23 – Harry
Harry
- Ehi, che
cosa c’è? – Chiedo, una tiepida speranza
fa capolino fra i miei sentimenti.
- Non c’è
niente – risponde, la voce triste.
La
mia speranza alza il medio, ride diabolicamente e se ne va. –
Speravo che al
mio risveglio sarebbe stato di nuovo tutto a posto, e invece non
c’è niente!
- Ehi, sta’
calma – Alzo un braccio e le scosto le mani dagli occhi con
un dito. –
Vedrai che si sistemerà tutto.
- Che ore
sono? – Chiede tirando su col naso.
- Non lo so –
rispondo guardandomi in giro – Niall dovrebbe arrivare alle
otto e mezza…
- Chi?
- Un tizio
biondo.
- E che
c’entra con me?
- È un amico.
- Ah.
- Beh… per il
resto come stai?
Fa spallucce.
– Non ricordare niente stanca.
- Ci credo,
ma almeno hai una buona scusa per le brutte figure.
Riesco a
farla ridere.
- Amico! –
Louis si affaccia. Avendo dormito per terra e indossando gli stessi
vestiti di
ieri sembra uno che è appena passato sotto un camion, e
l’espressione eccitata
sul suo viso stona con la situazione in cui attualmente ci troviamo.
– È
arrivato Niall. Devi goderti lo spettacolo!
Corriamo
entrambi fuori dalla stanza e approdiamo nel corridoio, dove Niall sta
arrancando con tre borsoni pieni zeppi e una chitarra appesi alle
spalle e
trascinandosi dietro una carretta piena zeppa di libri.
- Allora! –
Ansima vedendoci tutti lì a guardarlo. Molla la carretta,
raddrizza la schiena,
lascia cadere i borsoni a terra e comincia a riempirci di tomi.
– Ho fatto un
salto nella libreria dell’aeroporto e ho comprato tutti i
saggi sul recupero
della memoria che sono riuscito a trovare. Ho chiesto a un ingegnere
informatico sotto giuramento di privacy di mettere su cd tutte le foto
che
abbiamo radunato sul gruppo di whatsapp e trovarmi un lettore dvd che
però non
sono riuscito a far uscire intero dall’aeroporto, e sono
sveglio da più di un
giorno!
- Come fai a
essere così attivo? – Sbadiglia Liam.
- Ho quindici
litri di caffeina in corpo! – Strilla Niall entrando nella
camera di Annie.
Niall
Poso la
chitarra per terra e tiro il cd masterizzato fuori dalla tasca.
- Ehm… bene?
– Risponde. Ha una benda intorno alla testa e sta cercando di
legarsi i
capelli, ma mi guarda comunque come se fossi pazzo.
- Vediamo di
sistemare questa situazione del cazzo, ti va? Adesso prendo il computer
e ti
mostro la prova inconfutabile del fatto che ti conosciamo e siamo tuoi
amici.
Puoi alzarti? Muoverti? O sei costretta a letto?
- No, in
realtà ho una gran voglia di alzarmi!
- Perfetto
allora! Alzati!
Lei scosta le
coperte, ma indugia.
- Ho un
problema.
- Quale? –
Sto armeggiando col caricabatteria del computer, seduto per terra.
- Mi passi i
pantaloni?
Alzo gli
occhi e arrossisco. I miei amici, affacciati sulla porta, se ne stanno
impalati
a osservare la scena. Mi volto verso Harry come per dire
“è la tua ragazza,
pensaci tu” ma cambio idea a metà strada. Mi alzo,
apro l’armadietto, afferro i
suoi vestiti e glieli lancio. Lei si riveste in fretta, schiva.
- Fatto.
- Ho fatto
anch’io! – Collego il tutto alla presa, il pc si
accende, apro lo scomparto del
cd. Mi rivolgo ai ragazzi e faccio loro un cenno di entrare, ma loro
non si
muovono. Forse non vogliono far sentire Annie troppo oppressa, e
avrebbero
anche ragione.
Mi siedo sul
letto accanto a lei.
- Quando
vuoi, schiaccia play.
Mi lancia uno
sguardo agitato, poi preme la barra spaziatrice. Istantaneamente
partono le
prime note di una canzone che ritenevo fosse adatta per
l’occasione. Annie
ascolta attentamente, poi chiede perplessa:
- “Pictures
of you”?
- Un tocco di
classe. Concentrati sulle foto, ora.
Annie
obbedisce e di fronte alla lunga serie di selfie e foto che la
ritraggono
insieme a noi nelle più svariate situazioni la sua
espressione si intenerisce.
Sfiora lo schermo del mio Mac con la punta delle dita.
- Dunque è
vero – sussurra. – Sono una di voi.
Annuisco.
- Del resto,
gli indizi puntavano tutti in una direzione. Ah! – Si afferra
la testa fra le
mani. – Una direzione… - Emette un gemito e si
ripiega su se stessa.
- Ehi, tutto
bene?
- …Sì.
Pensavo stesse succedendo qualcosa ma in realtà non ho
ricordato nulla di
importante. – Solleva la testa e mi guarda triste, per poi
palleggiare lo
sguardo fra tutti noi. – Ragazzi, andate a riposare. Qui con
me sprecate
soltanto il vostro tempo.
Si alza
silenziosa e si avvicina alla finestra, stringendosi nelle spalle.
Mi alzo anche
io e guardo gli altri, che ricambiano interdetti quanto me. Solo ora
noto che
il viso di Harry è una stanca maschera di dolore, quasi come
quello di Annie.
- Che
facciamo? – Mimo con le labbra.
Harry si fa
coraggio ed entra. – Io non ho nessuna intenzione di andare a
casa. Se vuoi
stare da sola ci stai, ma io resto qui.
Annie non si
volta e non risponde. Harry mi posa una mano sulla spalla. –
Vai a riposare,
mate. La tua idea è stata geniale e il tuo impegno
fondamentale.
- Nemmeno io
ho voglia di andarmene. Mi farei volentieri una dormita, comunque.
Annie? Ti
dispiace se uso il tuo letto?
- Come ti
pare, Niall. – Risponde un’altra volta senza
voltarsi, la voce distaccata. Io
drizzo le orecchie sentendo il mio nome, ma Harry scuote la testa.
- Gliel’ho
detto prima, non credo se lo sia ricordato – sussurra.
- Io allora
vado da Briana. – Louis entra e si avvicina ad Annie per
salutarla. –
Riprenditi, piccola, eh.
Lei gli
rivolge un mesto sorriso. – Ci vediamo.
Mi rivolgo a
Liam, che ricambia il mio sguardo e poi si congeda prendendo in mano il
cellulare: - Io… Cheryl mi ha chiamato prima,
andrò a vedere che cosa voleva. –
E si allontana.
Io e Harry ci
guardiamo, poi io auguro la buonanotte e mi sistemo sotto le coperte.
E crollo.
Harry
- Mi dici che
ti succede? – Mormoro.
- Non è vero
che Carlo è in Giordania. – Risponde, evitando il
mio sguardo. – Carlo è morto.
Sospiro. – Mi
spiace che in sei anni di cose che puoi ricordare la prima che ti viene
in
mente è la morte di Carlo. Non volevo farti soffrire
inutilmente. Ne hai già
sofferto abbastanza, per questo ti ho mentito.
- Una bugia a
fin di bene, lo posso capire. Grazie per le speranza.
- Figurati.
Niall, alle
nostre spalle, comincia a russare.
- Immagina
l’infermiera che verrà a controllarmi a
letto…
Sorrido.
- Andiamo a
fare due passi, ti va? – Mi propone. – Evadiamo.
Ce ne stiamo
seduti su una panchina nel cortile interno dell’ospedale: non
diresti mai che a
Londra c’è un ospedale con un giardino, ma
è così. Siamo entrambi a occhi chiusi
con il viso rivolto al sole, a riscaldarci come lucertole. La domanda
è
arrivata all’improvviso e giuro che non me
l’aspettavo.
- Perché sono
un coglione, sostanzialmente.
- Voglio
dire, dovevi baciarla per forza per pubblicità? Non potevi
far finta, far
credere ai paparazzi di averlo fatto e avere la coscienza pulita?
Oh, Cristo.
Non ci avevo mai pensato. Cretino!
- Senti,
Annie… i ragazzi non ragionano con la testa quando ci sono
di mezzo le ragazze
e i soldi, lo fanno con tutt’altra parte del corpo. Capisci
che intendo, no?
- Sì –
ridacchia.
- Ti chiedo
scusa, per l’ennesima volta.
- Ho capito
che sei pentito, basta con queste scuse continue! – Taglia
corto. – Senti, ho
un’ultima domanda: se non ci fosse stato nessuno a obbligarti
a baciare
un’altra, tu l’avresti fatto di spontanea
volontà? L’avresti baciata?
- Non ti
avrei mai tradita, Annie. Mai nella vita. Specialmente con Kendall.
Pensavo che
un bacio senza sentimenti non volesse tradire, ma mi sbagliavo.
- Ok, allora.
Sei perdonato.
Mi tolgo gli
occhiali da sole e la guardo: lei è rivolta verso di me con
un sorriso quasi
imbarazzato. Il sollievo mi riempie il cuore ma, al tempo stesso, so
benissimo
che il suo perdono non conta perché lei non si ricorda chi
io sia e non mi ama.
Per questo non vale.
Ma l’amore
può tornare in un colpo? Puoi innamorarti di nuovo dopo che
il tuo cuore è
stato spezzato e hai dimenticato gli ultimi sei anni della tua vita?
Che cosa
succederà nel momento in cui si ricorderà, se si
ricorderà?
- Sei un po’
verde in faccia – nota. – Forse è meglio
se rientriamo.
Ma si sarebbe
trovata da sola in mezzo a una rapina, che è molto peggio.
Non appena ci
vedono arrivare la madre di Briana si illumina e chiama a manate tutti
gli
altri che ci corrono incontro. Solo Louis, Liam e Briana rimangono dove
sono.
La famiglia
Jungwirth ci ha accerchiati e bacia Annie da tutte le parti
ringraziandola per
quello che ha fatto da Harrods. Lei balbetta cose confuse, cercando di
trovare
scuse plausibili. Capisco che non voglia dire loro che non ha la minima
idea di
cosa stiano parlando.
- Scusatemi,
scusatemi signori – li interrompo, attirando la loro
attenzione su di me e
facendo un cenno ad Annie di scappare. Lei coglie al volo
l’occasione e corre
verso gli altri. – Avete voglia di un bel caffè,
giù al bar? Offro io!
- Ottima
idea! – Il padre di Briana mi tira una pacca talmente forte
sulla spalla che a
momenti me la sloga. – Facci strada, figliolo!
Mi afferrano
per le braccia, le gambe, la maglietta, a momenti anche i pantaloni, e
mi
trascinano via. L’ultima cosa che vedo girandomi prima di
sparire dietro l’angolo
è Annie in piedi di fronte a Briana, accanto a Louis e a
Liam. Tiene in mano
qualcosa, ma sono troppo lontano per vedere.
Louis
- Lo stavi
ascoltando ieri quando ci siamo incontrate – spiega Briana.
– Non capisco il
titolo della metà delle canzoni al suo interno, ma secondo
me c’è qualcosa che
ti potrebbe interessare. Ho già sistemato tutto, quindi ti
basta premere play.
Non glielo
dici che l’hai impostato sulle nostre canzoni, eh?
Annie si fida
e preme un pulsantino laterale. Dalle piccole casse, con sonoro
gracchiante
solo al principio, si liberano le prime note di “Where do broken hearts go” e le
voci di Zayn e Harry. Lei ascolta
molto attentamente le parole, facendo danzare gli occhi sul pavimento
con
espressione concentrata, come se stesse cercando il punto esatto in cui
scavare
per trovare il tesoro dei pirati.
Sembra
pensare freneticamente, poi sospira.
- Dove vanno
i cuori infranti, Harry?
Una cappa di
stupore cade su di noi e Annie alza lo sguardo, fissando il vuoto. Si
copre gli
occhi strizzati con una mano, poi la posa sulla tempia.
Ho l’adrenalina
che mi esce dalle orecchie.
- Oh, mio
Dio! – Grida. – Che male!
- Che c’è? –
Liam sembra stare per avere un coccolone.
- Mi sta… sto…
oddio…
- Cosa? – Le posa
una mano sulla spalla. Annie comincia a piangere copiosamente, tanto
che anche
Briana si alza dallo spavento e le strappa l’Ipod dalle mani.
- Lo spengo
questo stupido coso – scatta irata.
- No!
Lascialo suonare! – Grida Annie.
- Annie, cosa
c’è? – Cerco di farmi guardare negli
occhi. – Cerca di spiegarci perché noi non
ci stiamo capendo nulla!
- Harry – risponde.
– Io… ricordo tutto!
Ricordo… ogni cosa. Oh Dio, ragazzi! Vi voglio bene! Louis,
Liam… Briana, stai
bene? Come sta il bambino? Io... Mio Dio, me lo ricordo! È
tutto qui, davanti
ai miei occhi!
Si apre in un
sorriso, il primo da due giorni. O forse da due settimane, questo lo sa
solo
Liam.
- Ti ricordi.
Ricordi chi siamo? Ricordi perché siamo qui? –
Chiedo scacciando le lacrime dai
miei occhi.
- Certo, ora
me lo ricordo. Oh, Louis! – Ci abbracciamo. – Liam!
– Abbraccia anche lui e gli
stampa una serie di baci sulle guance. – Grazie, Liam, per
tutto quello che hai
fatto per me.
- Prego –
risponde stringendola. Abbraccio Briana e le bacio i capelli.
- Sei stata
bravissima – mormoro.
- Spero che
sia femmina – risponde.
La canzone
finisce e parte “Little
Things”.
- Arriva
Harry! – Ci avverte Briana, ma è troppo tardi: lui
vede tutta la scena.
- Che sta
succedendo? – Esclama Harry bloccandosi a metà
corridoio. Annie sente la sua
voce e si scioglie dall’abbraccio di Liam, voltandosi verso
di lui col viso
rigato di lacrimoni. Muove qualche passo verso di lui.
- Harry! Io…
Non riesce a
completare la frase che Harry ha già coperto la distanza che
li separa e l’ha
presa fra le braccia, avvolgendosi attorno a lei. Cadono entrambi in
ginocchio mentre
Annie singhiozza di felicità e lui la riempie di baci.
- Ti amo,
Harry! Mi ricordo tutto!
- Sei
tornata, love! Ti amo! Sei tornata! – Harry la avvolge di
nuovo come una
coperta, anche le sue spalle scosse da gran singhiozzi. Sono talmente
felici in
questo momento che ci sentiamo tutti in obbligo di lasciar loro
intimità, anche
se siamo nel bel mezzo del corridoio di un ospedale.
Ci voltiamo
tutti e tre dall’altra parte e ci stringiamo in un abbraccio.
Questo incubo
è finalmente finito.
Vi amo.
Nut