Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Bad A p p l e    15/03/2016    2 recensioni
Si guardò attorno, constatando che quello in cui si trovava era un normalissimo appartamento, le pareti erano tinte di colori chiari e accoglienti, l’ordine era quasi maniacale e non c’erano poster di videogiochi o film splatter appesi ovunque, come si sarebbe aspettato da un tipo come Hanamiya.
«Cos’è? Ti aspettavi di trovare teste mozzate appese alle pareti come trofei di caccia?»
«Più o meno» non riuscì ad impedirsi di ammettere, facendo ridere il più grande.
[...]
«So a cosa stai pensando» lo ammonì Seijuurou, puntandogli contro il cucchiaino con aria fintamente minacciosa, «L’Imperatore non era il fior fiore della sanità mentale, ma non andava in giro a spaccare ginocchia per diletto».
«Devi ancora rendere le forbici a Midorima-kun, vero?»
«Cos-?»
«Sai che, quando l’oggetto fortunato del Cancro sarà di nuovo un paio di forbici, si arrabbierà molto?»

[HanaKuro] [KagaKuro][ImaHana]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Makoto Hanamiya, Seijuro Akashi, Shoichi Imayoshi, Tetsuya Kuroko
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Empty Walls.

 

01: Please, don’t stop the music.

 

 

Tetsuya era abbastanza sicuro che quella sensazione che lentamente serpeggiava in lui, simile a mille chiodi che gli venivano conficcati con ferocia nel cervello, fosse causata dai suoi nervi che mai prima di quel momento erano stati tanto vicini al punto di rottura.

L’apatico e pacifico Kuroko Tetsuya era sull’orlo di una crisi di nervi.

Strinse il libro di pedagogia così forte che per poco le unghie non ridussero in brandelli le pagine in cui affondavano. Inspirò profondamente una, due volte, imponendosi una calma che però non si decideva ad arrivare sul serio.

Erano ormai cinque ore – cinque! – che dalla stanza di Hanamiya arrivava a tutto volume della roba che, in tutta coscienza, non riusciva a definire “musica”.

Rilassati e respira” si impose, mentre in loop si ripeteva per la quindicesima volta “Vicinity of obscenity” dei System of a Down – Sì, li riconosceva pure. Malauguratamente, anche a Taiga piacevano, ma almeno lui aveva la decenza di non trasformare la casa in una discoteca – “sono sicuro che prima o poi lo arresteranno per disturbo della quiete pubblica ed io potrò finalmente studiare” provò a convincersi, per poi arrendersi al fatto che se non gli avevano detto assolutamente nulla per cinque ore, sarebbe stato alquanto improbabile che cambiasse qualcosa da un momento all’altro.

Bene” pensò, passandosi una mano tra i capelli, per poi afferrare il notebook con malagrazia. Si buttò sul letto, posizionò l’apparecchio sulle proprie gambe incrociate e aprì la schermata di youtube – giusto due giorni prima, Hanamiya aveva cambiato la password del wi-fi, rifiutando di dargli quella nuova. Dopo l’intervento di Akashi e delle sue insospettabili doti da hacker, si era scoperto che la nuova password era un maturissimo KurokoÈUnaPippa”. Tetsuya, se non fosse stato un ragazzo beneducato e diplomatico, l’avrebbe a sua volta cambiata in: “IntantoAllaWinterCupTiHoFattoIlCulo” –.

Selezionò la prima canzone che potesse “competere” con Hanamiya in termini di fastidio e la mise a tutto volume con una solennità del tutto simulata.

Neanche dieci secondi e, finalmente, Hanamiya spense la musica. “L’ha capito, finalmente” pensò Kuroko con un sospiro, per poi spegnere anche lui.

Sentendosi finalmente pervadere dalla pace, recuperò il libro e il suo evidenziatore lilla, riprendendo a studiare da dove aveva interrotto ore prima.

«Perché hai spento? Era bella, quella canzone».

Tetsuya sbatté un paio di volte le palpebre, cercando di convincersi che doveva essersela immaginata quella voce; con un accenno di vago terrore, alzò lo sguardo, per poi vedere la testa di Makoto che spuntava dalla porta della sua stanza, che da chiusa era magicamente diventata semi aperta. Ovviamente bussare era troppo per Hanamiya.

«Io starei cercando di studiare» mormorò il più piccolo, cercando di suonare atono come sempre; fu abbastanza certo che l’effetto fosse stato guastato almeno un po’ dall’insana voglia di prendere a pugni l’altro.

«E questo sarebbe un mio problema, fantasmino?» domandò Makoto, mentre le labbra si piegavano in un ghigno malefico.

«… Ho un esame fra due giorni» tentò Tetsuya, dopotutto erano entrambi studenti universitari, forse Makoto avrebbe avuto pietà di lui.

L’altro scoppiò a ridere e tornò nella propria stanza senza aggiungere altro. Per un solo secondo, Tetsuya osò sperare che l’altro si fosse arreso, poi ripartì la “musica”.

«…»

Kuroko cercò con stizza il cellulare, trovandolo sepolto sotto al cuscino, e selezionò il nome di Aomine. Aveva bisogno di rinforzi, l’alternativa era usare la misdirection per arrivare alle spalle di Hanamiya, armato di coltello, e ucciderlo brutalmente.

Daiki rispose misericordiosamente al secondo squillo.

«Pronto?» mormorò lui; dalla voce impastata, doveva essersi appena svegliato.

«Aomine-kun, ho bisogno di aiuto».

«Ma dove accidenti sei, Tetsu? Cos’è questo casino infernale?»

«Sono a casa. E questo è esattamente il motivo per cui ho bisogno del tuo aiuto. Hai presente quel gioco che hai tu sul telefono, con quelle idol che hanno la voce particolarmente… ehm… acuta

«…Sì?» rispose Daiki, esitante.

«Mi serve il titolo della loro canzone più irritante in assoluto».

«… Perché?»

«Sono in guerra, Aomine-kun» rispose Tetuya, serafico.

Per diversi secondi, nessuno dei due parlò, poi alle orecchie di Kuroko arrivò un sospiro, reso un po’ metallico dalla trasmittente del telefono, «Prova Nico Puri Joshi dou».

Dopo un rapido ringraziamento, Kuroko attaccò il telefono senza dare tempo all’amico di fare altre domande.

Digitò il titolo sul motore di ricerca e selezionò il primo risultato, aspettando una reazione da parte del coinquilino. Scoprì con suo sommo orrore che, evidentemente, il volume delle casse di Makoto non era già al massimo, dal momento che aumentò ancora.

Per un attimo pensò di aver perso, poi si ricordò di un regalo che Taiga gli aveva fatto secoli prima e che al momento attuale doveva essere ancora nella valigia sotto al letto, assieme a tutte le cose che non aveva ancora deciso dove mettere.

Si aggrappò alla sponda del letto, sbirciando sotto e tirando fuori il bagaglio con la mano libera. Lo issò sul letto e, dopo un rapido frugare, tirò fuori due piccole casse.

«Spegni quella dannatissima roba!» urlo Hanamiya dalla propria stanza, dopo che Tetsuya ebbe collegato le casse al computer.

«Spegnila tu!»

«Fottiti!»

E la musica, dalla stanza di Makoto, si alzò ancora.

L’idea di strisciare in camera di Hanamiya, armato di coltello, diventava sempre più allettante e, forse, con l’aiuto di Akashi sarebbe anche riuscito a far archiviare il caso come “incidente domestico”, tuttavia il piccolo inconveniente di essere provvisto di una coscienza fin troppo zelante gli fece archiviare nuovamente il progetto.

Hanamiya-kun ha un computer fisso. Fisso. Non ha autonomia se non c’è corrente”.

Se fosse stato il tipo di persona espressiva, probabilmente le sue labbra si sarebbero piegate in un sorriso mefistofelico, tuttavia, essendo solo Kuroko, si limitò a marciare fuori dalla propria stanza, come se stesse andando a prendere un innocentissimo bicchiere d’acqua. Si avvicinò al contatore della luce e, con infinita soddisfazione, spinse verso il basso tutte le levette, per poi tirarle di nuovo su all’urlo belluino di Makoto.

«Tu!» sbraitò, raggiungendolo in meno di un secondo.

«Io».

«Hai tolto di proposito la corrente!»

«Oppure è semplicemente saltata la luce».

Kuroko si ripeté più volte che tecnicamente non stava mentendo, dal momento che la sua non era stata un’affermazione vera e propria.

«Oppure, io provo a riaccendere il computer e, se il tuo scherzetto ha causato danni, ti uccido e dono il tuo corpo alla scienza» sibilò, per poi tornare sui suoi passi.

«Finiresti in prigione, Hanamiya-kun, non credo che lì potresti portarti il tuo computer» gli fece notare Kuroko con un accenno di ironia, seguendolo per accertarsi di persona di eventuali “danni”.

Makoto borbottò sottovoce una risposta e Tetsuya avrebbe scommesso una dozzina di vanilla shake che questa contenesse almeno un centinaio di insulti rivolti alla sua persona. Il più grande trafficò diversi secondi, per poi sbiancare in maniera impressionante.

«… Tutti gli appunti… Le ricerche… Tutto sparito…».

Kuroko annuì appena, «Credo che questo possa chiamarsi “karma”, Hanamiya-kun» disse, per poi dileguarsi, prima che l’altro mantenesse la promessa di ucciderlo.

 

Death Note: Qui le cose mi stanno decisamente sfuggendo di mano LOL.

Che dire? Nessun gruppo musicale è stato maltrattato per la stesura di questo capitolo (?)

Nel prossimo capitolo, finalmente Kagami scoprirà con chi convive la sua dolce metà!

 

   
 
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