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Autore: Nejisfan    16/03/2016    1 recensioni
Ragazzi che si amano nei modi più disparati, negli istanti più vari. Incontri, scontri, passione e liti, difficoltà comuni e caratteri complessi.
L'amore è il centro di tutto, anche quando è confuso o a senso unico o difficile da esternare.
Riguarda loro come riguarda noi.
Questa raccolta parla di questo: dell'amore. Nulla di più facile e di più difficile insieme.
(Ambientazione: AU. Frasi ispiratrici prese dalle canzoni bellissime di Daniele Silvestri).
Conclusione: capitolo 30, Shikamaru e Ino alle prese con una manifestazione e qualche coro, tanti lamenti e tanto amore nascosto (ma neanche troppo).
Raccolta dedicata a chiunque abbia apprezzato e incoraggiato il mio percorso su Efp: ciao amici, mi prendo una pausa, e questo è il mio saluto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Amarsi in modo cosmico.


27: Solosolosolo Amiciamiciamici.
[ShikaIno]


 
"Mi sono accorto che sto bene
solo quando sto con te,
ma so che questo non conviene,
non conviene..."
[D.Silvestri-“Sempre di domenica”]
 




Il Pub in cui si trovano è il loro pub, il locale in cui da sempre vanno a confidarsi.
Addirittura il tavolo è lo stesso ogni volta, e loro più o meno sono gli stessi.
Sempre Ino, logorroica bellissima e seccante, e sempre Shikamaru, pigro lamentoso e forse leggermente affascinante, sempre loro due.
Si trovano spesso in quel posto e a volte non parlano di molto, passano la maggior parte del tempo a rivolgersi insulti e poi scoppiano a ridere improvvisamente.
Sono proprio strani, Shikamaru e Ino.
Strani nel senso di amici che si vogliono molto bene e che sono felici insieme come tutti gli amici, solo che a volte la mano del Nara si posa per sbaglio sul ginocchio della Yamanaka, e lei non gli fa mai cenno di toglierla di lì, e lui non la sposta: non sale, eh, ma non se ne va neanche.
La mano sul ginocchio è tipica delle amicizie, no?
A guardarli, è facile credere che stiano insieme: si respira una complicità, tra i loro sguardi e le loro parole, che è quasi impossibile ignorare.
Ma sono solo amici.
Solosolosolo amici.
Solo amiciamiciamici.
 



Ino ha un'espressione preoccupata, mentre si siede, e al suo amico di sempre non sfuggono mai, le sue espressioni.
Non è uno che chiede "perché sei preoccupata?", Shikamaru, è uno che aspetta che le cose gli vengano raccontate, e sa che Ino lo farà, perché la conosce meglio di chiunque altro e lei non si tiene mai niente per se', figuriamoci una cosa che la agita.
Infatti non ci vuole molto, un sorso di birra basta per prendersi la pausa necessaria per decidersi a parlare.
"Sai molla l'università" inizia Ino, ed è strano che la cosa che dice inizi così, perché lei non parla mai al suo amico del suo ragazzo Sai- chissà perchè, poi.
Shikamaru annuisce, aspetta.
"Vuole dedicarsi solo alla pittura. Frequenterà un corso" continua la bionda, e poi si morde un labbro in un attimo di nervosismo.
"Il corso è a Osaka. I suoi genitori gli comprano una casa, mi ha chiesto se vado con lui".
La banalità della notizia iniziale nascondeva una bomba micidiale, di quelle che esplodono all'improvviso e creano il caos.
Perfino Shikamaru- il pigro e statico Shikamaru- ha un sussulto.
"Posso finire medicina là, l'università non è un problema" continua a parlare la Yamanaka, poi l'amico apre bocca per dire la sua.
"Ci vai?" chiede soltanto, come sempre non spreca parole.
Ino lo guarda, è confusa e irritabile, non sa cosa vuole che succeda e non sa neanche cosa le passi per la testa.
"Sì".
"Buona fortuna allora".
Shikamaru esce dal pub in fretta e furia, sbatte la porta e fa rumore.
 



Perché se l'è presa tanto?
Difficile dirlo, ancora di più ammettere una serie di cose complicate dal punto di vista emotivo.
Ino è da sempre fondamentale per la sua vita e questo è ovvio.
A sei anni gli ha insegnato a non dire a tutti che il suo hobby era guardare le nuvole per non passare per scemo, a dieci a dire le bugie in modo credibile, a tredici a vestirsi in modo adeguato, a quindici a baciare con la lingua.
Già.
Un sorriso nasce spontaneo sul volto del Nara, mentre ripensa all'intrepida ragazzina dai lunghissimi capelli oro che lo aveva afferrato e baciato per poi staccarsi ridendo e dicendo: "hai visto, Shikkan? è semplice! Smettila di scervellarti tanto".
Da diciotto anni in poi, il rapporto è cresciuto e maturato.
Ino è Ino, ed è caotica e seccante, è una delle poche persone al mondo capaci di farlo incazzare davvero, è egocentrica e vanitosa, ha tantissimi difetti, ma è la sua migliore amica, l'unica a cui chiederebbe un consiglio (ad eccezione di Choji).
L'unica a cui non può rinunciare.
Non starebbe bene, senza di lei, è uno dei pensieri più stupidi che la sua mente abbia mai formulato ma è anche uno dei più sinceri.
In qualche modo deve riuscire a fermarla.
 



Sai beve il suo caffè nero in modo composto, conserva in se' quel tipo di eleganza ottocentesca che difficilmente si trova in giro.
"Sapevo già che sei innamorato di lei" dichiara, senza scomporsi- quando mai lo fa?
"Non ho detto che sono innamorato di lei, ho detto solo che è mia amica e le voglio bene e ho bisogno che stia qui".
Shikamaru gesticola scoordinato, mentre parla di fronte a un giovane vecchio dentro.
"Il che, tradotto in un linguaggio comprensibile, vuol dire che la ami".
"Ti dico di no! Si tratta solo di amicizia! Hai degli amici, tu? Sai cosa vuol dire?".
Alza un po' la voce, il Nara, perché l'eleganza ricercata gli sa di fasullo, lo fa sentire nervosissimo.
"Se un mio amico se ne va per amore, io sono contento per lui, non penso a me stesso" risponde Sai, prima di alzarsi in modo lento e perfetto, senza sgualcire la giacca o spostare un capello.
"Sei sicuro che lei voglia partire?".
La domanda di Shikamaru arriva alle orecchie dell'altro quando ormai è alla porta, ma la sente.
"Io sì, e tu?".
 



Fare una valigia per un anno o forse una vita intera è terribilmente complicato, ma non è quello il punto.
Ino si lancia sul letto a pancia in sotto, mentre ripensa a Shikamaru.
Perché c'è rimasta male della sua reazione? cosa voleva che facesse? Sono amici, d'altronde, e lui si è risentito perché se ne va ma le ha augurato buona fortuna come un amico qualsiasi.
Ma lei?
Il problema non è il Nara che sbatte le porte, il problema è lei.
Lei che forse sperava che lui la volesse fermare, lei che, quando Sai le ha parlato di partire, ha pensato per prima cosa a: "come faccio a lasciare qui da solo Shikamaru?".
La Prima cosa.
Prima dell'università, dell'amore, della città, dei suoi genitori, di Sai, addirittura di se' stessa.
La Prima cosa.
E forse non è tanto normale.
 



Le nuvole sono belle perché sono imprevedibili, ma ci sono quasi sempre.
A Shikamaru piace trovarle, detesta le giornate di piatta serenità in cui non c'è niente da guardare.
A lui piacciono le cose che restano ferme dove sono, che non partono per Osaka da un giorno all'altro.
Che non ti smuovono un caos di pensieri e di emozioni, che non ti fanno tremare di paura mentre pensi di poterle perdere.
Shikamaru si odia da solo, mentre giunge alla conclusione di provare qualcosa per Ino, e sa che è terribile, perché lei è folle, ma lui sta bene solo quando c'è lei, e qualcosa vorrà pur dire...
Il Nara è l'uomo più pigro del mondo ma, quando perfino una nuvola lo fa pensare a lei, decide di sfidare il suo peggior difetto e andare a fermarla.
 



Sai parte proprio in quel momento, ha due bagagli in macchina e un paio di occhiali da sole, guida solo e in silenzio, si allontana da una ragazza malinconica e melodrammatica che piange disperata.
Gli ha detto che non vuole partire, Ino, che la sua vita è qua.
Sai non ha mai capito molto di lei, ma questa volta ha solo chiesto: "si tratta di Shikamaru?" e lei non è riuscita a mentirgli.
Si tratta sempre di Shikamaru, da lungo tempo ormai, solo che non l'ha mai voluto ammettere.
Ino piange ancora nel parcheggio vicino a casa sua, quando vede il suo amico del cuore arrivare, il passo placido di sempre ma forse lievemente più svelto.
Ha voglia di schiaffeggiarlo con violenza perché le ha scombinato la vita.
"Sto bene solo se ci sei tu. Non andare via".
Lo dice di corsa, il ragazzo, come per togliersi il pensiero- via il dente, via il dolore?
Chissà quanto gli sono costate, queste due frasette: una fatica pazzesca, probabilmente.
Non è uno che dice cose del genere, Shikamaru.
Non è neanche uno che si innamora, però, ma ha gli occhi che brillano, e gli occhi non mentono mai.
Ino vorrebbe schiaffeggiarlo, come sempre, ma come sempre va a finire che lo abbraccia.
"Sai se n'è andato ma io no, Shikkan" mormora tra le sue braccia "tu hai bisogno di qualcuno che ti secchi, no?" aggiunge, cercando di ristabilire l'ironia di base che c'è solitamente tra loro.
L'ironia che nasconde i sentimenti.
Shikamaru la stringe, pensa che ha un buon profumo, pensa che si sta per incasinare sul serio, ma se ne frega.
E così, nel mezzo a una tempesta di sentimenti, nel mezzo a un abbraccio che dura un'infinità, lo dice.
Dice: "credo di essere sempre stato innamorato di te" e Ino si chiede quanto abbia bevuto, per dire una cosa tanto romantica.
La paura di perdere una persona ti fa fare miracoli.
La Yamanaka lo stringe più forte, i loro corpi si sono sempre incastrati a meraviglia.
"Anche io sto bene solo quando ci sei tu" sussurra, piano "E ti amo" aggiunge poi, ed è un'ardua impresa anche per lei, ma l'abbraccio le dà forza.
E poi: "Resti una seccatura, eh".
"Lo so. E tu un pigro che si lamenta troppo!".
"Lo so".
  
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