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Autore: Sakurina    25/03/2009    7 recensioni
"Sai Ino... solo i bravi ragazzi ottengono ciò che vogliono... noi sognatori, invece, dobbiamo vivere con il cuore spezzato."
Ino non rispose, si limitò ad abbassare il volto, con occhi lucidi. Sapeva che Kiba aveva ragione.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Ino
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter 7: ""

a Lost Dreamers b

 

Bhuahahahaha… c’è bisogno di commentare? ù_ù

Il mio ritardo è così osceno che non so cosa dire… ò_ò

Gomenasai. ç__ç

 

–˜—™–˜—™–˜—™–˜—™–˜

 

 

Chapter 7: "Stupido Hotel"

 

 

 

"Credi che sia facile

Credi che sia semplice

Vai a farti fottere

Credi che sia

Una storia semplice

Cielo senza nuvole

Un amore utile

Sempre alla ricerca dov’è?

Dov’è? Fin là!!

Dov'è?

Questa felicità!”

 

Vasco Rossi, " Stupido Hotel"

 

 

 

Un frastuono di vetri interruppe il suo sonno ristoratore, o meglio, la sua catalessi.

Kiba si stiracchiò di gusto, sbadigliando rozzamente, mentre l'acqua del materasso traballava lentamente, in una sottospecie di massaggio rilassante.

Non aprì gli occhi, affidando le prime sensazioni del risveglio al suo olfatto, inalando a fondo il profumo sensuale di lavanda e sesso che aleggiava nell'aria. 

Si accomodò contro il cuscino, incrociando le braccia dietro la nuca mentre sul volto gli si spaziava un ghigno sornione e soddisfatto. Ed in effetti, lo era: svegliarsi al mattino completamente nudi, il corpo e il letto impregnati di profumo di donna, i muscoli indolenziti dal troppo lavoro notturno, con la consapevolezza di averlo fatto bene… non poteva chiedere di meglio da se stesso.

Udì la porta del bagno spalancarsi con un cigolio lieve, e il ragazzo aprì gli occhi, desideroso di trovarsi davanti una Ino fresca di doccia e ancora imbarazzata dalla notte di fuoco trascorsa con lui, pronta a lanciarsi fra le sue braccia e farsi coccolare teneramente; ed invece si trovò davanti la compagna sì fresca di doccia, ma perfettamente vestita e pettinata, un volto perplesso che lo scrutava con aria di sufficienza.

-“Buongiorno…”- mormorò Kiba con voce roca, mettendosi a sedere a fatica e coprendosi a malapena con il lenzuolo. Si grattò i capelli scompigliati, scrutando confuso la Yamanaka.

-“Ah, ben svegliato. Io vado a fare shopping, ci vediamo più tardi.”- commentò Ino rapidamente, degnandolo solo di un breve sguardo, prima di afferrare la borsetta e dirigersi in fretta verso la porta.

Kiba stava per protestare, ma lo sbattere della porta d’entrata troncò ogni sua intenzione sul nascere.

Il ragazzo storse le labbra, irritato e anche – doveva ammetterlo – decisamente deluso. Le effusioni al mattino dopo una notte di fuoco erano una parte decisamente piacevole del sesso, quella forse più intima e dolce, e il rifiuto della Yamanaka di condividere con lui quel momento gli trasmetteva un sentimento di freddezza e di distacco che lo ferivano profondamente. Oltre a sentirsi rifiutato e disprezzato, non poteva fare a meno di sentirsi anche un po’ “usato”.

Per la prima volta, era una donna a usare lui anziché il contrario? Ma soprattutto, perché se la prendeva per Ino Yamanaka?! Con una ragazza del genere, cosa doveva aspettarsi? Insomma, aveva avuto tutto ciò a cui potesse aspirare: sesso gratuito e facile con una delle donne più apprezzate e belle di Konoha. Cosa voleva di più? Ma soprattutto, perché ne voleva di più? Da lei poi?

Kiba scosse con violenza il capo, balzando giù dal letto con un grugnito di disappunto. Si diresse in bagno, fissando il suo volto stravolto e contratto in un’espressione angustiata allo specchio.

Sbuffò con forza, infilando la testa sotto l’acqua del rubinetto, per darsi una svegliata e far calmare la rabbia che gli era nata dall’atteggiamento supponente di Ino.

E poi gli capitò sott’occhio la spazzola di Ino, intrisa del suo odore e dei suoi capelli dorati e, mosso da un impeto di rabbia, l’Inuzuka le diede una manata, facendola volare dall’altra parte del bagno.

Se ne pentì quasi subito.

Perché si arrabbiava per lei? Perché la sua indifferenza lo feriva così tanto? Non si stava per caso facendo coinvolgere troppo in quella relazione?

-“Cazzo…”- sibilò irritato, filando in balcone a respirare una boccata di aria fresca.

Ovvero un’utopia, visto che l’aria era pervasa da un profumino decisamente “noto” all’Inuzuka.

Il ragazzo si sporse dal balcone, notando che il suo amico cannaiolo era appostato ancora una volta lì, fumandosi bellamente la sua canna mattutina.

-“Ehi amico… vuoi un tiro?”- gli propose il ragazzo, porgendogli lo spinello.

-“No, grazie, non sono dell’umore adatto.”- sbuffò Kiba, grattandosi la nuca, seccato.

-“Come no? Ma se ieri notte avete fatto scintille! Io sarei al settimo cielo fossi in te.”- sogghignò flebilmente l’altro, tirando la sigaretta.

-“Eh, tu… senti, se dovessi nascondere qualcosa d’importante, dove la nasconderesti?”- domandò improvvisamente l’Inuzuka, crucciato.

-“Ehi… non vorrai mica fregarmi il fumo, vero?”-

-“Ma ti pare?”-

-“Beh comunque… sotto il letto, fra le doghe e il materasso…”- spiegò l’uomo, sbadigliando ampiamente e spegnendo il mozzicone contro il posacenere.

-“Mh. Interessante… grazie, vicino.”- annuì Kiba, rientrando nella camera con aria pensierosa e prendendo a vestirsi rapidamente.

 

Ino sospirò per l’ennesima volta, lanciando uno sguardo trasognato al di là della vetrina del bar in cui si era rifugiata.

Quella mattinata all’insegna dello shopping si era rivelata un fallimento totale: sarebbe dovuta servire a svuotarle la testa dai pensieri legati a quella notte senza senso, e invece si era persa in sospiri, in nodi alla gola a causa dei ricordi e in sussulti dovuti ai prezzi degli abiti. Semplicemente, un fallimento.

Pagò il conto – salato – di quel misero caffè macchiato al bancone, e poi uscì dal locale, riavviandosi verso l’hotel col cuore in gola: un po’ per l’ansia di rivedere Kiba, un po’ per l’angoscia di tornare senza nemmeno un maglioncino nuovo firmato Okaneshi.

Non appena l’hotel rientrò nel suo campo visivo, però, l’amarezza per lo shopping a vuoto svanì in un istante, lasciando interamente lo spazio dei suoi pensieri all’ansia che provava nel voler rivedere Kiba e alla repulsione che provava e che la spingeva a stargli lontana.

Quei sentimenti contrastanti che combattevano nel suo petto la confondevano, occupandole interamente la mente: sapeva che era stato solo sesso, niente di più, ma più il suo intuito femminile le suggeriva di mettere la parola “fine” a quegli incontri fini a se stessi, più sentiva la voglia – il desiderio – di farsi stringere dalle possenti braccia dell’Inuzuka e di farsi portare via da quella passione senza senso.

Semplicemente doveva smettere di andarci a letto, o almeno trovare una motivazione valida per continuare a farlo.

Purtroppo, voleva continuare a farci sesso senza ragione, perché interrogarsi significava aprire la porta dei sentimenti – una porta molto pericolosa, che per adesso preferiva tenere chiusa, visti i recenti avvenimenti sgradevoli.

Ino si appoggiò alla parete a vetri dell’ascensore dell’hotel, fissando con aria assente i numerini che indicavano i piani illuminarsi uno alla volta, fino a fermarsi al suo.

La porta scorrevole si aprì lentamente e, senza avere il tempo di realizzare, un’ombra si scaraventò su Ino, mandandola a sbattere contro lo specchio dell’ascensore.

-“Ma che diavolo?!”- sbottò la biondina, ma non ebbe nemmeno il tempo di riaversi, che l’individuo l’aveva già bloccata contro la parete, stringendola con forza per la gola.

-“Ino-chan, le brave kunoichi non dovrebbero avere la testa fra le nuvole…”- sibilò la voce dell’uomo, infida.

-“Tu…”- sussultò Ino, sofferente per la pressione al collo e al ventre esercitata dalle mani del  misterioso figuro.

-“Già, proprio io.”- sogghignò, mentre la luce dell’ascensore che ripartiva verso il piano terra illuminava il suo coprifronte di Ame.

-“Kazuya, che diavolo… ci fai… qui?”- sibilò la Yamanaka, annaspando priva di fiato mentre lo shinobi che avrebbe dovuto essere suo alleato la bloccava al muro con fare minaccioso.

-“Chissà chissà… una passeggiata, forse. E tu perché non sei col tuo amichetto? Un uccellino mi ha detto che di notte sapete come divertirvi…”- le mormorò Kazuya, con un fischio di sprezzo.

-“Fatti… i cazzi… tuoi…”- ringhiò Ino indignata, per poi gemere di dolore per la soffocante stretta dello shinobi.

In quel momento, l’ascensore giunse al piano terra, e non appena la porta si aprì, Kazuya lasciò andare la presa sulla biondina, dandole un pesante spintone indietro e allontanandosi di fretta.

-“Ehi!”- sbraitò una voce roca e violenta dal fondo della hall, seguita da un potente ringhio infastidito.

Lo shinobi dai capelli argentei imprecò sottovoce, poi fuggì filato fuori dall’hotel, inseguito da Akamaru, mentre Kiba si lanciò preoccupato verso Ino, all’interno dell’ascensore.

Le porte scorrevoli si richiusero dietro di loro, mentre la Yamanaka pigiava il pulsante del loro piano, quasi a voler fuggire da lì, ancora intensamente scossa.

Ino respirava velocemente e a fatica, massaggiandosi la gola con la mano, intanto il volto pallido ricominciava a prendere colore.

-“Ehi Ino, che diavolo è successo?!”- sbottò Kiba, afferrandola per le spalle e scuotendola lievemente, visibilmente allarmato.

-“Non… non lo so… stavo tornando… e lui mi ha aggredita prima che potessi uscire dall’ascensore… io non me l’aspettavo!”- sbottò Ino, ancora spaventata.

-“Eh immagino! Ti ha fatto male?”- le domandò l’Inuzuka, con tono basso e roco, carico di apprensione.

Il ragazzo lasciò scivolare una mano sulla guancia della compagna, cercando di volgerle il volto verso di sé, ma Ino scostò lo sguardo, d’istinto.

Offeso, Kiba ritrasse immediatamente la mano, riponendola in tasca con sguardo scuro.

-“Sì, sto bene, grazie…”- sussurrò la kunoichi, evitando i suoi occhi, sentendosi a disagio. –“Piuttosto, cosa ci faceva Kazuya qui? E perché mi ha attaccata?”-

-“Che vuoi che ne sappia io?!”- sbottò l’Inuzuka, fuggendo dall’ascensore non appena le porte si aprirono.

-“Avanti Kiba, non fare il bambino! È una questione seria!”- sbuffò Ino, correndo dietro al compagno e fermandolo, tirandolo per la manica. –“Ti pare il caso di fare l’offeso?!”-

-“No, non faccio l’offeso! Tu mi usi per scopare di notte ed è normale che di giorno tu mi tratti come un normale sconosciuto!”- ironizzò Kiba, con tono sarcastico.

-“L’hai detto tu di far finta che fosse solo un sogno, no? Si fa di notte e si dimentica di giorno… parole tue.”- cinguettò Ino, scoccandogli un’occhiata pesantemente ironica e provocatoria.

-“Giusto.”- assentì l’Inuzuka, fulminandola con sguardo freddo che fece rabbrividire la ragazza.

-“Comunque non so come, ma Kazuya era a conoscenza dei nostri interessanti incontri notturni. Tu ne sai nulla?”- domandò la biondina, accigliata.

-“Come sarebbe a dire…?”-

-“Non capisco. E poi cosa cavolo ci facevi sul nostro pianerottolo?”-

-“Aspetta… il suo odore arriva fino alla nostra camera!”- ringhiò Kiba, fiondandosi nell’appartamento con foga, quasi sfondando la porta.

Ino lo raggiunse, notando che il compagno stava perlustrando sotto il loro materasso.

-“Se cerchi il mio reggiseno sappi che non l’ho ancora trovato, chissà dove l’hai ficcato! Ne ho dovuto comprare uno nuovo!”- protestò Ino, con punta di malizia.

-“Oh beh, spero che perlomeno tu l’abbia comprato con un pizzo sexy… e poi com’è che te lo ricordi, mica è notte!”- rispose a tono l’Inuzuka, per nulla turbato.

-“…ad ogni modo scherzavo, cretino.”- sbottò la Yamanaka, mettendo il muso.

-“Ad ogni modo siamo fottuti. I rotoli non ci sono più.”- constatò Kiba, grattandosi la nuca, seccato.

-“COME PREGO?!”- domandò Ino, con voce stridula.

-“Come ti ho appena detto. Prima di andarmene li ho nascosti sotto il letto e… oh merda. Stai a vedere che erano alleati.”- sbottò il ragazzo, volando in balcone per notare con costernazione la donna delle pulizie che rassettava la terrazza dell’appartamento accanto, visibilmente abbandonato. –“Merda… hai capito l’amico cannaiolo?”- imprecò infine.

-“Ma che diavolo stai facendo Kiba?!”- sbottò la compagna, visibilmente irritata.

-“Il nostro vicino di appartamento era alleato di Kazuya, merda. Come facevano a sapere delle nostre interessanti nottate, sennò? Ovvio, pure il nascondiglio dei rotoli, lui sapeva perfettamente dove fossero, tutto torna… avevi ragione, quei due hanno fatto il doppiogioco fin dall’inizio. Ora si sono fregati sia i soldi dei malavitosi che i rotoli segreti… elementare, i conti tornano.”- appurò Kiba, compiaciuto.

-“Ehm… signor Sherlock, quindi? Sarà il caso di corrergli dietro?”- domandò Ino, fulminandolo furiosa.

-“Mh sì, direi decisamente di sì.”- sorrise l’Inuzuka, sornione.

 

Ino cadde a terra, ruzzolando per qualche metro, ma puntellandosi col piede riuscì a bloccarsi e a balzare nuovamente in piedi.

Si asciugò un rivolo di sangue che le colava dal labbro inferiore col dorso della mano, senza staccare gli occhi di dosso dal suo avversario che, braccia conserte e ghigno strafottente, si avvicinava a lei, con la vittoria in tasca.

La ragazza indietreggiò fino ad un albero, appoggiandovisi, respirando affannosamente.

Quanto tempo ci metteva Kiba a raggiungerla?!

Era rimasto indietro per dare una lezione al suo “amico cannaiolo” – così l’aveva chiamato lui –, che gli aveva teso un agguato nella foresta, e l’aveva mandata all’inseguimento di Kazuya, promettendole di raggiungerla al più presto. Ma quel “presto” si stava rivelando decisamente troppo lungo.

E se qualcosa fosse andato storto? Se Kiba avesse fatto lo sborone come suo solito, sottovalutando il suo avversario, e se le fosse fatte dare di santa ragione? Forse era ferito, e aveva bisogno di aiuto!

Ino scosse violentemente la testa, dandosi mentalmente della stupida: come poteva preoccuparsi per lui nel momento in cui quella brutta copia di Hidan si stava avvicinando pericolosamente a lei?

-“Avete ficcanasato troppo, miei cari shinobi di Konoha… dovevate farvi gli affari vostri e non preoccuparvi troppo per i rotoli…”- sogghignò Kazuya, impugnando una katana e sollevando il mento di Ino con la lama.

-“Cosa ci avete guadagnato a prendervi gioco così sia di Konoha che di Ame?”- sibilò la Yamanaka, fulminando quell’uomo che le dava i brividi solo a guardarlo.

-“Beh, un bel malloppo di soldi e due rotoli da rivendere a prezzo piuttosto interessante… e tu che ci hai guadagnato a venire in questa missione, ragazzina? Un paio di scopate a gratis e nemmeno un vestitino di marca? Nah, che delusione…”- la sbeffeggiò Kazuya, maneggiando velocemente la spada e conficcandola con gesto rapido e preciso al di sopra della spalla di Ino, ferendola a fior di pelle e strappandole la manica del top viola.

Presto il sangue scarlatto prese a colare abbondante, macchiando il top della ragazza e facendola gemere di dolore.

-“Ah ah ah… ti fa male, tesoro? Certo che una chunin come te avrebbe potuto schivarlo un colpo del genere!”- rise Kazuya, di gusto.

-“Ehi Kazuya…”- lo richiamò Ino, aggrappandosi alla lama della katana con sguardo implorante, tenendola saldamente ferma.

-“Sì?”-

-“Vaffanculo!”- urlò la voce della ragazza, all’unisono con una maschile più profonda proveniente dalle spalle dello shinobi traditore.

-“Che cos-?!”- sbottò Kazuya, ma non ebbe il tempo di protestare che qualcosa di affilato e freddo affondò nella carne del suo collo…

Ino si voltò di scatto, per evitare di vedere quello spettacolo raccapricciante, e un pensiero le sorse, istantaneo: anche Shikamaru aveva tagliato la testa a Hidan per cercare di farlo fuori.

Un groppo in gola soffocò la Yamanaka, facendola rabbrividire in ogni cellula del suo essere, nauseandola. Rivedere quella scena… era davvero troppo.

Sentì un’imprecazione seccata di Kiba, seguita da un sospiro di sollievo, mentre il ragazzo rovistava nella giacca della vittima, poco lontana da lei, alla ricerca dei rotoli segreti.

Ino si alzò in piedi, premendosi la mano contro la spalla sanguinante, e si diresse rapidamente verso la città, senza voltarsi indietro per valutare la situazione.

Che Kazuya fosse stecchito, ne era certa; che Kiba stesse bene un po’ di meno, visto che gli era apparso come una flash dietro al nemico per poi svanire in uno schizzo di sangue.

Si fermò improvvisamente, scuotendo la testa con forza, insultandosi: come poteva abbandonare il suo compagno da solo? Come poteva essere così egoista da cadere in uno stato di shock proprio in quel momento? Il suo credo di ninja medico doveva impedirle di fuggire dal campo di battaglia senza assicurarsi della salute del suo compagno!

Eppure quella scena raccapricciate e quel ricordo lontano e vago si fondevano nella sua mente, ripetendosi all’infinito: Hidan e Kazuya, Kazuya e Hidan, Shikamaru e Kiba, Kiba e Shikamaru…

Un braccio le avvolse improvvisamente il collo, attirandola all’indietro, in un gesto rozzo ma carico di apprensione e affetto.

-“Ehi Ino, stai bene?! Accidenti, stai tremando…”- le domandò l’Inuzuka, sussurrandole ad un orecchio, preoccupato.

E quell’abbraccio, quello che avrebbe voluto sentire anche dopo la morte di Hidan, finalmente arrivò. Non dalla persona che si aspettava, ma che importava? Il sentimento che le infondeva Kiba era caldo e rassicurante, la cullava e la rasserenava solo con la sua presenza.

Confusa e barcollante, Ino si voltò verso di lui, allacciandogli le braccia al collo e affondando il viso nel suo petto, tremante come una foglia.

Percepì Kiba slacciarle delicatamente i primi bottoni del top, in modo da farle scivolare giù la spallina strappata e liberarle la ferita dalla stoffa.

Le sue labbra calde si posarono sul taglio, leccando via il sangue con gesto lento e deciso, che fece gemere Ino sia di dolore che di un morboso piacere.

-“Non è profondo…”- sussurrò Kiba, leccandosi via il sangue dalle labbra e tornando a guardare il viso pallido della compagna fra le sue braccia.

-“Voglio tornare in quello stupido hotel…”- mormorò Ino, con tono esausto.

-“D’accordo, Ino-hime.”- sogghignò fra sé e sé il ragazzo, prima di prendere la ragazza in braccio all’improvviso.

Lei non protestò, si lasciò andare a quell’abbraccio, appoggiando la testa sulla larga spalla del compagno e lasciandosi riportare a casa, sentendosi davvero una principessa, al sicuro col suo valoroso cavaliere.

-“Cosa vuole fare la mia principessa una volta tornata alla sua reggia?”- le domandò Kiba, con risata divertita.

-“L’amore.”- gli sussurrò Ino, nascondendo ancora di più il volto nell’incavo del suo collo.

-“Sesso o amore?”- chiese l’Inuzuka, accigliandosi lievemente, ansioso e curioso.

-“Quello che ho detto.”-

 

 

–˜—™–˜—™–˜—™–˜—™–˜

 

Ragazzi, ci credete che ho aggiornato? *__*

*tutti le puntano i mitra*

Eh va beh, suvvia, l’importante è aggiornare, lo dico sempre io. ù_ù

E poi lo sapete che sono biancaH, e shippo il KibaIno a ore perse, quindi l’ispirazione è sempre altalenante.

Questo capitolo è un po’ più di azione, semplicemente perché dovevo levarmi dalle scatole sta cavolo di missione. Dai prossimi, finalmente, potrò dedicarmi alla mia parte preferita della storia: Kiba e Ino che folleggiano in giro per la città. N’awww, spero di scriverla presto. <3

 

Una carrellata veloce di ringraziamenti a coloro che recensiscono! *O*

 

v     Andrearomanista [accidenti, hai ragione, mi sono dimenticata del coniglio °__°]

v     Talpina Pensierosa [la brava ragazzuola aggiorna a ore perse, ma aggiorna ù_ù]

v     Kisa_chan [grazie mille per recensire, sono felice che ti piaccia! *__*]

v     Mimi18 [carissima, so che ultimamente disprezzi il KibaIno perciò mi sorprendo a trovare sempre una tua recensione! *O* che ovviamente sono sempre assai gradite <3]

v     Miroku90 [visto che ho aggiornato, alla fine? grazie mille per il messaggio personale e per aver scritto sul forum KibaIno, che spero di riuscire a sistemare, prima o poi! <3]

v     Chi_lo_sa [sai che la tua recensione è stata quella che mi ha ricordato di aggiornare? a te va un grazie speciale! <3]

 

 

Ahem… un piccolo appello: chiunque ami il KibaIno e capisca qualcosa di forum, può contattarmi per aiutare me e Mala Mela nel sistemare il KibaInoFanForum. Siamo un attimino impedite, sapete? ù_ù

 

*Ja nee,

Luly*

 

  
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