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Autore: PrimPrime    15/03/2016    2 recensioni
Il mondo, un tempo in pace, si era trasformato in un grande campo di battaglia.
Le popolazioni, distribuite in città felici, si erano divise in fazioni.
La pace era ormai un concetto così lontano, da essere impensabile.
-dal testo:
"perché questo?" domandò disperata, in preda al dolore.
Gli occhi del ragazzo si riempirono ancor più di rabbia. La sua bocca era tesa in un ghigno che avrebbe intimorito chiunque.
Gli bastò un gesto della mano perché le porte della sala si chiudessero e le torce si spegnessero. Colpì uno ad uno i suoi uomini, facendoli prima cadere a terra per poi spaccargli il cranio.
Anche se a luci spente, Tesha riusciva a percepire gli spostamenti del ragazzo e i gemiti dei suoi uomini morenti. E sentiva che quelli sarebbero stati gli ultimi istanti della sua vita. Gli occhi le si riempirono di lacrime ed iniziò a tremare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Peace is not real - Cronache di un mondo in guerra'
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23. Afterbattle
 


Tesha e Kroil, in testa ai loro uomini, fecero ritorno trionfanti nella Città di Cristallo. Attraversarono le strade di smeraldo accolti da chi era rimasto nella città, felice di vederli tornare. La leader non si fermò per parlare con nessuno, come invece alcuni dei suoi uomini facevano. Si diresse subito al castello, sua dimora, dove avrebbe potuto riposare un po'. Era felice di poterlo finalmente fare.
Il riposo durò poco, perché doveva dar via ai preparativi: aveva invitato molti dei suoi alleati lì per una festa che si sarebbe tenuta alcuni giorni dopo.
Ormai la posizione della Città di Cristallo non era più un segreto, non c'era nessun motivo per cui rimanesse tale.
Pochi giorni erano passati dalla battaglia, ma molto era già cambiato. Dopo essersi fermati una notte nella base provvisoria sulla pianura l'avevano abbandonata tutti quanti. I Survivors e i Rebels erano tornati nella giungla, dove avevano salutato Enmity e Gryta, in partenza per i loro rispettivi mondi. Anche i Survivors avevano poi salutato i Rebels, dovevano trovare il luogo perfetto per far sorgere la loro città.
Gli Warriors, invece, si erano divisi per fondare diversi villaggi qua e là, villaggi di cui un tempo il mondo era pieno.
Ora non erano più fazioni in lotta tra loro, erano popoli impegnati per mantenere la pace.
 
La sera della festa era arrivata e il castello era pieno di persone. Era strano ospitare una festa alla loro città, non era mai accaduto prima. Tesha si fece strada tra gli invitati, salutando ognuno di loro. La conoscevano tutti quanti, quindi era un po' troppo al centro dell'attenzione per i suoi gusti. Quando aveva organizzato tutto non ci aveva pensato.
Oltre ai suoi alleati erano presenti tutti gli abitanti della città, per questo c'era moltissima gente.
Per l'occasione indossava un vestito nero elegante con cui si sentiva un po' a disagio. Preferiva di gran lunga i suoi soliti vestiti e la fidata armatura in diamante.
Finalmente tra la folla riuscì a trovare Red, che si trovava in disparte con Nate.
"Tesha, eccoti finalmente" le disse il ragazzo, vedendola per la prima volta in tutta la serata.
"non riuscivo a trovarti, forse ho invitato un po' troppe persone" sorrise, imbarazzata.
"notevole questo castello, non avevo mai visto tanti blocchi di diamante tutti insieme.. anche il resto della città è meraviglioso" continuò lui, stupito.
La Città di Cristallo era chiamata così proprio perché era interamente fatta di materiali preziosi.
"è stato tutto costruito grazie alle risorse trovate in miniera o conquistate in battaglia dai nostri antenati" disse lei, fiera delle sue origini.
Sentendoglielo dire Red pensò che lei avesse il sangue di una minatrice oltre che di una guerriera, e che forse poteva essere una miglior minatrice di Dilan. Trattenne una risata al pensiero che il minatore si stava perdendo quella festa, situata in un posto così maestoso da potergli far provare invidia a vita.
Mentre parlavano, Nate si allontanò silenziosamente. Aveva intuito di essere di troppo.
"volevo chiederti, come sta Lane? spero che si sia ripresa in questi giorni"
"è ancora debole ma per fortuna è stabile. Dilan si sta prendendo molta cura di lei" rispose.
"ne sono felice"
Red si intristì per un momento.
"cosa succede?" gli domandò Tesha, che non capiva il perché di quella reazione.
"dovrei essere io quello gravemente ferito, non lei. Questo non è giusto" le spiegò, abbassando lo sguardo.
"per questo dovresti solo esserle grato.." disse lei. Il ragazzo alzò lo sguardo, curioso di sentire cos'altro aveva da dire. "Lane credeva in te, credeva che avresti sconfitto Fenix.. per questo lo ha fatto. Se Fenix ti avesse colpito, probabilmente lui non sarebbe morto e nessuno di noi sarebbe qui adesso. Sei un grande leader, Red"
Lui si sentì rincuorato dalle sue parole e lusingato per il complimento.
"ora vieni, ho una sorpresa per te!"
Seguì Tesha facendosi strada tra la miriade degli invitati e insieme raggiunsero una stanza molto grande, dove c'era più libertà di movimento. La ragazza si fermò e si guardò intorno.
"Bert!" disse, guardando un ragazzo che era di spalle.
Lui sentendosi chiamare si voltò e li raggiunse. Era un ragazzo dai lunghi capelli marroni, vestito in modo stravagante. Red non lo aveva mai visto prima.
"Red, lui è un mio caro amico, si chiama Bert. Fa lo scrittore ed è molto amato in città.. gli ho proposto di scrivere la nostra storia"
"cosa?" domandò Red, incredulo.
Il ragazzo annuì. "è proprio così, sarò felice di scrivere le vostre gesta eroiche. Avete fatto qualcosa di molto importante, vi meritate un posto d'onore nella nostra storia"
Red non riusciva ancora a crederci, ma era molto felice.
"se non ti dispiace, mi piacerebbe ospitarti qui al castello per i prossimi giorni.." lo invitò Tesha. "così potrai raccontare tutto nei dettagli a Bert"
 
Nel frattempo la nuova città dei Survivors, o meglio degli Heroes, veniva ultimata. Tutti si erano messi al lavoro, ognuno all'opera con qualcosa di diverso, per finire in fretta ogni cosa. Il castello era stato costruito per primo ed era già finito, qui erano stati messi i feriti gravi. Lane, però, non era con loro. Aveva una stanza tutta sua, la sua stanza. In quanto generale della fazione, se l'era meritata.
Era sdraiata sul suo comodo letto quando Dilan entrò, con delle bende in mano.
"ah, sei sveglia" le disse, leggermente sorpreso.
"si.. penso di aver dormito fin troppo per oggi" rispose lei, con voce flebile.
"è il momento di cambiare le bende" fece un lieve sorriso e si sedette vicino al letto, su una sedia.
"Dilan, c'é qualcosa che non va? di solito mi stai sempre vicino ma ora.. ti fai vedere solo quando è il momento di curarmi, e non sembri più lo stesso.." domandò, preoccupata.
Il ragazzo sospirò ed iniziò a togliere le bende che lei aveva addosso.
"è che.. ho capito che tu tieni moltissimo a Red. Lo ami, non è così?" chiese con lo sguardo basso, impaurito all'idea di guardarla negli occhi.
"n-no.. forse un tempo, ma ora non più.." sussurrò lei, con gli occhi che le diventavano lucidi.
"vorrei che lo dimenticassi. Lui dov'è ora? a prendermi cura di te ci sono io!" esclamò, come se non l'avesse sentita. "non puoi farmi questo, io ti amo.." confessò.
"io.." iniziò lei, non sapendo cosa dire. "tu hai tradito la mia fiducia.. non so cosa provo per te, faccio fatica a fidarmi"
"ti prego, fidati di me. Sono cambiato, non sono più quello di una volta. Io credo che una volta mi amavi e che mi ami ancora, ma non vuoi ammetterlo"
"Dilan.. io non lo so" delle lacrime iniziarono a sgorgarle dagli occhi.
Il minatore se ne accorse e ne rimase sorpreso. Gliele asciugò delicatamente con le dita e le rivolse un altro lieve sorriso. La colse di sorpresa baciandola e, anche se ormai aveva finito di cambiarle le bende, il ragazzo non uscì dalla sua stanza.
"io so che ho ragione.. e non ti lascerò a Red. Rimarrò in questa stanza finché non ti sarai rimessa in sesto"
 
 
Il mattino dopo Lane si sentiva fresca e riposata. Una nuova vita stava iniziando per lei, ne era sicura. Una nuova vita al fianco di Dilan, avrebbero ricominciato da capo. Forse era presto per ricominciare a fidarsi di lui, ma intendeva provarci.
Dilan però non era più lì, al suo posto c'era una lettera che diceva:
"mi dispiace lasciarti così, ma non avevo il coraggio di dirtelo in faccia. Dopo quello che ci è successo ho iniziato a credere nelle leggende più che mai, e secondo una di esse esiste una terra che corrisponde al paradiso per i minatori. Sto andando lì, in cerca di ricchezze.
Addio, Dilan."
La disperazione lasciò presto spazio all'odio e la ragazza strappò la lettera, sconvolta. Aveva fatto un grande errore fidandosi di lui, non lo avrebbe mai più perdonato.
 
Nei giorni passati al castello di Tesha, lei e Red diventarono uniti più che mai. Così uniti che decisero di andare insieme al matrimonio di Enmity.
Il ragazzo non aveva cambiato idea, ma suo padre voleva a tutti i costi che si sposasse, quindi non aveva avuto altra scelta.
La cerimonia era celebrata in una radura tra gli alberi, in cui c'erano molti fiori. Un posto calmo e tranquillo in mezzo alla natura, nell'Overworld. Gli invitati erano pochi, per lo più amici del suo popolo e i leader delle ormai ex fazioni.
Enmity indossava uno smoking nero con cravatta rossa, che si abbinava fin troppo bene ai suoi occhi, ed era abbastanza nervoso. Quando la sua sposa arrivò lui la osservò attentamente. Era bionda e bella, con gli occhi rossi come lui, e indossava un abito nero decorato con pizzo rosso. Era la prima volta che si incontravano e malgrado questo lei pareva felicissima, come se quello fosse il giorno più felice della sua vita.
Quando il padre di Enmity, che celebrava la cerimonia, iniziò a parlare, il ragazzo guardò tra gli invitati in cerca di qualcuno, ma non lo vide. Ancora più triste di prima, si rese conto che non poteva in nessun modo evitare quel matrimonio.
Red e Tesha avevano capito che non voleva sposarsi. Dopotutto lo sapevano già, glielo avevano sentito dire quando si trovavano nella fortezza del Nether. Red pensò che probabilmente era già innamorato di qualcun altro, qualcuno che non era presente in quel momento.
"vuoi tu, Enmity Skyfaller, sposare la qui presente Dena Moonefire?" domandò il padre.
"si, lo voglio" rispose lo sposo, anche se poco convinto.
Erano giovanissimi, eppure si stavano sposando. Era una cosa impensabile per Red, che era di poco più grande di lui. Suo padre doveva essere veramente severo, oppure quella di sposarsi giovani era una tradizione del loro popolo.
Red prese la mano di Tesha, seduta accanto a lui. La ragazza sobbalzò per la sorpresa e arrossì.
"c-cosa c'é?" gli domandò, sottovoce.
"niente, stavo solo pensando che mi dispiace che lui debba sposarsi con una ragazza che non ama"
Tesha arrossì ancora di più, domandando a sé stessa per quale motivo lui le stesse tenendo la mano, ma lui aveva già smesso di parlare. Forse si era mosso senza rendersene conto.
"si, lo voglio" rispose anche Dena, alla domanda del re.
"vi dichiaro marito e moglie!" annunciò quest'ultimo, che era probabilmente il più felice tra i presenti, insieme alla sposa.
 
I leader delle diverse fazioni si concessero ancora qualche giorno di spensieratezza prima di tornare ai loro doveri. Avevano ancora molto da fare.
 


Flashback
Tesha e Enmity erano appena usciti dalla stanza del rituale e Gryta si trovava ancora lì. Sul suo viso era stampata la solita espressione seria e impassibile, ma dentro di sé era incredula. Le due pietre usate per il rituale si erano fuse insieme davanti ai suoi occhi, ed erano poi sparite. Si domandò se suo fratello non si sarebbe arrabbiato nel vederla tornare nell'End senza la loro Reliquia Sacra, ma alla fine non gli importava molto di lui. Anzi, lo odiava.
Lei desiderava governare sul suo popolo sin da piccola e suo fratello lo sapeva, ma aveva comunque accettato senza obiezioni la corona.
Solo ripensando al momento della sua incoronazione le ribolliva il sangue dalla rabbia.
Decise che era rimasta in quella stanza anche troppo, era ora di tornare nel suo mondo e avvertire il suo popolo che avrebbero avuto l'opportunità di trasferirsi nell'Overworld. Con gli attacchi degli enderman fatti più intensi, era certa che avrebbero accettato subito quell'opportunità.
Mandò un'ultima occhiata al calderone, parte integrante del rituale che Tesha aveva appena compiuto. Al suo interno non era rimasto niente, nemmeno una goccia di pozione.
Stava per incamminarsi per tornare in superficie quando notò che invece qualcosa era rimasto, ma non si trovava al suo interno, era sul bordo. Era una goccia di liquido nero.
La osservò attentamente, domandandosi da dove fosse uscita. Le pozioni usate per il rituale non erano nere né prese singolarmente né quando mischiate insieme.
Raccolse la goccia misteriosa con un dito e la osservò per un altro paio di secondi, per poi pulirsela sui vestiti. Non doveva essere nulla di importante.


 
 
 
___spazio autrice
Grazie mille per aver letto fino a qui! questo vi fa onore! mi dispiace aver pubblicato questo capitolo in ritardo ma ho potuto finalmente dedicarmi al relax più totale.. e non mi è dispiaciuto affatto!
Come già saprete questo è il capitolo conclusivo, e non è niente di che.. appunto, serve solo per dire come sono andate le cose e.. beh, in un certo senso sarà il "punto di partenza" per il seguito.
Mi dispiace ma per il seguito dovrete aspettare un po'.. prendetevela con chi ha inventato l'esame di maturità.
Mi raccomando di farmi sapere le vostre considerazioni riguardo al capitolo.. è l'ultimo, quindi ci tengo particolarmente! ditemi magari cosa vi aspettate dal seguito (che tanto non sarà come ve lo aspettate, muahaha). Per farmi perdonare dal ritardo, vi informo che sto per pubblicare una one shot ambientata nel mondo di minecraft. Eh si. Dateci un'occhiata, la trovate tra un attimo sul mio profilo :)
Alla prossima!
   
 
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