Libri > Altro
Segui la storia  |       
Autore: PaleMagnolia    24/03/2009    1 recensioni
Avete mai pensato che Dirk, Summer, Al e compagnia bella fossero (anche se in buona fede! XD) decisamente, inequivocabilmente e senza possibilità alcuna di redenzione, una gran massa di allegre Mary Sue (sì, anche gli uomini)?
Io, con tutto il bene che voglio a Clive e ai suoi personaggi, l'ho sempre sospettato, in fondo in fondo (sapete, giusto quando parla, ehm, dei capelli più rossi del fuoco, degli occhi più verdi del mare, delle chiappe alte come montagne e sode come marmo, delle notti di passione selvaggia - unghie che si conficcano, sudore che scorre a fiumi, ormoni che girano in ciabatte per la stanza - del coraggio sovrumano e dei muscoli guizzanti); e, con la presunzione e le manie di grandezza che mi contraddistinguono, ho autonomamente deciso che qualcuno dovrà fargli abbassare le penne. E quel 'qualcuno' sarà proprio...
Genere: Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

vale_03, io ti adoro. I tuo commento mi ha ispirata, ho davvero voglia di trasformare Summy-Sum in una casalinga sfatta con le vene varicose.


“Era bellissima, alta e flessuosa, coi capelli lunghi di un rosso intenso e gli occhi come perle grigie

“Era bellissima, alta e flessuosa, coi capelli lunghi di un rosso intenso e gli occhi come perle grigie.”

Clive Cussler su Summer Pitt, Walhalla.

 

“Ma anche no”

Darla Sheppard su Summer Pitt, Clive Cussler Reloaded.

 

“Dopo aver saputo che i ragazzi erano stati spinti dalla madre sulle sue orme e si erano laureati in scienze oceanografiche, aveva fatto in modo che fossero assunti alla NUMA”

Clive Cussler su Dirk e Summer Pitt, Odissea.

 

“Raccomandati dei miei coglioni”

Rudi Gunn su Dirk e Summer Pitt, Clive Cussler Reloaded.

 

Summer Pitt era arrivata ad odiare la fotocopiatrice.

Non odiava più qualcuno in quel modo da quando, all’asilo, Micky Stephanides le aveva appiccicato la gomma da masticare nei capelli.

La sua governante aveva dovuto toglierla con la benzina.

Summer aveva puzzato come un distributore Shell per una settimana.

Ora, la ragazza era inginocchiata a terra per prendere una cartellina dallo scaffale più basso dell’archivio. Afferrò il dorso del fascicolo e tirò, ma l’infame non si mosse di un millimetro; lo scaffale era strapieno, e sfilare documenti da lì era un’impresa titanica.

Summer non si diede per vinta: si puntellò coi piedi contro lo scaffale e tirò.

I Pitt non si davano mai per vinti.

Anche perchè, all’ultimo momento, arrivava qualcosa di inaspettato ad aiutarli – per esempio, due figli-clone bellissimi che spuntavano, già adulti e laureati in oceanografia, proprio quando Dirk senior stava diventando troppo vecchio per andarsene in giro ad accoppare delinquenti e lumare pupe bionde. Oppure una grotta che crollava al momento giusto. O il teletrasporto. O magari un uragano bello distruttivo. O una pratica eruzione di lava, magari con qualche bel lapillo incandescente...*

Summer si era persa nei suoi pensieri, e, quando Gunn entrò, era seduta a terra, le gambe allargate puntate contro il mobile, che stringeva distrattamente un incartamento polveroso.

“Hm-hm”. Gunn si schiarì la gola.

Summer sobbalzò, colta di sorpresa, e si voltò verso la porta. “Oh, mio Dio!”, disse.

Gunn sollevò un sopracciglio. “Gli amici mi chiamano Rudi, di solito, ma se tu preferisci così...”, disse, sollevando appena le spalle, a indicare che gli andava bene.

“Oh”, disse Summer. Pensò a qualcosa di adeguato da dire. “Oh”, ripetè, poco convinta.

Non che non avesse il senso dell’umorismo – solo che nessuno lo usava mai contro di lei. Quando succedeva, non sapeva come comportarsi, ecco.

Gunn si appoggiò allo stipite. “Hai finito?”, chiese, girando lo sguardo sui documenti sparsi tutt’intorno; a Summer parve di vedere i suoi occhi luccicare di malizia.

“Quasi, io... Uh, non riesco a estrarre questa cartella da...” indicò con un gesto sconsolato della testa l’archivio strapieno.

Gunn si avvicinò, si chinò accanto a lei, poi allungò una mano verso l’archivio e fece scattare qualcosa. Un attimo dopo, tirò delicatamente tutta la fila di fascicoli verso di sè. Le cartelline dondolarono dolcemente, appese ad un comodo supporto scorrevole.

“Cartelle sospese”, disse Gunn.

Summer crollò.

 

“Non gliel’avevi detto?”

“Devo essermelo scordato. Sai, ho tante cose a cui pensare...”

“Vuoi dirmi che l’hai lasciata estrarre le cartelle a mano per due giorni, prima di ricordarti che si potevano estrarre e riporre con i supporti mobili?!”

“Sai, ad una certa età, la memoria comincia a giocare brutti scherzi...”

Hiram Yaeger scosse la testa, con un’espressione a metà fra l’esasperato e il divertito.

“Rudi, sei perfido.”

“No-o.” Gunn si portò la mano al cuore, con aria offesa. “Solo sbadato.”

Yaeger riflettè.

“Aspetta”, disse pensosamente “ questo significa che, se non sapeva che le cartelle erano appese al classificatore mobile, le ha anche riposte tutte nella maniera sbagliata. Giusto?”

“Ovviamente.”

“E quindi...?”

“... Quindi, mio caro amico, la nostra piccola stagista dai capelli rossi passerà un altro paio di giorni a impolverarsi le chiappe.”

“Mi correggo.” Hiram sorrise. “Sei peggio che perfido. Sei geniale.”

 

 

 

* Cfr. Walhalla, Enigma, di nuovo Walhalla, Recuperate il Titanic, Onda d’Urto.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: PaleMagnolia