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Autore: lalluby    21/02/2016    4 recensioni
Margot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione innocente e una paura di cadere.
Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entrambi sono totalmente l'opposto, ma forse, sono solo ciò di cui l'altro ha bisogno.
- - -
- Tu e Calum Hood eravate amici?- Chiesi con cautela. Ma questo anticipava il fatto che io già sapessi la risposta, sorprendendo tutti, il volto di Ashton si dipinse con espressione di amarezza verso il pensiero della sua amicizia con Calum , mascherando il tutto con apatia e fastidio.
- Molto tempo fa. Sono contento che adesso non lo siamo più -
- Perchè? - Chiesi, sperando di ottenere delle risposte e di non essere troppo impulsiva.
- Lunga storia. Ma tutto sommato, lui non è il tipo di persona con la quale vorresti essere impegnata - ( … )
- Penso che ci sia del buono in tutti. Alcune cose... alcune persone, a lui importano - ( … )
Ashton mi guardò , prese un'altra boccata dalla sua sigaretta cercando il mio sguardo. (... ). Ashton portò la sigaretta nel posacenere, schiacciandola contro di esso e guardandola per un attimo.
- Ad Hood non importano le persone. Lui le brucia -
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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I'm Far From Dangerous




 

Non avevo mai visto vestiti come quelli se non sulle copertine di moda della parrucchieria di mia zia.

Ed ora, erano proprio di fronte a me.

Dovetti sedermi sul bordo del letto per elaborare il tutto. Pensavo che al mio risveglio avrei ritrovato i miei vestiti e poi avrei dovuto trovare un modo per ritornare al mio dormitorio.

Mi guardai intorno, pensando di attuare il mio piano, ma mi resi conto che non avevo nessuna opzione. I miei vestiti non erano nella stanza, molto probabilmente erano ancora a lavare. E l'unica opzione che mi rimaneva erano i vestiti di fronte a me.

Era un vestito semplice bianco e nero, probabilmente scelto da un personal stylist, affiancato da una sciarpa bianca e un cappotto nero. Riguardai nuovamente quei vestiti e improvvisamente mi sentii girare la testa. Tutto questo era troppo per me.

Ma non per i vestiti o per il gesto che avesse fatto Calum, era per lo più il fatto che lui mi avesse comprato quei abiti. Questa era la cosa più sconcertante.

Successivamente notai che accanto ai vestiti vi era riposto un piccolo fogliettino bianco, scritto frettolosamente sulla parte superiore con inchiostro blu. Era un mezzo-corsivo, mezzo-stampatello scarabocchiato da dei trattini. Ma diventava più decisa attraverso la ''I'' leggermente inclinata e la C.

Avevo un meeting questa mattina alle 7 al Plaza.

Ci incontriamo all'una per il pranzo. Va bene?

Il mio autista ti verrà a prendere.

-C.

 

 

* * *

 

 


-Abbiamo molto di cui parlare, signorina?- Mi disse Roxanne. Sorridendomi quasi con un sorriso ironico, quando entrai al nostro solito caffè. I suoi capelli scuri erano arricciati e lei era radiosa, lontana dalla ragazza distrutta che vidi nel ristorante cinese e in metropolitana nel bel mezzo della notte.

Oggi era radiosa, e il suo abbigliamento chiaro le faceva risaltare il colore dei suoi occhi cristallini.

Appena notò i miei abiti sgranò gli occhi, per poi sorridere.

-Wow, aspetta un secondo, sei bellissima. C'è oddio, sembri appena uscita da un rivista!-

Appena lei mi fece quei complimenti, sentii le mie guance sfumarsi, avrei voluto nascondermi. Non so' se avesse ragione, o dicesse quelle cose perchè le pensava veramente, ma io con quei vestiti mi sentivo a disagio. Perchè non ero io, non ero Margot.

-Margot, sei bellissima davvero. E ora noi due dobbiamo parlare di un sacco di cose- Disse ridendo.

Indipendemente da tutto quello che successe , Roxanne era la mia più cara amica qui, ma sapevo ancora che non potevo dirle nulla su Calum. Così feci un sorriso e un'alzata di spalle.

-Oh, bene comunque, quindi... tu e Ashton...-

-Io e Ashton?- Chiesi nervosamente, non sapendo se lei avesse già sentito parlare dello scoppio di rabbia.

Lei mi sorrise maliziosamente.

-Lo sai- Disse alzando un sopracciglio, guardandomi e sorridendomi beffardamente. Appena intuii cosa volesse intenedere con quella frase arrossii.

-Oddio, no. Non è successo nulla-

-Sul serio? Dai, era perfetto, come se le stelle fossero, non lo so, cazzo... state allineate per quello che dovesse accadere- Sospirò, prendendo la tegliera che ci era stata portata e versandosi l'acqua nella tazza.

-Che diamine avete fatto voi due tutta la notte, allora? Dormito? Guardato un film?-

-Io, ehm, in realtà... Non ho passato la notte da Ashton- Dissi a titolo di prova.

-Cosa? Perchè no? Avevi anche una scusa per passare la notte con lui, che io, la tua organizzatrice, ti ho dato! A causa mia e di Lance!-

Feci un respiro profondo.

-Si, in realtà, a tale proposito...-

Ma prima che potessi finire il mio intervento semi-preparato, lei intervenne.

-Va bene, lo so, mi dispiace davvero che fosse così poco preavvisato. E' solo che... sai... merda, pensavo che succedesse. Sai? Mi dispiace. Avevo solo pensato che non sarebbe stato poi così male se fossi restata da Ashton- Disse versandomi un po' di acqua calda nella tazza, mettendo dentro una bustina di thè e consegnandomelo- Perchè non sei rimasta da Ashton?-

-Noi, ehm, beh non eravamo esattamente insieme per cominciare, ma... ci siamo lasciati? Se si può anche dire così?-

-Oh merda-

-Si, era... era per questo che ti avevo chiamato-

-Margot, io...- Si prese un sorso di te- Mi dispiace, non ne avevo idea. C'è bisogno di un brownie. Andiamo, un brownie- E prima che potessi protestare. Roxanne afferrò il suo portafoglio, dirigendosi al bancone e comprandomi un brownie. Portandomelo poi al tavolo porgendomi la forchetta.

-Roxy, davvero, va bene-

-No, che non va. Wow, mi sento così una merda-

-E' ok-

-Dove hai passato la notte, allora?-

Raggelai, balbettando e scegliendo una compagna di corso a caso.

-Io... io ho passato la notte da Elise e Amy-

-Le conosco?-

-Si, si, sono due matricole-

Mi fissò con sguardo assente e poi fissò la mia tazza.

-Non credo-

-No, tu le conosci! Mmh... okay, vivono a Harley Hall. Elise porta una borsa tipo hippie e hai detto che era simpatica una volta-

-Va bene, ma non mi ricordo di aver mai conosciuto qualcuno che si chiami Elise. Che mi dici di Amy? Ne conosciamo tante-

-Il suo ragazzo si chiama Nick e quella che si veste sempre di rosso?-

-Aspetta la Amy, quella Amy?

-No, quella è l'altra. Lei ha una gemella, Ginger. La conosci-

-Ah, si, si, si le due gemelle! Oh, quelle due sono davvero graziose-

-Si, lei e la sua compagna di stanza Elise mi hanno ospitato per la notte-

-E' stato gentile da parte loro-

Ci fu un attimo di silenzio, un silenzio pesante.

-Mi dispiace, io avevo tipo, lo sai, ti ho buttato fuori-

Abbassai lo sguardo sulla mia tazza.

-Va tutto bene, credo che avessi solo bisogno di un'amica-

-Lo so, e mi dispiace davvero... Non sapevo di te e di Ashton e Lance e io....-

-Va bene, ho capito-

-Davvero?-

-Si, certo- Dissi, prendendo in silenzio un piccolo pezzetto del brownie di fronte a me con la forchetta-

Roxanne fece un sospiro di sollievo.

-Sono felice che tu capisca. Sono così stressata ultimamente, c'è così tanto da fare e non voglio che tu sia arrabbiata con me, e mi sento così orribile. Sei un'ottima amica, Margot-

Sorrisi debolmente.

Appoggiò i gomiti sul tavolo e si sporse leggermente, sorridendomi.

-Allora, com'è il brownie?-





* * *

  



L'autista di Calum mi mandò un messaggio chiedendomi dove mi dovesse venire a prendere, così gli dissi di venirmi a prendere a due isolati di distanza dal Caffè in cui ero con Roxanne, così quest'ultima non mi avrebbe visto.

Mi sentivo un'estranea, perchè tutto era troppo per me. Ma ero anche ansiosa, e sapere di vedere Calum, non mi aiutava affatto.

Quando misi piede dentro al ristorante, vidi le tavole ricoperte di tovaglie bianche, uomini in giacca e cravatta e un cameriere si offrì di prendermi il cappotto. Il mio stomaco si annodò, mentre le mie mani iniziarono a tremare appena vidi Calum seduto al tavolo, indossava un abito perfettamente su misura e guardava il suo cellulare. Vedere il volto famigliare di Calum fu confortante, ma mi sentivo ancora fuori luogo.

Quando mi vide, mise giù il telefono e si alzò in piedi.

-Ciao-

-Ciao- Dissi debolmente, sentivo come se le mie parole fossere fatte di metallo e non uscivano in modo corretto. Mi guardai intorno, la stanza era soleggiata e spaziosa e vidi alcune persone guardarmi al di sopra delle loro spalle.

-Come stai?-

-Sto bene- Sorrisi- Com'è andato il tuo meeting?-

-E' andato bene-

Il cameriere si avvicinò al nostro tavolo.

-Che cosa vi posso portare da bere?-

Calum parlò per primo.

-Per me dell'acqua -

-Certo signor Hood- Disse il cameriere sorridendo, mostrando una serie di denti bianchi, rivolgendosi poi a me- E lei?-

Esitai un momento guardando la tovaglia, per poi parlare.

-Dell'acqua, grazie-

-Subito- Disse annuendo prima di andarsene.

-Allora, com'era questo meeting?-

-Era ok- La bocca di Calum si capovolse un po' ai lati- Monotono-

Il cameriere tornò con le acque, successivamente Calum bevve un sorso. Notai una donna due tavoli distanti a noi darci un'occhiata e poi sussurrare qualcosa alla sua amica.

-Si, la maggior parte dei meeting sono abbastanza privi di scopo. I ricchi diventano sempre più ricchi e eccettera- Calum sorrise ironicamente e non potei fare a meno di sorridere nuovamente- E tu?-

-Io?-

-Si, tu. Tra l'altro, mi dispiace di essermene andato questa mattina-

-No, non esserlo- Presi un sorso d'acqua- Ho incontrato un'amica e abbiamo studiato un po'-

Vidi il menù di fronte a noi e lo presi, Calum seguì l'esempio. Il pranzo sembrava andare bene, ma il mio cuore ebbe un sussulto quando guardai il menù. Nemmeno una famiglia economicamente stabile poteva permettersi la cosa più conveniente su questo menù.

Sentii dei sussurri circondarmi mentre guardavo il menù, sentii il mio respiro farsi irregolare e le mie mani iniziare a tremare. Ero incredibilmente fuori luogo e tutti lo sapevano, sopratutto io. Io non appartenevo a questo genere di cose.

Guardai nuovamente il menù, chiudendo gli occhi e prendendo un respiro.

-Hood!-

Sia io e Calum alzammo lo sguardo dal nostro menù, mentre un ragazzo che sembrasse avere circa l'età di Calum si avvicinò sorridente al nostro tavolo.

Calum si alzò ed entrambi si strinsero la mano.

-Isaiah Winston, wow, ehm, non ti vedo da anni-

-Non me lo dire- Disse ridendo- E passato un sacco di tempo. Come, cosa, tre o quattro anni?-

-Si, mi pare. Quando è stata l'ultima volta però?-

-Eravamo a St. Barts, oh no, era Aspen-

-Si, hai ragione perchè mi ricordo di averti fatto il culo su quella pista da sci-

Calum suonava come una persona completamente diversa. Lo guardai e poi guardai Isaiah Winston che portava avanti la sua conversazione, ignorandomi completamente. Ma fu meglio così, portai la mia attenzione sulla pioggia che iniziò a cadere fuori, mentre le loro voci si dissolvevano sullo sfondo.

-Ho letto che la società sta andando bene, tra l'altro. A proposito, sai, dovresti venire a nord dello stato più spesso. Siamo praticamente vicini di casa e tua madre ci invita sempre a cena, ma tu non sei mai lì-

-Sono molto occupato, ultimamente- Calum rise seccamente.

-Beh, prima o poi dovremmo andare a giocare a golf-

-Certamente-

-Aspetta, dove sono i miei modi? Chi è la ragazza che ti tiene compagnia?-

-Oh, è ehm, Margot- Calum sembrò teso- Margot ti presento Isaiah Winston-

-Piacere di conoscerti- Dissi timidamente, mordendomi il labbro inferiore.

-Non ti avevo mai visto prima, beh, oltre che sui tabloids- Lui rise- Voglio dire, la maggior parte delle ragazze di Calum le avevo già viste prima da qualche parte- Isaiah rise - Eri all'evento di George lo scorso fine settimana?-

-No, io... io non so chi sia George- Dissi nervosamente.

-Non eri all'evento di George? Allora devi provenire da fuori città... Come ti chiami? Scusa-

-Margot-

-Giusto, Margot. Margot di dove sei?-

-Sono della Georgia-

Isaiah rise divertito.

-La Georgia? Perchè della Georgia? Che cosa fanno i tuoi genitori?-

-Oh, loro, ehm...-

-Aspetta, chi sono i tuoi genitori? Forse conosco la loro società-

Tutti ci stavano guardando e io mi sentivo come se potessi vomitare da un momento all'altro. Il mio corpo sentiva il freddo e il caldo contemporanemente e le mie mani tremavano. Volevo uscire da quel locale al più presto possibile.

Ma non era un'opzione dato che l'intera stanza sembrava che stesse aspettando una risposta.

-La mia famiglia non possiede una società-

-Oh, davvero? Tuo padre è un senatore o qualcosa del genere?-

-No, mio padre non è un senatore-

-E tua madre?- Isaiah rise.

-No-

Isaiah ridacchiò come se mi divertissi a dargli quelle risposte.

-Sei misteriosa, non è vero. Bene, cosa fa tua madre?-

-Mia madre...ehm...- Tutti stavano ascoltando e sentii le lacrime agli occhi, ma non le lasciai cadere- E' una cuoca -

-Oh...- Ci fu una lunga pausa e nella stanza si sollevarono dei sussurri mentre Isaiah si sforzó di mantenere un'espressione seria - Interessante-

Mi sentii completamente mortificata e abbassai lo sguardo sul pavimento, mentre Calum e Isaiah si salutarono, prima che Calum si sedette nuovamente di fronte a me.

Feci del mio meglio per tenere gli occhi sul menù, ma non mi fu d'aiuto. Sapere che non sarei mai appartenuta a questo genere di cose, stava peggiorando la situazione. Calum si schiarì la voce e tamburellò le sue dita sul menù come il cameriere arrivò al nostro tavolo.

-Allora, sapete già cosa ordinare?-

Non appena le parole uscirono dalla bocca del cameriere, borbottai un '' Scusami, devo andare '', uscii in fretta dal ristorante prima che qualcuno potesse vedermi piangere.

La pioggia si fece  più insistente, per la millesima volta mi ritrovai fuori a piangere.

Mi sentivo così umiliata come se ci fosse uno squarcio sul mio petto che aspirasse tutta l'aria fredda. Come se si fosse rotto qualcosa all'interno. Un dolore acuto che sprofondava e scavava la sua strada nella mia gabbia toracica.

Rimasi in silenzio, soffocando i singhiozzi, senza fiato. Tutto quello che feci fu appoggiarmi contro il muro di mattoni accanto al ristorante e scivolare giù, guardando la gente passare e chiedermi perchè tutto dovesse andarmi storto.

Ripresi fiato, ma le lacrime continuavano a percorrere le mie guance arrossate mentre singhiozzavo. Quando vidi la porta a vetri del ristorante aprirsi di colpo e Calum uscire, guardando da un lato all'altro fino a quando non mi vide.

-Margot, cosa c'è che non va?-

Scossi la testa, guardando verso il basso.

-Che cosa c'è che non va?- Mi alzai e lo affrontai - E' tutto sbagliato, Calum. Non capisci? Non merito di essere qui- La mia voce si ruppe su ogni parola.

-Di cosa stai parlando?-

-Io non merito neanche questi vestiti, non capisci. Tu non capisci a cosa stai andando in contro. Solo per favore, lasciami in pace-

-Ti ho comprato questi vestiti, come diavolo non li meriti?-

-Calum, non posso. Tu e i tuoi amici provenite da delle ottime famiglie. Mia madre lavora in- Alzai gli occhi al cielo, cercando di fermare le lacrime- lavora in un misero ristorante ed è rimasta incinta di me quando aveva diciotto anni-

-Allora? Che cazzo, io voglio stare con te, Margot. Non me ne frega un cazzo della condizione sociale della tua famiglia-

Risi freddamente.

-Oh? Così adesso tu vuoi stare con me? E i tuoi amici? Tu sai bene di avermi come il tuo piccolo segreto da poter tenere nascosto sotto il tavolo, ma non appena ci sono altre persone è come se non esistessi. Hai fatto la stessa cosa la mattina dopo quella notte, quando Amber e Michael sono venuti a casa tua e non è molto diverso da ora-

-Margot, questo non è...-

-Come pensi che andrà finire? Non c'è alcun senso nemmeno per provarci fuori. Noi. Non. Funzioniamo.-

-Non importa, non importa-

Le mie lacrime avevano ripreso a scorrere.

-Calum, per favore. Odio questo. Odio sentirmi così. Io sono infelice-

-Perchè continuiamo a litigare!-

-Vengo umiliata. Ti vergogni di me, io mi vergogno di me stessa e tutti lo vedono. Tutti ne parlano-

-Margot, per favore, andiamo solo in macchina. Possiamo parlare di questo-

-Non ho nulla da dirti-

L'espressione di Calum diventò marmorea.

-Bene, non avrai nulla da dirmi. Ma sono sicuro che, dannazione, ho qualcosa da dirti, solo vieni e ascoltami-

Mi afferrò per mano e mi trascinò alla macchina che era parcheggiata al di fuori del ristornate.

Quando fummo seduti in macchina, Calum fu impossibile da leggere.

Quando io cadevo a pezzi, lui era di pietra, freddo e impassibile.

-Margot, tu mi fai impazzire. Dio, è come, è come se ogni cosa che tu faccessi è quella di posizionare un centinaio di candelotti di dinamite. Tu sei l'unica persona che mi tiene testa l'unica che mi fa provare qualcosa e l'unica che mi fa accettare qualunque cosa. E non potrebbe fregarmene un cazzo su Isaiah Winston. Non ti ho presentato perchè sapevo che avrebbe iniziato il suo interrogatorio e io volevo che ciò non accadesse. Non perchè mi vergogno di te, ma perchè non sono i suoi cazzutissimi affari. Cazzo, mi piaci, va bene? E io voglio provarci, anche se sei pericolosa, anche se sento che mi farai perdere la testa. Quindi, per favore, cazzo, per favore, non scappare, perchè noi non siamo ''giusti'' l'un l'altro o perchè gli altri dicono che non dovremmo stare insieme-

Non sapevo cosa dire, cercai di elaborare il tutto. Abbassai lo sguardo, sulle mie mani fredde arrossate, sul tappettino della macchina e sul mio vestito ma sentivo ancora di non appartenere a questo genere di cose.

-Io sono lontana dall'essere pericolosa- Dissi a bassa voce.

Rspirò, e mi sollevò il mento con la sua mano prima di farla scivolare sulla guancia e accarezzando lo zigomo con il pollice.

-Lo sei per me-

E poi in un modo o nell'altro, contro ogni ragione, ci baciammo .

Era il tipo di bacio che non avrei mai dimenticato, il tipo di bacio che scatenava una tempesta nel mese di Luglio, tenendomi a sé il più strettamente possibile.

Calum esternava raramente i suoi sentimenti. Era come un muro di pietra. E io non ero troppo differente, nascondendo il mio passato. Ma con le sue labbra contro le mie e il modo in cui potevo assaporare il suo battito cardiaco, mi sentii come se stessimo raccogliendo le scaglie di entrambi. Mettendo insieme frammenti e scorci di vicende e storie.

Per la prima volta dopo mesi, mi sentivo al sicuro, come se fossimo nell'occhio del ciclone, entrando in collisione sul sedile posteriore di questa vettura, tenendoci a vicenda, una miscela di labbra, lacrime e la ricostruzione di ciò che era andato in frantumi.

Con le sue labbra sulle mie, potevo assaporare la sensazione di necessità, ma questa volta, incautamente lascia che il flusso del sentimento scorresse nelle mie vene, senza pensare al danno che sapevo si sarebbe causato.

Non c'era modo di ritornare indietro, ed entrambi sapevamo questo.



 






SPACE AUTHOR

Hi, my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Allora, come state?
Come avrete letto, diciamo che questo capitolo e' stato, forse inteso. Prima Calum che si fa (diciamo) ''perdonare'' facendole trovare dei vestiti sul letto e poi invitarla fuori a pranzo.
E poi l'incontro in caffetteria con Roxy, la quale Margot si dimostra più fredda e distaccata.
Ed infine, il famoso pranzo. Come sempre non è mancata l'opportunità di sminuire Margot, e Calum non ha fatto nulla.
Cosa ne pensate?
Ringrazio colo che hanno messo la fanfiction tra: PREFERITi, SEGUITI E RICORDATI. 
Davvero, GRAZIE MILLE.
Ah, per i lettori della mia vecchia fanfiction Hold Onto me. Ho deciso di ripostare la storia, visto che me la stavate richiedendo in tanti, ma facendo alcune modifiche nei capitoli successivi.
Questo è il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3390016&i=1
See ya soon & Stay tuned....

Baci Lalluby

  
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