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Autore: indesiderata    19/03/2016    0 recensioni
Non avevo mai sentito in me così forte il bisogno di sentirmi amata, fino a che i suoi occhi incontrarono i miei.
1D fanfic//UA
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La vita riserva sempre momenti straordinari ma guarda caso, dopo devi sempre fare i conti con la triste realtà della vita.

Era la vigilia di Capodanno, Cassidy era al parco con il fratellino Mike.

“Dai Mike ancora un giro su quello scivolo, poi è ora di andarcene!”

Mike annui correndo verso lo scivolo, goffo nei movimenti a causa di quel suo giubbotto troppo grande. 

Quante volte Lana, sua madre, aveva provato a farglielo cambiare, ma non c’ era mai stato verso.

Cassidy stava per accomodarsi sulla panchina, quando un grosso cane sfuggi al guinzaglio del proprio padrone e la fece cadere.

Il ragazzo spaventato le corse incontro incespicando nei suoi piedi.

Cassidy era stesa, dolorante per terra; anche il fratellino Mike alla scena si era precipitato verso la sorella.

“Cass” gridò allarmato.

“O mio dio, non sai quanto mi dispiace…” gridò il ragazzo “Tu cagnaccio, ringrazia il cielo che non sei mio.” disse mentre legava il cane con il guinzaglio alla panchina li di fianco.

“Cass, ci sei?” provò a scuoterla Mike

 

Cassidy mugolò dolorante.

“E’ l’ inferno questo, vero?” pronunciò mentre si massaggiava una chiappa.

“Ce la fai?” chiese il ragazzo allungano una mano verso Cassidy

“Si,credo di essermi procurata un bel livido!”

Il ragazzo di fronte a lei era rosso dalla vergogna.

Cassidy lo mise a fuoco un pò alla volta.

“Ci siamo già visti?” chiese poi titubante

“Oh, si…” disse il ragazzo “Sono Louis, ricordi…”

“Ah, si! Ora ricordo. Ci siamo visti fuori dalla discoteca.” Cassidy rivolse uno sguardo furtivo al cane “ma il tuo cane non era di certo questo.”

“Già.In realtà faccio il dog-sitter di giorno. Questo cane è quello dei miei vicini. Non so cosa gli sia preso. Mi dispiace davvero…” 

Louis era davvero mortificato, non aveva ancora finito di torturarsi i suoi capelli castani.

“Scusa, il mio telefono” pronunciò Cassidy.

Quello che successe dopo fu una corsa verso l’ospedale: l’odore acre di medicinali e disinfettante, la corsa disperata alla ricerca del reparto di Rianimazione.

“Mamma…” gridò correndo tra le braccia della madre.

Sua madre era visibilmente scossa e preoccupata.

“Che diamine è successo?” urlò verso suo padre mentre stringeva la madre a sé.

“Tua nonna ha avuto un infarto.”

Dagli occhi di Cassidy scese una lacrima.

Si sedette sfinita dalla corsa su una seggiola in sala d’ attesa.

Poco dopo, anche Mike accompagnato da Louis la raggiunse.

“Scusate, ci ho messo tanto a trovare un parcheggio” disse Louis flebilmente sedendosi accanto a Cassidy con in braccio Mike.

“E tu saresti?” chiese il padre

“Sono un’ amico: Louis, mi trovavo nei paraggi del parco quando Cassidy ha ricevuto la chiamata. Abito a pochi isolati da li e ho preso la macchina, mi dispiace per…” disse intimidito rivolgendo il suo viso aguzzo e magro al pavimento.

Louis era rosso in volto, intimidito dallo sguardo prepotente del padre di Cassidy.

“Grazie.” disse semplicemente l’uomo prima di affiancarsi nuovamente alla moglie per consolarla.

I medici passeggiavano avanti e indietro per la corsia: alcuni correvano frenetici, altri sembravano passeggiare mentre leggevano e cartelle piene di scarabocchi che avevano in mano.

La situazione era tesa: solo Mike, nella sua ingenuità chiese a Louis di giocare con lui.

Louis era bravo con i bambini, lo si vedeva dal modo con cui lo teneva e lo faceva sorridere.

“Ho bisogno di un pò di aria” esclamò Cassidy

“Ti accompagno.” disse Louis appoggiando Mike sulla sedia e ricevendo un’ occhiataccia dal padre di Cassidy. “Aspettami qua ometto!”

I due camminarono in religioso silenzio e raggiunsero assieme la hall.

Si spostarono in una zona più appartata. Faceva freddo e la neve aveva ripreso a scendere imbiancando il piccolo cortile dell’ospedale. Il cielo bianco e gli alberi spogli lo rendevano un cimitero.

Fu Louis a parlare per primo.

“So come ti senti.” disse guardando fisso davanti a se con le mani in tasca nei suo skinny jeans neri.

“Ho perso da poco mio nonno. E all’ inizio non me ne volevo fare una ragione. Mi sono chiesto tante di quelle  volte perché tutto deve finire.” sospirò e una nuvoletta di fumo uscì dalla sua bocca.

Cassidy affianco a lui iniziò a piangere soffocando i singhiozzi.

Louis si girò verso di lei “Cassidy. Lo so che detto da uno sconosciuto forse non è di conforto ma tua nonna ne uscirà vincitrice. E se così non fosse sappi che lei ha lottato con tutte le sue forze, per te, Mike, i tuoi genitori” si affianco a lei stringendola in un caldo abbraccio.

“Purtroppo è la vita Cassidy. “ 

Cassidy si lasciò andare a un pianto disperato.

 

Erano passate delle ore da quel momento. La nonna di Cassidy aveva superato l’ infarto ma era entrata in coma.

La sua situazione era stabile ma i medici non sapevano rispondere se si sarebbe risvegliata oppure no.

Louis aveva gentilmente riaccompagnato a casa Cassidy e il piccolo Mike, aveva cucinato e dopo essersi assicurato che Cassidy stesse bene ritornò alla sua attività di dog-sitter.

Il cellulare di Cassidy squillò. Il suo cuore tamburellava. Non poteva sopportare di ricevere una brutta notizia mentre si trovava sola con Mike.

Ma era Zayn, felice di sentire una voce amica rispose immediatamente all’apparecchio telefonico.

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Così fu. Dopo dieci minuti Zayn suonò al campanello.

Quando Cassidy aprì la porta con il viso gonfio e arrossato dalle lacrime, Zayn non poté fare a meno che tuffarsi tra le sue braccia.

“Posso aiutarti se ti va”

“A fare che?”

“A curare Mike” disse Zayn mentre si allontanava da lei e toglieva il suo pesante cappotto nero.

“Ok, grazie”

“Sei visibilmente stanca. Vai a farti una doccia e poi vai a riposarti. Ci penso io a Mike e chiamo rinforzi.” disse schiacciando l’ occhiolino e inviando un messaggio a chissà chi.

Cassidy pensò solo di essere una ragazza fortunata. Diede un delicato bacio sulla guancia al suo miglior amico e sorridendogli flebilmente corse al piano di sopra.

“Zay giochiamo alla play?”

“A noi due piccolo Mike, ti straccerò” disse caricandoselo sulle spalle, provocando una risata cristallina. 




Ciao, scusate l' enorme ritardo ma sono presissima con l' università.
Prometto che se la storia inizia a ricevere più recensioni sarò anche più regolare.
Quindi fatemi sapere. Datemi consigli e tante idee.
Recensite, seguite e preferite! 

 

 

 

 

   
 
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