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Autore: ghostking    12/03/2016    1 recensioni
Amy Olsen è figlia di uno psicologo londinese e abita in Holland str. nei pressi di Kensington Garden, un luogo che la ragazza visita spesso. Abita da sola con suo padre e per colpa del suo carattere ha solo 2 amici: Tyler McPeak e Stephanie Greek, il nerd e l'eccentrica. Figlia unica con solo un carlino di nome Buster. Sua madre se ne andò quando aveva 5 anni e quindi non ricorda molto. Grazie all'affetto del padre e dei suoi amici riesce a non essere triste e a condurre una vita ordinaria tra libri, serie tv e passeggiate. Un giornò Amy vede uno strano ragazzo seduto nello studio del padre e sente che nella sua vita manca qualcosa. Amy non sarà più la stessa ed incredibilmente si interesserà a quel curioso ragazzo seduto in casa sua.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-26 settembre, sera-
 
Si erano fatte le nove e mezza e Tyler era finalmente andato a prenderle, aveva guardato Amy con un ampio sorriso e ovviamente Effy -dopo aver pregato l'amica di farsi raccontare l'incontro tra Ty e Michael- aveva iniziato a mettere tutti i pezzi al loro posto.
La bionda aveva quella teoria da svariati anni ormai, secondo la quale Tyler aveva una cotta abbastanza seria per la sua amica.  Le sue supposizioni avevano basi puramente soggettive e spesso inesistenti, come ad esempio il fatto che sin da piccoli Tyler aveva sempre riservato un trattamento speciale per Amy.
Quest’idea non era però di suo gradimento. Spesso si chiedeva come le cose si sarebbero evolute se fosse successo qualcosa tra di loro. Il trio si sarebbe certamente spezzato e quello Effy non poteva davvero permetterlo.
Saltarono in macchina e si diressero verso Londra con l'intenzione di fare piccole follie.
Quando arrivarono scesero dalla macchina ed Amy tirò fuori una sigaretta dal suo pacchetto. Iniziò a fumarla lentamente mentre guardava Effy e Ty parlare di qualcosa che non stava realmente ascoltando, con la mente era ancora in compagnia del ragazzo biondo sulla moto.
Era rimasta affascinata dal suo sorriso e dal suo strano taglio di capelli. Non aveva mai conosciuto un ragazzo così (non che ne avesse conosciuti molti).
Amy Olsen era una ragazza timidissima ed introversa, eppure con quel Michael Clifford riusciva ad avere una grande intesa, e questo la incuriosiva enormemente. Venne risvegliata dai suoi pensieri in un modo che potrebbe solo essere definito traumatico e doloroso: aveva centrato in pieno un palo della luce emettendo anche un urlo decisamente sgraziato.
La ragazza aveva ormai perso il conto delle sue figuracce e per uno strano motivo si ritrovò a ringraziare per il fatto che Michael non fosse li a ridere di lei.
Ty e Effy si girarono di scatto sentendola urlare.
«Amy..?» chiese aggrottando la fronte la bionda «Tutto okay?» Effy si ritrovò a dover affrontare lo sguardo di fuoco dell'amica.
«Dimmi Effy, ti sembra che io stia bene?» rispose massaggiandosi con la mano libera la testa. L'altra non rispose cercando invece di trattenere una risata. Amy spostò gli occhi su Tyler che si tappò istantaneamente la bocca.
«Scusa Amy... è-è che sei troppo divertente» disse infine liberando un'altra risata.
Ovviamente Amy non era realmente arrabbiata ma era infastidita dal fatto che dovesse essere sempre lei quella a fare brutte figure in pubblico.
«Ma zitto» disse lei raggiungendoli e dando uno scappellotto dietro la nuca a Ty e poi ad Effy, che rise brevemente per poi chiedere «Cosa vogliamo fare?» Amy alzò il braccio per avanzare una proposta
«Suggerisco di andare in un pub, ho proprio voglia di prendere un panino e una birra»
«Appoggiato» dissero gli altri due ridendo per la sincronia.
 
--
 
A fine serata Tyler riaccompagnò a casa prima Amy e poi Effy, quando quest'ultima fu sul punto di scendere dalla macchina si fermò e tornò a sedere guardando l'amico
«Ty, dobbiamo parlare» lui le rivolse uno sguardo interrogativo
«Riguardo a?» chiese sistemandosi la montatura degli occhiali
«Amy» Ty la guardò più confuso e curioso di prima, Effy continuò a parlare «Ti osservo da un bel po' e devi dirmelo, rispondi sinceramente: Amy di piace?» Tyler scoppiò in una fragorosa risata che fece corrugare la fronte della bionda.
«Pensi davvero che mi piaccia!?» rise ancora alzando la montatura per stropicciarsi gli occhi «Effy, ne abbiamo gia parlato tempo fa, Amy mi piaceva quando eravamo piccoli ma ora per me lei è come una sorella minore, non potrei mai vederla sotto un'altra luce!» scosse la testa guardando l'amica
«Quindi non provi nulla per lei?» Ty sorrise
«No» poi stette in silenzio «Perché questa domanda?» chiese curioso
-"Stephanie non parlare, non farlo, tappati la bocca"- la bionda trattenne il respiro per poi parlare velocemente
«Mi ha raccontato di Michael»
-"Idiota."-
«E che ti avrebbe detto?»  disse scostando una ciocca di capelli ricci capitata sul suo viso
«Del modo in cui ti sei comportato, mi sei sembrato decisamente iper-protettivo da come me l'ha raccontato» fece spallucce «Mi sei sembrato geloso insomma» concluse poi
«Sono davvero preoccupato riguardo quel ragazzo, ha qualcosa che non riesco a cogliere, vorrei solo lei non gli parlasse. Ma non sono assolutamente geloso» spiegò gesticolando. Effy, nonostante non ne fosse pienamente convinta, sapeva che Tyler non era un asso nel mentire, quindi nel suo cervello decise di bilanciare i due pensieri: un 50% di verità e un 50% di falsità.
«Va bene» disse lei storcendo la bocca «Ma se vengo a scoprire che mi hai mentito te la farò pagare!» sentenziò puntandogli il dito in faccia.
«Okay okay, ora esci che è tardi e devo tornare a casa» disse scuotendo la testa ancora sinceramente divertito.
«Antipatico -Effy mise un finto broncio- buona notte Ty» lo salutò con la mano tornando sorridente e spensierata ed uscendo dal veicolo.
«Notte Effy» sorrise lui per poi fare inversione ed uscire dalla via.
 
--
 
Michael si gettò sul letto sfiorandosi la guancia con le dita, sorrideva e si sentiva leggero solo ripensandoci, pensò che forse aveva trovato la medicina giusta alla sua dannata malattia e mentre ci pensava e ci sperava continuava a sorridere e sorridere, chiudendo gli occhi e ricordando continuamente quel momento. Aveva voglia di andare da lei e abbracciarla, per poter sentire ancora quel piacevole calore che aveva percepito quando lei lo aveva stretto su quella moto. Ebbe un flash: lui che la raggiungeva a casa sua e la aspettava sulle scalette davanti al portoncino, poi però scosse la testa e abbandonò l'idea. Cosa avrebbe pensato Amy se avesse fatto una cosa del genere? Decise infine che avrebbe semplicemente aspettato di vederla prima di cominciare la seduta seguente con il padre.
Indossò velocemente il pigiama ed uno strano senso di tristezza si impossessò del suo corpo. I suoi sbalzi d'umore stavano tornando come al solito senza un motivo reale e sperò di addormentarsi più velocemente possibile cercando di immaginare il loro prossimo incontro. Oh, se solo avesse avuto un po' più di coraggio l'avrebbe invitata ad uscire o a fare un altro giro in moto!
Continuando a fantasticare si addormentò con un leggero sorriso in viso ma con lo stomaco in subbuglio.
 
Dall'altra parte del quartiere Amy si era abbandonata sul divano guardando Buster giocare vicino alla televisione con un osso di gomma tra i denti. Stava ripensando alla gentilezza di Michael e quanto fosse stata sciocca a fare quel che aveva fatto. Non voleva sapere cosa lui pensasse sul suo conto in quel momento, magari l'aveva anche schifato quel bacio.
La ragazza scacciò quei pensieri dalla testa alzandosi per raggiungere la cucina; si sarebbe preparata un thé e poi sarebbe andata a dormire per smetterla di pensare una volta per tutte.
L'indomani sarebbe andata a Kensington Garden e ci sarebbe rimasta l'intera giornata, consumando probabilmente l'intero pacchetto di sigarette e finendo finalmente il suo nuovo libro.
 
-27 settembre-
Amy era uscita di buon'ora anche quella mattina, aveva voglia di sentire l'aria fredda sferzarle il viso e le mani congelarsi diventando rossicce e screpolate.
Non portò Buster con se, quel giorno erano lei, il suo libro e le sue Chesterfield.
Uscì a passo spedito da casa, permettendo alla sciarpa  di svolazzare alle sue spalle, con le cuffie nelle orecchie e "stomach tied in knots" a tutto volume. Impostò su riproduzione casuale e sopportò anche le canzoni che quella mattina non aveva voglia di ascoltare.
Amy decise inspiegabilmente di cambiare strada quel giorno, svoltò entrando in una via che aveva percorso poche volte, era decisamente poco trafficata e durante il suo passaggio la ragazza incontrò solo una vecchietta vestita di rosso e un uomo elegante con in mano una ventiquattrore. Stranamente la musica si stoppò di colpo facendola fermare.  Amy si ritrovò davanti ad un cancello in ferro battuto- ormai logoro- che non aveva mai notato prima. Rimase a guardare quasi incantata il giardino trascurato e l'edificio fatiscente, era come un dipinto venuto male, uno di quelli da scartare e gettare via.
Nonostante tutto, a lei piacque quello sbaglio e questo la portò a stravolgere i suoi piani per la giornata.
Tirò fuori il telefono e facendo uscire piccole nuvolette d'aria dalla sua bocca iniziò a scattare un po' di foto alla casa abbandonata, poi si guardò intorno e non notando nessuno si avvicinò al cancello, lo spinse e riuscì con qualche piccolo intoppo a farlo aprire.
Con passo tremolante iniziò ad esplorare il giardino.
L'erba era alta ma non insormontabile, le arrivava appena sopra le ginocchia. Camminò fino a raggiungere lo spiazzo sul retro, dove trovò una bellissima sorpresa: un roveto di rose bianche le si parò davanti facendola indietreggiare.
Amy amava le rose, ancor di più quelle bianche, e quella scoperta per lei fu una vera e propria gioia.
Rimase a guardare l'intreccio di fiori spinati per un po', finche la curiosità non la rapì totalmente e decise di tornare all'entrata principale per poter esplorare l'interno della villetta. Guardò il portone e notò con piacere che i cardini erano ancora in buono stato, mise una mano sulla maniglia d'ottone e forzando sul legno riuscì ad aprirla, ritrovandosi davanti uno spettacolo tetro ma allo stesso tempo affascinante. Un divano scuro mezzo smontato era illuminato malamente dalla poca luce che filtrava dalle tapparelle abbassate; una credenza era per metà smontata e vuota ed era affiancata da una libreria (vuota anch'essa); dietro il divano si poteva scorgere quella che sembrava essere una penisola di una cucina con i pensili mezzi rotti, Amy tirò fuori il telefono e con il flash si fece luce nel salotto fino ad arrivare alla cinghia che alzava la serranda della finestra principale. Con un piccolo sforzo la tirò su illuminando  il soggiorno, rimase a bocca aperta quando poté osservarlo decentemente; aveva trovato davvero un bel posto per poter passare del tempo da sola.
Il resto della casa l'avrebbe guardato un altro giorno, ora voleva solo sedersi su quel sofà sgangherato e godersi il suo libro, così si sistemò nel modo migliore che poteva e iniziò a viaggiare con la fantasia tra quelle pagine di carta giallognola.


Angolo autrice
Salve! Sono una pessima persona lo so, gli aggiornamenti dopo tipo secoli e mi dispiace... E' che non ho molto tempo per scrivere e dato che voglio sempre portarmi avanti con i capitoli preferisco non pubblicare per un po' ma avere qualcosa di pronto in caso di emergenza che pubblicarli tutti insieme ma non avere più capitoli pronti causa tempo introvabile, non so se mi spiego.
Comunque eccovelo qui, spero vi sia piaciuto!
-Shiver
  
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