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Autore: vivoparajortini    03/03/2016    1 recensioni
Martina Stoessel, la ragazza con il naso sepolto nel libro.
I compiti sono sempre stati la sua prima priorità. Questo ed innamorarsi del ragazzo sbagliato, per poi non fare nulla al rispetto.
Quando le amiche di Martina la ricatteranno per farla uscire dalla sua zona di comfort, lei le ripagherá con qualcosa di meglio.
Ballando con un calciatore dell'ultimo anno in un club notturno. Mentendo ai suoi genitori. Facendosi mettere in punizione. Questa non è la Martina che vuole essere, peró sicuramente non vuole tornare ad essere'la tipa strana'.
Quindi, che deve fare un topo da biblioteca? Dopo tutto questo tempo passato a studiare per i compiti in classe, magari Martina deve solo imparare a studiare i ragazzi.
Ribadisco che questa storia NON è stata scritta da me, ma è un libro in lingua inglese che ho deciso di tradurre.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti mi guardavano attentamente. Nessuno disse nulla. Poi, cominciarono tutti a conversare di nuovo e mi ignorarono. Era positivo dato che questo significava che non avrei dovuto parlare con nessuno. Allo stesso tempo era negativo perché mi sentivo una perdente, ferma davanti all'ascensore in una stanza piena di adolescenti. Tutti i ragazzi sembravano abbastanza normali, con i jeans e le magliette. La maggior parte delle ragazze erano truccate, indossavano un vestito carino, e i ragazzi erano socievoli con loro. Tutti si divertivano cosi tanto, e un dolore silenzioso si formó nel mio petto mentre restavo immobile, con la schiena appoggiata alla parete. Avrei dovuto mettermi la maglietta scollata e il trucco, come mi aveva detto Mechi. Almeno qualcuno mi avrebbe rivolto la parola. Misi le mie mani nelle tasche dei miei pantaloni, tornai dietro e 'senza volere' il mio gomito colpì il bottone dell'ascensore. Sarei scappata da qui e avrei dimenticato ció che era successo. L'ascensore non arrivó mai. Le mie amiche probabilmente c'entravano qualcosa. Qualcuno fischió ed entró un tipo. Portava una maglietta celeste, pantaloni marroni e un paio di occhiali. Sembrava serio e annoiato, e cominciati a rilassarmi un po'. Era una persona simile a me. Era abbastanza anziano, probabilmente era un insegnante. Un professore non della mia scuola, dal momento che li conoscevo tutti. Magari della scuola “The Field”?

— “Grazie per l'attesa. Entriamo e cominciamo” — Indicó una porta alla mia destra, e successivamente tutti cominciarono ad entrare. Quello stupido ascensore non arrivava ancora. Non sarei entrata in quella stanza per nulla al mondo. Nessuno avrebbe visto che ero ferma nell'atrio, e mi sarei potuta nascondere qui fuori fino a quando le mie 'vecchie amiche' avrebbero lasciato l'ascensore. Un piano eccellente.

— “Ciao, sei nuova” — Il maestro si trovava di fronte a me

 — “Sono il signor Walker, tu sei...?” —

 — “Martina” — Mormorai.

— “Sei la studentessa della North Valley per ragazze?” — Mi mossi lentamente, pregando che arrivasse l'ascensore.

— “Si” —

— “Io sono il maestro della scuola The Field” —

 — “Immaginavo” — Ed ora che faccio? Me ne vado? Gli dico che sono nel luogo sbagliato?

— “Sei po' nervosa, eh?” — Sorrise.

— “No.” — Alzai il mio mento e mi imposi di restare calma. Posso farlo. Posso farlo.

 — “Bene, entri e cercheremo qualcosa su cui lavorare” — Il signor Walker mise il suo braccio intorno alla mia spalla e mi fece camminare verso la stanza con tutti i ragazzi.

— “Ragazzi, lei è Martina. È nuova, quindi siate amichevoli” — Questo mi aveva fatto apparire come una perdente o cosa? Il professore doveva dirli per forza di trattarmi bene?

— “Siediti, Martina” — Disse il signor Walker. Dove? Tutti i posti sono occupati. Oh, tranne quello che sta al centro dell'aula. Davanti e al centro. Certo. Provando a non piangere, camminai e raggiunsi la parete, sedendomi nell'angolo. Appoggiai le mie mani sopra le cosce, e mi resi conto che stavo tremando così tanto che anche le persone che si trovavano dall'altra parte della stanza potessero notarlo. Quindi le misi sotto le gambe, con un po' di fortuna non si sarebbe notato. Il signor Walker inizió a parlare degli articoli che alcune persone avevano scritto. Un ragazzo molto carino disse che dovevamo realizzare qualcosa di originale per il nostro giornale dato che alla gente ormai annoiava. Da lì tutti cominciarono la pioggia di idee e nessuno mi notava. Bene. Mi piaceva. Ovviamente non mi interessava sembrare una perdente, e non avevo desiderato che le persone mi parlassero. Beh, in realtà lo desideravo più o meno. Insomma, come non potrei? Davvero tutto ció sarebbe dovuto essere divertente? Voglio dire, perché qualcuno avrebbe voluto partecipare a questo casino? In questo momento sarei dovuta stare a casa, per finire i compiti. O magari sarei a casa di Lodo e Jorge, con i loro genitori. Peró no. Ero rinchiusa in una piccola stanza insieme alla montagna di ragazzi che non davano importanza alla mia esistenza. Ero totalmente irrilevante. Respirai profondamente e cercai di pensare ad altro. Mi guardai intorno e inizia a contare quanti ragazzi mi stavano ignorando. Riconobbi alcune ragazze che andavano nella mia stessa scuola. In realtà tutte andavano nella mia scuola. Grandioso. Questo significava che Lunedì quando cammineró lungo il corridoio, mi indicheranno e diranno“Quella è la ragazza strana che si è seduta all'angolo tutta la sera e non ha detto nulla”. Il pensiero mi provocava dolore allo stomaco.

— “Allora Martina, cosa ne pensi?” — Sbattei le palpebre, e mi accorsi che il professor Walker e il resto delle persone mi stavano guardando.

 — “Su cosa?” —

— “Puoi scrivere questo articolo?”

 — “Questo...” —

— “Non stavi ascoltando?” — Va bene, per la prima volta in tutta la mia vita c'era un professore nella mia lista nera. I professori mi amavano e poi arrivava il signor Walker che mi umiliava davanti a tutti? Questa sera peggiorava ancora di più.

— “Stavo ascoltando. Certo che scriveró l'articolo” —

— “Perfetto. Monterai il gruppo di studio all'inizio della settimana che viene, così potrai avere due mesi di lezioni prima della data di consegna. Vogliamo pubblicarlo nell'edizione di Maggio.” — Il Gruppo di studio? Di cosa parlava? Il resto della riunione la passai odiandomi per essere stata così stupida per aver accettato seriamente di scrivere l'articolo. Questo significava che sarei dovuta tornare. Dovetti aspettare trenta minuti per far sì che tutti smettessero di parlare con il signor Walker, così sarei potuta andare da lui e scoprire cosa era il gruppo di studio.

— “Professor Walker?” —

 — “Si, Martina?” — Stava raccogliendo i suoi fogli ed era pronto per andare.

 — “Non sono sicura di quello che devo fare. Non sono mai stata nel gruppo di periodico, e in più non ho seguito tutta la discussione” — Il signor Walker si fermó e mi osservó.

— “Vuoi che cominci dall'inizio?” — Lui sapeva senza dubbi che non stavo ascoltando. Ero sempre attenta con gli altri professori. Il signor Walker starà pensando che io sia una di quelle studentesse irrispettose. Che sarebbe accaduto se lo avrebbe detto ai miei insegnanti? Tentai di fare un'espressione facciale più interessata e feci il mio meglio per sembrare intelligente.

— “Sì” —

— “Il gruppo ha deciso che l'obiettivo di questo semestre è riuscire a far in modo che entrambe le scuole permettano che gli studenti dell'ultimo anno si intercambino per il loro ultimo semestre” —

 — “Ti riferisci al fatto che le ragazze potranno andare al The Field e i ragazzi al North Valley?” —

— “Si” —

 — “Wow. Questo non succederà mai.” — North Valley era troppo concentrato nel potere femminile per rischiare di essere 'contaminato' con la presenza di ragazzi in classe.

— “Aspetta, non sta pensando che convinceró io le scuole a realizzare questo cambiamento, vero?” — Lui sorrise.

— “Tu sei responsabile del primo passo” —

— “Che sarebbe...?”—

 — “Il gruppo di studio. Tu organizzi un gruppo di studio di ragazzi e ragazze che si vedranno varie volte alla settimana. Lavoreranno insieme per aiutarsi tra di loro o fare qualsiasi cosa che aiuti ad alzare i voti di tutti. Se i voti di tutti migliorano alla fine del semestre, è il primo passo che dimostra che combinare ragazzi tra le scuole possa funzionare” —

— “Non sta parlando sul serio” — Stava scherzando?

— “Si, e deve scrivere un articolo sull'esito del programma. Tutti contano su di te. È importante che questo progetto abbia successo” —

 — “Non posso farlo.” — Avevo compiti da fare. Obblighi. Non sapevo da dove cominciare. Non volevo avere la responsabilità o la...

— “Devi farlo. Tutti gli altri sono occupati con altri progetti, nessuno ha tempo per un compito grande come questo.” — Il signor Walker mi diede un foglietto. — “Qui c'è il mio indirizzo e-mail. Fammi sapere come sta andando e se hai una domanda o alcune idee. Posso aiutarti ad ottenere una stanza al The Field, se vuoi farlo lì” —

— “Peró...” —

— “Buona fortuna, Martina. Contattami” — Mi fece camminare verso l'ascensore, dove un ragazzo con i capelli biondi e abbastanza alto e carino, mi sorrise.

 — “Grazie perché stai facendo tutto questo. Sarebbe magnifico se fossimo in grado di raggiungere quello che vogliamo” — Sapeva il mio nome? Mi parlava come se fossi viva. Cercai di ricambiare il sorriso.

— “Sarà divertente” — Annuì con il capo e salì nell'ascensore. Lo seguii insieme al signor Walker. Non mi sentivo piú una perdente. Potevo chiedere a questo ragazzo di venire, no? Così avrei conosciuto una persona. L'ascensore si aprì ed eravamo arrivati al primo piano.

 — “Un'ultima avvertenza Martina” — Mi rivolse la parola il signor Walker.

— “Cosa?” —

 — “Non puoi includere ragazzi del periodico, e quelli che si uniscono non devono essere a conoscenza dello scopo del gruppo di studio. Deve essere legittimo.” —

 — “Perché?” —

— “Perché se i ragazzi sanno che l'obbiettivo è avere successo per poter permettere un intercambio, l'amministrazione potrebbe dire che si sono comportanti nel modo che più li faceva comodo e che non è una prova sufficiente del successo del programma misto. Quindi devi far in modo che funzioni.” —

 Quindi dovevo convolgere persone che non conoscevo? Dovevo far in modo che loro studiassero? Era mia la responsabilità se l'amministrazione accettava o meno il programma? Bene. No. Non esisteva un modo per far funzionare tutto questo. Tutto questo era colpa delle mie ex amiche. Le mie amiche. A loro sarebbe piaciuta l'idea. La loro migliore amica avrebbe dovuto riunire ragazzi. Sarebbero diventate pazze. Non avrei mai avuto il loro appoggio per uscire da questa situazione. Peró avevo un'arma segreta. I miei genitori. Loro non mi lascerebbero mai farlo. O forse sì?

 

Tutti mi guardavano attentamente. Nessuno disse nulla. Poi, cominciarono tutti a conversare di nuovo e mi ignorarono. Era positivo dato che questo significava che non avrei dovuto parlare con nessuno. Allo stesso tempo era negativo perché mi sentivo una perdente, ferma davanti all'ascensore in una stanza piena di adolescenti. Tutti i ragazzi sembravano abbastanza normali, con i jeans e le magliette. La maggior parte delle ragazze erano truccate, indossavano un vestito carino, e i ragazzi erano socievoli con loro. Tutti si divertivano cosi tanto, e un dolore silenzioso si formó nel mio petto mentre restavo immobile, con la schiena appoggiata alla parete. Avrei dovuto mettermi la maglietta scollata e il trucco, come mi aveva detto Mechi. Almeno qualcuno mi avrebbe rivolto la parola. Misi le mie mani nelle tasche dei miei pantaloni, tornai dietro e 'senza volere' il mio gomito colpì il bottone dell'ascensore. Sarei scappata da qui e avrei dimenticato ció che era successo. L'ascensore non arrivó mai. Le mie amiche probabilmente c'entravano qualcosa. Qualcuno fischió ed entró un tipo. Portava una maglietta celeste, pantaloni marroni e un paio di occhiali. Sembrava serio e annoiato, e cominciati a rilassarmi un po'. Era una persona simile a me. Era abbastanza anziano, probabilmente era un insegnante. Un professore non della mia scuola, dal momento che li conoscevo tutti. Magari della scuola “The Field”?

— “Grazie per l'attesa. Entriamo e cominciamo” — Indicó una porta alla mia destra, e successivamente tutti cominciarono ad entrare. Quello stupido ascensore non arrivava ancora. Non sarei entrata in quella stanza per nulla al mondo. Nessuno avrebbe visto che ero ferma nell'atrio, e mi sarei potuta nascondere qui fuori fino a quando le mie 'vecchie amiche' avrebbero lasciato l'ascensore. Un piano eccellente.

— “Ciao, sei nuova” — Il maestro si trovava di fronte a me

 — “Sono il signor Walker, tu sei...?” —

 — “Martina” — Mormorai.

— “Sei la studentessa della North Valley per ragazze?” — Mi mossi lentamente, pregando che arrivasse l'ascensore.

— “Si” —

— “Io sono il maestro della scuola The Field” —

 — “Immaginavo” — Ed ora che faccio? Me ne vado? Gli dico che sono nel luogo sbagliato?

— “Sei po' nervosa, eh?” — Sorrise.

— “No.” — Alzai il mio mento e mi imposi di restare calma. Posso farlo. Posso farlo.

 — “Bene, entri e cercheremo qualcosa su cui lavorare” — Il signor Walker mise il suo braccio intorno alla mia spalla e mi fece camminare verso la stanza con tutti i ragazzi.

— “Ragazzi, lei è Martina. È nuova, quindi siate amichevoli” — Questo mi aveva fatto apparire come una perdente o cosa? Il professore doveva dirli per forza di trattarmi bene?

— “Siediti, Martina” — Disse il signor Walker. Dove? Tutti i posti sono occupati. Oh, tranne quello che sta al centro dell'aula. Davanti e al centro. Certo. Provando a non piangere, camminai e raggiunsi la parete, sedendomi nell'angolo. Appoggiai le mie mani sopra le cosce, e mi resi conto che stavo tremando così tanto che anche le persone che si trovavano dall'altra parte della stanza potessero notarlo. Quindi le misi sotto le gambe, con un po' di fortuna non si sarebbe notato. Il signor Walker inizió a parlare degli articoli che alcune persone avevano scritto. Un ragazzo molto carino disse che dovevamo realizzare qualcosa di originale per il nostro giornale dato che alla gente ormai annoiava. Da lì tutti cominciarono la pioggia di idee e nessuno mi notava. Bene. Mi piaceva. Ovviamente non mi interessava sembrare una perdente, e non avevo desiderato che le persone mi parlassero. Beh, in realtà lo desideravo più o meno. Insomma, come non potrei? Davvero tutto ció sarebbe dovuto essere divertente? Voglio dire, perché qualcuno avrebbe voluto partecipare a questo casino? In questo momento sarei dovuta stare a casa, per finire i compiti. O magari sarei a casa di Lodo e Jorge, con i loro genitori. Peró no. Ero rinchiusa in una piccola stanza insieme alla montagna di ragazzi che non davano importanza alla mia esistenza. Ero totalmente irrilevante. Respirai profondamente e cercai di pensare ad altro. Mi guardai intorno e inizia a contare quanti ragazzi mi stavano ignorando. Riconobbi alcune ragazze che andavano nella mia stessa scuola. In realtà tutte andavano nella mia scuola. Grandioso. Questo significava che Lunedì quando cammineró lungo il corridoio, mi indicheranno e diranno“Quella è la ragazza strana che si è seduta all'angolo tutta la sera e non ha detto nulla”. Il pensiero mi provocava dolore allo stomaco.

— “Allora Martina, cosa ne pensi?” — Sbattei le palpebre, e mi accorsi che il professor Walker e il resto delle persone mi stavano guardando.

 — “Su cosa?” —

— “Puoi scrivere questo articolo?”

 — “Questo...” —

— “Non stavi ascoltando?” — Va bene, per la prima volta in tutta la mia vita c'era un professore nella mia lista nera. I professori mi amavano e poi arrivava il signor Walker che mi umiliava davanti a tutti? Questa sera peggiorava ancora di più.

— “Stavo ascoltando. Certo che scriveró l'articolo” —

— “Perfetto. Monterai il gruppo di studio all'inizio della settimana che viene, così potrai avere due mesi di lezioni prima della data di consegna. Vogliamo pubblicarlo nell'edizione di Maggio.” — Il Gruppo di studio? Di cosa parlava? Il resto della riunione la passai odiandomi per essere stata così stupida per aver accettato seriamente di scrivere l'articolo. Questo significava che sarei dovuta tornare. Dovetti aspettare trenta minuti per far sì che tutti smettessero di parlare con il signor Walker, così sarei potuta andare da lui e scoprire cosa era il gruppo di studio.

— “Professor Walker?” —

 — “Si, Martina?” — Stava raccogliendo i suoi fogli ed era pronto per andare.

 — “Non sono sicura di quello che devo fare. Non sono mai stata nel gruppo di periodico, e in più non ho seguito tutta la discussione” — Il signor Walker si fermó e mi osservó.

— “Vuoi che cominci dall'inizio?” — Lui sapeva senza dubbi che non stavo ascoltando. Ero sempre attenta con gli altri professori. Il signor Walker starà pensando che io sia una di quelle studentesse irrispettose. Che sarebbe accaduto se lo avrebbe detto ai miei insegnanti? Tentai di fare un'espressione facciale più interessata e feci il mio meglio per sembrare intelligente.

— “Sì” —

— “Il gruppo ha deciso che l'obiettivo di questo semestre è riuscire a far in modo che entrambe le scuole permettano che gli studenti dell'ultimo anno si intercambino per il loro ultimo semestre” —

 — “Ti riferisci al fatto che le ragazze potranno andare al The Field e i ragazzi al North Valley?” —

— “Si” —

 — “Wow. Questo non succederà mai.” — North Valley era troppo concentrato nel potere femminile per rischiare di essere 'contaminato' con la presenza di ragazzi in classe.

— “Aspetta, non sta pensando che convinceró io le scuole a realizzare questo cambiamento, vero?” — Lui sorrise.

— “Tu sei responsabile del primo passo” —

— “Che sarebbe...?”—

 — “Il gruppo di studio. Tu organizzi un gruppo di studio di ragazzi e ragazze che si vedranno varie volte alla settimana. Lavoreranno insieme per aiutarsi tra di loro o fare qualsiasi cosa che aiuti ad alzare i voti di tutti. Se i voti di tutti migliorano alla fine del semestre, è il primo passo che dimostra che combinare ragazzi tra le scuole possa funzionare” —

— “Non sta parlando sul serio” — Stava scherzando?

— “Si, e deve scrivere un articolo sull'esito del programma. Tutti contano su di te. È importante che questo progetto abbia successo” —

 — “Non posso farlo.” — Avevo compiti da fare. Obblighi. Non sapevo da dove cominciare. Non volevo avere la responsabilità o la...

— “Devi farlo. Tutti gli altri sono occupati con altri progetti, nessuno ha tempo per un compito grande come questo.” — Il signor Walker mi diede un foglietto. — “Qui c'è il mio indirizzo e-mail. Fammi sapere come sta andando e se hai una domanda o alcune idee. Posso aiutarti ad ottenere una stanza al The Field, se vuoi farlo lì” —

— “Peró...” —

— “Buona fortuna, Martina. Contattami” — Mi fece camminare verso l'ascensore, dove un ragazzo con i capelli biondi e abbastanza alto e carino, mi sorrise.

 — “Grazie perché stai facendo tutto questo. Sarebbe magnifico se fossimo in grado di raggiungere quello che vogliamo” — Sapeva il mio nome? Mi parlava come se fossi viva. Cercai di ricambiare il sorriso.

— “Sarà divertente” — Annuì con il capo e salì nell'ascensore. Lo seguii insieme al signor Walker. Non mi sentivo piú una perdente. Potevo chiedere a questo ragazzo di venire, no? Così avrei conosciuto una persona. L'ascensore si aprì ed eravamo arrivati al primo piano.

 — “Un'ultima avvertenza Martina” — Mi rivolse la parola il signor Walker.

— “Cosa?” —

 — “Non puoi includere ragazzi del periodico, e quelli che si uniscono non devono essere a conoscenza dello scopo del gruppo di studio. Deve essere legittimo.” —

 — “Perché?” —

— “Perché se i ragazzi sanno che l'obbiettivo è avere successo per poter permettere un intercambio, l'amministrazione potrebbe dire che si sono comportanti nel modo che più li faceva comodo e che non è una prova sufficiente del successo del programma misto. Quindi devi far in modo che funzioni.” —

 Quindi dovevo convolgere persone che non conoscevo? Dovevo far in modo che loro studiassero? Era mia la responsabilità se l'amministrazione accettava o meno il programma? Bene. No. Non esisteva un modo per far funzionare tutto questo. Tutto questo era colpa delle mie ex amiche. Le mie amiche. A loro sarebbe piaciuta l'idea. La loro migliore amica avrebbe dovuto riunire ragazzi. Sarebbero diventate pazze. Non avrei mai avuto il loro appoggio per uscire da questa situazione. Peró avevo un'arma segreta. I miei genitori. Loro non mi lascerebbero mai farlo. O forse sì?

Angolo Autrice:
I’m baaack! Dopo quasi un mese sono tornata con un capitolo, mi scuso davvero per quest’immenso ritardo ma è stato davvero un mese impegnativo questo mese e non ho avuto modo di postare il capitolo, ma meglio tardi che mai.
 
Alla prossima,
vivoparajortini.

 

   
 
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