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Autore: la luna nera    11/03/2016    7 recensioni
Un tempo esisteva un regno minuscolo e pacifico, affacciato sul gelido mare artico. Il Cuore di Ghiaccio, antico amuleto la cui origine si perde nella notte dei tempi, garantì pace e prosperità fino al giorno in cui il giovane erede al trono compì il gesto che avrebbe cancellato ogni cosa, compresa la sua memoria.
Una lunga avventura lo attende e lo fa vagare senza una meta ben precisa per le fredde lande gelate alla ricerca del suo sconosciuto passato. E il destino lo porta nel piccolo villaggio di Beflavik dove qualcosa sembra esserci veramente......
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL LIBRO DI BADENEISTEN
 
 
 

 
Non appena la funzione fu conclusa e la folla di fedeli ebbe abbandonato il luogo di culto, Ranja, Burian, Dilia e Theon fecero il loro ingresso nel Tempio. I cuori dei due giovani battevano forte per l’emozione ed ogni tanto il ragazzo lanciava qualche occhiata furtiva a lei verso la quale sentiva di nutrire un fortissimo sentimento. Dilia fece strada a tutti, invitandoli a seguirla dietro l’elegante piedistallo su cui poggiava la statua di Odino. “Ecco: la piccola chiave che avete trovato apre questa serratura. Non so se il mio defunto marito ha veramente nascosto qui il Libro di Badeneisten, sta a voi scoprirlo.”
I ragazzi si guardarono in faccia in totale silenzio, poi un loro cenno di tacita intesa ruppe tutti gli indugi. Fu Ranja ad infilare la chiave nella piccola fessura con il cuore che le batteva all’impazzata, la girò e la serratura scattò subito aprendo lo sportello: all’interno c’era veramente il tanto sospirato Libro di Badeneisten. Nell’aria si sparse un delicato profumo di muschio, il Sacro Fuoco e le candele accese in onore di Odino splendevano più del solito, c’era un qualcosa di nuovo attorno alle quattro persone che avevano finalmente trovato quel prezioso oggetto nascosto in una nicchia di cui solo Aryus e Dilia conoscevano l’esistenza. La ragazza lo raccolse sotto lo sguardo di Burian e Dilia, poco più in là stava Theon che teneva ogni cosa sotto attento controllo. Si spostarono silenziosamente nel soggiorno e posarono l’oggetto sul tavolo: la copertina era estremamente raffinata, splendeva di un azzurro intenso; al centro troneggiava lo stemma araldico di Badeneisten che consisteva in due spade incrociate nei cui spazi vi erano tre gruppi di tre stelle e, in alto fra le else, un cuore bianchissimo. Lungo i bordi si susseguivano dei piccoli brillanti che si riunivano in alto formando una corona.
“Riconosco lo stemma della mia famiglia, si trovava nella grande Sala del Trono sulla parete in fondo.”
“Sì, è così mio signore.” Confermò Theon. “Era circondato da eleganti drappi azzurri e davanti ad esso sedevano i tuoi augusti genitori.”
Calò il silenzio fra tutti i presenti. Poi Burian riprese la parola. “Theon, mi dica una cosa…” La sua voce tremava leggermente. “Sono ancora vivi, non è vero?”
“Certo, loro sono ancora in vita e lo sono tutte le persone all’interno del castello e questo vale anche per i veri genitori di Ranja.”
Le labbra della ragazza si schiusero impercettibilmente, voleva chiedergli chi fossero ma le mancò la voce.
Theon sorrise. “Rosenthal. E’ da lì che vieni ed appartieni ad una delle nobili famiglie che hanno dato lustro a questa terra. Erik e Silka del casato di Bleikur sono i tuoi genitori che con grande gioia quel giorno di dieci anni fa ti condussero al cospetto del mio nobile principe per obbedire al volere di Odino e suggellare la vostra promessa matrimoniale.”
Ranja abbassò lo sguardo, ora conosceva i nomi dei suoi veri genitori, sapeva di venire da Rosenthal. “Scusate…” Si coprì gli occhi gonfi di lacrime e si allontanò in preda alla commozione preferendo restare per qualche istante da sola per metabolizzare ogni cosa. Burian avrebbe tanto voluto raggiungerla, abbracciarla e coccolarla per farle tornare il sorriso sulle labbra, sussurrarle all’orecchio che avrebbe fatto di tutto per farle riabbracciare la sua famiglia e poterle ripetere all’infinito che lui c’era e ci sarebbe stato per sempre accanto a lei.
Trascorsero alcuni minuti, poi Ranja si riunì alle persone che si trovavano nel soggiorno.
“Tutto bene?” Dilia era preoccupata per lei.
“Sto bene, grazie.” Le sorrise.
“A questo punto tocca a voi, ragazzi. Ora che il Libro è stato ritrovato dovete leggere le sue pagine e far tesoro di ogni parola che vi troverete. Vi esorto a farlo quanto prima, avete già visto che Galdramardur è qui e può agire da un momento all’altro. Leggete e comprenderete il potere del Cuore di Ghiaccio, saprete come usarlo e come vi servirà per liberare dalla prigione di ghiaccio il castello di Badeneisten.”
“Vi preparo qualcosa di caldo da bere, così potete iniziare immediatamente a consultarlo.” Dilia mise sulla calda piastra della stufa un recipiente pieno di acqua mentre Theon si congedò con il volto visibilmente rilassato, il tanto sospirato Libro era stato trovato.
 
Burian, con il cuore in gola, aprì la copertina: la prima pagina presentava la riproduzione dello stemma araldico della famiglia reale, girò tale pagina e si trovò davanti agli occhi un foglio completamente bianco. Guardò in faccia la ragazza con aria perplessa, anche lei non sapeva cosa significasse tutto ciò. Si sedette accanto a lui, mentre Dilia depositò sul tavolo una fumante teiera e due tazze, poi se ne andò a riposare nella sua camera.  Ed accadde qualcosa: come i due ragazzi furono soli, quella pagina bianca iniziò a riempirsi di parole e di disegni meravigliosi. Si guardarono in faccia sorridenti, Ranja si sentiva in imbarazzo perché sapeva bene i sentimenti che lui provava nei suoi confronti, quei sentimenti che ancora non poteva corrispondere appieno. Burian invece l’adorava ogni attimo di più, sentendosi rapito e conquistato da ogni minimo particolare del volto della ragazza che aveva imparato a memoria.
“Iniziamo a leggere?”
“Certo.” Burian distolse lo sguardo da lei e lo portò sul Libro.
Nel Nome dell’Onnipotente Odino è scritto questo Libro che riporta le gesta delle nobili genti che donarono, donano e doneranno lustro al glorioso Regno di Badeneisten, fondato agli albori della civiltà delle Terre del Nord dal prode Borkur, valoroso capostipite della real corona del regno a cui ivi donò i natali. Al suo fianco sedeva la magnifica Axelia, prima regina entrata nella leggenda la cui memoria deve essere tramandata di generazione in generazione.
“Dunque questo è l’albero genealogico del tuo casato.” Ranja indicò lo schema sottostante scorrendo con attenzione tutti i nomi riportati e che occupava quasi quattro pagine.
“Già.” Burian teneva lo sguardo fisso sul suo nome, il quale stava sotto quello dei suoi genitori Bondhus e Senja. “Non pensavo avessi origini così remote nel tempo.”
“Pensavo che conoscere la storia della tua famiglia facesse parte della tua preparazione in quanto erede al trono.”
“E’ così ma…. Non ho mai studiato un bel niente di tutto quello che mi imponevano. Lo trovavo noioso da morire e preferivo fare altro.”
Ranja roteò gli occhi. “Dai, coraggio. Vediamo se più avanti c’è qualcosa che riguarda quel Galdra-come-si-chiama…”
Girarono altre pagine scrutandone attentamente ogni angolo e finalmente trovarono quello che cercavano.
“Bene, ci siamo.” Burian sorseggiò il the e prese a leggere. “Il Pantheon Celeste vide con favore il nascente Regno di Badeneisten il quale fu benedetto da Odino in persona e con Lui stavano Forseti dio della giustizia, Freyr e Freyja dei della fertilità e dell’amore, Heimdallr dio della luce, Snotra dea della saggezza e Thor dio del tuono. Ognuno di loro irrorò i sovrani con i doni di cui erano i divini detentori perché la prosperità ed il buon governo fossero sempre presenti nei loro cuori e ne tramandassero i doni e le virtù alle future generazioni. Perché tutto questo potesse avere luogo, il Potente Odino avrebbe  indicato colei che fosse stata degna di sedere accanto all’erede al trono come principessa e poi regina di Badeneisten, una giovane fanciulla dalle rare virtù e dal nobile cuore.”  Burian si voltò verso Ranja il cui sguardo era rimasto incollato a quelle parole scritte nero su bianco, come a volersi sincerare che le cose udite corrispondessero alla verità. “C’è il tuo ritratto perfetto in queste righe.” Attese che la ragazza lo guardasse. “Adesso sai il perché del nostro fidanzamento forzato.”
Sospirò. “Ero condannata fin dalla nascita dunque…”
“Parli come se fosse una catastrofe.”
“Mi sarebbe solo piaciuto scegliermi da sola lo sposo, finire nel vortice dell’innamoramento come è accaduto alla mia amica Arvika che quando pensa a Kaspar ha gli occhi pieni di stelle e le farfalle nello stomaco….” Aveva lo sguardo sognante perso nel vuoto.
“Questo non significa che a te non succeda mai.”
Lo guardò con aria poco convinta. “Vai avanti con la lettura.” Tagliò corto di proposito.
“D’accordo.” Cercò il punto in cui aveva interrotto poco prima. “Il potente Odino scelse in totale e completa autonomia, in quanto padre celeste, coloro i cui doni avrebbero maggiormente giovato alla nobile stirpe, relegando in secondo piano gli altri eletti del pantheon celeste promettendo loro che avrebbero avuto modo di glorificare la Corona di Badeneisten al momento opportuno. Tutti quanti obbedirono al volere di Odino, tutti tranne il dio Galdramardur, divinità al servizio di Thor il cui potere derivava dal controllo dei venti.
Ranja sollevò la testa da quelle pagine inspirando ed espirando profondamente. “Se ho capito bene Galdra-coso era un dio dunque.”
“Già, pare proprio di sì.” Burian rilesse mentalmente tutte quelle righe per sincerarsi di aver compreso bene. Poi proseguì. “Questi, ritenutosi offeso dal mancato invito di Odino, si ribellò scagliando sulla leggendaria città di Asgard,  loro nobilissima dimora, una tempesta dalle proporzioni enormi, con venti incontrollabili, bufere di ghiaccio e di neve che misero rapidamente in ginocchio ogni essere vivente. Galdramardur dichiarò di porre fine a quel tormento solo nel caso in cui Odino gli avesse permesso di far parte delle divinità elette i cui doni sarebbero stati elargiti a Badeneisten. L’Onnipotente sapeva benissimo che questo avrebbe comportato uno sconvolgimento non indifferente nelle gerarchie celesti e che quella assurda richiesta altri non era che l’insaziabile sete di potere di Galdramardur. Perciò, grazie ai suoi sconfinati poteri di padre celeste, fece tacere la tempesta che si abbatteva su Asgard, la neve cessò di scendere ed il ghiaccio si ritirò secondo la sua volontà. Quanto scatenato dal ribelle dio dei venti non restò impunito, perciò Odino lo cacciò all’istante dal pantheon, lo privò dei suoi poteri e lo relegò in un limbo di oscurità, donando istruzioni precise ai Membri della Kasta di Badeneisten sull’accaduto affinché niente di simile potesse più scatenarsi. Lo sigillarono all’interno di una bottiglia realizzata con il mitico Gler, la Sacra Lega forgiata dagli dei in persona ponendone al vertice una chiusura ermetica messa in sicurezza dalla rilegatura in Reipi realizzato con i divini capelli delle magnifiche dee di Asgard. Esiste solo un oggetto in grado di spezzare il Reipi, un oggetto potentissimo che ha la rara facoltà di andare oltre l’impossibile e si tratta del leggendario Pugnale di Bloch, forgiato nella notte dei tempi al confine delle Terre degli Immortali dallo stesso Odino. Questo è in grado di trafiggere anche i divini corpi ed ogni cosa ad essi collegato…..” Burian si interruppe un istante e rifletté, ricordandosi altri particolari importanti. “Il Pugnale di Bloch… ma certo! Era custodito nel Tempio del mio castello e lo usavo spessissimo per giocare. Theon mi ripeteva fino allo sfinimento di non toccare quell’oggetto… Adesso capisco perché.”
“E lo hai usato per recidere quelle corde speciali liberando lo stregone.”
“Già.” Restò in silenzio sentendosi terribilmente in colpa.
“Questo Pugnale di Bloch dove si trova adesso?”
“Non lo so. Theon se ne impossessò dopo che ebbi fatto il danno e da allora non l’ho più visto.”
“E’ possibile che lo custodisca lui?”
“Lo spero proprio, non saprei dove andare a cercarlo.”
“Dobbiamo trovarlo a tutti i costi, Burian.” Lo guardò in faccia con determinazione. “Quell’oggetto è l’unica cosa che possa eliminare Galdra-coso.” Cercò le righe in cui ne veniva rivelato il potere. “Guarda: il Pugnale di Bloch può trafiggere anche gli dei e coloro che sono dotati di poteri proprio come lui.”
Si imbambolò a guardarla, rapito da una sorta di devozione nei confronti di quella ragazza che con la sua intelligenza gli aveva appena aperto la mente sul futuro: ecco la vera Ranja, ecco il motivo per cui Odino l’aveva scelta come sposa per lui. Lui era sempre stato un tipo poco riflessivo, a volte pure insofferente verso tutto ciò che concerneva i suoi doveri regali, magari superficiale e scansafatiche, a tratti forse troppo impulsivo. Ed eccola la ragazza giusta per lui, una ragazza dotata di grande sensibilità e di un’intelligenza non comune, capace di mettere a freno la sua irrequietezza e di prendere in seria considerazione quello che la vita le stava chiedendo, una ragazza insomma in grado di metterlo in riga e di fargli capire che non si può sempre  fuggire da quello che non ci piace, bisogna tirare fuori la grinta per affrontare di petto le sfide della vita, soprattutto se si è un erede al trono.
“Beh? Che hai? Ti sei addormentato con gli occhi aperti?”
“No… no… Scusa. Stavo solo riflettendo.” Tornò a concentrarsi sul Libro sfogliandone le pagine alla ricerca di altre utili informazioni.
“Dobbiamo ancora trovare la parte in cui si parla del Cuore di Ghiaccio.” Ranja scrutava con attenzione ogni parola.
Burian si portò una mano sul petto. “E’ qui dentro di me. Ne sono il custode da anni ormai e non lo conosco affatto. So solo che il suo potere mi ha fatto diventare un mostro insensibile e non ti nascondo che questo amuleto mi spaventa.”
“Coraggio, andrà tutto bene.” Gli sorrise nel tentativo di tranquillizzarlo. “Adesso cerchiamo qualcosa qui e vedrai che le nostre idee si chiariranno.”
Gli sfiorò la mano che teneva sul cuore, man mano che il tempo scorreva sentiva di iniziare a nutrire qualcosa di profondo nei suoi confronti. Burian le faceva tenerezza con quella sua aria a tratti smarrita, con quegli occhi profondi e quello sguardo fragile ed insicuro. Sentiva di non poterlo abbandonare, poco importava se il loro era un matrimonio combinato da Odino, poteva sempre vivere il magico periodo dell’innamoramento, chi glielo vietava? Forse il fatto che questo sposo le era stato imposto dal destino?
Sorrise e riportò l’attenzione sul Libro, sentiva però il cuore palpitare in un modo per lei nuovo ed anomalo. Poteva significare quello che in fondo desiderava?
 
 




 
 
 
Ciao a tutti!
Dovrei aver superato tutti i problemi che nelle scorse settimane mi hanno tenuta lontana da efp, per cui son di nuovo qua a disturbare i vostri pomeriggi con la mia storia.
Capitolo forse un po’ lungo e pesante questo che avete appena terminato di leggere, abbiamo ripercorso parte della storia di Badeneisten fra uno sguardo e l’altro dei due protagonisti. Cosa ve ne pare?
 
Vi prego di lasciare qualche recensione, per me è di fondamentale importanza per capire se qualcosa non va e tentare di cambiare grazie ai vostri suggerimenti.
 
Vi aspetto!
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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