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Autore: Virtual Deliverance    09/03/2016    0 recensioni
Questi brevi racconti sono un approccio diverso verso favole o storie che potreste avere già letto. I racconti più vecchi insegnavano lezioni, ma a volte lo facevano in modo goffo, agghindando una morale predeterminata e costringendo il pubblico a ingollarla. Forse nel mondo c'è spazio per favole di natura diversa. Favole che hanno lo scopo di sollevare domande per consentire ai lettori di trovare le risposte per conto proprio.
Genere: Introspettivo, Satirico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL'AUTORE: questa favola ha due possibili finali: uno è lieto e l'altro è triste. Ognuno di essi ha una morale diversa.


Una sera tardi, l'assistente di un professore di chimica entrò trafelato nel laboratorio. In mano stringeva una beuta tappata, contenente un liquido verdognolo. "Professore!" gridò esaltato, "Ho creato un solvente universale!"
Il professore lo guardò con aria di sufficienza. "Dimmi" gli chiese, "cosa intendi per solvente universale?"
"Una sostanza in grado di sciogliere qualunque altra sostanza!" rispose l'assistente.
In tono paternalistico, il professore ribatté: "E se quello è un solvente universale, come fai a tenerlo in un'ampolla di vetro?"

"Oh, no no no no no" rispose l'assistente, ancora fuori di sè dall'esaltazione. "A temperatura ambiente, il composto è inerte, ma guardi cosa succede quando raggiunge i 200 gradi Celsius!"

L'assistente stappò la beuta e la posizionò sopra un becco di Bunsen, che poi accese. Il liquido iniziò subito a ribollire, e in pochi secondi sciolse il vetro, corrose il metallo del bruciatore e il legno del tavolo, cadde sul pavimento e fece un buco che scendeva a una profondità di tre metri.


Finale lieto
L'assistente pubblicò i suoi risultati su una rivista scientifica e si aggiudicò il premio Nobel per la chimica. Il professore, invece, finì i suoi giorni continuando a fare l'unica cosa che faceva da anni: ripetere infinite volte i fondamenti della chimica a studenti che non avevano il minimo interesse alle sue lezioni.


Finale triste
Per un secondo, il volto del professore parve sopraffatto dallo stupore. Era il volto di un uomo che aveva visto qualcosa che non sarebbe dovuto essere possibile, un uomo il cui concetto di realtà era stato frantumato in un istante. Tuttavia, riuscì a ritrovare la sua compostezza, e sorrise benignamente all'assistente. Disse: "Non essere sciocco. Se esistesse davvero un solvente universale, i miei libri lo menzionerebbero. Ciò che hai scoperto è un gioco di prestigio che esiste da decenni."

Nella mente dell'assistente si formarono decine di controargomentazioni, tutte insieme. "Ma questa è una sostanza completamente nuova!" "Ma l'ha visto lei stesso!" "Ma questo non è un trucco!" "Ma nessun processo industriale utilizza questa reazione!" Tuttavia, tutto ciò che riuscì a dire fu "Ma... ma... ma..."

Il professore continuò: "Non pensare troppo a cose oltre la tua competenza, finirai solo vittima dell'esaurimento nervoso. Forza, devo fare un esperimento che richiede la tua presenza. E dammi i tuoi appunti su questa cosa che hai fatto, me ne sbarazzerò io stesso."

Demoralizzato, l'assistente obbedì.

Anni dopo, il professore pubblicò un articolo su una rivista scientifica riscrivendo le note dell'assistente a proprio nome, e in seguito si aggiudicò il premio Nobel per la chimica, per la creazione di un solvente universale. Ma l'assistente non seppe mai nulla di tutto ciò. Aveva smesso di pensare a cose al di là della sua competenza.

 

  
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