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Autore: Nocticula_Nott    18/03/2016    2 recensioni
Fanfiction revisionata e ripostata
Doveva essere così, quindi, la morte?
Un’attensa lunga una vita, nella quale si protende verso la negazione? Assurdo.La Guerra aveva generato più orfani che scontri, più abbandoni che vittorie.
Bisogna essere davvero stupidi, mi dissi, per permettere un tale scempio e anzi, farne parte.
Quanta morte.
Quanta paura.
Anche la speranza, ultima guardiana e spinta motrice della nostra determinazione, aveva abbandonato il mio cuore.
***
Nuovo personaggio originale. Pairing Draco/OC
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Nda:   Questo è un capitol un po’ particolare. Non voglio dire troppo, ma ho provato ad immaginare Draco in una situaziona anomala e… Spero di non averlo mandato OC! Per qualsiasi precisazione o commento, anche negativo, benvenga.
Aiuta a migliorare.
Grazie a chi mi ha commentato, anche se in mp, il precedente capitolo. Lo apprezzo sempre molto.
Buona lettura!

NN


Tell me, who you kill,

to save your life?

                                                                                                                                                                                                      

 

Chapter Nine: As light as thoughts.

                                    

“Lucius non temere, mi preoccuperò della salute di tuo figlio così come faccio con le mie!”

“Ne sono certo, Peter.”

Osservavo mio padre e il signor Malfoy parlare, mentre Draco si guardava attorno curioso e attento, quasi come se non fosse mai entrato nel salotto di casa mia. Al contrario, ero io che non avevo mai visto la sua, visto che avevo declinato quasi una settimana prima, l’invito a recarmi al Malfoy Manor in villeggiatura.  Il motivo di quel quell’invito e della presenza di Draco a Northleach era chiara: di li a tre giorni si sarebbe tenuta la finale della Coppa del Mondo di Quiddicht e il signor Malfoy aveva provveduto a riservare un posto nella Tribuna d’Onore anche per la “fidanzatina’’ del giovane Draco. Da parte mia, invece, c’era la credenza che la signora Narcissa non avesse intenzione di partecipare, e che quindi quel posto sarebbe rimasto comunque vuoto.

Per quanto tutta quell’ufficialità mi sembrasse un po’ fuori luogo – io e Draco non avevamo mai parlato del fatto che forse, sotto sotto, eravamo davvero una coppia, acerba ma pur sempre una coppia- ero parecchio eccitata all’idea di vedere la partita da una posizione così prestigiosa.

“Devo dire, Lucius, che è stato molto nobile da parte tua invitare mia figlia.”

“Draco ha fatto subito il suo nome, quando gli ho proposto di invitare qualcuno. Quindi è a lui che devi porgere i tuoi ringraziamenti.”

A quelle parole, mi voltai verso il biondo, che però finse disinteresse, nonostante un leggero imbarazzo. Sorrisi divertita, mentre mio padre si voltava verso di me “Chiedi a Twiggy di portare la roba del giovane Malfoy nella stanza degli ospiti, Lia.”

Annuii, poi con grazia, alzai il braccio. Mossi il braccialetto che tenevo al polso, a cui erano fissate sei campanelle argentate, e sentendo il richiamo, apparve il nostro elfo domestico.

“Avete cercato Twiggy, signorina Blake?” mi chiese, facendo un piccolo inchino e sorreggendo i bordi della gonnellina di pizzi blu.

“Si, porta la valigia nella stanza degli ospiti, per cortesia.” le dissi, indicando la valigia di pelle che giaceva nell’ingresso.

“Twiggy lo farà immediatamente, signorina Blake”, con un ultima riverenza la guardai sparire assieme a ciò che le era stato affidato.

“Che strani abiti veste la vostra serva” disse Lucius, sfilandosi i guanti di pelle nera e guardandosi attorno con l’occhio critico mal celato. Mio padre ridacchiò, appoggiandosi alla balaustra delle scale, mentre infilava la mano libera nella tasca del mantello nero.

“Non è una serva, in effetti” spiegò al vecchio amico, e non mi sfuggì che parve un po’ a disagio nell’aggiungere l’ultima parte “Twiggy è libera, è qui per sua scelta. L’ha liberata anni fa Maggie.”

“Molto nobile” fu il solo commento che uscì dai denti stretti del signor Malfoy, mentre riprendeva l’ispezione del salotto, senza però spostarsi dalla sua posizione.

 “Posso offrirti una tazza di the, Lucius? O magari qualcosa di più forte, anche se sono solo le sei del pomeriggio” gli propose papà, prima di rivolgersi a me “Dahlia, accompagna il giovane Draco di sopra, magari vorrà riposarsi un istante prima di uscire.”

Il ragazzo mi seguì appena gli feci cenno e insieme salimmo le scale. Alzò un sopracciglio, spiandomi da dietro “Perché, andiamo da qualche parte?”

“Pensavo di farti vedere il paese. Ho un paio di amici che mi piacerebbe salutare, qui.” Gli risposi candidamente, lanciandogli una veloce occhiatina.

“Ci sono dei nostri compagni di scuola qui attorno? Non lo sapevo.”

Aprii la porta della stanza, facendomi da parte per farlo entrare per primo. La stanza degli ospiti era grande e luminosa, bellissima. La più bella della casa. Era la stanza dei miei genitori, ma dopo la morte della mamma, mio padre aveva deciso di trasferirsi in una camera più piccola, al piano di sotto. Diceva di non riuscire a dormire più dove aveva stretto fra le braccia la sola donna che aveva amato in vita.

“Loro non vengono ad Hogwarts.” Commentai, richiudendo la porta dietro di me e seguendolo, mentre lui si chinava sul baule, aprendolo. Si bloccò, prima di voltare il capo verso di me.

 “Non saranno…”

“Babbani? Esatto.”

“Sei impazzita?!” Mi chiese, arrivandomi di fronte per guardarmi direttamente negli occhi. Mi staccava diversi centimetri in altezza, ma alla fine sarei diventata più alta di lui “Io non mi mischio con i Babbani!”

Gli riservai uno sguardo di ghiaccio e subito lui perse tutta la sua nobiltà “Sono miei. Dovrai solamente stringere loro la mano e bere una soda tutti insieme. Puoi resistere un’ora d’orologio.”

A quell’affermazione alzò un sopracciglio “Si può sapere come diavolo li hai conosciuti?”

“Ho frequentato per qualche anno una scuola Babbana” gli spiegai, sedendomi sul letto e guardandolo mentre faceva lo stesso. Aveva una faccia che definire allucinata era un eufemismo “Poi la mamma è morta e papà ci ha ritirate. Alcuni amici però sono rimasti. Una di loro vive in fondo alla via.”

“Affascinante” sussurrò a denti stretti, facendomi ridere. Non era affatto contento, ma quello che disse dopo mi fece sorridere “Solo un ora, Blake. Dopo di che me ne tornerò qui, anche da solo. Tanto quanto grande potrà mai essere questo buco di paese?? Troverò la strada.”

Mi sporsi verso di lui e lo baciai dolcemente. Lui ci mise un secondo netto a ricambiare, portando il braccio dietro ai miei fianchi. Era passato un po’ dalla fine della scuola e, dovevo ammetterlo, mi era mancato.

Quando sentii dei passi pesanti per le scale mi staccai, guardandolo negli occhi “Scegli cosa metterti e rilassati.” Gli dissi, alzandomi in piedi. Lui mi prese la mano, ma non disse niente “Ci vediamo tra poco.”

Annuì, stringendomi un istante la mano e obbligandomi quindi a chinarmi per baciarlo nuovamente. Solo allora mi lasciò la mano, permettendomi di uscire dalla stanza, con il sorriso più bello che avesse coronato le mie labbra in quattordici anni di vita.

 

 

Papà era sul divano con Prime e Violet,  quando li raggiungemmo “Uscire ora?” chiese papà, tornando a nascondere il naso dietro alla Gazzetta del Profeta, mentre Violet lanciava un rapido sguardo al biondino dietro di me.

“Si papà. Prendo le chiavi.”

“A casa entro mezzanotte” mi disse, con il tono di chi non ammetteva repliche. “E Tieni Draco lontano da cose pericolose…”

Risi e lo rassicurai, prima di prendere la mano del biondo per trascinarlo fuori. Dire che non era convinto è poco. Ci avviammo a piedi e lui intrecciò le dita alle mie, facendo scottare così le mie guance. Non avevo mai tenuto per mano un ragazzo, prima di allora. Non così. Per strada, nessuno guardò  Draco in modo strano, nessuno si curò più di lui. Dopotutto era vestito completamente di nero, nulla di strano anche se forse, agli occhi Babbani, poteva sembrare un po’ troppo formale.

“Vivete quasi in mezzo ad un paese” soppesò Malfoy dopo qualche minuto di silenzio “Come fate ad allevare i draghi qui?”

“Il bosco dietro casa” mi limitai a rispondere.

Lui si voltò guardando la villa, corrugando la fronte  “Non c’è nessun bosco” asserì tentennando appena. “Eppure l’ho visto, dalla finestra della camera degli ospiti.”

“Magia” gli sussurrai nell’orecchio, prima di riprendere a camminare. “Papà ha stregato la casa e il bosco, così da non essere  visibile  e nemmeno avvicinabile. Tutto quello che accade lì non è percepibile dall’esterno.”

Draco aveva smesso di ascoltarmi, però. Si guardava attorno curioso, mentre le macchine sfrecciavano sulla strada alla nostra sinistra, attirando la sua attenzione. “Questi Babbani sono davvero noiosi” mi disse di punto in bianco, guardando una donna che cercava di pulire il vestitino della figlia, sporco di gelato “Senza magia è tutto più faticoso.”

“Loro non sanno cosa si perdono, quindi sono felici così.” gli dissi, ricordando ciò che mi aveva detto una volta Laureen,  mentre la bambina smetteva di piangere alla vista del nuovo gelato che uno zelante papà le porgeva “La magia sta nel cuore delle persone, secondo me. Non solo nell’anima di una bacchetta.”

Lui mi lanciò un’occhiatina, prima di ridacchiare sotto ai baffi.“Sei una sentimentale, lo sai?”

Stavo per ribattere ma qualcuno chiamò il mio nome, così fui costretta a voltarmi, notando una ragazza di colore che sventolava le braccia per farsi notare “Ci siamo” dissi tranquilla a Draco“Per evitare qualsiasi tipo di problema, tu cerca di parlare il meno possibile. Risponderò io per te, ok?”

“Penso sia la cosa più intelligente che tu abbia mai detto da quando ti conosco.” Fu la sua sola risposta, serafica come al solito.

Lo guardai senza entusiasmo poi, sempre tenendolo per mano, ci avvicinammo al molo sul quale, oltre alla ragazza di colore erano sedute altre due figure. Un ragazzo ed una ragazza.

“Ciao Lia!” Sheila mi abbracciò di slancio, facendomi perdere il contatto con Draco “E lui deve essere…” disse poi guardandolo con un sorriso curioso sulle labbra.

“Lei è Sheila” dissi indicandola e lei allungò la mano, che lui strinse un po’ titubante “E loro sono Eva” continuai, mostrandogli anche la ragazza mora che sorrideva timida “Ed Eddy” completai indicandogli il biondino, che se ne stava meditativo in disparte “Ragazzi, lui è-”

Non avevo pensato al nome. Era un problema. Insomma, mettendomi nei panni di un Babbano che vedeva un ragazzo che si presentava come-

“Draco Malfoy.”

Ecco sì, le reazioni dei miei amici furono comprensibili.

Eddy trattenne a stento una risatina, che stemperò fingendo di tossire, mentre le mie due amiche si guardavano stranite “Nome… Particolare” disse poi Sheila, tentando di rompere il gelo che si era creato “Allora, Lia ci ha parlato molto di te. Ci ha detto che vi siete conosciuti in quel collegio dove suo padre l’ha spedita tre anni fa. Come si chiama?”

 “Il Sant Cristopher Istitute, vicino ad Edimburgo” risposi, per poi guardare Draco in modo eloquente. Lui si limitò ad annuire.

“Prima eravamo in classe insieme.” disse annoiato Eddy “Poi puff. Questa sparisce e scappa in Scozia, dove incontra un bello ma dannato. Sembra una storia da film.”

Dalla sua espressione, Draco non ci stava capendo nulla. E la serata era appena iniziata.

Al locale, come avevo immaginato, non ci furono ulteriori imbarazzi, perchè con la musica alta non si capiva assolutamente un accidenti di quello che diceva “Ma questi Babbani, per Circe, come possono vivere così?” chiese riferendosi al volume sparato dalle casse.

Io risi, prima di porgergli una lattina di soda che lui guardò non molto convinto.

Quella sì che sarebbe stata una serata che avrei raccontato, una volta tornati a scuola.

 

 

“Ammettilo, ti sei divertito.” dissi a Draco mentre aprivo il cancello della villa, facendolo entrare per poi richiuderlo.

“Sono rozzi, questi Babbani. Parlano di cose senza senso, come scene vista dentro ad una scatola che tengono in salotto davanti al divano o partite di sport senza senso, dove i giocatori si limitano a prendere a calci una stupida palla. Senza contare che non hanno il senso del ritegno. Accanto a me è passata una ragazza, prima,  che non indossava nemmeno un sorriso a coprirla..”

Trattenni una risata “Io vivevo così, prima di venire a Hogwarts.”

“Nuda??”

“Ma no, demente.” entrammo in casa e ci prendemmo un attimo, passato per la cucina per beve un bicchiere d’acqua prima di coricarci “Con ragazzi della mia età, senza magia. Sono fra queste pareti essa non mi è mai mancata. Quando finivano le lezioni con il precettore che papà pagava per venire qui ogni giorni, andavo da quei ragazzi e mi sentivo meno sola.”

Opheliac saltò sul bancone della cucina e io passai una mano sul suo pelo nero e lucido. Draco fece lo stesso, grattando la gatta sotto al mento “Ti manca questa vita?” domandò, con tono pensieroso.

“Sicuramente?” lui annuii  e io per risposta gli sorrisi “No,non mi manca. Hai ragione tu. I maghi sono molto meno noiosi. Però ho bei ricordi di questo posto.”

Ci scambiammo un breve sorriso, prima di bere. Salimmo insieme le scale, ma ci separammo di fronte alla porta della stanza degli ospiti. Non volevo nemmeno immaginare cosa avrebbe fatto mio padre se ci avesse trovati, a notte fonda, nella stessa camera. Prima, però, presi la mano di Draco e appoggiai le labbra contro alle sue. Ci avrei fatto volentieri l’abitudine, al bacio di buonanotte.

 

 

“Dahlia, ormai sei grande e visto che a quanto pare è una cosa seria, dovrei farti un discorso riguardo le api ed i fiori.”

“Una cosa seria?” chiesi ironica, mentre mi sedevo su una sedia, al tavolo della  cucina. Draco dormiva ancora al piano di sopra, nella sua stanza, ma nonostante questo, mi padre sembrava sicuro che avevamo imbrogliato e solo perché mia sorella Primerose imbrogliava sempre quando invitava a casa i ragazzi. “Ma poi davvero, papà? Le api e i fiori?”

“Sono tutte bugie, nel mondo reale si resta incinta.”

Spalancai la bocca “Papà, ma questo è davvero un discorso che vuoi affrontare alle nove del mattino”

“Ora che ci siamo, tanto vale levarsi questo dente dolente!” disse, gesticolando, senza nemmeno provare a nascondere il divertimento che provava in modo evidente “Avrei dovuto anche spiegarti che non si affrontano i lupi mannari. Non l’ho fatto e guarda come è finita. Per fortuna non ti cresce il pelo con la luna piena!”

Mi appoggiai con la fronte al ripiano della cucina. Sospirai, contenta del fatto che il mio segreto, l’essere un animagus, fosse rimasto tale nonostante tutto. “Papà, ti prego, non ho nove anni. E il lupo mannaro non sono andata a cercarmelo io.”

“Appunto. Se tu avessi nove anni, il problema non sussisterebbe.” Mi disse ridacchiando alla vista della tonalità vermiglia che le mie guance avevano assunto. Ci pensò anche Laureen a imbarazzarmi ulteriormente.

“Dovrei prepararle un po’ di latte di papavero?” chiese seriamente e io decisi che la conversazione andava chiusa.

 “Papà, oggi voglio portare Draco a fare un giro su Landa” dissi, interrompendo una discussione piuttosto accanita riguardo i metodi contraccettivi magici ancora agli inizi.

Lui annuii “Stai attenta però, lo sai che è gelosa. Non vorrei che Lucius perdesse il suo unico erede. Non credo che mi perdonerebbe facilmente poi.”

Ridacchiai, mentre lui mi passava un paio di Guanti Ignifughi e le chiavi della stalla “Staremo attenti. Ora vado a svegliarlo e poi-Ah no, a quanto pare non ce ne sarà bisogno.”

Draco entrò in quel momento, con addosso vestiti sempre molto eleganti, ma più estivi e da casa del completo della sera prima. Papà lo studiò con attenzione “Sei la sola persona elegante che sosta in questa casa da tempo, giovane Draco. L’altra era mia figlia Scilla ma ora vive con suo marito lontano da qui.”

Malfoy parve molto compiaciuto “La ringrazio, signor Blake, è molto gentile”

“Lei sarà meno gentile.” aggiunse mio padre ridacchiando, prima di indicarmi divertito “Non so se ti piaceranno i programmi che ha in mente per oggi.”

“Zitto!” ordinai, dando un piccolo schiaffo sul suo braccio “Voglio che sia una sorpresa!”

“Ok, ma sarò meglio che vi sbrighiate. Oggi pomeriggio farà troppo caldo per lei.” mi disse, e io capii al volo di chi si riferiva.

La colazione fu veloce e io esortai Draco a mangiare il fretta, guadagnandomi qualche occhiataccia e più di uno sbuffo. Una volta finito, il biondo mi seguì mentre mi addentravo per il sentiero lungo il bosco, iniziando a tempestarmi di domande sul luogo in cui ci stavamo recando. Appena vide l’enorme stabile davanti al quale mi bloccai, estraendo dalla tasca dei pantaloncini una chiave, rimase di sasso “Lia, ma questa non è una gigantesca stalla,vero?”

“Invece si.” risposi spalancando il grande portone e permettendo così alla luce del sole mattutino di illuminare l’interno “Benvenuto nell’azienda di famiglia.” Draco fece qualche passo in avanti, mentre molti ruggiti si levavano nell’ombra.

Pensavo si sarebbe spaventato, invece mi stupì, “Sono magnifici.”

“Lo so, ma stai attento ora, stammi vicino e non allungare alcun arto. Non vorrei che ti ritrovassi senza un braccio o la testa” Camminai lungo i boxe, indicandogli i draghi “Questo è un bellissimo Petardo Cinese.” dissi accarezzando il muso di un drago snello e verde che scrutò Draco con gli occhi rossi.

“Perché hanno la bocca sigillata?”

“Non vogliamo finire né divorati né abbrustoliti. Hanno un caratterino niente male, queste creature.” mi limitai a dire, grattando il muso del drago attorno alla pesante imbragatura di cuoio e metallo che gli bloccava le fauci “Quello è particolarmente bello vero? È un Mangiafuoco della Romania, mentre invece quello accanto è un Sacro Giapponese. Laggiù in fondo c’è un Ungaro Spinato, non ti avvicinare, è particolarmente irascibile.”

“Questo è un Dorso Rugoso di Norvegia?”

“Esatto e quello è un Birmano dalla Coda Biforcuta”

Li osservò tutti con attenzione e stupore misto ad una certa adulazione per quelle bestie imponenti e leggendarie “E questo?? Ha due teste??”

“Sì.” mi limitai a ridacchiare “Un Bicapo Argentino. Ma noi siamo qui per qualcuno di speciale.” Lo condussi in fondo alla stalla, dove se ne stava un boxe più piccolo, imbellito con stelline e altri disegnini infantili “Landa.” chiamai con tono dolce e un bellissimo drago bianco dalle scaglie azzurrine sul capo e il dorso si affacciò leccandomi la guancia con la lingua biforcuta “Non è magnifico? È un Cristallo Siberiano.”

Draco sbiancò “Perché questo non ha la museruola?”

“Perché Landa è diversa da tutti gli altri.” gli spiegai accarezzando il muso del drago “Lei è con noi da quasi otto anni e ti posso assicurare che dolcissima. Pensa che era poco più grande di un cane quando papà la portò a casa, di ritorno da un viaggio in Russia.”

Lei guardò Draco, prima di spalancare la bocca e soffiargli addosso un alito gelido “Cosa vuole da me?!”

“Non ti preoccupare, è solo che sei uno straniero per lei quindi dovrà adattarsi un po’. Non agitarti, i draghi sentono la paura sulla punta della lingua.” Spiegai come avrei fatto con un bambino,  afferrando un guinzaglio di cuoio mentre aprivo il boxe. Misi il moschettone saldo all’anella del collare che indossava sul petto e la portai fuori dalla stalla mentre Draco ancora non poteva crederci “Andiamo a fare un giro.” gli spiegai, mentre lui sgranava gli occhi osservando quel colosso che apriva le ali stiracchiandole.

Le sbatté per sgranchirle, scatenando un vento abbastanza forte che mi fece ridacchiare “Ora fai un attimo la brava.” le dissi mentre lei chinava il muso su di me in cerca di carezze e passai la corda a Draco “Prendo la sella per due persone, tu reggila un attimo.”

“No aspetta.” provò a dirmi, ma appena si trovò davanti il muso del drago si zittì. Li guardai mentre Landa lo scrutava attentamente con i grandi occhi viola e poi, di punto in bianco, aprì la bocca andando a leccare anche il viso del ragazzo.

“Hai fatto colpo.” Dissi, mentre con una fatica non da poco portavo la grande sella fuori “Giù!”urlai e lei si acquattò. Misi un panno sul suo dorso, incastrato fra le scaglie, e poi appoggiai la sella “Ora su!” Eseguì anche questo comando alzandosi e così io potei fissarla agganciando tutte le fibbie “Ecco fatto, ora possiamo andare.”

“No aspetta.” disse tentennante il ragazzo, dimostrandosi il solito cuor di leone, mentre Landa muoveva la lunghissima coda serpentina, come se scodinzolasse felice all’idea di volare “Io non credo sia il caso.”

“E perché?”

“I Babbani potrebbero vederci.”

“Impossibile” gli dissi accarezzando il collo del drago “Il colore di Landa diventa indistinguibile nel cielo. Nella terra in cui dimorano sono costretti a lottare contro feroci draghi Corazzati Neri e questo è il solo stratagemma che hanno per salvarsi, visto che sono molto meno forti e meno potenti.”

“E come mai?”

“Lei è un drago di ghiaccio.” Dissi, continuando ad accarezzarla “Non sputa fuoco e una fiammata da un drago Corazzato la potrebbe uccidere.”

Papà arrivò da noi indossando la tenuta ignifuga, seguito da un ragazzo con i capelli rossi e l’aria divertita. “Ciao Landa.” disse al drago che subito prese a fare le feste anche a lui “State per partire? Questa non me la perdo!”

“Papà dai.” Lo guardai divertita, ma cercando di ammonirlo, mentre alzavo la mano per salutare Charlie che proseguì verso la stalla. Sapevo cosa stava per dire.

“Perché mai?” chiese Draco allarmato e il mio vecchio ridacchiò.

“Diciamo che Landa è un po’ esuberante.”

“Sto a terra.”  Draco mi diede la corda e io alzando gli occhi al cielo, scambiai uno sguardo con il drago che sembrò capire alla perfezione visto che con la coda avvolse Draco portandoselo sul dorso “No! Aiuto!”

Papà entrò nella stalla prendendo una vecchia macchina fotografica, mentre io slegavo Landa imbrigliandola “Vi faccio una foto?”

“Sì, ti prego.” Risposi io, mentre il drago si abbassava permettendomi di infilare un piede nella staffa. Draco mi aiutò a sedermi davanti a lui, stringendosi poi addosso a me come se avesse già paura di cadere.

“Sorridete! Che bella foto.” disse appena questa venne sputata fuori dalla macchina “Dopo ricordati di prenderla. Ora andate e tornate per pranzo. Laureen ha preparato qualcosa di buonissimo a giudicare dall’odorino.”

“Ok papà! A dopo.” tirai le briglie e Landa si alzò sulle zampe posteriori “Ok Landa vai… E ricordati come mi piace volare.” Le dissi e lei parve capirmi per davvero.

Partì con una piccola corsetta, mentre dietro di me sentivo Draco irrigidirsi e stringesi di più. Spiccammo il volo lasciando il piazzale poco prima del limitare degli alberi. Ero convinta che papà stesse ridendo dell’urlo lanciato dal biondo alle mie spalle. Io stavo ridendo.

Landa si esibì in un paio di capovolte e di torsioni ad alta velocità prima che le imponessi un volo più tranquillo “Tutto ok?” chiesi a Draco, voltandomi appena verso di lui e trovandolo più tranquillo del previsto, ma con un sorriso sulle labbra.

“A parte l’inizio è davvero-Mio Dio è magnifico.”

Gli sorrisi di rimando e lui mi baciò di slancio.

Non doveva farlo.

Landa si tuffò un picchiata, fuori controllo iniziando ad agitarsi e ci misi un po’ a calmarla “Dimenticavo di dirti che è lievemente gelosa.”

“Me ne sono accorto.” rispose  stizzito Draco, abbassandosi i capelli che erano partiti in tutte le direzioni.

 “Sai a cosa stavo pensando?” gli chiesi, ad un certo punto, richiamando la sua attenzione “A tutte le volte che ho immaginato di fuggire, andarmene via per sempre, non tornare alla stalla e vedere fin dove posso spingermi volando.”

Lui rimase in silenzio, prima di sporgersi verso di me, stupendomi “Un giorno lo faremo.”

“Ci conto” fu la sola cosa che riuscii a rispondere, prima di tornare a voltarmi in avanti, sentendo le braccia del biondo farsi più molli attorno ai miei fianchi, come se si fosse tranquillizzato.

Chissà come sarebbe stata la vita se davvero l’avessimo fatto. Se fossimo semplicemente scappati.

 

Continua…

   
 
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