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Autore: Fiore99    24/02/2016    0 recensioni
Nuova scuola, nuovi amici, un passato pesante alle spalle e grandi incontri dietro l'angolo...
Leggete e scoprirete la storia della nostra giovane protagonista, imbranata e tanto tenera!
seguitemi anche su wattpad sono -scrittricepercaso-
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Quella perfetta. Alta, preferibilmente bionda con grandi occhi azzurri da cerbiatta, e perfida come la regina delle nevi.

Ed io ero l'esatto contrario, completamente ordinaria: occhi marroni, capelli castani, altezza nella media, fisico umano. Insomma, ero anonima, e in fondo mi andava bene anche così.

Infilai i miei Ugg sotto un bel paio di jeans spessi e un maglione, pioveva tanto ed io ero parecchio freddolosa, quindi onde evitare di battere i denti tutta la mattinata, mi vestii pesante.

Salutai mamma con un veloce bacio sulla guancia che lei ricambiò con una sonora pacca sul sedere. Aprii l'ombrello e cominciai a camminare. A pochi passi da casa mia scorsi una figura che aspettava in piedi, sotto la pioggia.

“Ehi tu, straniero” urlai “niente ombrello?”.

Si girò e mi sorrise con tutta l'allegria che era possibile racimolare alle sei del mattino in una giornata uggiosa.

“Ehi tu, straniera” mi disse di rimando “aspettavo il tuo!” e rise.

Chiacchierammo del più e del meno fino all'ingresso della scuola. Nicolas è sempre stato il mio migliore amico, e quando si trasferì a Milano piansi per giorni. Quando mamma mi disse che ci saremmo trasferite a Milano ero così contenta che per poco non cadevo. Mi era mancato tanto.

Arrivati al grande cancello ci guardammo in torno in cerca degli amici di Nicolas, aveva tutta l'intenzione di farmi stringere amicizia quel giorno ma sapeva che non era una buona idea. Non ero molto socievole e sicuramente lo ero anche di meno di prima mattina. Il primo giorno di scuola. Dopo cinque chilometri a piedi. Ma fui tanto gentile da non farglielo notare, inoltre quando si metteva in testa una cosa, cercare di fargli cambiare idea era come voler spostare l'Himalaya con un ramo secco.

Poco prima del suono della campana che segnava l'inizio delle lezioni riuscimmo a scorgere il suo gruppo di amici. Erano in quattro, tre ragazzi e una ragazza ci salutavano con la mano e ci facevano segno di avvicinarci. Non facemmo in tempo a muovere un passo che un'ondata d'acqua ci investì.

“Ehi!” urlai.

Una Mercedes ci aveva appena fatto il bagno, come se la pioggia non avesse inumidito abbastanza i nostri abiti. Stavo per urlare qualche insulto che poco faceva onore al mio gentil sesso quando la macchina sterzò e con un'abile mossa parcheggiò esattamente di fronte al cancello. Un'elegante mano guantata uscì dalla vettura e aprì un ombrello rosso fuoco, subito dopo una chioma bionda spuntò dall'auto seguita da un corpo mozzafiato.

Ecco, pensai, adesso si che mi sento sciatta.

La ragazza ci superò con l'andatura sicura di chi si sente il padrone di tutto e a giudicare da come i ragazzi si spostavano al suo passaggio sembrava lo fosse.

“Quella chi è?” chiesi irritata a Nicolas che non le toglieva gli occhi di dosso.

“Regina” mi disse sogghignando.

“Dai non scherzare, voglio sapere come si chiama”

“Mai stato più serio in vita mia” fece con la mano destra sul cuore.

Mi misi una mano sulla fronte in maniera parecchio teatrale, Nick rise e afferratami per la manica della giacca mi trascinò dai suoi amici.

“Ecco ragazzi, lei è la donna della mia vita!” disse indicandomi. Io cambiai letteralmente colore, passando da un rosa pallido a color papavero primaverile.

“Nick smettila così la metti in imbarazzo!” rimproverò l'unica ragazza del quartetto.

“Io sono Sofia” continuò lei.

“Rebecca” risposi io tendendole la mano.

“E questi due simpaticoni che ancora si scambiano le figurine alla veneranda età di diciassette anni sono Matteo e Luca” disse indicando i due compagni.

“Piacere!” feci io.

“Ora che abbiamo fatto le presentazioni ragazzi, tutti in classe!” ci riprese Luca.

“E' il solito secchione” mi sussurrò Nick.

“Non sono un secchione!”

Scoppiammo in una risata generale.

Era bello. Loro erano belli, ed era bello avere degli amici. Nella mia vecchia città ero solo la povera orfana, qui invece potevo essere una ragazza normale con degli amici un po' pazzi. Mi piaceva.

  
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