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Autore: Uni    27/02/2016    4 recensioni
Non si può scoprire il valore della propria vita finché si è in vita. Difatti, scopriamo il vero valore di qualcosa solo quando questa ci viene sottratta e, non appena ci viene sottratta, rimaniamo soli a vagare in un oblio freddo e buio, dove solo la nostra voce, seppur spezzata, è l'unico essere vivo in quell'ambiente scuro. Così aspettiamo che qualcuno ci porga le mani e ci tiri via da quell'incubo.
[Bluemoon]
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Terzo. 
Anime che perse nel silenzio, scoprono il suono.

 
Lilith stringeva saldamente la mia mano mentre ci inoltravamo nel sottobosco. Ma nonostante la vegetazione fosse fitta e perpetua, i raggi del sole penetravano tra i rami rendendo lucenti quelle foglie ambrate. La sua mano era piccola e fredda ed anche molto soffice al tatto – sembrava quella di una bambina. Ripensandoci, Lilith era in tutto e per tutto simile ad un’adolescente: un bellissimo ciliegio nel bel mezzo della sua fioritura più bella. — Lilith, posso sapere da quanto tempo sei qui? — chiesi interrompendo il silenzio tra noi. Lilith fece un respiro profondo e senza neanche voltarsi, con fare seccato rispose con un secco “un bel po’ di tempo”. Mentre si guardava in torno, notai che non vi era traccia di fauna in quel luogo; così il mio pensiero si rivolse a Lilith che per un bel po’ di tempo era rimasta lì, da sola.
Vagammo a lungo, attraversando il sottobosco fino ad arrivare ad un giovane torrente e ad un ponte legnoso che permetteva di attraversarlo. Al di là del ponte vi era una villa antica, candida e lucente, molto in sintonia con l’ambiente circostante: ci avvicinammo. — Dobbiamo entrare: è qui che vive la mia Signora — incalzò Lilith con un sorriso. Quindi bussò alla porta e ad aprire venne una sagoma che sul volto aveva la maschera di una volpe: era una ragazza che portava un abito bianco; non disse una parola, anzi, fece una piccola riverenza e poi ci fece cenno di entrare. Gettai uno sguardo a Lilith che, capendo i miei pensieri, mise l’indice sulle labbra e sorrise. La ragazza-volpe ci condusse al piano superiore dove ad attenderci c’era una bellissima donna. Aveva le labbra di un vermiglio acceso, la pelle chiara come un petalo di rosa e i capelli del color del caramello lunghi fino al fondoschiena, la prima cosa che notai fu la sua incredibile somiglianza a Lilith. Quest’ultima le corse in contro per farsi stringere in un tenero abbraccio. La donna mi guardò con dolcezza e prendendo per mano Lilith la esortò a parlare — la mia fragile sorellina è stata coinvolta in un piccolo disguido, lì sulla terra. E ora è tornata qui; ne sei felice, madre? — La donna si avvicinò tempestivamente al mio volto e prendendolo tra le mani ne baciò le guance. Dai suoi occhi cadevano pure lacrime, lucente rugiada da quegli occhi che dentro contenevano il mare.
 — tu non puoi ricordare chi sono, ma una madre ricorda sempre il volto del loro unico amore — sorrise, ancora in lacrime e allontanandosi dal mio volto continuò il suo parlare — io sono Rae, e sono l’artigiana delle anime: io ti ho donato il corpo e l’anima, e li ho resi unici. — i suoi movimenti erano aggraziati e pieni di eleganza, l’abito che portava era bianco e semplice, ma - addosso a Rae – sembrava risplendere. Perfino la stanza in cui ci trovavamo sembrava essere stata creata per farla risplendere in ogni suo movimento: i mobili in legno scuro, le tende rosa antico e perfino le decorazioni floreali, tutto sembrava donarle luce.
La grande finestra aperta faceva entrare la tipica aria tiepida di settembre, e la luce che era riflessa sulle foglie autunnali, donava alla stanza una sorta di tepore: accogliente e lucente. Quel luogo era così pacifico!
Lilith, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, prese parola — nostra madre, oltre a donarci l’anima ci dona anche una tonalità che – rara o meno che sia – ci differenzia e ci accomuna. Esistono otto fazioni: la stirpe dei carmini che nel cuore hanno la forza di fronteggiare chiunque gli sia avverso, nel bene o nel male; la legione del tramonto che hanno come dote la gentilezza ma che di ingenuità sono i sovrani; il concilio dei solari che hanno in dono la capacità di saper ragionare a mente lucida in ogni situazione ma che purtroppo hanno il difetto di voler troneggiare; esiste anche la congrega dei protettori dello zaffiro, che di pazienza ne hanno tanta, a tal punto da essere considerati remissivi; la fazione dei marini che hanno una grande resistenza fisica e forza di volontà, ma scemano di intelligenza. Le ultime tre fazioni sono le più rare poiché sono le più fragili, ragion per cui nostra madre fatica a donare queste caratteristiche. Purtroppo deve farlo per preservare l’equilibrio universale — ricordai le parole di Lilith, mi aveva definito membro della “stirpe dei gelidi”, rabbrividii al pensiero che la mia fazione non fosse ancora stata nominata.
— Queste fantomatiche tre, sono: la stirpe dei gelidi – la tua – che in dono ha la bellezza, ma giacché ha le stesse caratteristiche del ghiaccio, non appena esposta al sole, diviene fragile; i figli della notte, che dispongono di una rigorosa intelligenza e gentilezza, ma che di autostima ne hanno ben poca. —  prese un respiro e continuò — queste due sono rare, non perché non vengono concepite, ma perché generalmente hanno vita breve: i glaciali sono spesso soggetti a malattie mortali, mentre i notturni si suicidano per la poca autostima – questa è la realtà – solo tre casi su dieci vive una vita piena e felice. —  Lilith si soffermò a guardarmi, notò il mio sguardo terrorizzato e capendo il mio stato d’animo cambiò argomento — Ed infine la stirpe originaria, anche detta dei cristallini: una fazione che non possiede un colore e che contemporaneamente li possiede tutti. Possono sfoggiare le più brillanti qualità di ogni fazione, o – al contrario – non mostrarne alcuna. Questo è quanto ti è concesso sapere — così concluse.
Rae, che nel frattempo aveva lo sguardo perso nei miei occhi, riprese coscienza di sé e subito disse che avrebbe dovuto preparare una stanza per la sua preziosissima Ima. — Madre, perché non lasciate che Ima dorma con me in stanza? Dobbiamo recuperare il tempo perduto, in fondo. — incalzò Lilith, che con quel suo sguardo pungente lasciava chiaramente intendere un qualche piano diabolico sicuramente escogitato. Eppure Rae, incantata dall’altruismo della figlia annuì arrossendo e finì per uscire dalla stanza saltellando e canticchiando.  Pensai che Rae fosse davvero una brava persona.
La sera, dopo aver cenato e fatto un bagno, Lilith mi accompagnò nella nostra stanza. Era una stanza circolare, dalle pareti in pietra. Al centro della sala vi era una fontana che rifletteva sul pavimento in marmo il proprio getto. Vi erano diverse colonne sparse in modo uniforme e geometrico nella sala, alcune perfino accostate alla parete circolare. La stanza per il resto, era piena solo del letto a baldacchino. Lilith disse di volermi spazzolare i capelli, e dunque di sedermi sul letto. Stendendomi sulle sue gambe e sentendomi come a casa, mi lasciai trasportare dalle dolci carezze di Lilith.
Lilith, dimmi, tu a che fazione appartieni? — Lilith rispose che apparteneva alla stirpe dei gialli che sempre hanno ammirato la bellezza e fermezza d’animo dei gelidi. Sorrisi alle sue parole e mi addormentai, non sapendo però che il luogo in cui ero stata amorevolmente accolta era anche più inespugnabile della selva dalla quale tentavo inesorabilmente di uscire.

Nota Autore: 
Sì, okay. Sono imperdonabile. Sono stata a lungo assente e ora me ne esco con un "toh, il terzo capitolo", ma è così. Ecco il terzo capitolo. Oggi avevo particolarmente voglia di scrivere e mettendomici d'impegno ho tirato fuori questo grande coso. Ebbene, eccoci qui, con le tanto attese spiegazioni: finalmente scopriamo la verità sui colori dell'anima e sulle loro caratteristiche. Scopriamo anche chi è a generare le anime, anche se un velo di mistero avvolge ancora la figura di Rae, ma questo è un nodo che scioglieremo nel prossimo capitolo. Parlando delle fazioni i colori sono quelli dell'arbobaleno: Carmini, Rosso; Tramonto, Arancio; Solari, Giallo; Smeraldi, Verdi; Glaciali, Azzurri; Marini, Blu; Notturni, Indaco. I candidi non potevano non esistere per una questione che poi chiarirò. Per ogni sorta di domanda, commento o critica, rivolgetevi a me in una recensione o in un messaggio privato. Sarò più che felice di rispondervi ^^
In ogni caso, se la vostra opinione sarà una critica, vi consiglio di argomentarla bene, e fate che non si insensata - per rispetto del lavoro altrui.
   
 
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