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Autore: ARed    07/03/2016    2 recensioni
Bella ha 16 anni e nel giro di poche ore perde tutto, il suo fidanzato, la sua famiglia, la sua casa, rimane sola. Perché dentro di lei cresce il suo pesciolino.
A 25 anni si trasferisce a Seattle ed li che il destino gli farà rincontrare il padre del suo bambino..
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 13 Bella

SI, YES, OUI
VENERDÌ 23 OTTOBRE 2015


La mia vita era perfetta, io, Daniel ed Edward. Non mi serviva altro, io ero felice. Felice ogni mattina quando mi svegliava con una scia di baci sul collo, felice quando progettava il nostro futuro assieme, felice quando organizzava le cenette solo per noi due, o quando faceva i pic nik per noi tre, felice quando Dan lo chiamava: "il papà più figo al mondo".
Per non parlare dei Cullen, stravedevano per Daniel, lo stavano viziando un po’ troppo, Esme in particolare. 
Lei non perdeva occasione per stare con lui, per chiederci scusa, per chiedermi scusa.. Sembrava realmente pentita di quello che aveva fatto, si malediva sempre e sorrideva felice ogni volta che vedeva me ed Edward mano nella mano scambiarci qualche tenero bacio.
Rose ed Emmet stavano benissimo assieme, si amavano ed io ero felice per loro. 
La piccola Alice era tornata a New York, dove lavorava per un’importante casa di moda, da poco aveva cominciato ad uscire con Jasper. Si quel Jasper, il fratello di Rose, che viveva nella grande mela. Com’è piccolo il mondo! Anche se era stato Edward a farli incontrare quando Rose gli aveva detto che aveva un fratello proprio a New York, diceva che si sentiva più sicuro, di Jasper si fidava anche se non lo conosceva. Alice pensava fosse stato il destino a fargli incontrare.
<< Avanti>>, dissi a chiunque stesse bussando, quando la porta si aprì l'unica cosa che vidi furono centinaia di rose rosse, che stava succedendo?
<< Signorina Swan sono per lei>>, m i disse una voce dietro le rose, chi le mandava?
<< Grazie>>, le presi e mettendole sulla cattedra notai un bigliettino:

 " Non pensare siano tutte per te, quelle con il nastro rosa sono per le tue alunne, le altre sono tutte tue signorina Swan.
Ti amo E."

Era completamente matto e dolce e romantico, il fattorino uscì dall'aula sotto lo sguardo curioso dei mie alunni.
<< Bambine venite qui una persona vi ha portato una rosa a testa>>, consegnai ad ognuna di loro un fiore ed erano molto più che contente, i maschietti le guardavano con invidia.
<< È il suo fidanzato signorina Swan?>>, chiese Susanne con gli occhi a cuoricino mentre ammirava la sua rosa.
<< Non lo so.. è una sorpresa si è firmato con una E..>>, gli risposi rimanendo vaga, non volevo che a scuola si parlasse delle mia vita privata.
A mezzogiorno e mezzo uscì da scuola e lui era li, bello come il sole, che mi aspettava con Daniel per mano, cosa ci faceva lui li non doveva essere in mensa?
<< Prima che tu dica qualcosa..>>, disse mettendo Dan davanti a se, a sorta di scudo.
<< Avevamo detto che mangiava in mensa, ma oggi ho deciso di partire e..>>, il nano sorrideva facendomi gli occhi da cucciolo.
<< Potremmo partire alle quattro quando finisce..>>, cercai di fargli ragionare.
<< No amore poi è buio, e poi aveva solo arte e immagine..>>, disse colui che faceva l'architetto.
<< Dove dobbiamo andare?>>, domandai ormai rassegnata.
<< Lo scoprirai..>>
<< Mamma chi ti ha regalato quelle rose?>>, chiese il mio ometto notando l'enorme mazzo che avevo in mano, sembrava geloso.
<< Un uomo misterioso.. mi sta facendo la corte>>, risposi a voce bassa avvicinandomi a lui e posandogli un bacio sulla guancia morbida.
<< Io le butterei via, non sono belle>>, geloso marcio.
<< Dici?>>
<< Ne sono sicuro>>, Edward mi prese per i fianchi e mi baciò, sorrideva sotto i baffi, amava il fatto di vedere il suo bambino geloso.
<< Saliamo in macchina  gente>>, disse aprendomi la portiera della macchina. Cosa aveva in mente?
<< Mamma chi ti ha mandato quelle rose?>>, Edward scoppiò a ridere. 
<< Papà>>, risposi a Dan sorridendogli dallo specchietto.
<< Ah sei stato tu, meno male..>>, disse strapazzandosi sul sedile posteriore più tranquillo.
Edward continuava a sorridere divertito, aveva una faccia da schiaffi, suo figlio dietro non era da meno.
A casa mangiammo e ci preparammo, le valige erano già pronte, opera di Rose. 
<< Piaciute le rose?>>, mi domandò Edward entrando in camera mia e prendendomi per i fianchi.
<< Tantissimo soprattutto alle mie alunne..>>, risposi girandomi verso di lui e baciandolo come si meritava.
<< Ho fatto conquiste.. ma spero di aver conquistato la maestra più che le ragazze..>>, disse soffiando sulle mie labbra e lasciandomi baci a stampo, io non resistetti e catturai le sue labbra in un bacio più passionale.
<< Bella amore della mia vita dobbiamo andare>>, disse con una voce bassa, da dichiarare illegale.
In dieci minuti eravamo nuovamente in macchina verso quella che sembrava la strada che portava a Villa Cullen, perché aveva la straordinaria capacità di confondermi sempre?
<< Daniel passerà il week end con i nonni>>, disse parcheggiando la macchina. << Sii>>, urlò Dan.
<< Allora perché l’hai fatto uscire prima?>>
<< Volevo che ci salutasse e poi per una volta non succede nulla!>>, chi tra i due fosse più bambino ancora non l’avevo capito.
<< Sei sicuro che non disturbiamo?>>, domandai sempre più confusa dalle sue azoni e rassegnata.
<< Amore loro non vedono l'ora di passare del tempo con Daniel>>
Lasciammo nostro figlio dai nonni che erano felici di passare dei giorni con lui, ma io ancora non capivo dove diamine mi stava portando.
<< Cullen dove mi vuoi portare?>>, chiesi spazientita dopo più di quaranta minuti di macchina e di silenzio.
<< Bella ti fidi di me?>>, domandò prendendomi la mano sul cambio.
<< Manca ancora tanto?>>, sbuffai mettendomi comoda sul sedile e cercando di riposare, fuori aveva ripreso a piovere.
<< Un oretta e mezza>>, dove mi stava portando?

<< Amore svegliati>>, disse scuotendomi, cavoli mi ero addormentata, quando aprì gli occhi notai di essere davanti alla mia vecchia scuola, non poteva essere vero ero a..
<< Forks>>, in automatico i miei occhi si riempirono di lacrime, odiavo quel posto e lui lo sapeva. Perché mi aveva portato li?
Edward scese dall'auto, ma io non avevo le forze per imitarlo, ero bloccata dalla miriade di brutti ricordi che mi colpirono in quel momento.
<< Amore vieni>>, disse aprendomi la portiera e porgendomi la sua mano.
<< Edward perché siamo qui?>>, domandai rifiutando il suo chiaro invito di scendere dalla macchina.
<< Perché voglio che tu ti rifaccia dei bei ricordi anche qui a Forks, so che qui è nato il tuo dolore e qui deve finire. Quindi vieni>>, disse rinnovando il suo invito, accettai ed uscì in quello che era il parcheggio della nostra vecchia scuola.
<< Ogni mattina arrivavi a scuola ed io parcheggiavo esattamente in questo punto, tu venivi da me ed io ti baciavo così..>>, e mi baciò, proprio come quell'ultima volta che sembrava un giorno come un altro, invece era stato l'ultimo.
<< Poi ti prendevo per mano..>>, e così fece, << .. ed entravamo a scuola. All'uscita io ti aspettavo qui..>>, disse trascinandomi all'inizio della scalinata che portava all'entrata della scuola.
<< Dopo scuola passavamo ore a passeggiare mano nella mano, ricordi?>>, annuì avvicinandomi a lui e prendendo a baciarlo. Lui ricambiò e mi strinse forte a se, mi sentivo così completa e a casa tra le sue braccia.
Riprese la mia mano ed intrecciò le nostre dita, cominciammo a passeggiare per le stradine di Forks, in nove anni nulla era cambiato, la vecchia tavola calda era ancora lì, con gli stessi vecchietti che giocavano a carte tutto il giorno.
La gente per strada si fermava ad osservarci, le novità erano ancora rare  a Forks, avevo paura di rincontrare i miei.
Dopo dieci minuti di camminata mano nella mano arrivammo al parchetto a metà strada fra casa sua e casa mia, li ci passavamo pomeriggi interi assieme, giocando, scherzando, scambiandoci teneri ed innocenti baci. Sorrisi, ma il mio sorriso si spense quando raggiungemmo quella panchina, la panchina dove avevo ricevuto il messaggio di Esme. Quel messaggio che aveva avuto il potere di distruggerci, che ci aveva tenuto lontano, che mi aveva fatto odiare il padre di mio figlio.
<< Qui, mi hai raccontato, hai ricevuto quel maledetto messaggio..>>, disse sedendosi sulla panchina.
<< ..e sono sicuro che questa panchina ti ricordi solo questo>>, annuì non sapendo cosa dire.
<< Ti ricordi che proprio qui ti ho dato il primo bacio?>>, feci segno di no con la testa, l'avevo cancellato.
<< Il mio unico desiderio oggi è quello di riempire Forks di ricordi belli, di farti dimenticare il dolore di quel giorno>>, disse alzandosi in piedi e mettendosi davanti a me.
<< Isabella Marie Swan, prometto di amarti ogni singolo giorno della mia vita per sempre, mi vuoi sposare?>>, domandò inginocchiandosi davanti a me e aprendo una scatolina di velluto blu, all'interno c'era il bellissimo anello di nonna Elizabeth.
Non me lo stava chiedendo davvero, stava scherzando.. No non scherzava, era serio come non mai in vita sua, attendeva una mia risposta ed io non ebbi altra scelta che dire..
<< Si, yes, oui>>, risposi e lui si aprì in un sorriso bellissimo, tolse l'anello dalla scatolina e me lo infilò all'anullare bellissimo, lo baciò e poi passò alle mie labbra.
<< Ti amo signora Cullen>>, disse guardandomi negli occhi, il suo era un verde smeraldo pieno di felicità, specchio dei miei.
<< Ti amo>>, risposi felice.
Aveva avuto la straordinaria capacità di cancellare i ricordi più brutti sostituendoli con quelli che rimarranno nella mia memoria a vita. 
Ora saremmo stati una famiglia davanti a tutti, tutta Forks ci avrebbe visti, al parchetto non eravamo soli, ma in quel momento poco mi interessava; c’era lui, c’ero io, null’altro ci interessava.


Ciao, so non è molto lungo, ma vi ho detto non sto bene in questi giorni.. vi anticipo che nel prossimo capitolo saranno molto felici entrambi.
Aspetto i vostri pareri un bacio AlmaRed

   
 
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