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Autore: LostHope92    27/02/2016    5 recensioni
Era nata come one-shot, ma mi hanno convinto alcune lettrici a continuarla e renderla una long. Ho raccolto i racconti in una serie con capitoli ben ordinati (soddisfazione per me stessa a mille per aver capito come fare ahah)
La prima.
Paura.
Abbiate pietà di me ahah
Spero che non vi deluda, buona lettura! :)
p.s= fatemi sapere se il tentativo è riuscito, o se mi conviene tornare alle one-shot (non si può riuscire in tutto)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abraxas Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Eccoci qua alla fine.

L'ultimo capitolo.

Avrei molte cose da dire sulla mia storia, cose che mi son piaciute e altre che proprio avrei voluto rendere diversamente.

Ma l'unica cosa che invece mi resta da fare è ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito e che mi hanno spronato innanzitutto a rendere questa one-shot una storia a più capitoli e che in seguito mi hanno spinto anche a continuarla.

Grazie a tutti!

Un grazie particolare alle persone che hanno recensito fino al penultimo capitolo:

Francy_remus

Pepper Snixx Heat

TINAX86

Grazie mille ragazze!

Vi scrivo in basso delle note in particolare su questo capitolo!








La notte abbracciava villa Malfoy, mentre la luce della luna attraversava il cielo posandosi delicata sul terreno, e scontrandosi di quando in quando con le finestre e le mura dell'immenso maniero, illuminandole leggermente.

Narcissa si rigirava i riccioli biondi tra le dita nervose, osservando dalla finestra il giardino, tentando di pensare a qualcosa che non fosse ciò che stava per accadere.

Sapeva certamente quello che sarebbe successo quella notte, sua sorella Bellatrix non faceva che parlarne con malizia da anni, godendosi la reazione imbarazzata e a disagio della bionda.

La ragazza, sovrappensiero, si strinse addosso con un brivido la leggera camicia da notte, che la copriva fino ai talloni, però lasciando intravedere le curve attraverso la delicata stoffa.

Le sarebbe piaciuta?

Certamente era una ragazza carina, neanche lei si sentiva di negarlo, eppure non aveva mai pensato di essere bella in “quel” senso.

Molti la elogiavano per la sua bellezza delicata e fine, ma nessuno l'aveva mai guardata con il desiderio di ...andare oltre.

Così almeno lei sospettava.

E irritata dal proprio imbarazzo Narcissa si portò le mani sul volto, per cercare di darsi una calmata.

Non era niente di strano, era una cosa naturale, erano solo corpi, tutto qua.

Ma ben lungi dal sentirsi tranquilla per questo, la cosa sembrò imbarazzarla ancora di più.

E se non le fosse piaciuta? Se l'avesse considerata fredda e lontana?

Dopotutto era così che lei si era sempre sentita.

Ma non con lui.

Arrivò la voce della passione, le sussurrava lasciva nelle orecchie che non era poi stata molto fredda, né di certo lontana, quando lui l'aveva stretta tra le braccia e baciata con passione.

Ricordando il fuoco che l'aveva scossa, non poteva darle torto, sorridendo un po' al ricordo, ed accarezzandosi con un dito le labbra, quasi a voler raccogliere il sapore di lui.

Si guardò allo specchio si accarezzò piano il viso, le spalle e il collo, chiudendo piano gli occhi.

Le sue minute e candide mani si trasformarono nella sua mente in mani molto più grandi e forti, e le sembrò quasi di sentire il respiro di lui solleticargli il lobo sinistro.

Un bussare frettoloso la fece sobbalzare e riuscì a malapena a portarsi le braccia al petto per coprirsi prima che l'intruso entrasse dentro senza essere invitato.

O meglio, l'intrusa.

Bellatrix rise della reazione di lei, che ora la guardava con il viso rosso e lo sguardo assassino.

-La porta esiste per qualcosa- disse poi riacquistando un briciolo di calma.

-Lo so, ma non avevo alcuna intenzione di perdermi il tuo sguardo imbarazzato, per l'ultima volta.-

L'altra la guardò interrogativamente e con un cipiglio tra l'annoiato e lo scocciato.

-Stai per diventare una donna sorellina, perderai il tuo candore e con quello l'irritante imbarazzo che ti contraddistingue-

-Finiscila- rispose l'altra con un bisbiglio infastidito, portandosi vicino lo specchio per sistemarsi i capelli.

Bellatrix con un sorrisetto divertito si avvicinò e si portò alle spalle della ragazza, rubandole la spazzola dalle mani per prendere a districare lei stessa i capelli lucenti e chiari di sua sorella.

-A parte gli scherzi, volevo essere qua per te, so quanto è importante, lo è stato anche per me- disse la ragazza bruna con uno tono quasi materno, che mai l'altra le aveva sentito addosso.

Ma non potè comunque non lasciarsi sfuggire uno sguardo scettico quando disse “lo è stato anche per me”, non riusciva proprio ad immaginarsi sua sorella, così sicura di sé, così provocante, nelle sue stesse condizioni.

-Oh, non ci credi?-rispose Bellatrix alzando le sopracciglia.

-Neanche un po'- ammise Narcissa chiudendo gli occhi- Ahi!-

La bruna aveva tirato di proposito la spazzola, e ora se la rideva alle spalle della sorella.

Ma, anziché prendersela, l'altra si unì alle risate, riprendendosi la spazzola e colpendo sua sorella sul dorso della mano.

Poi Bellatrix riprese di nuovo quel tono particolare, e le mormorò stringendole le mani sulle spalle:

-Andrà tutto bene, tu lo farai con qualcuno che ami, e che ti ama, e sarà molto diverso, speciale-

La bionda posò una mano sopra quella della sorella e la strinse piano, guardandola negli occhi attraverso lo specchio.

Non era riuscita a calmarsi da sola, ma per questo esistevano le sorelle, erano là proprio quando la strada si faceva più tortuosa, quando le forze per farcela da sole si esaurivano.

-Grazie Bella- disse Narcissa.

-Ora alzati, o farai morire il povero Lucius di attesa, non vorrei vederlo implorare in un bordello-

La giovane Malfoy aprì la bocca scandalizzata e divertita da quella visione, e non fece in tempo a rispondere a tono, che l'altra se ne andò, lasciando dietro di sé il fantasma della sua risata forte ed acuta.


Lucius era seduto sul letto.

Faceva battere il piede sul tappeto, cercando un modo di ingannare l'attesa.

Dopo dieci, venti, trenta minuti, si convinse di non poter rimanere lì ancora a lungo.

Non voleva sembrare ossessionato, un maniaco, sarebbe stato piuttosto inquietante se si fosse introdotto nella stanza della sua ragazza quella notte, no, non era raccomandabile.

Quindi fece la cosa che gli riusciva meglio.

Dopo aver schioccato le dita, impartì degli ordini all'esserino confuso e terrorizzato (conoscevano ormai i modi poco delicati del loro padroncino) che comparve poco distante dal letto, con voce secca e sbrigativa:

-Vai nella stanza della signorina Narcissa, fai finta di dover fare qualche faccenda, e poi torna subito qua, e dimmi che sta facendo-

-Ma signorino Malfoy, padrone, che faccenda deve fare io?-

-Non le devi fare veramente, dannato essere sottosviluppato- rispose lui lasciandosi trasportare dall'ondata di irritazione che stava minacciando di farlo esplodere.

-Devi fingere di fare qualcosa, qualsiasi cosa, sbattere tappeti, pulire vetri ...per le mutande lorde di Merlino, sono forse io l'elfo domestico qui?-

-Ma...padroncino- disse il piccolo esserino con uno sguardo sempre più terrorizzato e confuso- lavare vetri? Sbattere tappeti?Io non potere fare questo quando ospite è presente, sono ordini di suo padre, signorino Malfoy signore-

Il giovane si mise una mano sul viso per calmarsi, per poi sbottare poco elegantemente in una prolissa lista di insulti e calciare fuori il piccolo elfo dalla stanza.

Che scomparve in una nube grigia.

-Lucius?-

La voce della ragazza lo gelò sul posto, facendolo voltare verso di lei così lentamente da dare l'impressione che fosse il pavimento a girare.

-Narcissa, mia cara, ti aspettavo- disse lui allontanandosi i lunghi capelli dagli occhi che erano ricaduti nel suo scatto di rabbia.

-Tutto bene?- chiese lei un po' stupita dalle condizioni di lui.

Era a finire di pettinarsi, quando aveva sentito dei rumori strani provenire dalla stanza del suo sposo.

All'inizio così bassi da sembrare borbottii, poi però erano mutati in grida, e questo le fece prendere la decisione di andare a sincerarsi che fosse tutto ok.

Aveva notato il piede di lui uscire dalla porta della stanza e calciare qualcosa, ma non era stata in grado di capire cosa.

Ed ora eccolo là, in quello stato.

Con i capelli tutti disordinati, il fiato corto, il pigiama spiegazzato e il viso arrossato.

-Si, certamente, perchè?- rispose lui cercando di parlare con un tono che voleva essere confuso, ma che suonò piuttosto falso ed incerto.

Poi un rumore improvviso fece quasi cadere Narcissa.

Il piccolo elfo era tornato, e con uno sguardo soddisfatto disse, rivolto a Lucius:

-Padroncino Malfoy, signore, io ha pulito i vetri e sbattuto i tappeti nella stanza della signori....-

Ma prima che potesse finire la frase lui lo acciuffò per il collo, e gli sussurrò minaccioso ad un palmo dal naso, tentando di non farsi sentire dalla ragazza:

-Ti sembra il modo di interrompere una conversazione privata del tuo padrone? Pensavo che i tuoi enormi occhi vacui ti servissero a qualcosa, lo stesso vale per le tue dannatissime gigantesche orecchie- per poi far ricadere il piccolo essere a terra e intimandogli, con uno sguardo minaccioso:

-E ora vedi di sparire, prima che mi venga in mente una punizione da darti-

L'elfo tremante scomparì di nuovo, pensando che doveva essere dopotutto il suo giorno fortunato.

Narcissa aveva seguito la scena senza troppo stupore, era abituata a vedere suo padre trattare nello stesso modo i suoi elfi, e la cosa non le aveva mai creato problemi.

Ma la cosa che invece aveva attratto la sua curiosità era...chi si faceva pulire a quell'ora i vetri e i tappeti? Qualche maniaco del pulito?

Tutta la vicenda, così particolare, era stata dopotutto positiva, perchè era riuscita a far dimenticare alla giovane la sua ansia, e il motivo della sua agitazione.

Solo quando Lucius portò gli occhi sul suo corpo si rese conto di avere addosso ancora solo la vestaglia, e non riuscì ad impedirsi di arrossire.

-Forse è meglio se entriamo- disse lei superando il ragazzo che era rimasto vicino alla porta della sua stanza.

Lucius annuì svelto seguendola e chiudendo la porta.

La sua rabbia contro quell'essere e la paura che lei potesse scoprire che era intenzionato a spiarla, avevano fatto dimenticare a Lucius la sua condizione, che ora invece pesava come un macigno sullo stomaco.

Non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di lei, dalle sue curve che si intravedevano attraverso la stoffa quasi trasparente.

Ma sapeva che lei sentiva il suo sguardo addosso, e non voleva darle l'impressione di essere un poco di buono, quindi si voltò di spalle e prese a versare del vino per se stesso e la sua sposa.

Narcissa, come aveva sospettato l'altro, aveva avvertito lo sguardo di lui bruciarle addosso, era quasi sicura di riuscire a tracciare la scia rovente di quei occhi di ghiaccio sulla sua pelle. Ma ciò che non si aspettava, era quanto la cosa le piacesse, voleva che la guardasse, voleva vederlo fremere alla sua vista.

Quindi, stupendosi della propria tenacia, si avvicinò piano alle spalle del ragazzo, e tracciò con movimenti lenti un percorso dalle scapole alla schiena.

Si alzò sulla punta dei piedi e stampò un bacio lento sul collo di lui, che sospirò lasciando perdere il vino, i bicchieri, l'elfo, tutto.

La sua mente semplicemente si staccò da tutto il resto, lasciando che fosse il corpo a prendere ciò che voleva.

Si voltò di scatto e prese il volto di sua moglie tra le mani, trasmettendole tutta la passione che scuoteva le sue membra, si tuffò affamato sul suo viso, baciandola con trasporto.

Lei mugugnò lievemente quando la fece cadere sul letto schiacciandola con il suo peso.

Lui pensò di averle fatto male, di essere troppo pesante.

Ma l'altra era di tutt'altro avviso, infatti con le mani spinse verso di lei la schiena di lui, per sentirlo aderirle addosso.

Era inebriante il suo odore, un connubio perfetto di mascolinità e raffinatezza, che le faceva girare la testa.

Lucius invece era lontano, sopra il tetto della casa, sopra il cielo.

Non sapeva neanche lui dove, sapeva solo di essere in paradiso, mentre con le mani toglieva la camicia da notte di lei e si beava della vista del suo corpo delicato.

Imprimeva sui suoi polpastrelli la figura delle sue cosce, del suo seno, di ogni singolo dettaglio di quella perfezione.

Lei, con le sue delicate mani, tentava con fatica di togliere la maglia di lui, alla fine la strappò impaziente, facendo cadere sopra di lei una pioggia di piccoli bottoni argentati.

Lui ridacchiò piano per l'impazienza della ragazza e prese a percorrerle il corpo con baci sempre più roventi, beandosi dei sospiri della sua sposa, che si stringeva a lui con forza.

Era arrivato il momento di congiungere i loro corpi, e Narcissa non aveva più paura. Come aveva detto sua sorella, era speciale, era davvero tutto perfetto.

E lo fece capire al suo amato, che entrò dentro di lei con un sospiro strozzato.

No, si era sbagliato, era quello, quello il paradiso.

Aveva avuto molte donne, anche esperte certo, ma nessuna era riuscita a farlo perdere in quel modo.

Erano forse le mani delicate di lei, che gli stringevano forte i capelli, erano forse le sue affusolate gambe, che abbracciavano la sua schiena, o era il viso sotto di lui, stravolto dal piacere, con le gote arrossate e la bocca dischiusa a farlo mandare fuori di testa.

Era Narcissa, era tutto di lei.

E lei non riusciva a staccare gli occhi dal viso sopra di lei, che si nascondeva di tanto in tanto sull'incavo del suo collo, che veniva accarezzato dal suo respiro.

Non riusciva a staccare le mani, che percorrevano la sua ampia schiena e la stringevano forte.

Lui era stato il primo, e pensò, senza la minima goccia di dispiacere, che sarebbe stato l'ultimo.

Non aveva bisogno di passare le notte con nessun altro uomo per capire che il suo uomo, era di gran lunga il migliore in assoluto.

E vennero chiamando l'altro con un brivido che li scosse entrambi.

Era la notte migliore che avessero mai passato e probabilmente lo sarebbe rimasta per sempre.

Pensando questo, all'unisono, si abbracciarono.

Lasciando che il manto oscuro del buio calasse sul loro amore.

Il giorno dopo il sole avrebbe salutato coi suoi raggi, i coniugi Malfoy, e il loro futuro luminoso.



Note finali:


Ehm-ehm.

Come moltissimi avranno capito (ok, l'hanno capito tutti ahah)...questo non è proprio il mio genere.

Non mi viene naturale scrivere di rapporti amorosi, ma diciamo che mi sono spinta a scriverlo...perchè avevo timore di un linciaggio ahah

E, a parte gli scherzi,...perchè l'amore è anche questo, e sentivo che sarebbe stato un po' incompleto senza quest'ultimo tassello.

Spero di non aver reso l'immagine volgare o inappropriata, se è successo, mi dispiace, e vi spingo a considerare allora il capitolo precedente come l'ultimo.

E' stato un esperimento anche questo, ed è buffo, perchè credo sia il modo migliore di chiudere la storia (che è nata anche lei stessa come un esperimento).

Grazie a tutti per il sostegno, siete state sempre di grandissimo aiuto!

Un abbraccio e un saluto!


   
 
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