Ehilà! L’aspettavate con ansia questo secondo
capitolo, vero? XD
Ciò che si inizia va portato fino in fondo!
Perciò, dopo aver fatto sbronzare i nostri ragazzi, adesso tocca a quelli più
grandicelli far vedere come diventano quando alzano troppo il gomito!
Preparatevi a un bell’assortimento di facce, esplosioni emotive e risate! La
premiata coppia Hanji e Levi è pronta a documentare tutto, incurante dei
rischi: riusciranno a spuntarla o faranno anche loro le spese della loro
“marachella”?
Buona lettura a tutti!
PS: Bevete responsabilmente e non ubriacatevi mai
^_°
“Ci è una cossssa che volevo dirle da moooolto
tempo, caposquaaadra!”
I tentativi di Moblit di articolare una frase
senza strafalcioni si mostravano ripetutamente infruttuosi malgrado gli eroici
sforzi.
“Che demonio, non hai risparmiato nemmeno lui.”
“Ovvio! Come potevo lasciare proprio Moblit
fuori?” –inveì Hanji scandalizzata, come punta sul personale- “Lui è con me da
tanti anni, mi da un aiuto impagabile, non gli avrei mai negato la possibilità
di contribuire alla mia ricerca! Mi è molto caro e so di poter fare affidamento
su di lui, e per questo…”
“Lo ripaghi distruggendogli il cervello e il fegato…”
“Lo ripago offrendogli una occasione per svagarsi
un po’! Poverino, sempre a starmi dietro, gli ci voleva un momento di relax,
dico bene?”
“Iiin effetti mi sento mooolto rilasciato…” –fece con voce strascicata il suo
assistente biondo, forse rilasciandosi troppo e rischiando di cadere a terra…-
“Peeerò lassssci che le dica quesssto!” –alzò in dito in maniera drammatica, o
perlomeno ci provò- “Moblit è molto di più di un ffffido assistente! Molto di
più del tipo che le sssta sssempre appreeeeesso! Llllei mi fa ombra,
caposquadra! Voglio spiccare! Moblit non è una comparsa! Moblit può essere il
proootagonista!”
“Oh, che tenero!” –gongolò Hanji, guardandolo come
si guarda un dolce cucciolotto brillo- “Sente il bisogno di maggiore
considerazione! È così vero? Vuoi ribellarti a come ti vedono gli altri: vuoi
essere qualcosa di più del “tipo che sta sempre appresso quella pazza di Hanji
Zoe”, è così?”
“Si! Si! Eeeeessattamente!”
“Meno male che “pazza” te lo dici da sola…”
“Ora vi fascio vedere io di cosa è capace il
Moblit!”
“Ma perché parla di sé stesso in terza persona?”
–si grattò la testa Levi.
“Guardate! Il Moblit spicca il volo!”
Non capirono fino a che non iniziò a prendere la
rincorsa…
Hanji rise: “Che grande che è! Vuole stupirci
mostrando di saper volare!”
“Ma che cavolo blateri?! Pensa a fermarlo
piuttosto!”
Ma Moblit ormai si era già scagliò a tutta corsa
contro la finestra, lanciando il suo grido di battaglia!
“NELLA NOTTE OSCURA, MOBLIT SENZA PAURAAAAAAA!”
“Cavolo!”
“Tranquillo, Levi! Siamo appena a un metro dal
terreno.”
<< CRASH!
>>
“Non mi preoccupavo per lui, ma per la finestra infatti…”
“Oh…”
Da oltre il vetro rotto non giungeva più alcun
suono, segno che il bisogno di attenzioni di Moblit si era spento in una sonora
dormita sull’erba del prato lì di fuori: nulla di cui preoccuparsi, si sarebbe
ripreso tra qualche oretta, con i piedi per terra e un gran mal di testa.
“Bene! Questo mi ha aiutato a conoscere meglio i
pensieri del mio buon Moblit! E adesso è il tuo momento, Levi!”
“Io non bevo!” –rispose categorico, tanto non avrebbe potuto ubriacarsi neanche
volendo.
“Ma che hai capito! Ho una sorpresa per te!”
“Lo sai che se mi dici una cosa del genere non mi tranquillizzi affatto, anzi,
mi spaventi ancora di più… Oh, no… Dimmi che non è quello che penso…”
“Ih ih ih, credo di si!”
Levi sospirò e si appoggiò una mano sul volto: “Lo
sai che potrei non riuscire più a vederli allo stesso modo dopo una cosa del
genere, vero?”
“Se non hai cambiato modo di vedere me, che ho organizzato tutto ciò, non penso
tu debba preoccuparti.”
“E chi dice non l’ho fatto?”
“Sei ancora qui, no? Forza, proseguiamo! Moblit, falli entrare!”
Un lievissimo russare giunse alle sue orecchie.
“Oh, giusto! Eh eh eh, che sbadata! Avanti i
prossimi!” –chiamò a gran voce!
“Non meritavano una fine del genere…”
Fu tutto ciò che Levi riuscì a dire avendo di
fronte a sé il fiore all’occhiello degli sterminatori di giganti, la Squadra
per le Operazioni Speciali, la sua squadra, ridotta allo scatafascio più
totale…
“Uuuurgh!” –crollò sulla scrivania Gunther in
preda ai giramenti- “Non mi sento per niente bene… Eld! D-dammi una mano!
C-cado! Sostienimi…”
“Agli ordini, amico! Ti sostengo eccome!” –rispose
il biondo, reso viceversa ilare ed energico, rialzando il suo povero compagno…
tenendolo per i piedi!
“Argh! N-non così! Mi hai alzato a testa in giù! V-vomito!”
“A testa in giù dici?” –domandò Eld strizzando lo
sguardo per osservare meglio i suoi scarponi!
“A-al contrario! Sostienimi al contrario!”
“Tutto quello che vuoi, amico mio!”
Come risultato, Eld lo mollò lasciandolo cascare a
terra, e si mise a sua volta a testa in giù: una posizione difficile da
mantenere anche da sobri, sicché in men che non si dica piombò a terra pure lui
sulla schiena dello sventurato Gunther.
“Ehi? Dove sei finito? Come faccio a sostenerti se
non ti vedo?”
“Uuuurgh… A-aiuto…”
“Oh, eravate così affidabili un tempo…” –enunciò
Levi come stesse facendo un elogio funebre alla loro intelligenza, ma
soprattutto quella di Eld…
Altri due campioni di stupidità intanto si
scontravano sulle altre due sedie davanti la loro scrivania.
“Eh eh eh!” –ridacchiò Oluo avvicinandosi con
intenti spudoratamente non casti il proprio viso a quello di Petra- “Ehiiii,
Petraaa… Oggi sei ancora più radiosa del solito! Che ne dici di andarci a
prendere qualcosina da qualche altra parte, magari un bel posticino tranquillo,
soli io e te? Che ne dici?”
“Morditi la lingua, rospo!” –fu la risposta roca e
brutale della solitamente composta e dolce ragazza dai capelli rossi- “Non vedi
che sto cercando di sedurre il caporale Levi? Gli sto mandando segnali con lo
sguardo da cinque minuti, di sicuro mi noterà!”
“Oh, era questo che stavi facendo? Credevo volessi
incenerirmi con gli occhi.” –disse il caporale in tutta calma, ben sapendo di
non dover dar retta a quel che dicevano, anche se tutto quel che dicevano
poteva essere usato contro di loro, specie se avessero preso ad insultarlo...
I cosiddetti “segnali con lo sguardo” di Petra
forse volevano essere ammiccamenti, occhioni dolci, gesti piacenti, o altre
simili armi delle donne innamorate per conquistare il proprio principe; fatto
sta che non le uscivano altro che minacciosi sguardi con gli occhi strizzati e
strane smorfie facciali. Levi, pur non dandolo a vedere, iniziava a sentirsi
parecchio a disagio…
“Uffa, Levi, Levi, sempre Levi!” –mugugnò Oluo,
strappandosi dal bavero la cravatta bianca che indossava a imitazione del
caporale e tirandola in testa ad Hanji- “Perché non te lo sposi?”
“Con uno sguardo del genere temo più che voglia
stuprarlo…” –commentò Hanji, anche lei troppo scioccata da quei quattro per
annotare alcunché.
“Daaaaai, cara la mia Petra, gira la tua
testolina, guarda me coi tuoi dolci occhi!”
Le prese la testolina rossa tra le dita di una
mano e delicatamente la girò verso di sé, rivolgendole uno sguardo da casanova
patentato.
Lo sguardo di Petra divenne ancora più spaventoso,
e Levi, sudando freddo, non si stupì di vederla afferrare a sua volta la testa
di Oluo, ma per sbatterla con violenza sul tavolo! Inutile a dirlo che, nel
processo lui, oltre a svenire, si era morso la lingua…
“Ecco fatto!” –esultò all’improvviso Eld, contento
di essere riuscito a rimettere Gunther “relativamente” in piedi- “Ehi, ho
sentito che qualcuno si sposa? Chi si sposa? Petra e il caporale si sposano?”
Gunther sussultò: “Petra e il caporale si sposano?
Davvero?”
“Felicitazioni!” –gridò il biondo ormai a ruota
libera!
Con Gunther a continuare a venirgli dietro: “Oh,
che bella notizia, io… Quasi mi commuovo… Sigh!”
Lo sguardo “seducente” si sciolse in una maschera
di timido rossore: “S-s-s-spo-sposarmi? I-io? C-col caporale? M-ma io…”
“Petra, stai bene?” –si preoccupò Levi osservando
quel cambiamento repentino.
“Uaaah! No! Non posso! Io e il caporale che ci
sposiamo!”
“Petra, calmati! Qui nessuno sposa nessuno, tantomeno ci sposiamo noi! Sono
questi due imbecilli che…”
“Non sono abbastanza ubriaca per questo!”
“Eh?”
Fulminea, agguantò la bottiglia e prese a vuotarla
a grandi sorsi!
“Oh, no…”
“Petra!”
“Fortuna che ho altre bottiglie!”
“Fanculo, Quattrocchi!”
Petra finì la bottiglia, la posò, e sospirando
emise una fiatata di gradazione tale che i due esaminatori rischiarono di
perdere i sensi! Poi guardò fisso davanti a sé…
“Ora lo sono.”
<< STONK!
>>
E infine svenne sul tavolo accanto ad Oluo.
“Ah ah ah! Che bello! Viva gli sposi!” –saltellava
Eld- “Io voglio fare il testimone!”
“Sigh! Come sono felice!” –piagnucolava un Gunther
più emotivo che mai.
Levi doveva porre un freno: “Ok, ragazzi, la festa
è finita! Prendete questi due e portateli di là a riposare, e prendetevi un po’
di riposo pure voi.”
“Ah ah ah! Agli ordini, grande capo! Ci pensiamo
noi!” –fece Eld con aria sicura di sé… afferrando e tirando via Oluo per i
piedi…
“Vi auguro tanta felicità!” –si accomiatò il commosso Gunther, issandosi Petra
sulle spalle a mo’ di sacco di patate.
Levi tornò a sedere sulla sedia: incrociando le
dita, la sua squadra ce l’avrebbe fatta.
“Ehi, Levi! Senti, se mai ti sposassi, che tipo di
donna…”
“Hanji, un'altra parola e ti faccio sostenere da Eld.”
“Ok, forse dopo…”
Ma le proporzioni assunte dalla ricerca di Hanji
avevano ormai raggiunto livelli tali da saltare all’occhio: il suo “innocente”
passatempo dal gran valore cultural-scientifico si era spinto troppo in là, ed
era solo questione di tempo prima che “lui” si facesse vedere.
“Allora…” –cominciò Erwin richiudendo la porta
dietro di sé.
Neanche a dirlo il suo pomeriggio di esperimenti,
scoperte e grasse risate non aveva ricevuto alcuna autorizzazione ufficiale dal
grande capo!
Hanji deglutì: “Levi…”
“Cavatela da sola…”
“Che fine ha fatto il “mi prendo le mie
responsabilità”?!?!?! Sei il mio complice, non puoi piantarmi in asso adesso!”
Levi guardò altrove con tale convinzione che gli
sarebbe potuta spuntare un’aureola in testa.
“Non fare lo gnorri, maledetto!”
Erwin richiamò la loro attenzione con un paio di colpetti di tosse, e i due
drizzarono rigide le schiene sulle sedie, come scolaretti colti in flagrante
dal maestro nella marachella.
“Mi volete spiegare perché oggi la mia Legione pullula
di ubriachi allo stato brado? Ho dovuto far arrestare Connie e Sasha con
l’accusa di appropriamento indebito di scorte militari, e Mikasa per tentate
molestie sessuali ai danni di incapace di intendere e di volere…”
“Lo sapevo…” –storse il naso Levi!
“Uh uh uh! La gioventù!” –sghignazzò Hanji.
“Quindi, se non vi spiace, mi dareste delle
spiegazioni in merito?” –una richiesta espressa con parole calme e misurate,
non c’era bisogno di alcuna nota di rabbia o imperiosità affinché coloro a cui
erano rivolte si sentissero schiacciare come da un peso d’acciaio; Hanji solo
ora si rendeva conto di quanto fosse bello averlo dalla propria parte, solo ora
che non lo era.
Azzardò una risata: “Beh, inizio col dire che ciò
che mi propongo… Quello che c’è da sapere sul valore delle informazioni che…”
“Che è successo a quella finestra?!”
“Eeeeeehm…”
Guardandola arrampicarsi sugli specchi, Levi
sapeva bene che la Quattrocchi non poteva spuntarla: l’unico modo per salvarla,
e già che c’era salvarsi, era giocare d’anticipo.
“Erwin” –intervenne non sperato sulla scena zuppa
del sudore di Hanji- “Potremmo stare qui a raccontarti di cosa sta succedendo e
perché, oppure potresti sederti qui insieme a noi e farti un goccio in
compagnia.”
Prese un paio di bicchieri, li riempì e poi ne gliene
porse uno con tutta la naturalezza con cui altre volte avevano bevuto insieme.
Hanji rimaneva ai margini della scena, sgomenta
dell’intervento di Levi, ma anche del fatto che potesse funzionare. Cercò di
decifrare lo sguardo severo di Erwin, finché questi non parlò.
“So che c’è qualcosa sotto e vuoi prendere tempo…
ma suppongo se non bevessi perderei il rispetto come comandante.”
“Questo è parlare da capo, Erwin, non ti sei mai
tirato indietro dalla prima linea, non comincerai ora.” –si complimentò il suo
miglior combattente- “Su, ti faccio compagnia.” –lo incitò prendendo l’altro
bicchiere, sapendo di essere al riparo grazie ai suoi geni Ackerman.
Erwin si sedette alla scrivania: “D’accordo,
brindiamo pure, ma poi dovrete dirmi esattamente cosa state combinando,
intesi?”
“Ma niente, te l’assicuro! Sto solo provando un
nuovo campo di ricerca!”
“Intendi stendere i titani con l’alcol?”
“…… Erwin, ti bacerei!”
Ma prima c’era da mettere nero su bianco quel
suggerimento!
Levi trattenne un imprecazione: “Erwin, cosa dicemmo
quella sera sul non fornire nuove idee ad Hanji?”
“Non rammentiamo quella sera…” –ebbe un brivido il comandante- “Alla salute.”
Con cozzare di bicchieri, i due mandaron giù. Levi
non era sicuro di ciò che faceva, come aveva ben detto Erwin era un modo per prendere
tempo; ma se c’era qualcosa che poteva aver imparato dalla sua vicinanza da
anni ad Hanji Zoe, era a non aver paura delle proprie ispirazioni, possono
portare a risultati inaspettati…
“……”
“……”
“… è fermo come una statua da qualche minuto
ormai…” –sussurrò Hanji.
“Sarà un modo per metterci sotto pressione
psicologica prima dell’interrogatorio.” –bisbigliò Levi, impegnato a reggere
quello sguardo deciso e immobile puntato su di loro.
La sua amica gesticolò un po’ con le dita davanti
i suoi occhi.
“Secondo me è in stato catatonico…”
“Macché, ora te lo dimostro.”
Levi si alzò, si mise di fianco alla sedia di
Erwin e prese un enorme respiro per gridare…
“AVANZATEEEEEEEE!”
“……”
“Dannazione!” –restò sgomento come davanti un capolavoro di scultura- “Se non
reagisce a questo stimolo non so a che cosa! Allora è veramente al tappeto!”
Ancora una volta il liquore col teschio aveva
colto nel segno, pietrificando, seppure in una posa di fierezza degna di lui,
il loro beneamato leader!
“Fiuuuu! Eh eh eh! L’abbiamo spuntata, Levi!”
Ricambiò un attimo il suo buonumore, prima di
ricomporsi: “Non c’è da festeggiare, Quattrocchi del cavolo: se quando si
riprende si ricorda di come ci è finito in questo stato saranno guai ancora
peggiori!”
“Non ci resta che goderci il presente nel
frattempo, caro mio, e il fatto che possiamo continuare il nostro studio! Ah ah
ah!”
“Tu sei matta… Ma al diavolo, visto che comunque finirò davanti la corte
marziale…”
Perlomeno in galera si sarebbe portato dietro
tanti ricordi divertenti: da gente fuori da testa a quel bel tomo di Erwin
ridotto in stato vegetativo!
I successivi due tuttavia furono i meno divertenti
in assoluto, segnando così un primo e unico insuccesso tra i risultati
trionfali del loro studio sull’ubriachezza.
Hanji si grattò il capo nel vedere un terzo bicchierino
posarsi vuoto sul tavolo, senza che Hannes facesse una grinza, anzi, ferendo il
suo orgoglio di ricercatrice, mostrando pure un broncio deluso.
“Allora?”
“Bah, non sento granché… Potrei avere qualcosa di
più forte?”
Ancora più devastante, al punto da far slogare la
mandibola a Levi, la piramide di dieci bicchieri che il comandante Pixis aveva
costruito sul tavolo.
“Niente male!” –si rassettò soddisfatto i baffi-
“Ma ho bevuto roba più “gagliarda”, sinceramente.”
“I soggetti sono troppo assuefatti…” –annotò
delusa Hanji- “Risultati nulli.”
Levi era sgomento e indignato: a un tratto la sua
innata resistenza da Ackerman non era più nulla di speciale!
Hannes scrollò le spalle e sorrise: “Oh, beh,
perlomeno era gratis: una bevuta gratis non si rifiuta mai!”
“Vieni, Hannes.” –si alzò il comandante Pixis, rosso in viso ma ancora del
tutto in sé- “Conosco una bettola nei sobborghi di Trost dove trovi la roba più
forte al di qua delle mura! Naturalmente offro io.”
“Oh, troppo generoso! Lei è un gran capo! La
seguirei fino in capo al mondo! La più forte ha detto?”
“Umpf, figurarsi se lasciavo che i titani
conquistassero la città col mio bar preferito! Dovranno passare altri cent’anni
prima ch’io lo permetta!” –proclamò fiero il capo della Guarnigione, dando una
lettura del tutto nuova alla battaglia di Trost!
Diede un sorso alla sua fiaschetta e salutò: “Noi
ci accomiatiamo: Levi, Hanji, Erwin.”
“Buona giornata, comandante.” –fece il saluto
militare il signor Hannes, rivolgendosi alla “salma” di Erwin rimasta sulla sua
sedia accanto la parete per tutto il tempo!
Incassato il colpo, i due rimasero nuovamente a tu
per tu.
“Hanji, si può sapere perché non abbiamo nascosto
Erwin? Fa un po’ senso…”
“Portarlo nel suo ufficio in quello stato sarebbe
faticoso, ma soprattutto ci faremmo beccare: se invece lo teniamo qui, seduto a
monitorare il corretto svolgimento della ricerca col suo piglio severo, nessuno
potrà insospettirsi! È un po’ come la nostra autorizzazione vivente… anche se
al momento “vivente” è relativo.”
“Ma qualcuno potrebbe accorgersi che è catatonico!
Non saranno guai allora?”
“Il comandante Pixis e Hannes mica se ne sono accorti!”
“Oooooh, giuuuuusto!” –ebbe un esplosione di sarcasmo l’Ackerman- “Due vecchi
alcolizzati rincoglioniti non si sono accorti che Erwin seduto zitto e immobile
come una statua probabilmente ha qualcosa che non va! Siamo proprio in una
botte di ferro allora!”
Ma Hanji aveva il suo modo di neutralizzare il sarcasmo: un tocco di disarmante
sincerità.
“Se ci sei tu al mio fianco a tirarci fuori dai
guai come prima lo siamo davvero… Grazie!”
Levi scostò lo sguardo: “Tsk, dannata
Quattrocchi…”
Anche se non la guardava più, Hanji continuò a
sorridergli.
Inaspettatamente, nemmeno il soggetto successivo
si accorse della plastica incoscienza di Erwin. La sua vecchia conoscenza Nile,
il capo del corpo di Gendarmeria, seppure poteva aver avuto un minimo di
sospetto iniziale, l’alcol lo aveva immediatamente messo a tacere, e al momento
era in scena un confronto inedito e senza quartiere tra due comandanti, l’uno
rimbambito, l’altro pietrificato.
“Ehi, Erwin!” –biascicò Nile brandendo il
bicchiere vuoto sotto il naso dell’”impassibile” rivale- “Lo sai qual è l’età
pensionabile per quelli dell’Esplorativa? Oh, scusa! Nessuno ci è mai arrivato
vivo all’età pensionabile! Ah ah ah! Ti rode, eh? Andiamo, non fare la statua
di cera con me, non attacca, bello!”
“In quello stato potrebbe davvero prendersela con
una statua di cera.” –osservò Levi.
“E invece quello davanti a lui è proprio
l’originale!”
“Io scommetto su Erwin: lo vincerà lui questo
confronto.”
“Forza, Erwin, sei tutti noi!” –iniziò a tifare
Hanji- “Fagliela vedere a quelle pappemolli della Gendarmeria qual è il corpo
coi contro-attributi!”
“Ben detto!” –si lanciò con lei Levi, preso dallo
spirito di corpo- “Perlomeno noi non indossiamo stupidi unicorni da finocchi
sull’uniforme.”
Di solito Nile, per quanto avverso alla Legione
potesse essere, non era un tipo provocatorio, ma ora l’alcol aveva ribaltato al
di fuori tutti i vecchi screzi con Erwin che attendevano di essere regolati.
“Andiamo, reagisci, maledetto! Non vuoi darmi
soddisfazione, eh? Ti credi migliore di me, vero? Però alla fine Marie ha
sposato me! Allora, non ti rode neanche questo?”
“……”
“Fottuto…!!! Quanto mi fai incazzare! Usciamo
fuori e risolviamola da uomini!”
“……”
“Cosa? Non sei abbastanza uomo da incrociare i
pugni col tuo vecchio amico Nile? Hai paura, eh?”
“Proprio non se ne accorge…”
“Inizia a farmi pena…”
“A me no.” –fece spallucce Levi, considerando che forse sarebbe stato comunque
bello vederlo mollare un pugno ad Erwin prima di metterlo a nanna prima che
diventasse troppo molesto.
“Hai proprio deciso di ferirmi nel profondo, eh
bastardo? Cosa ti ho mai fatto per meritare tanta freddezza da te? Vero,
abbiamo percorso strade diverse e abbiamo idee diverse, ma pensavo in fondo ci
saremmo sempre rispettati! Alzati e battiti con me, Erwin!”
“Ok, basta, se diventa drammatica poi non ci divertiamo
più.”
Levi stese Nile con una bottigliata e, non avendo
perso i sensi con gli occhi aperti come l’altro, dovette nasconderlo dietro la
libreria.
Hanji sorrise: “Dietro ogni grande rivalità si
nasconde una grande amicizia!”
“Si ma non facciamo altre vittime, non abbiamo altri posti per nasconderle.”
“Possiamo sempre metterle fuori dalla finestra
accanto a Moblit.” –fece lei con noncuranza.
“Oh, vero, dimenticavo.” –fece lui, noncurante al
quadrato.
Dopo Nile, fu la volta di un ospite illustre…
Illustre quanto prolisso…
“Oh, questo mi fa venire in mente una storia
divertente…” –proseguì il giudice Dallis Zackley con le palpebre cadenti- “Per
la verità forse più che divertente è solo lunga. Tutto cominciò venti anni fa,
o forse erano quindi? A quei tempi chiamavamo “giganti” quelli molto alti, e
“quei teppistelli là fuori” i giganti veri e propri, proprio dei bei tempi!
Così, mentre io e altri tre miei amici giganti stavamo importunando le
cameriere di quella taverna dove si giocava a biliardo, che a quei tempi veniva
chiamato “acchiappa la talpa”, ecco che ti salta fuori l’allibratore di mia
moglie che pianta un bottone che non la finisce più e allora io, che il giorno
prima avevo concimato le begonie di mio cugino, un grande campione di
“acchiappa la talpa”, quando non si dedica allo sfoltirsi i peli delle
orecchie… Che stavo dicendo? Ricomincerò daccapo…”
Levi ed Hanji, che si tenevano la fronte, annoiati
e storditi neanche avessero i postumi di sbornia, accolsero la cosa con smorfie
amareggiate.
“Sta blaterando ininterrottamente da venti
minuti…”
“Sigh! Fatti coraggio Levi, è pur sempre il
giudice Zackley: se lo interrompessimo e si innervosisse potrebbe condannarci a
morte o chissà a cos’altro!”
“Sigh! Quasi quasi accetto la morte…” –gemette
lui, lasciandosi andare sulla scrivania senza forze residue!
“Persino Erwin che è incosciente si sta
afflosciando sulla sedia!” -fece notare Hanji, imbottendosi di carta le
orecchie per non dover più subire quello strazio!
“Oh, ai miei tempi si che sapevamo afflosciarci!
Pensate che il cognato della cugina di quella megera di mia moglie…”
A dar loro la sveglia dagli effetti soporifici di
tanta sconclusionata logorrea, nulla di meglio di una persona che aveva fatto
delle urla il suo marchio di fabbrica!
“IO SONO IL SERGENTE MAGGIORE KEITH SHADIS, VOSTRO CAPO ISTRUTTORE! << HIC! >> DA ADESSO LA PRIMA E
L’ULTIMA PAROLA CHE USCIRÀ DA QUELLE FOTTUTE BOCCHE DEVE ESSERE “SIGNORE”, SONO
STATO CHIARO?! << HIC! >>”
“Signor si, signore! Ah! Poche parole, semplici e
concise!” –si commosse Hanji.
“Così lui è di quelli che con l’alcol si
“potenziano”, eh?”
“Voi valete meno di zero! Siete un branco di
inutili sgorbi buoni solo a diventare cacca di titano! Ma io vi plasmerò e farò
di voi delle fottute macchine da guerra pronte a battersi per il genere umano!”
“Tsk, i titani non defecano, giusto Hanji?” –era
stata proprio lei a spiegarglielo durante una delle missioni, subito dopo che
le aveva impedito per un soffio di dimostrare la cosa di persona facendosi
ingoiare da uno di loro…
Ma qualcuno non gradì quella correzione: “CHI HA
PARLATO?! CHI CAZZO HA PARLATO?! CHI è QUELL’INFIMO MICROBO SACCENTE
EMOTIVAMENTE STITICO CHE HA FIRMATO LA SUA CONDANNA A MORTE???”
Hanji si sturò l’orecchio e poi indicò Levi.
“Colpevole.” –ammise Levi, incrociando le braccia
senza alcun timore degli occhi infossati e iniettati di sangue fissi su di lui-
“E comunque io non sono più una recluta da parecchio tempo e sterminare i
giganti lo so già fare benissimo, quindi…”
<< STONK!
>>
Shadis lo aveva ribaltato dalla sedia con una
testata.
Quando riaprì gli occhi, vide in alto la
minacciosa ombra dell’istruttore, nel meglio del proprio delirio militaresco,
oscurare il soffitto coi suoi occhi strabuzzati e col dito indice puntato
contro di lui.
“IN PIEDI! TU QUI NON PARLERAI! TU QUI NON TE LA TIRERAI! QUI SI RIGA DRITTO E
BASTA, BRUTTO SACCO DI MERDA FORMATO MINI! ORA VATTI A FARE CINQUANTA GIRI DI CAMPO!”
Appena le urla si placarono, riuscì a giungergli
alle orecchie il suono soffocato di Hanji che cercava in tutti i modi di non
farsi sentire mentre rideva a crepapelle.
“Me la pagherai questa…”
“Su, Levi, un incidente di percorso può capitare!”
–disse con gentilezza Hanji, cercando di sciogliere il broncio in cui si era
rinchiuso Levi dopo la testata di Shadis.
“Ahio…” –sibilò lui toccandosi il cerotto che gli
copriva il bernoccolo sulla fronte.
“Non pensarci più, e goditi questo spettacolo! Ah
ah ah!”
Andava in scena infatti la inflessibile e rigorosa
Riko Brzenska: il suo palcoscenico era la scrivania, sulla quale era balzata
euforica, e loro il ristretto pubblico di fortunati che avrebbero testimoniato
il suo più completo dare di matto!
“Ah ah ah ah! Come mi sento bene! Come mi sento
leggera!” –esultò saltellando e ballando sul tavolo- “Niente più lavoro, niente
più comandanti ebeti, sono liberaaaaa! Libera come un uccello! Libera di
spassarmela! Ah ah ah ah! Guardatemi! Sono fuori di testaaaaaa! Yeah!”
“Si, lo vediamo.”
“Ah ah ah! Guardatemi, posso ballare! Posso cantare! LA-LA-LA-LAAAAAAAA! Posso
sbottonarmi la camicia e far vedere che lo spacco ce l’ho anch’io! Chi è quella
col sesso confuso ora, eh?” –li punzecchiò protendendosi col busto in avanti.
“Hanji.” –rispose Levi senza dubbi.
“EHI!!!”
“Umpf!”
“Tsk!”
Se era un modo sottile per far aprire anche a lei
un bottone o due poteva scordarselo!
“Ah ah ah! Un altro bicchiere!”
“Aspetta, potrebbe farti male!”
Ma l’ebbra Rico l’aveva già vuotato in un sorso:
“Aaaaah! Niente può farmi del male! Nessuno mi può fermare adesso! Me ne andrò
a divertirmi! A ballare! A rimorchiare bei ragazzotti! Glielo farò vedere a
tutti quanto sono femminile! Anzi, lo sarò ancora di più!”
“Rico, non far cose di cui potresti pentirtene!”
–cercò di tirarle le briglie Hanji.
“Tipo? Farmi le extension, smaltarmi le unghie,
truccarmi, comprarmi delle nuove scarpe col tacco alto e darmi allo shopping
lanciando occhiolini a tutti i bei manzi della città? SI! LO FACCIO!”
“Rico!”
“AH AH AH AH AH! VIVA LA VITAAAAAAAA!”
Sfondò la porta con un calcio e filò via prima che
potessero fare alcunché.
Levi ridacchiò: “Qualcuno domani si sveglierà con
una bella chioma fluente e piangerà lacrime amare.”
Hanji provò a prenderla con filosofia: “Oh, beh,
un cambio di look ogni tanto non fa poi male.”
“Anche uno shampoo ogni tanto, sai?”
“Anche le proteine durante l’età dello sviluppo.”
“…… Uno a uno…”
“Eh eh!”
Giunse così il momento fatidico dello
stiracchiamento sulla sedia.
“Beh, sembra proprio che abbiamo finito.”
Rivolse poi a Levi un sorriso ironico: “Che
peccato, eh?”
“Un po’ si.”
“Davvero?” –chiese entusiasta.
“Davvero, testata a parte, e a parte anche i
brividi che quella statua-Erwin mi mette ogni volta la guardo…”
“Si, neanch’io lo metterei mai nel mio salotto.”
Voleva essere sincero con lei, dopotutto era stato
un bel passatempo, ed ora era a conoscenza di tanti bei particolari
imbarazzanti con cui rider dietro, e in faccia, a cadetti, colleghi e superiori!
“Non ci resta che un’ultima cosa allora…”
Aveva parlato troppo presto forse: “Sarebbe?”
“Tocca a noi due!”
Gli presentò in una mano la bottiglia di sidro,
quello che aveva messo ko Armin, e nell’altra mano due bicchieri puliti.
Si rasserenò: “Umpf! In effetti vedere gente che
beve ti mette sete. Dì la verità però, ti dispiace di non poter vedere ubriaco
anche me.”
“Tranquillo, su quello ci lavorerò!”
“……” –come non detto…
“Brindiamo! Al mio complice!”
“A quella tua testaccia, Quattrocchi! E a tutti quelli che domani si
sveglieranno coi postumi!”
“Mmm, in effetti non pensi dovremmo analizzare
anche i postumi per concludere il nostro lavoro?”
Non lo pensate anche voi, cari lettori? ^__°
Non si può certo lasciare conclusa così questa
assurdità parto della mia mente malata quasi quanto quella di Hanji! XD Penso
ci siano tutti gli ingredienti almeno per un altro capitolo, che sperò vedrà la
luce a breve, e col quale spero di continuare ad intrattenervi e rallegrarvi.
Certo il paragone tra Shadis e il sergente
Hartmann è un po’ scontato e già usato per altre parodie, ma non ho saputo
resistere XD Zackley trasformato in un “Nonno Simpson” invece è stata una bella
trovata secondo me XD
Un grazie a tutti coloro che hanno commentato il
primo capitolo e un altro anticipato a tutti coloro che commenteranno questo!
Il vostro buonumore significa molto per me!
A presto!