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Autore: _Ala_    30/03/2009    4 recensioni
Inspirato al romanzo di David Almond
Quando Sasuke mi baciò la fronte e mi riportò in vita era buio fuori e noi due eravamo rimasti da soli.
- Che cosa è successo? - chiesi con voce tremante.
- Sei morto -
Impaurito, ma anche stranamente felice lo abbracciai stretto, e lui mi lasciò fare.
- È come se ti stessi aspettando da un sacco di tempo. Sapevo che saresti arrivato -
Mi sussurrò, le labbra sepolte tra i miei capelli biondi.
[Sasu/Naru]
[Naru/Saku]
Genere: Generale, Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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riassunto

KIT’S WILDERNESS

CAPITOLO 6

 

"Io ti sento
al punto che disturbi
al punto che è gia tardi …
rimani quanto vuoi.
Qui con la vita non si può mai dire,
arrivi quando sembri andata via."
Ligabue
 
Inghilterra, Stoneygate
Ottobre 2003

 


 
La mattina dopo era una domenica. Come la quiete che segue la tempesta fu un giorno estremamente tranquillo e privo di rogne.
Mi svegliai tardi e rimasi ancora a lungo sotto le coperte.
Riflettevo su tutto quello che era successo la sera prima.
Alla fine Uchiha se n’era andato sul serio, mi aveva abbandonato in mezzo a colline erbose e cupi alberi spogli che si muovevano come spettri nel vento.
Ci avevo messo tre quarti d’ora a ritornare a casa, non sapevo più come diavolo ritrovare la strada.
Alla fine per pura fortuna mi ero ritrovato al muretto coperto di biancospino al quale Sakura spesso mi dava appuntamento.
Ero andato a dormire stremato, senza neanche la forza di farmi una doccia calda per togliermi di dosso l’acqua di fiume.
Che schifo, avrei dovuto chiedere a mia madre di cambiarmi le lenzuola.
Verso mezzogiorno scesi in sala con gli occhi ancora gonfi di sonno e il gelo che saliva dal pavimento e mi congelava le piante nude dei piedi.
Mi ero messo davanti alla finestra che dava sul prato davanti a casa, a pensare.
A Sasuke, per esempio.
Cosa dovevo fare con lui?
Cosa dovevo farci?
E se l’ affetto che mi legava a lui mi gridava di non abbandonarlo era difficile seguire tale proposito. Lui aveva una vita da inferno. Sasuke era morto dentro, lo sapevo.
Suo padre lo aveva ucciso definitivamente tornando a essere quello che era.
Quattro anni fa il ragazzo mi aveva trascinato in una grotta e mi aveva raccontato le origini del Gioco della Morte.
Per me il Gioco della Morte erano dei ragazzini in cerchio, un coltello che girava e la sua voce che mi sussurrava cosa fare all’ orecchio.
Era così che io ero morto. In una grotta, per una mia scelta e perché un pezzo da ferro aveva casualmente indicato la mia direzione. Senza dolore, senza sofferenza, senza grossi cambiamenti concreti nella mai vita.
Per l’Uchiha non era così.
Lui moriva da quando era piccolo, veniva ucciso dalle botte di suo padre, dai suoi insulti, dal fallimento della sua vita.
Lui non sceglieva la Morte, era la Morte a scegliere lui.
Sasuke ed io eravamo sempre stati convinti di essere uguali.
Io e lui eravamo fratelli, avevamo lo stesso sangue, eravamo la metà di una stessa anima… ma non eravamo uguali. No.
Io sceglievo, io avevo la volontà. Lui veniva trascinato da altri…erano altri a ucciderlo, ad annientarlo, a farlo scomparire.
Lo aveva detto: scomparire, cioè morire.
Ecco come lo aveva raggiunto la morte. E lo aveva usato come aveva voluto. Lo aveva fatto diventare quello che era. Chiaro che poi era diventato forte. O almeno aveva finto di esserlo. Ci era stato costretto!
E, il colmo, Sasuke non sapeva farsi voler bene. Non aveva la minima idea di come fare. Forse non lo voleva nemmeno, o si era costretto a illudersi di non volerlo.
E invece c’era un disperato bisogno di affetto nei suoi occhi. Era ben nascosto dalla violenza, dal rancore, dall’odio, ma c’era. E non essendone nemmeno cosciente come poteva fare a rimediare?
E poi la gente aveva repulsione di lui.
Povero Sasuke; non era colpa sua.
Da solo non c’è l’avrebbe mai fatta. Non avrebbe mai voluto capire e ammettere la sua reale fragilità. Non si sarebbe mai spogliato della corazza.
Bastava vedere come si era comportato ieri sera.
Era crollato. E non aveva retto il suo crollo.
Appena avevo cercato di pensare, anche solo pensare, qualcos’altro lui era rifuggito nella rabbia, nella violenza.
Ed era scappato in preda alla confusione più completa.
Credo che ora come ora lui tirasse avanti, semplicemente. Senza far altro che vivere attimo per attimo, dimenticandosi immediatamente tutto quello che c’era prima o dopo. Così doveva affrontare, anzi no, doveva solo sopportare, una cosa alla volta.
Non ci riusciva a affrontare lo sfacelo della sua intera vita.
Finche era solo un ragazzo povero poteva reggere.
Finche era solo un ragazzo solo poteva reggere.
Finche era solo un ragazzo drogato poteva reggere.
Finche era solo un ragazzo pestato dal padre poteva reggere.
Finche era solo un ragazzo senza futuro poteva reggere.
Finche era solo un ragazzo inutile poteva reggere.
Poteva reggere ogni cosa, se era solo quella in solo quel instante..
Ma non riusciva a sommare tutto e continuare ad andare avanti. E di questo non gli facevo una colpa, che diavolo, lo capivo!
Capivo che da solo non c’è l’avrebbe fatta e che domani o dopodomani, o fra una settimana, sarebbe ritornato su quel ponte…e mi spaventava.
Se doveva esserci qualcuno con lui, qualcuno che gli desse una mano, che andasse avanti al suo posto se lui non ce la faceva, che semplicemente gli stesse vicino…Io c’ero!
Io volevo esserci. E questo non era un grosso sacrificio se in cambio potevo riavere l’Uchiha, riaverlo com’ era e non come era diventato.
Mi scervellai per tutto il giorno a come fare per riallacciare i rapporti con lui.
Forse dovevo semplicemente entrare nella sua vita. Ma poi avrei finito per diventare assillante, pesante…non volevo che pensasse a me come a un personaggio insistente e scomodo, come un rompiscatole che non gli dava libertà.
Anche se, a conti fatti, probabilmente lo ero.
Forse avrei dovuto seguire il suo metodo di quattro anni fa: presente ma non stressante o invadente.
Dopotutto sapevo che Sasuke era attratto verso di me come una sorta di calamita e che io lo ero da lui, e quindi se mi fossi mostrato interessato sarebbe stato lui stesso a cercarmi, proprio come avevo fatto io.
Se il ragazzo fosse tornato anche la mia vita sarebbe migliorata; io, Sakura e lui saremo potuti tornare quelli di una volta e…
Mi resi conto che era inutile continuare a sognare, di certo costruire castelli in aria non avrebbe contribuito al mio bel progetto.
Misi da parte le mie preoccupazioni e presi il telefono per chiamare la mia ragazza, poi mi bloccai a metà gesto. Chiamare Sakura significava raccontarle tutto e non sapevo quanto questo avrebbe fatto piacere a Sasuke…ci rimuginai per un’altra mezzora e arrivai a una soluzione: avrei scelto un compromesso.
Le avrei detto quello che era successo ma senza scendere nei particolari, limitandomi a raccontare che avevo visto l’Uchiha e mi era sembrato disperato, che in un primo momento si era praticamente aggrappato a me e mi aveva detto che con suo padre era tornato ad essere come quattro anni fa e subito dopo era sembrato pentito e se n’era andato a metà fra l’arrabbiato e il depresso.
Sollevai il telefono e composi il suo numero, ovviamente a memoria.
Quattro squilli, poi alzò la cornetta
- Pronto? -
- Pronto Sakura-chan, sono Naruto. -
- Naruto-kun, ciao! Sono così contenta di sentirti… -
- Sakura-chan ascolta, devo parlarti di Sasuke. -
- Aspetta, anche io devo parlarti… domani, c’è il funerale della signora Uchiha.
Sarebbe giusto andarci, non credi? -
Io sospirai e alzai gli occhi verso il cielo.
- Si, credo di sì a questo punto. Al solito posto, Sakura? Tra mezz’ora? -
- Come vuoi. A dopo. -

 

"E lo senti le vene
piene di ciò che sei,
e ti attacchi alla vita che hai.
Leggero, nel vestito migliore,
senza andata né ritorno, senza destinazione."

 

 
-Mamma, mamma come ci si veste a un funerale?-
La mattina dopo spinsi la testa dentro la camera sua e di papà e la perlustrai con lo sguardo.
Mia madre era seduta sulla sedia di vimini che stava nell’angolo della stanza e sembrava tutta intenta a ricamare qualcosa su un pezzo di stoffa , sollevò la testa quando mi sentì.
-Vai al funerale della signora Uchiha? - Il suo sguardo era preoccupato.
-Beh si… cioè mamma, è normale no?-
Mia madre mi fissò, – è normale si, è normale…-
-Beh allora?-
Mi squadrò, poi sospirò a lungo e scosse la testa, - non so…-
-Giacca nera e pantaloni scuri?- chiesi impaziente.
Lei annuì distrattamente e io ne approfittai per chiedere informazioni sula famiglia di Sasuke.
-Mamma, ascolta, ho sentito che per gli Uchiha non andava molto bene negli ultimi tempi…-
-Da chi l’hai sentito?-
-Non lo so, forse a scuola-
Mamma si sedette sul letto, scosse la testa –Purtroppo è vero..-
-Ma perché?- chiesi avvicinandomi a lei, - cosa gli è successo? -
Lei si strofinò le mani fra loro –Sai, è morta la loro bambina… un colpo come questo può spezzare molte famiglie… e si dice che già da prima Fugaku Uchiha avesse ricominciato a bere troppo, e quando si ha a casa una persona, specialmente il capo famiglia, alcolizzato non è facile…-
-Come mai non mi hai mai detto niente? Lo sai, io e Sasuke eravamo amici! -
Le sue spalle vennero sollevate da un respiro profondo
-Non mi piace parlare delle disgrazie altrui, e inoltre non ero sicura di niente, erano solo chiacchiere. -
Io non dissi niente e piegai la maglia che mi ero appena sfilato, poi indossai una camicia scura di papà, io non ne avevo.
- Naruto, non mi va che tu ti leghi ancora a quella famiglia, in particolare adesso.-
Lentamente mi voltai verso di lei, e sentii montare la rabbia. – Cosa vuoi dire?-
- Voglio dire che Sasuke Uchiha è un mascalzone. -
- Quando aveva tredici anni eravamo amici. -
- Quando avevate tredici anni ti portò infondo a uno dei pezzi delle miniere per un’intera notte. Io morii di paura. Sono cose che a un ragazzino normale non saltano nemmeno per la testa. -
Mi imposi di restare calmo e dissi: - infatti lui è un ragazzo speciale. È sempre stato strano, ma mai cattivo, questo l’hai sempre riconosciuto anche tu. -
-Si, forse quattro anni fa non era cattivo. Ma adesso? Dopo altri quattro anni vissuti nella povertà e nel male? Crescendo pieni di violenza si incattivisce, questo lo sanno tutti…quindi…forse non era cattivo, ma adesso? Adesso chi può dirlo? -
-Non tu, di certo.-
-Ma neanche tu!- ribadì lei, alzandosi in piedi.
- Tuo padre e tuo nonno sostenevano che era impossibile che Fugaku Uchiha fosse diventato una brava persona, perché non lo è mai stato. A furia di vivere con lui anche suo figlio si è rovinato. Mi ha sempre inquietato quel ragazzo, lui, il suo cane, la sua famiglia… e ora sua madre si è suicidata, quella povera donna.-
-Già, e Sasuke è rimasto solo- commentai amareggiato dalle parole di mia madre.
-Sai cosa ti dico?-
-No-
-Ti dico che se una donna ha un bravo figlio non lo abbandona! -
-Mamma!- esclamai io. –Ma che cosa stai dicendo? Credi forse che la madre di Sasuke abbia voluto uccidersi a causa di suo figlio?!?-
- No. -
Lei mi fulminò con lo sguardo. – Quella donna però ha avuto troppi dolori capisci?
La sua bambina, un marito violento che non la amava e che beve troppo, una condizione economica, sociale e culturale disastrata… di certo non le mancava un figlio come Sasuke, ti dico che io per quanto disperata non potrei mai abbandonarti! Ma un ragazzo come il suo… potenzialmente assassino tra l’altro!-
-Non avrai creduto pure tu che ha buttare Chiyo giù dal ponte sia stato lui!- Praticamente stavo urlando, esasperato.
-Con quel ragazzo non si può mai sapere…- Rispose lei incrociando le braccia indispettita.
-Perfino la polizia lo sospettava, e noi non abbiamo nemmeno potuto farlo espellere dalla scuola…
Ora i nostri figli sono a scuola con un sospettato di infanticidio e fratricidio!-
Rimasi a bocca aperta, poi, scuro in faccia le dissi di chiudere la conversazione lì e uscire in fretta dalla mia stanza. Lei mi chiese da quando ero così maleducato, ma poi se ne andò.
Arrabbiato finii di vestirmi frettolosamente, e mi pettinai i capelli in modo ordinato.
Speravo di riuscire a parlare con l’Uchiha oggi. Non mi piaceva il fatto di averlo lasciato così male l’ultima volta, e proprio in un periodo così difficile per lui tra l’altro.
Misi il giaccone pesante sopra la giacca più formale che mi aveva prestato mio padre e uscii di casa. Con papà rimasi d’accordo che saremo andati separatamente al cimitero, in fondo ‘il mio dolore era diverso dal loro’.
Non capii bene cosa volesse dire mio padre con queste parole ma in quel momento non mi importava molto, ero ancora arrabbiato con mia madre, ed ero assolutamente convinto che papà la pensasse allo stesso modo su Sasuke.
Prima di andare alla chiesa in cui si sarebbe svolta la cerimonia di addio alla signora Uchiha dovevo passare a prendere Sakura, così scelsi la direzione giusta e camminai in fretta verso casa sua.
Quando la vidi aprire la porta di casa mi dissi che non importava cosa pensasse la gente di me e Sasuke. Se c’era lei con noi, tutto sarebbe andato bene. Era così bella; indossava un paio di pantaloni di lana color piombo aderenti e infilati in stivali di cuoio nero.
Sopra aveva un cappotto con l’allacciatura da montgomery lungo fino a mezza coscia e di tessuto pesante, che cadeva caldo in morbide pieghe sui pantaloni. Era stampato a fantasia scozzese sui tono del grigio scuro e il collo era di pelliccia nera, sicuramente ecologica conoscendola.
I capelli rosati erano tenuti indietro da una fascia di lana grossa, e sul viso aveva un’espressione afflitta. Si tormentò le mani e mi disse che era preoccupata.
Le diedi un bacio affettuoso e la avvolsi in un abbraccio.
- Di cosa sei tanto preoccupata? -
Lei fece un sorriso tirato e inclinò la testa.
- Ho solo paura che si ripeterà la scena del funerale di Chiyo. -
-Non credo che succederà, è stato un suicidio, lo sanno tutti. -
In realtà anche io ero preoccupato, e non solo per quello.
Io stavo in ansia anche perché non sapevo come Sasuke si sarebbe comportato con me, e soprattutto, non sapevo cosa avrebbe fatto suo padre, se sarebbe venuto a salutare la signora Uchiha.
Ed ero preoccupato che magari si sarebbe presentato alla cerimonia ubriaco.
Che avremmo fatto tutti allora? E Sasuke?
Ma queste cose non potevo dirle a Sakura, nonostante la sua evidente forza di carattere in lei c’era una certa dose di debolezza e vederla così piccola, fragile e con tutte queste sue paure più o meno celate mi costringeva a nasconderle le mie.
Le passai un braccio intorno alle spalle e lei per un secondo nascose il viso nel mio collo, poi si raddrizzò e sospirò.
–Beh, spero proprio che tu abbia ragione Naruto-kun, e non lo sto dicendo solo per me. -
-Questo lo so. -
-Dobbiamo cercare di stargli vicini, di non lasciargliela affrontare da solo questa cosa.. Anche se magari è quello che vorrebbe.. -
-O che mostra di volere. -
-O crede di volere. Secondo me pensa davvero che per lui sia meglio così. -
-Si che lo crede! Credo che ci abbia allontanati per vergogna Sakura-chan! -
La sentii chinare le spalle, scoraggiata.
- Non dovrebbe vergognarsene, non è lui a picchiare qualcuno, ma qualcuno a picchiare lui. -
- Si, ma non sono solo le botte… quelle crede pure di meritarsele a volte! E sono parole sue… è proprio tutto, tutto quello che sta vivendo, che vive da sempre…non lo so perché è così restio a parlarne…ma di certo ci ha allontanati perché non voleva che noi sapessimo quello che gli accadeva di nuovo. -
Svoltammo nella piazza degli autobus e la superammo, poi seguimmo la via principale che collegava il centro di Stoneygate fin quasi alla periferia e tagliava in due la città.
Partiva da una serie di vie a sud di Stoneygate, quella più vicina alle grandi città e della civilizzazione, che si incrociavano in una piazzola minuscola e si fondevano in Main Street.
Poi essa si snodava lungo la cittadina incrociando parecchie vie e piazze. Dopo aver attraversato il parcheggio degli autobus arrivava quasi fino alla mia vecchia casa, e poi si perdeva, rompendosi in altre piccole vie i vicoli fino alla periferia a nord, fino alla brughiera. E così facemmo noi, arrivammo alla brughiera.
 
 
 
 
Ecco un nuovo capitolo, spero che vi piaccia^^
L’ho finito adesso e lo posto veloce prima di mangiare, perché poi non avrò tempo, quindi scusate se per questa volta non rispondo singolarmente ai commenti! Sappiate però che mi vanno un piacere immenso^^
Grazie a tutti!
Un abbraccio,
_Ala_
   
 
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