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Autore: Winry977    19/02/2016    1 recensioni
-Alla fin fine, non si può certo dire che tutti i Serpeverde siano uguali, no?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grifondoro, Nuovo personaggio, Serpeverde, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-E così ora te ne vai in giro con un Grifondoro?

Era passato un po' di tempo da quando Max l'aveva salvata da una probabile punizione di Piton, frutto di un possibile scontro con Shira, fortunatamente evitato. Spesso Marleen notava Max gironzolare dalle sue parti, anche più di prima che si presentassero.

La cosa non le dava lo stesso fastidio di prima, ma la confondeva e non sapeva mai come comportarsi; fondamentalmente non riusciva a credere che qualcuno potesse darle tutta quella importanza “o qualsiasi cosa essa sia”, aveva pensato durante l'ora di Erbologia, senza prestare troppa attenzione alla professoressa Sprite. E poi c'era di mezzo la rivalità tra le due Case, Grifondoro e Serpeverde. Non riusciva a immaginarsi un singolo studente che andasse d'amore e d'accordo tra quelle due Casate. Anzi, forse era qualcosa di irrealizzabile.

I primi commenti acidi di Shira si erano fatti sentire qualche sera dopo il primo intervento di Max. Lui le aveva fatto un cenno di saluto dalla sua tavolata e lei aveva ricambiato con un cenno distratto della testa, intenta a leggere un manuale di Pozioni. Shira le fu subito accanto e aveva attaccato dandole una sonora gomitata nelle costole.

-Sai,- era la prima volta che le rispondeva per davvero, escludendo lo spintone dell'ultima volta -mi stavo chiedendo come mai non riesci a smettere di infastidirmi in posti affollati.- non staccò lo sguardo dal libro. -Hai troppa paura ad insultarmi in un posto isolato? O comunque non circondata dalle tue amichette?

Shira rimase in silenzio, evidentemente privata della sua solita risposta pronta; ma il suo tacere durò ben poco. -Mi stai sfidando?- chiese non troppo convinta. Marleen alzò semplicemente le spalle, fissando il libro senza più leggerlo. Shira fece un ghigno di superiorità, le si accostò all'orecchio. -Se è una sfida quella che vuoi, l'avrai.- le sussurrò. -Ma non mettere in ridicolo la tua Casata.- fece un cenno con la testa verso il tavolo Grifondoro. -Una Serpeverde e un Grifondoro non si sono mai visti insieme.- fece per versarle dell'acqua addosso, ma Marleen si ritirò appena in tempo, rivolgendole un'occhiata piena di astio. La bionda fece uno dei suoi soliti sorrisi mielosi e se ne andò.

Marleen rimase ad osservarla per tutto il tempo e anche quando ormai era scomparsa dal suo campo visivo, continuò a fissare l'entrata della Sala Grande con lo sguardo perso nel vuoto. Poi fece un respiro profondo e diede un'occhiata alla tavolata del suo nuovo “conoscente”. Max la fissava con un'aria preoccupata e colma di disapprovazione allo stesso tempo.

Lì per lì lo ignorò. Era come se il suo sguardo volesse suggerirle che non ne valeva la pena. “Peccato che siano cinque anni che non ne vale la pena.” rifletté lei con rabbia, chiudendo con troppa energia il libro di Pozioni e dirigendosi verso il suo dormitorio.

La cosa più curiosa dell'atteggiamento di Shira era che nella Sala Grande e in altri luoghi che non fossero la loro Sala Comune o il loro dormitorio, non perdeva occasione di tormentarla. Ma se si trattava di luoghi comunemente frequentati solo dai Serpeverde non si azzardava a considerarla. Anzi, la ignorava. Almeno poteva addormentarsi senza troppi timori. L'unico posto in cui ancora non era arrivata, inoltre, era la biblioteca, “Ringraziando il cielo”.

 

La mattina dopo ci sarebbe stata una lezione di Difesa conto le Arti Oscure. Quando Marleen entrò in classe già tutti avevano preso posto e si accingevano a organizzare il materiale datogli dalla Umbridge.

La maga passò in rassegna ogni banco per cercare un posto vuoto, ma l'unico che trovò libero fu quello vicino Shira. “Oh no. Questo no.” Sapeva che lo aveva fatto apposta, sapeva che aveva fretta di dimostrare a tutta la scuola le sue capacità. Diede uno sguardo veloce di nuovo a tutta la classe, eppure avrebbe preferito stare per terra piuttosto che vicino a lei.

-Forza, forza!- incitò la professoressa, guardando nella sua direzione.

Marleen serrò la mascella e si avviò a passi rigidi verso il banco di Shira. Si sedette vicino a lei senza degnarla di uno sguardo, e d'altronde lei fece lo stesso. Come non capirla. Teneva gli occhi puntati su Draco Malfoy, uno dei ragazzi più conosciuti tra i Serpeverde, per la sua famiglia e per le noie che spesso e volentieri dava a Potter e i suoi amici. Non a caso, in quel momento sembrava piuttosto preso dal farneticare qualcosa con i suoi fedeli compagni, Tiger e Goyle, e stuzzicava da lontano Potter, seduto dall'altra parte della stanza.

“Fatti l'una per l'altro” pensò disgustata, aprendo il libro.

La lezione passò più velocemente di quanto potesse credere, Shira si era limitata a ignorarla per tutto il tempo, pendendo dalle labbra della Umbridge. “Ma come si fa? Io non riesco a seguire quel tono così melenso” chiuse nel libro alcune pergamene in cui aveva preso appunti per tutta l'ora e fece per andarsene, ma Shira la trattenne, tirandola per l'uniforme.

Si scambiarono uno sguardo glaciale, eppure colmo di significato. Entrambe sapevano cosa fare. Dovevano solo aspettare che la classe si svuotasse e che la professoressa si allontanasse. Gazza era entrato in classe in quel momento per riferire alla Umbridge qualcosa che evidentemente le causò tanto fastidio da farla schizzare fuori dalla stanza.

Ora c'erano solo Marleen e Shira.

-Mano alla bacchetta, Mezzosangue. Vediamo che sai fare.- Shira si allontanò da lei, lasciando un paio di banchi tra di loro. La parola “Mezzosangue” era filtrata nelle orecchie di Marleen e già aveva incassato il colpo. Per un momento ripensò a suo fratello, poi poggiò la mano sulla sua bacchetta e la sfilò dalla tasca.

Si concentrò sulla sua bacchetta, sul suo legno di Lauro e ne sentì l'energia. Poi guardò dritto negli occhi la sua sfidante, già in posizione di guardia. Fu allora che attaccò.

  
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