KIT’S WILDERNESS
CAPITOLO 6
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"Io ti sento
al punto che disturbi
al punto che è gia tardi …
rimani quanto vuoi. -
Qui con la vita non si può mai dire,
arrivi quando sembri andata via." -
Ligabue
Inghilterra,
Stoneygate
Ottobre 2003
-
"E lo senti le vene
piene di ciò che sei,
e ti attacchi alla vita che hai.
Leggero, nel vestito migliore, -
senza andata né ritorno, senza destinazione."
- -Mamma, mamma come ci si veste a un funerale?-
- La mattina dopo spinsi la testa dentro la camera sua e di papà e la perlustrai con lo sguardo.
- Mia madre era seduta sulla sedia di vimini che stava nell’angolo della stanza e sembrava tutta intenta a ricamare qualcosa su un pezzo di stoffa , sollevò la testa quando mi sentì.
- -Vai al funerale della signora Uchiha? - Il suo sguardo era preoccupato.
- -Beh si… cioè mamma, è normale no?-
- Mia madre mi fissò, – è normale si, è normale…-
- -Beh allora?-
- Mi squadrò, poi sospirò a lungo e scosse la testa, - non so…-
- -Giacca nera e pantaloni scuri?- chiesi impaziente.
- Lei annuì distrattamente e io ne approfittai per chiedere informazioni sula famiglia di Sasuke.
- -Mamma, ascolta, ho sentito che per gli Uchiha non andava molto bene negli ultimi tempi…-
- -Da chi l’hai sentito?-
- -Non lo so, forse a scuola-
- Mamma si sedette sul letto, scosse la testa –Purtroppo è vero..-
- -Ma perché?- chiesi avvicinandomi a lei, - cosa gli è successo? -
- Lei si strofinò le mani fra loro –Sai, è morta la loro bambina… un colpo come questo può spezzare molte famiglie… e si dice che già da prima Fugaku Uchiha avesse ricominciato a bere troppo, e quando si ha a casa una persona, specialmente il capo famiglia, alcolizzato non è facile…-
- -Come mai non mi hai mai detto niente? Lo sai, io e Sasuke eravamo amici! -
- Le sue spalle vennero sollevate da un respiro profondo
- -Non mi piace parlare delle disgrazie altrui, e inoltre non ero sicura di niente, erano solo chiacchiere. -
- Io non dissi niente e piegai la maglia che mi ero appena sfilato, poi indossai una camicia scura di papà, io non ne avevo.
- - Naruto, non mi va che tu ti leghi ancora a quella famiglia, in particolare adesso.-
- Lentamente mi voltai verso di lei, e sentii montare la rabbia. – Cosa vuoi dire?-
- - Voglio dire che Sasuke Uchiha è un mascalzone. -
- - Quando aveva tredici anni eravamo amici. -
- - Quando avevate tredici anni ti portò infondo a uno dei pezzi delle miniere per un’intera notte. Io morii di paura. Sono cose che a un ragazzino normale non saltano nemmeno per la testa. -
- Mi imposi di restare calmo e dissi: - infatti lui è un ragazzo speciale. È sempre stato strano, ma mai cattivo, questo l’hai sempre riconosciuto anche tu. -
- -Si, forse quattro anni fa non era cattivo. Ma adesso? Dopo altri quattro anni vissuti nella povertà e nel male? Crescendo pieni di violenza si incattivisce, questo lo sanno tutti…quindi…forse non era cattivo, ma adesso? Adesso chi può dirlo? -
- -Non tu, di certo.-
- -Ma neanche tu!- ribadì lei, alzandosi in piedi.
- - Tuo padre e tuo nonno sostenevano che era impossibile che Fugaku Uchiha fosse diventato una brava persona, perché non lo è mai stato. A furia di vivere con lui anche suo figlio si è rovinato. Mi ha sempre inquietato quel ragazzo, lui, il suo cane, la sua famiglia… e ora sua madre si è suicidata, quella povera donna.-
- -Già, e Sasuke è rimasto solo- commentai amareggiato dalle parole di mia madre.
- -Sai cosa ti dico?-
- -No-
- -Ti dico che se una donna ha un bravo figlio non lo abbandona! -
- -Mamma!- esclamai io. –Ma che cosa stai dicendo? Credi forse che la madre di Sasuke abbia voluto uccidersi a causa di suo figlio?!?-
- - No. -
- Lei mi fulminò con lo sguardo. – Quella donna però ha avuto troppi dolori capisci?
- La sua bambina, un marito violento che non la amava e che beve troppo, una condizione economica, sociale e culturale disastrata… di certo non le mancava un figlio come Sasuke, ti dico che io per quanto disperata non potrei mai abbandonarti! Ma un ragazzo come il suo… potenzialmente assassino tra l’altro!-
- -Non avrai creduto pure tu che ha buttare Chiyo giù dal ponte sia stato lui!- Praticamente stavo urlando, esasperato.
- -Con quel ragazzo non si può mai sapere…- Rispose lei incrociando le braccia indispettita.
- -Perfino la polizia lo sospettava, e noi non abbiamo nemmeno potuto farlo espellere dalla scuola…
- Ora i nostri figli sono a scuola con un sospettato di infanticidio e fratricidio!-
- Rimasi a bocca aperta, poi, scuro in faccia le dissi di chiudere la conversazione lì e uscire in fretta dalla mia stanza. Lei mi chiese da quando ero così maleducato, ma poi se ne andò.
- Arrabbiato finii di vestirmi frettolosamente, e mi pettinai i capelli in modo ordinato.
- Speravo di riuscire a parlare con l’Uchiha oggi. Non mi piaceva il fatto di averlo lasciato così male l’ultima volta, e proprio in un periodo così difficile per lui tra l’altro.
- Misi il giaccone pesante sopra la giacca più formale che mi aveva prestato mio padre e uscii di casa. Con papà rimasi d’accordo che saremo andati separatamente al cimitero, in fondo ‘il mio dolore era diverso dal loro’.
- Non capii bene cosa volesse dire mio padre con queste parole ma in quel momento non mi importava molto, ero ancora arrabbiato con mia madre, ed ero assolutamente convinto che papà la pensasse allo stesso modo su Sasuke.
- Prima di andare alla chiesa in cui si sarebbe svolta la cerimonia di addio alla signora Uchiha dovevo passare a prendere Sakura, così scelsi la direzione giusta e camminai in fretta verso casa sua.
- Quando la vidi aprire la porta di casa mi dissi che non importava cosa pensasse la gente di me e Sasuke. Se c’era lei con noi, tutto sarebbe andato bene. Era così bella; indossava un paio di pantaloni di lana color piombo aderenti e infilati in stivali di cuoio nero.
- Sopra aveva un cappotto con l’allacciatura da montgomery lungo fino a mezza coscia e di tessuto pesante, che cadeva caldo in morbide pieghe sui pantaloni. Era stampato a fantasia scozzese sui tono del grigio scuro e il collo era di pelliccia nera, sicuramente ecologica conoscendola.
- I capelli rosati erano tenuti indietro da una fascia di lana grossa, e sul viso aveva un’espressione afflitta. Si tormentò le mani e mi disse che era preoccupata.
- Le diedi un bacio affettuoso e la avvolsi in un abbraccio.
- - Di cosa sei tanto preoccupata? -
- Lei fece un sorriso tirato e inclinò la testa.
- - Ho solo paura che si ripeterà la scena del funerale di Chiyo. -
- -Non credo che succederà, è stato un suicidio, lo sanno tutti. -
- In realtà anche io ero preoccupato, e non solo per quello.
- Io stavo in ansia anche perché non sapevo come Sasuke si sarebbe comportato con me, e soprattutto, non sapevo cosa avrebbe fatto suo padre, se sarebbe venuto a salutare la signora Uchiha.
- Ed ero preoccupato che magari si sarebbe presentato alla cerimonia ubriaco.
- Che avremmo fatto tutti allora? E Sasuke?
- Ma queste cose non potevo dirle a Sakura, nonostante la sua evidente forza di carattere in lei c’era una certa dose di debolezza e vederla così piccola, fragile e con tutte queste sue paure più o meno celate mi costringeva a nasconderle le mie.
- Le passai un braccio intorno alle spalle e lei per un secondo nascose il viso nel mio collo, poi si raddrizzò e sospirò.
- –Beh, spero proprio che tu abbia ragione Naruto-kun, e non lo sto dicendo solo per me. -
- -Questo lo so. -
- -Dobbiamo cercare di stargli vicini, di non lasciargliela affrontare da solo questa cosa.. Anche se magari è quello che vorrebbe.. -
- -O che mostra di volere. -
- -O crede di volere. Secondo me pensa davvero che per lui sia meglio così. -
- -Si che lo crede! Credo che ci abbia allontanati per vergogna Sakura-chan! -
- La sentii chinare le spalle, scoraggiata.
- - Non dovrebbe vergognarsene, non è lui a picchiare qualcuno, ma qualcuno a picchiare lui. -
- - Si, ma non sono solo le botte… quelle crede pure di meritarsele a volte! E sono parole sue… è proprio tutto, tutto quello che sta vivendo, che vive da sempre…non lo so perché è così restio a parlarne…ma di certo ci ha allontanati perché non voleva che noi sapessimo quello che gli accadeva di nuovo. -
- Svoltammo nella piazza degli autobus e la superammo, poi seguimmo la via principale che collegava il centro di Stoneygate fin quasi alla periferia e tagliava in due la città.
- Partiva da una serie di vie a sud di Stoneygate, quella più vicina alle grandi città e della civilizzazione, che si incrociavano in una piazzola minuscola e si fondevano in Main Street.
- Poi essa si snodava lungo la cittadina incrociando parecchie vie e piazze. Dopo aver attraversato il parcheggio degli autobus arrivava quasi fino alla mia vecchia casa, e poi si perdeva, rompendosi in altre piccole vie i vicoli fino alla periferia a nord, fino alla brughiera. E così facemmo noi, arrivammo alla brughiera.
- Ecco un nuovo capitolo, spero che vi piaccia^^
- L’ho finito adesso e lo posto veloce prima di mangiare, perché poi non avrò tempo, quindi scusate se per questa volta non rispondo singolarmente ai commenti! Sappiate però che mi vanno un piacere immenso^^
- Grazie a tutti!
- Un abbraccio,
- _Ala_