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Autore: Arya Tata Montrose    18/02/2016    1 recensioni
Anche quest'anno ritorno alla carica con la mia seconda Gajevy Week. L'anno scorso avevo tentato un approccio con delle storie slegate mentre queste avranno un filo conduttore e saranno in ordine cronologico. Hanno un contesto preciso: il loro viaggio fino a trovarsi al Concilio e il mutare delle loro sensazioni.
Buona lettura!
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✤ 31th Jan – Bonus Day One – Differences
✤ 14th Feb – Day One – Blanket
✤ 15th Feb – Day Two – I love you
✤ 16th Feb – Day Three – Childhood
✤ 17th Feb – Day Four – Forbidden
✤ 18th Feb – Day Five – Council
✤ 19th Beb – Day Six –
✤ 20th Feb – Day Seven –
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gajevy Week 2016
18th February
[ Day Five]

 
Council
 




 
Non vedeva l’ora di arrivare, Gajeel. Levy e Lily, nel frattempo, ammazzavano la noia del viaggio con le parole crociate create appositamente dalla ragazza. Avevano cominciato appena la carovana del Concilio aveva cominciato a muoversi e Gajeel, di conseguenza, si era sentito male. Ovviamente non era il massimo giocare alle parole crociate ammanettati ma avevano dovuto accontentarsi in assenza di altro passatempo.
A quanto pareva, il Concilio non doveva aver particolarmente gradito il loro intervento perché li avevano prelevati la sera prima dalla locanda dove avevano riscosso il pagamento per la missione alla zona antica di Todona. Gli avevano sbattuto sul tavolo una pila di documenti mentre mangiavano e Gajeel aveva dato leggermente in escandescenze, facendo saltare il cappello di un soldato prima che potesse parlare. Al che li avevano ammanettati e caricati sul carro.
Nessuno dei tre aveva capito il perché di tutto quel trambusto, in fondo avevano solo completato una missione come privati, Levy sapeva benissimo che non era illegale, e non avevano nemmeno distrutto nulla. Eccetto il cappello a terra di quel soldato ma non poteva davvero essere sufficiente per un arresto!
 
«Siamo arrivati?» Gajeel emise l’ennesimo lamento, tentando di non vomitare. 
Levy scrisse l’ennesima parola nelle caselle corrispondenti. «A te, Lily.» disse mentre l’Exeed leggeva la definizione della prossima parola. «Non saprei dirti, Gajeel. Forse saremmo potuti andare a piedi se non avessi aggredito quel soldato.» rispose, ascoltando al contempo Lily che dava la definizione del quarantotto verticale. 
«Cretino.»
«Esatto» 
Gajeel non seppe se si riferissero a lui o alle parole crociate; non ebbe tempo di obbiettare che dovette nuovamente sporgersi per non rischiare di vomitare nel carro. Purtroppo Levy non conosceva l'incantesimo Troia e Wendy era lontana, quindi l’avrebbero ignorato ancora per un po’.
 
A mezzogiorno, Levy pregò la loro scorta di fermarsi, non tanto per lei, quanto per Gajeel che, dopo tutte quelle ore, stava per svenire. Accordata la pausa, si fermarono in una radura, dove alcuni soldati piantarono delle tende. Quando poi giunse il momento di farli scendere, si presentò un soldato con l’ordine di trascinare fuori Kurogane. 
Levy ridacchiò. «Quanto scommetti che non ce la fa?»
«La bottiglia di brandy che abbiamo rimediato ad Hargeon la scorsa settimana.» fu il divertito commento di Lily. Entrambi non si mossero di un millimetro dalle loro postazioni, abbandonando perfino il complesso reticolo di parole crociate che avevano creato. 
Il soldato sbuffò, altezzoso. «Posso benissimo farcela!»
 
Mezz’ora e tre soldati avviliti dopo, a Levy fu concessa una cavigliera anti-magia per trasportare fuori il suo compagno. D’altra parte, se avessero tolto le manette a Lily sostituendole con la cavigliera non sarebbe cambiato poi molto, quindi la ragazza si era offerta volontaria. 
Rimase un po’ a studiarsi Gajeel con una mano sotto al mento, per capire bene quale fosse la miglior maniera per sollevarlo abbastanza da non fargli male durante il trasporto. Decise poi che il miglior approccio per staccarlo da quella minuscola finestra fosse aiutarlo a camminare con le sue gambe, quindi gli sollevò il braccio e se lo mise attorno al collo, passando il suo, piccolo ed esile, sulla schiena del ragazzo. 
«Gajeel?» lo chiamò. «Mi senti? Ci siamo fermati, sveglia.» 
Lui sembrò riscuotersi un poco. «Siamo arrivati?»
«Più o meno. Prova a camminare, dai.» gli rispose.
Gajeel fece come gli era stato detto, troppo scombussolato per obbiettare alla dolce voce di Levy che gli sussurrava nell’orecchio. In quello stato, non riuscì a controllare un pensiero a proposito di quanto lui adorasse quella voce tanto delicata.
Mossero qualche passo verso la radura, seguiti a ruota da un ridacchiante Lily.
 
Levy attirò su di sé parecchi sguardi ammirati da parte dei soldati, soprattutto da quelli che avevano tentato invano di spostare quella montagna di muscoli e metallo che era Gajeel. Il ragazzo, tornato abbastanza cosciente nel corso di quella breve passeggiata, si premurò di fulminarli con lo sguardo, uno ad uno. Facevano bene ad ammirare Levy ma c’era un limite, oltre il quale ci sarebbe stato lui a riportarli a calci dalla parte opposta.
Un soldato indicò loro una tenda abbastanza grande, decorata con qualche fronzolo tipico degli ufficiali di alto grado e Levy accompagnò Gajeel senza fiatare. 
«Levy, hai idea del grado di questo tizio?» chiese Panther Lily, per cercare di valutare meglio la situazione. 
«A giudicare dalla decorazione, credo sia un generale o qualcosa del genere.» rispose lei. 
Era sempre a lei che si chiedeva qualsiasi cosa; Gajeel ebbe il tempo di notarlo, dato che non procedevano molto spediti a causa della sua chinetosi. 
«E cosa credi che vogliano?» 
«Ci stanno facendo procedere da soli, anche se con strumenti anti-magia e gli occhi di…» Levy si guardò intorno velocemente, a fare una conta dei loro sorveglianti. «Trentatré soldati semplici e un tenente. Non siamo prigionieri ma ci ritengono abbastanza pericolosi.» 
«Sono pericolosi anche con questa robaccia addosso.» Gajeel aveva finalmente ritrovato la forza di parlare. Si riferiva ovviamente a manette e cavigliere anti-magia. 
«Sì, ma è meglio starcene buoni per il momento. Sentiamo cosa vuole il pezzo grosso e agiamo di conseguenza.» Lily lo zittì subito, in modo da non alimentare la sua fame di distruzione. A volte si divertiva troppo a spaccare le cose per fermarsi a pensare.
«Fate parlare me, è meglio.» fece Levy in uno sbuffo prima di entrare nella tenda del “pezzo grosso”. 
 
La tenda era abbastanza spoglia, c’era un tavolo di legno, delle sedie, una lettiga e molte carte sparse per il tavolo. C’era una sedia in particolare, dove stava seduto un uomo massiccio, a capo chino. Levy se l’aspettava un po’ più sfarzosa, ma forse era un’unità offensiva. 
Come a confermare i suoi sospetti, l’uomo sollevò gli occhi dalle carte e diede loro il benvenuto nel quartier generale provvisorio dell’Unità Esecutiva.
«Sicuramente vi chiederete perché siete qui. E pure perché siete sottoposti a queste... misure di sicurezza». Fece. Aveva una voce molto profonda e cavernosa. 
Levy solo qualche mese prima non sarebbe riuscita a controllare il tremore ma ora era diversa. Era più forte. 
«Si, ci farebbe molto piacere.» disse, in tono leggermente piccato.
 
Il Generale rise. «Penso abbiate capito che è perché siete... Un rischio, qui dentro, fatto conto che facevate parte della Gilda Fairy Tail.»
«Facciamo» Levy lo corresse immediatamente mentre Lily e Gajeel le lanciavano un'occhiata piena di approvazione. Stavano rispettando ciò che lei aveva detto prima, lasciavano parlare lei. 
«Si, quello che è. Insomma, dopo la missione a Todona il vostro curriculum è stato attentamente esaminato sotto consiglio di Warlod-sama ed è stato deciso che sareste ottimi elementi sotto il mio comando. Tutti e tre.» disse, adocchiando anche Panther Lily. «Che ne dite?»
 
I tre si guardarono in faccia, leggendovi la risposta che avrebbe dato il compagno. 
Fu Gajeel a rispondere, questa volta: «La paga è buona?»
Con una risata del Generale, si ritrovarono tutti e tre fuori dalla tenda, senza più cavigliere nè manette e con la divisa tra le braccia.
 
Levy uscì dalla tenda osservandosi con occhio critico la lunga giacca. L'aveva indossata nella maniera canonica, come l'aveva indosso il Generale. Non era molto convinta, Gajeel lo vedeva dal suo sguardo. 
Gajeel, però osservando la figura d'insieme, trovava che Levy, con quella divisa – con cui faceva a pugni, letteralmente, alla sola vista prima di Fairy Tail – addosso fosse davvero stupenda.
Solo... 
«Ohi, Gamberetto.» la richiamò. 
Non appena la ragazza si girò, Gajeel le sbottonò in fretta la giacca, prima che lei potesse protestare e gliela sfilò, per poi appoggiargliela sulle spalle, come l'aveva messa lui. «Decisamente meglio, ghihihi»
«Gajeel!» urlò Levy.
«Stai molto meglio così, Levy.» Lily intervenne per fare da paciere. 
Levy sbuffò, acconsentendo poi alla nuova sistemazione della sua giacca. «Però in battaglia la metto come dico io.»
«Certo, Gamberetto.» ghignò ancora una volta Gajeel, mettendole delicatamente una mano sulla testa. «Così stai benissimo»
 
Lily, a ragione tradusse quella frase come: sei bellissima, così
Forse avrebbe insegnato a Levy quella particolare lingua morta. 
 
 
[1238 words]
Angolo autrice
Eccomi qui, di nuovo in corner con il nuovo capitolo. Sì, anche l'anno scorso è andata così, dato che non me le ero preparate in anticipo. 
E nulla, spero che anche questo capitolo possa esservi piaciuto, non l'ho nemmeno riletto per la fretta quindi non saprei dargli un buon giudizio. 
Mille grazie a Shona e MaxB che continuano a seguirmi! Presto risponderò giuro, ma sono indietrissimo, forse riuscirò dopo aver concluso la raccolta, mi dispiace. 

A presto, spero. Magari ad un'ora decente.
Tata ❤︎
   
 
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