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Autore: blueeyes_greeneyes    10/03/2016    1 recensioni
Cosa potrebbe succedere se Anne, la madre di Harry, costringesse suo figlio diciassettenne a partecipare ad un campo estivo?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina calda d'inizio luglio, gli uccellini cantavano sull'albero davanti alla finestra della camera di Harry. Erano quasi le dieci di mattina e un raggio di sole che entrava della finestra colpiva i suoi occhi. Si svegliò lentamente e quando fu abbastanza lucido si alzò dal letto mal volentieri. Era arrivato il giorno della temuta partenza. Sua mamma, Anne, lo aveva iscritto in un campo estivo, malgrado lui l'avesse pregata di non farlo.

Dopo una lunga serie di tentativi riuscì ad alzarsi dal letto per andare in cucina per fare colazione: lì trovò sua mamma che ordinava le ultime cose all'interno della valigia che si trovava sul tavolo accanto alla sua tazza fumante di thè. Non si accorse nemmeno della presenza del figlio che era appena entrato nella stanza: Harry la fece ritornare dal "fantastico mondo delle valige" alla vita reale con un - Buon giorno, mamma! - carico di finta allegria. Anne sorpresa di sentire la voce del figlio alzò lo sguardo sorridendo verso di lui che si era appena seduto e aveva iniziato a sorseggiare il suo thè.

- Oh, buon giorno Harry! - disse lei tutta allegra -Ho appena finito di prepararti la valigia.-

- Ah. Okay. Che bello. - La risposta secca del figlio la fece accigliare.

- Cosa c'è che non va, tesoro? Non sei contento di partire? -

Harry odiava questo tipo di domande, soprattutto se la madre sapeva più che bene la risposta, quindi si limitò a sbuffare. Il motivo per cui lui non voleva partire era semplicemente uno: Harry non era una persona molto socievole, aperta a nuove conoscenze e soprattutto era molto timido, quindi dover passere le seguenti tre settimane in un posto pieno di sconosciuti, era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.

L'idea lo terrorizzò a tal punto da farlo rimanere imbambolato sull'uscio della sua villetta gialla al momento della partenza. Gli tremavano le mani e nella sua testa si continuava a ripetere "vedrai andrà tutto bene. Cosa saranno mai tre settimane, mh. Nessuno è mai morto per una cosa del genere."

Le urla della madre che lo incitavano a sbrigarsi lo convinsero ad entrare in macchina: -Su Harry muoviti o arriveremo tardi!-

Anne accese la macchina e subito partirono: il cielo era fin troppo azzurro e il sole risplendeva alla sua massima altezza, un cielo totalmente in contrasto con lo stato d'animo di Harry, troppo agitato, troppo arrabbiato con sua madre, troppo spaventato da questo posto sconosciuto. Decise allora di accendere la radio ed inserire la piccola compilation che Gemma, sua sorella maggiore, gli aveva regalato per il suo compleanno. Selezionò la sua canzone preferita, e la iniziò a cantare: era l'unico modo che aveva per staccarsi dal mondo e riuscire così a trovare la serenità che non aveva, a calmarsi, il canto gli permetteva questo, trovare quella parte forte di se stesso che mancava in qualsiasi altro ambito della sua vita. La sua voce soave e roca risuonava forte come non mai nell'abitacolo della macchina, sua madre sempre più affascinata dalla sua voce guidava in uno stato di euforia.

Dopo un'ora di macchina erano arrivati: appena fuori Londra si trovava questo immenso agriturismo fornito di un campo sportivo molto attrezzato. Un' enorme casale si trovava al centro del cortile, in uno stile a dir di Harry settecentesco che gli ricordava la vicende del cartone animato Lady Oscar che guardava quando era piccolo.

-Harry, mi raccomando, ricordati tutto ciò che ti ho detto e se ci sono problemi non aspettare un secondo a chiamarmi!- disse Anne, dopo aver accompagnato il ragazzo all'entrata. Era leggermente nervosa. In fin dei conti era stata lei a voler a tutti i costi che il figlio partecipasse a quel campo estivo. Se qualcosa non fosse filato per il verso giusto si sarebbe in qualche modo sentita molto colpevole.

-Si mamma! Ho diciassette anni compiuti, so come ci si comporta e cosa devo fare nel caso mi dovesse succedere qualcosa!- disse sorridendole. -Ora meglio che tu vada! Non farmi fare la figura del mammone!- Si avvicinò abbracciandola, le lasciò anche un bacio sulla guancia. Sapeva che le sarebbe mancata nelle seguenti tre settimane.

-Va bene Harry. Mi mancherai perciò ricordati di chiamarmi almeno ogni due giorni!- Un ultimo abbraccio ed Anne si allontanò lasciando entrare il figlio all'interno dell'edificio.

 

-

 

Harry si sarebbe aspettato di tutto, ma di certo non di trovare un interno così moderno, nulla ricordava che si trovasse all'interno di quello che si poteva definire un vero e proprio palazzo signorile. Si avvicinò al bancone in fondo alla stanza dove altri ragazzi e ragazze stavano parlando con quelli che presumibilmente dovevano essere i tutor.

-Buongiorno e ben arrivato, io sono Ally! Qual è il tuo nome?- una ragazza sulla ventina, con due lunghe trecce bionde a contornarle il viso dai lineamenti dolci, si rivolse pimpante al nuovo arrivato.

-Em.. buongiorno, io sono Harry... Styles.-

-Allooora Harry, vediamo un po'. Innanzitutto tieni queste - disse passandogli due magliette blu con su scritto "Happy Holidays - FireLand2011" - dovrai indossare quella maglietta a partire da domani per partecipare alle attività e non preoccuparti per lavaggi e cose del genere, c'è una lavanderia! Tieni anche questi moduli che dovrai compilare e consegnare qui domani mattina!-

Harry continuava ad annuire mentre si guardava intorno: una ragazza dai capelli rossi che stava aspettando il suo turno aveva con se una valigia più grossa di lei, si era per caso trasferita lì?

Beh a quale ragazza non piacerebbe vivere in un castello pensò.

Al contrario un altro ragazzo aveva con se solo un borsone.

Sperò che userà spesso la lavanderia.

-...e la stanza che ti è stata assegnata è la 127, secondo piano, corridoio B. Non dovresti avere problemi a trovarla, basta seguire le indicazioni sui muri. Ecco le chiavi... ah si dimenticavo, la condividerai con un ragazzo, ovviamente.. le stanze miste non sono ammesse, sai per diverse ragioni... - concluse facendogli l'occhiolino.

- Si... eh capisco. Per la cena a che ora ci dobbiamo presentare?- disse Harry tirando un sorriso.

- Ore 20.00 alla mensa, anche quella la trovi seguendo le indicazioni, anzi aspetta tieni un piantina!-

-Grazie mille! Vado e buona giornata!- il ragazzo prese la sua valigia e si allontanò velocemente dalla ragazza. La sua parlata veloce e squillante gli aveva fatto venire un lieve mal di testa.

 

Trovare la stanza fu molto più facile di quanto immaginasse, due rampe di scale e sempre dritto. Arrivato davanti la porta si fermò a guardarla, cercando di memorizzare bene il posto per poi non aver problemi nel ritrovarlo. Poggiò a terra la valigia ed estrasse la chiave.

Nel momento in cui l'andò a portare verso il buco della serratura, la porta si aprì di scatto. Harry non face in tempo a capire cosa stesse succedendo che si ritrovò disteso a terra con una spalla dolorante. Si guardò intorno, ma del ragazzo che l'aveva appena travolto non c'era neppure l'ombra.


 

Angolino di Gio:

Ciao a tutti bella gente! :) Innanzitutto, perdonate eventuali errori di battitura e non, in una prossima revisione cercherò di correggerli.
Vi ringrazio per esser passati qui ed aver letto questo primo capito! Se è stato di vostro gradimento fatemelo sapere commentando :)
Un saluto, al prossimo aggiornamento!

  
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