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Autore: Sn3ffy    22/02/2016    1 recensioni
Sherlock è rimasto solo al 221B, dopo che Watson, il suo fedele aiutante, è diventato non solo marito, ma anche padre. Troverà qualcuno deciso a sopportarlo pur di condividere quell'appartamento?
Non sono molto brava con le introduzioni, perdonatemi!
[Ispirata dopo la fine della terza stagione]
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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" Il gioco dello stregone."




<< Oh, cielo! Muoviti!>> sentì urlare Sherlock da sotto le scale.
<< Sto arrivando!>> gridò di rimando. << Non è colpa mia se ho dormito solo 6 ore!>> continuò scendendo le scale. Per l'occasione Sherlock le aveva raccomandato di vestirsi nel modo più femminile e grazioso possibile, ed ora eccola scendere le scale senza addosso le sue solite magliette fantasy, scollature o tacchi. << Non ho vestitini: Spero ti vada bene così.>> ed una volta arrivata di fronte a lui, fece una giravolta, per mostrare il suo camuffamento: Un paio di converse rosa ai piedi ed un pantalone bianco a sigaretta che si sposavano abbastanza bene con una felpa non troppo grande con stampato un simpatico orsacchiotto rosa; Sopra un cappotto che notò fosse incredibilmente simile a quello di Sherlock. Non era mai stata granché nel campo della moda.
Prese la borsa, che lui le aveva obbligato a mettere, e fece per aprire la porta. Poi d'un tratto si sentì afferrare la mano prima ancora che potesse girare la maniglia. Si voltò ed incontrò gli occhi azzurri di Sherlock; non riuscì a sostenere lo sguardo. Non ci riusciva quasi con nessuno. << Aspetta.>> la voce di Sherlock era seria, grave. Anna non sapeva se essere preoccupata o meno.
L'uomo infilò l'altra mano nella tasca del suo cappotto ed uscì un piccolo e grazioso anello, che, con una dolcezza di cui Anna non lo credeva capace, le mise al dito. Per un breve attimo Anna credette di non riuscire più a respirare: La sua testa era un mare in tempesta, non capiva assolutamente nulla.
<< Oh mio Dio!>> un urlo, seguito dal rumore di alcuni piatti che si rompevano per terra la fece ritornare in sé. Ancora con la mano dentro quella di Sherlock, vide la Signora Hudson dietro di loro, gli occhi e la bocca spalancati.
Fece un breve riepilogo di ciò che era appena accaduto; alla fine non le fu difficile capire la situazione. " Fa parte del travestimento."
Tentò di nascondere a sé stessa la delusione che aveva provato. Osservando la Signora Hudson le scappò un amaro sorriso.
<< Oh mio Dio, caro!>> continuò la donna. << Non ci posso credere! Ma non è troppo presto? Oh, ma cosa dico?>> e fece un gesto della mano che sembrava scacciare quel pensiero. << Congratulazioni!>>
<< Grazie, Signora Hudson, ma questo è tutta finzione.>>
Il viso della donna si trasformò in puro dispiacere. << Oh, capisco.>> e ritornò in cucina, facendo attenzione a non calpestare i cocci dei piatti.
<< Già.>> fece Anna << Almeno la perla, però, poteva essere vera.>> lo rimproverò scherzando e mostrandogli l'anello.
Impiegarono 30 minuti con il taxi. Quando scesero, si incamminarono a braccetto verso il negozio della possibile prossima vittima.
Anna, avvinghiata al suo braccio destro, teneva la testa poggiata sulla sua spalla; "Effettivamente" si disse " sembriamo proprio una vera coppia."
Ritrovatisi di fronte ad un piccolo negozio di sartoria italiana, anonimo se non per l'insegna colorata, Sherlock le si parò davanti. Ancora una volta in quella giornata le prese le mani e se le portò lentamente al collo. Anna non capiva più nulla, nonostante cercasse di ritrovare il comando del suo emisfero sinistro. Con la voce più soave di cui Sherlock era capace, ed avvicinandola a sé cingendo le mani sulla schiena, Sherlock le sussurrò:<< Baciami.>>
Vuoto.
Nella testa di Anna, improvvisamente il vuoto. Solo quella parola che le rimbombava. Il cuore batteva come mai era accaduto; era sicura che le sarebbe uscito dal petto.
In un brevissimo istante, lasciò perdere la persona che aveva di fronte. Quella richiesta avrà sicuramente un motivo; doveva trovarlo.
Razionalizzò tutto e fu allora che capì: Dalla vetrina del negozietto italiano, si affacciava, a spiarli casualmente, una ragazza, sicuramente proprietaria del negozio. " Fa anche questo parte del piano."
<< Non credi di stare esagerando?>> Anna tentò di avere un atteggiamento ed un voce distaccati, ma era sicura che Sherlock avesse capito ciò che le era passato per la mente.
Di risposta Sherlock rise. Era riuscito a notare l'imbarazzo?

I battiti dei polsi accelerati, le pupille dilatate e la mimica di Anna, gli resero il gioco più facile. Anche questa era sua, pensò. Ma la sua risposta e la conseguente delusione che Sherlock provò, cambiarono le carte in tavola.
Si sentì accarezzare la guancia e, ritornati a braccetto, Anna lo spinse dentro il negozietto. Non poté non notare un uomo mascherato che dall'angolo della strada li stava fotografando. Ad attenderli vi era una ragazza, con meno di 30 anni, "25, per l'esattezza."
<< Buongiorno, signori. Posso esservi d'aiuto?>> la ragazza, notò Sherlock, aveva dei bei lineamenti, rovinati da alcune premature rughe.
Come se Anna conoscesse il piano che si era formato nella sua mente, la distrasse allontanandola da lui, con la scusa di voler provare qualche vestito.
Così, mentre le due donne discutevano tra loro, Sherlock poté dedicarsi con più attenzione all'analisi della persona. Guardò la scrivania di fronte la porta ed l'appendiabiti.
"Donna, 25 anni; vedova e senza figli. Genitori scomparsi quando era piccola, forse incidente stradale... No, direi più rapina finita male. Italiana, ovviamente. Sì, è lei."
Si avvicinò alle due ragazze che ora stavano scegliendo quale dei due abiti provare.
<< Caro, guarda, non sono meravigliosi?>> la voce di Anna aveva un qualcosa di buffo che fece sorridere Sherlock; sorriso che scomparve quando gli mostrò la catasta di vestiti che era intenzionata a comprare. Sapeva che avrebbe dovuto pagare lui.
<< Sì, tesoro >> scandì bene quest'ultima parola << ma non esagerare.>>
Di rimando, la ragazza gli preservò una sonora risata. << Va bene, tesorino; allora prendo solo questi.>> e sorrise gentilmente alla proprietaria.
Un leggero odore si fece spazio tra le narici di Sherlock, una volta arrivati alla cassa. Odore che prima non aveva percepito. Guardò Anna, ma non gli sembrò che anche lei l'avesse sentito.
<< Cara, guarda>> disse a voce appositamente troppo alta. << Quello non è l'abito che avevi visto sulla tua rivista?>> nei pochi secondi in cui la commessa si girò, per guardare di quale articolo si trattasse, Sherlock riuscì a catturare un po' di polvere presente in enorme quantità sulla scrivania.
"Questa si fa analizzare da Molly." Pensò mentre cercava un posto dove conservarla. Porta sempre una bustina da laboratorio, per fortuna.
Pagato il salatissimo conto, Anna e Sherlock uscirono, sempre a braccetto, carichi di enormi buste piene di vestiti; chiusa la porta dietro di loro, Sherlock sentì la suoneria del suo cellulare avvisarlo di un nuovo messaggio:
Caro fratellino, come avrai notato, la stampa d'ora in poi, non è più un problema mio.
MH.
<< Diamine!>>
<< Cosa è successo?>> Anna si voltò a guardarlo.
<< La stampa.>>
<< La stampa?>> ripeté le parole.
<< Il mio adorato fratellone>> rispose con voce ironica << se ne è lavato le mani. Dovrò vedermela con loro un'altra volta.>> e sbuffò, seriamente scocciato.
<< Non sapevo avessi un fratello. Che cosa carina.>> fece lei << Ma per 'stampa' ti riferisci all'uomo con la macchina fotografica?>> ed indicò verso la fine della strada.
Sherlock si limitò ad annuire. Una volta girato l'angolo, i due si lasciarono le braccia.
<< Ora, ci aspetta una visita al San Bartolomeo. >>
Sentì Anna sbuffare accanto a lui, ma non ci fece troppo caso. Salirono sul primo taxi disponibile ed impiegarono altri 20 minuti per arrivare all'ospedale; 20 minuti in cui Sherlock nonostante cercasse di concentrarsi esclusivamente sul caso, non pensava ad altro che non fosse l'attimo di vicinanza con Anna, e quella sua domanda "A cosa pensavi quando hai iniziato?".
Lei era seduta accanto a lui e, nervosa, ticchettava sulla tasca del cappotto, incerta se fumarsi la sua sigaretta o meno.
Terminato il tragitto e scesi dall'auto, si precipitarono all'interno del laboratorio, dove, come previsto, trovarono ad aspettarli già Molly e John.
<< Salve!>> esordì teatralmente Anna.
<< Buongiorno.>> le sorrise benevolo John.
Molly guardò attentamente il dito di Anna; Sherlock capì che aveva visto l'anello.
<< Complimenti.>> parlò la dottoressa per la prima volta, con voce tremante
. Anna la guardò incuriosita, evidentemente non capiva a cosa si stesse riferendo. Molly estrasse dalla tasca sinistra del suo camice bianco un cellulare e, dopo aver digitato qualcosa, mostrò ai due finti fidanzati alcuni articoli di giornali on-line.
-Nuovo amore per il giovane detective.-
-È sbocciato l'amore per Sherlock Holmes?-
-Donna misteriosa al 221B?-

I titoli erano più o meno questi, e per ognuno vi erano allegate decine di foto dei due, con particolari sull'anello di fidanzamento. Anna non riuscì a trattenere una fragorosa risata e si sedette sul ripiano di marmo, pensando, ritenne Sherlock, a qualcosa da dire alla ragazza. Nel frattempo Sherlock si era accomodato sullo sgabello ed, estratto il campioncino dalla tasca, iniziò ad analizzare il tutto con il microscopio.
Calò improvvisamente il silenzio; per una ventina di minuti nessuno si mosse o parlò: Molly, rimasta in piedi, accanto al detective; Anna ancora seduta sul ripiano di marmo; John appoggiato al muro, annoiato dalla situazione; Sherlock attento solo alle piccole forme di vita che si muovevano all'interno del microscopio.
<< Grazie!>> ruppe il silenzio Anna, rivolgendosi alla dottoressa e mostrandole un ampio sorriso. Sherlock impiegò poco più di 10 minuti all'analisi ed una volta constatato che non si trattava di nulla di utile, si alzò dallo sgabello.
<< Io e lei non stiamo insieme veramente.>> Spiegò, e vide con la coda dell'occhio, il viso di Molly rilassarsi.
<< No, ma gli piacerebbe.>>
<< Non ne sono sicuro.>> rispose lui ironico.
<< Non hai detto così l'ultima volta.>> accennò con una punta di malizia.
<< L'ultima volta di... Di cosa?>> la voce di Molly tremava, ed Anna doveva trovare tutto ciò molto divertente, a giudicare dal suo volto.
<< Non c'è mai stato nulla, Anna.>> concluse Sherlock, troppo immerso nei suoi pensieri. Quei campioncini erano stati buchi nell'acqua, ma ora doveva capire come salvare quella ragazza.
<< John>> riprese dopo poco << da quant'è che sei qui?>>
Gli occhi di John si spalancarono e la bocca si aprì senza che ne uscisse alcun suono.
<< Hmmm... Conta poco>> continuò << ora dobbiamo tornare a casa e vedere di metterci in contatto con Moriarty.>> Detto ciò si sistemò il cappotto e con celerità si diresse verso la porta; una volta aperta lasciò passare Watson ed attese Anna. Lei con più calma scese dal muretto ed, una volta arrivata di fronte all'altra ragazza, si sfilò l'anello e glielo posò nella mano destra. Poi le sorrise e passò sotto il braccio di Sherlock per uscire.
<< Perché le fai questo?>> esordì lui una volta saliti sul taxi di ritorno.
Anna dal sedile davanti gli rispose:<< Scusa, questo cosa?>> e sorrise.
<< Lo sai benissimo.>>
<< Non pensavo avessi un cuore.>> sorrise << ad ogni modo non lo faccio con cattiveria...>> sembrava quasi veramente dispiaciuta. << Tuttavia, sono più corretta io con lei di quanto tu lo sia mai stato.>> le parole erano cariche di astio. Il taxi impiegò qualche minuto in più del solito a causa del traffico, ma una volta scesi, i tre non persero tempo e si fondarono al piano superiore della casa. Posati i cappotti e sistemati nella stanza, Anna, sotto preciso comando di Sherlock, accese il computer ed effettuò l'accesso con l'e-mail di Watson.
Scrollò la posta in arrivo fino quando non individuò una misteriosa e-mail giunta a loro mesi fa; solo allora Anna porse il portatile a Sherlock, seduto, come a solito, accanto alla sua poltrona. Senza prestare particolare interesse al messaggio, letto e riletto cento volte, il detective digitò una risposta.
Maria Tudors.
Sh.

Immobili, senza la forza e la capacità di emettere anche il più breve respiro, rimasero incantati dallo schermo per qualche minuto. Sherlock si sarebbe aspettato una risposta repentina... Perché tardava ad arrivare? Che avesse sbagliato donna? "No, è impossibile!"
Din din.
Un suono acuto si disperse all'interno della stanza; con preoccupante lentezza, la mano di Holmes si mosse ad aprire la nuova e-mail appena arrivata.
<< È un filmato.>>
Anna e Watson si mossero e lo raggiunsero dietro la sua poltrona, decisi a guardare quel video messaggio.
Sherlock lo aprì e lo ingrandì a schermo intero: i primi secondi furono solo una schermata nera; poco alla volta si vide schiarire lo sfondo, prima rendendo l'immagine nulla di più che un disegno sfocato ed andandosi a schiarire lentamente.
Quando l'immagine fu visibile, appariva sullo sfondo una parete decorata come fosse la stanza di un bambino: un cavaliere bianco su un cavallo marrone era raffigurato sulla carta da parati.
Poi d'improvviso si sentì una voce metallica:<< E così, il cavaliere, aiutato dal suo fido compagno e dalla bella principessa, riuscì a salvare un'altra donna. Ma lo stregone non aveva ancora finito con loro... Non aveva ancora finito di divertirsi.>>




 

Ed eccomi nuovamente quii ( delusi, eh?) con un nuovo capitolo! Spero che anche questo vi abbia potuto piacere o anche solo interessare ( questa è la parte in cui dico sempre le solite cose!). Sto già terminando il prossimo capitolo, perciò credo che entro Venerdì riuscirò a pubblicarlo ( ma che peccato, eh?!?). Ad ogni modo, ora sparisco; prima, cosa essenziale, vi vorrei ringraziarvi per tutto, perchè seguite e leggete la storia. Grazie e ciauuu♦

   
 
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