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Autore: NatsumiYuu    26/03/2009    14 recensioni
«Oddio!» Gemetti abbasando la testa. Incollai lo sguardo al foglio e cercai una penna, mi morsi il labbro e iniziai a scarabbocchiare – tutto ciò in poco più di un secondo. «Cosa c'è?» Chiese Sakura avvicinandomisi e fissandomi di traverso. «Ti ricordi il tipo da sballo della festa di San Valentino? Al Phoenix?» Sakura sbattè leggermente un palmo sul banco illuminata, poi, la sua espressione sorridente mutò «No. Non è possibile». «Ti dico di sì. E' lui!»
SasuNaru
Sono davvero negata con le introduzioni XD! Vi consiglio di leggere per farvi un idea.. <3!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Io e Sakura eravamo seduti in posti vicini sull'autobus, era una giornata fredda e piovosa, il cielo era color argento e la pioggia si infrangeva con un rumore cristallino su ogni cosa che trovasse. Avevo la testa appoggiata contro il finestrino e guardavo la strada dritta e regolare che portava a scuola. Sakura al mio fianco ascoltava le cuffie ad un volume talmente alto che era possibile riconoscere le parole della canzone che stava ascoltando.
Avevo la bocca impastata, dal pomeriggio precedente non avevo quasi parlato, ero chiuso in una sorta di mutismo malinconico e solitario generato dallo shock.
Era un
incesto. La mia mente non pensava altro che a quello. Ne avevo sentito parlare raramente nella mia vita, di incesti, ed erano tutti fatti di cronaca nera. Padri che violentavano le figlie, per l'esattezza. Ma mai, mai avevo visto la cosa in chiave anche vagamente romantica. La cosa che mi faceva più male era che non avrei mai potuto mettermi in confronto con Itachi.
Itachi era il fratello di Sasuke, e se davvero avevano una relazione, Sasuke aveva sicuramente fatto numerosi sacrifici per loro. Come potevo anche solo sperare di poter diventare qualcosa per il professore?

Ora diventavano più chiari e definiti tutti i motivi che avevano spinto Sasuke al non richiamarmi. Lui aveva già una persona speciale, Itachi era in Cina, Sasuke aveva avuto un momento di debolezza ed era venuto a letto con me.

Ecco cos'ero: La scopata consolatoria.
Ma io non potevo di certo giudicare Sasuke per questo: io avevo fatto esattamente la stessa cosa. Non andavo spesso al Phoenix, ci andavo solo quando avevo un senso di tristezza tanto forte da dover essere dissolto con l'alcol.
Ma Sasuke... Sasuke non era stata la scopata consolatoria. Mi ero innamorato di Sasuke, senza quasi accorgermene mi ero ritrovato cotto di lui.
Nonostante l'odiassi, lo amavo. E questo sentimento era il più difficile da descrivere e da provare che ci fosse.
Avrei dovuto rassegnarmi e custodire il ricordo di quella notte: probabilmente non si sarebbe più ripetuta. Io e Sasuke avremmo avuto un rapporto normale.
Alunno e insegnante. Avrei dovuto accontentarmi di quello perchè non potevo avere di più.
L'autobus si fermò davanti alla scuola e scendemmo. Sakura rimase al mio fianco, spense l'ipod e mi fissò preoccupata «C'è qualcosa che non va?» Non risposi. C'era qualcosa che andava? Questa era la domanda giusta.

«E' tutto apposto» Dissi freddamente, allungando il passo e superandola: non avevo voglia di spiegarle, non avevo voglia di gettare fuori quello che si era aggrovigliato dentro di me. Solo il tempo poteva sciogliere la trama di dolore e preoccupazioni che mi si era formata sullo stomaco. Dannazione a me, pensai.

Andai in bagno, tirai fuori l'orario scolastico e controllai cosa avevamo alla prima ora: fantastico, ringhiai, e aprii il rubinetto dell'acqua, bevendone un po'.

Letteratura Giapponese non l'avevo mai saltata, forse potevo rimanere chiuso in bagno e apparire magicamente a Lingue Occidentali.

Mi appoggiai contro la parete ricoperta da mattonelle fresche e chiusi gli occhi, ascoltai il fruscio della pioggia e strinsi forte le palpebre.

Essere innamorati è così doloroso. La campana che comunicava l'inizio dell'ora suonò, incominciai a battere il piede sul pavimento, poi mi guardai attentamente le scarpe, poi passai alle macchioline d'acqua rimaste sopra gli specchi.
Poi decisi che sarebbe stato meglio entrare in classe e sorbirmi l'Uchiha che starmene in bagno a fare il cretino. Andai a passo spedito, gettai un occhiata all'orologio: dieci minuti di ritardo, forse riuscivo ancora ad entrare. Aprii la porta, Sasuke mi guardò con un ghigno, intenzionato a lanciarmi una frecciatina velenosa, ma la sua espressione mutò in preoccupata e rimase zitto «Per questa volta ti lascio entrare» Disse.

«Grazie.» La voce mi tremava, la gola mi faceva improvvisamente male e avevo una dannata voglia di piangere. Non scesi la gradinata, non raggiunsi Sakura, rimasi sul gradino più alto e mi misi nel banco in fondo, vicino alla parete. Appoggiai la cartella sul banco vuoto affianco a me e affondai la testa tra le braccia, sdraiandomi quasi completamente sul banco.

Socchiusi gli occhi, che si riempirono di lacrime, mentre Sasuke incominciava a spiegare l'argomento della giornata. Mi sentivo così tremendamente stupido.
Non ne valeva la pena, non valeva la pena stare così male, dovevo rimettermi in forze, dovevo riprendermi. Forse stavo così perchè era una ferita ancora aperta, probabilmente – come già troppe volte quella mattina mi ero ripetuto – avevo solo bisogno di tempo.
Tirai forte su col naso, quando Mizuhana, la ragazza davanti a me si girò e mi chiese con fare gentile «Va tutto bene?».

«Girati, ti prego, girati» La supplicai, ci mancava solo un bel discorso davanti a tutti. Perchè quando una persona aveva un crollo emotivo doveva sempre esserci la scassa palle che cercava di fare la consolatrice, con il solo obiettivo di attirare l'attenzione?!

«Naruto, tranquillo vedrai che-»

«Girati e segui la lezione.» Mizuhana sospirò «Vuoi un fazzoletto?»
«Sì, grazie.» Me lo porse e mi soffiai il naso.

Mizuhana continuò a guardarmi compassionevole e poi si voltò. Mi buttai di peso sul banco quando...

«Professore, credo che Naruto abbia bisogno di andarsi a sciacquare la faccia» Merda.

«Dio proprio non capisci quando è il caso di farsi i cazzi propri?!» Sbottai, non avevo il coraggio di alzare lo sguardo, non avevo il coraggio di guardare in faccia Sasuke.
Era meglio se me la saltavo la prima ora.
«Credo che Naruto conosca i suoi bisogni» Rispose Sasuke. Sbarrai gli occhi e fissai stupefatto il tavolo: mi stava difendendo? «E credo che dovrebbe esprimersi con un linguaggio più consono ad un aula universitaria.»

«Proprio tu-» parli di cose consono ad un aula universitaria? Tu che ieri pomiciavi qui con tuo fratello? Mi morsi la lingua e chinai la testa.

Non c'erano parole che potessi dire. Parole che avrei potuto dire, parole che avrei dovuto dire. Avrei dovuto dimenticarmi di lui nello stesso modo in cui lui si era dimenticato di me.
L'ora trascorse velocemente ed io mi chiusi nel mio silenzio. Cos'altro avrei dovuto fare?


«Cos'hai?» mi chiese Sakura durante la pausa pranzo. Diedi un morso al mio sandwich e masticai molte volte prima di ingoiare e rispondere.

«Sto per dirti qualcosa al limite dell'assurdo»
«Tranquillo, sono abituata»

«Ieri mi sono addormentato sulla terrazza, ecco perchè non rispondevo.» Feci un respiro profondo «Quando mi sono svegliato ormai tutte le lezioni erano finite, così sono tornato in classe per prendere le mie cose.»

«Sasuke ti ha detto qualcosa?» Chiese prendendomi la mano.
«Non sono entrato.» Feci una pausa «Stava baciando un ragazzo.»
«E' normale che tu sia geloso, è una delle poche persone entrate in intimità con te, ma non puoi di certo pretendere che non abbia nessun altro-»

«Era sua fratello. Era Itachi. Ha una relazione incestuosa con il ragazzo con cui sono andato a letto l'altro ieri.» Tremai, Sakura spalancò gli occhi, scioccata quasi quanto me il giorno prima, aprì la bocca e respirò profondamente due volte prima di parlare.
«Mi dispiace tanto...»
«Non posso reggere a confronto.» Ringhiai.
«Sicuro stiano insieme?»
«Si stavano baciando, e non era un amichevole bacio a stampo. E' qualcosa con cui non posso competere.»

Sakura rimase zitta, mi abbracciò e io liberai tutte le lacrime che mi vergognavo di fare uscire. Senza paura di essere giudicato, perchè Sakura mi avrebbe sempre capito.

- - -

Passarono quasi due settimane dal bacio dei due Uchiha e il dolore che mi portavo dietro – all'inizio pensante e insopportabile – era diventato una vaga presenza.
Tante cose dal quel giorno erano cambiate: prima di tutto, ero diventato uno studente modello anche con l'Uchiha, non lo interrompevo, non commentavo, non facevo assolutamente niente. Seguivo la lezione, studiavo e prendevo voti che mi assicurassero la promozione: un normalissimo rapporto studente-insegnante.
Per seconda cosa, Sakura si era trovato un ragazzo. La cosa non mi riguardava direttamente ne mi interessava, almeno fin quando mi ero accorto di essere ancora più solo: passavano giorni senza che io e Sakura ci parlassimo, anche a scuola, Sakura si metteva sempre al primo banco con la sua dolce metà, posto che evitavo come la peste.
E, terza cosa, continuavo ad avere uno strano presentimento. Come se da un momento all'altro stesse per succedere qualcosa.
Tutte e tre le cose, in un modo o nell'altro, riuscivano solo a rendermi isterico e irascibile. Entrambe cose poco positive per chi tenta di costruirsi uno straccio di vita sociale.
Di solito, in momenti come questi, niente come il Phoenix sapeva consolarmi: lui era sempre lì quando ne avevo bisogno, ma non ci stavo più andando. Ero terrorizzato dallo scoprire che la mia nuova fiamma fosse il padre dell'Uchiha, o il cugino, o qualcos'altro.
Si poteva dire benissimo che facevo casa e scuola, affogavo la solitudine nella scuola e l'isterismo in chat.
Così mi ero ritrovato a vagare per i corridoi, quando all'improvviso sbattei la spalla contro qualcuno, mi girai per scusarmi e rimasi per qualche secondo a bocca aperta. Itachi e Sasuke.

«Naruto?» Chiese il maggiore.
«Sì. Itachi, vero?» Finsi di non ricordare molto bene nemmeno io. Sasuke inarcò il sopracciglio.
«Vi conoscete?» Chiese incuriosito. Rimasi zitto aspettando che fosse Itachi a parlare.
«Sì, ci siamo conosciuti un mesetto fa, più o meno. Come va?»
«Potrebbe andare meglio» Risposi «E tu?»

«Non c'è male.» Sorrisi «Ora devo andare»

«Ok» Disse Itachi «Dopo passa al bar, ci incontriamo lì» Non risposi, i due si erano già rimessi a camminare e la mia testa si era di nuovo messa in stand-by.

Perchè Itachi mi aveva dato appuntamento al bar della scuola? Cosa doveva dirmi?


Angolo dell'Autrice

Incomincio a delirare, a perdere la voglia di scrivere e bla bla. E si vede, peggioro in ogni capitolo ;_;.

Oggi per questioni di tempo non risponderò ai commenti, ma prometto di farlo la prossima volta *_*.

Grazie a tutti<3.

  
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