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Erano passate due settimane da
quando era arrivato quel ragazzo. Due settimane durante le quali Seth aveva cercato di avvicinarsi
a me.
Probabilmente questo era un segno che la fine del mondo era prossima, nessun ragazzo si
era mai comportato così con me. Nessuno, fino ad ora, mi aveva mai rivolto
particolari attenzioni.
Avevamo poche lezioni insieme
durante le quali cercavo sempre di sedermi il più
lontana possibile da lui, inutilmente. Era una comportamento infantile, lo
sapevo, ma non riuscivo a sopportare di restargli vicino. Mi sentivo una
nullità e in totale soggezione.
Forse questo era dovuto anche al
fatto che non riuscivo a relazionarmi bene con i
ragazzi.
Stavo ancora litigando con
l’armadietto, quel giorno. Forse aveva davvero qualcosa che non andava o io ero
tutto a un tratto incapace di aprirlo. Mentre
armeggiavo con la serratura, sentii che qualcuno si appoggiava a quello di
fianco.
- Ciao, Melanie.
– mi salutò.
Solo la voce mi provocò
imbarazzo. Ero davvero messa male.
- Seth.
– lo guardai, sembrava divertito. – Che
hai da ridere? – gli chiesi nervosa, mentre continuavo ad armeggiare con il
lucchetto.
- Hai problemi con l’armadietto?
– stava trattenendo una risata.
Mollai la presa sul lucchetto che
sbatté sordo sull’armadietto. – No. Non ho problemi con
l’armadietto, cosa te lo fa pensare? – gli domandai acida, tirandomi
dietro un orecchio una ciocca di capelli.
Rise.
- Hai qualcos’altro da dirmi?
Sai, sarei occupata… - indicai l’armadietto alle mie spalle. Strano, stavamo
parlando con molta normalità.
Non rispose e prese il mio posto
per aprire la serratura. Si aprì. – Et voilà –
esclamò compiaciuto.
- Sì, sì, bravo, bravo… -
bofonchiai. Posai i libri che non mi servivano e presi gli altri che infilai nella borsa. Poi richiusi l’armadietto facendo
sbattere l’anta.
Mi diressi quasi di corsa verso
l’aula di storia. Ero terribilmente in ritardo. Seth
mi seguiva.
- Beh? Perché mi segui?
- Abbiamo lezione insieme,
ricordi?
Feci ruotare gli occhi. Che bello…
Aprì la porta dell’aula. Il prof Foster ci guardò quasi sorpreso da sopra gli occhiali. – Adams, Rogers, che piacere
vedervi alla mia lezione.
- Rogers
aveva dei problemi con l’armadietto, io l’ho aiutata.
– disse pronto Seth.
Già, ma nessuno ti ha chiesto di farlo! Pensai come risposta.
Il prof annuì anche se non particolarmente convinto e ci invitò a sederci.
Prendemmo posto nell’ultimo banco.
Mentre stavo prendendo il
quaderno dalla borsa mi tagliai. – Oh, al diavolo! –
sibilai. Ero nervosa.
- Che
succede? – mi chiese in un sussurro Seth.
- Niente. – posai il quaderno sul
banco. Lui mi fissava quasi ipnotizzato. Gli sventolai una mano davanti. – Ehi Seth, che hai?
- Ti sei tagliata. – aveva un
tono strano. Innocente, quasi.
Mi guardai il dito. – Ah, sì, ma
non è niente.
- Esce sangue. – osservò.
- Sì, ma non è …
Non feci in
tempo a finire la frase che lo ritrovai a succhiarmi il sangue dal taglio.
– Seth…?
Alzò gli occhi. Ora erano grigio verdi con un tono rossastro intorno alla pupilla.
Aveva un strana espressione, un misto di rabbia e
dispiacere. E dolore, tanto dolore. – Mi dispiace… io… io… - mormorò, ma non
riuscì a trovare altre parole.
Si alzò e corse fuori dall’aula. Inutile i tentativi del
prof di richiamarlo.
Ma cosa era
successo? Perché quell’espressione? Perché… ?
Dovevo seguirlo. Dovevo sapere cosa gli era successo. Era colpa mia?
Mi alzai anch’io. – Prof, devo
andare al bagno. – accampai come scusa.
- Ma… Rogers!
– tentò di ribattere, ma ormai ero fuori dall’aula
anch’io.
Mi misi a cercarlo. Dove poteva essere andato? Sembrava star male, quindi…
Provai in bagno.
Non c’era nessuno.
Provai in infermeria. C’era solo la vecchia signora Wedding che
stava medicando una ragazza. Di lui neanche l’ombra.
Alla fine lo trovai sotto il
portico che faceva da riparo alle biciclette.
Mi avvicinai piano, per paura di
disturbarlo.
- … Seth…
- lo chiamai quasi in un sussurro. Non mi avrebbe sentito, lo
sapevo.
Alzò di scatto la testa. – Non
avvicinarti! – ringhiò. Mi immobilizzai dov’ero, sia
per il suo strano tono di voce, sia per la sua faccia, una maschera di dolore e
rabbia cieca.
- Và via, và via, và via… - lo
sentivo ripetere con una voce alterata a metà fra quella umana
e quella animale, a un volume appena udibile per me.
- Seth,
che hai? – urlai. Mi stavo davvero preoccupando. Mi avvicinai di corsa
ignorando quello che mi intimava continuamente.
- Ferma! – ringhiò ancora. Lo
ignorai.
Ormai ero quasi vicina a lui.
- MALEDIZIONE! – imprecò con un
ringhio più alto. Lo vidi tirare un pugno sulla
colonna di mattoni di fianco a lui. Rimase il segno
del colpo.
Poi per la prima volta mi rivolse
lo sguardo. Uno sguardo che chiedeva comprensione, che
chiedeva pietà.
- Dimentica ogni cosa. – mi
sussurrò.
Un attimo dopo non lo vidi più.
Era sparito.
Rimasi imbambolata sul posto a
fissare il punto dove era stato fino a poco prima,
incapace di capire cosa pensare. Era successo davvero. Non me
l’ero sognata, vero?
Decimo
mese.
Sono uno
stupido, un perfetto idiota.
L’avrò
sicuramente spaventata per come mi sono comportato.
Sono ancora troppo giovane per riuscire a dominare la
Sete. Non sono ancora così esperto. E Lei, anzi il suo sangue, emanava un odore
troppo dolce, troppo appetibile per poter resistere.
Intanto,
però, ho scoperto che il nostro sangue non è compatibile
l’uno con l’altro. I Figli di Adamo non possono
bere il Sangue di Eva. Probabilmente
funziona anche al contrario. Certo che Dio ha fatto proprio di tutto pur di non
lasciare che le due Famiglie potessero avvicinarsi troppo…
Qui in
Famiglia non ne ho ancora parlato, probabilmente lo
farò quando mi sentirò meglio e cioè quando il veleno non sarà più in circolo
nel mio corpo. Probabilmente, però, lo sanno già.
Ci sono
troppe cose che mi sono tenute nascoste.
È già
qualcosa che riesca a scrivere. Penso che la febbre continuerà a salire, per un
po’ non potrò vederLa.
In ogni caso, credo che questa sia anche la soluzione
migliore. Meglio non vederLa, meglio lasciarLa pensare, meglio lasciare che Lei
cerchi di dimenticare.
S.A.
A tutti quelli che hanno messo questa storia
tra le loro preferite:
grazie! Mi fate capire che a qualcuno piace, ne
sono contenta!
Ora avrei solo un piccola richiesta:
recensite,
vi supplico!
Vorrei sapere cosa ne pensate, almeno so
se
continuare o no la storia, se a qualcuno,
oltre
alle persone che l’hanno inserita nelle preferite,
piace o
se è una vera e propria schifezza…
O se volete dirmi cosa non va in questa
storia,
se avete
qualche suggerimento…
grazie
per tutto, anche solo di leggerla.
Grazie.
darkimera