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Autore: tixit    20/03/2016    7 recensioni
Madame de Polignac chiacchiera dei bei tempi andati.
Questa storia fa parte de Il Caleidoscopio di Fersen
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Contessa di Polignac, Hans Axel von Fersen
Note: Missing Moments, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Caleidoscopio di Fersen'
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Disclaimer: I personaggi appartengono a chi possiede i diritti su Lady Oscar ed il suo mondo (manga ed anime). Non c'è scopo di lucro.
Avvertenze: la Polignac nell'anime è La Cattiva per eccellenza. E' perfida, costruita, bugiarda, falsa, ipocrita, orgogliosa, traffichina, manipolatrice e priva di scrupoli. Non è una buona madre per Charlotte e non è una buona amica per la Regina. E di tutto questo è conscia.
Facciamocene una ragione.

Note: la Polignac nasce da un suggerimento di Françoise. Non le viene dedicata la storia solo perché, data la natura del personaggio e le sue affermazioni, sembrerebbe un mezzo insulto (gliene dedico un 'altra, con un personaggio più tranquillo) ;P




Ma basta con queste favole!

Il Conte di Fersen dite? Ma certo che lo conoscevo! E chi non lo conosceva? Un uomo… interessante.

 

Un gentiluomo?
Oh che domanda, mia cara… a Versailles, alla luce delle candele nel Salone degli Specchi sono tutti gentiluomini… nel boschetto, sous les grands marroniers… avete visto Le Mariage de Figaro, immagino… nel boschetto diventano solo uomini.

Lui fu molto di tutte e due: impeccabile con le candele accese ed impeccabile una volta spente.

 

Un grande amore?
Un grande amore, voi dite? Forse… il contadino che sposa la figlia del vicino non la ama forse? Però la vuole robusta - non si sposano esili donzelle per farle lavorare la terra fianco a fianco, zappare l’orto e partorire sette od otto figli… sarebbe ingiusto per loro - vecchie anzitempo dopo neanche due anni, al terzo nella tomba… sarebbe amore?
E non si sposano ragazze senza dote… sarebbe ingiusto per l’uomo e per i figli. Spaccarsi la schiena il doppio per recuperare quello che lei non ha portato. Sarebbe amore?
Per cui… si ama, ma si fanno bene i conti.
 

E i conti li fanno proprio tutti, credetemi, anche quelli che da bambini non erano bravi in matematica… al dunque, a fare somme e sottrazioni, arrivan tutti! Anche i più asini.
Basta con queste favole.

 

Cosa voleva lui?
Mah! Chi può dirlo?
Non era diverso da noi tutti, sanguisughe stemmate e profumate. Voleva sopravvivere e far fortuna.

Vedete a Versailles c’erano i nobili prigionieri che non sapevano di esserlo e si interessavano di assurde cretinate.
Io al posto loro, con i piedi in caldo, mi sarei preoccupata di amministrare il mio e provvedere ai miei figli... cosa mi sarebbe importato di essere solo la terza a porgere le scarpe ad una Regina? Ma dico! Cose di cui non si sarebbe preoccupato nemmeno un ciabattino.

C’erano i nobili che si occupavano di politica e di amministrazione dello Stato - una razza a parte.  

E c’erano i nobili che cercavano di sopravvivere: un castello va mantenuto, i tetti, le tegole, i vetri, le cucine, il personale, voi non avete idea. Per mantenerlo ci vuole della terra, ma la terra va amministrata e per amministrarla ci vuole un amministratore capace ed onesto. Due generazioni di amministratori onesti ed incapaci o solo disonesti e un proprietario sciocco  e una contessa si ritroverebbe a spennare polli nella sua cucina, se vuole bere un brodo.

Si vende la terra per pagare i debiti, ma poi non resta abbastanza per sopravvivere e ripristinare ciò che una volta c’era.…

Ci vuole uno bravo in famiglia, che faccia carriera e risistemi i conti, mentre tutti collaborano, una generazione che si sacrifichi per quelle future.
Andare a Corte è una buona soluzione.

Ma… per distinguersi a Corte ed ottenere un incarico bisogna aver studiato: ci vogliono uomini intelligenti in famiglia, ma non bastano, devono essere studiosi, e devono essere istruiti, ma l’istruzione costa. I migliori precettori, un palco all’Opera, uno alla Comedie, cavalli da cavalcare, l’abito giusto, i giusti gioielli Un grand collège, che credete?

La preparazione giusta, l’educazione giusta, le conoscenze giuste. E’ un grosso investimento. Questo lo si può fare per i propri figli - io spesi così il mio denaro, per la famiglia - ma quando si parte per la Corte in cerca di fortuna è tardi per queste cose.
Per cui ci vuole fascino ed iniziativa.

Oppure ci vuole una donna.

 

Quando guardai i conti di mio suocero, quelli di mio marito e i nostri figli, capii che non c’era altra strada e mi rimboccai le maniche. Le mie figlie non dovevano spennare polli, o concedersi per pagare debiti dei loro mariti. I miei figli non erano nati per strisciare nell'insicurezza. Lo feci per loro.

Fui fortunata: all’epoca mia, a Corte, il Re ascoltava la Regina. Non fosse stato così avrei dovuto guadagnare favori per la mia famiglia in posizione orizzontale… non avevo abbastanza esperienza per quello - mi sarei applicata, certo, tutto si impara… mi sarei pure turata il naso, ma… se proprio una deve sdraiarsi per sopravvivere ed aiutare tutta la famiglia, è meglio se lo fa con un anello al dito. Lo spiegai e lo rispiegai alle mie figlie.
Ebbi una figlia sciocca che non capì nulla di come rigirarsi un uomo… la Regina restò vergine per anni, ma io dico! un po’ di fantasia! qualche lacrima, un po’ di bambineggiamenti, l'abitino giusto che nasconde le forme e il tempo si guadagna! Maometto stesso non consumò con la sua giovane sposa perché ancora giocava con le bambole... attese. Erano pochissimi gli uomini che all’epoca quella cosa la volevano solo da una moglie, su!

Ma no! Di questo io non voglio parlare!

Io fui fortunata, ripeto, me la cavai con due chiacchiere un po’ di ipocrisia e molta diplomazia.

Fui fortunata due volte: la vecchia Regina era molto religiosa, con lei avrei dovuto … rosari, Messe, opere di devozione… una fatica! A me toccò una Regina appassionata di vestiti, teatro, gioco d’azzardo e pettegolezzi. Quello voleva e quello le fu dato.

Ingannata voi dite? Che sciocchezza! Gli amici si scelgono con cura, se siete Regina… aveva una madre in gamba e non certo stupida, consiglieri capaci, tutte le opportunità! E nessuna necessità di chinare il capo!
Se avesse voluto gente seria, ce ne era… ma non era divertente. O non era bella. E magari nemmeno abbastanza giovane.

Sapete come si dice… chi cerca trova. E’ vero anche il contrario: trovò ciò che andava cercando.

Se avesse voluto frequentare biblioteche, orfanotrofi, far opere di bene, ce l'avrei accompagnata, mi sarei informata per lei, le avrei favorito i contatti giusti... trovare un biscazziere, una buona sarta o una donna onesta richiede la stessa fatica e la stessa lungimiranza... Lei ebbe ciò che chiese. Sempre.

 

Lui? Oh lui ebbe da lei opportunità per distinguersi, un reggimento… forse l’amò, forse non l’amò, ma di certo ebbe qualcosa in cambio. E se lo prese: era venuto in Francia per quello, a far fortuna - giocò bene le sue carte.

 

Io e lui?
Si certo, mi pare ovvio… aveva influenza su di lei e avrebbe potuto mettermi i bastoni tra le ruote: ci fu lo scambio di bigliettini profumati, da conservare accuratamente - uomo imprudente! Fu per quello, immagino, che si distinse in battaglia: partiva dritto e non pensava -, un anello di pregevole fattura - non badava a spese, del resto lei lo foraggiava - lo facemmo in un luogo discreto, ma non discretissimo: qualcuno sapeva di fedele a lui e qualcuno di fedele a me… uno scambio equo. Io di certo non lo avrei mai intralciato e lui non avrebbe mai intralciato me.
Non glielo dissi mai esplicitamente - perché farmi un nemico? ma conservai tutto con cura.
Nel caso avrei pianto - una donna innamorata al punto di tradire la propria amica, ingannata dal più vile degli amanti… del resto se ne ripassava tante, figuriamoci. Lei non voleva vedere e non vedeva.

Come fu?

Oh si volle togliere qualche sassolino… facemmo cose che di solito non faccio. Fu interessante.

 

Oscar?
Oh quell’obbrobrio pelle ed ossa? Mi mise sempre i bastoni tra le ruote - ma concluse poco, non ero io il problema... io fui sempre, con la Regina, come lei mi volle.
Amarla dite? Oh, ma Fersen non avrebbe mai potuto!

 

Perchè, voi mi chiedete?

Ma perché in una coppia, in un matrimonio, uno vero, in cui si collabora fianco a fianco, più ti conosci, più si scoprono i difetti, si viene visti per quello che si è.

Lui i difetti li aveva: amava, ma prendeva, di certo non proteggeva, tradiva allegramente… Oscar era l’uomo che lui avrebbe voluto essere e l’amico del cui giudizio si sarebbe vergognato: non avrebbe mai potuto lasciarla avvicinarsi abbastanza perché lo vedesse davvero per ciò che era. Perché vedesse anche l'altra faccia, quella del cortigiano mantenuto. Quella che forse nascondeva anche a se stesso.

Ci teneva. Quello sì. Ci teneva molto a Oscar.

Proprio per quello non sarebbe stato.  

   
 
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