Buona lettura!
*Act IV*
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Thursday: warm; talk to me
–
Era lì.
Davanti a lei.
Sedici giorni dopo ultima volta che si erano visti – dopo l’ultimo
litigio.
Draco aveva accettato di vederla, di parlare ancora. Era lì in
piedi in mezzo al soggiorno del suo piccolo appartamento. Sembrava così fuori
luogo, così estraneo in quel posto in cui non era mai stato.
«Cosa vuoi dimostrare?»
Hermione deglutì in silenzio. Draco era teso, freddo, ostile. Poteva forse dargli torto?
L’aveva rifiutato mettendosi con un altro e l’aveva cercato dopo aver ricevuto
una proposta di matrimonio. Proposta a cui non aveva ancora risposto, tra
l’altro.
«Voglio chiarire questa storia una volta per tutte.»
Draco le mostrò un’espressione beffarda, quasi cattiva – aveva
tirato di nuovo su il muro.
«Così potrai sposare Weasley con la coscienza pulita?»
Me lo merito, pensò. Era stata lei a creare quella
situazione. Aveva paura del cambiamento e alla fine si era ritrovata davanti
allo stesso bivio di cinque anni prima.
«Non ho risposto a Ron.»
«Ma stai ancora con lui.»
Deglutì di nuovo, a fatica. «A dire il vero non lo so. Io non...
io e lui non ci siamo più parlati. Non lo sento da quando mi ha fatto la
proposta. Sono scappata.»
«A quanto pare è ciò che ti riesce meglio.»
Altra cattiveria. Hermione chiuse gli occhi e assorbì ogni
sillaba. L’aveva ferito al punto da non poter recuperare ciò che avevano?
Tu
ami Draco e lui ama te.
Le parole di Annabeth la tormentavano e le davano speranza; erano
come una maledizione, perché in realtà poteva finire tutto entro pochi minuti e
lei sarebbe rimasta sola con il cuore spezzato e l’anima spaccata in due.
«Io non amo Ron.»
Fu un sussurro. Lo disse mentre una lacrima scendeva sul suo viso.
«Allora perché non lo lasci?»
«Perché ho paura di perderlo» ammise finalmente ad alta voce. «Siamo
amici da quando abbiamo undici anni, non voglio che sparisca dalla mia vita.»
«Quindi preferisci che sparisca io?» Draco alzò la voce. «Siamo
sempre allo stesso punto, Hermione, non riesci a lasciarlo andare, neanche per me!»
«Non so cosa fare!» esclamò lei guardandolo negli occhi. «Ho paura
di fargli male e non so come gestire questa situazione!»
«Mi hai detto queste parole cinque anni fa e non è cambiato nulla
alla fine, vero? Vuoi solo la mia benedizione per stare con lui.»
«Se io non fossi io e tu non fossi tu... se non fossimo chi siamo
e non avessimo il passato che abbiamo...»
«Con i se e con i ma non si va da nessuna parte.»
Era vero, ma lei ci aveva pensato per tutta la vita. Grifondoro –
Serpeverde. Era bastato frequentare classi diverse per creare una frattura
insanabile nei loro mondi, nelle loro abitudini, nelle loro amicizie, nel loro futuro.
Draco fece un passo indietro ed Hermione ebbe una visione di ciò
che sarebbe stata la sua vita – una vita senza di lui. Le si fermò il cuore e
fu il cuore a parlare pochi secondi dopo.
«Io ti amo!»
Draco si fermò. Divenne una statua. La fissò negli occhi,
scrutando la sincerità delle sue parole. Lo sapeva, l’aveva sempre saputo. I
sentimenti di Hermione non gli erano sconosciuti anche se lei non li aveva mai
tirati fuori dalla sua anima in quel modo.
«Questo amore ti rovinerà la vita.»
«Perché è tanto sbagliato amarti?» Chiese Hermione in un pianto
disperato. «Perché non possiamo
amarci?»
«Non chiedermelo» rispose lui fuggendo il suo sguardo. «Conosci la
risposta. Ci siamo passati tempo addietro. Non funzionerebbe, l’hai detto tu
stessa.»
«Cinque anni fa!» esclamò lei alzando la voce. «Cinque anni fa non
riuscivo a decidere, e tu te ne sei andato!»
«Cosa potevo fare?» Allargò le braccia, come a mostrare la propria
impotenza. «Dare un pugno a Weasley e dirgli che ti amavo? Che lui non ti
avrebbe mai amata una vita intera quanto ti amo io in un giorno solo?»
«Hai detto ti amo.»
Draco si zittì all’istante, conscio di aver commesso un errore.
«L’hai detto al presente» puntualizzò lei. «Allora perché stai cercando di allontanarmi da
te?»
Le voltò le spalle. «Non dovrei essere qui.»
«No, non dovresti, ma sei
qui.»
Era giovedì. L’ultimo giorno di
scuola.
«È finita.»
«Già.»
Hermione guardava il cielo
notturno con un sorriso amaro sulle labbra.
«Hogwarts diventerà una parte del
nostro passato.»
«Ti dispiace?»
No, ma aveva paura.
«Le stelle sembrano diverse oggi.»
«Lo sono.»
Draco era accanto a lei davanti
alla finestra. Spalla contro spalla. Sentiva il suo calore, ma lei continuava
ad avere paura del domani.
Perché lui non ci sarebbe più
stato nella sua quotidianità e lei sarebbe stata troppo codarda per cercarlo
alla luce del giorno.
«Giovedì
prossimo, alla consegna dei diplomi...» sembrava incerto. «Non andare via.»
Sembrava che volesse dire molto
più.
Hermione si voltò a guardarlo.
«Verrò da te.»
Sembrava una promessa.
«Ti aspetterò.»
«Ti troverò qui?»
«Dove altro potrei essere?»
Dentro di me.
Era l’ultimo giorno di scuola ed
Hermione Granger stava morendo di paura – perché sapeva cosa l’aspettava fuori
da lì, fuori dal castello, là fuori nella vita reale – là dove c’erano Harry e
Ronald.
Draco coprì la mano con la sua.
«Stai tremando. Non puoi avere
freddo adesso.»
Non dopo tutto quello che c’era
stato tra loro, non dopo il calore che li aveva riportati alla vita, non dopo
che, insieme, erano tornati a sorridere.
«Andiamo via.» La sua voce aveva
una sfumatura acuta che lui non mancò di notare.
«Cosa stai dicendo?»
Sembrava disperata.
«Fuggiamo insieme, ti seguirò
ovunque vorrai.»
Era disperata.
«Hai così tanta paura, Hermione?»
Era letteralmente terrorizzata.
«Io non...» le parole le morirono
in gola.
Non voglio tornare. Voglio
restare qui dove possiamo esistere.
Un abbraccio – il primo –
l’ultimo.
Un bacio posato tra i capelli.
«Giovedì
prossimo. Ok?»
«Ok.»
Quel giovedì lui non si presentò
all’appuntamento. Perché lei apparteneva già a un altro.
«Ho bisogno della verità, Hermione.»
Era stanco. Aveva atteso letteralmente anni per lei e ancora non riusciva ad avere una risposta sincera –
forse lei aveva lasciato a Hogwarts il suo tanto decantato coraggio dei
Grifondoro.
«Te l’ho appena detta la verità, Draco... ti prego...»
Alzò una mano. Se avesse continuato a parlargli con la voce rotta
e il viso rigato di lacrime non avrebbe resistito oltre.
«Dici di amarmi, ma non staremo insieme finché non avrai chiuso
con Weasley. Sempre che tu voglia
chiudere con lui.»
«È un ricatto?»
«È l’unico modo.»
Lo sapeva. Quante cose sapeva già da anni, ormai?
«Devi esserne sicura, o questa volta...» Questa volta mi si spezzerà il cuore e non potrò più rimetterlo in
sesto. Scosse la testa. «E dire che non c’è mai stato davvero niente tra di
noi. Ci vedevamo dopo le lezioni e spesso per pochi minuti. Erano solo attimi
rubati che fuggono in fretta.»
Hermione abbassò il capo, conscia che stava rischiando tutto per
qualcosa che, a conti fatti, era poco più di un sogno. Una nuvola di desideri,
di pensieri, di ricordi sfumati nel tempo.
«Hai ragione, non ho idea di come sia stare con te.»
«Per te è sufficiente?»
«Per te lo è?»
Lo sguardo di Draco era fisso nel suo. «Non sono forse qui ora?»
Hermione sentì il cuore leggero e pesante allo stesso tempo.
Era reale. Poteva essere
reale.
«Venerdì prossimo.»
«Cosa?»
Un piccolo sorriso che nascondeva una più grande speranza.
«Vediamoci venerdì prossimo. Qualunque risposta andrà bene purché
sia l’ultima.»
Era Natale e il cuore di Hermione
Granger era freddo come la neve.
Da qualche parte aveva trovato il
coraggio di contattare Draco e adesso erano lì, uno di fronte all’altro, in una
strada isolata di sera tardi. Sembrava un incontro illecito – forse lo era.
«Perché adesso?»
Era cambiato; serio, cupo,
maturo. Troppo adulto. Troppo Malfoy.
«Volevo farti gli auguri di
Natale.»
Quasi le rise in faccia. «Ah sì?»
«Sì.»
«Non hai altro da dire?»
Ti amo.
«Non credo. Tu?»
«Lascialo.»
Hermione sgranò gli occhi.
«Scusa?»
«In effetti delle scuse non
sarebbero male per cominciare.»
«Draco...»
«Lascialo.»
Si sentiva già in colpa. Era
stata meschina, aveva scelto la via più comoda per stare tranquilla e aveva
lasciato indietro lui – loro.
Non era pronta.
«Lo amo.»
«Oh, Hermione...» un sorriso
tirato, beffardo come solo il dolore poteva disegnarlo. «L’amore è come un
fulmine, non lo sai?»
Uno sguardo confuso.
«Non si sa dove cade finché non è
caduto.»
Una rabbia ingiusta si impadronì
di lei. Stava insinuando che non amasse Ron? Che i suoi sentimenti per lui non fossero
sinceri? Cosa ne sapeva lui di quel che c’era tra loro?
Ron era sempre stato con lei, era
stato una costante nella sua vita. Draco non avrebbe mai potuto comprendere il
loro legame.
E nessuno avrebbe mai compreso il
legame che c’era tra lei e Draco. Nessuno le sarebbe rimasto accanto. Nessuno
avrebbe voluto capire. Sarebbe rimasta sola e lei non era pronta.
Neanche per lui. Neanche per
loro.
«No.»
«Buonanotte allora.»
Un giro, un colpo di tacco, e
Draco svanì davanti ai suoi occhi.
«Miseriaccia, Hermione, sei davvero tu?»
Hermione sorrise un sorriso timido e si lasciò abbracciare. Ron la
strinse con la forza della disperazione e lei si rilassò nel sapere che alla
Tana non c’era nessuno.
«Mi dispiace, non intendevo sparire per così tanto.»
Ron le prese la mano e si avviò verso il divano, dove si sedette;
la tirò seduta accanto a sé e la guardò come se la vedesse per la prima volta.
Hermione si sentiva morire.
Stavano insieme da anni, lui le aveva chiesto di sposarlo e lei...
lei stava per lasciarlo. Osservò il suo volto in un silenzio reverenziale. Gli
avrebbe fatto male e il pensiero la stava distruggendo – come si può far male a
chi ti ama tanto?
«Ron, io...» aveva la gola secca, le parole non volevano uscire
dalle sue labbra. «Io non... posso...»
Ron smise di sorridere.
«Non puoi sposarmi?»
Cielo, quanto era cresciuto. Anni prima non avrebbe mai colto il
discorso neanche se lei gliel’avesse disegnato.
Scosse la testa. «Non posso più stare con te.»
Silenzio.
Hermione stava morendo.
«Perché?»
Sii sincera, se lo merita.
«Io ti voglio davvero bene, ma non come prima.»
«Non mi ami più?»
Non ti ho mai amato come meriti.
«Ron, lo so che sembra scontato, ma non sei tu, sono io. Non sono
la persona giusta per te e non posso sposarti sapendo che non ti renderei mai
davvero felice.»
«Ma io sono felice con
te, Hermione.»
Perché faceva così male?
«Ma io no.»
Ron la guardò e gli parve così triste, così tanto triste. D’un tratto sembrava regredita di anni, quando
era tornata a Hogwarts ed era l’ombra di se stessa.
«Dimmi la verità, ti prego. C’è un altro?»
Hermione scossa la testa. «Non in quel senso.»
«Quindi c’è.»
«Sì e no.»
«Mi lasci per lui?»
«Ti lascio perché è la cosa migliore per entrambi.»
«O per tutti e tre?»
Strinse la sua mano e cercò i suoi occhi. «Ron, ti voglio bene, ma
non ti amo come una moglie ama suo marito. Ti voglio troppo bene per darti un matrimonio infelice.»
«Chi è?»
«Te lo dico dopo. Non è questo il punto.» Un profondo respiro;
poteva farcela. «Voglio che tu capisca che non ti sto lasciando per un altro
uomo, ma perché non posso farti del male. Sei una delle poche persone
importanti come l’aria per me... e se ho aspettato tanto è perché ho una gran
paura di perderti.»
«Ma mi stai lasciando, Hermione...»
«Sono stata egoista perché per paura di non averti più nella mia
vita ti avrei tenuto legato a me anche se questo ti avrebbe reso infelice. L’ho
capito quando mi hai chiesto di sposarti... ho capito che non potevo farti questo, non a te.»
Ron abbassò lo sguardo e trovò il braccialetto sul polso di
Hermione.
«Questo non te l’ha regalato Luna, vero?»
Lei scosse la testa. Lui corrugò la fronte, in pensiero.
«Ce l’hai da anni.»
«Sì.»
«Ce l’avevi quando sei tornata dopo Hogwarts.»
«Sì.»
L’espressione di Ron si fece dura per qualche istante. «È lui,
vero? Te l’ha dato lui?»
Gli occhi si velarono di lacrime. «Sì.»
Ron si alzò in piedi, fece qualche passo nella stanza e tornò a
sedersi. «Adesso starai con lui?»
«Non lo so, noi... Ron, non c’è mai stato niente tra me e lui. Ci
siamo a malapena abbracciati per salutarci quando abbiamo lasciato Hogwarts.»
«Mi lasci per un sogno?»
«È il più bel sogno che abbia mai avuto.»
In quel momento lui sembrò comprendere davvero le sue parole.
Hermione era sempre la sua Hermione e lo sarebbe sempre stata. L’amava di un
amore che si porta con sé tutta la vita, ma si chiese se, forse, non l’avesse
confuso con l’amore romantico per tutti quegli anni.
In fin dei conti, era lei quella intelligente del gruppo. Capiva
le cose prima degli altri e le spiegava, poi attendeva che gli altri capissero
e la raggiungessero. Lui non l’aveva mai raggiunta.
«Sono una persona matura... sono un adulto adesso. Io... io posso comprendere.
Posso comportarmi nel modo giusto.»
Ron alzò di nuovo lo sguardo sul suo volto e le regalò un sorriso.
«Grazie per essere stata sincera.»
«Sei sicuro?»
«Sì.»
«Ron, non voglio perderti...»
Hermione scoppiò in lacrime e lui la prese tra le braccia.
«Non mi perderai. È impossibile che accada, ti voglio troppo bene
per lasciarti andare per sempre.»
«Avevo così tanta paura che non volessi più vedermi...» singhiozzò
sulla sua spalla.
«Va bene, non importa...» anche la sua voce era rotta dal dolore,
un dolore diverso dal suo, ma che allo stesso modo gli stava spezzando il
cuore. «Vai per la strada che ti renderà felice, Hermione. Ama e fa’ ciò che
vuoi. Io resterò con te.»
Era trascorso un anno e ancora lo
cercava; non riusciva a smettere di pensare a lui, di cercarlo nelle strade, di
trovarlo nei sogni. Sentiva la sua presenza in ogni cosa che faceva, perché
ogni piccola cosa aveva un ricordo di lui.
Nei mesi passati, Hermione aveva
pensato di aver sbagliato. Avrebbe dovuto lottare per lui, ma sull’altro piatto
della bilancia c’era Ron – ed Harry, e Ginny, e tutta la famiglia Weasley, e
tutta la sua vita prima di lui.
Ma era lui che le mancava, lui
che sognava la notte; era suo il nome che portava sulle labbra quando si
svegliava al mattino.
Lui che aveva inciso il proprio
nome nella sua anima.
«Hermione.»
«Draco.»
Un campo di grano bagnato dalla
luce del sole. Erano soli – erano sempre soli, perché nessuno poteva vederli
insieme, nessuno poteva capire cosa ci facessero insieme loro due, proprio loro
due.
«Porti ancora il mio
braccialetto.»
«A volte ho ancora freddo.»
«Hai dimenticato come tenerti al
caldo?»
Non dimenticherò mai come mi
tenevi tu al caldo.
«Ne ho ancora bisogno.»
«Porti anche il ciondolo che ti
ha regalato lui.» Il suo sguardo si indurì. «Toglilo.»
«Come...?»
In due passi le fu a un respiro
di distanza.
«Toglilo. Lascialo.»
«No!» La sua mano scattò a
coprire il ciondolo che si posava sul suo petto.
«Allora perché mi hai cercato?»
Perché mi manchi.
«Volevo vederti.»
«Io non voglio vederti se stai
con un altro.»
«Non puoi chiedermi di lasciare
Ron ogni volta che ci vediamo!»
«Allora non ci vedremo finché non
l’avrai lasciato.»
Hermione sentì l’impulso di
piangere. Le cose tra loro erano cambiate e non c’era nessuno da incolpare
tranne se stessa. Aveva causato lei tutto quello.
In quel momento lei voleva solo
tornare indietro nel tempo, seduta su quel cuscino col fuoco fatuo acceso e
Draco accanto a lei.
«Non posso lasciarlo.»
Lui sembrava soffrire. Hermione
si sentì ancora di più in colpa, ma era egoista e aveva bisogno di vederlo.
«Non puoi averci entrambi.»
Lo so. Ma non voglio scegliere.
«Addio, Hermione.»
Allora non ci vedremo finché non
l’avrai lasciato.
Note:
«Perché è tanto sbagliato amarti?»
Tristano e
Isotta
«Che lui non ti avrebbe mai amata una vita intera quanto ti amo io
in un giorno solo»
Cime
Tempestose
Adattamento della frase “Se lui t’amasse infinitamente una vita
intera... non ti amerebbe mai quanto t’amo io in un giorno solo.”
«Le stelle sembrano diverse oggi.»
“Space Oddity” – David Bowie
Adattamento della frase “And the stars
look very different today”
«Fuggiamo insieme, ti seguirò ovunque vorrai.»
Tristano e
Isotta
«Solo attimi rubati che fuggono in fretta.»
Tristano e
Isotta
«L'amore è come il fulmine: non si sa dove cade
finché non è caduto.»
Henri Lacordaire
«Ama e fa’ ciò che vuoi.»
Agostino
d’Ippona