avuta durante una relazione di cui si pentiva... O almeno così credeva.
Spero di aver suscitato la vostra curiosità... Che aspettate allora? Correte a leggere!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“McGee, entro dalla porta sul retro” Avvertì Tony, con una punta di timore per ciò che gli sarebbe potuto succedere.
 
Avevano seguito la ragazza che aveva tentato di ucciderli fino ad un accampamento non molto lontano dall’Opera. Era entrata dentro, probabilmente per prendere l’occorrente per un nuovo attentato a Gibbs e la sua squadra…
 
Tony aveva il compito di fermarla, e sarebbe entrato in quella casa di legno seppur con tanta paura, se qualcuno non lo avesse afferrato per un braccio.
 
“Tu non vai da nessuna parte senza di me!”
 
Ziva aveva seguito i suoi colleghi, e per buona parte del percorso aveva tentato di chiamarli, ma forse per l’adrenalina, nessuno l’aveva sentita… Così aveva scelto di continuare a correre per risparmiare il fiato.
 
“Ziva? Ho le allucinazioni o fino a pochi minuti fa eri all’Opera, davanti ad una giuria a fare le audizioni?” domandò perplesso “E decisamente con altri vestiti!” aggiunse sornione.
 
“Non hai le allucinazioni DiNozzo… E adesso chiudi il becco ed entriamo” gli intimò la ragazza.
“McGee, Ziva è con me!” Tony avvertì l’amico, via auricolari.
 
Quando Tony e Ziva entrarono nell’appartamento, assisterono ad una scena alquanto triste.
Una ragazzina, la stessa di prima,  era seduta per terra con una foto in mano, mentre sussurrava qualcosa.
 
“Ti vendicherò fratellone. Te lo prometto”
“Allison…” chiamò Ziva, l’unica che conoscesse il suo nome.
 
“Ziva che ci fai qui?”
“Ti voglio aiutare… So cosa significa perdere un fratello, e credimi… Conosco anche la sensazione che si prova quando uccidi qualcuno! Non ti farà sentire meglio!”
Provò, avvicinandosi alla ragazza che poche ore prima le aveva parlato del fratello.
 
“Non è vero! Tu menti!”
“È Gibbs l’agente che ha mandato in prigione tuo fratello, vero?” chiese con tono dolce.
 
Tony, intanto aveva assunto uno strano colorito. Ziva non colse immediatamente il problema, e si limitò a pensare che non si stesse sentendo bene. Ma la risposta arrivò ben presto.

“No, sono stato io! Allison Tolman… Un caso di Baltimora…”
“Agente Anthony DiNozzo… Mio fratello era innocente” ringhiò la ragazza.
“No, non lo era… Lui ha ucciso delle gente… Era un membro della banda dei Mala Noche…  Mafia sudamericana” provò a spiegare l’agente, lasciando la ragazza sbigottita.
 
“Se non vuoi fare la sua stessa fine, Allison, lascia stare tutto…” provò a convincerla Ziva.
la giovane spostò lo sguardo prima su Ziva, poi su Tony e infine nuovamente su Ziva… Poi con uno scatto alzò la pistola contro l’israeliana.
“Lui mi ha portato via la persona che amavo… Io la porterò via a lui!”
 
Tony e Ziva puntarono immediatamente le loro pistole…
“Ragiona Allison… Quante possibilità hai?”
La ragazza si guardò intorno, prima di arrendersi e posare la pistola per terra. Con cautela i due agenti le si avvicinarono, ammanettandola.
 
 
“Per curiosità… Per credi che io ami Ziva?” chiese Tony a bassa voce mentre la portava all’NCIS nel furgoncino insieme a Ziva e McGee.
“Vuoi forse dire che non è così?!” lo prese in giro la ragazza.
“Sembrate saltati fuori da un film della Disney… Solo che il principe azzurro che ti ha protetto dallo sparo è lei!” continuò a punzecchiarlo.
 
“Non ti conviene far arrabbiare un’agente federale che può sbatterti in galera!”
Ringhiò Tony in un sussurro, aumentando la stretta delle manette.
 
“Ti stavo per sparare… Non credo che potrei aggravare la situazione più di così!”
rise sommessamente Allison, mentre Tony bofonchiava qualcosa.
 
 
Erano trascorse alcune settimane da quel caso, che presto si concluse.
Il rapporto tra Tony e Ziva era tornato esattamente come una volta. Le stesse battutine sarcastiche, gli stessi sguardi, gli stessi gesti.
 
“Tony… Devo trovare un posto dove andare a vivere… Non potrò vivere per sempre da te!”
“Cioè fammi capire… Stai per salire su un aereo, che ti porterà lontano da qui, per un tempo indefinito… E tu mi parli di un posto in cui alloggiare al tuo ritorno?!” domandò il ragazzo stranito. Poi aggiunse con sguardo malinconico e allo stesso tempo divertito “Sempre se tornerai!”
 
Ziva ora era tornata ad essere un agente operativo dell’NCIS, ma era stata mandata in una missione di ricognizione a Tel-Aviv, per abbindolare un commerciante d’armi e vivere con lui il tempo necessario per trovare tutte le prove poterlo sbattere in prigione.
 
Poteva avere contatti solo con Vance, il direttore, e su questo, Gibbs non era pienamente d’accordo.
Sapeva che Tel-Aviv era una zona calda per la sua agente, e non avrebbe mai voluto perderla di nuovo. Non se ne preoccupava, però, più di tanto. Aveva ignorato infiniti ordini del direttore, e in questo caso, non avrebbe fatto un’eccezione.
 
“Ci si vede ragazzi…” il suo saluto era un po’ esitante.
Era consapevole che non sarebbe riuscita a tornare da Tel-Aviv, senza averci riflettuto abbastanza. Ma non poteva tradire i suoi amici, la sua famiglia… Ora non aveva più scusanti… Ora!
 
L’unica cosa che la rendeva più tranquilla era il fatto che McGee sarebbe andato con lei. Un esperto di computer per comunicare da due lati opposti del mondo, era decisamente necessario.
 
“Ciao ragazzi… Ci vediamo alla fine della missione!” McGee era abbastanza euforico, a differenza di Ziva. Per lui sarebbe andato tutto liscio. Avrebbe continuato a fare quello che faceva sempre, solo dall’altro lato del mondo…
 
 
“Ed ora dove andiamo, Aron?”
“Dove desideri, bambola” le disse l’uomo, avvicinando la ragazza al suo corpo.
 
Erano trascorse diverse settimane, forse un mese o poco più. Ziva era riuscita perfettamente nel suo intento, anche se evitare rapporti con quell’uomo stava diventando un’impresa ardua.
 
La ragazza poté sentire la puzza di alcool provenire dalla bocca del commerciante d’armi, e poté sentire il suo stomaco aggrovigliarsi per il disgusto.
 
“Ascoltami… adesso dobbiamo andare a casa di amici… C’è ancora un lato di me che non conosci… Ma presto lo scoprirai”
Se solo Aron sapesse con chi aveva a che fare…
 
“Quindi tu sei un trafficante d’armi… E il padre di questa famiglia è un tuo cliente?” chiese con una finta voce stupita.
“Ziva, ricordami di mandarti a qualche lezione di teatro” le sussurrò McGee dall’auricolare.
“Esatto, bambola… Ma non farne parola con il resto della famiglia… Ha una moglie ed una figlia… Non vorrei che si immischiasse i guai seri, e che mi tirasse dentro”
“Tutto chiaro…” gli rispose con voce suadente.
 
“Però la gattamorta la sai fare!” continuò McGee dall’auricolare, mentre Aron scendeva.
“Ti manca Tony e lo stai imitando, McGee?”
“Può darsi…” Ziva sorrise lievemente, poi scese dall’auto anche lei.
“Forza Sharon… Non vedo l’ora di presentarti i miei amici” Aron la attorcigliò a sé per l’ennesima volta, e Ziva dovette trattenere il disgusto.
“Sharon? Davvero Ziva? Sei pessima nello scegliere nomi…”
 
McGee non fece in tempo a terminare la frase, che Ziva era dentro ed Aron le stava presentando uno scricciolo di circa 8 anni che aveva aperto loro la porta.
“Ciao piccolina… Questa è Sharon… Sharon, lei è Ariel
 
Ziva impallidì all’istante…
“Allora, Ariel… Dov’è papà?”
“Ti sta aspettando in cucina”


“Ziva… Va tutto bene… Hanno solo lo stesso nome” provò a tranquillizzarla McGee dall’auricolare.
“Ciao Sharon… Io sono Ariel… Tu sei un’amica dello zio?”
“Diciamo di sì… Aron è tuo zio?” chiese Ziva piegandosi sulle ginocchia, davanti alla bambina, cercando di nascondere il suo malessere, una volta rimasta sola con la piccola.
“Non esattamente… Ma è come se lo fosse”
 
In quel momento a Ziva si strinse il cuore… Una bambina così piccola, tanto legata affettivamente ad un uomo come Aron…
“Dai forza… Andiamo di là, ci staranno aspettando…”
 
Per tutta la cena, Ariel era rimasta incantata da Ziva, pur non conoscendone il vero nome. Spesso la vedeva pensierosa, e aveva deciso di sedersi accanto a lei. Ogni tanto Ziva le regalava delle carezze, anche se la piccola non capiva da dove nascessero… L’avrebbe capito a breve. Si trattava di compassione… E non solo!
 
“Perdonatemi…” Ziva interruppe la conversazione verso la fine della cena “Avrei necessità di una toilette…”
“Oh, prego Sharon… Infondo sulla destra…” le indicò la donna.
“Grazie mille”
 
“Ok McGee, ascolta… Il padre di Ariel è americano, Jake Stone. La moglie, Yael Cohen di origine ebrea. Non sa nulla riguardo i traffici del marito, e tantomeno… Ariel…”
“Okay… allora Ariel è stata adottata da poco tempo… 3 mesi circa. Poi ho trovato qualcosa su Jake. Ha frequentato la Morgan State University. Ha dei precedenti per spaccio e detenzione di armi illegal…” McGee non fece in tempo a finire la frase che si sentirono due rumori sordi, e poi un terzo a distanza di attimi, seguito da un quarto subito dopo.
 
Ziva corse fuori dal bagno, trovandosi in una pozza di sangue.
“Ariel!” urlò il suo nome, forse per la prima volta in tutta la serata.
“Ziva che sta succedendo?” chiese spaventato McGee dall’auricolare.
“Vieni a casa degli Stone… Una sparatoria”
“Ziva stai bene tu?”
“Corri!” le urlò la ragazza, mentre si piegava a prendere la bambina e controllare che non fosse stata ferita mortalmente.
 
“Sharon, vieni con me… Ti spiegherò tutto in auto!”
Aron le si parò davanti, con una ferita al braccio. Doveva essere stato sparato anche lui.
“Troppo tardi, Aron… O dovrei dire Levi Mizrachi…” scavalcò il corpo della bambina alzando la pistola che fino a quel momento aveva custodito.
“Agente federale! Ti dichiaro in arr…” stava per mostrare il distintivo quando lo vide correre via. Iniziò a correre anche lei, ma una flebile voce la fermò.
 
“Sharon…”
Non poteva abbandonarla lì. Il sangue continuava a scorrere… E quella bambina le ricordava immensamente sua figlia… Non poteva abbandonarla…
Tornò indietro.
 
“Ariel ascolta…”
“Sharon, la mia mamma e il mio papà…” disse la bambina seduta per terra con una ferita alla spalla, e gli occhi lucidi.
 
“Ariel… Va tutto bene… Il mio vero nome è Ziva… Lavoro come agente segreto ed ora sono qui per proteggerti e mandare in prigione quell’uomo che ha fatto male ai tuoi genitori” si fermò a guardarla negli occhi. “Però ti devi fidare di me…” aggiunse.
 
La bambina la scrutò per un secondo. La ferita le faceva male, ma era abbastanza lucida da poter ragionare… Non aveva altra scelta. Doveva fidarsi di quella donna che le sembrava tanto dolce. Annuì.
 
“Okay… Allora adesso sta arrivando un mio amico, si chiama Tim, e ti porterà al sicuro, mentre io cerco di prendere Lev… Aron”
“Ziva sono qui”
McGee entrò nell’appartamento tutto trafelato. La prima cosa che vide fu il sangue che inondava la casa. Poi riuscì a mettere a fuoco le immagini e si diresse verso Ziva e Ariel.
 
“Ciao Ariel… Io sono Tim…”
“Ma io che devo fare?” chiese spaesata.
“Niente tesoro… Quando ti sentirai meglio…” le rispose Ziva, indicando con gli occhi la ferita a McGee perché la portasse in ospedale “Ci racconterai cosa è successo”
 
McGee la prese per mano mentre continuava a domandare dei suoi genitori, e la portò fuori.
“Mi fa male il braccio” disse ad un tratto.
“Lo so, piccolina. Adesso però ti porto in un posto dove ti faranno stare meglio…”
“I miei genitori sono morti, vero?” domandò. Non aveva più gli occhi lucidi. Voleva solo sapere.
 
Il ragazzo si fermò a guardarla. Le ricordava incredibilmente Ziva… Quella ragazza bellissima, il cui viso era stato deturpato dal dolore della perdita di sua figlia, e che al funerale, era rimasta a fissare la tomba, immobile. Con i capelli mossi solo dal vento, e lo sguardo freddo. Gelido… Ora Ariel aveva lo stesso sguardo… Poi gli venne un lampo di genio.
 
“Ti farò conoscere una persona davvero simpatica” disse alla fine.
 
 
Ziva aveva avvisato McGee che si sarebbe assentata per alcuni giorni. Sapeva dove fosse diretto il trafficante e sapeva anche come prenderlo.
 
Poche settimane dopo, Ziva raggiunse McGee ed Ariel nella camera di ospedale, e con sua grande sorpresa, non erano soli… Non del tutto.
 
“Chi c’è in video chat?” chiese divertita, senza pensare a quello che aveva fatto poco prima.
 
Aveva fermato Aron e con sua sorpresa, pedinandolo aveva trovato anche alcuni dei suoi complici… Prima pensò di usare le maniere dolci insegnatele dal Krav Maga… Poi ci rinunciò,, e quando ebbe le prove necessarie, ed un mandato da Vance, li fece fuori in poco tempo.
 
“Nessuno!” risposero in coro Tim ed Ariel chiudendo il computer.
“Ciao Ziva! Mi sei mancata”
“Anche tu piccolina” le disse abbracciandola.
Non si conoscevano da molto, eppure sembravano quasi madre e figlia.
 
“Ziva ci sono novità?” chiese ad un tratto McGee avvicinandosi al suo orecchio.
La ragazza sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, per poi annunciare “Ragazzi… Fate le valige… Si torna a Washington… E tu, piccolina, verrai con noi!”
 
Ziva non si era mai accorta di quel particolare. Non era mai salita su un aereo che la portasse dall’Israele in America, con qualcuno. Quel paese in cui era nata, le aveva provocato sempre e solo dolore. Il dolore di aver perso un’intera famiglia, di essersi sentita tradita da Tony con la morte di Rivkin, il dolore che provò quando la sua squadra dubitava della sua lealtà, a causa della malefatte di Rivkin, il dolore di dover vedere andare via su un aereo l’amore della sua vita.
Questa volta non si sarebbe tirata indietro. Sarebbe salita su quell’aereo, abbandonando quel paese che le aveva complicato in quel modo la vita.
 
 
All’alba uscirono dall’aeroporto di Washington e Ziva aveva tutte le intenzioni di andare a fare prima una nutriente colazione che non faceva da quasi due mesi, per poi andare al quartier generale dell’NCIS… Avrebbe fatto a tutti una splendida sorpresa.
 
Sfortunatamente, però, le cose non andarono come previsto, e McGee volle dirigersi immediatamente all’edificio. La stessa fretta sembrava avercela Ariel… Quei due si stavano legando molto.
 
Di questo Ziva ne era felice, ma allo stesso tempo ci rimase male. Ariel le ricordava tantissimo sua figlia, e aveva davvero sperato che si legasse a lei… Aveva addirittura abbozzato l’assurda idea di adottarla… Dopo nemmeno un mese che la conosceva… Ma l’amore di una madre è cosi!
 
Era seduta ad un tavolino mentre beveva una spremuta d’arancia per ingranare la giornata nel migliore dei modi… E rifletteva, ripensando alla sua bambina… Alzò gli occhi al cielo, e vide volare proprio sopra il suo naso un piumino d’oca… Quelli che nel gergo si chiamano angeli… Il suo Angelo… La sua Ariel… La sua Tali.
 
“Mi manchi bambina mia”
Chiuse gli occhi… Riusciva ancora a sentire la sua voce… Quando chiamava Tony il principe azzurro… La sua risata… Ricordava ogni singolo aspetto di sua figlia.
 Poi prese a pensare a Tony… Lo amava per davvero? Si! Alla follia! Ora più che mai! E non vedeva l’ora di poterlo riabbracciare.
Ma aveva fatto una promessa alla sua bambina, una promessa a se stessa…
Mai più mettere in gioco i sentimenti.
 
“Che dovrei fare, angelo mio? Dammi un segno”
Questa volta, a differenza di tre anni prima, non arrivò Tony da dietro… No… Semplicemente… L’angelo si posò sulla sua Stella di David… Sul suo cuore... Doveva seguire il suo cuore.
 
 
“Allora è tutto pronto?” chiese Abby a Tony.
“Ovviamente! Ma solo se Ariel è d’accordo!” rispose il ragazzo.
“La bambina annuì felice… Avrebbe fatto di tutto pur di non ritornare in un orfanotrofio… E con quei ragazzi si trovava davvero bene.
 
Quando Ziva arrivò all’NCIS, si aspettava di trovare un caloroso benvenuto… Certamente diverso da quando era arrivata a Washington per la scomparsa di sua figlia… Ma non fu così.
Nello squadroom non c’era nessuno. Solo un foglietto sulla sua scrivania. Lo aprì.
Era un disegno, fatto probabilmente da Ariel.
C’erano disegnate loro due, e un altro ragazzo.
Certamente era Tim… Peccato che Tim non avesse così tanti capelli.
Solo dopo si accorse di una frase…
Mi prometti che non tornerò in un orfanotrofio?
Ziva rimase a bocca aperta, quando tutti i suoi colleghi sbucarono da dietro le scale, facendola sobbalzare, ridestandola dai suoi pensieri.
Sapevano tutti cosa stava per accadere, persino la bambina… Tutti tranne Ziva.
 
In mezzo alla massa di persone davanti a lei, che la abbracciavano, scorse lo sguardo di Tony, che teneva per mano la piccola Ariel… Le tornò in mente il ricordo vivido di Tony e la sua sirenetta insieme… Nulla di più tenero.
 
La piccola le si avvicinò, di fronte alla scrivania.
“Vuoi essere la mia nuova mamma?” chiese con la sua tenerezza.
Ziva sentiva gli occhi pungerle, voleva dirle di sì, sì a priori… Ma chi sarebbe stato il padre?
E come se le stesse leggendo nei pensieri, Ariel aggiunse “Tony ha detto che vuole farmi da papà… Quando tu eri andata a mettere in prigione Aron… Levi… Parlavo sempre con Tony in video chiamata”
 
La ragazza si guardò intorno spaesata, in cerca di Tony. Non lo trovava da nessuna parte.
“Sono qui, Occhioni Belli” le comparve da dietro, le cinse i fianchi e la fece voltare. Erano a pochi millimetri di distanza…
 
La sorpresa che tutti avevano progettato per Ziva, si fermava lì… E per quanto l’avessero sperato, nessuno avrebbe mai immaginato quello che stava per succedere. Solo Ariel… Entrambe le Ariel! E qualcun altro.
 
Si guardavano negli occhi. Ziva voleva capire quali fossero le intenzioni di Tony, che presto le furono chiarite.
Tony non poteva aspettare oltre. La avvicinò a sé ancora di più, e a fior di labbra le sussurrò “Ti amo, Ziva” lasciandola quasi stordita da tutto l’amore che provava e che riceveva. Poi, come per magia, Tony le si avvicinò fino ad eludere completamente la distanza tra loro. La baciò con tutto l’amore che aveva provato in 10 anni. La baciò col cuore che gli batteva forte nel petto, e riusciva a sentire anche quello di Ziva, che scalpitava, come a voler uscire dal petto. Sorrise, pensando a quanto fosse tenera, a come si fosse emozionata per quel bacio, e continuò, sotto lo sguardo di tutti.
Ziva aveva desiderato questo momento da tutta la vita, forse.
 
“Oh Tim… Non sono carinissimi?” disse Abby stringendosi all’amico, con gli occhi a forma d cuore.
Ducky intanto, colto alla sprovvista, avvicinò a sé la bambina, e le chiuse gli occhi con le mani… Ariel però, non poteva perdersi un momento del genere, e le spostò… Con l’aiuto di Abby, che lanciò un’occhiataccia al povero Dottor Mallard.
 
In tutto questo, Gibbs non era ancora arrivato… Ma si presentò in quel momento, con un caffè, un sorriso soddisfatto stampato in volto… Ed una calma, che data la situazione, era abbastanza fuori luogo.
 
“DiNozzo, regola 12” disse con calma, sedendosi alla sua scrivania.
“Mi sarei aspettato che lo uccidesse a suon di scappellotti!” sussurrò sorpreso McGee ad Abby.
 
Tony sobbalzò. Non aveva ancora allontanato le labbra da quelle di Ziva, e la baciava con un amore che andava aumentando… Al suono della voce di Gibbs, però, fece qualcosa che commosse tutti in quel momento.
Si allontanò di pochi millimetri dal volto di Ziva, che gli sussurrò “Ti amo anche io, Tony”… E fu quello il via.
 
“No capo…” Iniziò, senza distogliere lo sguardo dalla ragazza.
“Io non voglio frequentare Ziva… io voglio…” si schiarì la voce, si piegò su un ginocchio, e prese una scatoletta dalla tasca.
 
Ed ecco, che tutte le lacrime che tratteneva da quando aveva letto il foglio, presero a scendere, sotto lo sguardo sbalordito e incantato di tutti.
“Tony… Ti amo…” continuava a ripetere mentre le lacrime le stavano quasi inzuppando la maglietta.
Aprì la scatolina.
 
“Ziva David, mi vuoi sposare?”
 
 
“Alleluia! Finalmente si è deciso!”
“E dai Ariel… Sai com’è fatto tuo padre… Io lo sto osservando da prima che incontrasse Ziva… Ero proprio curiosa di sapere quanto tempo ci avrebbe messo… 10 lunghi anni!”
“Lo so Tali… Ancora devo capire di cosa si sia innamorata, esattamente tua sorella!”
 
Tali guardò l’amica di sbieco… Erano stese su una nuvola a guardare, dall’alto del Cielo quello che stava accadendo sulla Terra in quel momento.
 
“Oooooh, Andiamo! Sono perfetti! Sono l’esempio dell’amore litigarello…”
“Okay, va bene… All’amor non si comanda… E insieme sono bellissimi! Non per niente sono i miei genitori!”
Risero insieme, poi Tali domandò “Secondo te cos’ha risposto?”
“A giudicare da come si stanno baciando, e stanno abbracciando la loro nuova bambina… Direi proprio di sì!”
Esultarono entrambe, piene di gioia.
 
 
“Ti amo Tony…”
“Per l’ennesima volta… Ti amo anche io, Ziva!”









NOTA DELL'AUTRICE
Ciao a tutti. Piango... Abbiamo concluso anche questa storia, che spero vi sia piaciuta... Allora che ne dite della piccola Ariel di 8 anni? COme si troverà con due genitori come Tony e Ziva? Che domande...
E poi... Tony stupisce tutti! Chiede a Ziva di sposarlo... Troppo tenero!!!
E che mi dite di Ariel e tali come angioletti? Loro sapvano già tutto... Tali aspettava addirittura da 10 anni!
E voi mi direte "Ma Tali aveva 16 anni! Come fa ad essere una bambina come Ariel?" Beh sono angeli! E gli angioletti sono tutti puri, sono tutti bambini, no?!

Spero che vi sia piaciuto sia il capitolo, che la storia... Mi mancherà! Decisamente mi mancherà!
un Bacio a tutti colo ro che l'hanno seguita, che hanno recensito tutti i capitoli e che mi hanno incoraggiato, dandomi consigli e tanto altro. Un bacio a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti, e anche a quei lettori silenziosi, ma che sono sempre onnipresenti. Un bacio a tutti. Gaia.

AVVISO IMPORTANTE!!!
ALLORA... È VERO... QUESTA STORIA È TERMINATA... MA PRESTO NE INIZIERò UNA NUOVA. AVEVO PENSATO AD UNA NOVITÀ, UN PO' DIVERSA DAL SOLITO, MA SPERO VI PIACERÀ UGUALMENTE. HO INIZIATO A LEGGERE ALCUNE FANFICTIONS SU QUESTO GENERE E NE SONO RIMASTA LETTERALMENTE AMMALIATA. NON SO QUANDO POSTERÒ IL PRIMO CAPITOLO DELLA NUOVA STORIA, MA SAPPIATE CHE CI RIVEDREMO PRESTO... MOLTO PRESTO... E DOVRETE SORBIRVI DI NUOVO TUTOT IL MIO ANGST... CON UN AGGIUNTA NON INDIFFERENTE DI FLUFF, CHE CARATTERIZZERÀ LA STORIA. CURIOSI? NON VI RESTA CHE LEGGERLA.
BACIO A TUTTI. ALLA PROSSIMA.

Gaia



 
   
 
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