"Britt devo dirti una cosa" - afferma improvvisamente Santana - "Seguimi".
Come seguimi? Ed io dovrei stare solo con Kurt, con quei suoi occhi di ghiaccio che mi mettono in soggezione.
Brittany mi guarda e legge il terrore nei miei occhi.
"Dobbiamo andare proprio ora San?"
"Sì" - dice con tono quasi intimidatorio - "ora"
Brittany si lascia conquistare da quei suoi occhi neri e mi sussura un 'mi dispiace' .
La porta scorrevole si chiude ed io resto in silenzio a guardarmi le unghie... non posso avere paura di un ragazzo solo perché non è un tasso.
"Tu di dove sei?" gli chiedo automaticamente senza accorgermi di aver davvero proferito parola; lui alza lo sguardo verso il mio...
"Wiltshire, tu?" una domanda fatta più per cortesia che per vero e proprio interesse.
"Londra. Vivi con i tuoi genitori?"
"Ovviamente"
"E... che lavoro fanno?" chiedo titubando.
"Lavorano al Ministero" , nonostante non abbia ricambiato la domanda mi ritrovo a rispondergli - "Mio padre è morto poco prima che nascessi, mia madre fa la cassiera..." - affermo con entusiasmo rendendomi conto che di entusiasmante vi è ben poco - "in un supermarket."
"Ah" , che euforia! Proprio di molte parole, ma quando arriva Brittany?
"Quindi tu hai genitori babbani?" mi chiede spiazzandomi.
"Ehm... sì"
"Capisco"
Un forte fischio pone fine a quella fantomatica conversazione, siamo arrivati e rilascio un sospiro di sollievo; lasciamo le valige nell'atrio e ci dirigiamo immediatamente nella Sala Grande, questo Castello mi stupisce ogni anno di più e non capisco come gli altri non riescano a fermarsi ad ammirarlo. Dopo lo smistamento del Cappello Parlante si inizia a banchettare, sono stati aggiunti alla nostra casa nuovi tassi, che bello! Trenta nuovi fratelli.
Mentre mangiamo mi ricordo di Britt e la sua uscita improvvisa con San.
"Britt, ma quindi cosa voleva dirti Santana sul treno?"
"No, niente di che, voleva fare un giro delle carrozze" mi disse sorridendo ed abbassando lo sguardo sul suo piatto di pollo.
La sua risposta non mi sembrava sincera, ma non volevo farci caso, anche perché una fitta dolorosa mi attraversava le scapole come se fosse un pugnale, lo sentivo premere in profondità fastidiosamente ed ecco perché mi venne spontaneo girarmi.
Nessun pugnale, solo due diamanti fissi su di me... gli occhi di Kurt.
Perché i suoi occhi mi incantano e mi spaventano allo stesso tempo?
Occhi che mi invogliano a ricambiare quello sguardo così freddo ed intenso. Le mie labbra si muovono in un leggero sorriso e lui stranamente arriccia la bocca in una strana smorfia imbarazzata distogliendo lo sguardo e controllando a destra e a sinistra di non essere stato beccato.
Finito di mangiare seguiamo il nostro Prefetto nei sotteranei, ma a differenza dei serpi noi abbiamo una stanza molto più accogliente e la cucina riempie il nostro ingresso di profumi straordinari. Una nota di cioccolato penetra nelle mie narici e aspiro quell'odore come se non ne avessi mai sentiti di così buoni... Chissà se Kurt ama il cioccolato, mi stupisco di questo pensiero, ma la mia immaginazione è già arrivata alle sue labbra sottili intente a mangiare un budino. Scoppio a ridere, queste sì che sono fantasie assurde.
"Perché ridi?" mi chiede Brittany sorridendo contagiata dalla mia risata.
"Nulla" - le rispondo ridendo di gusto - "mi è venuta in mente una cosa. Andiamo letto!"
"Ok, a domani e non ridere troppo Blaine... prima ora erbologia"