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Autore: Angel TR    12/03/2016    2 recensioni
She saw my silver spurs and said let's pass some time
And I will give to you summer wine

Lana del Rey - Summer Wine.
{Avvertimenti e note all'interno | Raccolta disomogenea | LilixAsuka}
{Storie partecipanti alla "Le situazioni di lei&lei" indetta da starhunter Challenge indetta su EFP}
{Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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33. Canzone: Best day of my life - American Authors
Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Il sogno americano
Genere: Generale, slice of life, fluff
Rating: Verde



Don't wake me up
This is gonna be the best day of my life

The best day of my life - American Authors

La nuova attrazione “Texas SkyScreamer” è uno swing ride da record che svetta nella skyline del parco con i suoi incredibili 120 mt. di altezza.
Il concetto è molto semplice e riprende lo stile delle giostre a catene dei luna park, fatta eccezione che in questa rinnovata versione thrill sembra aver fatto una cura agli steroidi raggiungendo dimensioni, ma soprattutto altezze, decisamente da brivido. I 24 passeggeri, una volta portati all’altezza massima prevista e salvo condizioni del vento favorevoli, possono raggiungere una velocità di oltre 55 km/h. Quattro i programmi di volo pianificati per questa attrazione: fra i più interessanti quello denominato “YoYo” prevede di salire e scendere dalla vetta più volte durante la corsa mentre la modalità “Observation” prevede che, una volta raggiunta la vetta, venga rallenta la rotazione per dare la possibilità di osservare al meglio il panorama mozzafiato.
Articolo su Parksmania

Lili sollevò gli occhi dal giornale e seguì l'imponente colonna dello swing ride fino ad essere costretta ad inclinare la testa per poterne incontrare la fine.
«È davvero enorme» commentò. «Gli americani ci sanno fare, eh, Asuka?» diede una gomitata scherzosa alla brunetta che le stava di fianco, la quale ricambiò fulminandola con lo sguardo.

«Il fatto che, pur di non sentirti nelle orecchie, tuo padre acconsenta a mandarci in Texas solo per salire su una bestia rotante è assurdo» si stupì Asuka.

Lili le lanciò un'occhiata maliziosa. «Intanto sei venuta» la zittí.

«Mi ci hai costretta!» le rinfacciò la bruna, tendendo un braccio e puntandole il dito indice al petto. L'addetto alla sicurezza, l'uniforme che gli si tendeva sulla pancia grossa come un cocomero, le rivolse uno sguardo stizzito. Asuka lo ignorò: non era in Giappone, meglio comportarsi bene.

«Siamo in un posto per ricconi» continuò. Si sistemò i capelli arruffati dietro le orecchie. Lili non poté trattenersi ed allungò una mano per appiattirglieli.

«Dovresti cambiare parrucchiere, mia cara Asuka» commentò, ricevendo una spintarella per tutta risposta.

«Provvedo da sola, grazie. Non sono una buona a nulla come te» ribatté Asuka.

«Ti donano» si ammorbidì improvvisamente Lili, rivolgendole un sorriso. Poi si ricompose, schiarendosi la gola e alzando il naso verso lo swing ride.

Avanzarono in fila e man man l'eccitazione cresceva. Ad un certo punto Lili afferrò la mano di Asuka e la strinse forte. Il ragazzo che strappò i ticket per entrambe rivolse loro un sorriso particolarmente radioso.

«Il tipo ti ha fissata gli airbag» sussurrò Lili in un orecchio all'amica. Era una sua impressione o la voce suonava infastidita?

Asuka sollevò gli occhi al cielo. «La prossima volta riceve uno schiaffone.» In realtà non poteva evitare certi sguardi anche se la infastidivano. Si voltò per osservare la sua amica: con quegli occhi azzurri messi in risalto dalla tesa del cappello da cowboy – feticcio di Lili — e la chioma bionda, il tipo avrà sicuramente trovato lei più interessante. Si concesse un sorriso.

«Io sono molto più fine» sentenziò Lili, mentre prendevano posto. Asuka sentiva il battito del cuore accelerare mentre l'addetto alla sicurezza panciuto allacciava le pesanti imbracature davanti a loro.

Le afferrò e strinse tanto che le nocche sbiancarono. Lassù il vento sferzava sebbene fosse estate; probabilmente si sarebbe pentita di non essersi portata una giacchetta, pensó Asuka. Per distrarsi, tornò a punzecchiare Lili.

«Che vuol dire che sei molto piú fine?» quasi strillò.

La biondina prese fiato. Anche lei aveva le mani strette attorno alle sbarre rosso fuoco. «Che non sono grossa e muscolosa come te, quindi sono molto più femminile.»

Asuka digrignò i denti e sentí il sangue affluirle alle guance: Lili aveva toccato un tasto dolente. Era una vita che si sentiva dire di comportarsi più da "donna": "Non parlare in quel modo da gradasso! Non competere con i ragazzi altrimenti resterai sola!"

Continui rimproveri sul suo modo di essere e di apparire.

Lili si accorse della sua espressione e sporse la boccuccia. «Ti ho zittita!» la beffeggiò. Si rintanò nell'angolino della panca quando Asuka si limitò ad arricciare il naso. «E dái, noi siamo come le veline: la bionda è sempre più figa della bruna» aggiunse, raddrizzando la schiena. Sapeva che questo l'avrebbe fatta imbestialire.

«Ma mi faccia il favore... ora vado anch'io a sculettare in televisione e ho risolto» commentò Asuka, scuotendo la testa.

La risata argentina di Lili fece voltare un paio di teste. «Ti ci vorrei proprio vedere!» esclamò. «Faremmo una bella figura io e te.»

Asuka la fulminò con lo sguardo. Lili scosse la chioma bionda, brillante sotto i raggi soffusi sole al tramonto «Che c'è? Qualcuno potrebbe mai rifiutarci? Io ci metto la grazia e tu le cose lì.» indicò con invidia malcelata il petto di Asuka.

Asuka arrossì. «Smettila» ringhiò.

E poi il ringhio si trasformò in un urlo.

Le sedie stavano salendo su, lungo la struttura, ad una velocità pazzesca.

Sembrava di volare, Asuka e Lili non sapevano distinguere più i vari richiami del loro corpo. Era un continuo pericolo di morte ma senza l'effettiva paura della stessa. Insomma, mica si può morire a diciassette e sedici anni su una giostra?

Arrivate in cima, Asuka trattenne il fiato: la vista offerta era spettacolare. Il Texas era decisamente un contrasto strabiliante e tuttavia armonico. Non poteva essere più felice di poterlo finalmente vedere con i propri occhi.

Si voltò verso Lili, la quale aveva le guance rosse e si calcava il cappello sulla testa.

«Dammi la mano!» implorò ad un certo punto.

«Non posso!» rispose Asuka.

Lentamente, l'imponente torre iniziò a girare su se stessa e le sedie, ancorate da delle pesantissime catene, oscillarono.

Le sneakers colorate di Asuka penzolavano a più di centoventi metri da terra. Il parco divertimenti era diventato una sola macchia sfocata.

La ragazza si girò verso l'amica: faceva dondolare le gambe fasciate dagli stivali texani avanti e indietro, un'aria estatica sul viso rosso. Alzò gli occhi e, quando incontrò il suo sguardo, sorrise. «È meglio del mio jet privato!» urlò.

Le sedie iniziarono a girare sempre più forte, prima di scendere a tutta birra e fermarsi a metà della struttura, tra le urla e le risa.

Asuka si sentiva la testa leggera, come se qualsiasi preoccupazione fosse sparita, si fosse dileguata dalla sua mente. E perché mai avrebbe dovuto essere preoccupata o tesa? Era giovane, aveva un'amica un po' superficiale al suo fianco — quella giusta con la quale commettere qualche cretinata, si trovava a centoventi metri dal suo del Texas, Stati Uniti d'America e se la stava spassando alla grande.
Quello era decisamente il giorno migliore della sua vita.

  
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