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Autore: eLiSeTtA    30/03/2009    9 recensioni
Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per staccarsi dall’abbraccio di Tony...
Un po’ per il proprio orgoglio...
Un po’ perché se fosse rimasta con lui un minuto in più era sicura che non sarebbe riuscita ad abbandonarlo...
Mettendo però a rischio la sua vita...
E questo lei non poteva permetterlo assolutamente...
Così si incamminò verso la porta.
Arrivata alla soglia mise una mano sullo stipite e si girò verso di lui.
- Addio Tony...- E, dopo averlo guardato negli occhi per l’ultima volta, sparì.
ff di elisa_93, a parere di eLiSeTtA uno dei suoi migliori lavori... sta a voi decidere, oh carissimi lettori!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi!!! Wow... siamo già al capitolo 20... wow... e io che credevo che saremmo arracanti solo fino al capitolo 14 o 15...

Comunque... qualcuno mi ha chiesto se il personaggio nello scorso capitolo fossi io e qualcun altro lo ha capito e basta... ebbene si! La stronza spavalda sexy stupratrice assassina mediterranea (o semplicemente SSSSam) sono io! E sono contenta che abbiate trovato il capitolo divertente e molto utile perché ha fatto capire meglio a Tony i propri sentimenti (visto che per lui le sorprese non sono finite qui), visto che era quello l’intento, oltre spiegare il viaggio... poi capirete...

Intanto leggete questo capitolo che probabilmente è il mio preferito insieme ad altri due... buona lettura!

 

 

 

 

20. Hapanterim Levanim

 

 

 

 

Tel Aviv 16:33 ora locale

Appartamento del Vicedirettore del Mossad Ziva David

 

Ziva chiuse la porta alle sue spalle.

La casa era deserta...

Non c’era nessuno...

Non c’era più nessuno...

Era sola...

Per sempre...

Tutti quelli a cui teneva se ne erano andati definitivamente...

Per sempre...

Per la prima volta da più di due settimane cedette alla stanchezza e al nervosismo che aveva accumulato...

Si accasciò sul pavimento e si ritrovò a fissare il soffitto come era successo l’ultima volta che aveva messo piede in quella casa...

Per tutto quel tempo aveva praticamente vissuto in clinica, incapace di rimettere piede in quella casa...

In quella casa così piena di ricordi dolorosi...

Si rialzò e cercò di ignorare il mobile con sopra le foto dei suoi cari... ma non ci riuscì...

Le fissò tutte una ad una...

La foto di Ari e Tali... quella di lei e Sara abbracciate... persino una di lei e suo padre quando era piccola... e poi la foto del suo compleanno...

Sara aveva insistito così tanto a metterla lì che alla fine aveva dovuto cedere...

Distolse lo sguardo da quei ricordi immortalati su carta e si andò a sedere sul divano, dove si accasciò stancamente...

Il ciondolo di Tony era ancora lì, messo in bella mostra sul tavolino di fronte lei...

Lo afferrò e se lo rigirò tra le mani per un po’ di tempo...

Poi si decise e se lo rimise al collo.

Aveva fatto una promessa dopotutto, no?

Tanto valeva mantenerla...

E poi quello era l’ultimo ricordo di lui... della migliore parte della sua vita...

Il momento in cui era finalmente potuta essere “Ziva” e non l’agente del Mossad, David...

Il momento in cui si era finalmente abbandonata all’istinto...

Il momento in cui si era innamorata veramente...

Tutto grazie a lui...

Riavere quel dolce peso che le era mancato tanto al collo la fece rincuorare un po’...

Ora era veramente sola...

Nessun padre... nessun fratello... nessun amico... nessun Tony pronto a proteggerla a costo di rischiare la vita...

Tutti morti o comunque scomparsi dalla sua vita...

Perché? Perché proprio lei?

Perché?

 

Era la prima volta che metteva piede nell’ufficio di suo padre da quando si era trasferita in America.

Fu molto sorpresa di scoprire che non era cambiato affatto.

I mobili erano tutti nello stesso posto, e persino i quadri erano gli stessi di prima...

Dietro di lei sentiva Chaim emettere piccole esclamazioni di stupore davanti a quei quadri tanto famosi che stavano appesi alle pareti... e per le targhe onorifiche di lei e suo padre!

Sorrise tra se e se continuò a costeggiare il muro osservando i quadri tanto cari al padre.

Improvvisamente si fermò davanti ad una targa che non aveva mai visto...

“Unità 7. Per il loro coraggio e la loro determinazione”

- Ehi! Chaim! Che significa questa?- domandò al suo fedele consigliere.

Lui si affrettò ad affiancarla.

- Beh... è in onore dei caduti dell’Unità 7 del Metsada...- rispose con fare ovvio.

- Caduti?!?- esclamò Ziva visibilmente sorpresa - Quando è successo?!? Chi è morto?!?-

- E’ successo circa un anno fa... sono morti tutti... si trovavano in missione al confine con la Siria... c’è stato un raid aereo... e poi...- il ragazzo non completò la frase e abbassò il volto.

- Sono morti tutti... anche il Tenente Colonnello Dov Ben Amos?!?-

Chaim annuì mortificato.

- Non si è salvato nessuno...-

Dov...

Si sedette sulla poltrona senza forze e fece segno a Chaim di lasciarla sola.

Lui annuì gravemente e sparì dalla stanza in un attimo.

Khalida... Uzi... Ezra... Azeb... Noam... Tsvika...

Dov...

Erano tutti morti...

Chiuse gli occhi e tentò di scacciare il loro pensiero dalla mente...

Ma era troppo doloroso...

 

- Panterim Shhorim?- chiese Ziva fissando suo padre.

Aveva ventuno anni, era fresca di laurea, un giovane Capitano del Metsada ed era piena d’entusiasmo.

- Si... ti hanno affibbiato questo soprannome... sei agile, scattante, sensuale e letale come una Pantera Nera... testuali parole...- rispose lui lisciandosi i baffetti bianchi, molto di moda in quel periodo.

Panterim Shhorim...

Le piaceva quel soprannome...

- Mi hai convocata solo per questo?- chiese cercando di nascondere il suo compiacimento e restando fredda e glaciale.

- No...- cominciò a dire suo padre abbassando gli occhi sulle carte di fronte a lui - volevo informarti di persona che sei stata promossa a Tenente Colonnello del Metsada e che da ora in poi avrai una tua squadra...-

Ziva strabuzzò gli occhi...

Non credeva alle sue orecchie...

Era stata promossa a Tenente Colonnello e finalmente aveva una squadra tutta sua!

Nonostante la sua brillante carriera tra le file del Metsada si erano sempre rifiutati di assegnarle una squadra perché era troppo “immatura e impulsiva”...

Spesso durante le missioni che svolgeva da sola o col suo patner non seguiva il piano e gli ordini dei suoi superiori mettendo a rischio la propria vita...

Per questo non le avevano mai dato una squadra: pensavano che non avrebbe saputo gestirla e che per fare di testa sua avrebbe messo a rischio anche le loro di vite...

Se le assegnavano una squadra significava che la ritenevano finalmente cresciuta!

Quell’improvviso sprizzo di fiducia doveva essere dovuto al recente attacco alle Torri Gemelle, avvenuto solo un mese e mezzo prima...

Ziva infatti aveva avvertito i suoi Capi che durante le sue missioni sotto copertura nei paesi arabi aveva sentito parlare di un attacco organizzato da una nuova organizzazione, ribattezzata poi dagli americani Al Qaeda (la base), che intendeva ricreare il “fenomeno Pearl Harbor” con l’aiuto dei russi...

I suoi adorati superiori, compreso suo padre, non avevano ritenuto importante quest’informazione...

Ma poi era successo quello che era successo...

E così, un paio di giorni prima, grazie ad un’altra delle sue soffiate, che stavolta erano state debitamente ascoltate, erano riusciti a salvare il ministro israeliano del turismo, Rehavam Zeevi...

Doveva essere per quello che l’avevano promossa...

L’entusiasmo però fu presto sostituito dalla tristezza...

Dov...

Il padre dovette accorgersene.

- Il tuo patner, il Maggiore Dov Ben Amos, ora è nella tua squadra... l’Unità 7...- disse sempre non alzando lo sguardo.

Ziva gioì internamente.

- E’ tutto?-

- E’ tutto, Panterim Shhorim... puoi andare...- confermò Eli David alzando lo sguardo dai fogli e abbozzando un sorriso, era finalmente fiero di sua figlia.

- Ken hamfaked!–

Lei si diresse a grandi falcate verso la porta.

Dov era in piedi, fuori, che la aspettava.

Dopo aver atteso che si fosse chiusa la porta alle spalle, parlò.

- Tutto ok?- le domandò non riuscendo a decifrare l’espressione sul suo volto.

Lei per tutta risposta si lanciò al suo collo e lo baciò con passione.

- Lo prendo per un si...- commentò Dov sorridendo.

- Sono Tenente Colonnello!-

- Wow! Sei salita di due gradi!- fece lui chiaramente stupito – e in così poco tempo! Finalmente hanno capito quanto vali e che sei il miglior agente che il Mossad abbia mai avuto! Brava!-

- Non esagerare! E poi non è finita... mi hanno assegnato una squadra!-

Il ragazzo si rabbuiò e la lasciò andare.

- Beh... allora congratulazioni...- mormorò adombrandosi ma cercando di non darlo a vedere.

- E tu ne fai parte Maggiore Dov Ben Amos!- completò Ziva facendo un enorme sorriso.

Lui la strinse forte e risero dalla felicità.

Ziva amava Dov come non aveva mai amato nessun altro.

Adorava i suoi ribelli ricci neri, la sua pelle olivastra, i suoi occhi grigi, la sua voce, la sua compagnia...

Era pazza di lui e se ne fidava ciecamente.

Erano patner da ormai due anni...

Lui era subentrato al vecchio compagno di Ziva che era stato ucciso brutalmente e da allora non si erano mai lasciati...

E quanto pare non sarebbe successo neanche questa volta!

La squadra era senza dubbio la migliore che lei potesse desiderare.

Erano tutti quanti professionali, affidabili e simpatici.

Quello fu periodo più bello della sua vita...

Certo... il loro lavoro consisteva nell’uccidere...

Però aveva finalmente trovato un equilibrio interiore che desiderava con tutto il cuore mantenere... uccidere quando condividevi dei momenti con qualcuno diventava meno faticoso... meno opprimente... le pessime condizioni psichiche e mentali alle quali erano sottoposti quasi ogni momento della loro vita diventavano meno gravose...

Sembrava quasi di vivere una vita vera, e non quella di un’agente del Mossad.

Oltre a Dov, Ziva aveva stretto amicizia anche con Khalida, unica donna del gruppo oltre lei...

All’inizio c’era stata un po’ di diffidenza, ma alla fine erano diventate grandi amiche...

Erano entrambe testarde, letali e distruttive... uguali insomma!

Dov e Khalida erano i suoi primi amici dai tempi in cui era ancora una bambina...

Da quando aveva deciso di arruolarsi nel Mossad, cioè dopo la morte del suo migliore amico quando aveva solo dodici anni, aveva deciso di concentrarsi solo su quello...

Era uno degli agenti del Mossad che avevano fatto carriera in meno tempo...

Da quando aveva sedici anni sino ad allora aveva condotto una carriera impeccabile che l’avevano portata ad essere Tenente Colonnello a ventuno anni e a soli cinque anni dall’inizio del suo addestramento... non aveva mai avuto amici e non si era mai legata a nessuno, tranne che  a sua sorella Tali, fulcro centrale della sua ormai misera esistenza.

Si era più volte detta che senza sua sorella non sarebbe riuscita a resistere in tutti quegli anni...

Ora invece sentiva di far parte di Dov e Khalida come loro facevano parte di lei...

Erano i suoi migliori amici...

- Ehi! Lo sapete che l’Unità 7 ha un nuovo soprannome?- disse un giorno Noam, il più giovane del gruppo, entrando di corsa nella sala degli allenamenti di Krav Maga.

- Davvero?- domandò Ziva incuriosita e interrompendo il suo allenamento con Tsvika.

Ultimamente i loro nemici si erano divertiti a dare i nomi più strani e improbabili alla letale Unità 7.

Angeli della Morte... Diavoli Bianchi... Squali di Sabbia... Ombre di Luce... Cobra del Deserto...

Era proprio curiosa di sapere cosa si sarebbero inventati quella volta!

- Hapanterim Levanim!- disse Noam facendo un enorme sorriso - “Hapanterim” in onore del nostro grande capo, il Tenente Colonnello Ziva David ben Eli, la Panterim Shhorim d’Israele e “Levanim” per il colore della nostra ormai famosa divisa che agli arabi mette più terrore del non morire per la jihad!-

Ziva rispose al sorriso.

Dov le si avvicinò e le cinse la vita con un braccio.

- Beh... finalmente ci hanno affibbiato un soprannome adatto!- commentò ridendo e coinvolgendo tutti nella sua risata.

Tutto trascorse bene e rimase invariato fino a quel giorno...

Quel giorno maledetto che non avrebbe mai più scordato e che le avrebbe segnato la vita per sempre...

- Tenente Colonnello David... dobbiamo parlarle...- disse un soldato con tono grave interrompendo gli addestramenti di Krav Maga e facendole segno di seguirla.

È così che venne a sapere della morte di Tali.

Un attentato suicida ad opera di Hamas...

Da allora Ziva non fu più la stessa...

Desiderava solo la vendetta... avrebbe distrutto Hamas... avrebbe vendicato sua sorella e soprattutto non avrebbe più permesso a qualcuno di farle del male e questo significava anche non aprire mai più il suo cuore a qualcuno...

Ormai aveva sofferto abbastanza...

Invano Dov, Khalida e gli altri tentarono di parlare con lei...

Si allontanò da tutti... anche da se stessa...

Un mese dopo la morte di Tali e a poco più di un anno dalla sua promozione, Ziva fu nominata Colonnello, per la sua eccezionale bravura.

Le incursioni sue e delle Pantere Bianche divennero presto leggendarie, ma non c’era più il vecchio affiatamento che li univa.

Ormai era una perfetta macchina da combattimento, in lei non c’era più spazio per i sentimenti inutili come l’amicizia e l’amore che erano solo causa di sofferenza, la sostenevano solo l’odio e la vendetta.

In quel periodo condusse anche molte missioni all’estero da sola e fu allora che conobbe Hazif Shamir.

Era bello, giovane, simpatico ed era il nipote del Direttore Dagan...

Divenne suo amante occasionale e patner in parecchie delle proprie missioni...

Tanto che suo padre e il Direttore pensarono di poter unificare le loro potenti famiglie combinando loro in matrimonio...

A Ziva andava bene...

Certo... non amava Hazif...

Non avrebbe mai potuto amarlo.

Ma le avrebbe fatto comodo essere la moglie del nipote del Direttore oltre ad essere la figlia del suo Vice...

Sembrava tutto perfetto sino al giorno in cui Hazif la vendette a quei mercenari cileni in cambio della propria libertà...

Da allora si rifiutò di rivederlo e i piani matrimoniali saltarono...

Poi, a poco più di quattro anni dalla morte di Tali, Ziva fu inviata in America per difendere un agente infiltrato in Hamas accusato di terrorismo e di aver ucciso una loro agente da un’agenzia governativa che aveva sentito nominare raramente: l’NCIS.

L’agente del Mossad infiltrato in Hamas era Ari Haswari.

 

Ziva aprì gli occhi...

Così aveva conosciuto Tony ed era entrata a far parte dell’NCIS come “agente di collegamento col Mossad”...

Anche se non era stata mandata lì proprio per quello... ma era meglio non pensarci.

Poco prima di trasferirsi definitivamente a Washington era venuta a sapere che le Hapanterim Levanim erano passate sotto il comando di Dov...

Poi, da quando aveva smesso di aver contatti con suo padre, non ne aveva saputo più nulla e ora...

Erano morti tutti...

Anche Dov che lei aveva amato tanto...

Era sola...

Dov...

Tony...

 

Strinse il ciondolo che aveva al collo...

Destinata a stare sola?

Probabilmente...

Gli occhi le si offuscarono di nuovo... si sentiva una pappamolle... piangere per qualsiasi stupidaggine!

 

Gli agenti del Mossad non piangono... ricordatelo! Gli esseri umani piangono! Non gli agenti del Mossad! Noi non possiamo permettercelo! ”  

 

Le parole del maestro Shlomo risuonarono ancora una volta nella sua testa... aveva ragione!

Non doveva piangere! Doveva essere forte e poi...

Aspetta...

Il maestro Shlomo!

Prese il telefono e compose con foga il numero, sperando che avesse ancora quello...

Quando sentì la sua voce fu musica per le proprie orecchie.

Come finì la telefonata si alzò dal divano e si asciugò gli occhi, basta piangere sul passato...

Non sarebbe più successo...

Andò con passo deciso verso la porta...

Sapeva benissimo cosa fare...

E così almeno uno dei suoi fantasmi l’avrebbe affrontato e sarebbe potuta tornare a pensare al presente.

 

 

 

 

* Ecco il dramma di questi capitoli con le parole in ebraico... allora...

Panterim Shhorim: Pantera nera

Hapanterim Levanim: Pantere Bianche

Ken hamfaked!: Si, capo! (Questa la adoro!)

E poi utilizzo per Ziva l’appellativo “Ziva David ben Eli” perché ben significa figlio di.

* Nel capitolo faccio leggermente riferimento al coinvolgimento della Russia nell’attacco alle Torri Gemelle del 2001... questa è una teoria mia e di alcuni altri studiosi, potrebbe anche non essere così, ma gli indizi ci sono purtroppo anche se non posso stare qui ad elencarli tutti.

E poi faccio riferimento ad un certo ministro del turismo israeliano Rehavam Zeevi, lui purtroppo è morto a causa di due colpi di pistola alla testa in un albergo di Gerusalemme il 17 Ottobre 2001, e non è stato salvato dal Mossad come ho detto io. L’azione è stata rivendicata dal FPLP (Fronte popolare di liberazione della Palestina)

* Ho voluto fare questo capitolo perché era da un sacco che sognavo di scrivere a monomio la storia di uno dei personaggi più interessanti che io abbia mai analizzato, Ziva. Spero vi sia piaciuta la mia versione che ho cercato di rendere più veritiera possibile, tenendo conto delle poche cose che sappiamo su di lei.

* (Quanti appunti oggi!) Emily Doyle... mi lascia davvero stupita il fatto che io e te ci somigliamo così tanto, sia caratterialmente che, a quanto pare, fisicamente! Forse siamo delle gemelle separate alla nascita??? Un po’ come me e la mia nanetta editor preferita... XP Tu che ne pensi???

* Benvenuta nel club, 69Monica69! Bel nick! XP

* Cara la mia editor e nanetta preferita... sorvolo sul tuo sclero sulla foca investita da me con il traghetto della Messina - Reggio Calabria e del grasso che vola e che tu raccogli perché non va sprecato... per parlarti di cose più serie... Tony non scrive la notte il Tibbs che (tu dici) c’è nella fanfic! Hai capito?!? Ah! Ziva dice che vuole fare i conti con te per tutte le affermazioni cattive su di lei e inoltre... vorrei indietro Hazif! Se no la storia non può continuare! Lui è il cattivo... ricordi?!? Lo scorso capitolo... si che era un sogno... un sogno che devo ammettere come hai detto anche tu... non del tutto casto... comunque spero che commenterai anche questo capitolo (ma che lo dico a fare?) con un tuo sclero...  

  
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