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Autore: Nocticula_Nott    20/03/2016    1 recensioni
Fanfiction revisionata e ripostata
Doveva essere così, quindi, la morte?
Un’attensa lunga una vita, nella quale si protende verso la negazione? Assurdo.La Guerra aveva generato più orfani che scontri, più abbandoni che vittorie.
Bisogna essere davvero stupidi, mi dissi, per permettere un tale scempio e anzi, farne parte.
Quanta morte.
Quanta paura.
Anche la speranza, ultima guardiana e spinta motrice della nostra determinazione, aveva abbandonato il mio cuore.
***
Nuovo personaggio originale. Pairing Draco/OC
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Nda:   Arieccomi con il nuovo capitolo!
Grazie alle due ragazze che hanno commentato lo scorso capitolo! Sono contenta di trovare un riscontro, finalmente^^
A voi dedico questo nuovo, buona lettura,

NN


Tell me, who you kill,

to save your life?

                                                                                                                                                                                                      

 

Chapter Ten: Fear wears Black.

                                    

La coppa del mondo di Quidditch è un evento che attirava streghe e maghi da ogni parte del globo, da secoli.

Avevo sempre desiderato prendervi parte, ma mio padre non era mai stato particolarmente tifoso, al contrario di mia sorella Primerose, che giocava anche nel Serpeverde. Io non ero mai stata una sportiva particolarmente accanita, ma mi piaceva seguire dagli spalti i volteggi e le azioni.

Per questo mi sentivo su di giri al pensiero di assistere alla finale, che quell’anno si teneva fra le squadre di Irlanda e Bulgaria.

“Non sarei nemmeno mai riuscita a immaginarle così tante persone tutte insieme!” dissi, non riuscendo a non sorridere come una scema, mentre camminavo accanto a mio padre e a mia sorella Iris. Draco era poco lontano da me, preso da una pesante discussione sportiva con mio cugino Leonard.

“Dove dovete incontravi con Lucius?” chiese papà, rivolto al biondino, il quale  prese dalla tasca un foglietto stropicciato.

“Alla tenda. Ho tutto segnato qui, signor Blake” disse con la solita educazione verso mio padre, prima di prendermi un braccio“Andiamo?”

Annuii e dopo aver salutato tutti quanti ed essermi sorbita le raccomandazioni di mio padre, seguii Draco lungo le file di tende. La sola nube, all’orizzonte in quella bella giornata, era il pensiero che avrei passato così tanto tempo con il signor Malfou.  “Mio padre non ha mai mangiato nessuno, suppongo. Sicuramente non una ragazza.” disse Draco, porgendomi il braccio che accettai non appena sistemato lo zainetto verde che portavo sulla schiena“Tu gli piaci molto.”

A quelle parole pensai ovviamente che doveva essere per la mia famiglia, per il sangue puro e tutte queste altre bazzecole. Non lo dissi a Draco, limitandomi a sorridere ironica “Ora si che mi sento meglio”. Draco sbuffò, mentre affrettava il passo mugugnando solo un ‘donne’ a fior di labbra. Un paio di voci praticamente identiche ci fece rallentare di molto il passo.

“Ma guarda chi c’è! Una coppia di biondi!”

“Biondi, Fred? A me sembrano una coppia di bianchi! Sbaglio o a stare con un uno sbiadito, sta sbiadendo anche la nostra Lia?”

“Non sbagli George, temo che tu abbia ragione!”

Sorrisi ai due gemelli, che ci stavano venendo incontro, uscendo del tutto dalla loro tenda, mentre Draco storceva il naso “Ciao ragazzi!” li trovavo esilaranti ed ero certa di non essere la sola. “Qui anche voi?”

“Si!” rispose prontamente Fred mentre anche Harry Potter in persona ci raggiungeva, sorridendomi “Giornata divina per il Quidditch, non trovi Malfoy?”

“Per me senz’altro, Weasley” rispose Draco, buttando uno sguardo sia a lui che a suo fratello gemello. Fortuna non si vedeva Ron all’orizzonte, o sarebbe scoppiato l’ennesimo bisticcio “Ma per voi non deve essere così semplice. Cosa avete venduto per comprarvi i biglietti? La casa? O magari uno di voi, tanto vi riproducete rapidamente.”

“Dai Draco.” Sussurrai, portandomi una mano agli occhi. Mi vergognai per un istante di essere lì con lui. Mi staccai anche da lui, sfilando il braccio dal suo e facendo un passo verso Potter, che intanto si era affiancato ai gemelli, per niente offesi, anzi. Come se la ridevano!

“Ciao Lia, è sempre un piacere vederti.” disse Harry con un sorrisetto, prima di perderlo guardando Draco “Vorrei poter dire lo stesso per te, Malfoy.”

“Anche per me è un piacere. Ora sarà meglio andare, ci rivedremo sicuramente dopo.” Tentai di metterci una pezza, ma il biondo aveva sentito forte e chiaro. Si iniziava un nuovo round dell’eterno incontro fra quei due.

“Oh, ma c’è anche lo sfregiato!” Draco finse di averlo visto solo in quel momento e, ridacchiando sommessamente, disse “Ma come? Ai vermi è permesso assistere alle partite di Quidditch?”

“A quanto pare si, Malfoy, o tu non saresti qui in questo momento.” Rilanciò immediatamente Harry, facendo anche un passo nella nostra direzione.

“Adesso basta!” disse Hermione, che era uscita dalla tenda in tempo per  mettendosi in mezzo “Sembrate due bambini!”

“Precisamente” la appoggiai, prendendo la mano di Draco e ritandolo “Andiamo si o no?!”

“Andiamo, ma non finisce qui, Potter.” Ovviamente. Salutai con la mano i ragazzi, poi mi rivolsi di nuovo al ragazzo in mia compagnia, che però mi impedì di dire qualsiasi cosa “Non mi fare la predica, Lia, potrei risponderti male.”

“Perché solitamente mi rispondi così bene, vero Malfoy?” gli risposi sarcastica, chiudendomi poi nel mutismo. La giornata proseguiva proprio bene. Ed era solo l’inizio.

 

 

Quel pomeriggio lo passai con il signor Malfoy, a fingere di ascoltarlo mentre parlava della sua nobile famiglia, della sua bella casa, del suo lavoro al Ministero e accennava qualcosa su una potenziale discendenza, che fece arrossire sia me che Draco nonostante non fossero stati fatti apertamente i nostri nomi.

Di maggiore interesse fu la partita.

Arrivammo lì sotto lo sguardo della maggior parte dei maghi li presenti. I Malfoy erano una casata antica e piuttosto temuta,  rispettata dal mondo Magico. Il fatto che io sfilassi avvolta da un meraviglioso vestito nero, alquanto elegante per l’occasione (era stata una richiesta specifica di Draco, che mi abbigliassi come si conveniva), a braccetto con il rampollo Malfoy destò un certo chiacchiericcio. Giungemmo allo stadio, quindi, osservati e quando fummo li incontrammo di nuovo Harry e gli altri,  con tanto di Weasley senior al seguito.  

“Accidenti papà! Ma a che altezza siamo?” fu il commento che sentii uscire dalle labbra di Ron e che mi rivelò la loro presenza, un’impalcatura sopra alla nostra testa.

Ci pensò Lucius a smorzargli l’entusiasmo “Mettiamola così, se piovesse, saresti il primo a saperlo.”

Draco sghignazzò divertito, prima di prendere a vantarsi. Una scena vista e rivista. “Noi tre saremo nella Tribuna personale del ministro, su invito di Cornelius Caramell stesso!” Scambiai uno sguardo con Hermione, che aveva più o meno la mi stessa espressione.

“Non vantarti, Draco!” gli disse il padre colpendolo, con il bastone al centro del petto “Con questa gente non ce n’è bisogno”Harry fece per allontanarsi, ma Malfoy senior glielo impedì, “Divertiti mi raccomando. Finché puoi..”

Io guardai la scena senza parole, riservando a Malfoy uno sguardo impietoso,  prima di venir sospinta dal biondino gli spalti e quindi verso i nostri posti. Mi costa ammetterlo, ma dalla Tribuna D’onore si vedeva davvero magnificamente.

“Certo che Victor Krum è davvero un bel ragazzo.” Disse sottovoce la ragazza che sedeva alla mia destra e io annuì vistosamente.

“Secondo me è solo un capoccione” farneticò Draco, mostrando un po’ di gelosia. Decisa a dimenticare la scena a cui avevo assistito poco prima, gli presi la mano e la strinsi.

“Ho una predilezione per i capoccioni.” Lo presi in giro bonariamente, riuscendo a strappargli un sorrisetto.

“Per questa volta te la cavi, Blake.”

 

 

La partita fu davvero emozionante. Vinsero gli Irlandesi, ma il boccino lo prese ugualmente Krum.  Dopo il fischio conclusivo, il cercatore bulgaro planò sulla tribuna d’onore con il boccino stretto fra le mani e io mi aspettai che lo regalasse al Ministro della Magia, ma non fu così.

Mi porse la mano e io rimasi interdetta poi la afferrai timidamente  e lui mi fece alzare, schioccandomi un paio di baci sulle guance e lasciandomi poi in mano il Boccino luccicante, ripartendo sulla scopa a tutta velocità.

“Come si è permesso, quello?” sbottò Draco, alzandosi a sua volta, mentre Caramell ridacchiava. Il Ministro parlò guardandomi negli occhi, mentre il biondo ancora inveiva.

“Oh, stavolta è stata questa giovane la fortunata a ricevere il boccino di Krum!”

Mi ripresi e guardai l’autentica fortuna che stringevo fra le mani. Se avessi venduto quel Boccino ci avrei fatto parecchi galeoni, ma per il momento ero decisa a tenermelo, come ricordo.  Lo infilai in borsa, in una piccola bustina dove riponevo sempre i trucchi, per evitare che mi sfuggisse.

L’uscita dallo stadio la passai cercando di diventare una maratoneta, per seguire il mio accompagnatore “Non te la vorrai prendere con me vero?” chiesi a Draco, mentre faticavo a stargli dietro.

Lui si voltò, prendendomi la mano con una faccia da bambino capriccioso che ricordo molto bene “Certo che no,  ma se mai ne avrò le possibilità, spezzerò personalmente la scopa di quel capoccione sulla sua schiena.”

Arrivammo la tenda dopo qualche minuto e il Signor Malfoy la tenne aperta per farci entrare. Poi si rivolse al figlio “Ho degli affari da sbrigare. Draco, sai cosa devi fare.”

“Rimanere nella tenda.” rispose secco il giovane. Guardai il signor Malfoy lasciar ricadere i lembi dell’ingresso della faraonica tenda in cui dormivano, prima di rivolgermi al ragazzo, confusa.

“Cosa intendeva tuo padre, scusa?”

Draco mi guardò incerto, come se non fosse sicuro di volere o no dirmi qualcosa e alla fine optò per un’alzata di spalle “Ci sono molte persone ubriache in giro, non vorrà che ci facciamo male. Sei sotto la sua tutela dopotutto…

Ovviamente non credetti a quella scusa “Sì, ma io voglio uscire a festeggiare.” Lo guardai con un sorriso divertito, prendendogli la mano e tirandolo verso l’uscita. “Stiamo fuori poco e torniamo, non se ne accorgerà!”

“Lia, mio padre ha detto che-”

“Ho visto Nott, prima.” mi impuntai, lasciandogli la mano e andando verso la zona dove dormivo. Lasciai che la tende mi nascondesse e mi sfilai il vestito, infilando una gonna a balze ed una maglietta con sopra un maglioncino leggero, così da stare più comoda “Voglio salutarlo!”

“Non se ne parla! Tra poco torneremo a scuola, lo saluterai allora.”

“Dammi una motivazione concreta e allora starò qui con te.” Rilancia, tornando da lui e guardandolo con le braccia incrociate sotto al seno.  Lui sembrò pensarci su, ma non mi diede una risposta così io afferrai la borsa “Se non vuoi disubbidire a tuo padre, puoi sempre rimanere qui. Starò fuori poco.”

Feci appena in tempo ad uscire dalla tenda, mettendo fuori entrambi i piedi,  prima di trovarmelo alle spalle “Non posso lasciarti sola” mi disse con un tono strano, più cupo, come se si aspettasse chissà cosa.

“Hai davvero così paura che un ubriaco possa farmi del male?” gli chiesi, alzando un sopracciglio.

Lui scosse il capo “No. Non è questo.”

Io lo guardai senza capire e lui mi prese la mano, intrecciando le nostre dita “La tenda di Nott è laggiù.” gli dissi, indicando davanti a me “L’ho visto entrarvi prima.”

Qualcosa non andava, non mi piaceva la piega preoccupata che gli occhi di Draco avevano presto “Però stammi vicino, ok?”

Lo strinsi a me, portandogli le braccia attorno alla vita ed appoggiando il mento al suo petto, per poterlo guardare negli occhi “Va bene così, signor Malfoy?”

Lui annuì con un leggero sorriso, baciandomi piano le labbra. Riprendemmo a camminare verso la tenda di  Nott che, però, sembrava deserta “Chissà come mai ora non c’è nessuno” dissi confusa e allontanandomi di un paio di metri da Draco, per guardarmi attorno “Dici che è in giro a festeggiare?”

“Non lo so dove potrebbe-” Non sentii la fine della frase, perché un boato coprì ogni altro suono e una luce potentissima mi abbagliò per qualche istante. Dal luogo dell’esplosione si sollevò un colpo d’aria potentissimo che mi spettinò i capelli e mi fece volare addosso qualche detrito. Si levò un vento fortissimo, anche se solo per qualche istanto, ma che mi impedì di orientarmi definitivamente.

Non  potevo più vedere dove fosse finito Draco. La folla, arrivata da chissà dove,  mi investì, spingendomi ancora più lontana da lui. Nel mentre, provavo a chiamarlo con tutto il fiato che avevo in gola.

Non sapevo cosa fare, ma sapevo che così mi sarei solo allontanata di più. Dovevo fermarmi in un punto e lasciare che la folla diminuisse, così da cercarlo. Riuscii ad entrare in una tenda per pura fortuna e lì mi fermai, in attesa. Non sapevo cosa stava succedendo, ma non era nulla di buono. Avevo la bacchetta in borsa, ma non mi era concesso usarla al di fuori della scuola, così decisi che, in caso di necessità, avrei contato solo sulle mie doti da Animagus. Avevo paura, continuavo a sentire le urla e mi chiesi cosa avesse scatenato tutto ciò. Forse i festeggiamenti avevano preso una brutta piega?

La luce della lanterna accanto a me si spense, lasciandomi al buio.

“Magnifico.” sussurrai sottovoce chinandomi accanto all’entrata. Sentivo le urla sempre più distanti.

Misi la testa fuori, per scrutare attorno a me e vidi avvicinarsi un gruppo di uomini, ammantati di nero con delle maschere sul viso e delle fiaccole fra le mani.

Le loro bacchette erano levate.

Tornai dentro velocemente, rannicchiandomi dietro ad un piccolo divano e sperando così di non essere vista.

Sapevo chi erano.

Erano Mangiamorte.

Papà me li aveva descritti una volta, anni prima, quando l’avevo tempestato di domande su chi fosse Voi Sapete Chi. Rimasi immobile, con le mani sulla bocca per impedirmi di emettere un solo sono, mentre le ombre sfilavano davanti alla tenda. Sentivo i loro passi scricchiolare sull’erba. Rimasi ferma anche quando avvertì qualcuno affacciarsi nella tenda prima di uscirne ed appiccare il fuoco.

Ero in trappola.

Decisi cosa fare in fretta, come se la mia mente posta sotto pressione lavorasse più in fretta invece di paralizzarmi dal terrore.

Presi la mia borsa, fissandomela lenta al collo per evitare di strozzarmi e poi mi trasformai. Mi guardavo attorno consapevole che potevo uscirne. Dovevo, non sarei morta così. Notai che nel tessuto della tenda si stava formando un foro a causa delle fiamme e decretai che dovevo passarci attraverso.

Sono una maledetta volpe, posso fare un balzo e uscire.

Quello fu il mio solo pensiero.

Presi il coraggio e lo feci. Ero sana e salva, ma mi ritrovai in mezzo al nulla. Ripresi le mie sembianze umane e mi alzai in piedi per guardarmi attorno sperando di vedere qualcuno, ma dei Mangiamorte e delle persone non c’era più traccia. I resti delle tende bruciacchiate si spargevano a macchia d’olio davanti e dietro di me.

Colonne di fumo si stagliarono nel cielo nero della notte.

E io ero sola.

Dove era Draco? Mi stava cercando? Quella era l’unica certezza a cui mi aggrappai, mentre iniziavo a sentirmi abbandonata. Nel panico, presi a chiamarlo “Draco!” ma la mia voce tornava indietro da sola, tremolante e insicura. Chissà quando lontano mi aveva trascinata la folla. Forse mi stava cercando in tutt’altro posto.

Sentii dei rumori alle mie spalle. Presi la bacchetta da da dentro la borsa, pronta a usarla se ce ne fosse stato bisogno.

“Lia? Sei tu?”

Hermione?”

Vidi la ragazza avvicinarsi preoccupata, affiancata da Ron che mi guardò “Perdi sangue.” Mormorò, indicando la mia spalla. Dovevo essermi graffiata uscendo dalla tenda.

 “Possibile che tutte le volte che ci incontriamo io debba sanguinare?” sdrammatizzai, perché la situazione s’era fatta insostenibile.

“Che ci fai qui? Perché non sei scappata?” mi chiese Hermione, con tono coincitato.

“Ho perso Draco, eravamo insieme, ma poi le persone ci hanno separati.” le spiegai sospirando “E immagino che voi non lo abbiate visto.”

Ron scosse il capo “A noi è successa la stessa cosa con Harry.”

“Aiutiamoci a vicenda.” proposi e loro annuirono.

Iniziammo così a cercare Harry e Draco anche se, come disse il rosso, sicuramente non li avremmo trovati insieme intenti a parlare dei bei, vecchi tempi andati. Camminammo per non so quanto, in mezzo a quella che pareva una città fantasma divorata dalle fiamme. Hermione chiamava Harry mentre io chiamavo Draco.

Weasley alternava un ‘Harry’ ad un ‘Malefica Serpe’ per aiutare un po’ entrambe a ritrovarli.

Speravo che avesse trovato suo padre e si fosse messo in salvo. Lo speravo davvero con tutta me stessa, ma allo stesso tempo temevo che mi avesse abbandonata.

Trovammo Potter che si guardava attorno circospetto e lo raggiungemmo subito.  “Ti cerchiamo da una vita” disse Ron, mentre Hermione lo afferrava per le braccia costringendolo a voltarsi verso di noi “Ti credevamo disperso.”

Harry però sembrava preso da qualcosa, così anche noi alzammo gli occhi. Sopra di noi, un bagliore verdastro illuminava la notte e io mi sentii gelare il sangue nelle vene. Il calore… Sembrava che me l’avessero portato via tutto.

“Cosa è?” chiese Ron senza capire, mentre anche la Granger si fossilizzava incredula. Harry si portò una mano sulla fronte, gemendo dolorante, mentre io cercavo le parole per spiegare quanto eravamo nei guai.

Il Marchio Nero, ecco cosa era. Guardai spaventata il teschio nel cielo, dal quale usciva un serpente direttamente dalla bocca, ma Ron mi strascinò a terra, stringendomi a sé, e interrompendo così la vista macabra. Un gruppo di maghi si era materializzato attorno a noi gridando ‘Stupeficium’, cercando di schiantarci tutti e quattro.

Non ci colpirono per pura fortuna e riflessi pronti.

“Fermi! Quello è mio figlio!” gridò una voce che identificai come quella di Arthur Weasley.

“E quella è mia figlia! Dahlia!”

“Papà!” mi alzai in piedi e lui corse subito da me, abbracciandomi.

“Chi di voi lo ha evocato? Ditelo! Siete stati scoperti sulla scena del reato!” un uomo parecchio ansioso ci puntò in faccia la bacchetta subito mio padre lo fulminò.

“Spero tu stia scherzando, Crouch.”

“Sono solo dei ragazzi!” gli diede man forte il padre di Ron. Tutta la paura che avevo provato prima si riversò su di me in quel momento. Iniziai a tremare da capo a piedi, come se stessi congelando, mentre sentivo le lacrime premermi forte negli occhi. Papà se ne accorse e mi strinse di più a se.

Ascoltai Harry che, dopo aver appreso a cosa servisse il Marchio nel cielo, chiedeva se quelli che avevano appiccato il fuoco fossero seguaci di Tu Sai Chi. Era strano per me vederlo, proprio lui, che non sapeva nulla di quelle faccende.

Fu destabilizzante.

“Papà!” dissi presa dalla foga e attirando l’attenzione di tutti “Draco! Io… l’ho perso! Ci siamo separati ad un certo punto e non sono più riuscita a trovarlo! Se gli è successo qualcosa? E se-”

Draco? Draco Malfoy?” chiese una strega dai capelli color topo, stranita, ed io annuii. Lei scoppiò in una risatina sarcastica “Non credo che i Mangiamorte farebbero mai nulla ad un Malfoy, cara.”

Io la guardai senza capire, ma mio padre si rivolse a lei burbero “Non è compito tuo dare giudizi, Donna. Portiamoli al sicuro.” concluse poi rivolto Arthur, afferrando Hermione per le spalle ed esortandola a camminare. Non mi leverò mai dalla testa il modo in cui quella strega mi buttò in faccia una verità scomoda della quale ero del tutto all’oscuro.

Raggiungemmo lo spiazzo illuminato in cui si erano radunati in molti. Medimaghi e Auror andavamo un po’ qua e un po’ la, aiutando e facendo domande. Lì, mentre parlava in modo frenetico con Nott, vidi Draco.

Appena il moro gli fece un gesto nella mia direzione, lui si voltò a guardarmi e poi corse da me. Lasciai papà e feci un paio di metri di corsa facendomi poi stringere dal biondo e lasciando che le lacrime cadessero a fiumi liberandomi.

“Per Merlino, stai bene.” mi sussurrò fra i capelli.

Papà si avvicinò a noi, appoggiandomi una mano sulla schiena e facendo sciogliere il nostro abbraccio “Andiamo a casa, coraggio. Draco, dove è tuo padre?” chiese cauto, guardando con un cipiglio severo il biondo, che non seppe cosa rispondere.

“Sarà qui nei paraggi, signore.” Mormorò tentennate.

Interruppi la loro conversazione, dispiaciuta per il modo in cui Draco guardava fisso a terra, lontano dagli occhi di mio padre. “Papà, posso salutare un attimo Draco?”

Lui annuì appena “Fai presto però. Tanto vi rivedrete sull’Espresso per Hogwarts” mi rispose secco, ancora teso, prima di avvicinarsi a Prime e Iris, che stavano consolando una povera Laureen, del tutto traumatizzata.

“Tu lo sapevi” gli dissi e Draco mi guardò prima senza capire e poi impallidendo “Sapevi che sarebbe successo tutto questo, ecco perché volevi tenermi nella tenda.”

“Non dire sciocchezze, Blake.” Mi ribeccò, ma io non abboccai.

“E lo sapeva anche tuo padre.” Continuai, assottigliando gli occhi “Per questo ci aveva intimato di non uscire dalla tenda. Scommetto che se vado a controllare, è l’unica ancora in piedi.”

Lia…

“Parla.”

Draco si guardò attorno, circospetto.  Poi tornò ad abbracciarmi, anche se brevemente, sussurrandomi in un orecchio “Non ora. Ti giuro che tornati a scuola te ne parlerò.”

Non ero convinta, ma mi limitai a ricambiare l’abbraccio. Avrei ottenuto poche risposte in quel momento, intanto. “Va bene.”

Dopo di che si allontanò da me “Ora vai a casa. Hai bisogno di riposare, sei bianca come un fantasma.”

Lo guardai tornare da Nott, non aggiungendo altro. Avvertii improvvisamente freddo, mentre lo guardavo andare via, tenendo gli occhi sulla sua schiena.

Solo braccia di Draco mi avevano fatta sentire meglio.

 

“Per Ecate, deve essere stato orribile.”

Adrianne mi guardava preoccupata, mentre teneva la mano stretta in quella di Blaise, al suo fianco. In quello scompartimento, oltre a me, Draco e loro due, c’erano anche Theo e Pansy. Entrambi sembravano disturbati da qualcosa. Per quanto riguardava la Parkinson lo potevo immaginare, ma Nott…?

“Per fortuna non ti è successo nulla.” disse Draco passandomi un braccio attorno alle spalle in un improvviso slancio di affetto “Ho seriamente temuto di doverti riportare a tuo padre dentro ad una tabacchiera.”

“Grazie.” Risposi, alzando un sopracciglio“Per fortuna ho incontrato qualcuno che mi ha aiutata. Non avevo molto sangue freddo in quel momento.”

“Il Trio dalla Salvezza” disse ridacchiando Nott “Sei spesso con loro, vero Lia?”

“Li ho incontrati per caso.” Dichiarai sincera, ma nessuno, nemmeno Draco, sembrava credermi davvero “Ve lo giuro!”

“Immagino che anche le altre volte tu li abbia incontrati per caso” disse Pansy e io non riuscii a non pensare che sembrava poco credibile, anche se era vero “Stranamente Potter ti coinvolge nelle sue avventure.” Poi  si azzardò anche a insinuare “Forse anche il Cappello Parlante sbaglia a collocare, avvolte..”

Mi alzai di scatto, fulminandola “Sai cosa c’è Parkinson? Ti donano i capelli lunghi. Almeno hai smesso di farti quell’osceno taglio a scodella e il ciuffo ti copre quell’orribile grugno che ti ritrovi. Però dovresti lavarli più spesso, a nessuno piacciono le cose unte.”

“Ahia.” disse sottovoce Blaise, mentre Adrianne ridacchiava.

Uscii dallo scompartimento, mentre Draco provava a fermarmi “Dove stai andando??”

“A cercare il carrello, ho voglia di qualcosa di dolce.”

“Ti farà bene, acida come sei!” mi urlò dietro Theo ridacchiando, prima di rinfilarsi nello scompartimento. Ero piuttosto su di giri, odiavo quando le persone non mi credevano. Una serie di sfortunati eventi mi avevano portata ad avvicinarmi al famoso Harry Potter e io non l’avevo mai chiesto. Mai, nemmeno una volta.

Presi una brioche alla zucca e quando mi voltai mi trovai davanti Pansy Parkinson con un ghigno. Aveva davvero avuto il coraggio di seguirmi?? “Dimostrerò a tutti chi sei in realtà, Blake.” mi sussurrò a due centimetri dalla faccia “Così che anche Draco possa vedere cosa sei capace di fare.”

Io morsi con non curanza la pasta, superandola “Spera di non essere tu a vedere cosa sono capace di fare, Parkinson.”

Era ossessionata da Draco e io la ritenevo solo una poveraccia. Avrebbe venduto sua mamma per un singolo complimento da parte di Malfoy.

Il treno continuò il suo percorso e io passai il resto del viaggio a parlare con le sorelle Greegrass, in un altro scompartimento. Daphne non aveva più interessi in nessuno della nostra casata, bensì in un giovane Corvonero del sesto anno.

Arrivammo come sempre puntuali e, pronti con la divisa fresca di lavaggio addosso, ci recammo tutti a cena. Ad attenderci nel castello ci fu una grossa sorpresa. Niente Quiddicht per tutto l’anno e in sostituzione…

Hogwarts è stata scelta per ospitare un evento leggendario! Il Torneo Tre Maghi!” ci disse Silente, mentre fra gli studenti si diffondeva un certo brusio. Io sorrisi entusiasta, mentre Draco storceva un po’ il naso. Niente Quidditch.

Mentre Silente spiegava in cosa consisteva tutto ciò a chi non ne sapeva nulla, io mi voltai verso Draco “Non è emozionante? Potresti candidarti come Campione di questa scuola.”

Lui sbuffò “Ma così non ci sarebbe più competizione.” disse gasandosi e io alzai gli occhi al cielo.

“Voglio essere chiaro.” disse il preside attirando su di se le mie attenzioni e quelle dei miei compagni. Il tono era serio, ora “Chi viene scelto sarà da solo. E fidatevi se vi dico che queste gare non sono per i deboli di cuore. Ma di questo ne riparleremo. Per ora, diamo il benvenuto alle incantevoli signorine dell’accademia di Magia di Beauxbatons e alla loro preside, Madame Maxime!”

Le porte si spalancarono e da essere entrarono delle bellissime fanciulle che fecero accelerare la salivazione e il battito del cuore dei ragazzi presenti in sala. Adrianne diede un pestone a piede di Blaise, mentre io mi limitavo a sbuffare “Sono troppo belle, rispetto a noi.” dissi alla mia amica visibilmente alterata “Arrendiamoci.”

Draco mi diede un leggero colpo alle costole, guardandomi con un sorrisetto sghembo che mi fece ridacchiare. Portai le braccia attorno al suo collo, baciandolo sulla guancia, mentre Silente prendeva nuovamente la parola.

“Ed ora i nostri amici del nord! Accogliete i superbi figli di Dumstrang e il loro preside, Igor Karkaroff

A quel punto fu il turno delle donzelle sentire i bollori.

“Che uomini” disse Daphne sottovoce, guadagnandosi tutto il mio consenso mentre Jenna spalancava la bocca scioccata. Lei era anche libera di sbavare, visto che Flitt aveva terminato la scuola l’anno prima.

Uno in particolare dei giovani maghi di Durmstrang calamitò il mio sguardo, tanto da rimanere a bocca aperta per un paio di istanti.

Sapevo chi era, anche se ci avevo messo un attimo a riconoscerlo.

“Lia, Victor Krum sta guardando nella tua direzione o sbaglio?” chiese a voce alta Nott, beccandosi una spallata da Blaise, che esplose a ridere.

“Per Circe.” Mormorai, portandomi una mano alla fronte mentre Draco farneticava qualcosa a bassa voce. Sarebbe stato un anno duro e lungo.

Me lo sentivo…

 

 

Continua…

   
 
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