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Autore: midnight_light    06/03/2016    3 recensioni
-"Sono le cose che amiamo di più, a distruggerci"- disse improvvisamente Sakura [...]
-"E tu ne sei un esempio"-concluse. Sasuke le si avvicinò lentamente, facendo incontrare i suoi occhi neri con quelli di lei verde smeraldo...
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 3
“Ama chi ti ama,
non amare chi ti sfugge,
ama quel cuore che per te si strugge.
Non t’ama chi amor ti dice
Ma t’ama chi guarda e tace.”
-William Shakespeare-
 
-”Sei bellissima”- le disse non appena la vide nel suo vestito rosso, coi corti capelli rosa raccolti in un piccolo chignon.
Sakura gli sorrise imbarazzata, di certo non aveva dato molto peso al suo outfit, visto che aveva solo quel vestito rosso donatole da sua madre; aveva cercato di sistemarsi i capelli come meglio poteva, aveva cercato di mettersi la matita nera sugli occhi (cosa che non aveva mai fatto) che miracolosamente riuscì a mettere senza accecarsi un occhio e infine riesumò da alcuni scatoloni – in cui sua madre era riuscita a mettere in salvo le poche cose che avevano - delle vecchie ballerine nere che fortunatamente le stavano ancora.
Si era ammirata allo specchio per l’ultima volta prima di uscire, per accertarsi di non sembrare una scema, ma si stupì della figura che le si presentò davanti: le cicatrici erano state coperte sia dal vestito sia dal trucco, l’abito le scendeva elegantemente sul suo corpo esile, alcuni ciuffi di capelli le ornavano i lati del volto e il trucco nero le faceva risaltare i suoi occhi smeraldini.
Tutto il contrario della ragazza di poche ore prima.
In quel momento non era più una giovane ninja che aveva appena affrontato una guerra, ma era la ragazza di fuoco.
 
Appena uscita di casa si riempì i polmoni di quell’aria che sapeva di fiori di ciliegio e tranquillità sostituendola a quella della guerra che sapeva di polvere e sangue.
Camminando per le strade di Konoha si stupì nel vedere i progressi che avevano fatto i lavori di ricostruzione: erano passate solo due settimane e più della metà della città era già stata ricostruita. Tutti avevano contribuito: bambini, donne, uomini, anziani e ovviamente anche i ninja; persino Naruto non faceva altro che andare avanti e indietro per la città con lunghi pezzi di legno sulla spalla.
Fu grazie a lui che Sakura conobbe Shon.
 
-“Hey! Naruto!”- lo chiamò Sakura correndo.
-“Sakura, che bello vederti! Sei venuta ad aiutarmi?”-
-“No, mi spiace, sono venuta per conto della Signorina Tsunade. Vuole dirti una cosa”-
-“Che cosa vuole adesso? Non ho fatto niente! …cioè, c’è stato quel piccolo incidente con i chiodi e la mano di quel tizio… ma ora non ho fatto niente!”- disse agitato.
-“Naruto calmati! L’Hokege vuole solo dirti una cosa e ha detto che è MOLTO importante! Non è che se ti convoca vuol dire che tu… aspetta… che cosa hai fatto con i chiodi?”-
Il biondo guardò da una parte all’altra -“Niente…”- disse con fare colpevole
-“Comunque, finisco solo di montare questo pezzo e poi vado a senti…”-
-“Ohi Naruto!”- i due ragazzi si girarono verso la fonte dell’interruzione –“Hey Shon! Come va?”- rispose Naruto ad un ragazzo coi capelli neri un po’ arruffati e occhi -che non sfuggirono all’attenzione di Sakura- verde scuro, con un sorriso allegro.
Non erano come i suoi.
Gli occhi verdi di Shon, seppur molto più scuri dei suoi, erano allegri, vivaci, pieni di voglia di vivere. Brillavano. Sembrava che la guerra non lo avesse segnato per niente.
I suoi invece, una volta così vivi, si erano spenti.
Si accorse che non aveva staccato gli occhi da lui da quando era arrivato, e imbarazzata girò la testa di scatto. Sperò che non se ne fosse accorto.
Naruto si ricordò della presenza della ragazza e si accorse del suo stato di disagio
 -“Ehm… Shon, lei è la mia migliore amica Sakura, la mia compagna di squadra. Te ne avevo parlato.”- disse veloce cercando di spezzare quello stato di imbarazzo che avvolgeva la ragazza. Sakura tentò di darsi un contegno ma non poté faro a meno di chiedersi perché il biondo avesse parlato di lei a quel ragazzo. “Bocca larga” pensò.
-“Piacere”- le disse donandole un magnifico sorriso –“Sei l’allieva di Tsunade se non sbaglio.”-  “Ma quanto ha parlato di me quello scemo?”
-“Si sono io”- confermò cercando di ricambiare il suo sorriso –“Vedo che Naruto ti ha parlato molto di me”- disse girandosi con sguardo omicida verso l’altro ragazzo che le fece un largo sorriso colpevole -“Ma io non so niente di te”- disse rigirandosi cambiando espressione -“Come mai non ti ho mai visto?”-
-“L’Hokage mi assegna sempre missioni speciali, raramente sto a casa, e quando è scoppiata la guerra ero stato assegnato alla squadra sensitiva, quindi lavoravo alla base. Senti Sakura volevo chiederti…”- si fermò osservando il terzo incomodo. Naruto alternò lo sguardo confuso da lui a Sakura cercando di capire perché avesse smesso di parlare.
-“Ooooh”- disse dopo aver realizzato -“Bene, io… io vado dalla vecchia eheh. Vi lascio soli”- disse congedandosi. -“Si ecco, volevo chiederti se ti andrebbe di uscire una di queste sere, per conoscerci meglio”- continuò dopo che furono rimasti solo loro due.  Sakura ci pensò su per un po’, nessuno le aveva mai chiesto di uscire, era la prima volta e questo la disorientò. Acconsentì con un sorriso.
In quel momento, le serviva una figura positiva al suo fianco.
 
[-“Voleva vedermi Signorina?-
-“Si Naruto. Si tratta di Sasuke”-]
 
La sua mente gli impose di rimanere seduto su quello sgabello, dentro quel lurido posto, altrimenti avrebbe potuto fare qualcosa di cui se ne sarebbe pentito.
In fondo, quella maledetta vocina era riuscita a sopravvivere all’enorme quantità di alcool che aveva ingerito. Quella schifosa bastarda si era solamente nascosta da qualche parte nei meandri del suo cervello per un po’, per poi risbucare fuori proprio nel momento in cui avrebbe voluto solo seguire il suo istinto.
Ma quando vide che quel ragazzo baciò la sua Sakura, non ci vide più e la vocina di pochi istanti prima, dove gli diceva di stare calmo, scomparve. Morì insieme alla speranza di poter riavere la ragazza accanto a sé.
Si alzò di scatto, suscitando l’interesse di alcuni uomini, che dopo averlo visto barcollare per lo sforzo appena fatto, si girarono ritornando ad interessarsi al contenuto del loro bicchiere. Un uomo sorrise divertito scuotendo la testa.
Si appoggiò al bancone chiudendo gli occhi per riprendersi dal forte giramento di testa che lo sorprese all’improvviso; si sentiva la testa vuota e pesante allo stesso tempo e le tempie gli pulsavano velocemente. Prese un respiro profondo e dopo essersi ripreso almeno un po’, fece per andarsene ma qualcuno gli posò una mano sulla spalla bloccandolo sul posto
-“Ragazzo,  dove pensi di andare? Devi pagare.”-
-“Pagherò più tardi. Lasciami andare.”- disse freddo.
-“Senti moccioso, per chi mi hai preso eh?! Ora tu paghi…”- l’uomo si bloccò terrorizzato dopo aver visto gli occhi rossi pieni di nervosismo del ragazzo.
I pochi presenti si rigirarono incuriositi a guardare la scena.
-“Ho detto”- disse stringendo i pugni -“Che pagherò più tardi.”- il barista tolse la mano tremante dalla sua spalla -“Ah! Fa quello che vuoi.”- gli disse. Ne aveva visti tanti di ragazzi così, e per esperienza sapeva che si sarebbe trovato solo nei guai se avesse continuato ad insistere, e di certo non ne voleva proprio ora che il suo locale era stato ricostruito e riaperto.
Sasuke distolse lo sguardo e lo guardò camminare incerto fino all’uscita. Scomparve dietro alla porta che si era chiuso dietro di sé.
Quel ragazzo gli faceva paura.
 
Avrebbe tanto voluto sentire le farfalle nello stomaco, avrebbe tanto voluto sentire le gambe molli, ma quando Shon la baciò non sentì niente di tutto questo. Anzi, sentiva che lui non ne aveva il diritto. Le sembrò imperdonabile che qualcuno abbia potuto baciarla dopo che l’aveva fatto lui. In qualche modo, sentiva di aver tradito Sasuke.
Qualcosa le si spaccò dentro. Si rese conto che per quanto si fosse sforzata a non pensarci, quel ragazzo dagli occhi rossi non se n’era mai andato dalla sua mente -dal suo cuore-.
 Si staccò dalle sue labbra e lo allontanò, non aveva neanche il coraggio di guardarlo negli occhi. –“Scusami”- gli disse con voce flebile. Shon non capiva, la guardava stranito.
-“Sakura che hai? Che ti prende?”- chiese preoccupato.
Sakura si allontanò, creando una distanza da lui -“Shon perdonami. Sono io, è colpa mia”- disse indietreggiando -“Scusami”- si girò e cominciò a camminare veloce, con le lacrime che minacciavano di uscire.
Lui la rincorse e l’afferrò per un polso –“Sakura se ho fatto qualcosa di sbagliato dimmelo! Mi dispiace, sono stato troppo avventato per te…”-
-“Non hai fatto niente! Non è colpa tua.”- disse guadandolo negli occhi verdi spaesati e dispiaciuti. Lentamente, il ragazzo mollò la presa sul suo polso -“Io non so cosa…”- cercò di spiegare quel suo insolito comportamento, ma il problema era che non se lo sapeva spiegare nemmeno lei -“Mi dispiace, devo tornare a casa”- disse infine, congedandolo così, senza nessuna spiegazione. Gli diede le spalle e continuò a camminare velocemente.
Non capiva: avevano passato una bellissima serata, lui la faceva ridere, parlavano, anche di cretinate, si erano conosciuti meglio e allora perché proprio nel momento più bello gli era comparso il volto di Sasuke davanti agli occhi?
Si sentiva un vero schifo, aveva illuso un bravissimo ragazzo e lo aveva lasciato lì così confuso e sicuramente si stava scervellando sul capire dove avesse potuto sbagliare. Era stato chiederle di uscire il suo errore. Era lei che con la sua negatività feriva le persone che le stavano intorno.
Inconsapevolmente stava piangendo. Non era riuscita ad andare avanti per niente.
All’improvviso qualcosa la fece andare contro il muro, stordendola, togliendola dai suoi pensieri.
Aprì gli occhi.
Verde contro rosso.
Quel qualcosa era Sasuke.
 
Le bloccava i polsi sopra la testa con una sola mano con forza.
Puzzava di alcool. L’odore dei vari tipi di bevande si era sovrastato col suo odore naturale creando quel miscuglio pungente che le fece venire la nausea.
Aveva paura.
Per la prima volta in vita sua provò terrore verso Sasuke. Che cosa le avrebbe fatto?
-“Allora è così, stai con un altro!”- cominciò a inveirle contro. L’alito era anche peggio.
-“Cosa stai dicendo Sasuke, sei completamente ubriaco, lasciami andare!”- disse cercando di mantenere il controllo di sé stessa.
-“NO!”- disse stringendole ancora di più i polsi. Sakura fece una smorfia di dolore -“Non sono ubriaco! Ho visto perfettamente che quello ti ha baciata! Per questo… si, per questo mi hai respinto”-
-“L’ho conosciuto pochi giorni fa e non ti deve interessare con chi esco va bene?! Cos’è, tutt’ad un tratto t’importa di me?”- cercò di divincolarsi ma lui la tenne salda al muro.
-“Mi è sempre importato di te!”- il suo tono era carico di nervosismo e rabbia.
-“Ma fammi il favore, stai zitto!”- si guardavano negli occhi, sfidandosi.
-“Ti ha fatto qualcosa per caso? Perché hai pianto?”- le chiese serio.
Sakura non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo. Come faceva a spiegargli una cosa che non sapeva neanche lei? -“RISPONDIMI!”- le urlò spaventandola serrandole ancor più i polsi.
-“NON MI HA FATTO NIENTE! È PER COLPA TUA SE PIANGO!”- urlò anche lei senza pensare. La guardò interdetto -“Dopo che mi ha baciata me ne sono andata e sai perché? Perché avrei voluto che ci fossi stato tu al suo posto! Ma tu non sei come lui, no… lui è gentile con me, mi fa ridere e soprattutto non prova odio verso nessuno”- disse con rabbia.
-“Avresti voluto che ci fossi stato io? E allora perché, perché mi hai allontanato EH?! Perchè sei uscita con quello?!”-
-“NON LO SO!”- grosse lacrime nervose cominciarono a scenderle lungo il viso -“Ogni volta che cerco di andare avanti, che cerco di dimenticarti non ci riesco!”- disse fra i singhiozzi. -“Pensavo che se fossi uscita con lui forse mi sarei dimenticata di te…”-
-“Da quando ti piacciono i ragazzi così?”-
Una grossa rabbia le si montò nel petto. Smise di piangere. -“Che cosa sai tu di me?”- gli sibilò contro con rancore –“NIENTE! Te ne sei andato via quando avevamo solo dodici anni!”-
-“L’HO FATTO PER PROTEGGERTI! PER PROTEGGERE TE, NARUTO E IL MAESTRO! COSA AVREI DOVUTO FARE? PORTARTI VIA CON ME? SAI COSA AVRESTI RISCHIATO?!”- inveì.
-“Avremmo potuto aiutarti Sasuke! Ma tu, tu hai deciso di vendicarti, di tagliare ogni legame! E alla fine cosa hai guadagnato? La morte di tuo fratello, ecco cosa! E per di più hai cercato anche di uccidermi!”-
-“E SECONDO TE NON HO SOFFERTO? PENSI CHE MI SIA PIACIUTO VEDERE IL CADAVERE DI ITACHI DI FIANCO A ME?!”- Sakura rimase in silenzio; non aveva mai pensato a queste cose -“Quando stavo per colpirti io… io… non stavo capendo più niente”- disse con un filo di voce -“Non sapevo neanche io cosa volevo, cercavo solo più potere e dopo aver ucciso Orochimaru volevo tornare a casa ma sapevo che non avrei avuto più nessuno”-
-“C’ero io Sasuke! Ma dopo tutto quello che mi hai fatto come hai potuto pensare che sarei rimasta?”-
Sasuke si soffermò sul suo collo e con la mano libera le toccò il punto in cui le aveva lasciato il segno.
-“Vedo che è quasi scomparso. Non si vede più. Per questo quello ti ha chiesto di uscire.”-
Si avvicinò a lei, facendo toccare le loro fronti. -“Non aveva capito che tu eri già mia”- le sussurrò. La spaventava, sembrava un maniaco. No… ormai era completamente andato fuori di testa.
L’aveva perso.
Detto questo, l’Uchiha tolse lo sharingan e liberò i polsi a Sakura.
Poco dopo Sakura si rese conto di essere rimasta da sola.
 
Tornata a casa, si lasciò cadere lungo la porta di camera sua e cominciò a piangere. Aveva ferito Shon per colpa ti un ragazzo che la considerava solo come un oggetto.
-“Ti odio.”-
 
 
Nei due giorni che seguirono Sakura rimase in camera sua. Non mangiò e non dormì, stava sdraiata sul letto a fissare la foto del team 7 sul comodino. Ogni tanto sua madre veniva a disturbarla per convincerla ad andare a mangiare oppure veniva a dirle che Shon avrebbe voluto parlare con lei. Rifiutava tutt’e due.
Un giorno, dalla finestra sempre aperta, vide entrare Naruto.
-“Sakura”- la chiamò. -“Sakura ti devo parlare”- non ricevendo nessuna risposta, Naruto accolse il silenzio come un invito a parlare.
-“Ti ricordi quando sono andato a parlare con l’Hokage, qualche giorno fa?”- cominciò sedendosi sul letto.
-“Mi ha parlato di Sasuke. Ha detto che ha questa ferita sul fianco sinistro che ancora non gli è guarita. Ha detto che quando è andata a casa sua per curargliela, quel testone l’ha cacciata via. Sai com’è fatto. Ma ha detto che è davvero molto grave e che se continuerà così presto gli si infetterà aggravandola ulteriormente e che potrebbe morire a causa di un’emorragia interna.”- l’Haruno ascoltava in silenzio, cercando di capire dove volesse andare a parare. Lei aveva provato ad offrirgli il suo aiuto, ma come al solito l’aveva rifiutato.
-“Così ieri sono andato da lui e ho provato a convincerlo che deve farsela curare ma non ha voluto sentir ragioni, così ho pensato che avresti potuto fare qualcosa tu”-
 
Come avesse fatto Naruto a convincerla non lo sapeva neanche lei, fatto sta che si ritrovò dentro Villa Uchiha senza rendersene conto.
Sasuke la lasciò entrare senza protestare e per tutto il tempo rimasero in silenzio.
Il moro si tolse la maglietta e Sakura quasi si spaventò da quella ferita che gli deturpava il fianco.
Cominciò a disinfettargliela e poi passò ad applicargli i punti. Con silenziosa ammirazione Sasuke si stupì nel vedere la ragazza al lavoro, non avrebbe mai pensato che fosse così abile. Infine gli avvolse le bende, gliele strinse e cominciò a mettere via le sue cose per andarsene.
 
-“Sakura”-
-“Eh, Sasuke”- sospirò. Nel suo tono Sasuke ci trovò stanchezza e delusione.
Era stanca.
Sakura era stanca e si vedeva, era esausta di tutta quella situazione che sembrava non avesse una fine.
Glielo si leggeva in faccia che era rassegnata e Sasuke non potè fare a meno di sentirsi in colpa.
-“Mi ami?”- le chiese con voce bassa e roca, guardandola di sottecchi attraverso i capelli neri per osservare la sua reazione senza essere notato. Non voleva guardarla negli occhi, come se avesse paura di vederci la risposta ancor prima che gliela dicesse lei.
“Forse sarebbe meglio che mi dica di no” pensò “almeno la smettiamo di farci del male a vicenda”
-“Si Sasuke, certo che ti amo”- gli disse passandosi una mano fra i capelli -“Sennò perché sarei ancora qui?”- sapeva che avrebbe detto si, in fondo. Sapeva che Sakura non aveva mai smesso di farlo ma ormai si era rassegnata ad un amore a senso unico e che stava cercando di andare avanti, cosa che però non riuscì a fare.
Sakura non era mai andata avanti.
-“E tu Sasuke? Mi ami o mi odi?”- quella domanda lo spiazzò, gli fece aprire gli occhi e la guardò confuso in volto, come per cercare la risposta.
Non lo sapeva, non sapeva cosa provasse veramente per Sakura, non sapeva cosa volesse dire “amare qualcuno”. Una volta l’aveva provato questo sentimento, per la sua famiglia, molto tempo fa. Forse la voleva solo per non rimanere più da solo, per non impazzire completamente.
L’unico sentimento che aveva provato era stato odio e si, in un momento aveva odiato Sakura: l’aveva odiata perché aveva fatto resistenza contro di lui, quando l’aveva vista con quello stupido vestito e quando l’aveva vista ridere con un ragazzo che non era lui. L’aveva odiata quando aveva baciato un altro ragazzo.
-“Tutt’e due”- sentenziò dopo pochi minuti di silenzio, abbassando il capo.
 
Sakura lo guardava e le sembrò un cane bastonato.
In quel momento non era più il Sasuke che pensava solo alla vendetta e che sapeva solo provare odio; quello che le stava davanti era un ragazzo su cui gli era crollato il mondo addosso, che stava cercando di rimediare a tutti gli errori fatti.
E soprattutto stava cercando di recuperare il rapporto con lei.
Gli si sedette accanto e gli posò il capo sulla sua spalla sinistra.
-“Perché continuiamo a farci del male così?”-
-“Non lo so Sasuke”- sospirò -“Ma si sistemerà tutto, vedrai”-  disse baciandogli i capelli neri.
“Già… si sistemerà tutto Sakura” pensò mentre cominciò a baciarla.

 
“La morte verrà all’improvviso
avrà le tue labbra e i tuoi occhi
ti coprirà di un velo bianco
addormentandosi al tuo fianco…”
-Fabrizio De Andrè-
*ANGOLO AUTRICE*
Ok, non ho scuse! Non aggiorno da due mesi! Che fatica però scrivere questo capitolo, sembrava che non avesse più una fine!
Ovviamente posto le storie in un orario indecente ma spero che vi piaccia e che l’attesa sia valsa a qualcosa.
Buona lettura! 
   
 
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