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Autore: Giuka    28/03/2009    6 recensioni
Raccolta su Jared e Kim, la mia coppia preferita nella saga di Twilight. Nono capitolo: Il sentimento che ci univa era già oltre a tutti i problemi adolescenziali. Era uno scalino superiore, un tale livello di coinvolgimento e adorazione che nemmeno la morte avrebbe potuto spezzare. Ora sapevo che saremmo potuti stare lontani anche anni: il nostro amore eravamo noi stessi. Perderlo avrebbe voluto dire perdere la nostra identità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jared Cameron, Kim
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
Capitoli:
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My Gravity – Jared and Kim

 

Kim Padalechi

 

#1: 14 Settembre 2001 (Kim Pov)

Kim non avrebbe mai potuto dimenticare quel 14 Settembre di tre anni fa, quando lo aveva visto per la prima volta a First Beach. Era relativamente piccola e immatura, ogni tanto giocava ancora con le bambole, ma quando i suoi occhi si erano posati sulla figura di Jared aveva trattenuto il respiro, mentre le guancie le si imporporavano per la prima volta a causa di un ragazzo.
Era già allora bellissimo, con un fisico magro e slanciato, un sorriso luminoso e morbidi capelli neri scompigliati dalla brezza marina: indossava un tuta da surf e reggeva la tavola sotto braccio, mentre si avvicinava con aria sicura e divertita alla riva. Kim sentiva il proprio cuore battere senza sosta, lo stomaco contrarsi, le mani sudate e la bocca secca, tutto improvvisamente ed inaspettatamente: si voltò con gli occhi spalancati verso Mary, la sua migliore amica, mentre ancora ansimava.
“Chi è quello?” mormorò senza fiato, gettando un’occhiata significativa a Jared.
Mary seguì i suoi occhi e poi scoppiò a ridere, abbracciandola teneramente.
“Lascia perdere, Kimmy. Quello è Jared Padalechi, uno dei ragazzi più belli della scuola e decisamente fuori dalla nostra portata. Sai, lui è fidanzato con Kate.” disse accarezzandole i capelli, dispiaciuta nel darle quella brutta notizia: Jared era fidanzato con Kate, la più bella del loro anno. Kim però non le prestava più attenzione: aveva ascoltato l’amica fino a Jared Padalechi, e da lì non aveva più colto una sola parola. La sua mente ripeteva furiosamente quel nome, associandolo al suo sorriso dolce e magnetico e Kim, arrossendo, si arricciò una ciocca di capelli intorno ad un dito, rendendosi conto che Kim Padalechi suonava incredibilmente  bene: nella sua infantilità di adolescente ancora un po’ bambina decise che avrebbe sposato Jared, un giorno.

Il 14 Settembre 2001 fu il giorno in cui Kim si innamorò di Jared Padalechi.

 

 

 

 

 

2#: 29 Gennaio 2002 (Jared/Kate Pov)

Jared era bello, era intelligente, era simpatico ed anche discretamente popolare: cosa poteva desiderare di più? Aveva un bel gruppo di amici ed tante ragazze: Kate, Angelina, Mary, Rose… Tutte ragazze bellissime e stupide, ma a lui non interessava più di tanto, dato che non aveva mai avuto la buona abitudine di andare oltre all’aspetto fisico delle persone.
Oltre alle ragazze, gli piacevano i suoi amici –John in particolare, dato che amava divertirsi quasi quanto lui-, la musica rock ed il surf. Si considerava un ragazzo mediamente fortunato, dopotutto, e non si era mai preoccupato per qualcuno che non fosse se stesso, né aveva mai considerato che alcuni suoi atteggiamenti potessero ferire le persone che aveva intorno.
Per questo non aveva mai notato la piccola ragazzina che, con dedizione ed affetto, gli faceva trovare tutti i giorni la merenda sul banco, gli faceva copiare i compiti, gli passava le soluzioni durante i compiti in classe e rispondeva per lui alle domande dei professori: Jared non aveva mai notato Kim. Non aveva mai rivolto il proprio sguardo su di lei, né avrebbe mai potuto pensare che una secchiona come Kim potesse provare un sentimento puro e sincero per lui. Era troppo impegnato a ricordarsi i nomi di tutte le ragazze con cui usciva per ricordarsi quello della piccola ed ingenua compagna di classe.
Kate Robin, però, non era altrettanto ingenua. E nemmeno gentile, dolce ed educata come avrebbe dovuto essere una ragazzina di quindici anni; era arrabbiata ed innervosita per essere soltanto una delle tante ragazze di Jared Padalechi ed aveva riversato la propria frustrazione sulla povera sfigata della classa, Kim Najera, la cui infatuazione per Jared era ben conosciuta da tutti tranne che dallo stesso.
Accadde tutto quel 29 Gennaio: Kate attese che Kim entrasse in classe, invisibile come al solito, per poi avvicinarsi a Jared sorridente.
“Tesoro, hai una nuova spasimante, sai?” trillò con la voce insolitamente alta e Jared, ignaro e troppo buono, sollevando un sopraciglio scuro cadde in pieno nella trappola. Dall’altra parte dell’aula Kim sussultò, tendendo l’orecchio preoccupata.
“Un’altra? E chi sarebbe, Kate?”
Lei sorrise “Ma come Jay, non te ne sei mai accorto? Kimberly è innamorata di te da una vita! Ha tappezzato il suo diario con la scritta Kim Padalechi!” esclamò teatralmente, spalancando i grandi occhioni verdi e guardandolo con aria di finto rimprovero.
E Jared, convinto che Kimberly non fosse nemmeno in classe, sferrò il colpo.
“Kimberly Najera? Quella sfigata non ha niente a che fare con me!”.
Le risate che seguirono alle sue parole coprirono il rumore di una corsa disperata fuori dalla classe ed i singhiozzi affranti di una ragazza con il cuore spezzato.

Il 29 Gennaio 2002 fu il giorno in cui Jared spezzò il cuore di Kim Najera: non avrebbe mai detto che, a distanza di anni, se ne sarebbe pentito a tal punto da desiderare di morire.

 

 

 

 

 

3#: 21 Settembre 2004 (Kim Pov)

Erano passati due anni e mezzo dal giorno in cui il suo cuore era stato barbaramente spezzato e calpestato e  Kim era cambiata, diventando un’adolescente triste, disillusa e timidissima. Da quando Jared e Kate l’avevano sottoposta all’umiliazione pubblica si era chiusa in se stessa ed aveva limitato le sue relazioni alle uniche due persone che considerava vere amiche, Mary e Annie, compagne inseparabili dalla terza elementare.
Al contrario i suoi sentimenti per Jared non erano mutati, ma erano nascosti dentro di lei così come il suo diario, ricoperto dalla scritta “Kim Padalechi”, era nascosto nel cassetto della scrivania. Non gli rivolgeva più la parola e si limitava ad osservarlo da lontano, attenta a non farsi scoprire, sopportando le sensazioni che lui sapeva darle solo con la sua presenza: sudorazione, farfalle nello stomaco, bocca secca e tanti brividi.
Era talmente disillusa e certa del fatto che non avrebbe mai più avuto l’occasione di parlare con Jared che il giorno in cui scoprì di condividere il corso di inglese con lui il cuore quasi le scoppiò di gioia; poi, quando il professore annunciò che sarebbero stati anche compagni di banco, svenne di gioia, facendo l’ennesima brutta figura davanti al ragazzo dei suoi sogni.
Il giorno successivo, tuttavia, era talmente felice che non le importava di essere svenuta: mentre aspettava l’inizio delle lezioni seduta al suo posto il sorriso che aveva era così spontaneo e genuino che sembrava quasi un’altra persona. Naturalmente quando Jared entrò in classe il sorriso scomparve, sostituito da un’espressione timida.
Jared si sedette e sorrise, tendendole la mano “Sono Jared, il tuo compagno di banco; ti senti meglio?” chiese più  per cortesia che per vero interesse, ma Kim non se ne accorse, persa com’era nei suoi occhi castani vicini come non lo erano mai stati.
Kim arrossì “Sì, grazie Jared. Sono Kim…” mormorò stringendoli la mano e sentendo le farfalle nello stomaco svolazzare più allegre che mai.
“Sì sì… Senti Kat, facciamo così: io non do fastidio a te, tu non dai fastidio a me. Okay?”
Kim sorrise e annuì, senza rendersi conto che Jared avesse sbagliato il suo nome; quando tornò a casa, riempì un’altra pagina del suo diario con il nome “Kim Padalechi”.

Il 21 Settembre 2004 Kim si innamorò per la seconda volta di Jared Padalechi.

 

 

 

4#: 25 Marzo 2005 (Jared Pov)

Le accarezzò la guancia con le labbra, sorridendo contro la sua pelle profumata e fresca rispetto alla propria; scese poi lentamente per seguire la linea della mascella, del collo e della spalla, sentendola fremere e avvolgergli la vita con le gambe per tirarlo più vicino a sé. Spostò il proprio peso sul suo corpo, schiacciandola contro il materasso, e ritornò verso l’alto: quando passò accanto alle sue labbra Kim cercò di baciarlo, ma lui la evitò, causando il suo sbuffo infastidito.
Le baciò la punta del naso e la sentì trattenere il respiro rumorosamente. La fissò negli occhi lucidi e socchiusi sorridendole dolcemente e accarezzandole il fianco da sotto la maglietta, sentendola rabbrividire. Adorava le sensazioni che sapeva darle, adorava il modo in cui Kim rispondeva al suo tocco ed adorava le sue ciglia lunghe e folte, che in quel momento gli accarezzavano la pelle della guancia, tanto erano vicini. Si spostò ancora baciandole le palpebre, le tempie, la fronte ed ogni centimetro di pelle disponibile, scendendo verso le guancie morbide e rosse: la sua pelle era liscia e calda, e lei era sua, sua, sua e di nessun’altro. Più passava il tempo più la sua possessività diventava soffocante: non riusciva a sopportare che qualcuno ad eccezione di lui la toccasse o guardasse in modo più che amichevole; naturalmente Kim si arrabbiava quando faceva “il fidanzato geloso”, ma non poteva capire quanto lui dipendesse da lei, quanto la amasse e quanto desiderasse renderla felice.
Si spostò dalle sue guancie verso le labbra tonde e carnose, perfettamente a cuore, e gliele sfiorò con le proprie gemendo piano. Jared avrebbe voluto stare sempre così, con il suo confortante respiro sulle labbra, il corpo piccolo e fragile premuto contro il proprio ed i suoi occhi nei propri, ma Kim non era d’accordo: con un sospiro esasperato gli afferrò i capelli e lo spinse contro di sé, facendo scontrare le loro labbra.
Si stava giusto godendo il bacio quando un piccolo tonfo lo avvertì che qualcosa gli era caduto sulla schiena, per poi finire sul pavimento: Jared non vi fece nemmeno caso, troppo impegnato a godersi la sua Kim.
Improvvisamente il campanello suonò: lo ignorarono entrambi.
Il campanello risuonò: Kim mugugnò.
Suonò nuovamente: Jared ringhiò.
Terza volta: Kim tirò un pugno sul petto di Jared.
Squillo lungo e persistente: Jared si staccò, sbuffando irritato, sedendosi sul letto e liberando Kim dalla stretta delle sue braccia.
Kim si alzò in piedi traballante ed ansimante, con tutti i capelli scompigliati, le labbra rosse e gonfie e gli occhi ancora lucidi, e si diresse poi verso la porta borbottando: Jared ghignò soddisfatto passandosi una mano tra i capelli scompigliati e prese a guardarsi intorno. Il suo sguardo cadde inevitabilmente su quel piccolo oggetto che gli era caduto sulla schiena: un’ agenda blu, su cui la scritta bianca “Diario” troneggiava accattivante. Jared la raccolse immediatamente, girandosela tra le mani, diviso tra il desiderio di rispettare la privacy di Kim e l’enorme curiosità: non è difficile comprendere quale lato prevalse.
In un attimo Jared era disteso sul letto, la piccola agendina tra le mani e gli occhi accesi di curiosità.
Aprì la prima pagina e spalancò gli occhi, sorpreso: all’inizio del foglio Kim aveva scritto il suo nome in una calligrafia elegante e perfetta, circondandolo completamente di cuori.

 

 

14 Settembre 2001

Oggi ho incontrato Jared per la prima volta! È il ragazzo più bello che io abbia mai visto: ha un bel sorriso, bei capelli e degli occhi unici. Mary mi ha detto che è già fidanzato, ma non mi importa: mi sono innamorata di lui. Oggi è il giorno in cui mi sono innamorata per la prima volta, e lui è il ragazzo perfetto.

Tua con affetto,

Kim Padalechi.

 

 

Jared sussultò e prese a leggere le pagine successive impazzito e sorpreso. Scoprì che il suo nome era scritto in tutte le pagine, incorniciato da cuori, stelle e stelline, e che ogni singolo giorno Kim aveva scritto qualcosa su di lui, dalla descrizione dei suoi capelli a quella delle sue mani.

 

 

21 Novembre 2001

Oggi gli ho preparato la merenda per la prima volta: gliel’ho lasciata sul banco e lui non sa che sono stata io a prepararla, ma non mi importa. Ah, si è lasciato con Kate! Sono al settimo cielo. Forse è il momento di confessargli i miei sentimenti. Oh, quanto sono innamorata di lui!

Tua con affetto,

Kim (si spera) Padalechi

 

 

 

Kim gli preparava la merenda quando erano alla scuola media? Non se ne ricordava proprio. E non si ricordava neppure di essere stato in classe con lei alle medie, pensò con un sussulto doloroso allo stomaco: Kim lo amava da tre anni e lui non l’aveva mai nemmeno guardata?
Lesse le pagine una dopo l’altra, sempre più attento e sempre più assorto, finché una non colpì la sua attenzione: non era colorata come le altre e qua e là sul foglio si vedevano grosse macchie d’inchiostro, come se fossero cadute delle gocce di pioggia sulla pagina.

 

 

 

29 Gennaio 2002

Perché nessuno mi ha avvertito che avrebbe fatto così male? Sento il cuore spezzato in tanti piccoli pezzi e tutti pulsano e fanno male. Perché mi hai fatto questo, Jared? Non ti bastava ignorarmi? Non mi facevi già abbastanza male non accorgendoti di me?

Non sono mai stata così male: è tutto il giorno che piango. Ti amo Jared, ma mi hai fatto male. Probabilmente non ti sei nemmeno accorto di avermi ferita.

Sto male, caro diario. Fa male.

Kim Najera.

 

 

Jared boccheggiò in agonia, mentre le parole appena lette pugnalavano ferocemente il suo cuore. Dopo aver  ignorato Kim per mesi aveva anche osato farla piangere?  Rendersi conto che le macchie d’inchiostro erano lacrime fu doloroso quasi quanto la consapevolezza di essere stato lui a provocarle.
Voltò pagina, incapace di sopportare ulteriormente quelle scritte, e la data della pagina successiva lo colpì: 21 Settembre 2004, due anni e mezzo dopo. Sette mesi prima.

 

 

 

21 Settembre 2004

Siamo in banco insiemeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee. Oh caro diario, non ci credo. Siamo in banco insieme. Sono svenuta dalla gioia oggi: è ancora più bello di quanto ricordassi. Grazie, grazie per avermi fatto questo regalo meraviglioso: posso ricominciare a sognare. Perché nonostante tutto, non l’ho dimenticato: perché ti amo ancora, Jared.

Tua con tanta, tanta, tanta felicità

Kim (di nuovo) Padalechi.

 

 

Da lì le pagine erano quasi tutte identiche: il suo nome era scritto ovunque ed ogni giorno Kim si lasciava andare a descrizioni colorite ed entusiaste del suo amore per lui, causandogli ancor più dolore di quanto già non provasse. Dolce, buona e stupida Kim: come poteva aver continuato ad amare uno stupido come lui per tutto quel tempo?

 

 

 

18 Febbraio 2005

Okay, ci speravo, ci ho sempre sperato, ma adesso che è successo qualcuno mi spiega come faccio a crederci? Jared mi ha guardata, oggi, mi ha chiesto il mio nome e mi ha detto che sono bellissima, il tutto condito da un’espressione adorabile. Poi mi ha preso la mano, mi ha accompagnato all’ora successiva e poi fino al mio pick up, baciandomi dolcemente sulle guancie e sulle mani.

Bene, sta architettando qualcosa con Allison, sicuramente un qualche scherzo: sinceramente spero che lo scherzo duri più a lungo possibile.

Grazie Jared per oggi: anche se so che mi stavi solo prendendo in giro, mi hai resa felice come non lo ero da tanto tempo.

Ti amo Jared.

 

 

 

NO!” un urlo disperato lo riscosse dalla lettura. Voltò la testa e vide Kim appoggiata sulla porta, che lo guardava con le guancie rossissime e l’espressione più imbarazzata che mai.
“Kim..” disse, la voce resa roca dal dolore.
“Oh Jared, come hai potuto?” urlò ancora lei per poi voltarsi e scappare nel piccolo bagno adiacente alla sua stanza, chiudendo la porta a chiave. Jared si alzò frettolosamente dal letto e si appoggiò alla porta chiusa del bagno, il cuore che si stringeva dolorosamente ogni secondo.
“Kim, ti prego, apri la porta.” disse a voce alta bussando con insistenza sulla superficie legnosa.
“VATTENE VIA, JARED!” strepitò Kim infuriata, rivolgendosi per la prima volta a lui con un tono sgarbato.
Jared tese l’orecchio e si concentrò sul rumore dei battiti del cuore di Kim: doveva essere seduta sulla lavatrice, sul lato opposto rispetto alla porta. Appoggiò la mano sulla maniglia e aprì la porta senza sforzo, come se non si trattasse di una porta di legno massiccio chiusa a chiave ma bensì di un foglio di carta, distruggendo serratura e stipite con un solo movimento. Kim sussultò sorpresa e lo guardò con gli occhi spalancati, per poi affondare il viso rosso tra le mani, imbarazzata e infuriata.
In un attimo Jared le fu accanto e strinse il suo corpo delicato tra le braccia, ignorando i deboli pugni con cui cercava di allontanarlo e mormorando un’infinità di scuse mentre baciava i suoi capelli morbidi.
“Scusami Kim.”
“Non avresti dovuto leggere il mio diario.” mugugnò lei annuendo, come per confermare le sue parole; Jared fece un ghigno baciandola leggermente sulle labbra, mentre le accarezzava i fianchi sottili, rincuorato dalla sua presenza.
“Di quello non sono pentito, tesoro. È stato… Illuminante. Mi sto scusando per averti ferita tanto, in passato. Cosa ti ho fatto quel 22 Gennaio 2002?”
Kim sussultò “Niente, Jared. Semplicemente non ti accorgevi di me e preferivi prendermi in giro con Kate. Ma comunque ti sai scusato a sufficienza per quello, no?” disse nervosamente affondando il viso nell’incavo del suo collo, per una volta alla portata del suo metro e sessanta, ed avvolgendogli la testa con le braccia sottili.
“Non mi scuserò mai abbastanza, Kim: perdonami.” sussurrò ancora Jared, causando il sospiro irritato di Kim, che alzò la testa per fissarlo negli occhi e arrossì, rendendosi conto che li separavano appena pochi centimetri.
“Smettila, altrimenti mi farai sentire in colpa e qui l’unico che dovrebbe sentirsi in colpa sei tu” disse, tappando la bocca a Jared con una mano prima che potesse cominciare nuovamente a scusarsi “E non per l’avermi ignorato tutti questi anni. Dovresti scusarti per aver letto il mio diario, Jared!”
Lui sbuffò e tolse la sua  mano dalla propria bocca “D’accordo, Kimmy, scusa per aver letto il tuo diario.” disse baciandole delicatamente i polpastrelli; lei rispose al contatto con un sospiro rotto dall’emozione, dimenticandosi per un attimo di dover essere infuriata con lui “Ma non capisco quale sia il problema. Io voglio sapere tutto di te.” continuò Jared senza smettere di posare le labbra sulla pelle della sua mano.
“Il mio diario è imbarazzante…”  riuscì a borbottare Kim, troppo emozionata ed imbarazzata per elaborare una risposta più convincente.
“Perché imbarazzante?”
Kim scostò la mano dalle sue labbra per riprendere il controllo delle proprie azioni e lo guardò stranita “Scusa, lo hai letto bene?”
“Anche troppo.” rispose Jared con un sorriso triste.
“E non pensi sia imbarazzante il fatto che sia praticamente ricoperto di Kim Padalechi?” rispose Kim arrossendo e distogliendo lo sguardo, senza però spostarsi dal sua abbraccio caldo.
Jared trattenne il respiro e spalancò gli occhi: si era concentrato sul fatto di aver ferito Kim in passato e non aveva prestato la dovuta attenzione a quelle due semplici parole ripetute decine di volte nel diario. Kim Padalechi.
Al solo pensarle uno strano calore gli infiammò il corpo, partendo dal cuore ed inondando ogni singola cellula: la sua mente ne fu sommersa e soprafatta. Riusciva a pensare solamente a quella connotazione di possesso che il suo cognome accostato al nome di Kim  dava. Sposare Kim avrebbe significato appartenerle e possederla, essere l’uno dell’altro fino alla fine.  Il pensiero di sposarla si annidò nel suo cuore e nel suo cervello e decise, semplicemente, che lui l’avrebbe sposata. Non c’era possibilità di scelta: Kim Padalechi divenne il suo chiodo fisso.
Le prese il volto tra le mani e la costrinse a guardalo negli occhi, adombrati da un desiderio nuovo e sconosciuto “Tu mi sposerai, Kim.” disse infine, ma sembrava più una constatazione che una proposta.
Kim boccheggiò stupita “Cosa?”
“Mi sposerai, Kim. Tu diventerai Kim Padalechi. Non c’è alternativa. Se lo vorrai, sarai mia moglie.” disse Jared sicuro contro le sue labbra.
Gli occhi di Kim si fecero lucidi per la commozione e l’espressione divenne emozionata “È una proposta, Jared?” sussurrò, incapace di trattenere le prime lacrime che le scesero lungo le guancie.
“No, la proposta sarà tra qualche anno ed in un posto più romantico di una lavatrice. Questo è solamente un dato di fatto, Kim.”
I singhiozzi di gioia di lei furono soffocati dalle labbra di Jared, impetuose più del solito.

Il 25 Marzo 2005 Jared decise che Kim sarebbe diventata Kim Padalechi.   

 

 

 

#5: 25 Giugno 2008 (Kim Pov)

Tremava tutta: gambe, braccia, occhi, mani, dita, piedi… Ogni singola parte del suo corpo era in preda al tremore e non riusciva a calmarsi in nessun modo. Avevano provato a calmarla Emily, che aveva dovuto rinunciare per placare il pianto instancabile di John, Rachel, dovuta correre in bagno a vomitare a causa delle ultime nausee, ed infine anche Nessie, l’unica che, grazie al visetto angelico, le aveva almeno attenuato la nausea.
Stava seduta su una poltroncina in camera di Jacob con Alice Cullen –Alice Cullen, vampira- che finiva di acconciarle i capelli. Kim rifletté su quanto l’arrivo della piccola mezza vampira di Jacob avesse cambiato completamente i rapporti tra il branco ed i Cullen. Certo, Jared non era contento del fatto che una succhiasangue stesse a contatto con lei, ma Kim era stata irremovibile: desiderava essere bella almeno nel giorno del suo matrimonio e nessuno meglio di Alice poteva aiutarla. Inoltre il suo tocco freddo e preciso la rilassava più delle rassicuranti immagini di spiagge caraibiche che Nessie, seduta accanto a lei, le trasmetteva.
“Calmati, Kim, o l’acconciatura non verrà bene.” la rimproverò Alice con la sua voce stupenda, accarezzandole la nuca con le dita gelate.
Kim emise un gemito debole affondando il volto nelle mani “S-scusa. N-non riesco a-a smettere.”
Alice e Nessie risero insieme con le loro risate trillanti “Mi ricordi tanto Bella il giorno del suo matrimonio, Kim.” disse finendo di pettinarle i capelli “ora stenditi lì. Manca solo il trucco e siamo in perfetto orario!” esclamò ancora esaltata più di lei per quella piccola missione che le era stata affidata: renderla bellissima, più di tutte, almeno per un giorno. Una missione suicida, più che impossibile.
Kim si distese lentamente sul lettino indicato da Alice, sempre seguita da Nessie e da una verdognola Rachel, che borbottava maledizioni contro un certo licantropo “incapace di usare le protezioni”.
Chiuse gli occhi cercando di rilassarsi e sentì le mani di Alice cominciare a stenderle un prodotto sul viso.
Si rese conto di essersi addormentata solo quando due braccia fredde e dure la sollevarono di peso dal lettino, svegliandola: Alice doveva averla presa in braccio, ma lo stato di mezza incoscienza la salvò dall’imbarazzo e del leggero fastidio che un gesto del genere le avrebbe causato. Era strano pensare che un esserino non più grande di lei riuscisse a sollevarla con così tanta facilità.
Aprì gli occhi lentamente, sbadigliando appena, e si ritrovò seduta di nuovo sulla poltroncina, mentre una ragazza bellissima la osservava da dietro lo specchio, affiancata dal volto perfetto di Alice Cullen.

Ooh. 
Le vennero le lacrime agli occhi quando si accorse che la ragazza bellissima era proprio lei, la banale Kim.
Alice aveva fatto una magia: la pelle era chiara, liscia e luminosa, le guancie delicatamente rosate e le labbra lucide, ma non troppo. Gli occhi erano truccati delicatamente di nero e le ciglia, già lunghissime di natura, sembravano interminabili, ingrandendole gli occhi troppo piccoli. Si rese conto che Alice aveva in qualche modo corretto anche i suoi sproporzionati zigomi, facendoli sembrare armoniosi e perfetti. I capelli erano accolti in un’acconciatura semplice ed elegante, un po’ spettinata le aveva chiesto, e alcuni ciuffi le cadevano dolcemente sulla fronte e sui lati del viso, addolcendone ulteriormente i tratti per la prima volta perfetti.
Si voltò con le lacrime agli occhi verso Alice, sorridendo il più possibile “Grazie di cuore. Sei stata magnifica.” mormorò sincera. Lei le sorrise di rimando, scoppiando a ridere allegra e trillante.
“Oh, sono io a ringraziarti per avermi permesso di giocare con te!” disse, e Kim non riuscì a trattenere un brivido: a volte era davvero inquietante. La vide cominciare a raccogliere in fretta tutti i prodotti che aveva portato, aiutata dalla nipote; non avrebbe potuto partecipare alla cerimonia per via del sole, dato che Kim aveva sempre desiderato sposarsi in un giorno caldo e soleggiato ed aveva deciso la data proprio grazie alle previsioni di Alice, che aveva individuato l’unico giorno soleggiato e caldo in tutto un anno. Maledetto clima piovoso di La Push.
Alice le fece un ultimo bellissimo sorriso e poi sparì al di là della porta, gridando un “Ciao lupo!” a Jacob, probabilmente, che aveva gentilmente prestato la sua casa, dato che solo da lì Alice avrebbe potuto fuggire a casa senza che la sua pelle brillante fosse vista da qualcuno.
Subito Emily, Rachel e Nessie le furono accanto, blaterando complimenti e cominciando ad infilarle il vestito. Era talmente agitata che si lasciò trattare come una bambola senza lamentarsi, mentre le ragazze le infilavano calze, vestito, velo e scarpe. Quando Nessie finì di allacciarle l’ultima scarpa si voltò verso lo specchio e gli occhi le si riempirono di lacrime nuovamente.
Era bella. Il vestito bianco, semplice, stile impero, scendeva vaporoso e leggero, donandole un pizzico di forme in più. La scollatura era piccola e non volgare, lo strascico lungo come le era sempre piaciuto e il velo scendeva sulla schiena partendo dall’acconciatura realizzata da Alice.
Si voltò verso le sue damigelle che la fissavano commosse, bellissime nei loro vestiti rosa pallido: Renesmee sembrava un angelo, con tutti i ricci rossi che la facevano sembrare più minuta di quanto già non fosse, Emily aveva un’espressione orgogliosa come quella di una mamma e Rachel piangeva disperata vittima degli sconvolgimenti ormonali causati dalla gravidanza.  Jacob, che era accanto a Nessie e le avvolgeva i fianchi con un braccio, le sorrise incoraggiante, staccando con fatica gli occhi dall'angelo che stringeva tra le braccia.
“Forza Kim! Jared ti starà aspettando. Voglio proprio vedere la faccia da pesce lesso che farà quando ti vedrà!”
Kim sorrise debolmente, troppo agitata anche solo per parlare, e si fece trascinare verso la macchina.

***

Pochi secondi. Pochi secondi. Pochi secondi.

La marcia nuziale partì. Una goccia di sudore le scese lungo la schiena.
Nessie e Claire le sorrisero e cominciarono a scendere le scale, seguite subito da un' Emily sorridente e a suo agio. Sentì il panico impossessarsi di lei e si strinse di più al padre, che piangeva sommessamente, mentre Rachel spariva oltre le scale.
Kim singhiozzò terrorizzata.
Rosemary, l’ultima damigella,  si avviò verso l’altare con la sicurezza dei suoi quattordici anni, dirigendosi verso il suo Seth, ed anche Kim fece un passo avanti verso il suo Jared. La marcia nuziale salì di intensità proprio nel momento in cui il suo piede poggiò sul primo gradino e Kim arrossì, terrorizzata dall’idea di inciampare. Scendeva girata quasi del tutto verso suo padre, aggrappata al suo braccio, e con gli occhi cercò immediatamente Jared.
Nel momento in cui posò il suo sguardo su di lui non riuscì più a distoglierlo. Si dimenticò di stare percorrendo una scalinata potenzialmente mortale e di essere davanti a tante persone che la fissavano. Gli occhi di Jared la guardavano felici e soddisfatti, commossi e incantati, meravigliati e consapevoli: nel suo sguardo leggeva amore e adorazione. Gli scese perfino una lacrima lungo la guancia mentre la guardava incantato ed immediatamente anche dagli occhi di Kim sgorgarono due minuscole lacrime di commozione.
Percorse tutta la navata senza mai distogliere gli occhi dai suoi e, quando suo padre le alzò il velo e la baciò sulla guancia, affidandola poi a Jared, rimase incantata dalla bellezza del suo quasi-marito: Jared in smoking era bello da non crederci, e la luce dei suoi occhi gli illuminava anche il volto, accecandola.
La cerimonia fu commovente: piansero tutti, dagli sposi agli invitati, e la gioia che entrambi provavano nel dichiararsi amore eterno e nell’affidarsi l’uno all’altra era palpabile, così come l’euforia di Jared, che non aveva mai smesso di fissarla. Non aveva spostato lo sguardo da lei nemmeno per un attimo, pronunciando tutte le formule senza prestare attenzione al prete e con una voce roca ed emozionata , che contrastava con quella rotta dal pianto di Kim. Quando fu il momento dello scambio degli anelli, le poche lacrime di commozione di Kim divennero un vero e proprio pianto con tanto di singhiozzo. La presa gentile ma ferrea della mano di Jared mentre le infilava l’anello la fece sentire l’essere più importante ed unico del modo e le fece trovare il coraggio di stampargli un piccolo bacio sulla guancia. umida delle sue lacrime. Jared la osservò con uno sguardo colmo d’amore senza lasciarle la mano e le lacrime aumentarono di intensità.
Al momento del bacio Kim piangeva così tanto da non vedere quasi più il viso di Jared, che sorrideva radioso e soddisfatto. Le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra salate a causa delle lacrime; Kim si aggrappò alla sua schiena, ricambiando il bacio tra i singhiozzi, mentre tutti attorno a loro applaudivano commossi. Quando si staccarono rimasero con le fronte appoggiate l'una all'altra e le labbra vicine che si incontravano di continuo, mentre sorrisi e lacrime segnavano incontrollabili i loro sorrisi gioiosi.
"Kim Padalechi." sussurrò Jared soddisfatto tra un bacio e l'altro.
Kim annuì e sorrise tra le lacrime "Finché morte non ci separi."

Il 25 Giugno 2008 Kim Najera divenne, tra le lacrime, Kim Padalechi.

 

***

 

 

Mi ha commosso scrivere questo capitolo, immaginare la storia di un nome e collegarla ad un amore così grande.
Si tratta della storia del nome Kim Padalechi nel corso degli anni, partendo dalla prima volta in cui Kim vide Jared per arrivare al matrimonio, che mi immagino molto commovente. La mia Kim, che piange per ogni sciocchezza, non potrebbe mai riuscire a trattenersi nel giorno del suo matrimonio. Non penso che Alice potrà mai avvicinarsi a Kim senza essere fatta a pezzi da Jared, ma in questo capitolo mi andava così. So che è impossibile, ma non mi interessa.
Spero apprezziate  questo capitolo che mi ha emozionato così tanto e spero che emozioni anche voi quanto ha emozionato me.


Come sempre ringrazio coloro che hanno recensito. Grazie di cuore: i vostri commenti mi fanno crescere sempre di più la voglia di scrivere.

princess of vegeta6: non che mi faccia piacere che tu pianga, eh, ma mi fa piacere il fatto di essere riuscita ad emozionarti con quello che scrivo, dato che emoziona anche me. Povera Kim, povero Jacob e povera Leah, e bella vada a cagare!
Grazie per aver capito Kim e per pensare quello che pensi di Bella! Servono più persone che odino quella panteg- ehm, ragazza. Per quanto riguarda Jacob, in effetti meritava un imprinting un po’ più tranquillo dopo tutto quello che ha passato, ma mi basta che abbia dimenticato il rifiuto umano! Grazie ancora per aver commentato. Adoro i tuoi commenti!

virgi_lycanthrope: cara, grazie mille per i complimenti! È un piacere scoprire altre persone che non sopportano Bella proprio come me! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e grazie ancora per la recensione.

Maka_Envy: *inchino* GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE. Per la recensione ed anche per odiare Bella, logicamente. Pensavo di essere l’unica. Spero che il capitolo ti piaccia come l’altro. Baci e grazie ancora!

MartinaCullen: Kim le da della stronza non perché le sembra una stronza, ma perché la guarda a bocca aperta come per dire “Come può un cesso come te essere un imprinting?”. Beh, Bella pensa questo e conoscendola non si sarà data molto da fare per nascondere quello che pensa, dato che non ne è capace! Grazie per la recensione! Baci.

Ele_Cullen: sono contenta che la fanfiction ti sia piaciuta. In effetti è una coppia molto trascurata, quindi da un certo punto di vista non so nemmeno come trattarla. Sapere che piace alla gente è un grande sollievo! Grazie per la recensione, spero leggerai anche questo! Baci.

Bellezza88: beh, io non ho detto quale sia il livello successivo. Può darsi anche che siamo solo andati un po’ oltre il bacio, non devono per forza aver consumato. Ognuno è libero di immaginarsi quel che vuole! E poi, anche se fosse, lei è il suo imprinting e quindi lui non la lascerà mai, cosa dovrebbero aspettare?
Grazie per i complimenti e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

Grazie anche a chi legge, ma una recensione in più non da mai fastidio, eh!

Baci,

Giuka

  
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