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Autore: Miss_McCall    04/03/2016    1 recensioni
E se una maledizione facesse ritornare Scott Bambino? Tra disavventure e giornate divertenti, Scott rivivrà la sua infanzia con accanto i suoi amici e un Peter più affettuoso del solito e un Derek più maltrattato, che trattato bene.
[ Peter ancora tra noi ; Derek maltrattato; Lidya e Malia complottartici; Scott bambino; non sono presenti ne Liam ne Kira]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio, ringrazio chi legge e sopratutto chi recensisce. Vi informo che questo è l'ultimo capitolo prima dell' epilogo.
buona lettura.


 

3 giorno
 
-Derek, oggi Scott resterà con te fino al primo pomeriggio, io ho delle cose da fare con Deaton- disse Peter ad un Derek mezzo addormentato, mentre si metteva la giacca.
 
-COSA!!!!No Peter perché non chiedi a Malia o a Lidya o addirittura a Stiles di tenere il marmocchio…perché io?- chiese Derek risvegliandosi quasi del tutto dopo quella notizia.
 
-Perché io e Lid oggi andremo fuori città e Stiles aveva delle cose da fare con lo sceriffo-spiegò Malia, mentre si preparava per uscire.
 
-Fantastico, non so nemmeno come fare …che gli faccio fare? –chiese confuso il ragazzo.
 
-Che ne so Der … portalo a giocare nella riserva, dopotutto non dimenticare che è un lupo-disse Malia sparendo oltre la porta seguita da suo padre.
 
 
 
Derek ormai rassegnato decise che era ora che il marmocchio si svegliasse e facesse colazione.
Salì nella sua camera e si accomodò su una piccola parte di lette dove riposava spaparanzato Scott.
 
-Marmocchio….ehi marmocchio svegliati- provò varie volte, pronto per perdere la pazienza – Scott svegliati che usciamo, andiamo alla riserva-riprovò Derek, sorridendo quando il bambino aprì un po’ controvoglia gli occhioni assonnati.
 
- Derek che ciuccede? Dov’è Peter?-chiese allarmato il piccolo con i sensi in allerta, non sentendone l’odore .
 
–Peter e Malia sono usciti e ti hanno lasciato con me-spiegò Derek sperando che non si mettesse a piangere.
 
Scott stava per dire qualcosa, quando il suo pancino parlò per lui.
 
–Sento che qualcuno qui ha fame……ti va di vestirci e scendere a fare colazione?-gli propose Derek, notando il rossore sulle guance del piccolo, che assentì scendendo dal letto per andare a prendere i suoi vestiti che la sera prima erano rimasti in camera di Peter.
Ritornando a vestirsi insieme al più grande.
 
………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
-Scott, prima di uscire sei andato in bagno?-chiese Derek, mentre si abbottonava la giacca.
 
-Non ci devo andare-rispose sicuro il bambino.
 
–Va bene ma spero per te che non ti venga durante la strada, perché non torniamo indietro e te la lascerò fare addosso- ribatté deciso Derek prima di chiudere la porta del loft.
 
-Scott dammi la mano-disse Derek mentre porgeva la mano in direzione del bambino, camminando velocemente tirandoselo dietro.
 
-Derek…! Derek …-chiamò più forte Scott tirandolo per la gamba.
 
–E ore che c’è Scott?-sbottò il mannaro guardando storto il piccolo
 
-Ehm…..Ehm…..io…..io …Devo fare pipì- disse sottovoce il bambino abbassando la testa imbarazzato.
 
- E ti pareva , te l’ho chiesto 5 volte se dovevi andare al bagno……-sbottò Derek guardandolo.
 
-Lo so ma mi scappa ora…-ribatté il bambino mettendo le manine sul cavallo dei pantaloncini.
 
-Uff….Ok torniamo indietro-disse Derek esasperato prendendo il piccolo in braccio e iniziando a correre verso casa.
 
-Scott hai fatto???- chiese per l’ennesima volta Derek battendo il piede sul freddo pavimento del loft.
 
-Derek!!!non ci iesco non esce- urla dal bagno il bambino, sperando di essere sentito.
 
-Concentrati vedrai che ci riesci- disse esasperato il mannaro, facendosi scappare un sorriso appoggiandosi alla porta del bagno.
 
Finalmente mezz’ora dopo erano riusciti ad arrivare in prossimità della riserva di Beacon Hills.
 
-Ohhh che bella, davvero ci possiamo entrare? – chiese ingenuamente il bambino indicando la catena che gli sbarrava la strada.
 
–Certo marmocchio questa è la nostra riserva –disse Derek scavalcando la catena con il bambino in braccio.
 
Mentre si inoltravano nel folto della riserva, Derek si ripassava mentalmente tutte le raccomandazioni che Peter la mattina gli aveva fatto:
 
“ Ricorda ha detto Deaton … di non lasciarlo mai da solo in spazi aperti, soprattutto se non si sa controllare durante la trasformazione, tenerlo lontano da cervi o altri animali … il lupo, tecnicamente più forte, potrebbe prendere il sopravvento e istigarlo alla caccia, quindi ad allontanarlo”
 
Mentre continuava a ripetersi quelle poche regole, non si era accorto di aver lasciato la mano del cucciolo.
 
-Scott non ti allontanare-disse Derek mentre si sedeva sotto l’ombra di un albero così da avere una panoramica su tutta la zona.
 
-Derek guadda una faffalla – disse il bambino avvicinandosi al più grande per mostrargli la sua piccola preda.
 
-Scott lasciala libera-disse Derek accarezzandogli la testa sorridendo. - A te piacerebbe se qualcuno più grande di te ti catturasse? -continuò Derek.
-No! Non mi piaserebbe. – rispose Scott lasciando libera la farfalla
 
Passarono svariate ore da quando erano arrivati.
Derek aveva deciso di fermarsi dove una volta era situata la vecchia casa della sua famiglia, stava rilassato sotto l’albero, dove lui era solito giocare da piccolo, senza mai perdere d’occhio Scott che come un cucciolo alle prime armi correva e saltava facendo mille domande a volte anche stupide.
 
-Derek!!!! Guadda- lo richiamò ad un tratto il bambino indicando un cervo, che lo fissava curioso.
 
Il mannaro si alzò di scatto avvicinandosi al bambino, che continuava a fissare l’animale immobile.
 
-Scott lascialo in pace, vieni qui da me-disse lentamente Derek avvicinandosi al cucciolo immobile.
 
-Pecchè? -chiese ad un tratto Scott mostrando gli occhi rossi e gli artigli in bella mostra.
 
-Perché quello che stai pensando non si fa- disse il più grande, avvicinandosi ulteriormente al cucciolo
Tentò di afferrarlo a tradimento per un braccio, ma in contemporanea Scott lo evitò iniziando inconsciamente la caccia al povero cervo, che nel frattempo fiutato il pericolo stava scappando.
 
 
-Scott torna qui- urlò Derek, partendo di corsa dietro il cucciolo.
 
 
Il tempo si stava oscurando, chiaro segno che tra meno di un paio d’ore sarebbe scoppiato un temporale.
 
 
-Dannazione! Se inizia a piovere non riuscirò più a seguire le tracce di Scott –sbottò Derek ad alta voce con tutti i sensi in allerta.
 
Si trovò in mezzo ad una radura da solo: Lo aveva perso!
 
E per completare l’opera stava iniziando a piovere, non c’era soluzione, aveva bisogno di aiuto.
 
 
-Derek che succede?-rispose dopo il secondo squillo Peter.
 
– Peter dove stai? Vieni subito alla riserva, non trovo il piccolo – disse spaventato Derek.
 
-Der calmati sto arrivando, dimmi precisamente dove sei. -urlò Peter tentando di calmare il nipote e riattaccando il telefono.
 
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Scott sentiva Derek dirgli qualcosa ma non riusciva a comprendere cosa, nella sua testa vorticava una sola parola “Cacciare”.
 
Non si rese conto di essersi messo a correre.
Sentiva Derek chiamarlo, voleva fermarsi, ma il lupo dentro di lui era molto più forte.
Finalmente smise di correre, il cervo ormai non si vedeva più.
 
Il lupo si era calmato.
 
-Dove sono???- si chiese tra se il bambino, ritornando lucido guardandosi attorno spaventato.
-Derek! Derek! Derek dove sei???-lo chiamò impaurito, iniziando a piangere.
 
Derek non rispondeva.
Era solo.
Aveva paura.
 
Un tuono ruppe il silenzio facendolo saltare dalla paura.
Non gli piacevano i tuoni, gli facevano paura.
 
Iniziò a correre piangendo senza sapere dove andare, la pioggia stava scendendo bagnandolo tutto.
 
Ruzzolò sbattendo il viso nel fango.
Piangendo si alzò dolorante.
 
–Derek! Dove sei? vieni ho paura……- lo chiamò ancora Scott, sedendosi ai piedi di un albero accucciandosi vicino ad una delle enormi radici che sporgevano da terra.
Aveva freddo ed era tutto bagnato.
 
Un fulmine lo spaventò, facendogli cacciare un ruggito strozzato dalle lacrime.
 
 
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-Derek, Derek hai trovato qualcosa? -chiese Peter, mentre correva contro il nipote.
 
-E colpa mia, mi sono distratto un attimo ed è sparito…esattamente come successe quella volta-disse in uno stato quasi catatonico il mannaro.
 
-Der non è stata colpa tua, nemmeno quella volta con Cora, vedrai che lo ritroveremo-disse Peter sapendo esattamente come il nipote si sentisse.
 
-Papà, Derek, avete trovato Scott? -urlò Malia fradicia, seguita da Lydia e Stiles entrambi fradici.
 
-No tesoro, continuiamo a cercare: Stiles, Lidya voi cercatelo con Derek -disse Peter nascondendo la sua preoccupazione e sparendo nella foresta seguito da Malia.
 
 
 
-Der dai andiamo-urlò Stiles scuotendo il braccio del mannaro che non dava segno di volersi muovere.
 
-E colpa mia, non dovevo distrarmi-continuava come un mantra il mannaro.
 
-Der non è colpa tua, poteva succedere a chiunque anche a me o a Stiles- cercò di rincuorarlo Lydia avvicinandosi
 
Un colpo forte al viso lo fece barcollare.
 
-Ora basta fare il cretino Derek! Vedi di muovere quel tuo culo peloso e andiamo a cercare Scott- urlò Stiles con tutto il fiato che aveva in corpo, nonostante il rumore incessante della pioggia.
 
 
Un ruggito strozzato riecheggiò in tutto il perimetro.
Derek scattò sull’attenti e senza aspettare i due umani, prese a correre in direzione di quel richiamo.
Si trovò inspiegabilmente di fronte al Nemeton, sensibilizzò ancora di più l’udito e l’olfatto inspirando.
Sentì un tenue respirare dalla parte opposta di quel maestoso albero, e senza pensarci lo aggirò.
 
Lo aveva trovato, rannicchiato vicino ad un’imponente radice tremante e bagnato come un pulcino.
 
-Scott! Ehi piccolo. - disse Derek prendendolo in braccio, era gelido, le piccole labbra erano diventate viola.
 
Lydia, che li aveva appena raggiunti, dalla sua borsa firmata cacciò uno scialle di lana dandolo a Stiles, che insieme a Derek ci avvolse il bambino.
 
-Mi hai sentito…io ti ho chiamato ma tu non r…ri…riippondevi- disse il piccolo aprendo finalmente gli occhi.
 
-Scusami piccolo. - disse Derek coprendolo ancora di più, rifugiandosi con entrambi gli umani sotto ad un albero.
 
-Dobbiamo chiamare Peter e Deaton, Scott è congelato potrebbe andare in ipotermia- disse Lydia, porgendo il telefono a Stiles, mentre lei con un tovagliolino di pezza asciugava il viso del piccolo, che aveva ripreso a piangere
 
 
 
Pochi minuti dopo li raggiunsero anche Peter e Malia, che intanto erano andati a prendere la macchina.
 
-Scott!! Urlò Peter avvicinandosi al bambino, prendendolo in braccio.
 
– Peter!!!... Il cevvo colleva e io dovevo pendello-disse il piccolo tentando di sorridere senza successo, svenendogli tra le braccia.
 
-Scott, Scott svegliati piccolo- iniziò ad alterarsi Peter.
 
Derek prese il cucciolo dalle braccia dell’uomo, lo caricò sui sedili posteriori dell’auto, mentre gli altri entravano e con Peter alla guida partirono per il loft.
 
Deaton sarebbe arrivato da lì a poco.
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Peter spalancò la porta del loft per dar la possibilità a Derek di entrare col bambino tra le braccia, il loft era freddo e Stiles seguito da Lydia si adoperarono per accendere il camino elettrico, al quale erano collegati tutti i termosifoni della casa.
 
-Der portiamolo in camera tua -disse Peter salendo le scale a due a due seguito dal nipote, intanto che Malia si era chiusa in cucina a preparare qualcosa di caldo.
 
-Peter è strano però…Scott è un mannaro e noi non ci ammaliamo- sussurrò il ragazzo, mentre appoggiava il cucciolo nel suo letto, coprendolo fino a sotto il mento.
 
- Sai ci stavo pensando pure io, è strano, non appena arriva Deaton glielo voglio chiedere- rispose l’uomo accarezzando la fronte di Scott – Oh cavolo Derek è bollente, vai in cucina e fatti dare un po’ di ghiaccio da Malia- aggiunse mentre Derek scendeva di corsa.
 
-Ehi piccolo! Svegliati- disse l’uomo sedendosi al fianco del bambino, accarezzandogli la fronte bollente.
 
- Papà che ci fai qui? Non devi lavorare? Io sto buono e aspetto la mamma- disse delirando per la febbre Scott, lasciando interdetto Peter, che lo strinse ancora più forte a sé.
 
“ Questo bambino tra la mamma, perennemente impegnata all’ospedale e suo padre, che non c’era mai, era sempre solo”- pensò Peter sentendo montare dentro una rabbia omicida -“con che coraggio si poteva lasciare un bambino così piccolo da solo in casa…….”- Il suo pensiero passò in secondo piano, quando Derek entrò nella stanza con la borsa del ghiaccio.
 
Senza perdere tempo Peter prese il ghiaccio dalle mani del mannaro e lentamente lo posò sulla fronte del cucciolo senza fare pressione.
Il contatto del corpo caldo con quello freddo del ghiaccio, fece sussultare il bambino, che lentamente tentò di aprire gli occhi.
 
– Peter… -disse Scott con la voce impastata dalla stanchezza.
 
–Ehi piccolo sono qui – disse l’uomo scombinandogli i capelli.
 
– Dov’è Derek... io non lo trovavo e avevo paura-biascicò il piccolo riiniziando a singhiozzare.
 
-Tranquillo alla fine lui ti ha trovato, sei a casa ora –lo tranquillizzò l’uomo, sentendo col super udito l’arrivo del druido al piano di sotto. –Scott ascoltami, ora qualsiasi cosa succede devi stare fermo e fare il bravo- disse l’uomo tentando di farsi capire dal cucciolo, che lo guardava sconcertato.
 
 
-Ciao Scott, come stai? -chiese Deaton apparendo sulla porte con Derek.
 
Scott spostò lo sguardo da Peter all’uomo sbiancando.
Peter accortosi del repentino cambio di odore del cucciolo, gli si avvicina ancora di più accarezzandogli la schiena.
 
–Scott tranquillo ci siamo io e Derek qui con te-cercò di tranquillizzarlo Peter, facendo cenno al nipote di avvicinarsi.
 
-Bene Scott adesso misuriamo la temperatura –iniziò il dottore prendendo dalla sua borsa un termometro avvicinandosi.
 
–Gno…-gli ringhiò contro il cucciolo, visibilmente affaticato, facendo cadere il termometro da mano all’uomo.
 
-Scott!! Non incominciare-disse perentorio Peter, non appena il piccolo gli cinse il corpo nascondendo il viso nel suo petto, iniziando ad avere anche difficoltà a respirare.
 
-Peter so che questo non sarebbe il modo giusto, ma devo capire come curarlo, perciò potresti bloccarlo anche contro la sua volontà? - chiese Deaton amareggiato.
Vedere il suo pupillo impaurito, lo faceva stare male, ma era l’unica soluzione.
Scott si comportava come un cucciolo alla prima visita veterinaria.
 
 
Peter rimase per un attimo schioccato da quella richiesta, ma fece come gli era stato chiesto.
Cercando di non incrociare lo sguardo del cucciolo, lo staccò con forza dalla sua maglia solo per stenderlo sul letto, bloccandogli le braccia ed ogni movimento.
 
Scott sentendosi staccare con a forza dal corpo di Peter, iniziò a dimenarsi senza successo, non capiva perché Peter lo aveva bloccato e questo lo terrorizzava.
 
Deaton gli si avvicinò riuscendogli finalmente a misurare la febbre e a fargli altri accertamenti di routine, inoltre approfittando della momentanea immobilità del cucciolo gli inietto nel braccino un antibiotico abbastanza forte per guarire sia la parte umana che quella animale.
Scott piangeva anche se non ne aveva la forza, gli occhi chermisi e gli artigli sfoderati non servirono a nulla dato che Peter lo teneva bloccato.
 
Dopo una ventina di minuti finalmente Deaton finì i controlli e Peter iniziò ad allentare la presa lentamente.
Scott sentendosi finalmente libero, iniziò a ringhiare e a piangere contemporaneamente facendo spaventare anche il resto del branco, che si precipitò nella camera senza nemmeno bussare.
 
-Che è successo? -chiese Derek, avvicinandosi allo zio, vedendo il piccolo con la testa sotto il cuscino tremante con gli artigli sfoderati, che non perdevano l’occasione di graffiare il coprimaterasso involontariamente.
 
-Nulla ora deve solo riposare, noi andiamo a parlare di sotto- disse Deaton facendo preoccupare il branco.
 
-Voi scendete io vi raggiungo. - disse Peter intimando gli altri a scendere.
 
-Scott piccolo ti prego guardami- tentò di parlare Peter avvicinando il viso al cuscino, che copriva i singhiozzi del cucciolo.
 
-Perché mi hai fatto fare male da quel signore? -chiese tra i singhiozzi il bambino, fronteggiando il più grande.
 
-Perché era necessario piccolo, e poi dopo quello che ti ha fatto dovresti sentirti meglio –spiegò l’uomo accarezzando il cucciolo, che aveva abbandonato il cuscino abbracciandolo.
-Piccolo ora dormi un po’ hai ancora la febbre alta io torno subito va bene? -chiese Peter, toccandogli la fronte, facendolo stendere dandogli un bacio in fronte ed alzandosi.
 
Scott fece come Peter gli aveva detto, chiuse gli occhi e si addormentò con il corpo ancora scosso dai singhiozzi.
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-Allora che cos’ha? Non dovrebbe ammalarsi essendo un mannaro- esordì Peter, mentre scendeva le scale affiancando suo nipote.
 
-Teoricamente hai ragione Peter, ma diciamo che c’entra l’incantesimo -tentò di spiegare Deaton.
 
–Che intendi dire?-chiese Derek curioso.
 
-Intendo dire che: l’incantesimo non solo lo ha riportato all’età di tre anni, ma gli ha anche annullato le difese, in poche parole lo ha trasformato in un mannaro privo di protezione- spiegò infine Deaton prima di andarsene seguito da Lydia.
 
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-Peter ora che si fa?-chiese Stiles sperando che l’uomo avesse la risposta.

- Non lo so ragazzi! Sinceramente non so come comportarmi-rispose il mannaro, iniziando a camminare in circolo. 

-Peter, vieni ho fatto un brutto sogno! - Disse Scott piangendo in cima alle scale, destando tutto il branco dai loro pensieri.

-Scott che ci fai in piedi, dovresti stare a letto! - disse Peter salendo le scale per prenderlo in braccio, il piccolo scottava ed era tutto sudato.

-Ho fatto un brutto sogno, mi sono svegliato e tu non c’eri… e poi non volevo dormire da solo-disse il cucciolo, arrossendo mentre il respiro affaticato, dovuto alla febbre, gli rendeva difficoltoso respirare.

-Che sogno hai fatto piccolo? -chiese Derek accarezzando il cucciolo.

-Non lo so……ero in una cavenna come quella delli orsi nei documentari di Derek, c’erano delle persone trapparenti …mi volevano pendere e portare con loro, Peter era dall’altra parte della caverna … io l’ho chiamato e quando si è avvicinato, una luce gialla ……mi ha dato una spinta e io sono caduto… una voce -spiegò il cucciolo con gli occhi rossi dalle lacrime.

Peter e gli altri si guardavano sconcertati, il racconto riassuntivo di Scott coincideva a grandi linee con la spiegazione di Peter riguardo alla trasformazione di Scott.

-E poi piccolo ti ricordi cosa è successo? -chiese Stiles apprensivo.

Scott scosse la testa in una risposta negativa, riprendendo a piangere.

–Ho paura non voglio dommire da solo- gettò fuori fra i singhiozzi il piccolo. 

Tutto intorno c’era un silenzio assordante nessuno parlava, persi in chissà quali pensieri.

-Ok Scott! Hai ragione non è bello dormire da soli, vieni ora io e Malia ti cambiamo il pigiamino sudato e poi ti portiamo da Peter- disse Stiles ridestando tutti, prendendo il bambino dalle braccia di Peter, quest’ultimo non appena ebbe le braccia libere salì in camera seguito da Derek.

-Peter, che succede?-chiese Derek seguendo lo zio in camera.

– Questo mi prende, Derek- disse l’uomo prendendo una cartellina di carta da dentro ad un cassetto.

-Cosa sono?- chiese Derek prendendo alcuni fogli in mano.

–Sono tutte le ricerche che insieme a Deaton abbiamo fatto riguardo al caso di Scott- disse l’uomo porgendo al nipote un foglio sottolineato.

-Peter qua dice che….-si interruppe Derek non credendo a quello che leggeva. 

–Esatto Der, la perdita di controllo alla clinica, l‘involontaria trasformazione quando vuole qualcosa, la febbre ,il sogno e la costante paura di Scott sono tutte conseguenze che secondo questi fogli possono rendere un mannaro violento ed incontrollabile.- Spiegò a grandi linee l’uomo.

-Cavolo! Dovremmo avvertire Deaton…-Disse Derek componendo il numero del veterinario.
Mentre i due Hale cercavano di venire a capo della situazione creatasi. Un ombra prese a sgusciare a ridosso dei muri uscendo di soppiatto dalla stanza, diretta verso il bagno , dove Malia e Stiles stavano cambiando Scott.
“Ecco l’occasione che aspettavo” disse tra se l’ombra, e approfittando della momentanea distrazione dei due ragazzi oltrepassò il piccolo corpo dell’Alpha, piegandolo al suo volere.
“ Uccidili tutti” mormorò l’ombra alle orecchie del mannaro.
Gli occhi del cucciolo mutarono improvvisamente in un rosso rubino, iniziando a ringhiare puntando i due ragazzi che ignari discutevano su quale pigiama far indossare a Scott.
Tentò di attaccare Malia, la quale riuscì a stento a bloccarlo, aiutata da Stiles.

-SCOTT!!!!!!- l’urlo contemporaneo di Stiles e Malia, destò l’attenzione dei due Hale, che intanto erano scesi al piano di sotto per chiamare Deaton.
Mentre Derek attendeva la risposta del druido, Peter prese a correre verso il bagno dove provenivano le urla dei ragazzi.

-Papà aiutaci – urlò Malia tra le lacrime, mentre insieme a Stiles cercavano di tenere il corpo del bambino scosso da spasmi violenti, il più fermo possibile.

Scott si dimenava come un indemoniato, trasformandosi involontariamente nell’Alpha che era.

-Scott , basta calmati….piccolo ti prego va tutto bene calmati-urlava Peter mentre sostituiva le mani di sua figlia sulle spalle del cucciolo, mettendoci tutta la forza per tenerlo fermo.

Il rumore della pesante porta del loft li ridestò dallo stato di allerta.
Scott ,trasformato, approfittando della distrazione del momento, si liberò della stretta di Peter dirigendosi fuori dal bagno, diretto nella sala sottostante come richiamato da qualcosa.

-Derek fermalo!!!- urlò Stiles, mentre insieme agli altri si lanciava all’inseguimento del mannaro. 
Derek si lanciò contro il piccolo, che lo scansò senza fatica graffiandolo…..


-Scott, stupido sacco di pulci vieni qui!!!-una voce ovattata nell’atrio stava richiamando il mannaro, il quale sembrava ubbidirgli docile.

Appena arrivati nell’atrio del loft tutto il branco rimase sbalordito: una persona coperta interamente da un mantello nero stava accovacciato a terra e cosa più scioccante era che stava accarezzando la testa del bambino sorridendo.
Avvertendo lo sguardo di tutti su di loro, il piccolo mannaro iniziò a ringhiare parandosi davanti all’uomo, che sogghignando si levò il cappuccio mostrando il viso deturpato da molte vene nere coperto per metà faccia da una maschera nera.

-E tu chi cazzo sei? Da quale buco provieni? - urlò Peter in preda alla collera dando il via alla trasformazione seguito da Derek e Malia, che si misero subito in posizione d’attacco.
Stiles invece non possedendo nessun potere particolare, si rifugiò in cucina tornando pochi minuti dopo, con la sua inseparabile mazza da Baseball.

La risata contorta dell’uomo risuonò in tutto il loft, facendo rizzare i peli ai mannari.

– Povero imbecille ……sono venuto insieme a te e all’Alpha, quando siete tornati dal Messico. - disse la creatura finendo con un ghigno.

-Sei stato tu a trasformare Scott, cosa gli hai fatto? – disse tra i denti Peter ringhiando.

-Cosa hai fatto al nostro Alpha?- chiese Stiles aumentando la presa sull’elsa della mazza.

- Insulso umano come osi rivolgermi la parola, dovresti strisciare chiedendo perdono come un verme-gli urlò in faccia la creatura, avvicinandosi pericolosamente e facendo spaventare Stiles.

-Non lo toccare bastardo- urlò Derek ,mettendosi dinanzi a Stiles proteggendolo.

Scott ringhiò pronto ad attaccare il suo stesso branco quando: – Fermo inutile sacco di pulci non è ancora il momento……-lo fermò la creatura facendo apparire una catena dal sottosuolo, che si andò a chiudere attorno al collo del bambino a mo’ di guinzaglio.

Quell’immobilità fece adirare ancora di più Scott, che riprese a ringhiare, ma questa volta contro la creatura, che continuava a guardarli divertita.

-Bene mi odi Scott? Sei pronto per il prossimo passo – disse la creatura, posando una mano sulla testa del bambino, da dove vi scaturì una potentissima luce gialla.

La luce si irradiava contro il piccolo, facendolo gemere dal dolore, accasciandosi al suolo agonizzante urlando.
Peter insieme agli altri perse il controllo, attaccando la creatura, che prontamente si difese innalzando una barriera tra il branco e Scott.


Intanto durante tutto questo trambusto il piccolo corpicino di Scott, stava mutando … le ossa iniziarono a scricchiolare dolorosamente, facendo aumentare il dolore.
Nel giro di pochi minuti, le urla vennero sostituiti da ringhi e ululati.

Tutto il branco si bloccò di colpo.
Un grosso lupo adulto di colore marrone si aizzava minaccioso, mostrando gli occhi rossi al suo branco, che a causa della forza dell’incantesimo, fu costretto a inginocchiarsi di fronte al loro Alpha, sottomettendosi.

-Ha, ha, ha, ha bravo cucciolone ora il tuo potere deve appartenere a me…… quindi prostrati ai miei piedi –ordinò la creatura .

-Non ancora bastardo, ci sono ancora io- urlò Stiles fronteggiando la creatura. 
–Scott amico ti prego torna in te, abbiamo bisogno di te- urlò ancora l’umano, indietreggiando mentre la creatura avanzava nella sua direzione.

-Scott ti prego reagisciiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!! Sei un Alpha, con un branco che ti segue … ruggisci…-disse Lydia urlando a squarciagola.

Scott a quell’urlo parve rinvenire un attimo:
“Che sto facendo non capisco, dove sono… loro sono in pericolo…..Stiles, Derek, Peter, Malia e Lydia…loro sono….IL MIO BRANCO!!!”, con questi pensieri il lupo si scagliò contro la figura che inveiva contro Stiles sbattendolo contro il muro con un rumore sordo.


Con timore Scott si avvicinò al branco, appurando l’effettiva integrità di ogni membro per poi scagliarsi di nuovo contro la gola della creatura.

–Scott NOOOOOOO!!!!!- urlò Peter, ma senza successo infatti il lupo si era scagliato contro la creatura solo per strappargli un medaglione che aveva al collo, nel quale era conservata sia l’anima che la magia della creatura.

-NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!-Urlò la creatura, mentre Scott ancora trasformato si allontanava col medaglione tra le fauci posando il medaglione a Stiles, che lo prese e con tutta la forza che possedeva lo scaglio a terra rompendolo in mille pezzi.

-Noooooooo!! Sconfitto da un branco di cani pulciosi e un umano….-urlò la creatura abbandonando il mantello al suolo, dissolvendosi nell’aria.

Tutto il branco era intento a guardare quella cosa sparire e nessuno si accorse, che nell’esatto momento in cui il medaglione si era rotto, Scott con un latrato sofferente si era accasciato al suolo tremante, riprendendo la sua forma di bambino, svenendo in preda agli spasmi di dolore.


-Oddio Scott!!!-urlò Peter facendo girare anche il resto del branco.

Scott tornato bambino, giacque inerme sul freddo pavimento dell’loft.
Peter senza pensarci lo prese tra le braccia, portandolo subito in camera sua e mettendolo al caldo sotto le coperte, accarezzandolo dolcemente, bisbigliando di svegliarsi.

-Ehi Scott ti prego cucciolo svegliati……-continuava a ripetere l’uomo, cullando il bambino sotto gli occhi tristi di tutto il branco.
Scott non dava nessun segno, giaceva immobile tra le coperte, Lydia e Malia piangevano una poggiata alla spalla di Derek e l’altra a quella di Stiles.
Un colpo di tosse li fece girare tutti verso il letto.

-Peter… ho freddo!!!-disse Scott stretto tra le sue braccia con una voce flebile. 

–Ehi piccolo come ti senti? -gli chiese l’uomo, mettendolo meglio sotto le coperte e sorridendo.

Tutto il branco gli fu attorno, c’era chi piangeva e chi sorrideva, Scott si guardava attorno incerto non sapeva cosa fosse successo, l’unica cosa che provava era una profonda stanchezza.

-Peter…ho sonno! -disse il Piccolo assopendosi.

-Ok dormi piccolo, è tutto finito adesso-disse sottovoce l’uomo, baciandogli la testa.

–Ragazzi andiamo a dormire –sussurrò Stiles, tirandosi dietro tutti, guadagnandosi un sorriso da Peter che intanto si era sdraiato affianco a Scott, che dormiva beatamente.



Il sonno lo colpì subito tanto da non accorgersi della luce azzurrina, che avvolgeva il piccolo corpo trasformandolo in quello di un ragazzo di 18 anni profondamente addormentato.
 
  
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