Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: fireslight    20/02/2016    4 recensioni
[Crossover: Sense8 – Game of Thrones]
Di fronte a lui, dall’altra parte dello specchio, vi era una ragazza. Aveva circa la sua età.
Poco più bassa di lui, minuta, lunghi capelli biondi tendenti all’argento, era intenta a sistemarsi un asciugamano poco sotto il seno. Jon abbassò lo sguardo per un momento, certo che fosse solo un’illusione.
[..]
Daenerys lo vide da lontano, e lui vide lei. Si scambiarono uno sguardo a diversi metri di distanza, mentre lui si fermava nel bel mezzo del viale e nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza. Era alto, slanciato, i capelli neri come pece, l’espressione lievemente concentrata dalla corsa.
Gli immancabili auricolari alle orecchie che si tolse in quell’esatto momento.

[Jon/Daenerys♥][AU – 21°century][Crossover, What If • Slice of life, Dramatic, Introspective]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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IV
 
«Sembri distratta.»
Daenerys si riscosse dai propri pensieri, osservando suo fratello.
Lei e Rhaegar non si vedevano da quasi tre settimane e ritrovarselo lì, insieme in aeroporto, era stato qualcosa assolutamente fuori programma.
«Ma no.» sorrise, «Non ti vedevo da così tanto tempo e mi sembra solo strano. Avresti potuto avvisarmi, comunque.»
Lui sorrise dall’alto del suo metro e ottantadue, carezzandole i capelli chiari.
«Volevo farti una sorpresa, sorella.» replicò allora, divertito.
«Direi che è riuscita più che bene.»
«Come stai?»
Si erano seduti nella caffetteria poco lontani dal terminal dei voli internazionali, parlando del più e del meno.
«Bene, davvero. Ho questo concorso per la borsa di studio fra una settimana, non immagini quanto sia in ansia. Ma parlami di te, che hai fatto di bello in Svezia, eh?»
Rhaegar le sorrise trattenendo una risata. Daenerys lo osservò attentamente: suo fratello era sempre stato un tipo pacato, eccessivamente tranquillo per i suoi gusti, ma in più di un’occasione lo aveva visto stendere chiunque con le sue arringhe da avvocato consumato e di successo e non avrebbe potuto sentirsi più fiera e orgogliosa di lui.
«Nulla di particolarmente rilevante, ma c’era un loft parecchio grande sulla costa e ho pensato che una volta o l’altra, saresti potuta venire ad abitarci per un po’, sai magari tu e Viserys potreste cambiare un po’ aria..»
Daenerys scosse il capo, sorridendo tetra.
«Perché fai così tanto per lui se tutto ciò che ricevi in cambio sono occhiate astiose e piene di sospetto? Viserys odia ciò che rappresenti per noi, Rhaegar. E poi,» accennò con un sorrisetto ironico, «Potrei anche venirci a vivere da sola, in quel loft sulla costa, se proprio insisti.»
«Non essere così dura con tuo fratello.» l’ammonì quest’ultimo, sospirando.
«Però sai quanto me che è la verità. Sai che secondo la sua contorta logica vorrebbe impedirmi di frequentare Architettura? Con quale diritto, Rhaegar?»
Suo fratello poggiò la schiena contro la sedia, chiudendo appena gli occhi chiari. Li avevano uguali, ereditati dalla loro madre.
«Non può certo impedirti di studiare.» disse lentamente, ponderando ogni parola, «Ti prometto che gli parlerò, Dany.»
Lei annuì, riflettendo tra sé. Viserys amava credere di avere il pieno e incondizionato controllo della sua vita, ma non poteva davvero pensare di farla franca. Rhaegar sarebbe anche stato lontano la maggior parte del tempo da Oslo, ma lei non avrebbe permesso al minore dei suoi fratelli di rovinarle la vita.
«Quando andrai via, le cose torneranno come prima.»
Rhaegar le prese le mani fra le sue, guardandola negli occhi.
«Allora non permettere che accada, sorella.» le sorrise con fare cospiratorio, «Prendi un appartamento vicino alla facoltà, allontanati da lui. Hai la mia parola che Viserys non contesterà una simile decisione.»
«Oh, lo spero.»
Erano circa le sei del pomeriggio. Dalle ampie vetrate dell’aeroporto il sole cominciava la sua lenta discesa verso l’ovest, illuminando d’oro e porpora l’orizzonte nel cielo.
Fu in quell’attimo − e lei ricordò la sera prima, una cena assolutamente non-convenzionale su un tetto di New York, le loro passeggiate a Central Park, Jon che si stupiva di ogni sfumatura di Oslo quando andavano in giro per la città di notte, l’aria fresca che sferzava i visi di entrambi quando lo aveva portato nei pressi del fiordo che circondava la città − in cui pensò a tutto questo, e lo vide tra la folla.
Rhaegar la guardava in attesa, probabilmente le aveva posto una domanda cui Daenerys non avrebbe risposto.
«Tu va’ pure.» mormorò al fratello, non riuscendo a staccare gli occhi da quell’immagine lontana, forse eterea e inconsistente come l’ennesima delle visioni, «Ti raggiungo tra poco.»
Rhaegar annuì, curioso, seguendo lo sguardo delle sorella.
Sorrise, dirigendosi verso l’uscita dell’aeroporto.
 
                                                                                 
Camminò insicura domandandosi di continuo se quella fosse un’allucinazione o meno, se si trovasse lì semplicemente perché aveva pensato a lui – come le tante altre volte in cui era accaduto, e quella connessione si era attivata per qualche arcana e misteriosa ragione – ma qualcosa, nelle occhiate che si stavano scambiando, suggerì a Daenerys che non era così.
Jon aveva con sé solo una sacca da viaggio in spalla, l’aria da forestiero impressa nei tratti di un viso che lei conosceva a memoria come una parte di sé indelebile e perpetua.
E tutto quello che riuscì a dire una volta di fronte a lui, fu un: «Che diavolo ci fai qui?» colmo di sorpresa mista a perplessità, e Jon le sorrise e lei ricambiò non potendo fare a meno di trovare quella situazione esilarante.
«Ho chiesto il trasferimento.» buttò lì come fosse niente e Daenerys ci mise un paio di secondi a collegare il tutto – la notte precedente, quando Jon l’aveva baciata, non era sicura di aver distinto poi esattamente realtà dall’illusione, quando si erano ritrovati tra le sue lenzuola che sapevano di vita e risate e di un nuovo inizio.
«Non dirlo−» ne rimase stupita, aprendo la bocca per rispondergli con una battuta delle sue, richiudendola di scatto un attimo dopo, «Hai chiesto il trasferimento alla polizia norvegese, Jon Snow?!»
Jon annuì cauto come se la sua non fosse la reazione che si aspettava, non nell’immediato, perlomeno, «Be’, sì.»
«Cavolo.» Daenerys si guardò un attimo intorno, tornando a osservarlo con tanto di sopracciglio inarcato e una punta di malcelato scetticismo, «Sei reale, vero?»
E allora Jon rise, avvicinandosi e prendendole il viso tra le mani, baciandola a lungo finchè entrambi non erano rimasti senza fiato e i polmoni con il rischio di collassare, le dita adesso immerse tra lunghi capelli d’argento.
«Sono reale.» sussurrò, la fronte contro quella di lei.
«Dio, devo averti affascinato molto per averti spinto a chiedere il trasferimento.»
«Credo che il paesaggio stia stato determinante, a dire il vero.»
Sapevano entrambi che era la più infantile e scontata delle bugie, perché alla fine anche lei si sciolse in un sorriso che della caratteristica piega ironica aveva ben poco, avvicinando i loro visi ancora e ancora, tra la folla dell’aeroporto che non li vedeva.
«Pensavo che essendo un poliziotto potessi inventarti scuse più plausibili, sai?»
«La scusa plausibile – e principale, alla fine – suppongo sia stata una certa fanciulla con la luce della luna tra i capelli.»
Daenerys non ricordava se nessuno le avesse mai detto qualcosa del genere, probabilmente no. E se le alternative in suo possesso fossero state un’eterna illusione e un contatto dai ritmi totalmente casuali e altalenanti, avrebbe accettato anche quello pur di avere qualcuno che la comprendesse per ciò che era.
«Sei uno yankee particolarmente poetico, eh?»
«Reminiscenze di letteratura inglese del college, mia signora.» la prese in giro con un sorriso divertito, e lei sorrise di rimando, felice come non lo era mai stata.
Jon era reale, adesso − un corpo caldo conto il suo, la medesima riservatezza che si portava addosso come un mantello, un amante meraviglioso − ed era tutto ciò che avesse mai potuto desiderare.
 
 
               
                        

 Fjords and Daenerys Targaryen:
one is a natural phenomenon so beautiful it will blow your mind, and the other is just some pretty pieces of rock in the ocean.






 
Note dell'autrice.
Buon pomeriggio, ew. Ri-faccio le mie più sentite scuse, ma per una marea di situazioni non ho potuto aggiornare prima, sebbene la storia avesse trovato la sua conclusione mesi orsono.
Come dicevo, questa mini-long è stata incentrata sul rapporto Jon-Daenerys, ma non escludo un possibile ritorno a tema Sense8, anche perchè è stato rinnovato per una seconda stagione, gente!

Che dire, spero di aver dato degna conclusione a due dei miei personaggi preferiti, perchè Jon e Daenerys alla fine si sono incontrati sulla scia di Riley e Will - e if you know what I mean, chi segue Sense8 avrà capito ;)
E come non potevo far comparire Rhaegar sulla scena? So benissimo di aver sottolineato la 'cattiveria', chiamandola così di Viserys, contro l'esser buoni di Dany e Rhaegar stesso, ma l'effetto che volevo ottenere era proprio questo: ho odiato Viserys dal primo momento in cui è comparso, nonostante l'abbia ampiamente rivalutato in seguito.

Ora, c'è una cosa che vorrei precisare a proposito del personaggio di Daenerys, sotto molti punti di vista diverso da quello dei libri o della serie: nel periodo di stesura della long, stavo leggendo Città di Carta di John Green e per chi ha letto il medesimo libro, con un po' di attenzione avrà rilevato delle similitudini tra Margo Roth Spiegelman e la mia Daenerys.

Poi, l'ultimissima parte è l'altra metà della citazione - opportunamente modificata - che ho scelto come titolo: "There are two reasons to go to Norwey. Fjords and Daenerys Targaryen: one is a natural phenomenon so beautiful it will blow your mind, and the other is just some pretty pieces of rock in the ocean."

Credo di aver finito, dalla regia mi dicono di sì!
Ringrazio chi ha preferito, seguito, recensito la long, davvero, siete stati gentilissimi.
Un bacio, alla prossima

fireslight

 
  
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