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Autore: Frastory96    26/02/2016    1 recensioni
La storia parla di Diletta e Alberto ed è ambientata nella prima metà del XIX secolo. I protagonisti sono due ragazzi che appartengono a due mondi completamente diversi, lei è una attrice di teatro, lui il figlio del conte più vicino al sovrano.
Potrà la loro storia fiorire proprio nella città dell'amore? A Paris? Leggete e vedrete.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Il corsetto dell'abito di Giulietta è davvero una meraviglia,è rosso e nero. Piccole balze di pizzo nero contornano lo scollo  e ricoprono del tutto le coppe. Lungo il retro del corsetto, bellissimi nastri rossi di seta vanno, via via, a stringersi, fino a far mancare del tutto il fiato alla povera fanciulla.
La ragazza ha già recitato diverse volte con la compagnia, ma in panni, sempre, di minor importanza e vestita o da uomo o da bambino. Quindi per lei, è la prima volta che, non solo veste le veci di una donna, ma questa donna è anche la protagonista.
-Oi, quanto è stretto- esclama la ragazza, facendo un ultimo gran respiro, prima dell'ultima stretta decisiva.
​-Dai tesoro, abbiamo quasi finito, giuro che questa è l'ultima- r​isponde Celine, terminando il gioco dei nastri con un fiocco.
​-Non capisco, come fanno le signore a  portare tutti i giorni questa tortura?- ​chiede Diletta incredula e mettendosi su finalmente l'ultimo livello di tessuto rosso.
​-Tesoro, è la moda, non sai quanto sin da piccola avrei voluto comprarmi un abito da signora, magari in pizzo, o tutto in seta- risponde Celine guardandola e fantasticando sul suo desiderio. 
​-E per moda bisogna morire senza un filo di aria? no Celine, allora preferisco i miei due abiti, quelli che ho da sempre. Non saranno di alta moda, ma sto comoda e rimango di sicuro in vita-
Celine scoppia a ridere, seguita da Diletta, e finalmente Diletta muove i primi passi con quell'abito che quasi la inghiotte del tutto.
Pur muovendosi a piccoli passi, Diletta raggiunge la compagnia in una grande stanza dove sono soliti ripassare le battute più importanti e la scaletta.​ ​
Il suo Romeo, non è certo il giovane che tanto avrebbe desiderato, ma un uomo sulla cinquantina, di nome Riccardo, che da poco è entrato in compagnia e che è diventato, per Teodoro uno dei suoi preferiti.
Diletta non lo vede di buon occhio, anzi, molto spesso ha paura di lui. Si sente seguita e sa che è lui a farlo, sente i suoi occhi sempre su di lei, a volte si sente nuda anche quando è vestita, e questo non la fa stare bene, ma non dice niente. Finchè non accade nulla, lei non avverte il bisogno di preoccupare nessuno.
 
 
 
E' da poco terminato il terzo atto, e Alberto ha da subito notato una bellezza che splende sul palco. E' affascinato dalla delicatezza dei movimenti, da quella voce così  melodiosa. E poi quel suo viso così delicato e fresco, non riesce a concentrarsi su altro. Per lui è la creatura più  bella che madre natura abbia mai creato.
-Albert noto con stupore che ti piace- ​dice il padre sorridendo. ​-Per caso hai notato qualche fanciulla  che ti piace?- continua speranzoso che sia proprio come ha chiesto.
​-Si padre, sentite con il vostro permesso vorrei andare a fare quattro passi- ​chiede il ragazzo, sperando in un si.
​-Perchè figliolo? Per caso la fanciulla  si trova negli spalti bassi accanto al palco?-
-Si padre, più o meno, posso andare?-
-Ho capito, ho capito, volete la vostra riservatezza, vi capisco. Vi do il permesso, ma dovete essere qui all'inizio del quarto atto, non è educato importunare troppo una signorina- ​gli consiglia il padre.
​-Darò ascolto alla vostra saggezza padre, sarò qui all'inizio del prossimo atto-
​ Il giovane, con il permesso del padre, esce dal palchetto, e inizia a scendere le scale. Forse sbaglia a fare quello che vuole, forse sbaglia a far credere al padre di andare da una signorina, ma è troppo curioso di conoscere quella bellissima fanciulla che domina la scena con una maestria senza eguali. Sembra quasi nata per fare ciò che fa.
Arrivato all'ingresso del teatro chiede informazioni su quale fosse la direzione per i camerini degli attori, e dopo aver avuto l'informazione,cerca in fretta di raggiungere i camerini, quando poco prima di arrivare all'entrata di quest'ultimi, una signorina gli sorride dolcemente.
​-Lei signore se non erro è Alberto, io sono Beatrice, la figlia del Marchese Dubois-
​La ragazza che ha difronte è davvero di bella presenza, corpo esile, carnaggione molto chiara, occhi scuri e lunghi capelli ricci raccolti in una altissima e complicatissima acconciatura.
Alberto sa chi è , e sa che diverse volte il Marchese e suo padre hanno provato a combinare tra loro il matrimonio. Ma Alberto ha un vantaggio.
Essendo l'unico figlio maschio,e essendo sopratutto l'unico figlio,sapendo quanto il padre tenga affinchè lui si sposi, ne approfitta.
Fa attendere il padre e le tante signorine che i signori dell'alta nobiltà gli propongono in moglie. Sa che se accettasse una di loro, avrebbe da tempo finito di sentire tutti i giorni le prediche del padre, ma lui, forse dopo aver letto troppe storie d'amore, crede che il vero amore possa esistere, e che stare accanto, tutta la vita, a una donna che non ama sarebbe la sua fine. 
Ma per educazione, pur se assorto nei suoi pensieri, le bacia dolcemente la mano e le sorride.
​-Lei è davvero molta bella signorina, ma io avrei una cosa che mi urge fare immediatamente- ​risponde il giovane sperando che la ragazza possa capire e non fargli perdere ulteriore tempo.
​-Capisco..spero che un giorno possa farsi perdonare questa sua fugacità, a presto- ​dice la ragazza stringendo i denti e tornando nel suo palchetto.
Per Alberto il tempo ora è veramente oro. Deve trovare quella bellissima fanciulla e chiederle almeno come si chiama. Non sopporta che i suoi pensieri su di lei, gli si accalchino in testa senza un nome.
Raggiunge finalmente la porta, ma la trova chiusa, e dopo diversi tentativi di entrare, si arrende.
Forse il destino lo sta avvisando. Quella porta chiusa deve fargli capire che, anche solo conoscere il nome di quella ragazza è sbagliato. Il figlio di un conte non dovrebbe neppure avere certi pensieri.
Tenta un'ultima volta ma, come poco prima, la porta non si muove di un soffio.
 
 
Lo spettacolo è terminato e da qualche minuto la platea e i palchetti si stanno svuotando e Diletta non vede l'ora di togliersi quell'abito così ingonbrante e stretto. Non capisce neppure come abbia fatto, per tutto quel tempo, a respirare.
Corre in un camerino, e finalmente sola inizia a togliersi il primo livello di tessuti. La cosa che più desidera però e togliersi quell'indumento che chiamano corsetto e che in realtà è una vera tortura.
Cerca inutilmente di arriva al fiocco, ma non riesce. Tenta più volte, fino a quando non sente una mano sul corsetto e una sui fianchi. Sa che non sono le mani di Celine. Quella donna anche se povera e con le mani tutte ruvide e callose, non ha mai avuto delle mani così grandi.
Si volta, e si trova Riccardo che sorride in modo perverso.
​-Sai piccola, stasera sei davvero magnifica, una stella.E quel bacio...sento ancora le labbra calde, il calore che mi freme in tutto il corpo e che preme in mezzo alle mie gambe- ​dice, stringendo con un solo braccio il corpo esile della fanciulla al suo. Mentre con la mano dell'altro le alza il viso.
Diletta è alta, ma non quanto lui. Riccardo è alto e grosso, quasi quanto una porta e lei si sente davvero impotente.
​-Lasciatemi..cosa volete da me?- ​gli chiede, pur avendo già capito le cattive intenzioni dell'uomo.
Per fortuna una voce, sempre più vicina fa il suo nome e lei senza esitare urla di trovarsi in quel camerino.
Riccardo lascia velocemente la presa, non prima di averle dato, però, un violento bacio a stampo.
Celine entra nel camerino e Riccardo di tutta fretta invece esce. Diletta che trema ancora tutta, non riesce neppure più a muoversi.
​-Tesoro cosa ci faceva Riccardo qui? E perchè tremi tanto?- ​chiede la vecchia, avvicinandosi alla ragazza per accarezzarla un pò.
​-Lui mi ha baciato facendomi male. Io non lo volevo, mi ha anche detto che ha sentito qualcosa nei pantaloni. Dio Celine! Ho paura di lui- ​risponde la ragazza cercando di respirare per tranquillizzarsi.
Diletta è sempre stata con la compagnia, eppure mai un uomo ha provato a toccarla o dirle cose senza un minimo di pudore.
​-Oh Tesoro..mi dispiace. Ascolta devi dirlo a tuo zio, così lo caccerà dalla compagnia e tu starai al sicuro- ​le consiglia Celine aiutandola a togliersi quella tortura che portava addosso.
​-Celine non posso, lui è un uomo  e io una ragazzina, a chi credi che darebbero ascolto? E poi mio zio lo stima tanto. Non mi crederebbe mai- risponde Diletta sedendosi su una delle sedie di quel camerino, dopo essersi finalmente tolta quel diabolico corsetto.
Diletta davvero non può nè fare, nè dire nulla. La parola di una ragazzina non ha mai avuto importanza in confronto a quella di un uomo stimato da tutti, e soprattuto da suo zio.
 
 
 
Spazio autrice:
Salve, spero che il secondo capitolo vi possa piacere. Ho cercato di scrivere di più questa volta, e ho anche cercato di andare più nei particolari.
Sia se vi piace, sia se non vi piace, mi farebbe piacere una recensione. Sono ben accette critiche costruttive, come ho già detto nel capito precedente.
Un saluto, l'autrice.
 
   
 
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