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Autore: amimy    30/03/2009    12 recensioni
Il mio nome è Isabella. Solo Isabella. Non ho un cognome, o se l’avevo l’ho scordato da tempo; una come me non ha bisogno di un cognome. Sono una nomade senza casa ne famiglia, una predatrice. Vivo da sola, viaggiando di nascosto d città in città ormai da più di mille anni. Lo so, io non dovrei esistere, nessuno di noi dovrebbe esistere. Ma esistiamo, esistiamo fin dall’inizio di tutto, siamo parte di questo pianeta da sempre. È semplicemente sbagliato che io viva, se la mia si può chiamare vita, ma forse quest’esistenza è la giusta punizione ad una vita fatta di scelte sbagliate come quella che ho vissuto prima di tutto ciò.Quando scoprirete cosa sono penserete che sono un mostro. E avrete ragione. Perché se voi umani pensavate di essere la specie più evoluta e più pericolosa del pianeta, vi sbagliavate. So cosa vi state chiedendo: cosa sei? Semplice: sono un vampiro.
Isabella Marie Swan nacque il 13 Settembre 1009. Adesso vive ancora, ma è come se non fosse mai esistita . Di lei nessuno ha ricordi, solo un nome risalente a mille anni fa. Ha iniziato la sua vita da sola, l’ha continuata con l’uomo sbagliato e l’ha terminata quando ha incontrato un ragazzo misterioso che l’ha cambiata. Ora Isabella è un vampiro. Vive uccidendo gli umani, senza aver mai conosciuto davvero il significato della parola Amore e senza aver un motivo valido per continuare a esistere. Eppure non ha altra scelta: vivrà per sempre. Ma forse c’è una speranza anche per lei: durante i suoi viaggi, riuscirà a trovare qualcuno che darà un senso alla sua vita?
Genere: Romantico, Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ho ripostato questo capitolo per alcuni problemi personali e anche per qualche incongruenza della storia…ora ho corretto tutto..spero almeno vi piaccia e vorrete ridargli un’occhiata e commentare... Comunque, in fondo, c’è un avviso importante per voi lettori…

Salve gente! Eccomi qua! Vi chiedo scusa l’ennesima volta per il ritardo, ma NON mi sono dimenticata di Sunset, state tranquilli! Rimane sempre la storia che scrivo più volentieri.
Bene, visto che mi è stato chiesto(da due persone, ma a me basta…) vi parlerò un attimo del mio scrittore preferito, Scott westerfeld. In breve, lui scrive bellissimi romanzi fantasy-fantascientifici, sempre conditi da qualche storia d’amore ma senza mai essere banali o sdolcinati. I miei preferiti sono i libri della serie “i diari della mezzanotte”(in inglese “midnighters”. Ve lo dico perché su internet in italiano non si trova granchè) che consiglio a tutti. Vi avviso che vi troverete un sacco di frasi di quei libri come citazioni all’inizio dei capitoli! Un’altra trilogia bellissima di westerfeld è “Brutti” , anche quella stupenda. Il suo sito è www.scottwesterfeld.com . ok, Fine della conferenza.
Ora, passiamo a Sunset. So di essere di nuovo in ritardo, e forse mi merito che mi lasciate pochi commenti, però nel primo capitolo ho 14 commenti, e mi piacerebbe tanto che me ne lasciaste ancora così tanti. so che sembra una sciocchezza, ma io ci tengo. Per favore, abbiate un po’ di cuore e scrivetemi due parole(inoltre, la mia compagna di banco si è iscritta a questo sito e voglio farle vedere che continuate a lasciarmi commenti… )
Ah, ora che mi viene in mente:nello scorso capitolo ho fatto un errore, ho scritto ESME invece che ANGELA. Ora ho corretto, e vi dico che per ora esme rimane morta…
Quello che segue è solo un capitolo di transizione, ma se leggete attentamente potete notare alcune cose fondamentali…
P.s.:uhm…nessuno ha indovinato la mia età…credo proprio che ve la dirò alla fine di questa storia. Ok? Ciaooo

Ora, i ringraziamenti: Serew: ecco la mia famosissima compagna di banco! Wow, sono contenta che piaccia anche a te questa storia. E grazie per il voto(come si legge?) ! grazie per i complimenti! P.s.:come stai? Ma sì, dimenticati quegli idioti, e ricordati che ci siamo NOI(sai, le tue mitiche compagne di banco…). P.p.s.:uhuhu domani vedo tu-sai-chi( you-know-who) hihi. Aiutooooooo . hihi, Ciao! Cullengirl: uhm…comunque, mi sa che non li metterò i licantropi in questa storia…grazie per i complimenti e i commenti, mi fanno sempre moltissimo piacere! Ti piaceva questo capitolo? ciaooo Debby_DG: be’, per i libri di Westerfeld te li consiglio vivamente, come a tutti. poi, grazie di cuore per avermi fato notare il mio errore su Esme, se no io non me ne sarei mai accorta…già, vedrai quante dovrà passarne Edward per riconquistare Bella…ti piace questo capitolo? ciaooo giu94: benvenuta nel club di quelle che non corrono a ginnastica hihi! Già, ho un debole per i capitoli in sospeso, ormai dovreste saperlo…però d’ora in poi aggiorno più in fretta, ok? Grazie mille per i complimenti, comunque! Sono lusingata! Spero ti piaccia anche questo cappy! Ciaooo Sabry87: grazie di cuore per i complimenti, non sai quanto apprezzi. Mi fa molto piacere che continui a seguirmi! Ciaooo _Niki_:e ora, ovviamente, come poteva mancare la mia piùcara commentatrice? Wow, mi fai grande! E se ti dicessi che sono più piccina di te(ho dedotto la tua età dal tuo contatto MSN) ? comunque mi avete convinta, sto scrivendo la storia sui “diari della mezzanotte” di westerfeld! Però non l’ho ancora pubblicata! (se ti interessa per sapere i personaggi da cercare meglio, sicuramente sarà una storia con paring Rex/Melissa) Grazie per aver commentato “don’t trample my heart”, ma non preoccuparti che non mi dimentico Sunset! Hihi, johnny è piccino e carinoooooo! Oddio, oggi sclero più del solito a rispondere ai commenti perciò non badate a me…sarà il tempo (ma che il tempo? È che devi fare il tema! N.d.LA mia coscienza. Ancora tu? Fallo tu il tema se ci tieni! N.d.ME) ehm…sì, ancora la mia stupidissima coscienza che non mi lascia mai in pace…maledetto tema… be’, ora vi lascio al capitolo…e mi raccomando: commentate tutti e anche gli altri! Ciaoooo


Problemi e bambini


<< Sì. E la ragione è che la mia vita deve fare schifo. >>
[ Scott Westerfeld-I diari della mezzanotte]


Le sue parole mi penetrarono lentamente nell’anima, un’agonia senza possibilità di confronto con qualunque altra. Ogni lettera di rimorso che si riversava fuori dalla sua bocca aveva la potenza distruttiva di una bomba atomica per ogni fibra del mio corpo. non avrebber dovuto esserci rimpianti nella sua voce, e non ci sarebbero stati se io non li avessi causati…
A quel pensiero, sentii un fremito violento attraversarmi il corpo, mentre il senso di colpoa emergeva sopra ogni altro pensiero come una luce accecante. Impossibile da ignorare.
Ma esisteva anche qualcos’altro di altrettanto potente, un’altra singola emozione che mi impediva di cedere al rimorso.
Pura, genuina, inappropriata gelosia. Gelosia verso il legame che Edward aveva stretto con un’altra donna, gelosia verso il fatto che avesse preferito tenermelo nascosto, verso la ua riluttanza a parlarne. Gelosia verso il fatto che sembrava custodire il ricordo della fanciulla chiamata Dalia con una cura quasi maniacale.
E inaspettatamente, improvvisamente, quel sentimento prese il sopravvento. E lentamente, lottando contro una rumorosa e risoluta parte di me, scossi la testa.
<< Sono desolata, Edward, ma io… >> inizia, ma avvertii una mano posarsi sulla mia spalla. Istintivamente, mi voltai. Il volto sorridente di Alice, illuminato da un sorriso in parte evidentemente forzato, comparve alle mie spalle.
<< Scusate, piccioncini, ma temo che dovrete rimandare i vostri battibecchi a dopo… >> ,iniziò lei, con una nota ironica ben evidente nella voce trillante, << Dobbiamo radunare le cose più importanti, adesso. >> continuò poi, la voce improvissamente seria.
Il repentino cambio di tono fece emergere una strana curiosità impaziente. E soprattutto, fu in quell’istante che mi resi conto di quanto lo spiazzo davanti alla casa risultasse tetro e deserto in quel momento. Con mio grande sgomento, mi accorsi che gli altri erano scomparsi, probabilmente corsi via senza che nemmeno me ne acccorgessi.
Accolsi quella notizia con stupore e irritazione: mai, mai distrarsi e permettere ad altri di coglierti di sorpresa. Nemmeno ad amici.
<< E così, partiamo subito. Già, le intenzioni di Carlisle erano piuttosto evidenti… >> borbottò Edward, con una smorfia eloquente sul viso angelico. Una contrazione della bocca, gli occhi ridotti a fessure: la sua irritazione era evidente.
<< Ehm…non c’è problema, giusto? Potremmo parlarne dopo… >> esordii, esitante. Mi domandai all’ostante se avessi scelto le parole giuste…
<< Certo che dovete parlare dopo. >> esclamò Alice, con un nuovo sorriso malizioso sul viso. Immediatamente, la fronte liscia di Edward si corrugò.
<< Alice? Cos’era quello? Che cosa stai architettando? >> chiese, sospettoso.
<< Nulla. >> trillò lei, stringendosi nelle spalle. << Be’, gente, credo che dovremmo prepararci. Gli altri arriveranno a minuti. >> continuò Alice, cambiando improvvisamente argomento. Gli occhi di Edward, due fessure nere tinte di riflessi dorati, continuarono a scrutare il volto della sorella con sospetto.
<< Cos’è questo? >> domandò lui ad un tratto, improvvisamente divertito.
<< Uhm..niente…sto semplicemente traducendo la nostra conversazione. >> fece Alice.
<< In francese, cinese e coreano? >> domandò Edward, ad un tratto più rilassato. Ma un attimo dopo, una ruga ricomparve sulla sua fronte. << Non riusirai a tenermi lontano per sempre dai toui pensieri, lo sai. >>
<< Oh, non per sempre. Solo quello che basta per portare a termine il mio piano. Oh, ecco gli altri. >> disse lei, sempre assurdamente allegra. La loro conversazione mentale mi aveva lasciata perplessa, un retrogusto amaro sulle labbra che sapeva di isolamento. Per qualche ragione ignota, avrei dato qualunque cosa per sapere cosa fosse passato per la mente di Alice in quel momento, e il significato della risposta di Edward.
La mano di Alice scese dalla mia spalla, afferrandomi il braccio.
<< Andiamo. >> esclamò. Eppure, per quanto avrei dovuto desiderare seguirla, allontanarmi da tutti i miei problemi, ogni cellula del mio corpo e della mia mente stava elaborando un solo e irrazionale desiderio. Non allontanarmi mai da Edward.
<< Scusa, Alice. Posso chiederti una cosa? >> domandai all’improvviso, colta da un dubbio.
<< Ci stiamo per recare a Denali, presso un clan che..condivide il nostro stile di vita, ecco. Ti piacerà, ne sono certa. Lì c’è un sacco di gente deliziosa…be’, intendo deliziosamente simpatica,non come spuntino, d’accordo? >> rispose velocemente Alice con un risolino, prevedendo la mia domanda confusa e esprimendola molto megli di quanto avrei potuto farlo io stessa.
Eppure, non tutti i miei dubbi erano stati soddisfatti. Molte domande ancora irrisolte tormentavano la mia mente, impedendomi di lasciarmi contagiare del buonumore di Alice, nonostante avrei molto desiderato cedere ad una sana spensieratezza.
Ma improvvisamente, qualcosa mi distolse dai miei pensieri contraddittori. Gli altri membri della mia famiglia, ripuliti e tutti vestiti con abiti nuovi ed impeccabili, entrarono nel mio campo visivo.
A guidare il gruppo, il volto divino e impassibile di Carlisle, perfetto nella sua camicia nera che metteva in risalto la tonalità cerea dellasua pelle. Rosalie lo seguiva, quasi una dea, avvolta da un succinto abito rosso. Un abito che certamente sarebbe stato più indicato per un ricevimento, che per un trasloco. Accanto a lei, comparve il volto sorridente e ironico di Emmet, e le sue enormi mani che stringevano una grossa valigia nera senza alcuno sforzo.
Riconobbi perfino i volti poco familiari di Mike, Jessica e Angela, scortata da un’impassibile Jasper. Le due ragazze apparivano incantevoli, ora che erano state liberate dei loro abiti logori e sporchi. Perfino Mike, dal volto acerbo e i capelli chiari, sembrava mille volte meglio di quando lo aveva visto la prima volta.
Certo, nessun paragone possibile con Edward, ovviamente.
La giovane Cathy stringeva con foga la mano di Johnny, il sorriso che le spettava di nuovo al suo posto sul suo viso candido.
Vedere quell’immagine, che mi s’impresse a fuoco nella memoria, mi donò una piacevole e inaspettata sensazione di calore. Perché quella che avevo davanti agli occhi non era la visione di un clan:no, quella era una famiglia…
Udii un debole rumore di piedi che battevano sul prato, e Edward ci superò velocemente, ricongiungendosi alla famiglia.
Con uno strattone, Alice mi esortò a seguirlo. Fui ben felice di assecondarla, assecondando anche il mio lato rumoroso e illogico che pregava di zvvicinarsi a Edward ogni istante di più…
E poi, ecco il sorriso di Carlisle apparire proprio davanti al mio viso. << Siamo pronti? >> domandò cortesemente all’intera famiglia, osservando minuziosamente tutti, soffermandosi per un attimo sul mio viso e a seguire su quello di Edward.
<< Certo. >> replicò un istante dopo la voce di Alice alle mie spalle, dando il segnale che tutti attendevano. Impazientemente, felici di poter finalmente correre liberi, tutti si voltarono all’unisono come una sola creatura e misero in moto i piedi.
Un istante dopo, anche la mia corsa ebbe inizio, e il mio copro riprese vitalità. Ero nata per correre.
Il vento mi accarezzava il viso e mi intrecciava i capelli con le sue dita invisibili, faceva volare le stoffe leggere dei miei abiti nuovi. Sassolini, foglie secche e rametti scricchiolavona quasi impercettibilmente al mio passaggio, facendo quasi da sottofondo a quella corsa magica.
In quel momento, correre per me era tutto, trovare una meta inesistente per me era vitale. Perché in quel momento non stavo correndo per necessità o per terrore, né perché qualcuno mi guidava o desideravo essere guidata.
No, lo facevo per me stessa. Esatto, perché quando corri per te stesso, corri anche se sai che ci sarà sempre qualcuno più veloce di te. Corri perché ti sembra di poterti lasciare alle spalle ogni sofferenza e ogni dubbio, anche se hai la certezza che quando ti fermerai torneranno ad assalirti. Corri perché sai che quella sensazione di libertà e isolamento dal mondo ti mancherà terribilmente quando i tuoi piedi si arresteranno, e la nostalgia ti farà assaporare sempre più quell’incanto quando poi correrai ancora. Per l’ebbrezza della velocità, per il sapore dell’aria fresca sul tuo viso e nelle tue narici.
E allora, se sai che la corsa è tutto ciò, perché non correre per l’eternità? Eppure, in quell’eccitazione una consapevolezza affiora sempre: la consapevolezza di non essere sola.
Avrei barattato l’eternità che avevo a disposizione per una sola ora senza preoccupazioni, soltanto io e la foresta, con i suoi fruscii rilassanti e il suo verde lussureggiante. Maun simile lusso non mi era concesso… percepivo, non con gli occhi ma con il cuore, lo sguardo di Edward fisso sulla mia nuca. Era una presenza costante e indissolvibile, che portava con se tutta la disperazione e il tradimento che avevo provato solo poche ore prima.
Ma in quel momento, immersi nella natura, il ricordo della gelosia e della disperazione riuscì solo a scalfirmi, senza mai impossessarsi di me. E fu così che capii: in quell’istante, correre era la mia rivincita sul mondo intero.
Ma improvvisamente, senza preavviso, un urlo lancinante ruppe il silenzio immobile della foresta. All’istante, tutti i piedi si fermarono.
Gli alberi frusciavano al vento intorno a noi, improvvisamente opprimenti e tetri. Poi l’urlo squarciò di nuovo il silenzio. Ma stavolta, la parola pronunciata a gran voce era comprensibile.
<< Isabella! >> gridò la voce. Mi immobilizzai all’istante, stupefatta. Quella voce, nonostante deformata dal panico e dal dolore, era inconfondibile.
<< Cahty. >> mormorai, riprendendo a correre all’istante e superando velocemente il gruppo immobile di statue che era la mia famiglia.
Ed ecco, davanti a tutti loro, accasciata accanto a Carlisle, giaceva il corpo pallido di Cathy. Il suo viso non aveva nulla a che fare con il voto sorridente e completo di pochi istanti prima, sfigurato e contratto com’era per il dolore. Scansai violentemente Johnny, dimentica di chiunque latro non fosse Cathy. il ragazzino mi guard, sorpreso e preoccupato, ma non ci badai. . << Sono qui. >> le sussurrai dolcemente, mentre un’infinita sensazione di impotenza prendeva il sopravvento. Un nuovo panico stava iniziando a crescermi dentro. << Isabella. Tu…tu devi aiutarmi…Loro…vogliono fargli del male. Al mio bambino. >> sibilò. Quelle parole mi lasciarono interdetta. Il suo bambino? Poi, il mio sguardo scivolò sulla sua mano con cui si era afferrata il ventre. Il suo maglione sformato le ricadeva morbido sul petto, ma all’altezza ella vita un rigonfiamento innaturale forzava la stoffa.
<< Cathy,di cosa stai parlando? >> domandai, troppo sconvolta per poter essere gentile. Lei si limitò ad annuire, con gli occhi fuori dalle orbite.
<< L’hanno ucciso! Hanno ucciso il padre del bambino! E adesso uccideranno anche lui! >> strillò.
Le sue parole erano incomprensibili, prive di senso. fino a un attimo prima, era sembrata così tranquilla, così a proprio agio in mezzo a noi. Ora invece…Un sospetto strisciante iniziò a farsi strada nella mia mente. Poteva essere…? No, era assolutamente fuori discussione.
<< Cathy. ascoltami.Tu..tu sei..incinta? ? >> le domandai incerta, scandendo bene le parole. Il panico mi strisciava dentro, impedendomi di essere razionale. Lei mi fissò un attimo, stralunata.
<< S..sì. >> balbettò lei, e io ebbi la terribile impressione che sarei dovuta arrivare da tempo a quella sconvolgente conclusione. Ma com’era possibile? Quelle..anomalie…erano in grado di concepire figli?
<< Ne sei sicura? >> domandai di nuovo. Cathy annuì lentamente, mentre una smorfia sofferente deformava nuovamente il suo volto. << Cathy…ascolta. Devi dirmi…devi dirmi chi è il pade di tuo figlio,d’accordo? >> esclamai, con il respiro affannoso. La paura, il sospetto, si stavano lentamente impadrondendo di me.
Poi alzò debolmente una mano, puntando l’indice tremante verso di me. << Non lo sai? Come puoi non saperlo? Che figlia sei? Non t’importa niente di lui, vero? No, hai lasciato che lo uccidessero e oa distruggerai anche noi. >> sbraitò la ragazza, fuori di sé.le sue parole penetrarono nella mia coscienza, lasciando un alone di arida sconfitta.
<< E’…il padre di tuo figlio.. era mio padre,vero? >> domandai, senza più riuscire a ragionare. << Sì. Certo che sì. >>

Avviso importante: sentite, io odio fare queste cose. So che mi odierete, perché io per prima detesto chi lo fa, ma devo confessarvi che è abbastanza sconfortante vedere 1 sola recensione in un capitolo. Ripeto, il primo ne ha 14…vi costa tanto scrivere due parole? Comunque, purtroppo, devo avvisarvi che io scrivo questa storia per VOI, non per me. e questa storia è molto impegnativa e difficile da scrivere, mi porta via molto tempo. Ma vado avanti per voi. Se fosse, per me, me la scriverei sul computer e basta, non la leggerebbe nessuno. Perciò,tutto questo giro di parole significa: temo che, se vedrò che nessuno mi segue e commenta, questo capitolo che avete appena letto sarà l’ultimo che pubblicherò, e la storia sarà sospesa... Mi spiace molto, per tutti, ma è brutto vedere che a nessuno importa di questa storia. Sevi importa sul serio, per favore fatemelo sapere,e andrò avanti, sempre per voi…grazie a tutti, comunque…

   
 
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