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Autore: Nuel    21/03/2016    2 recensioni
James, Albus e Rose tornano a scuola, ma Hogwarts è, come sempre, luogo di misteri oltre che di magia e stregoneria e un nuovo enigma terrà impegnati i fratelli Potter e i loro amici.
◊ Serie: Imago Mundi
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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Piccola dedica speciale, con un giorno di ritardo: buon compleanno, Ladyriddle!
Alcuni episodi di questa storia sono merito (o colpa :P) tua, sappilo.
♥ Auguri! ^^

 
11
Alchimie



 
Se Gennaio si era concluso con grida di giubilo per la vittoria del Grifondoro, terza in classifica, Febbraio si era aperto con le grida di rabbia di Dominique. In lacrime, la ragazza si era rifugiata nel dormitorio della sua Casa, rifiutandosi di uscirne fino a quando i suoi capelli, normalmente di un bel biondo rame, non fossero tornati al colore naturale, cosa che accadde solo dopo cinque giorni, quando l'incantesimo estetico lanciatole addosso da Ausia Flint venne, finalmente, annullato da uno della cugina Lucy che, stanca dei suoi pianti, aveva deciso che, se l'incantesimo anomalo non poteva essere invertito, nulla le impediva di ricolorare le chiome di Dominique con un altro incantesimo.
    «La odio!», aveva sentenziato Dominique, «L'ha fatto apposta perché non vuole che esca con suo fratello!». Ausia Flint aveva giurato che si era trattato di un malaugurato incidente, ma che, subito dopo, avesse fatto notare, tra le risate delle sue compagne di Casa, come il verde donasse a Dominique non deponeva del tutto a suo favore. Vero era che Ausia si stesse comportando in maniera particolarmente odiosa, tanto che persino Augustus, che prendeva sempre le sue difese, era intervenuto perché la smettesse di deridere la sua ragazza.
    Di certo, Ausia non era l'unica a non vedere di buon occhio la coppia formata da Dominique e Augustus: James sarebbe persino stato disposto ad aiutarla pur di dividere la cugina da quell'arrogante di Flint, ma, anziché aiutare lei, si ritrovò a dover soccorrere Scorpius, incorso nelle sue ire.
    La metà di Febbraio si stava avvicinando e gli studenti dal terzo anno in su erano in fermento in vista del fine settimana in cui si sarebbe svolta la visita a Hogsmeade. I gufi facevano avanti e indietro freneticamente, recapitando ordini per regali di San Valentino e prenotazioni di tavoli da Madama Piediburro. Le ragazze, quasi sentissero l'avvicinarsi della primavera, cinguettavano come uccellini sui rami, parlavano di vestiti e sospiravano, cercando di indovinare quali doni avrebbero ricevuto dai loro spasimanti. A questa sorta di delirio collettivo sembrava essere immune Ausia che, invece, era di umore nero e se la prendeva per ogni cosa.
    Quel giorno, mentre uscivano dalla Sala Grande, dopo aver pranzato, James sentì distintamente la voce di Scorpius, qualche metro avanti a lui, chiedere alla cugina se avrebbe passato San Valentino con il suo innamorato. La reazione di Ausia fu fulminea: estrasse la bacchetta ed esclamò: «Exulcero!», prima di strillargli contro che non erano affari suoi. La Fattura Pungente colpì con precisione il viso di Scorpius, che subito si riempì di bolle rosse e dolorose.
    Di quanti avevano assistito alla scena, un gruppetto di Serpeverde del secondo e del terzo anno ed un paio di Corvonero del quinto, nessuno avrebbe osato mettersi contro Ausia in condizioni normali, meno che meno quando era così alterata.
    James si fece largo tra gli altri, raggiungendo Scorpius che, dolorante, si copriva il viso con le mani. «Scorpius!», lo chiamò, sfiorandogli la spalla. «Ti accompagno in infermeria, vieni», gli disse, prendendolo per un gomito, mentre il ragazzo si lamentava debolmente per il dolore causato dalle piccole ustioni.
    Fu facile convincere Madama Chips che Scorpius era stato colpito da un incantesimo vagante e che non avessero idea di chi l'avesse lanciato, così, l'infermiera si limitò a spalmare un unguento sul viso del giovane Malfoy borbottando contro i giovani irresponsabili.
    «Grazie», gli disse Scorpius, il viso ancora un po' arrossato, quando lasciarono l'infermeria.
    James scrollò le spalle e gli sorrise. «Siamo amici», gli rispose e gli tese la mano. Scorpius arrossì e osservò il suo palmo per alcuni istanti, prima di stringere quelle dita nelle proprie. «A quanto pare dobbiamo ringraziare Ausia, per questo», rise James, e Scorpius sbuffò. «Si può sapere che le è preso?».
    «Non lo so, è da un po' che è intrattabile. Nemmeno Augustus riesce a ragionarci e in dormitorio nessuno ha il coraggio di dirle nulla».
    «Nemmeno fuori», gli fece notare James e i due si misero a ridere. Continuarono a chiacchierare come ai vecchi tempi, prima della partita Grifondoro contro Serpeverde e, senza pensarci, James guidò Scorpius fino al secondo piano della torre di Astronomia, dove si sedette su un gradino, in attesa degli altri. Mancava poco più di mezzora al termine delle lezioni del pomeriggio e presto suo fratello e gli altri l'avrebbero raggiunto.
    Il primo a presentarsi all'appuntamento quotidiano fu Martin, che guardò sorpreso all'aggiunta di Malfoy al loro gruppetto, dopo che era ne era stato escluso per tanto tempo. Una manciata di minuti dopo, arrivarono anche Albus e Rose. La ragazza fu subito entusiasta di sapere che lui ed il cugino avessero seppellito l'ascia di guerra e, senza la minima esitazione, lo informò del loro più recente passatempo: «Stiamo cercando di risolvere un mistero», gli bisbigliò, ridacchiando.
    Sguardi di approvazione passarono da un viso all'altro, mentre Scorpius chiedeva: «Che mistero?».
    Albus aprì la cartella e ne trasse un massiccio volume rilegato in pelle nera, sembrava essere molto antico e Scorpius sgranò gli occhi. «Sembra…», disse il giovane Malfoy, ma poi tacque.
    «Sembra cosa?», lo incalzò Albus, che reggeva il libro tra le mani.
    «Sembra un libro che ho visto nella biblioteca di mio padre, ma non può essere».
    «Perché no?», chiese Martin, osservando con attenzione l'espressione del ragazzo.
    «Perché dovrebbe essere un vecchio manoscritto unico al mondo. Mio padre colleziona testi di Alchimia e i libri di Sir Dee sono tra i pezzi forti della collezione Malfoy da secoli».
    «Un testo alchemico?», chiese Albus, accigliandosi.
    «Chi è Sir Dee?», chiese invece Martin.
    Scorpius sedette sul gradino, accanto a James e protese le mani verso Albus. «Posso vederlo?», gli chiese, e, anche se un po' a malincuore, Albus gli diede il libro.
    «Sir Dee era un mago vissuto nel XVI secolo alla corte della regina babbana Elisabetta I. Era un alchimista e un astrologo, e un mio antenato lo conobbe e acquistò alcuni dei suoi testi», spiegò Scorpius, osservando con attenzione la copertina, prima di aprire il volume. A quel punto si interruppe, sorpreso dalle pagine immacolate.
    «Crediamo che il testo sia nascosto da un incantesimo», gli disse James.
    «Dove avete trovato questo libro?», chiese Scorpius, mentre Albus glielo sfilava di mano.
    «Ecco…», iniziò James, «ricordi quando tuo nonno venne a trovarti, qualche mese fa?».
    Scorpius annuì. «Sì, era venuto a portarmi un libro che avevo dimenticato a casa», disse, poi si accigliò e aggiunse: «Ero convinto di averlo messo nel baule la sera prima di partire, ma evidentemente mi ero sbagliato».
    I fratelli Potter si scambiarono uno sguardo d'intesa: avevano sentito raccontare dai loro genitori quali fossero i mezzi di Lucius Malfoy, come avesse fatto avere il diario di Riddle a loro madre, e Rose trattenne il fiato, probabilmente a causa dello stesso pensiero.
    «Ecco», riprese James, con cautela, «tuo nonno è andato nella biblioteca, dopo averti salutato e lì ha nascosto questo libro… e ha strappato una pagina».
    «Questa», precisò Albus, aprendo il libro alla pagina dove aveva messo una piuma come segnalibro.
    «Perché dovrebbe aver fatto una cosa simile?», chiese Scorpius, ma James notò che non sembrava troppo turbato dal suo racconto.
    «Magari voleva che il libro sparisse da casa sua, ma fosse facilmente recuperabile», azzardò Rose.
    «E perché ne avrebbe strappato una pagina? Perché farlo a scuola?».
    «Forse gli serviva e a casa temeva di essere scoperto», provò Martin.
    «E tu come fai ad averlo visto?», chiese infine Scorpius, guardando James e il ragazzo si mosse sul gradino, come si fosse accorto in quel momento che era scomodo.
    James cercò lo sguardo di Albus, il fratello aveva le labbra serrate, ma dopo qualche istante annuì. James guardò anche Rose e Martin, per essere sicuro che anche loro fossero d'accordo e, alla fine, sospirò. «Devi promettere di non dirlo a nessuno», gli disse mentre metteva mano all'involto argenteo che teneva sotto il mantello.
    «Prometto», rispose Scorpius, guardingo.
    James tolse da una tasca interna il Mantello dell'Invisibilità, stendendolo davanti agli occhi increduli di Malfoy. Il tessuto era sottilissimo e leggero come una piuma, sembrava argento liquido e, quando James ci si avvolse, scomparve del tutto alla vista.
    Scorpius sobbalzò e si alzò in piedi, guardandosi attorno come se si aspettasse di veder comparire l'amico in qualche altro punto.
    «È il Mantello dell'Invisibilità di mio padre», disse James. La sua voce proveniva dallo stesso punto in cui si era trovato poco prima e, mentre Scorpius restava a bocca aperta, si scoprì il capo.
    «Wow!», commentò Scorpius, allungando la mano per cercare il tessuto ancora invisibile. «Mio padre l'ha sempre detto che il vostro doveva avere un sistema per girare per il castello senza essere visto», commentò ammirato.
    «È della nostra famiglia da secoli», disse James, orgoglioso.
    «Nessun mantello dell'invisibilità dura tanto a lungo!», protestò Scorpius, e James se lo tolse dalle spalle, ripiegandolo su un braccio.
    «Nessun mantello dell'invisibilità realizzato dai maghi», precisò con un sorriso a trentadue denti. «Questo è il Mantello dell'Invisibilità, quello che la Morte in persona donò a Ignotus Peverell!». Quando James notò l'espressione contrariata sul viso di Albus, aveva già detto troppo, ma Albus non stava guardando lui, bensì la figura eterea che stava comparendo alle sue spalle, sbucando dal gradino.
    «Dama Grigia!», la riconobbe subito Martin. La Dama Grigia era il fantasma della Casa di Corvonero e non si faceva vedere spesso in giro.
    «Martin, finalmente ti ho trovato!», esordì lei con voce fievole, intrecciando le lunghe dita affusolate in grembo. «La preside McGranitt mi ha mandata a cercarti. Devi andare a prendere la tua gatta nello studio del professor Lumacorno, ma devi andare subito, fai presto». La sua voce si affievolì e lei stessa parve farsi sempre più evanescente, mentre si allontanava.
    «Cosa ci fa Erintjia nello studio di Lumacorno?», chiese Rose, guardando l'amico, che scrollò le spalle. «Sarà scappata di nuovo».
    «La Dama Grigia ha detto di fare presto, però, meglio andare», fece notare Albus e, mentre James riponeva di nuovo il mantello al sicuro, i ragazzi scesero le scale tutti assieme, dirigendosi ai sotterranei.

La porta dello studio del professor Lumacorno era socchiusa e la preside McGranitt, il professor Sylla e Madama Chips erano all'esterno, cinerei e immobili come statue, chiusi in un tetro silenzio.
    «Preside, mi ha mandato a chiamare?», chiese Martin, non appena fu a pochi passi dalla donna. Gli altri erano alle sue spalle.
    «Signor Nymor, la sua gatta è nello studio del professor Lumacorno». La preside stirò le labbra, evidentemente contrariata. Osservò rapidamente gli altri ragazzi e poi cercò di parlare con voce pacata, ma era pallida e rigida e lo stesso si poteva dire del professor Sylla, mentre l'infermiera aveva gli occhi lucidi come se si trattenesse dal piangere. «Mrs Purr l'ha bloccata sotto la libreria e la sua gatta si rifiuta di uscire», spiegò la preside, «e non appena qualcuno di noi cerca di entrare, le due bestie si attaccano, e la sua gatta sta mettendo a soqquadro l'intero studio. Ha anche graffiato il professor Sylla quando ha cercato di prenderla».
    C'era qualcosa di strano, e non erano le mani graffiate e gonfie dell'insegnante di Trasfigurazione, ma fu Scorpius a prendere la parola: «Dov'è il professor Lumacorno?».
    I tre adulti si scambiarono uno sguardo, mentre dal fondo del corridoio arrivava Mastro Gazza, arrancando ad ogni passo, col fiato corto e pesante.
    «Signora preside, ho fatto… prima che ho potuto…», ansimò. Era tutto storto e sbilenco, il suo corpo grigiastro sembrava scolpito nel legno, eppure Mastro Gazza non mollava ancora: Hogwarts era la sua casa e non sembrava avere idea di lasciarla se non in una bara.
    «Mastro Gazza, per favore, può richiamare la sua gatta?».
    L'uomo si guardò attorno come se non capisse dove fosse Mrs Purr. «Dove si è nascosta la mia cara micetta?».
    James sentì un brivido lungo la schiena nell'udire la voce stridula e malevola del custode usare parole affettuose, ma fu la risposta della preside a farlo gelare sul posto.
    «Nello studio del professor Lumacorno… Il professore è... Horace ci ha lasciati. Ci serve che aiuti Poppy a portare il corpo in infermeria, non possiamo lasciarlo qui».
    Quando Gazza spalancò la porta, chiamando la sua gatta fantasma e Martin lo seguì, rigido, fin sulla porta, dove il professor Sylla lo fermò, mettendogli le mani rosse dei graffi di Erintjia sulle spalle, i ragazzi riuscirono a scorgere il corpo del professor Lumacorno steso sul pavimento.


 
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Note:
Sir Dee, (1527 – 1608) [wikipwdia] fu l'astrologo di fiducia di Elisabbetta I, appassionato di alchimia, occultismo e molto altro, divenne figura ricorrente in romanzi e fumetti di diversi autori.
Quando Lovecraft inventò il “Necronomicon” [wikipedia] ne attribuì la traduzione inglese a Sir Dee.
Alcuni averi di John Dee andarono perduto dopo la sua morte.

Secondo la storia della famiglia Malfoy, [qui] alla corte di Elisabetta I visse anche Lucius I Malfoy. Egli ambiva alla mano della monarca, ma usò la magia su di lei, provocandone il rifiuto.
… Se volete sapere come la penso io, fu Dee a scoprire l'illecito di Malfoy ed a spezzarne l'incantesimo. Per ripicca contro di lui, Malfoy rubò alcuni libri e oggetti dell'alchimista, alcuni dei quali, secoli dopo, vennero venduti al negozio di Sinister.


Ringrazio Ladyriddle e Ledtere per aver commentato il capitolo precedente e vi do appuntamento a lunedì 4 aprile per il prossimo capitolo! (A Pasquetta vi risparmio, così potreste uscire sereni a fare un picnic o a visitare un museo senza la smania di leggere il nuovo capitolo! U.U).
Come sempre, vi aspetto sulla mia pagina FB! ^^
   
 
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