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Autore: la luna nera    19/02/2016    7 recensioni
Un tempo esisteva un regno minuscolo e pacifico, affacciato sul gelido mare artico. Il Cuore di Ghiaccio, antico amuleto la cui origine si perde nella notte dei tempi, garantì pace e prosperità fino al giorno in cui il giovane erede al trono compì il gesto che avrebbe cancellato ogni cosa, compresa la sua memoria.
Una lunga avventura lo attende e lo fa vagare senza una meta ben precisa per le fredde lande gelate alla ricerca del suo sconosciuto passato. E il destino lo porta nel piccolo villaggio di Beflavik dove qualcosa sembra esserci veramente......
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FINALMENTE UNA PICCOLA TREGUA
 
 

 
“Assurdo, tutto questo è solo e soltanto assurdo!” Ranja sferrò l’ennesimo calcio al cumulo di neve che aveva davanti ai piedi. Girovagava fra le casette di Beflavik con gli occhi gonfi di lacrime e di rabbia. Ora sapeva molte cose del suo passato e quello che le sembrava inconcepibile consisteva nel fatto che l’unica persona che aveva veramente a che fare con la sua vita dimenticata era Burian, il suo promesso sposo. Si sedette su un’altura che dominava il porticciolo, sentiva le onde del mare infrangersi sulle rocce ed una lacrima le rigò il volto. Scoppiò a piangere rannicchiandosi su se stessa nel mero tentativo di scaricare tutta la tensione in quel pianto, riordinare le idee e prendere una decisione sul suo futuro.
Voleva davvero rifiutare Burian? In fin dei conti un po’ le piaceva quel ragazzo, si era solo sentita tradita ed usata quella sera, oltre tutto secondo le parole di Theon quello che aveva conosciuto fino ad allora non era il vero Burian. Purtroppo il suo cuore aveva dovuto affrontare delle prove molto grandi quasi in contemporanea, si era sentita sola e abbandonata da tutti…. O forse era stata lei a volersi isolare da quelle persone? Odino aveva tessuto ed intrecciato la trama della sua vita, le aveva consentito di sopravvivere a quell’evento pazzesco che aveva fatto scomparire moltissime persone…. Compresi i suoi veri genitori.
Chissà com’erano? Come si chiamavano?
Chissà se Burian se li ricordava?
Sollevò la testa e si asciugò una lacrima. Sentì dei passi e, voltandosi, vide il ragazzo venire verso di lei.
“Finalmente ti ho trovata, ho girato tutto il paese per cercarti e mi sono preso tanto di quel freddo da bastarmi per un bel po’.”
“Nessuno ti ha costretto a venirmi a cercare. Che vuoi?”
Restò in silenzio.
“Senti, se non hai niente da dire tagliamo corto perché io non ho nessuna voglia di parlare con te quindi…” Fece per andarsene, ma lui la bloccò.
“Aspetta.” Si fece venire qualche idea in mente. “Io…. Volevo restituirti questo.” Estrasse di tasca il ciondolo e glielo porse.
“Non lo voglio.”
“Ranja, capisco come ti senti e non pensare che anche per me sia semplice accettare tutto questo.”
“Cosa ne sai tu di come mi sento io?”
“Siamo nella stessa situazione, credimi..”
“Scusa, ma non ti seguo.”
La prese per mano per evitare che fuggisse di nuovo. “Fino a qualche giorno fa non ero che un idiota insensibile senza un passato né un futuro, adesso mi ritrovo ad essere principe di un regno sepolto dal ghiaccio, minacciato da uno stregone di cui non so praticamente niente. Per anni non ho fatto altro che spostare casse di pesce puzzolente spaccandomi la schiena, ho dormito in ricoveri di fortuna ed ho vagato come uno sbandato per queste lande desolate fino a che non sono giunto qui. E qui finalmente ho trovato la mia vita… anche  se non è proprio come speravo.” Aveva vuotato il sacco come un fiume in piena e si meravigliò di se stesso perché non era mai stato così bravo con le parole. “Forse sono stato scorretto con te, ho allungato un po’ troppo le mani ma in concreto non è accaduto un bel niente. Che motivo hai per avercela così tanto con me?”
Lo guardò con occhi increduli. “Come hai detto?!”
“Ci siamo scambiati solo qualche bacio. E…  era già accaduto in altre occasioni, avevo avuto l’impressione che la cosa non ti avesse causato troppo disgusto.”
“Già, forse è così. Sta di fatto che quel tuo comportamento aveva uno scopo ben preciso! Volevi sapere dov’è nascosto quel libro, non avevi alcun interesse nei miei confronti e prima di quella sera mi stavi facendo credere tutt’altro!”
“Ah-ah! Allora qua sta il nocciolo della questione…” Sfoderò il suo sorriso da bellissimo mascalzone. “Io ti piaccio e speravi che…”
Non terminò la frase perché Ranja gli mollò un sonoro schiaffone. “Mi fai schifo! Mettitelo bene in quella tua testaccia!” Aveva le lacrime agli occhi, era rabbia o la consapevolezza che i suoi sentimenti, per altro estremamente confusi, stavano pian piano affiorando?
Burian non si aspettava una tale reazione, iniziava a ricordare vagamente che la sua promessa sposa aveva un caratterino di tutto riguardo e a quanto pare era proprio così. Si massaggiò la guancia, quella sberla non era stata indolore e restò per alcuni istanti immobile a guardarla allontanarsi da lui. Quella ragazza era più testarda di cento muli messi assieme! Odino non poteva scegliergli un’altra sposa? Proprio lei doveva andare a pescare? Insomma, con tutte le belle ragazze in circolazione, dolci, affabili, sempre sorridenti, proprio lei doveva accollarsi per il resto dei suoi giorni?!
Scosse la testa, la faccenda era al quanto spinosa, oltre tutto avrebbe dovuto affrontare Theon e giustificare in qualche modo il fallimento del disastroso approccio, sbuffò e si ficcò le mani in tasca riprendendo la via di casa. Ma come vi introdusse la mano destra, sentì il ciondolo che Ranja aveva rifiutato e una voce dentro di lui gli diceva in modo imperioso di doverglielo assolutamente restituire poiché quell’oggetto era anche una potentissima protezione contro tutti i rischi che stavano correndo entrambi.
Non ci pensò su, le corse dietro mosso solo dal desiderio di proteggerla dal pericolo cui poteva andare incontro. La raggiunse rapidamente mentre lei continuava imperterrita a camminare a testa bassa.
“Ranja, aspetta! Fermati un attimo per favore!”
Ma quella non lo considerava minimamente.
Burian l’afferrò per un braccio, lei si voltò d’istinto e mosse l’altra mano come a volergli sferrare un altro ceffone ma lui la bloccò.
“Si può sapere che accidenti vuoi ancora?!”
“Il ciondolo. Devi rimettere il ciondolo al collo.”
“Scordatelo.”
“E’ un potentissimo amuleto che ti protegge contro Galdramardur, non dovresti mai farne a meno.”
“Senti, a me di tutta questa storia non importa un bel niente, capito? Non mi importa di te, del tuo castello e di questo stregone dal nome impronunciabile. Lasciami in pace una volta per tutte!”
“Eh no.” La guardava con fermezza. “Ti ho già salvato la vita quando eravamo bambini fuggendo insieme a te dal castello mentre si tramutava in ghiaccio, non permetterò che tu corra di nuovo quel pericolo.”
Ranja restò meravigliata da quelle parole, non si aspettava una simile uscita da parte sua. Forse era davvero cambiato?
Burian ne approfittò per allacciarle al collo il ciondolo, lei non mosse un solo muscolo e lo lasciò fare. “Tu non vuoi sposare me ed io non voglio sposare te, su questo punto credo non ci sia niente di cui discutere, ma promettimi di portare sempre quest’oggetto al collo.” Restarono per alcuni secondi in silenzio. “Bene, ora va’ pure dove vuoi.” Si allontanò da lei di qualche passo e sospirò sollevato. Vide che la ragazza non accennava a muovere nessun passo “Vuoi restare qui? Vuoi che ti accompagni a casa? Fra poco il sole tramonterà, sta già iniziando a far freddo.”
Lo guardò con la testa piena di interrogativi e si avviò verso il porticciolo senza aprire bocca. Lui la seguì in silenzio, sentiva che qualcosa si stava muovendo nella giusta direzione ed era ben consapevole di dover prestare la massima attenzione ad ogni minimo gesto. Ranja passeggiava fra le piccole imbarcazioni ormeggiate, fra i pochi pescatori che stavano controllando le reti per la prossima uscita in mare, fra le casse vuote che, se Odino voleva, si sarebbero riempite di pesce.
“Non potremmo passeggiare da qualche altra parte?”
Ranja si voltò finalmente a guardarlo. “Sei cresciuto con questa puzza di pesce, credevo fossi abituato.”
“E’ vero ma…. Potremmo andare a mangiare qualcosa, non hai fame?”
“Mi si è chiuso lo stomaco.”
“Ok. E allora…”
“Burian.” Gli si piantò davanti. “Ho bisogno di stare da sola per un po’.” Accennò un lieve sorriso. “Cerca di metterti nei miei panni… Nel giro di pochi giorni ho scoperto che Aryus e Dilia non sono i miei veri genitori, lui me l’ha rivelato in punto di morte, oltre tutto tu hai fatto quello che hai fatto, poi dal nulla è comparso Theon e sembra voglia costringerci ad un matrimonio combinato, ad amarci per forza e… Insomma, ho bisogno di riorganizzare le idee e almeno tentare di accettare questa situazione assurda. L’ultimo dei miei pensieri adesso riguarda il nostro fidanzamento, devo ancora capire chi sono io per prima e cosa voglio fare.”
Il suo ragionamento non faceva una piega.
“Tu stesso hai detto che non mi vuoi sposare… Almeno una cosa in comune ce l’abbiamo, poi da cosa nasce cosa.”
Burian le sorrise e per la prima volta da quando era tornato ad essere se stesso intuì che dietro quel volto di apparente grinta e testardaggine, si nascondeva una grande donna: ecco perché Odino l’aveva predestinata a lui.
“Hai ragione, prenditi tutto il tempo che ti serve per riflettere. Se hai bisogno di me per recuperare i ricordi, per prendermi a sberle ed infamarmi sappi che ci sono.”
“Grazie, terrò presente.”
Si allontanò da lui che restò a guardarla mentre si incamminava verso il centro del villaggio. Ranja non era una ragazza acida in fondo, aveva davvero bisogno di un po’ di tempo per riordinare i cocci della sua vita e tentare di riattaccarli l’uno accanto all’altro. Theon avrebbe sicuramente compreso che questa pausa era estremamente necessaria per sperare in un lieto fine fra di loro.
 
 
Fermi sulla soglia d’ingresso del Tempio di Odino, Theon e Dilia osservavano quanto stava accadendo fra i due ragazzi. Videro Ranja allontanarsi da Burian e, invece di rincasare, notarono che prese la strada per lo Slottbergen con il ragazzo che la seguiva a debita distanza.
“Ranja è una ragazza testarda, ha un carattere forte e indipendente. Non accetta che le sia imposto niente e non le dico quanto il mio povero marito ha tribolato per addolcirla.”
“Oh, lo so bene. Quando fu presentata ai miei sovrani per il fidanzamento con il principe ha dato sfoggio di questo suo caratterino. Ma so anche che se il potente Odino ha scelto lei è perché è una grande donna e sarà di fondamentale importanza al fianco del mio signore.”
“Spero tanto che trovino il modo di conoscersi meglio.”
“Li attendono tempi duri, noi non possiamo che pregare perché Galdramardur se ne stia ancora per fatti suoi. Coraggio, andiamo a preparare il Tempio, fra poco c’è la funzione per il popolo.”
Rientrarono nel luogo sacro mentre il sole iniziava ad incendiare il cielo dei colori del tramonto.
 
 
Il vento del mare guidava i passi di Ranja verso l’altopiano dello Slottbergen, non era affatto violento, somigliava piuttosto ad una piacevole brezza che accarezzava i suoi capelli facendoli volteggiare nell’aria. Si era diretta lì per vedere con i suoi occhi il luogo in cui era stata trovata dieci anni prima ed osservare quell’imponente monte sotto cui c’era il suo passato.
Burian l’aveva seguita in silenzio, non l’aveva mia persa di vista, nonostante tutto non se la sentiva di lasciarla completamente sola. Ci teneva a lei, non era solo suggestione, sentiva davvero qualcosa che gli metteva in subbuglio lo stomaco e non solo.
“Non sei stanco di seguirmi?”
“No.” Evidentemente si era accorta della sua presenza sin dall’inizio.
“Hai le guance rosse, forse hai freddo?”
Si portò la mano sul viso sentendo calore. “Sto bene, grazie.” A parte la sua personale tempesta interna. “Siamo quasi arrivati allo Slottbergen.”
Ranja riportò l’attenzione sull’altopiano che si stava aprendo davanti ai loro occhi e non appena i suoi piedi si posarono su quel candido strato di neve, percepì qualcosa di nuovo: guardandosi attorno aveva la sensazione di udire delle voci e delle musiche di uno strano passato.
“Tu riesci a sentirla?”
“Che cosa?” Burian le si avvicinò.
“La musica….” Si voltò ad osservarlo.
Si concentrò tentando di non pensare alla ragazza che aveva accanto per sperare di percepire anche una minima melodia. “Mi spiace, non sento nulla.”
“Forse è solo suggestione… Tu ricordi se organizzavate delle feste al tuo castello?”
“Sì, ogni tanto si tenevano dei ricevimenti noiosissimi. Ne studiavo di tutte per evitare di partecipare.” Si lasciò sfuggire un sorriso.
“Credi che ricorderò qualcosa anche io della mia infanzia?”
Lo fissava con gli occhi incollati ai suoi, con qualche ciuffo di capelli sfuggito ad adornarle il viso. Lui era perso in quella visione, sentiva lo stomaco sottosopra, le gambe tremare ed un fortissimo desiderio di stringerla a sé e rubarle un bacio. Ma aveva paura, aveva una fottutissima pausa di ferirla come già gli era capitato in passato.
Portò la sua mano destra vicino al volto della ragazza, scostandole dagli occhi quei ciuffetti ribelli, lei gli sorrise. “Tu hai paura di me, vero?”
Restò a bocca aperta. Come aveva fatto a capirlo?
“Guarda che non ti devi vergognare di ammetterlo.”
“Non ho paura…. E’ solo che….”
Abbassò lo sguardo, erano costretti ad un passo che nessuno di loro voleva fare, soprattutto lui che si era risvegliato da un letargo di dieci anni con la spensieratezza e l’immaturità del dodicenne, pur essendo un giovane uomo alle prese con una ragazza che per la prima volta gli faceva battere davvero il cuore.
“Ti prego, stringimi. Ho freddo.”Fu lei ad abbracciarlo, era meraviglioso sentire quel corpo finalmente caldo. Posò la testa sulla sua spalla.
Titubò un istante prima di assecondare le sue parole, poi si fece coraggio e passò il braccio dietro la sua schiena sentendo il suo corpo pieno di brividi.
Era freddo o qualcos’altro?
Stretti nel loro primo abbraccio, restarono in silenzio ad osservare il Sole calare sull’orizzonte, sublime spettacolo in grado di generare suggestioni da favola, i cui raggi dorati si allungavano sui ghiacci e sul mare artico creando giochi di luci e colori capaci di rendere meravigliosi anche quei luoghi solitamente aridi e desolati. Sentivano di non essere più soli, dopo la tempesta che avevano affrontato e superato, avevano la certezza di poter contare l’uno sull’altro.
 
 






 
 
Ciao bella gente!
Tutto ok?
Confesso di aver scritto più volte questo capitolo del quale non ero per niente convinta e, se devo dirla tutta, non lo sono neanche adesso.
La rabbia che Ranja ha covato negli ultimi capitolo sembra iniziare ad affievolirsi mentre Burian sta mostrando la sua vera faccia, finalmente libera dal ghiaccio che lo ha reso un ragazzo insensibile.
Ora non resta che trovare il Libro di Badeneisten prima che Galdramardur si rifaccia vivo.
 
Voi intanto trascorrete un buon fine settimana e non dimenticate di recensire!
; ) Ci tengo davvero tanto!
 
Un abbraccio
La Luna Nera
 

 
  
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