Rieccomi!!!
Wow... siamo già al capitolo
20... wow... e io che credevo che saremmo arracanti solo fino al
capitolo 14 o
15...
Comunque...
qualcuno mi ha chiesto se il
personaggio nello scorso capitolo fossi io e qualcun altro lo ha capito
e
basta... ebbene si! La stronza spavalda sexy stupratrice assassina
mediterranea
(o semplicemente SSSSam) sono io! E sono contenta che abbiate trovato
il
capitolo divertente e molto utile perché ha fatto capire
meglio a Tony i propri
sentimenti (visto che per lui le sorprese non sono finite qui), visto
che era
quello l’intento, oltre spiegare il viaggio... poi capirete...
Intanto
leggete questo capitolo che
probabilmente è il mio preferito insieme ad altri due...
buona lettura!
20.
Hapanterim
Levanim
Tel
Aviv 16:33 ora locale
Appartamento
del Vicedirettore del Mossad Ziva David
Ziva
chiuse la porta alle sue spalle.
La
casa era deserta...
Non
c’era nessuno...
Non
c’era più nessuno...
Era
sola...
Per
sempre...
Tutti
quelli a cui teneva se ne erano
andati definitivamente...
Per
sempre...
Per
la prima volta da più di due settimane
cedette alla stanchezza e al nervosismo che aveva accumulato...
Si
accasciò sul pavimento e si ritrovò a
fissare il soffitto come era successo l’ultima volta che
aveva messo piede in
quella casa...
Per
tutto quel tempo aveva praticamente
vissuto in clinica, incapace di rimettere piede in quella casa...
In
quella casa così piena di ricordi
dolorosi...
Si
rialzò e cercò di ignorare il mobile con
sopra le foto dei suoi cari... ma non ci riuscì...
Le
fissò tutte una ad una...
La
foto di Ari e Tali... quella di lei e
Sara abbracciate... persino una di lei e suo padre quando era
piccola... e poi
la foto del suo compleanno...
Sara
aveva insistito così tanto a metterla
lì che alla fine aveva dovuto cedere...
Distolse
lo sguardo da quei ricordi
immortalati su carta e si andò a sedere sul divano, dove si
accasciò
stancamente...
Il
ciondolo di Tony era ancora lì, messo in
bella mostra sul tavolino di fronte lei...
Lo
afferrò e se lo rigirò tra le mani per
un po’ di tempo...
Poi
si decise e se lo rimise al collo.
Aveva
fatto una promessa dopotutto, no?
Tanto
valeva mantenerla...
E
poi quello era l’ultimo ricordo di lui...
della migliore parte della sua vita...
Il
momento in cui era finalmente potuta essere
“Ziva” e non l’agente del Mossad,
David...
Il
momento in cui si era finalmente
abbandonata all’istinto...
Il
momento in cui si era innamorata
veramente...
Tutto
grazie a lui...
Riavere
quel dolce peso che le era mancato
tanto al collo la fece rincuorare un po’...
Ora
era veramente sola...
Nessun
padre... nessun fratello... nessun
amico... nessun Tony pronto a proteggerla a costo di rischiare la
vita...
Tutti
morti o comunque scomparsi dalla sua
vita...
Perché?
Perché proprio lei?
Perché?
Era
la prima volta che metteva piede nell’ufficio di suo padre da
quando si era
trasferita in America.
Fu
molto sorpresa di scoprire che non era cambiato affatto.
I
mobili erano tutti nello stesso posto, e persino i quadri erano gli
stessi di
prima...
Dietro
di lei sentiva Chaim emettere piccole esclamazioni di stupore davanti a
quei
quadri tanto famosi che stavano appesi alle pareti... e per le targhe
onorifiche di lei e suo padre!
Sorrise
tra se e se continuò a costeggiare il muro osservando i
quadri tanto cari al
padre.
Improvvisamente
si fermò davanti ad una targa che non aveva mai visto...
“Unità
7. Per il loro coraggio e la loro determinazione”
-
Ehi! Chaim! Che significa questa?- domandò al suo fedele
consigliere.
Lui
si affrettò ad affiancarla.
-
Beh... è in onore dei caduti dell’Unità
7 del Metsada...- rispose con fare
ovvio.
- Caduti?!?-
esclamò Ziva visibilmente sorpresa - Quando è
successo?!? Chi è morto?!?-
- E’
successo circa un anno fa... sono morti tutti... si trovavano in
missione al
confine con la Siria... c’è stato un raid aereo...
e poi...- il ragazzo non
completò la frase e abbassò il volto.
- Sono
morti tutti... anche il Tenente Colonnello Dov Ben Amos?!?-
Chaim
annuì mortificato.
- Non
si è salvato nessuno...-
Dov...
Si
sedette sulla poltrona senza forze e fece segno a Chaim di lasciarla
sola.
Lui
annuì gravemente e sparì dalla stanza in un
attimo.
Khalida...
Uzi... Ezra... Azeb... Noam... Tsvika...
Dov...
Erano
tutti morti...
Chiuse
gli occhi e tentò di scacciare il loro pensiero dalla
mente...
Ma
era troppo doloroso...
- Panterim
Shhorim?- chiese Ziva fissando suo padre.
Aveva
ventuno anni, era fresca di laurea, un giovane Capitano del Metsada ed
era
piena d’entusiasmo.
- Si...
ti hanno affibbiato questo soprannome... sei agile, scattante, sensuale
e
letale come una Pantera Nera... testuali parole...- rispose lui
lisciandosi i
baffetti bianchi, molto di moda in quel periodo.
Panterim
Shhorim...
Le
piaceva quel soprannome...
- Mi
hai convocata solo per questo?- chiese cercando di nascondere il suo
compiacimento e restando fredda e glaciale.
- No...-
cominciò a dire suo padre abbassando gli occhi sulle carte
di fronte a lui - volevo
informarti di persona che sei stata promossa a Tenente Colonnello del
Metsada e
che da ora in poi avrai una tua squadra...-
Ziva
strabuzzò gli occhi...
Non
credeva alle sue orecchie...
Era
stata promossa a Tenente Colonnello e finalmente aveva una squadra
tutta sua!
Nonostante
la sua brillante carriera tra le file del Metsada si erano sempre
rifiutati di
assegnarle una squadra perché era troppo “immatura
e impulsiva”...
Spesso
durante le missioni che svolgeva da sola o col suo patner non seguiva
il piano
e gli ordini dei suoi superiori mettendo a rischio la propria vita...
Per
questo non le avevano mai dato una squadra: pensavano che non avrebbe
saputo
gestirla e che per fare di testa sua avrebbe messo a rischio anche le
loro di
vite...
Se
le assegnavano una squadra significava che la ritenevano finalmente
cresciuta!
Quell’improvviso
sprizzo di fiducia doveva essere dovuto al recente attacco alle Torri
Gemelle,
avvenuto solo un mese e mezzo prima...
Ziva
infatti aveva avvertito i suoi Capi che durante le sue missioni sotto
copertura
nei paesi arabi aveva sentito parlare di un attacco organizzato da una
nuova organizzazione,
ribattezzata poi dagli americani Al Qaeda (la base), che intendeva
ricreare il
“fenomeno Pearl Harbor” con l’aiuto dei
russi...
I
suoi adorati superiori, compreso suo padre, non avevano ritenuto
importante
quest’informazione...
Ma
poi era successo quello che era successo...
E
così, un paio di giorni prima, grazie ad un’altra
delle sue soffiate, che
stavolta erano state debitamente ascoltate, erano riusciti a salvare il
ministro israeliano del turismo, Rehavam Zeevi...
Doveva
essere per quello che l’avevano promossa...
L’entusiasmo
però fu presto sostituito dalla tristezza...
Dov...
Il
padre dovette accorgersene.
- Il
tuo patner, il Maggiore Dov Ben Amos, ora è nella tua
squadra... l’Unità 7...- disse
sempre non alzando lo sguardo.
Ziva
gioì internamente.
-
E’ tutto?-
-
E’ tutto, Panterim Shhorim... puoi andare...-
confermò Eli David alzando lo
sguardo dai fogli e abbozzando un sorriso, era finalmente fiero di sua
figlia.
-
Ken hamfaked!–
Lei
si diresse a grandi falcate verso la porta.
Dov
era in piedi, fuori, che la aspettava.
Dopo
aver atteso che si fosse chiusa la porta alle spalle, parlò.
-
Tutto ok?- le domandò non riuscendo a decifrare
l’espressione sul suo volto.
Lei
per tutta risposta si lanciò al suo collo e lo
baciò con passione.
- Lo
prendo per un si...- commentò Dov sorridendo.
- Sono
Tenente Colonnello!-
- Wow!
Sei salita di due gradi!- fece lui chiaramente stupito – e in
così poco tempo!
Finalmente hanno capito quanto vali e che sei il miglior agente che il
Mossad
abbia mai avuto! Brava!-
- Non
esagerare! E poi non è finita... mi hanno assegnato una
squadra!-
Il
ragazzo si rabbuiò e la lasciò andare.
-
Beh... allora congratulazioni...- mormorò adombrandosi ma
cercando di non darlo
a vedere.
- E
tu ne fai parte Maggiore Dov Ben Amos!- completò Ziva
facendo un enorme
sorriso.
Lui
la strinse forte e risero dalla felicità.
Ziva
amava Dov come non aveva mai amato nessun altro.
Adorava
i suoi ribelli ricci neri, la sua pelle olivastra, i suoi occhi grigi,
la sua
voce, la sua compagnia...
Era
pazza di lui e se ne fidava ciecamente.
Erano
patner da ormai due anni...
Lui
era subentrato al vecchio compagno di Ziva che era stato ucciso
brutalmente e
da allora non si erano mai lasciati...
E
quanto pare non sarebbe successo neanche questa volta!
La
squadra era senza dubbio la migliore che lei potesse desiderare.
Erano
tutti quanti professionali, affidabili e simpatici.
Quello
fu periodo più bello della sua vita...
Certo...
il loro lavoro consisteva nell’uccidere...
Però
aveva finalmente trovato un equilibrio interiore che desiderava con
tutto il
cuore mantenere... uccidere quando condividevi dei momenti con qualcuno
diventava meno faticoso... meno opprimente... le pessime condizioni
psichiche e
mentali alle quali erano sottoposti quasi ogni momento della loro vita
diventavano meno gravose...
Sembrava
quasi di vivere una vita vera, e non quella di un’agente del
Mossad.
Oltre
a Dov, Ziva aveva stretto amicizia anche con Khalida, unica donna del
gruppo
oltre lei...
All’inizio
c’era stata un po’ di diffidenza, ma alla fine
erano diventate grandi amiche...
Erano
entrambe testarde, letali e distruttive... uguali insomma!
Dov
e Khalida erano i suoi primi amici dai tempi in cui era ancora una
bambina...
Da
quando aveva deciso di arruolarsi nel Mossad, cioè dopo la
morte del suo
migliore amico quando aveva solo dodici anni, aveva deciso di
concentrarsi solo
su quello...
Era
uno degli agenti del Mossad che avevano fatto carriera in meno tempo...
Da
quando aveva sedici anni sino ad allora aveva condotto una carriera
impeccabile
che l’avevano portata ad essere Tenente Colonnello a ventuno
anni e a soli cinque
anni dall’inizio del suo addestramento... non aveva mai avuto
amici e non si
era mai legata a nessuno, tranne che
a
sua sorella Tali, fulcro centrale della sua ormai misera esistenza.
Si
era più volte detta che senza sua sorella non sarebbe
riuscita a resistere in tutti
quegli anni...
Ora
invece sentiva di far parte di Dov e Khalida come loro facevano parte
di lei...
Erano
i suoi migliori amici...
- Ehi!
Lo sapete che l’Unità
- Davvero?-
domandò Ziva incuriosita e interrompendo il suo allenamento
con Tsvika.
Ultimamente
i loro nemici si erano divertiti a dare i nomi più strani e
improbabili alla
letale Unità 7.
Angeli
della Morte... Diavoli Bianchi... Squali di Sabbia... Ombre di Luce...
Cobra
del Deserto...
Era
proprio curiosa di sapere cosa si sarebbero inventati quella volta!
- Hapanterim
Levanim!- disse Noam facendo un enorme sorriso -
“Hapanterim” in onore del nostro
grande capo, il Tenente Colonnello Ziva David ben Eli,
Ziva
rispose al sorriso.
Dov
le si avvicinò e le cinse la vita con un braccio.
-
Beh... finalmente ci hanno affibbiato un soprannome adatto!-
commentò ridendo e
coinvolgendo tutti nella sua risata.
Tutto
trascorse bene e rimase invariato fino a quel giorno...
Quel
giorno maledetto che non avrebbe mai più scordato e che le
avrebbe segnato la
vita per sempre...
- Tenente
Colonnello David... dobbiamo parlarle...- disse un soldato con tono
grave
interrompendo gli addestramenti di Krav Maga e facendole segno di
seguirla.
È così
che venne a sapere della morte di Tali.
Un
attentato suicida ad opera di Hamas...
Da
allora Ziva non fu più la stessa...
Desiderava
solo la vendetta... avrebbe distrutto Hamas... avrebbe vendicato sua
sorella e
soprattutto non avrebbe più permesso a qualcuno di farle del
male e questo
significava anche non aprire mai più il suo cuore a
qualcuno...
Ormai
aveva sofferto abbastanza...
Invano
Dov, Khalida e gli altri tentarono di parlare con lei...
Si
allontanò da tutti... anche da se stessa...
Un
mese dopo la morte di Tali e a poco più di un anno dalla sua
promozione, Ziva
fu nominata Colonnello, per la sua eccezionale bravura.
Le
incursioni sue e delle Pantere Bianche divennero presto leggendarie, ma
non
c’era più il vecchio affiatamento che li univa.
Ormai
era una perfetta macchina da combattimento, in lei non c’era
più spazio per i
sentimenti inutili come l’amicizia e l’amore che
erano solo causa di sofferenza,
la sostenevano solo l’odio e la vendetta.
In
quel periodo condusse anche molte missioni all’estero da sola
e fu allora che
conobbe Hazif Shamir.
Era
bello, giovane, simpatico ed era il nipote del Direttore Dagan...
Divenne
suo amante occasionale e patner in parecchie delle proprie missioni...
Tanto
che suo padre e il Direttore pensarono di poter unificare le loro
potenti famiglie
combinando loro in matrimonio...
A
Ziva andava bene...
Certo...
non amava Hazif...
Non
avrebbe mai potuto amarlo.
Ma
le avrebbe fatto comodo essere la moglie del nipote del Direttore oltre
ad
essere la figlia del suo Vice...
Sembrava
tutto perfetto sino al giorno in cui Hazif la vendette a quei mercenari
cileni
in cambio della propria libertà...
Da
allora si rifiutò di rivederlo e i piani matrimoniali
saltarono...
Poi,
a poco più di quattro anni dalla morte di Tali, Ziva fu
inviata in America per
difendere un agente infiltrato in Hamas accusato di terrorismo e di
aver ucciso
una loro agente da un’agenzia governativa che aveva sentito
nominare raramente:
l’NCIS.
L’agente
del Mossad infiltrato in Hamas era Ari Haswari.
Ziva
aprì gli occhi...
Così
aveva conosciuto Tony ed era entrata a far parte dell’NCIS
come “agente di
collegamento col Mossad”...
Anche
se non era stata mandata lì proprio per quello... ma era
meglio non pensarci.
Poco
prima di trasferirsi definitivamente a Washington era venuta a sapere
che le Hapanterim
Levanim erano passate sotto il comando di Dov...
Poi,
da quando aveva smesso di aver contatti con suo padre, non ne aveva
saputo più
nulla e ora...
Erano
morti tutti...
Anche
Dov che lei aveva amato tanto...
Era
sola...
Dov...
Tony...
Strinse
il ciondolo che aveva al collo...
Destinata
a stare sola?
Probabilmente...
Gli
occhi le si offuscarono di nuovo... si
sentiva una pappamolle... piangere per qualsiasi stupidaggine!
“
Gli
agenti del Mossad non piangono... ricordatelo! Gli esseri umani
piangono! Non
gli agenti del Mossad! Noi non possiamo permettercelo! ”
Le
parole del maestro Shlomo risuonarono
ancora una volta nella sua testa... aveva ragione!
Non
doveva piangere! Doveva essere forte e
poi...
Aspetta...
Il
maestro Shlomo!
Prese
il telefono e compose con foga il
numero, sperando che avesse ancora quello...
Quando
sentì la sua voce fu musica per le
proprie orecchie.
Come
finì la telefonata si alzò dal divano
e si asciugò gli occhi, basta piangere sul passato...
Non
sarebbe più successo...
Andò
con passo deciso verso la porta...
Sapeva
benissimo cosa fare...
E
così almeno uno dei suoi fantasmi
l’avrebbe affrontato e sarebbe potuta tornare a pensare al
presente.
*
Ecco il dramma di questi capitoli con le
parole in ebraico... allora...
Panterim
Shhorim: Pantera nera
Hapanterim
Levanim: Pantere Bianche
Ken
hamfaked!: Si, capo! (Questa la adoro!)
E
poi utilizzo per Ziva l’appellativo “Ziva
David ben Eli” perché ben
significa figlio di.
*
Nel capitolo faccio leggermente
riferimento al coinvolgimento della Russia nell’attacco alle
Torri Gemelle del
2001... questa è una teoria mia e di alcuni altri studiosi,
potrebbe anche non
essere così, ma gli indizi ci sono purtroppo anche se non
posso stare qui ad
elencarli tutti.
E
poi faccio riferimento ad un certo
ministro del turismo israeliano Rehavam Zeevi, lui purtroppo
è morto a causa di
due colpi di pistola alla testa in un albergo di Gerusalemme il 17
Ottobre 2001,
e non è stato salvato dal Mossad come ho detto io.
L’azione è stata rivendicata
dal FPLP (Fronte popolare di liberazione della Palestina)
*
Ho voluto fare questo capitolo perché era
da un sacco che sognavo di scrivere a monomio la storia di uno dei
personaggi
più interessanti che io abbia mai analizzato, Ziva. Spero vi
sia piaciuta la
mia versione che ho cercato di rendere più veritiera
possibile, tenendo conto
delle poche cose che sappiamo su di lei.
*
(Quanti appunti oggi!) Emily Doyle... mi
lascia davvero stupita il fatto che io e te ci somigliamo
così tanto, sia
caratterialmente che, a quanto pare, fisicamente! Forse siamo delle
gemelle
separate alla nascita??? Un po’ come me e la mia nanetta
editor preferita... XP
Tu che ne pensi???
*
Benvenuta nel club, 69Monica69! Bel nick!
XP
* Cara la mia editor e
nanetta preferita...
sorvolo sul tuo sclero sulla foca investita da me con il traghetto
della
Messina - Reggio Calabria e del grasso che vola e che tu raccogli
perché non va
sprecato... per parlarti di cose più serie... Tony non
scrive la notte il Tibbs
che (tu dici) c’è nella fanfic! Hai capito?!? Ah!
Ziva dice che vuole fare i
conti con te per tutte le affermazioni cattive su di lei e inoltre...
vorrei
indietro Hazif! Se no la storia non può continuare! Lui
è il cattivo...
ricordi?!? Lo scorso capitolo... si che era un sogno... un sogno che
devo
ammettere come hai detto anche tu... non del tutto casto... comunque
spero che
commenterai anche questo capitolo (ma che lo dico a fare?) con un tuo
sclero...