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Autore: _L_Black_    13/03/2016    2 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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VII Capitolo

EVASIONE DA AZKABAN! IL PLURIOMICIDA SIRIUS BLACK E' LIBERO! 

Ieri alle ore 21.00 è evaso dal carcere di massima sicurezza il famigerato pluriomicida, Sirius Black. Il ministro della magia Cornelius Caramell rassicura che gli Auror sono al lavoro per riportarlo ad Azkaban. Suo padre, Orion Black continua ad affermare di non avere nulla a che fare con il figlio. Gli Auror stanno indagando su questa affermazione.

Ogni giornale magico in quei giorni non parlava d'altro, l'evasione di Sirius Black. Orion non era riuscito a nascondere la sua sorpresa nel sapere di ciò e in un attimo si era ritrovato una squadra di giornalisti fuori dalla sua porta. Questa evasione non poteva non farlo preoccupare, era sicuro che sarebbe andato a cercare sua figlia e per un periodo Orion aveva seriamente pensato di farla spostare in un'altra scuola ma si rese subito conto che era inutile. In qualsiasi posto la mandasse, suo padre l'avrebbe trovata.

Alyssa lo scoprì dai giornalisti appostati fuori la casa e Orion si era ritrovato a doverle spiegare nei dettagli cos'era successo dodici anni prima a sua madre. Al suo primo anno a Hogwarts lui e Walburga si erano limitati a dirle che suo padre era in prigione. Nonostante si fosse deciso a raccontare la verità a sua nipote, quel fuori programma lo aveva destabilizzato. Da quando Walburga era morta, aveva timore di raccontare quelle cose ad Alyssa. Ciò che più lo preoccupava era reazione che avrebbe potuto avere e di non essere in grado di calmarla.

L'uomo sospirò, mentre si versava un po' di succo in attesa dell'arrivo di Alyssa, che stava preparando le ultime cose in vista della partenza per Hogwarts. Sentiva che la morte della moglie aveva cambiato tutto. Il periodo dopo il funerale Alyssa era rimasta a Grimmould Place e Orion ben presto si rese conto che lei era tutto ciò che gli era rimasto. Quando la ragazza ripartì per Hogwarts due mesi dopo si era sentito solo per la prima volta in vita sua. Staccarsi da lei era stato più difficile rispetto ai primi anni, in quel soprattutto con suo padre in giro.

Walburga probabilmente lo avrebbe preso a schiaffi per quella paura. Per lei infatti, suo figlio era innocente. Non gliel'aveva mai detto apertamente ma quando la vedeva tentennare davanti la porta nei giorni di visita ad Azkaban ci era arrivato da solo. E alle volte, quando ripensava agli anni in cui suo figlio era a casa, lo affermava anche lui.

-Buongiorno, nonno- disse Alyssa, ridestandolo dai suoi pensieri.
Orion alzò gli occhi verso di lei e sorrise, facendole segno di sedersi. Alyssa si sedette davanti al nonno con fare composto e diligente e Orion non poté fare a meno di notarlo. Sua nipote dalla morte di Walburga era diventata più...purosangue, sì quello era il termine adatto per descriverla in quel periodo. Questo lo aveva preoccupato molto ma per fortuna Phineas lo teneva aggiornato sul comportamento di Alyssa a Hogwarts e non poteva non essere felice nel sentire a scuola si comportava come sempre.

-Hai preparato tutto per la partenza?- chiese Orion guardandola.

-Sì, ho preparato tutto quanto devo mettere giusto due quaderni nella borsa- rispose mentre prendeva un po' di uova. -Il signor Nott si è fatto sentire?-

-No, l'ultima lettera è quella di un mesetto fa, sicuramente oggi incontrerai Theodore al binario! Anche lui deve tornare a Hogwarts- disse Orion tranquillo.

-Era giusto per sicurezza, nonno- esclamò la ragazza tra un boccone e l'altro.

Orion arricciò le labbra. Quell'estate Alyssa l'aveva passata nella biblioteca della casa a leggere. Theodore infatti era stato invitato dai Greengrass a passare l'estate nella loro dimora estiva per cui non era mai andato a trovarli. Ogni tanto aveva invitato la sua amica Lavanda e Orion non nutriva molta simpatia per quella ragazza ma ad Alyssa non disse nulla.

Orion guardò sua nipote e non potè non pensare a quanto fosse cresciuta e a quanto fosse diventata bella. Non era più la bambina che scivolava sul corrimano e sicuramente Walburga sarebbe stata fiera di lei.

-Ho finito nonno, andiamo?- chiese Alyssa mentre si alzava.
Orion annuì e si alzò dalla sedia con calma mentre Alyssa tornava in camera sua a prendere le cose. Si mise ad aspettarla ai piedi delle scale come aveva sempre fatto a ogni partenza della ragazza. 
Solo che prima non era solo, prima aveva Walburga accanto.

***

Al binario 9 e 3/4 gli studenti salutavano sorridendo i propri genitori e correvano dai loro amici. Dal canto suo Alyssa stava accanto al nonno senza parlare, si guardava attorno per vedere se Lavanda o Theodore erano già arrivati ma di loro nemmeno l'ombra.
Si ravvivò i capelli con la mano e guardò suo nonno. Non voleva lasciarlo da solo, dalla morte della nonna si sentiva un po' in colpa ad andare a Hogwarts per così tanto tempo ma purtroppo non poteva fare altrimenti.

-Alyssa credo sia il caso che tu salga sul treno, potresti non trovare più posto- esclamò Orion guardando la mole di studenti attorno a loro.

-Si ma volevo aspettare Theodore, è da giugno che non ci vediamo e volevo chiacchierare un po'- rispose continuando a cercare con gli occhi gli amici.

-Alyssa, ci parlerai a cena, ti consiglio vivamente di salire o il posto non lo troverai- rispose in tono serio l'uomo.
Alyssa a quel punto annuì e i due si salutarono con un lungo abbraccio.
La ragazza salì sul treno e iniziò a cercare un posto ma quell'anno sembrava ci fossero cento studenti in più rispetto agli anni prima. Quando stava ormai per perdere le speranze, trovò una carrozza semi vuota, con due ragazzi che chiacchieravano.

In quel momento ringraziò suo nonno per averla convinta a salire sul treno prima del previsto. Entrò e salutò i due giovani prima di sedersi accanto al finestrino a guardare i ragazzi che salutavano i genitori prima di salire. Prese un libro di pozioni dal suo zaino e iniziò a ripassare la pozione della prima pagina durante l'estate si era destreggia con le pozioni del terzo anno per divertirsi. Alzò un attimo lo sguardo verso il finestrino e vide Theodore salutare suo padre. Sorrise e iniziò a fargli cenno ma smise subito quando vide chi gli si avvicinò. Daphne Greengrass stava chiacchierando tranquillamente con il suo migliore amico e sembrava che a lui non dispiacesse.
Arricciò le labbra e tornò a leggere il suo libro, forse qualcosa era cambiata in quella estate, non poteva negarlo e il campanello di cambiamento tutti lo sapevano. 

Sirius Black fuori da Azkaban. Alyssa non pensava ad altro in quel periodo e sapeva che suo nonno era preoccupato. Voleva cercare suo padre, voleva chiedergli cosa gli fosse saltato in mente dodici anni prima, voleva sapere come mai non aveva pensato a lei e a sua madre. Aveva mille domande per lui e voleva delle risposte.

Un altro tasto dolente per lei era la madre. Sua nonna le aveva fatto avere una sua foto e la ragazza la teneva nel primo cassetto del comodino ma voleva sapere di più su quella donna a cui somigliava tanto. Non era colpa di sua nonna se non sapeva nulla di lei, purtroppo non l'aveva conosciuta e quella foto l'aveva trovata dopo vari passaparola con i purosangue.

Il treno partì e Alyssa guardò un ultima volta la stazione di King's Cross con una certezza negli occhi, avrebbe cercato suo padre.

***

Theodore e Daphne ci avevano impiegato un po' a trovare la carrozza dove si erano seduti Blaise, Draco, Tiger e Goyle, quell'anno il treno sembrava più affollato del solito. Quando li trovarono, Theodore tirò un sospiro di sollievo, ormai esasperato da tutto quel via vai di persone. Non appena si sedettero, Daphne prese le redini della conversazione mentre Theodore rimase in silenzio a guardare fuori dal finestrino senza badare alle chiacchiere dei suoi amici. Suo padre quell'anno l'aveva costretto a passare l'estate dai Greengrass e si era ritrovato incastrato in un rapporto ossessivo con Daphne. 

La persona ossessionata ovviamente, era lei. Tuttavia non era poi così male come persona, anche se d'estate si divertiva di più con Alyssa ma non poteva disubbidire al padre. 

-Avete sentito dell'evasione di Sirius Black? - esclamò Blaise guardando i suoi amici.

-Oh si, ho sentito. Secondo me ce lo ritroveremo a Hogwarts!- rispose Draco con espressione preoccupata.
Daphne d'istinto prese il braccio di Theodore e lo strinse forte, visibilmente impaurita. -Perché dici così?-
-Beh la figlia è a Hogwarts! Fossi in lui io la cercherei- rispose Draco, facendo spallucce. -Chissà, magari ci farà il piacere di togliercela di torno-.

Tutti scoppiarono a ridere mentre Theodore rimase stranamente serio.
-Come mai quella faccia, Nott? Ti dispiace?- chiese Draco, ghignando.
-No, dico solo che saremo tutti in pericolo, insomma sappiamo tutti cos'ha fatto, no?- rispose Theodore, prontamente.

-Cambiamo discorso ragazzi- disse Blaise, notando come Daphne si fosse avvinghiata al braccio di Theodore, visibilmente impaurita. -Ho visto la Black prima-.
-Si? E dove?- chiese Theodore decisamente più interessato.
-Prima di salire, stava con il signor Black e dopo in una carrozza con due tipi mai visti, credo del primo anno- rispose Blaise. -E' migliorata-.

-In che senso?- chiese Theodore mentre si staccava dalla presa di Daphne.
-Beh...-

D'un tratto la luce nello scompartimento andò via e il treno si fermò nel bel mezzo del nulla. Daphne si riattaccò al braccio di Theodore e quest'ultimo alzò gli occhi al cielo per il nervoso. 

-C'è qualcosa...fuori- sussurrò Blaise, guardando fuori dal finestrino.
Theodore si scrollò nuovamente di dosso Daphne e si alzò per uscire dalla cabina. Alcuni studenti avevano avuto la sua stessa idea e si chiedevano informazioni a vicenda.

-Vado a vedere se riesco a parlare con qualcuno- esclamò il giovane, verso i suoi amici.
Theodore uscì senza preoccuparsi delle proteste di Daphne e si avviò verso la cabina dei prefetti e dei capo-scuola. In realtà sperava di incontrare Alyssa, voleva stare con lei e vedere come stesse.
Per tutta l'estate si erano scritti ma non era la stessa cosa. Passare il tempo con lei era totalmente diverso.
Le sue preghiere furono esaudite quando appena 4 scompartimenti dopo il suo, si ritrovò davanti Alyssa con due ragazzini.
Rimase un secondo a guardarla, rendendosi conto che in quei tre mesi era cresciuta. Sarà stata la lontananza ma nonostante tutto quel trambusto era felice di vederla.

-Tranquilli ragazzi, ci sarà un guasto o qualcosa del genere- disse Alyssa rivolta ai due ragazzi visibilmente impauriti.

-Alyssa!- esclamò finalmente Theodore.
La ragazza si voltò verso di lui e lo salutò con un cenno del capo.
-Ciao, Theo- rispose Alyssa, avvicinandosi a lui. - Sai cosa è successo?- chiese a bassa voce per non farsi sentire dai due ragazzi che li stavano guardando.
Theodore scosse la testa in segno negativo ma prima che la ragazza potesse dirgli qualcosa, qualcuno urlò.
-Qualcuno è salito sul treno!-

Theodore Alyssa si guardarono negli occhi. Qualcosa non andava, non era normale quella fermata nel bel mezzo del nulla.

-Credo sia il caso di entrare in cabina- esclamò Theodore guardandola.
Alyssa annuì e fece cenno agli altri due ragazzi di entrare, era meglio non sostare lì. Non appena entrarono, i ragazzi e Alyssa ripresero i propri posti mentre Theodore si sedette accanto alla ragazza. In pochi minuti la cabina diventò gelida, Theodore notò Alyssa tremare nel suo vestito estivo e le cinse le spalle con il braccio per scaldarla un po'. D'un sentirono il freddo farsi più pungente e qualcosa come un sospiro fuori dalla cabina. Theodore guardò Alyssa e notò la sua maglietta leggera, si sfilò il giacchetto di dosso e glielo porse, Alyssa lo prese senza esitazione e se lo mise sulle spalle. I quattro rimasero pietrificato dalla paura quando davanti alla porta della cabina, un mantello nero passò fermandosi di fronte a loro. Era come un fantasma di cui si vedevano solo le mani scheletriche.
Fu proprio in quel momento che tutto l'ambiente attorno a loro diventò tetro, nella testa di Theodore sua madre fluttuava come un fantasma. "Theodore" lo chiamava sussurrando mentre gli porgeva la mano come a invitarlo a seguirla.  

Non appena se ne andò, nella stanza tutto tornò come prima, Alyssa scosse il capo sconvolta mentre Theodore si avvicinò alla porta per vedere se se ne fossero andati.
Pochi minuti dopo la luce tornò e il treno ripartì, Alyssa uscì di corsa dalla  cabina alla ricerca di qualcuno a cui chiedere spiegazioni.

-Vengo con te- esclamò Theodore, guardandola.
Alyssa non fece in tempo a rispondere perché un uomo sulla trentina si fermò davanti a loro, vedendo i due ragazzi ancora preoccupati. Aveva un mantello di color marrone e i capelli sbarazzini, Theodore notò subito la cicatrice che correva lungo il volto, come se fosse stata fatta da un artiglio.

-Buongiorno ragazzi, potete stare tranquilli ho appena parlato con il macchinista e non vi sono problemi, il viaggio andrà liscio come l'olio- disse l'uomo guardandoli.
-Ma cos'erano?- chiese Alyssa, guardandolo.
-Erano Dissennatori, stavano cercando...- 
-Sirius Black- l'interruppe Alyssa. 
-Sì, esatto proprio lui. Dovete stare tranquilli ragazzi era soltanto una perlustrazione di routine- disse l'uomo sorridendo loro. -Ecco, prendete-.
L'uomo porse ai due una barretta di cioccolata e Alyssa arricciò le labbra.
-Mio nonno mi ha insegnato a non accettare nulla dagli sconosciuti, mi spiace- rispose Alyssa, senza toccare il dolce.

L'uomo rise e annuì. -Suo nonno ha ragione forse lo conosco, chi è?-
-Orion Black, signore- rispose prontamente la ragazza.
Il sorriso dell'uomo scomparve d'un tratto e la guardò bene negli occhi. 
-Alyssa Sophie- sussurrò guardandola attentamente.
Theodore guardò l'uomo e non poté fare a meno di notare quello sguardo così strano nei confronti della sua amica. Il ragazzo venne colto da un moto di fastidio vedendo quell'uomo guardarla.
-Si, è Alyssa Sophie, ora se ci vuole scusare dobbiamo cambiarci, stiamo per arrivare a Hogwarts- esclamò Theodore, prendendo Alyssa dal braccio.
L'uomo guardò il ragazzo ma non disse nulla e si avviò verso la propria cabina mentre Theodore e Alyssa entravano all'interno della loro.

***

Quella sera a Hogwarts pioveva a dirotto, tutti i ragazzi entrarono nel castello bagnati dalla testa ai piedi e Gazza fu costretto a ripulire tutto il pavimento, borbottando ad ogni passaggio. Alyssa non appena si sistemò in camera corse subito in Sala Grande per la cena. Si andò a sedere accanto a Lavanda e Calì e le salutò calorosamente. Le due ragazze stavano chiacchierando di qualche ragazzo incontrato sul treno ma Alyssa non diede molto peso alle parole delle sue amiche, con la testa era rimasta su quel treno e all'incontro con l'uomo sconosciuto.

-Buonasera a tutti e benvenuti a Hogwarts. Inizio col dire che quest'anno abbiamo un nuovo professore di Difesa contro le arti oscure- esclamò Silente.
-Come sempre- sussurrarono i gemelli Weasley poco distanti da lei.
-Perciò sono orgoglioso di dare il benvenuto al professor Remus Lupin!-.
Dalla sala partì un flebile applauso di educazione.
-Inoltre- continuò il preside, sorridendo. - la cattedra di Cura delle creature magiche, quest'anno va a un nuovo professore, il nostro Rubeus Hagrid- disse lanciando uno sguardo orgoglioso all'ormai ex guardia caccia.

Un grande applauso partì dalla Sala e gli occhi finirono tutti su Hagrid, che se ne stava seduto in disparte visibilmente imbarazzato.
-Inoltre mi duole dirvi che quest'anno, avremo degli ospiti, i Dissennatori di Azkaban sorveglieranno il castello. Il perché penso che lo sappiate tutti, un assassino è in libertà e per la sicurezza dei nostri studenti, il ministero ha disposto la sorveglianza del castello dai Dissennatori-
Un mormorio generale iniziò tra i tavoli, gli studenti si guardavano tra di loro mentre i più coraggiosi si voltavano verso Alyssa forse per trovare conferma di ciò che il preside stava dicendo. Lavanda la guardò senza parlare, lei infatti aveva assistito al suo incontro con i giornalisti fuori da casa Black e a tutto ciò che aveva portato quell'episodio.

-Ora- disse, Silente iniziando a spostarsi dal leggìo. -loro non vi faranno alcun male se solo voi non gli darete modo di darvi fastidio. I dissennatori sono creature complicate, non dategli la possibilità di sopraffarvi-.

***

La mattina seguente Alyssa scese in Sala Grande piuttosto presto rispetto alle sue compagne. Dopo il discorso di Silente aveva bisogno di rimanere un po' da sola, vista la mole di stress a cui era stata sottoposta. Il tavolo di Grifondoro era semivuoto gli unici ad essere seduti erano degli studenti del primo anno visibilmente agitati tra cui i due ragazzi conosciuti il giorno prima. Si andò a sedere nella zona più vuota e iniziò a fare colazione. Avrebbe avuto gli occhi addosso per un po', giusto il tempo di far calmare le acque. Quando aveva saputo che suo padre era evaso, il primo pensiero fu quello di non volerlo vedere per nulla al mondo. Poi ci aveva riflettuto meglio, voleva cercarlo suo padre, per chiarire il tutto una volta per tutte. Si era messa a cercarlo attraverso i giornali e si appuntava ogni suo avvistamento cercandoci un filo logico ma era ad un punto morto. Sospirò e bevve l'ultimo sorso di zucca prima di alzarsi. Il suo sguardo finì al tavolo dei Serpeverde, dove Theodore chiacchierava con Daphne, quest'ultima si accorse di essere guardata e si voltò verso di lei facendole un sorriso provocatorio. Alyssa arricciò le labbra e se ne andò quasi di corsa dalla Sala Grande, non voleva avere problemi soprattutto a inizio anno. Non appena uscì dalla Sala, andò a sbattere contro qualcuno e si ritrovò a terra con tutti i libri intorno e il ragazzo in piedi davanti a lei che la guardava.

-Scusami ti sei fatta male?- chiese il ragazzo, porgendole la mano. -Andavi così di corsa che non ho fatto in tempo a spostarmi- disse a mo' di scusa.
Alyssa lo fulminò con lo sguardo ma accettò ugualmente l'aiuto del ragazzo. -Grazie- borbottò mentre riprendeva i suoi libri da terra.
Il ragazzo sorrise e l'aiutò a raccogliere le sue cose da terra.
-Piacere, Cedric- disse il ragazzo, porgendogli la mano.
Alyssa sorrise e gli strinse la mano. -Alyssa, piacere-. 
-Sei di Grifondoro vedo- esclamò Cedric, mentre indicava la cravatta della ragazza.
Alyssa annuì e le sue guance si colorarono di rosso. Cedric ridacchiò alla vista del suo volto e si portò una mano tra i capelli, spettinandoseli.
-I miei amici mi aspettano, ci vediamo in giro Alyssa- disse sorridendo per poi dirigersi al tavolo dei Tassorosso.
Alyssa rimase un attimo lì a guardarlo sedersi per poi andarsene a lezione. 

***

Quella mattina non appena aprì gli occhi, Remus Lupin si ritrovò a fissare le pareti della sua casa.
Hogwarts gli era mancata come l'aria.

Era finalmente tornato a casa.

Sorrise e si alzò velocemente dal per poi vestirsi con cura. Ancora non riusciva a credere di essere diventato un professore di Hogwarts! Non l'avrebbe mai immaginato e se Sirius fosse stato lì di sicuro non ci avrebbe mai creduto e non poteva dargli torto.

Uscì dalla sua stanza e iniziò a girovagare per il castello, con i ricordi ancora vivi nella mente, passò davanti alle cucine e non poté fare a meno di ridacchiare ricordando quando Sirius era stato rincorso da una delle sue ex fidanzate proprio lungo quel corridoio.

Lui da dodici anni a quella parte non viveva più il presente, la sua testa era immersa nei ricordi di una vita spensierata. Silente glielo rinfacciava in ogni momento, da quando aveva portato Alyssa a casa Black, Remus non era più lo stesso.

Quando aveva saputo che Sirius era fuori da Azkaban il suo primo impulso fu di cercarlo e vendicarsi del suo gesto. Ma poi la solita domanda che gli ronzava in testa tornava imperterrita, perché l'hai fatto? Se lo chiedeva da ormai dodici anni e la risposta, lo sapeva, non sarebbe mai arrivata.
Passò davanti alle scale, notando una ragazza dai capelli neri scendere velocemente prima che le scale cambiassero, quando capì chi era si nascose dietro una colonna. Si sentiva un bambino a comportarsi, ma non era pronto a parlare con lei, non era pronto a parlare con la sua figlioccia

Era così strano, non credeva che l'avrebbe più rivista, le aveva dato addio quella notte di dodici anni prima, quando l'aveva lasciata ai coniugi Black e si era maledetto ogni giorno per quella decisione. Sapeva come si erano comportati con Sirius e Regulus e appena gli tornava in mente il suo viso non poteva non pensare a come avrebbero provato a plagiarla e a farla diventare una perfetta purosangue.

Sirius gli aveva chiesto di diventare il padrino di Alyssa a un mese dalla sua nascita. Fu uno dei momenti più felici della sua vita e non avrebbe mai dimenticato il sorriso di Dahlìa quando aveva annuito alle parole di Sirius. Loro, assieme a Peter, James e Lily erano la sua famiglia e quella notte, lui era morto con loro. 

Sospirò e si avviò in Sala Grande per fare colazione. Una cosa era certa, non avrebbe mai detto nulla ad Alyssa. Per lei, il professor Remus Lupin doveva rimanere tale.
Soltanto un professore.

  
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