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Autore: Hi Im a Kupo    19/03/2016    7 recensioni
Il ricordo dei giorni passati con i tre pirati è ancora vivido nella mia mente, fin troppo, tanto da non esserci stato un solo giorno in cui non abbia pensato a loro.
I primi tempi dopo la separazione, beh, un inferno. Alternavo momenti di serenità a momenti di tristezza improvvisi, che scaturivano appena vedevo qualche cosa di anche solo vagamente riconducibile a loro.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La serata sta giungendo al termine, io sono ritornata in possesso dei miei vestiti finalmente asciutti, il cibo è finito da tempo ormai e anche le ultime chiacchiere stanno spegnendosi accompagnate da diffusi sbadigli. Zoro già dorme, coricatosi lì dove prima era seduto, mentre Rufy sta lentamente acquietando il suo entusiasmo incessante. Io che scambio ancora qualche parola con Penguin e Shachi, tutti e tre sullo stesso telo, con le gambe incrociate da talmente tanto tempo che quasi non si sentono più.

"Credo sia ora di andare.." Robin sorride materna, sollevandosi in piedi con calma per poi posare gli occhi sul resto della ciurma, attirando gli sguardi assonnati dei ragazzi.

"Certo, mia amata!" Sanji si alza raggiungendola in men che non si dica, seguito poi dagli altri ad eccezione dello spadaccino, che ancora se ne sta beato tra le braccia di Morfeo. Sospiro, osservando i ragazzi che si radunano poco più in là, salutando nella mia mente questa bellissima serata ormai finita.

"Beh, mi sa che è ora" mi volto di nuovo verso i due ragazzi davanti ai quali sono seduta, facendo leva sul braccio per districare le gambe poco coscienti ed alzarmi, salutandoli con una sorta di inchino mal venuto, suscitando così la loro ilarità. Mi congedo allora con un saluto, girandomi per cominciare a camminare in direzione di Zoro, l'unico ancora disteso sul telo. 

Mi viene da sorridere nel vedere l'espressione calma e pacifica dipinta sul suo viso, mentre mi abbasso al suo fianco per scuoterlo leggermente, risvegliandolo contro la sua volontà in un sottofondo di borbottii infastiditi.

"Ginevra." la voce di Law risuona poco più in là, facendo assomigliare il mio nome più ad un ordine, che a una richiesta di voltarmi. Mi giro verso di lui, con un sorrisetto divertito dipinto sul viso.

"Non mi sono dimenticata di te, tranquillo" ghigno felicemente, portandomi le mani ai fianchi con un'aria spavalda.

"Vieni con me" 

Le sue parole mi spiazzano. Avevo certamente preso in considerazione che sarei potuta andare con lui, una volta ritrovatoci, ma ora l'idea di dover scegliere tra lui e loro mi spaventa. Lo guardo, e per un attimo non ho parole. Non voglio rinunciare a nessuno di loro, non ancora per lo meno.

"Servono tre giorni per memorizzare la posizione di quest'isola, quindi vedete di non fare casini" l'ammonimento di Nami verso i suoi compagni mi arriva chiaro alle orecchie, insieme alla netta sensazione che non sia stato detto a caso. Un po' per il tono così casualmente alto che ha usato, e un po' per il sorriso furbo che mi ha rivolto quando mi sono girata verso di lei, forse.

 Il nodo che avevo in gola si scioglie, mi rilasso, distendo i muscoli che avevo prima involontariamente irrigidito, liberando un sorriso soddisfatto.

"Ci sto" mi rivolgo a Law con un'espressione divertita sul viso, cominciando a camminare verso di lui, per poi però fermarmi e voltarmi indietro.

"A domani, allora!" saluto i Mugiwara felicemente con un rapido gesto della mano, girandomi poi nuovamente e coprire velocemente i pochi tratti di spiaggia che mi separando dai pirati Heart. 

"Allora, dove è il sottomarino?"

Un curioso luccichio dei miei occhi indica l'impazienza di vedere quel famoso mezzo subacqueo giallo e di incontrare il resto della sua ciurma, assetata di conoscenza verso tutto ciò che riguarda Trafalgar Law.

"Andate, noi vi raggiungiamo" impone l'ordine ai suoi uomini, lui, ignorando bellamente la mia domanda. Sollevo un sopracciglio infastidita incrociando le braccia al petto, dopo aver salutato controvoglia i ragazzi che ubbidivano all'ordine del loro capitano.

"Perché noi no?" chiedo con una punta di stizza nella voce, guardando la schiene degli altri allontanarsi. 

"Perché no" risponde piccato, come suo solito, per poi cominciare a camminare verso di me e superarmi come neanche fossi stata lì, addentrandosi nella folta boscaglia. "Seguimi".

Prendo un respiro profondo, lavorando sulla mia pazienza e sull'autocontrollo, imponendomi di abituarmi fin da subito ai suoi modi di fare enigmatici e secchi che mi ero quasi dimenticata quanto fossero irritanti, per poi ruotare su me stessa e cominciare a seguirlo.

"Hai intenzione di dirmi dove andiamo?" ringhio infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, fissando nervosamente la sua schiena. Lui non risponde, ed io continuo a fissarlo, sperando di infastidirlo in qualche modo. Lo sguardo che scivola dal suo cappello al suo collo, dalle spalle alla schiena, dalla schiena al sedere. Non capisco come, ma il fastidio che mi stava crescendo dentro è andato via via scemando, lasciando posto ad un altra sensazione. Non pacifica, naturalmente, ma neanche rabbiosa. Diciamo che è più facile descriverla come una specie di voglia di mandare a fanculo tutto, compresa questa inutile passeggiata nella boscaglia, e di prendermi qualcuno di quei baci che non ho potuto avere nei due anni passati. O anche qualcosa di meglio, magari.

"No" risponde lui, lanciandomi un fugace sguardo con la coda dell'occhio, tornando poi a fissare dritto davanti a sè. 

"Cos.. Ah. Benissimo." mi riprendo dal momentaneo stato di trans in cui ero finita, divagando così tanto con la mente da essermi dimenticata persino della domanda che gli avevo precedentemente fatto, riacquistando la mia espressione imbronciata.

Aumento il passo per arrivargli a fianco, per poi tornare ad un andatura normale una volta vicina a lui. Continuiamo così, senza scambiarci una parole ma solo poche, fugaci, occhiate l'un l'altra, fino a quando gli alberi non cominciano a diradarsi, lasciando intravedere un piccolo paesino abitato. Case, stradine, qualche lampione che illumina le piccole vie buie.

"Oh, non pensavo.." rimango sorpresa dal vedere quelle abitazioni, così simili ai disegni dei manga, nascoste qua nell'entroterra da quell'anello di alberi così fitti da non lasciar immaginare la presenza di tale, piccolo, sprazzo di vita civile. Socchiudo le labbra, soffermandomi con gli occhi su ogni particolare, ingorda di non lasciarmi sfuggire neanche il minimo dettaglio fino a quando non sento un lieve sbuffo divertito al mio fianco, proveniente dal ragazzo che ora mi sta fissando con un sorrisetto furbo.

"Che vuoi?" ridacchio imbarazzata, ricomponendomi e passandomi una mano tra i capelli, in un vano tentativo di domare il ciuffetto dispettoso che continua a solleticarmi la guancia. 

"Niente" sofferma ancora un po' lo sguardo su di me, per poi alzare la mano verso il paesino indicandomi quello che sembra essere un locale, con la piccola insegna in legno piuttosto sgangherata. "È la che stiamo andando."

Sollevo un sopracciglio.

"Là?" guardo prima il locale, poi lui, poi di nuovo il locale. Scrollo le spalle. "E va bene, che là sia."

Dopo pochi passi ci troviamo già seduti al bancone, con davanti un bicchiere di qualcosa che sinceramente non ho idea di cosa sia. Lo sollevo, lo esamino, e poi lo annuso. L'odore pungente che mi pizzica le narici mi fa spostare indietro la testa di scatto, con un tremendo prurito al naso.

"Ma che diamine è?" borbotto più al bicchiere che al ragazzo, per poi prendere coraggio e mandarne giù un bel sorso, che dopo il bruciore iniziale lungo la gola, non sembra essere così male. Faccio passare la lingua sulle labbra, soddisfatta, sollevando lo sguardo verso Law ed incrociando i miei occhi coi suoi.

"Allora? Perché non siamo andati con loro?" lo scruto indagatoria, mentre mi porto nuovamente il bicchiere alla bocca distrattamente, rifacendo la stessa domanda di prima, nella speranza di un esito diverso.

"Parlare" risponde solamente, imitando il mio gesto con naturalezza.

"E di cosa?" Non stacco lo sguardo da lui, inclinando appena la testa in un moto di curiosità, soddisfatto già della scarna risposta che ho ottenuto. 

"Sono passati due anni per te, vorrei sapere cosa è successo nel mentre." 

Sospiro, prendendo ancora un sorso di quella cosa che sta cominciando a piacermi, per poi schiarirmi la voce e cominciare il fantastico racconto della mia vita.

"Un po' di tutto, un po' di niente" comincio ripensando alle giornate tremende dei primi tempi dopo la loro partenza, che andavano piano piano a migliorarsi col tempo. "Ho conosciuto persone, amici, mi sono diplomata, vivo da sola.. beh, in realtà ho una coinquilina ma non importa, ho avuto una storiella con un tizio, e.. ah! È morto il gatto." concludo seccamente, buttando giù l'ultimo sorso rimasto nel bicchiere. "E tu?"

Sposto di nuovo lo sguardo su di lui, notandolo improvvisamente serio, gli occhi che piantati sulla mia faccia con un'espressione indecifrabile. Sollevo un sopracciglio in modo interrogativo, squadrandolo con aria confusa.

"Tutto a posto?" chiedo sporgendomi verso di lui posando, quasi casualmente, una mano sulla sua gamba, causando così l'immediata contrazione dei suoi muscoli.

"Quando è stata?" aggrotto le sopracciglia provando a capire il significato delle sue parole, inutilmente. 

"Cosa?" chiedo io piuttosto confusa, nonostante il barlume di un'idea che sta cominciando a farsi strada nella mia mente.

"La storia" la voce così bassa che assomiglia quasi più ad un ringhio, suscita in me l'incontrollabile, e assolutamente inadatta, voglia di ridere. Di quello che ho detto l'unica cosa che sembra aver capito è che ho avuto una storia, se così là si può chiamare, con un tizio. Storia che, oltretutto, è finita ancora prima di cominciare. 

"Tempo fa" sorrido divertita guardando la sua espressione sempre più seria "e non ha portato a niente, così come niente è successo. Era solo un tentativo di togliermi dalla mente il grande Trafalgar Law." continuo ridendo, sottolineando le ultime parole con un movimento maestoso delle mani, giusto per prenderlo in giro un po'. Lo sento sbuffare infastidito, nascondendo la reale tranquillità che invece gli ha infuso ciò che ho detto.

Lo vedo spostare gli occhi su di me, in uno sguardo del tutto differente da quello che mi aveva rivolto prima. "Possiamo andare, ora" 

Sorrido nel sentire la sua richiesta, e mi alzo svelta dallo scomodo sgabello su cui sono seduta.

"Agli ordini capitano!" ridacchio, cominciando a camminare verso l'uscita mentre il ragazzo lascia cadere alcune monete sul bancone, sotto lo sguardo attento dell'oste.

In appena pochi passi siamo fuori, e l'aria frizzante mi punzecchia il viso. Sollevo la testa a guardare la notte stellata mentre continuo a camminare, perdendomi nei luccichii delle stelle fino a quando esse non scompaiono oltre la fitta coltre di foglie. E fino a quando non sento delle mani stringermi la vita e delle labbra appoggiarsi al mio collo.

"Cos..?" la voce mi si spezza in gola soffocata da un gemito basso quando lui fa scorrere la sua mano su di me, infilandola sotto la maglia fino a sfiorare il ferretto del reggiseno. Sento il suo petto contro la mia schiena e il suo respiro sulla pelle. Il pizzetto curato che mi solletica il collo mentre con morsi leggeri scivola verso la clavicola, in una lenta ed eccitante tortura.

"Che fai.." sussurro ad occhi chiusi completamente in sua balia, mentre una mano supera anche l'ostacolo del reggiseno cominciando a massaggiare al di sotto di esso, e l'altra scivola dentro i pantaloni, oltre gli slip, con impazienza e lentezza allo stesso tempo, sconvolgendo le mie sensazioni, avvolti nell'oscurità protettiva della boscaglia.

Improvvisamente si ritrae, afferrandomi per i fianchi e girandomi di scatto. Spalanco gli occhi, con lo sguardo fisso nel suo. Ghigna, mi spinge indietro fino a quando non sento della corteccia contro la mia schiena ed io sussulto.

"Mi sei mancata anche tu" 

Le ultime parole, prima di soffocare il mio sorriso in un bacio quasi violento e di sfilarmi la maglia in un gesto secco.

 

 

 

NOTA AUTRICE

Scusato l'immenso ritardo, ma avevo bisogno di una pausa da One Piece per mettere a posto le idee e ricominciare a scrivere qualcosa di decente (o almeno spero). Ringrazio chi ha avuto ancora voglia di leggere questa storia, nonostante tutto.

Alla prossima :)

 

   
 
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