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Autore: onedandzayns    26/02/2016    0 recensioni
Brooklyn e Louis.
Lui è il famoso cantante degli One Direction.
Lei una ragazza come tutte le altre.
Si amano da quando si sono conosciuti un giorno alle scuole superiori ma con il lavoro Louis andrà in tour in America, lei non potrà seguirlo per continuare gli studi ma un giorno una telefonata da parte di lei cambierà le cose e Louis potrà scoprirlo solo quando tornerà a Londra due mesi dopo.
Cosa è successo a Brooklyn? Perchè ha lasciato il suo più grande amore? Le cose si risolveranno oppure no?
Leggete e scoprirete!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

"Brooklyn tu non stai bene"

Quelle parole, pronunciate dalla dottoressa solo poche ore prima, continuavano a ripetersi nella mia mente.
Ero distesa sul mio letto a pancia in su, i miei genitori ancora non erano tornati, il cellulare era spento nella borsa in modo che nessuno mi poteva contattare, non volevo parlare con nessuno in quel momento.

"Brooklyn tu non stai bene" eccole di nuovo quelle parole, pronunciate con tanta serietà mista al dispiacere, quelle parole mi riportarono a poco prima.

"Hai un tumore" continuò la dottoressa mentre io ero rimasta senza parole davanti a lei, mi guardò con gli occhi di una madre ma io annuii soltanto aspettando che lei continuasse a spiegarmi cosa avevo, dopo essersi accertata che stavo ancora ascoltando la dottoressa continuò "dalle analisi non dice dove precisamente, devi fare altri controlli, hai dei valori sballati e questo non è nulla di buono" si fermò per vedere se dai miei occhi uscivano lacrime,ma erano asciutti. "Ti do il numero di un dottore bravo, lui saprà meglio cosa fare. Non ti sto dicendo che morirai, il tumore può essere curato e starai di nuovo meglio" disse lei con quasi le lacrime agli occhi,mi diede il numero e poi mi abbracciò. Io non avevo detto niente.
La dottoressa si era offerta per dirlo ai miei e io acconsentì, quando sarebbero tornati dal viaggio di lavoro avrebbero saputo la verità. Intanto lei mi aveva ripetuto più volte che in qualsiasi momento potevo chiamarla, per un consiglio, se non stavo bene o semplicemente per parlare. Io la salutai con un piccolo sorriso e mi avviai fuori. Le bambine che avevo visto prima,stavano giocando mentre aspettavano, quando si accorsero di me,sorrisero e io cercai di sorridere il meglio possibile ma non mi riuscii per niente bene.

Mentre scendevo le scale, presi il telefono due chiamate perse da parte di Louis e una da parte di Ermione. Lo spensi.

Il telefono di casa squillò, ma non avevo voglia di alzarmi per rispondere così lo lasciai squillare una,due forse tre volte poi persi il conto. Io continuavo a guardare il soffitto della mia stanza, pieno di foto; mie con Ermione da quando eravamo piccole fino a qualche mese fa, di me e Louis mentre eravamo amici e poi di noi che ci baciavamo. Vedevo i nostri sorrisi, così spensierati; erano sorrisi di ragazzi che si aspettavano di tutto dalla vita, un viaggio,nuove amicizie, feste e tanto divertimento ma quei sorrisi non si aspettavano una malattia, e forse anche la morte.

Chiusi gli occhi e continuai a pensare. Non volevo lasciare tutto,non volevo lasciare la mia vita,i miei amici, la mia famiglia e Louis. Avrei distrutto il cuore a tutti quelli che mi amavano, a quelli che mi erano stati vicini in tutti quegli anni;avevo paura non per me ma per loro.

Louis' pov

Era tutta la mattina che cercavo di rintracciare Brook, da lei era pomeriggio quindi mi avrebbe potuto rispondere e invece quando digitavo il suo numero sulla tastiera del mi IPhone sentivo solo la voce della segreteria che mi avvertiva che il telefono era spento o non prendeva e mi invitava a lasciare un messaggio.
Ne lasciai dieci, poi ne scrissi altrettanti ma lei non rispondeva a nessuno di quelli. Così decisi di provare a chiamare a casa, anche se potevano rispondere uno dei suoi genitori, volevo sentire la sua voce e avere la certezza che stesse bene.
Uscii sul balcone dell'hotel in cui ci trovavamo, da lì potevo vedere tutta la città e se mi affacciavo vedevo qualche fans che ci aspettava, le salutai con la mano e provai a sorridere per non far vedere la mia ansia, tornai dentro quando per l'ennesima volta il telefono suonava a vuoto.
Mi gettai sul letto, pensai a dove potesse essere, e se stesse male e non poteva rispondere? E se invece avesse avuto un incidente?
Nella mia mente c'erano solo pensieri negativi e questo non mi aiutò molto, dopo aver riprovato di nuovo al numero di casa e a quello di cellulare, decisi di chiamare Ermione, lei sicuramente sapeva qualcosa.

Digitai il suo numero e solo dopo due squilli mi rispose

"Brook sei tu?" chiese direttamente senza aspettare che la salutassi ma quella frase non mi aiutò molto e i pensieri negativi tornarono nella mia mente.

"Ehi, sono Louis" dissi "sai dov'è Brook?" le chiesi direttamente senza troppi giri di parole. Sentii un sospiro di delusione poi mi rispose.

"Ciao Louis, no" disse "l'ho vista l'ultima volta oggi a scuola, poi mi aveva detto che sarebbe andata dalla dottoressa, le avevo detto di chiamarmi appena fosse uscita, ma non l'ha fatto" disse quasi con le lacrime agli occhi, lo si poteva sentire dalla voce.
Chiusi gli occhi per un secondo, cercai di pensare ad altre soluzioni ma mi preoccupavo sempre di più e sempre la solita domanda si ripeteva nella mia mente 'Brook, perché non rispondi?'.
"Ermione" dissi "tu sai qualcosa che io non so?" le chiesi. Brook negli ultimi tempi mi diceva che stava bene ma dalla voce potevo capire che qualcosa non andava e il fatto che era andata dalla dottoressa qualche volta non aiutava. Sentii un altro sospiro dall'altra parte del telefono ma lei non disse nulla "ti prego, sto impazzendo" le dissi e infine sentii la voce della migliore amica della mia fidanzata.
"Louis, io non so niente, so soltanto che negli ultimi tempi era sempre stanca e che aveva perso qualche chilo e per questo che aveva fatto le analisi e oggi la dottoressa le doveva dire cosa c'era scritto" non sapevo che aveva perso qualche chilo e così dopo aver salutato velocemente Ermione riattaccai il telefono e rimasi a fissare lo sfondo. La ragazza con i capelli ricci e lunghi, gli occhi marroni scuro, le labbra non sottili e neanche troppo carnose nella foto mandavano un bacio verso l'obiettivo del mio telefono.
Sorrisi al ricordo di quel giorno al parco, quando non voleva farsi fotografare ma alla fine le scattai una foto a tradimento, lei finse di arrabbiarsi così cominciai a farle il solletico, alla fine rise e io mi innamorai sempre di più della sua risata.

Aspettai dieci minuti poi alla fine provai a richiamare lo stesso numero che avevo chiamato per l'intera mattinata.
Squillava, finalmente.

Brooklyn's pov

Il telefono di casa continuava a squillare ogni pochi minuti, mi cominciava a far male la testa e il rumore continuo non aiutava; così decisi di uscire.
Presi la borsa nera che avevo appoggiato sulla scrivania,infilai gli stivaletti che si trovavano vicino al letto e dopo aver chiuso la porta di casa mi incamminai senza una vera meta. Le persone che vedevo camminare per le strade di Londra continuavano la loro vita,bevendo un caffè al bar con gli amici, fare spese oppure fare una passeggiata con il proprio ragazzo o la propria ragazza. Quel pensiero mi riportò a Louis, non potevo restare con lui non sapendo neanche quanto tempo mi rimaneva, non potevo farlo soffrire se un giorno fossi morta per la mia malattia ma una parte di me, quella egoista, non voleva lasciarlo, voleva passare quel tempo indeterminato che le restava per amare sempre di più il ragazzo dagli occhi celesti che gli aveva rubato il cuore ma non potevo.
Non sapevo neanche se per il giorno che lui sarebbe tornato io fossi stata ancora qui.

Tra i pensieri che avevo nella testa, non feci caso alla strada che prendevo, giravo a destra poi a sinistra un po' dritto e poi presi due metropolitane, così senza rendermi conto mi trovavo davanti casa di Louis, quindi mi diressi verso la porta marrone,presi la chiave che lui stesso mi aveva dato 'per tutte le volte che ne hai bisogno ' mi disse quando una sera di qualche mese prima mi aveva dato la chiave.

Aperta la porta entrai e sentii subito il freddo avvolgermi ma non ci feci molto caso, così andai al piano di sopra dove si trovava la sua stanza.
Il letto era rifatto, l'armadio quasi vuoto, la scrivania libera tranne per qualche penna e qualche foglio che aveva lasciato lì sopra. Gettai la borsa per terra e mi andai a sedere sul letto continuando a guardarmi intorno, vedevo le nostre foto attaccate alla parete insieme alle foto che aveva con i ragazzi e la famiglia. Mi scese una lacrima al pensiero che forse non lo avrei più rivisto né abbracciato. Mi alzai quando vidi una maglietta bianca che aveva lasciato a casa, la presi dall'armadio e avvicinai il tessuto al viso per sentire -forse per l'ultima volta- il suo profumo, versai un'altra lacrima e così mentre mi stendevo sul suo letto e tenevo stretta a me la sua maglietta cominciai a piangere le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento.

Non so di preciso quanto tempo restai così a piangere interrottamente ma alla fine presi una decisione. Mi alzai dal letto e andai verso la scrivania mi sedetti sulla sedia, presi carta e penna e cominciai a scrivere mentre le lacrime solcavano le mie guance.

Dopo aver scritto la lettera, ripiegata e scritto 'Louis' sul davanti andai verso la borsa, mi sedetti sul pavimento freddo e accesi il cellulare.
Avevo tante chiamate da parte di Louis e di Ermione, messaggi scritti e vocali ma cancellai tutto e rimasi a fissare per un poco lo schermo. Ad un tratto sentii il cellulare vibrare e poi si sentii la suoneria e la foto di Louis addormentato comparve sullo schermo.

Presi un profondo respiro e risposi.

"Pronto?" dissi ma la mia voce risuonò rauca per il pianto, sentii subito un sospiro dall'altra parte.

"Brook?" mi chiese subito Louis "cosa è successo?" mi chiese con un tono di voce preoccupato, non lo avevo mai sentito così. "Perché non rispondevi al telefono? Mi sono molto preoccupato." Continuò.

"Scusami" riuscii soltanto a dire perché con il suono della sua voce le lacrime erano tornate di nuovo, sentivo un groppo in gola e quasi non riuscivo a respirare per cercare di trattenere un singhiozzo. Lo sentii sospirare di nuovo.

"Brook, sento dalla tua voce che qualcosa non va, ti prego dimmi cosa è successo" la sua voce non era squillante come sempre, era una voce appena udibile, forse aveva passato la giornata a chiamarmi senza pause, forse non aveva neanche dormito e molto sicuramente tra qualche ora avrebbe avuto un concerto e per colpa mia lui era stanco.

"Scusami" ripetei e questa volta non trattenni le lacrime che mi inondavano gli occhi in quel momento, singhiozzai mentre ripetevo di nuovo la stessa parola.

"Ti prego non piangere, dimmi cosa è successo" Louis mi ripeteva ancora "qualcuno ti ha fatto del male?" mi chiese infine, sentivo il tono della sua voce farsi sempre più triste.

"No-o" risposi singhiozzando ancora, volevo che lui fosse lì con me ma allo stesso tempo avrei voluto che non stessimo insieme per non farlo soffrire.
Se in quel momento gli avessi detto che tra noi era finita, che io stavo bene lui avrebbe sofferto solo all'inizio poi avrebbe trovato qualcuna meglio di me, che lo amava come facevo io, che lo faceva ridere.
Quindi mi asciugai le lacrime con la manica della maglietta, respirai a fondo cercando di mantenere la voce ferma e pronunciai quelle parole che mi distrussero il cuore.

"Louis, non c'è nulla di cui preoccuparsi ma noi non possiamo più stare insieme. In questi giorni ci ho pensato molto e ho preso la mia decisione. In questo momento sono a casa tua, prendo la mia roba e faremo finta che un 'noi' non fosse mai esisto. Mi dispiace Louis, sono una vera stronza. So che ora mi odi con tutto te stesso e fai bene, spero che troverai qualcuna che ti meriti e che non ti faccia soffrire come sto facendo io. Adesso non puoi capire, ma forse al tuo ritorno capirai." Dissi tutto d'un fiato.

"Brook, non puoi dire così. Io ti amo." Sono le ultime parole che sentì, la sua voce era spezzata dai singhiozzi,io riattaccai.

Piansi ancora e ancora, ripensavo a quella chiamata e a quelle parole che avevo detto,quelle stesse parole che mentre le pronunciavo sentivo il mio cuore spezzarsi sempre di più fino a diventare piccoli granelli, come la polvere.

Infine presi la mia roba,la maglietta di Louis che avrei tenuto per ricordarmi sempre del suo dolce profumo guardai per l'ultima volta la sua camera, dove avevamo passato momenti bellissimi, guardai la lettera che gli avevo scritto per spiegargli tutto e infine guardai le nostre foto non potevo reggere ancora, chiusi la porta e corsi fuori nell'aria fredda.

Spazio autrice

Ecco il secondo capitolo,spero che vi piaccia!
Fatemi sapere con una recensione.


baci!

 

  
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