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Autore: bessielizzie    27/02/2016    1 recensioni
Gideon è il diamante, il penultimo viaggiatore del tempo. Sulle sue spalle c'è molto peso per compiere la missione della loggia, ma dopo che rubino sì è manifestata tutto è cambiato.
Gwen non è come Charlotte ubbidiente , perfetta e bellissima ma il vero rubino fa perdere la testa a Gideon e insieme vivono una serie di avventure che portano il giovane a farsi delle domande.
Succede che durante un ballo in un'altra epoca Gwen viene ferita mortalmente e qui tutto precipita portando a risvolti nuovi che porteranno ad un lieto fine per i due viaggiatori nel tempo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon de Villiers, Gwendolyn Shepherd, Lucy Montrose, Paul de Villiers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non ci si può fidare di nessuno

Non ci si può fidare di nessuno.

Erano trascorse poche ore da quei fatti quando me ne tornai a casa. Ero furioso con i guardiani perché mi sembrava che sì interessassero solo a ciò che ordinava il conte.Quando tornai a casa ero pieno di rabbia e di voglia di prendere a pugni qualcosa o trovare qualsiasi modo per cercare di tranquillizzarmi quindi optai per una doccia.
Mentre l'acqua scorreva ebbi il tempo di riflettere e pensare che questi episodi erano stati organizzati da qualcuno quindi dovevo riuscire scoprire chi era l’artefice di quell’imboscata, ma  più mi sforzavo meno riuscivo a trovare la soluzione. Lady Lavinia aveva altri complici? Ripensando a quella donna la rabbia contro me stesso aumentava perché non l'avevo mandata al diavolo prima? Perché ero un gentiluomo e non volevo ferila, ma anche allontanare  l'unica che per me è sempre stata importante.
Ripensai anche a qualche giorno prima quando Paul De Villiers mi consegnò dei manoscritti del conte che spiegavano quali erano i suoi reali piani. Per quello avevo cercato di allontanarmi dalla donna che amavo, ma mi era difficile starle lontano perché l’amavo.
Durante la doccia venivo sommerso da molti pensieri, ma tra di essi c’era il fatto che non riuscivo a capire della guarigione così improvvisa della mia ragazza. Forse essendo il rubino il potere di guarire era il grande dono di cui parlavo i guardiani.
Credevo che la doccia riuscisse ad eliminare tutta quella rabbia, quell’astio che provavo per la loggia, ma era riuscito a risolvere in parte i miei dubbi. L’unica soluzione era che dovevo escogitare qualcosa e quindi scoprire di chi mi potevo fidare.
Non riuscivo ancora a capacitarmi di aver obbedito al conte da quando avevo memoria, ero furioso che la mia famiglia seguiva gli ordini di un nostro antenato egoista. Dovevo parlare con Gwen, dovevamo essere furbi per lottare contro la loggia e il conte. Ero immerso in quei pensieri quando allo specchio del mio bagno vidi il mio riflesso ciò che non mi piaceva. L’immagine che vedevo era quello di un ragazzo dai lunghi capelli che gli avevo lasciati crescere per le missioni nel 1782, per praticità dei viaggi, per dimostrare a tutti che sapevo che una delle regole fondamentali del viaggiatore era di nascondersi tra le persone di quell’epoca in cui viaggiava. Al diavolo l’autenticità e la loggia e presi le forbici e iniziai a tagliarmi i capelli per impedire l’avverarsi dei progetti del conte avrei potuto anche rivelare chi eravamo.
Dopo un po’ di tempo ero riuscito ad ottenere il risultato che volevo. Finalmente ora non avevo più quella codina che mi ricordava di essere stato quasi il cagnolino del conte. Ora mi sentivo come un soldato pronto per partire per il fronte e in effetti dentro di me c’era una guerra però insieme a Gwenny l’avremmo vinta. Mentre mi vestii diedi un ultimo sguardo ed ebbi un flash dell’aggressione che subì nel 1912 e capì chi mi aveva ferito. Dopo aver capito di essermi colpito da solo provai un senso di vergogna per aver accusato la mia rubino di aver partecipato a quell’aggressione. Dovevo assolutamente parlare con Gwen e provai a chiamarla, ma inutilmente.  Quando mai aveva il cellulare libero quella ragazza?
Le dovevo dire di quello che avevo scoperto e quindi partì per casa Montrose indossano le prime cose che mi capitavano per mano. Per arrivare a quell’abitazione impiegai un paio di minuti e quando bussai al portone d’ingresso sperai di trovare Gwenny e non il loro maggiordomo, ma non fui particolarmente fortunato. Ad aprirmi fu la sorella minore di Gwendolyn

“Buonasera, tu devi essere la sorella di Gwendolyn? Per caso è in casa?” le chiesi perché poteva essere che sì fosse rifugiata da Leslie.

“Buonasera Gollum, mia sorella è in casa. La vado avvisare.” Nell’attesa mi passai una mano tra i capelli in preda ad un vecchio tic, ma poi vidi Charlotte venirmi incontro.

“Buonasera Gideon.  Sei venuto per me?” mi guardò con malizia, ma se non fossi stato così agitato ne sarei stato divertito. Mi dispiaceva doverla deluderla, ma alla fine le dissi il reale motivo per cui ero lì.

“No, ma sono qui per tua cugina abbiamo importanti questioni su cui discutere!” le dissi un po’ triste per averla ferita ma per lei provavo solo un affetto fraterno.

“Tranquillo. Puoi salire.” mi disse dandomi un’ultima occhiata alla mia maglietta bianca, per fortuna che non avevo il potere del conte. Anche se dubitavo che lui fosse capace di leggere il pensiero altrui.

Mi dispiaceva far soffrire Charlotte e mi vergognavo di essermi impegnato a farla innamorare di me solo per obbedire a quel conte. Però invidiavo Charlotte per non aveva ereditato il gene dei viaggi del tempo.
Mi sarebbe piaciuto essere un ragazzo qualsiasi.
Arrivammo nella sala da pranzo dove era riunita tutta la famiglia e ci furono momenti leggermente imbarazzanti. Alla fine Gwen e io ci incamminammo verso la sua camera però notai la sua agitazione perché continuava a parlare. Giunti alla porta della sua stanza ormai sapevo diversi dettagli della famiglia Montrose. Anch’io ero leggermente nervoso e nuovamente mi passai le mani nel ciuffo, ma ero contento vedere in salute Gwenny.

Tutto ad un tratto Gwen divenne silenziosa così decisi di sciogliere il ghiaccio in quella deliziosa cameretta.

“Giornata terrificante oggi, vero?”

“Vero, non me lo dire. Nel 1782 in quella stanza ho davvero creduto di morire non pensavo di avere così tanta immaginazione” mi rispose.

“No, non era una ferita superficiale! C’ero anch’io, non ti ricordi?” le dissi sconvolto che quasi manco la voce nel ripensare a quei momenti… però allo stesso tempo detestavo mostrarmi debole con lei.

“Però hai visto che c’è solo una cicatrice. Avresti dovuto intuirlo.”

“ Un taglio superficiale non ti avrebbe provocato uno svenimento, lo so perché sono uno studente di medicina e poi ti sei riempita di sudore. Quando ti ho prestato i primi soccorsi hai esalato il tuo ultimo respiro.”

“Non è possibile. Forse ce lo siamo immaginati per via di quello che è successo. L’unica spiegazione è che sei immortale!”

“No, io credo sia impossibile!”

“Credimi è possibile, non c’è nessuna altra spiegazione. Inoltre, anche i documenti che Paul De Villiers mi ha consegnato qualche giorno fa accenna a questa tua caratteristica.

“Quindi non sono altre strane poesie del conte?”

“No, i suoi manoscritti erano chiari e dicevano che tu ,il rubino, dovresti morire quando il cerchio di sangue si sarebbe chiuso per acconsentire la rinascita del conte. La tua morte sarebbe dovuta venire a causa del diamante cioè io. Per quello il giorno successivo all’incontro che hai avuto con il conte ho finto di averti mentito, di non averti amato e di essere interessato solo ad un’amicizia. Per amore ci si sacrifica… Non riuscirei a vivere in un mondo in cui non esisti…  Oggi è stato allucinante vederti morire…” nemmeno quella volta ero riuscito ad esprimere ciò che avevo provato in quei momenti, ma decisi di avvicinarmi per abbracciarla avevo bisogno di un suo contatto, di sentire la sua presenza.

L’abbraccio fu come ritornare a casa e ben presto si trasformò in un bacio. Appena le labbra di Gwen toccarono le mie mi sentii come se qualcuno mi stesse bruciando dall’interno e lei fosse l’unica a calmare l’incendio. Le sue mani passarono dalle mie spalle ai miei capelli e me li arruffò, credo che d’ora in poi li avrei portati sempre corti.

Con il fiato corto ci staccammo e fu Gwen a parlare per prima.

“Mi piace tanto il tuo nuovo taglio di capelli e poi adoro arruffarti quel ciuffo da piccolo ribelle!” disse le ultime parole cercando d’imitare madame rossini. Scoppiai a ridere e mi riavvicinai a lei.

“In effetti, il mio è stato un gesto di ribellione. I capelli lunghi raccolti in una coda erano di moda nel 1700 e anche ora, ma all’università erano uno strazio non sono pratici le lunghe chiome in sala operatoria. Ero talmente furioso per quello che è successo poche ore fa che mi sono ribellato all’immagine del giovane damerino che si faceva mettere i piedi in testa quindi ho deciso di tagliarli. Solo che erano giorni che avevo intuito che l’obiettivo della loggia!”

“Suppongo che Madame Rossini e Giordano saranno contenti per l’autenticità in fondo adesso dovresti viaggiare solo nel 1900. Per andare dal conte basta solo una parrucca!”

“Hai ragione. Ogni volta che dovevo andare da Lady Tinley cercava in qualche modo di sistemarmi i capelli!”

“Forse la mia trisnonna inizialmente ti aveva confuso per un avventuriero o per un tizio in cerca di fortuna…” mi rispose ironica

“La mia fortuna è stata quella di conoscerti” e mi avvicinai per baciarla di nuovo

Purtroppo il bacio fu interrotto dalla divertente suoneria del cellulare di Gwenny  e sì scoprì che era Leslie, la migliore amica della mia ragazza. Volevo raccontarle tutto, ma non ci riuscì perché arrivò la ciurma composta dalla famiglia di Gwen eccetto Charlotte e sua madre e Lady Arisia e Leslie. Se avessi chiamato mio fratello lo avrei avuto immediatamente tra i piedi perché era cotto dell’amica della mia rubino.

Il resto della serata fu piacevole e a volte mi imbarazzavo per i complimenti che mi facevano i familiari della mia ragazza però finalmente mi sentivo a casa.

Dopo che i fratelli di Gwenny, la madre e la sua prozia della mia rubino lasciarono la camera dove avevamo chiacchierato e mangiato la torta al cioccolato, io con Gwenny, Leslie e probabilmente rimanemmo a discutere dei misteri della loggia.

Il nostro piccolo gruppo aveva discusso sulle scoperte delle vere intenzioni del conte, dei messaggi di Lucas Montrose, dell’immortalità della mia ragazza ma anche della nostra vulnerabilità, Gwenny convinse l’amica di fidarsi di me.

Leslie leggendo Anna Kareina aveva intuito tutto in pochi giorni quello che io in anni avevo imparato.

“Non credi che qualcuno stia facendo la spia del conte? Che quella persona sia un passo davanti a noi e che forse sia il conte stesso? Da quei documenti sì può intuire che il conte sia ancora vivo, ma la vera domanda dove si nasconde il conte?” chiese Leslie.

“Sono d’accordo con te Leslie, ma alla tua ultima domanda non so come risponderti. Però se fosse ancora tra di noi perché il conte ci fa trasmigrare nel 1782? Ci può affrontare direttamente qui.”

“Probabilmente non sì palesa per non farsi scoprire!” intervenne Gwenny.

La fine di quella serata si concluse con un nuovo mistero da svelare, ma decidemmo di essere entrambi favorevoli alla causa della loggia così avremmo potuto indagare senza destare sospetti. Avrei voluto rimanerre con la mia amata, ma doveva riposare anche per il mitico rubino aveva bisogno di dormire e di rilassarsi.

Angolo tutto mio: in questa parte ho inserito delle parti dei film e dei romanzi spero che gradirete. Se cìè qualcosa che non va avvisatemi

 

 

   
 
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