Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Phoenix Seven    22/03/2016    1 recensioni
Harry insieme agli inseparabili Ron ed Hermione, formano un'indissolubile trio che ha vissuto una marea di avventure... ma dal sesto anno in poi, da quando i nostri amici raggiungono l'età di 17 anni si unirà al gruppo una quarta persona.... il resto lo scoprirete solo leggendo...una storia romantica ma non priva di colpi di scena. Una storia da seguire col fiato sospeso dagli sviluppi imprevedibili.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
N.D.A.
Salve a tutti! Vi chiedo venia per questa attesa.
Generalmente il fine settimana aggiorno ma questo capitolo mi ha messo in difficoltà.
In questo capitolo, ho pensato di dare voce ai pensieri di alcuni personaggi, mio marchio di fabbrica ormai. Come al solito:
Il testo scritto in viola, rappresenta i pensieri di Ginny;
in fucsia, i pensieri di Hermione:
in arancione, i pensieri di Ron;
in azzurro, quelli di Harry;
in giallo ocra e blu sottolineato quelli di due personaggi nuovi che non voglio rivelarvi …
lo capirete leggendo;
in marrone quelli di Sirius;
in nero, la narrazione della storia …
Spero che vi piaccia questo capitolo.
Buona lettura!
Ci si vede sotto.
 
Harry, si ritrovò nuovamente a Grimmauld Place, ritornato nella vita reale, si girò verso il suo mentore, Albus Silente, che tranquillo disse – “Avrai le tue risposte, ragazzo mio! Questi due ricordi, non riguardano Voldemort, ma la tua infanzia, ma non per questi meno importanti. Il primo, ti serve per capire che è stato Voldemort stesso a sceglierti come suo rivale, quella notte che ha deciso di uccidere i tuoi genitori e che temendoti, in quanto saresti stato l’unico in grado di sconfiggerti,  ha scritto il tuo destino, facendoti divenire il “prescelto”. Ma di questa cosa approfondiremo in seguito ora non voglio tediarti ulteriormente. Dovevo, perciò  tenerti al sicuro, temendo per la tua vita, come hai visto nel ricordo, parlando con la professoressa McGranitt, prevedendo il ritorno di Voldemort, ho deciso di affidarti ai Dursley. Devo ammettere che il “Sacrificio” di tua madre Lily, da abile strega qual era mi ha aiutato molto. Mi ha permesso di evocare un'antica magia, che Voldemort conosce ma disprezza, e per questo sottovaluta: finché tu puoi chiamare "casa" il posto dove vive un consanguineo di tua madre, ahimè, l'unica tua parente in vita è tua zia Petunia, là non puoi essere toccato e nemmeno colpito da nessuno, neanche da Voldemort, per quanto potente egli possa essere. Per questa ragione, Harry ti ho costretto a vivere con gli zii e subire tutte le loro angherie, ad essere trattato come un ospite indesiderato. Come si evince dal secondo ricordo sei stato trattato come un diverso e i tuoi zii hanno tentato di tenerti lontano dal tuo vero mondo e riempito di bugie sulla morte dei tuoi genitori, ma non per difenderti ma per puro egoismo, si vergognano di avere un nipote “diverso” ma questa cosa ti ha fortificato facendo emergere la tua forza e determinazione nel dimostrare chi sei e di sapertela cavare in ogni situazione e ti hanno involontariamente forgiato per seguire il tuo destino. Appena hai compiuto 17 anni, divenuto maggiorenne hai scelto di vivere con Sirius… Ti spiace se procediamo? Il prossimo ricordo è ancora di Hagrid, fai attenzione, come sempre a dopo  le considerazioni”. Harry annuì e si reimmerse nel pensatoio.
 

 
Il mattino dopo, Harry e Hagrid lasciarono la catapecchia, per dirigersi in città dove Harry avrebbe preso tutto il necessario per la scuola. Arrivarono davanti un pub, “il paiolo magico”. Era un piccolo pub, dall'aspetto sordido. Se Hagrid non glielo avesse indicato, Harry non ci avrebbe neanche fatto caso.  Prima che potesse dire una parola, Hagrid lo aveva spinto dentro. Il silenzio si diffuse non appena entrarono. Sembrava che tutti conoscessero Hagrid; lo salutarono e gli sorrisero, e il barman prese un bicchiere dicendo – “Il solito, Hagrid?”
Il gigante dando una grossa pacca con la manona sulla spalla di Harry – “Non posso, Tom, sono in servizio per Hogwarts”
Il barman scrutando Harry esclamò – “Buon Dio! Questo è... non sarà mica...?”
Nel locale cadde d'un tratto il silenzio; tutti si immobilizzarono nuovamente.
Il vecchio barman sussurrò – “Mi venisse un colpo...Ma è Harry Potter! Quale onore!”
Uscì di corsa da dietro il bancone, si precipitò verso Harry e gli afferrò la mano con le lacrime agli occhi e disse – “Bentornato, Signor Potter, bentornato!”
Harry non sapeva che cosa dire nel giro di pochi secondi, Harry si trovò a stringere la mano di tutti i presenti. Si fece largo un giovanotto pallido dall'aria molto nervosa. Aveva un tic a un occhio.
Hagrid disse – “Professor Raptor! Harry, il professore sarà uno dei tuoi insegnanti a Hogwarts”.
Il professor Raptor balbettò – “P-P-Potter! N-n-non so d-d-dirle qu-quanto s-sono felice di c-c-conoscerla!”.
Curioso chiese – “Che tipo di magia insegna lei, professor Raptor?”
Raptor come se avesse preferito non saperlo balbettò – “D-difesa co-contro le Arti O-o-oscure! N-n-non che a lei s-serva, eh, P-P-Potter? Su-su-ppongo che s-s-starà ri-rifornendosi d-di tu-tu-tutto quel che le s-s-erve, v-vero, P-Potter? I-io devo p-prendere u-un nuovo li-libro s-sui va-va-vampiri”. Appariva terrorizzato al solo pensiero. Ma gli altri non gli permisero di accaparrarsi Harry tutto persé. Ci vollero almeno dieci minuti per liberarsi di tutti. Finalmente, Hagrid riuscì a farsi udire al di sopra del cicaleccio – “Ora dobbiamo andare... un mucchio di acquisti da fare. Sbrigati, Harry!”.
Usciti, Hagrid sorrise a Harry – “Te l'avevo detto, no? Te l'avevo detto che eri famoso. Ancheil professor Raptor tremava tutto quando ha fatto la tua conoscenza... Va bene che per lui tremare è normale!”
Harry curioso – “Sempre così nervoso?”
Hagrid calmo – “Oh, sì! Povero diavolo. Una mente geniale. È stato benissimo fino a che ha studiato sui libri, ma poi si è preso un anno di congedo per andare a fare qualche esperienza sul campo... Dicono che nella Foresta Nera ha incontrato i vampiri e che c'è anche stata una brutta storia con una strega... Da allora non è più lui. Lo spaventano gli studenti, lo spaventa la sua stessamateria...”.
Il Paiolo magico era l’ingresso per Diagon Halley, paese di maghi dove Harry avrebbe trovato tutto l’occorrente. La prima tappa fu la Gringott, la banca dei maghi dove Harry poté ritirare un po’ di soldi che i genitori gli avevano lasciato. Hagrid, invece ne approfittò per prendere “qualcosa” che era lì conservata su ordine di Silente. Harry lentamente si prese tutto seguendo la lista allegata alla lettera, aiutato da Hagrid che gliela spuntava.
Hagrid disse all’improvviso – “E’ rimasta solo la bacchetta magica... e non ti ho ancora preso il regalo di compleanno”.
Harry arrossì e disse – “Ma non devi...”
Hagrid ridendo disse – “Lo so che non devo. Ecco che cosa farò: ti regalerò un animale. Non un rospo, i rospi sono passati di moda anni fa, ti riderebbero dietro... e i gatti non mi piacciono, mi fanno starnutire. Ti prenderò un gufo. Tutti i ragazzini vogliono i gufi, sono assai utili, portano la posta e tutto il resto. Tu, intanto vai da Olivander. È  l'unico posto per comprare una bacchetta magica; avrai il meglio, parlando di bacchette”.
Dopo vari tentativi, Harry trovò la bacchetta adatta a lui e venti minuti dopo, Hagrid uscì dall'Emporio del Gufo, con una grossa gabbia che conteneva una bella civetta bianca come la neve,profondamente addormentata con la testa sotto l'ala, che Harry chiamo Edvige. Era ormai pomeriggio avanzato e il sole era basso sull'orizzonte quando Harry e Hagrid si misero sulla via del ritorno ripercorrendo Diagon Alley, riattraversarono il muro, fino al Paiolo magico, ormai deserto.Hagrid aiutò il ragazzo a salire sul treno che lo avrebbe riportato dai Dursley, e poi gli porse una busta e disse – “Questo è il biglietto per Hogwarts! 1° settembre, King's Cross... è tutto scritto sul biglietto. Se hai problemi con i Dursley, spediscimi una lettera con la tua civetta, lei saprà dove trovarmi... A presto, Harry”. Harry avrebbe voluto seguire Hagrid con lo sguardo, ma non fece in tempo a battere le palpebre che Hagrid era sparito.>
 
Harry, si ritrovò per l’ennesima volta nella stanza di GrimmauldPlace, sempre più scioccato – “Signore, lei sapeva che…”.
Silente, abile mago qual era disse – “Che il professor Raptor, era controllato da Voldemort e per questo era attratto da te?Ti Stai chiedendo se gli fosse stato possibile ucciderti al Paiolo magico quella volta? Vedo Harry hai capito perché ti ho mostrato questo ricordo. Lo fatto, per dimostrarti che nonostante dicano di me che sono un mago temuto e uno dei migliori, sono un comunissimo mago in realtà, in quanto ho commesso una grave negligenza e se non ci fosse stato Hagrid… chissà forseVoldemort ci avrebbe tentato”
Harry leggermente infuriato – “Ma non era a  conoscenza di questa cosa quindi non può farsene una colpa!”
Silente tranquillo – “L’attenzione non è mai troppa ma neanche io posso competere con il Fato nessuno può ragazzo mio! Procediamo con gli ultimi due ricordi. Questi sono i tuoi.Teli ho presi durante il tuo primo anno dopo lo scontro avvenuto con  Voldemort nei sotterranei e tu eri in infermeria! Dovevo capire cosa era successo esattamente! Spero non sia per te un problema!”
Harry scuotendo la testa – “Assolutamente no Signore. Non potrei mai criticare una sua decisione!” si ritrovò nel pensatoio.
 
<Londra, 1 settembre 1991:
 
Harry, ogni sera, prima di andare a dormire, spuntava un altro giorno sul foglio di carta che aveva appeso alla parete, facendo il conto alla rovescia fino al primo di settembre. L'ultimo giorno di agosto ritenne opportuno dire agli zii che il giorno dopo si sarebbe dovuto recare alla stazione di King's Cross. Harry, si schiarì la gola e disse – “Ehm... zio Vernon?”
Zio Vernon grugnì per far capire che stava ascoltando.
Harry continuò – “Ehm... domani devo essere a King's Cross per... per andare a Hogwarts. Potreste per caso darmi un passaggio?”
Harry, stava per tornarsene di sopra, quando lo zio Vernon si decise a parlare – “Strano mezzo, il treno, per raggiungere una scuola per maghi. Di' un po', i tappeti volanti hanno forato? E comunque, dove si trova questa scuola?”
Harry tirando fuori dalla tasca il biglietto rispose – “Non lo so. So solo che devo prendere il treno delle undici in punto al binario nove e tre quarti!”
Zio Vernon lo guardò e disse – “Va bene, ti porteremo a King's Cross. Tanto per la cronaca, a Londra ci dobbiamo andare comunque, domani. Altrimenti non mi prenderei il disturbo!”.
Harry cercando di mantenere un tono amichevole – “Perché dovete andare a Londra?”
Zio Vernon ringhiò – “A portare Dudley in ospedale! Bisogna fargli togliere quella dannata coda!”
Il mattino dopo,  raggiunsero King's Cross alle dieci e mezzo. Zio Vernon mollò il baule su un carrello, spingendolo poi personalmente fin dentro la stazione. Harry si stupì per quel gesto stranamente cortese, ma si ricredette quando zio Vernon si fermò di botto, davanti ai binari, e
con un ghigno malevolo sul volto – “Eccoci arrivati, ragazzo. Binario nove... binario dieci. Il tuo
dovrebbe essere circa a metà strada, ma non sembra che l'abbiano ancora costruito, o sbaglio?”
Era evidente che aveva pienamente ragione. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica, e su quello accanto un altrettanto grosso numero dieci, sempre in plastica; ma tra i due,
niente.
Zio Vernon maligno disse – “Buon anno scolastico!”. I Dursley si allontanarono ridendo, ed Harry, rimasto solo, fermò un poliziotto di passaggio, ma non osò fare parola del binario nove e tre quarti. L'agente non aveva mai sentito parlare di Hogwarts e quando si rese conto che Harry non era in grado di dirgli neanche in che regione si trovasse, cominciò a infastidirsi, come se
Harry facesse apposta a fare lo stupido. Disperato, Harry chiese del treno in partenza alle undici, ma la guardia disse che non ce n'erano. Finì che la guardia si allontanò imprecando contro i
perditempo. A quel punto, Harry lottava per non cadere nel panico.  In quel momento, proprio dietro di lui, passò un gruppetto di persone, e lui colse un brandello della loro conversazione.
“...pieno zeppo di Babbani, figurarsi...”
Harry si voltò di scatto. A parlare era stata una signora grassottella, che si rivolgeva a quattro ragazzi dai capelli rosso fiamma, due erano identici, erano gemelli. Ciascuno spingeva un baule come quello di Harry... e avevaanche una civetta. Col cuore che gli martellava in petto, Harry li seguì, sempre spingendo il suo carrello. Quando si fermarono lui fece altrettanto, abbastanza vicino per sentire quel che dicevano.
La donna, che era la madre dei ragazzi, chiese – “Allora, binario numero?”
Una ragazzina, anch'essa con i capelli rossi, che dava la mano alla madre disse – “Nove e tre quarti! Mamma, posso andare anch'io...”
La donna dai capelli rossi disse – “Tu sei troppo piccola, Ginny. Sta' zitta, adesso. Va bene, Percy,
vai avanti tu!”.
Quello che sembrava il maggiore, si avviò verso i binari nove e dieci. Improvvisamente, il ragazzo dai capelli rossi era sparito.
La donna grassottella disse – “Fred, ora tocca a te”.
Uno dei due gemelli disse – “Ma io non sono Fred, sono George! Parola mia, donna! E dici di essere nostra madre? Non lo vedi che sono George?”
Imbarazzata disse – “Scusami, George caro”.
Il ragazzo disse – “Te l'ho fatta! Io sono Fred!”. Come il primo anche i due gemelli erano spariti.
Harry si rivolse alla donna – “Mi scusi?”.
La donna rispose – “Salve, ragazzo! La prima volta che vai a Hogwarts? Anche Ron è nuovo!”.
Harry imbarazzato – “Sì. Il fatto è... il fatto è che non so come...”
La donna gentilmente chiese – “Come raggiungere il binario? Non ti preoccupare. Devi soltanto camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci. Non ti fermare e
non aver paura di andarci a sbattere contro! Questo è molto importante. Se sei nervoso, meglio andare a passo di corsa. E adesso vai, prima di Ron!”.
Harry disse – “Ehm... Va bene!”.
Girò il carrello e guardò la barriera. Stava per avviarsi quando udì la ragazzina dai capelli rossi, Ginny, dirgli – “Buona Fortuna!”. Harry la guardò e annuendo le sorrise. Ginny, arrossì e seguì con gli occhi quel ragazzo dai panni enormi e con gli occhiali rotti. Harry, stava per andare dritto dritto a sbattere contro il tornello, eallora sarebbero stati guai... Chinandosi in avanti sul carrello, spiccò una corsa... la barriera si avvicinava sempre di più... non sarebbe più riuscito a fermarsi... aveva perso il controllo delcarrello... era a un passo... chiuse gli occhi, pronto all'urto... Ma l'urto non venne... lui continuò a correre... aprì gli occhi.
Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva Espresso per Hogwarts, ore 11. Harry si guardò indietro e, là dove prima c'erail tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto Binario Nove e Tre Quarti. Ce l'aveva fatta.
Harry si fece largo tra la folla finché non trovò uno scompartimento vuoto verso la coda del treno. Prima di tutto sistemò Edvige e poi cominciò a spingere e a tentare di sollevare il baule per caricarlo sul treno. Cercò di fargli superare i gradini, ma riuscì a malapena a sollevarne un'estremità, e due volte se lo fece cadere dolorosamente su un piede.
Uno dei due gemelli dai capelli rossi disse – “Serve una mano?”
Harry ansimò – “Sì, grazie!”.
Subito l’altro disse – “Ehi, Fred! Vieni, c'è bisogno d'aiuto!”.
Con il soccorso dei gemelli, il baule di Harry venne finalmente sistemato in un angolo dello scompartimento. Harry ringraziò e i due gemelli vennero chiamati dalla madre. Harry si sedette accanto al finestrino dove, seminascosto, poteva osservare la famiglia pel di carota sul binario e udire quel che dicevano.  Si udì un fischio.
La madre disse – “Svelti, su!” ! tre ragazzi si arrampicarono sul treno e la sorellina più piccola si mise a piangere.
Fred, uno dei gemelli disse – “Non piangere, Ginny, ti manderemo stormi di gufi!”.
George, l’altro gemello – “Oppure, ti manderemo una tazza del gabinetto da Hogwarts!”.
La madre lo rimbeccò – “Ma George…!”
George ridendo – “Sto scherzando, ma'!”.
Il treno si mosse. Harry vide la madre salutare i ragazzi con la mano e la sorellina, tra il riso e le lacrime, rincorrere il treno, ma quello guadagnò velocità e lei rimase indietro, e allora continuòa salutare con la mano. Harry guardò la ragazzina e la madre scomparire dietro la prima curva. Dal finestrino vedeva le case sfrecciare via veloci. La porta dello scompartimento si aprì ed entrò il più giovane dei ragazzi coi capelli rossi che chiese, indicando il sedile di fronte a Harry - “Quel posto è occupato? Il treno è pieno zeppo...”
Harry scosse la testa e il ragazzo si sedette. Dopo un’iniziale imbarazzo il ragazzo dai capelli rossi disse – “Piacere, io sono Ronald BiliusWeasley. Ma per gli amici sono solo Ron! Tu?”
Harry sorridendo disse – “Ciao! Io sono Harry …!”
Ron, d’impulso chiese – “Sei … sei davvero Harry Potter? E hai veramente... voglio dire...”
E così dicendo indicò la fronte.
Harry annuì e si scostò la frangia per mostrare la cicatrice a forma di saetta.
Ron lo guardò fisso fisso – “Allora è lì che Tu-Sai-Chi...?”
Harry rispose – “Sì, ma io non ricordo niente!”.
Ron tutto interessato chiese – “Proprio niente?”.
Harry calmo – “Beh... Mi ricordo una gran luce verde, e niente altro!”.
Ron esclamò – “Wow! Ho sentito dire che sei andato a vivere con i Babbani? Come sono?”
Harry divertito – “Orribili... beh non tutti. Mia zia, mio zio e mio cugino sì. Avrei preferito avere tre fratelli maghi, come te!”.
Ron precisò – “Cinque fratelli e mia sorella più piccola di me di un anno. Io sono il sesto della nostra famiglia a frequentare Hogwarts. Puoi ben dire che mi tocca essere all'altezzadi un sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito... Bill era capoclasse e Charlie capitano della squadra di Quidditch. E adesso Percy è prefetto. Fred e George sono un po' dei perdigiorno,ma hanno ottimi voti e tutti li trovano davvero spiritosi. In famiglia, ci si aspetta che io sia all'altezza degli altri, ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una grande impresa, visto che lorol'hanno fatto prima di me. E poi, con cinque fratelli, non riesci mai a metterti un vestito nuovo. Io mi vesto con gli abiti smessi di Bill, uso la vecchia bacchetta di Charlie e il vecchio topo diPercy”.
Ron si mise la mano nella giacca e tirò fuori un topo grigio e grasso, profondamente addormentato e riprese – “Si chiama Crosta e non serve a niente; non si sveglia quasi mai. Percy ha ricevuto in dono un gufo da papà, per via che è stato fatto prefetto, ma i miei non si potevano perm... cioè, voglio dire, io invece, ho ricevuto Crosta!”.
Le orecchie gli erano diventate rosse. Forse pensava di aver detto troppo, perché tornò a guardare fuori dal finestrino.
Harry capì l’imbarazzo di Ron e disse – “Non penso ci sia niente di male nel fatto di non potersi
permettere un gufo. Dopo tutto, fino a un mese fa, anche io non avevo mai avuto un soldo in tasca, e porto sempre gli abiti smessi di Dudley e che non ho mai ricevuto un regalo di compleanno decente.”
Ron sembrò sollevato, Harry allora continuò – “E finché Hagrid non me l'ha detto, non sapevo neanche di essere un mago, e ignoravo tutto sui miei genitori o su Voldemort...”
Ron trattenne il fiato.
Harry meravigliato – “Che cosa c'è?”
Ron con aria sconvolta e colpita a un tempo, disse – “Hai pronunciato il nome di Tu-Sai-Chi! Avrei creduto che proprio tu, fra tutti...”
Harry rispose – “Non sto cercando di fare il coraggioso o cose del genere, pronunciando quel nome. Il fatto è che io, semplicemente, non sapevo che non si dovesse fare. Capisci che cosaintendo? Ho un mucchio di cose da imparare... Scommetto che sarò l'ultimodella classe!”
Mentre parlavano, il treno li aveva portati fuori Londra. Adesso correvano lungo pascoli pieni di mucche e pecore. Rimasero in silenzio per un po', guardando filare via campi e viottoli. Ron, prese
il topo che stava ancora ronfando e disse – “Fred, mi ha insegnato a farlo diventare giallo per renderlo un po' più interessante, ma l'incantesimo non ha funzionato. Guarda, ti faccio vedere...”
Rovistò nel suo baule e tirò fuori una bacchetta magica dall'aria malconcia. Aveva appena fatto in tempo ad alzare in aria la bacchetta che la porta si spalancò di nuovo. una ragazzina folti capelli castani, che indossava la sua uniforme di Hogwarts nuova fiammante chiese – “Qualcuno ha visto un rospo? Neville ha perso il suo… State facendo una magia? Vediamo!”
Si sedette. Ron stava lì, tra il sorpreso e il confuso.
Ron arrossito violentemente disse – “Ehm... va bene”. Si schiarì la gola e disse – “Per il sole splendente, per il fior di corallo, stupido topo, diventa giallo!”
Agitò la bacchetta ma non accadde nulla. Crosta era sempre grigio e continuava imperterrito a dormire.
La ragazza chiese – “Sei sicuro che sia un incantesimo, vero? Comunque, non funziona molto bene, o sbaglio? Io ho provato a fare alcuni incantesimi semplici semplici e mi sono riusciti tutti. Nellamia famiglia, nessuno ha poteri magici; è stata una vera sorpresa quando ho ricevuto la lettera, ma mi ha fatto un tale piacere, naturalmente, voglio dire, è la migliore scuola di magia che esista,ho sentito dire... Ho imparato a memoria tutti i libri di testo, naturalmente, spero proprio che basti... E... a proposito, io mi chiamo HermioneGranger, e voi?”
Tutto questo l'aveva detto quasi senza riprendere fiato. Harry lanciò un'occhiata a Ron e si sentì molto sollevato nel vedere dal suo viso attonito che neanche lui aveva imparato a memoria i libri di testo.
Ron bofonchiò – “Io sono RonWeasley!”
Harry sipresentò – “Harry Potter!”.
Hermione disse – “Davvero? So tutto di te, naturalmente... ho comperato alcuni libri facoltativi, come letture preparatorie, e ho visto che sei citato in Storia moderna della magia, in Ascesa e declino delle Arti Oscure e anche in Grandi eventi magici del Ventesimo Secolo”.
Harry sentendosi tutto confuso chiese – “Sul serio?”.
Hermione disse – “Ma santo cielo, non lo sapevi? Io, se fossi in te, avrei cercato di sapere tutto il possibile. Comunque, voi due fareste bene a cambiarvi, sapete? Credo che tra poco saremo arrivati!”.
 
Hogwarts, 1 settembre 1991:
Scesi dal treno, alla stazione di Hogsmeade, a raccoglierli c’era Hagrid. Li fece salire quattro alla volta su una barchetta e lui, date le sue dimensioni su una da solo. Queste si muovevano sull’acqua da sole, spinte per magie. Giunti al castello, di Hogwarts, la porta si spalancò all'istante. Si vide una strega alta, dai capelli corvini, vestita di verde smeraldo. Aveva un volto moltosevero.
Hagrid disse – “Ecco qua gli allievi del primo anno, professoressa McGranitt”.
La McGranitt seria – “Grazie, Hagrid. Da qui in avanti li accompagno io”.
Spalancò la porta. La sala d'ingresso era immensa.
La professoressa McGranitt – “Benvenuti a Hogwarts. Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre case . Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra casa sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di casa, dormirete nei locali destinati alla vostra casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra casa. Le quattro case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra casa, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, la casa che avrà totalizzato più punti verrà premiato con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro alla casa a cui verrà destinato. La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti. Nell'attesa, vi suggerisco di farvi bellipiù che potete. Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia. Vi prego di attendere in silenzio”.
Uscì dalla stanza. Harry deglutì e chiese a Ron – “Di preciso, in che modo ci smistano?”
Ron calmo – “Una specie di prova, credo. Fred ha detto che fa un sacco male, ma penso che stesse scherzando”.
A Harry, il cuore sobbalzò nel petto. Una prova? Di fronte a tutta la scuola? Ma lui, di magia, non sapeva niente... cosa avrebbe dovuto fare? Non si era aspettato niente di simile, quando era arrivato. Si guardò intorno ansioso e vide che tutti gli altri erano terrorizzati quanto lui. Nessuno aveva molta voglia di parlare, tranne HermioneGranger, una ragazza dai capelli ricci e castani, che stava spiattellando a bassa voce, con parlantina inarrestabile, tutti gli incantesimi che aveva imparato, chiedendosi di quale dei tanti avrebbe dovuto servirsi. Harry cercava disperatamente di non ascoltarla. Intanto,  la professoressa Mcgranitt era tornata e ordinò – “Mettetevi in fila e seguitemi”.
Entrati nella Sala Grande, mentre i ragazzi osservavano rapiti, la professoressa Mcgranitt, senza fare rumore, collocava uno sgabello a quattro gambe davanti agli allievi del primo anno. Sopra lo sgabello mise un cappello a punta, da mago. Era un vecchio cappello tuttorattoppato, consunto e pieno di macchie.
Ron sussurrò a Harry – “Allora dobbiamo semplicemente provare il cappello!  Giuro che Fred lo ammazzo: non ha fatto che parlare di una gara di lotta libera!”
Harry sorrise debolmente.  La professoressa Mcgranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di pergamena e disse – “Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testae vi siederete sullo sgabello per essere smistati”.
Harry notò che qualche volta il cappello gridava all'istante il nome della casa e altre volte, invece, ci metteva un po' a decidersi. Mentre il cappello smistava Ron sussurrò ad Harry – “Tutte le streghe e i maghi diventati cattivi erano Serpeverde”. Harry annuì timoroso. La McGranitt chiamò – “Granger … Hermione!”
Hermione arrivò quasi di corsa allo sgabello e si pigiò il cappello in testa con gesto impaziente.
Il cappello gridò – “GRIFONDORO!”. Ron emise un gemito. Dopo altri ragazzi, la McGranitt chiamò – “Weasley … Ronald”. Il ragazzo aveva assunto ormai un colorito terreo. Il Cappello urlò – “Un altro Weasley … So già dove metterti. GRIFONDORO!” Harry batté le mani forte. Finalmente fu il suo turno.  “Potter… Harry!”.
Mentre Harry si avvicinava allo sgabello, la sala fu percorsa d'un tratto da sussurri simili allo scoppiettio di tanti piccoli fuochi, increduli che fosse proprio lì.
L'ultima cosa che Harry vide prima che il cappello gli coprisse gli occhi fu la sala piena di gente che allungava il collo per guardarlo meglio. L'attimo dopo, era immerso nel buio. Rimase in attesa.
Una vocina all'orecchio gli sussurrò – “Ehm.... Difficile. Molto difficile. Vedo coraggio da vendere. E neanche un cervello da buttar via. C'è talento, oh, accipicchia, sì... e un bel desiderio di mettersi alla prova. Molto interessante... Allora, dove ti metto?”
Harry si aggrappò forte ai bordi dello sgabello e sussurrò – “Non a Serpeverde, non a Serpeverde!”
La vocina disse – “Non a Serpeverde, eh? Ne sei proprio così sicuro? Potresti diventare grande, sai. Qui, nella tua testa, c'è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c'è dubbio... No? Be', se sei proprio così sicuro... allora sarà meglio GRIFONDORO!”
Harry udì il cappello gridare l'ultima parola a tutta la sala. Se lo tolse di testa e si avviò con passo vacillante verso il tavolo dei Grifondoro. Il prefetto Percy si alzò in piedi e gli strinse vigorosamente la mano, mentre i gemelli Weasley si sgolavano  gridando – “Abbiamo Potter! Abbiamo Potter!” Harry si sedette al fianco di Ron e Percy. Ora poteva vedere bene il tavolo delle autorità. All'estremità più vicina a lui sedeva Hagrid, che incrociò lo sguardo col suo e glifece un segno di vittoria. Harry gli rispose con un sorriso. E là, al centro, su un ampio scranno d'oro, sedeva Albus Silente. Il banchetto era iniziato e tutti mangiavano e discorrevano allegramente. Anche i professori lo facevano tra loro, ad esempio il professor Raptor, con il suo assurdo turbante,parlava con un altro insegnante dai capelli neri e untuosi, il naso adunco e la pelle giallastra.
Accadde all'improvviso. L'insegnante dal naso adunco guardò dritto negli occhi di Harry, oltre il turbante di Raptor, e un dolore acuto attraversò la cicatrice sulla fronte del ragazzo.
Harry passandosi una mano sulla fronte,  esclamò – “Ah!”.
Percy chiese – “Che cosa c'è?”
Harry mentì – “N-niente”.
Il dolore era svanito così come era venuto. Più difficile da scuotersi di dosso fu la sensazione che Harry aveva provato per via dello sguardo dell'insegnante... la sensazione di non essergli affatto simpatico.
Harry chiese a Percy – “Chi è l'insegnante che sta parlando col professor Raptor?”
Percy pomposamente – “Oh, ma allora conosci già Raptor! Non c'è da stupirsi che sia cosìnervoso; quello è il professor Piton. Insegna Pozioni, ma non gli piace; tutti sanno che fa la corte alla materia di Raptor. Piton sa un sacco di cose sulle Arti Oscure”.
Harry osservò Piton ancora per un po', ma a lui, Piton non rivolse più lo sguardo.>

Harry si ritrovò a Grimmauld  Place e dopo una rapida occhiata a Silente _ “Harry questo ricordo lo ritengo importante perche sancisce il cambiamento radicale nella tua vita, la conoscenza di alcune persone molto importanti, i tuoi migliori amici con cui hai legato da subito soprattutto  Ronald a prescindere dalla fama che avevi. E ciò ha contribuito a farti  accettare il tuo destino come si evince dallosmistamento anche e a dirtela tutta speravo finissi in Grifondoro, parleremo di questo anche nelle prossime lezioni. Un ultimo ricordo per oggi, poi ti lascio libero, sarai stanco". Harry annuendo, si immerse nuovamente nel pensatoio.

<Hogwarts, giugno  1992:
L’anno scolastico era oramai agli sgoccioli. Il suo primo anno ad Hogwarts. Per lui e i suoi due migliori amici non si era rivelato per nulla noioso. Il trio aveva scoperto,che nella loro scuola vi era un prezioso oggetto, che qualcuno voleva rubare, si trattava di una pietra, a tutti nota come “pietra filosofale”. Con la solita caparbietà che li contraddistingueva decisero di fare il possibile per impedire al ladro di impadronirsi dell’ambito oggetto. Così entrò nell’ultima stanza, dopo aver superato i diversi incantesimi che proteggevano la pietra. Tra cui il tranello del diavolo, indovinelli su pozioni , partita a scacchi, oltre a Fuffi, il cane a tre teste che proteggeva l’ingresso alla botola che portava qui. Separatosi, dai suoi fedeli amici Ron ed Hermione, per fermare Piton, che secondo loro doveva prendere tale pietra per Voldemort, perché questa pietra rossosangue con proprietà magiche, era stata creata da un uomo. Inoltre, può essere usata per creare l'Elisir di Lunga Vita, che prolunga la vita di chiunque lo beva, e può trasformare qualunque metallo in oro. Il famoso alchimista Nicolas Flamel, creò l'unica pietra esistente e utilizzò la pietra per creare l'Elisir e per allungare la vita sua e della moglie per secoli. Dentro c'era già qualcuno... ma non era Piton. E non era neanche Voldemort. Era Raptor.
Harry col fiato mozzo, esclamò – “Lei?!”
Raptor sorrise. Non un solo muscolo gli si mosse sul volto e disse calmo – “Io! Mi stavo proprio chiedendo se ti avrei incontrato qui, Potter”.
Harry sorpreso –“Ma io pensavo... Piton...”
Raptor rise, e non fu la sua solita risatina tremula, bensì una risata fredda e tagliente  - “Chi, Severus? Sì, Severus, sembra proprio il tipo giusto, non è vero? È talmente utile averlo qui asvolazzare dappertutto, come un pipistrello gigante! Con lui in giro, chi sospetterebbe mai del po-povero, ba-balbuziente p-professor Ra-Raptor?”
 Harry non credeva alle proprie orecchie. Non poteva essere vero! Con impeto riprese – “MaPiton ha tentato di uccidermi!”
Raptor freddo –“No, no, no! Sono stato io. La tua amica Miss Granger mi ha urtato involontariamente quando è corsa ad appiccare fuoco a Piton, durante la partita a Quidditch. Con quello spintone ha interrotto il mio contatto visivo con te: ancora pochi secondi, e sarei riuscito a disarcionarti dalla scopa. Anzi, ci sarei riuscito anche prima, se Piton non avesse continuato a borbottare controincantesimi nel tentativo di salvarti”.
Sorpreso –“Piton cercava di salvarmi?”
Raptor, sempre in tono gelido disse –“Ma certo! Perché credi che volesse arbitrare lui la tua seconda partita? Cercava di evitare che io ci riprovassi. Veramente buffo... Non c'era bisogno che si desse tanta pena. Non avrei potuto fare niente comunque, con Silente che assisteva alla partita. Tutti gli altri insegnanti pensavano che Piton stesse cercando di ostacolare la vittoria del Grifondoro, luisi è reso veramente impopolare... e che gran perdita di tempo, visto che nonostante tutto, stanotte ti ammazzerò”.
Raptor schioccò le dita. Dal nulla apparvero delle funi che si avvolsero strette intorno a Harry e disse –“Tu sei troppo ficcanaso per continuare a vivere, Potter. Andartene in giro a quel modo per tutta la scuola, il giorno di Halloween! Per quanto ne sapevo io, mi avevi visto benissimo mentre venivo asincerarmi di che cosa ci fosse a guardia della Pietra”.
Sorpreso chiese –“Allora il mostro l'ha fatto entrare lei?”
Ridendo Raptor rispose –“Ma certamente. Ho un talento speciale con i mostri, io... Avrai visto senz'altro che cosa ho fatto a quello della stanza qua accanto. Ma purtroppo, mentre tutti correvano dappertutto cercando distanarlo, Piton, che già sospettava di me, è venuto dritto filato al terzo piano per intercettarmi, e non solo il mio mostro non ti ha fatto a pezzi, ma neanche il cane a tre teste è riuscito a staccare la gamba a morsi a Piton come si deve.E ora, Potter, aspetta un attimo e fa' silenzio. Devo esaminare questo specchio molto interessante!”.
Solo in quell'istante Harry si rese conto dell'oggetto che si trovava alle spalle di Raptor. Era lo Specchio delle Brame. Mentre tastava la cornice, Raptor mormorava –“Lo specchio è la chiave per trovare la Pietra! Figuriamoci se Silente non escogitava una cosa del genere... ma tanto lui è a Londra... e per quando sarà tornato, io sarò già molto lontano”.
Tutto quello cui Harry riusciva a pensare era di continuare a impegnare Raptor nella conversazione, impedendogli di concentrarsi sullo specchio, così disse –“Ho visto lei e Piton nella foresta...”.
Raptor indolente, girando attorno allo specchio per osservarlo da dietro rispose- “Già, all'epoca, mi stava addosso, cercando di scoprire fino a che punto fossi arrivato. Ha sempre sospettato di me.E ha cercato di spaventarmi... come se fosse stato possibile, con il Signore Voldemort dalla mia parte!”
Raptor venne fuori da dietro lo specchio e ci guardò dentro avidamente e continuò –“Vedo la Pietra... La offro al mio padrone, ma dov'è la Pietra?”
Harry cercò di divincolarsi dalle funi che lo tenevano legato, ma quelle non cedettero. Doveva impedire a tutti i costi che Raptor dedicasse tutta l'attenzione allo specchio, e riprese –“Eppure, mi è sempre sembrato che Piton mi odiasse tanto...”
Raptor con tono di noncuranza disse-“Oh, per odiarti, ti odia! Ci puoi giurare che ti odia. Era a Hogwarts con tuo padre, lo sapevi? Si detestavano cordialmente. Però non ti ha mai voluto morto”.
Risoluto Hary – “Eppure professore, qualche giorno fa io l'ho sentita singhiozzare... Pensavo chePiton la stesse minacciando...”
Per la prima volta un fremito di paura attraversò il volto di Raptor e disse –“A volte, trovo difficile seguire le istruzioni del mio padrone... lui è un mago grande e potente, mentre io sono debole...”
Harry col fiato mozzo, disse –“Intende dire che era insieme a lei in quell'aula?”.
Raptor in tono pacato, disse –“Lui è con me ovunque io vada. Lo incontrai all'epoca in cui giravo il mondo. Allora ero un giovanotto scervellato, pieno di idee ridicole sul bene e sul male. Il SignoreVoldemort mi ha dimostrato quanto avessi torto. Bene e male non esistono. Esistono soltanto il potere e coloro che sono troppo deboli per ricercarlo... Da allora, l'ho sempre servito fedelmente, benché lo abbia deluso molte volte. Ha dovuto essere molto duro con me!”.Raptor d'improvviso rabbrividì –“Non perdona facilmente gli errori. Quando ho fallito il colpo alla Gringott lui ne è stato molto dispiaciuto. Mi ha punito... Ha deciso di tenermi sotto più stretta sorveglianza... Vediamo un po', che cosa fa questo specchio? Come funziona? Padrone, aiutami!”
E con orrore, Harry sentì una voce rispondere, una voce che sembrava provenire dallo stesso Raptor.
“Usa il ragazzo... Usa il ragazzo...”
Raptor si voltò verso Harry e disse –“Sì... Potter... vieni qui!”.
Batté le mani, e le corde che legavano Harry caddero come per incanto. Lentamente, Harry si rimise in piedi.
Raptor ripeté –“Vieni qui! Guarda nello specchio e dimmi che cosa vedi!”.
Harry si avviò verso Raptor. Raptor gli si avvicinò e si fermò alle sue spalle. Harry respirò lostrano odore che sembrava provenire dal turbante di Raptor. Chiuse gli occhi, andò a mettersi davanti allo specchio e li aprì di nuovo. All'inizio vide riflesso il suo viso, pallido e con un'espressione atterrita. Ma un attimo dopo, la sua immagine gli sorrise, mise una mano in tasca e ne tirò fuori una pietra color rosso sangue. Ammiccò e si rimise la pietra in tasca... Nell'attimo stesso in cui l'immagine compiva quel gesto, Harry sentì qualcosa di pesante scivolargli in tasca. Non sapeva come, era accaduto l'incredibile: la Pietra era in suo possesso.
Raptor impaziente –“Ebbene? Che cosa vedi?”
Harry tirò fuori tutto il coraggio che aveva in corpo, inventando tutto di sana pianta –“Vedo Silente, che mi stringe la mano. Io... ho appena fatto vincere a Grifondoro la coppa del case”.
Raptor imprecò di nuovo e disse – “Togliti di mezzo!”. Spostandosi di lato, Harry avvertì contro il suo fianco il contatto della Pietra Filosofale. Improvvisamente, una voce stridula parlò, benché Raptor non avesse aperto bocca – “Sta mentendo... sta mentendo...”
Raptor gridò – “Potter, torna subito qui! Dimmi la verità! Che cosa hai visto?”
La voce stridula parlò di nuovo – “Fammi parlare con lui... faccia a faccia...”
Timoroso Raptor – “Padrone, ma voi non ne avete la forza!”
La voce calma rispose –“Certo che sono abbastanza forte... per questo”.
Harry, pietrificato, guardò Raptor che gli si avvicinava e incominciava a svolgersi il turbante. Che cosa voleva fare? Il turbante cadde a terra. Senza quel copricapo, la testa di Raptor sembrava stranamente piccola. Poi lentamente, Raptor fece dietro-front.
Harry avrebbe voluto urlare ma non riuscì a emettere alcun suono.
Nel punto dove normalmente avrebbe dovuto trovarsi la nuca del professore, c'era un volto, il volto più orrendo che Harry avesse mai visto. Era bianco come il gesso, con occhi rossi che mandavanobagliori, e per narici due fessure, come un serpente.
Questo volto sibilò –“Harry Potter...”.
Harry cercò di arretrare di un passo, ma le gambe non gli rispondevano. Il volto disse –“Lo vedi che cosa sono diventato? Pura ombra e vapore... io prendo forma soltanto quando posso abitare il corpo di qualcuno... Ma ci sono sempre state persone disposte ad aprirmi ilcuore e la mente... Il sangue di unicorno mi ha rinvigorito, nelle scorse settimane... Hai visto quando il fedele Raptor l'ha bevuto per me, nella foresta... Una volta che sarò entrato in possessodell'Elisir di Lunga Vita, potrò crearmi un corpo tutto mio... E ora, veniamo a noi... Perché non mi dai quella pietra che hai in tasca?”
Allora sapeva. Harry ricominciò a sentirsi le gambe. Barcollò all'indietro.
Il volto ringhiò –“Non fare l'idiota. Meglio che ti salvi la vita e ti unisci a me... altrimenti farai la stessa fine dei tuoi genitori! Loro sono morti implorando la mia clemenza...”
Harry d'un tratto gridò –“BUGIARDO!”. Raptor camminava volgendogli le spalle, cosicché Voldemort poteva continuare a vedere il ragazzo.
Ora quel volto maligno sorrideva e sibilò –“Ma che cosa commovente... Io apprezzo sempre molto il coraggio... Sì, ragazzo, i tuoi genitori erano coraggiosi... Per primo ho ucciso tuo padre: lui aveva ingaggiato un'intrepida lotta...Tua madre, invece, non era necessario che morisse... stava solo cercando di proteggerti... E ora dammi quella pietra, se non vuoi che sia morta invano”.
Harry gridò –“MAI!”
Harry balzò verso la porta lambita dalle fiamme, ma Voldemort gridò –“PRENDILO!”, e un istante dopo Harry sentì la mano di Raptorstringergli intorno al polso. Di colpo, un dolore lancinante alla cicatrice che Harry aveva sulla fronte.  Gridò, lottando con tutte le sue forze, e con suo grande stupore Raptor lasciò la presa. Il dolore alla testa diminuì. Harry si guardò intorno, in preda alla disperazione, per vedere dove fosse finito Raptor, e lo vide, piegato in due per il dolore, guardarsi le dita, che si stavano riempiendo di vesciche a vista d'occhio.
Voldemort con voce stridula, gridò di nuovo –“Prendilo! PRENDILO!” e Raptor, fece un balzo in avanti mandando Harry lungo disteso per terra e afferrandogli il collo con entrambe le mani. Il dolore della cicatrice quasi lo accecava, ma ciò non gli impedì di vedere Raptortorcersi in preda agli spasimi e disse –“Padrone, non riesco a trattenerlo... le mie mani... le mie mani!”
E Raptor, pur continuando a tenere inchiodato il ragazzo a terra con le ginocchia, mollò la presa sul suo collo per contemplarsi inorridito i palmi delle mani.
Voldemort con la sua voce stridula gridò –“E allora ammazzalo, idiota, e facciamola finita!”
Raptor, alzò la mano per eseguire un sortilegio mortale, ma Harry, istintivamente, gli afferrò la faccia...
“Aaaaaaahhhhhh!”
Raptor gli rotolò via di dosso, e questa volta anche il volto gli si era coperto di vesciche. A quel punto Harry capì: Raptor non poteva toccarlo senza provare un atroce dolore. La sua unicasperanza, quindi, era di non mollarlo: quel contatto doloroso gli avrebbe impedito di fare incantesimi. Harry balzò in piedi, afferrò Raptor per un braccio e lo tenne più stretto che poteva. Raptor, gridava e cercava di scrollarselo di dosso. Il dolore alla testa di Harry aumentava: ormai udiva soltanto le terribili strida di Raptor, Voldemort che gridava – “UCCIDILO! UCCIDILO!”. Sentì il braccio di Raptor sfuggirgli di mano, capì che tutto era perduto, e sprofondò giù, sempre più giù, in un buio senza fine...
Un oggetto dorato luccicava proprio sopra di lui. Era il Boccino! Cercò di afferrarlo, ma si sentiva le braccia troppo pesanti. Sbatté gli occhi. Non era affatto il Boccino. Era un paio di occhiali. Ma che strano. Sbatté di nuovo le palpebre. Lentamente, come attraverso una bruma,mise a fuoco il volto sorridente di Albus Silente.
Questi disse –“Buon pomeriggio, Harry”.
Harry lo guardò con tanto d'occhi. Poi recuperò la memoria –“Signore! La Pietra! È stato Raptor! Adesso ce l'ha lui! Bisogna far presto, signore...”
Silente disse –“Calmati, caro figliolo, sei rimasto un po' indietro con gli avvenimenti. La Pietra non ce l'ha affatto Raptor!”.
Spiazzato –“E allora chi? Signore, io...”
Calmo, Silente disse –“Harry ti prego di calmarti, altrimenti Madama Chips mi farà buttare fuori”.
Harry deglutì e si guardò intorno. Si rese conto di esserenell'infermeria del castello. Era adagiato in un letto e sul comodino accanto sembrava fosse statotrasferito un intero negozio di dolciumi.
Silente illuminandosi in volto, disse –“Quelli sono pegni di affetto dei tuoi amici e ammiratori. Quel che è accaduto giù nei sotterranei tra te e il professor Raptor è segretissimo, quindi, naturalmente tutta la scuola ne è al corrente”.
Imperterrito –“Ma signore, la Pietra...”
Silente divertito –“Vedo che non è facile distrarti. Molto bene, parliamo della Pietra. Il professor Raptor non è riuscito a portartela via. Io sono arrivato in tempo per impedirlo, anche se devo ammettere che te la stavi cavando molto bene da solo.Non avevo neanche messo piede a Londra, che ho capito subito che il luogo dove dovevo andareera quello che avevo appena lasciato. Sono arrivato giusto in tempo per toglierti di mano a Raptor...”
Più rilassato,harry disse –“Ah, è stato lei?!”
Silente leggermente teso –“Ho temuto di essere arrivato troppo tardi”.
Harry, felice disse –“C'è mancato poco. Non ce l'avrei fatta a lungo a tenerlo lontano dalla Pietra...”
Serio, disse –“Non dalla Pietra, ragazzo, da te! Lo sforzo che hai fatto per poco non ti è costato la vita. Per un orribile momento, ho temuto che fosse così. Quanto alla Pietra, è andata distrutta”.
Harry come inebetito ripeté –“Distrutta? Ma il suo amico, Nicolas Flamel...”
Silente, con un tono di voce che sembrava deliziato, disse –“Ah, sai di Nicolas? Hai fatto proprio le cose per bene, eh? Beh ,Nicolas e io abbiamo fatto due chiacchiere, e abbiamo deciso che era la cosa migliore”.
Sorpreso Harry –“Ma questo significa che lui e sua moglie moriranno, non è così?”
Annuendo il vecchio mago disse –“Dispongono di una quantità sufficiente di Elisir per sistemare i loro affari, dopodiché... ebbene sì, moriranno”.
Silente sorrise vedendo lo sguardo allibito che si era dipinto sul volto di Harry.
Harry disse –“Signore? Come ho fatto a tirare fuori la Pietra dallo specchio?”
Silente allegro –“Ah, sono proprio contento che tu me lo chieda. È stata una delle mie idee più brillanti... e, detto fra noi, è tutto dire! Vedi, soltanto chi avesse voluto trovare la Pietra... bada bene: trovarla, nonusarla... sarebbe stato capace di prenderla.”
Uscito dall’infermeria si unì al banchetto della coppa delle case che vide Grifondoro vittorioso grazie agli ultimi avvenimenti accaduti. L’anno volse al termine e prima di salire sul treno Hagrid gli diede un album con delle fot dei suoi genitori. Il ragazzo lo abbracciò commosso. Il treno partì per Londra. Giunti alla stazione di King’s Cross, udirono –“Eccolo, mamma, è lì, guarda!”
Era GinnyWeasley, la sorellina di Ron, ma non era il fratello che indicava, strillò – “Harry Potter! Guarda, mamma, vedo...”
La signora Weasley disse  -“Sta' zitta, Ginny!È maleducazione segnare a dito la gente”. Li guardò dall'alto e sorrise.>

Mentre Harry era a lezione  dal Professor Silente, i tre amici erano seduti in salone insieme a Remus Lupin, sua moglie Ninfadora Tonks e Sirius e nessuno aveva intenzione di andare a dormire.
“Miseriaccia devo capire cosa harry ci sta nascondendo. Neanche ginny e riuscita a farlo parlare. Vabbè che nn lo ha costretto nn potrebbe andare mai contro il suo Harry. Ma credo qualcosa ce la deve” guardò negli occhi la fidanzata poi Ginnye Sirius.
Ron, sempre più curioso  – “Sirius, tu sai cosa ha visto Harry!Perché non ce lo dici? Fingeremo di non saperlo al suo ritorno” fece l’occhiolino all’animagus che scoppiò a ridere
Tutti risero ma Sirius spiazzò tutti dicendo –“Ronnon posso aiutarti. Harry mi ha solo detto che potrebbe essere un’informazione senza senso. ma la tua curiosità va premiata quindi vi dirò ciò che so, anzi lo farà Remus.”
Il caro Ramoso era convinto che non fosse una stupida leggenda ma nonostante le nostre ricerche non abbiamo mai trovato il minimo indizio o qualcosa che ci provasse  il contrario. Presto dovemmo arrenderci. Poi successe la tragedia. Se fossimo stati più fortunati e avessimo osato di più forse ora eravamo ancora tutti insieme.Ricordo anche la dolce Lily che appoggiava le idee di James. E quella volta insieme a Remus…” il suo pensiero fu interrotto dalle parole del suo amico Remus
Remus Lupin lo guardò sorpreso e Sirius disse divertito –“Remus raccontagli quello che sappiamo e abbiamo scoperto insieme a RAMOSO E LILY”
Remus titubante pensò “Sirius credo non dovremmo parlare di questa storia ai ragazzi, conosci la lora spiccata propensione di sfidare i pericoli. E’ una leggenda, sebbene molto affascinante. Devo ammettere però che ancora ho in mente le parole di quelvecchio mago quella volta in quel negozio a Godric’sHallow. Si avvicino a James e Lily  e sorridendo disse (Non sempre le cose sono quelle che sembrano. Ricordate ciò che è brutto fuori può essere meraviglioso dentro. Guardate oltre il volto dell’apparenza). Diede loro una cosa e  sparì”
Remus titubante sorrise e disse –“Va bene, ma quello che vi dirònon ha fondamenti certi èuna leggenda, una favola quindi non fossilizzatevi. Vi rivelo un segreto,durante i miei anni a Hogwarts, c’era una materia che non mi attirava particolarmente e che seguivo controvoglia. Indovinate quale era?”
Ron divertito –“ Pozioni? Anche se non avevi Piton come professore. Resta comunque una delle materiepiù noiose!”
Remus divertito –“No! Mi applicavo molto, dovevo imparare bene come fabbricarmi la pozione antilupo, ma non ero molto portato. Per fortuna c’era Lily e me la preparata lei più volte!”
“Chi lo avrebbe detto che anche il professor Lupin avesse qualche materia che odiava. Io pensavo, che del quartetto dei “Malandrini” fosse il più secchione, invece era Lily, la mamma di Harry. Che stupida!Era pur sempre una donna, dovevo arrivarci!”sorrise e riprese ad ascoltare.
“La Mia povera suocera doveva essere davvero un genio oltre che bella io nonsarò mai alla sua altezza. Dannazione Ginny, se Harry, il tuo Harry e anche Silente sìfidano di te deve esserci un motivo. Harry potrebbe essere di parte ok  ma Silente… sei proprio stupida Ginny
Nel frattempo Harry rimase perplesso, uscito dal pensatoio quando Silente disse- “Cosa ti preoccupa ragazzo? Ciòche ti ho chiesto prima della lezione”
Harry pensieroso - “Anche, ma sto valutando. Ciò che mi fa pensare e ciò  che ho visto oggi. Voldemort ha chiesto al professor Piton di indagare su cosa sapeva lei della bacchetta di Merlino. Sa che a  quanto pare e più forte della bacchetta di Sambuco, pur essendo gemelle.”
Silente per la prima volta sembrò non saper rispondere poi disse –“ Ragazzo mio, si tratta di una leggenda  non ci sono prove dell’esistenza di questa fantomatica bacchetta anche perché Merlino era un dei due maghi conosciuti nella storia, che non la usava, forse per non essere avvantaggiato secondo alcuni,secondo altri non la possedeva, era un semplice ramo di olmo che usava ma senza nucleo e quindi un inutile legnetto. Comunque Harry la tua curiosità ti fa onore e come tuo padre e il tuo padrino so non ti fermerai finchènon andrai a fondo in questa storia. Ogni cosa andrà a posto da sola e non fissarti troppo alle cose che si dicono in momenti di paura e estrema disperazione. Ora si e fatto tardi e ahimè ho una certa età.Andiamo a dormire ti farò sapere la nostra prossima lezione e credo ti piacerà sarà speciale.”
Harry guardo Silente poi annuendo sorrise – “Va bene Signore. Buona notte a domani” scese le scale per raggiungere la sua fidanzata e i suoi amici mentre Silente lo fissava
“Harry perdonami ti sto nascondendo alcune cose I segreti uccidono! ma presto saprai tutto ora non  sei ancora pronto ma so che capirai” prese la sua bacchetta e tirò un filo argenteo e lo mise in una boccetta e lo diede a Fanny che guardando negli occhi Silente, spiegò le ali sibilando e volò via.
 
In salone, i tre ragazzi si arresero e Sirius disse –“ Remus sei stato troppo generico devi dirgli che le sue lezioni sono come dire “semplicemente fantasmagoriche “ si scatenò l’ilarità di tutti.
Remus ridendo-“ Si avete capito storia della magia. Mi addormentavo spesso come James e Sirius. Solo Lily e Piton seguivano attentamente. Una volta iniziò a parlarci di Merlino che come sapetenacque in Galles attorno al 982 e fu il Mago più potente e famoso di tutti i tempi.Fu uno studente della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e essendo pronipote di Salazar Serpeverde, fu smistato nella sua casa. Divenne una vera leggenda negli Incantesimi e nelle Trasfigurazioni. Era conosciuto anche per l'estrema saggezza che mostrava nonostante la giovane età.Uscito  dalla scuola col massimo dei voti era diventato uno degli alchimisti più famosi e maghi più potenti conosciuti. Pur essendo della stessa casa, Merlino aveva un nemesi importante e altrettanto famosa, Morgana, sorellastra di Re Artu che Merlino servì. Morgana fu la prima animagus della storia. Riusciva atrasformarsi in un uccello. Dovete sapere cheMerlino era una leggenda in ogni tipo di incantesimo.Era anche un ottimo ipnotizzatore e sembra essere stato lui il creatore della Maledizione Imperius.Sia lui che Morgana raramente usavano la loro bacchetta (considerando le bacchette infantili) per fare incantesimi. Nessunoriuscì a battere Merlino in duello. Infatti la sua bacchetta è la più potente che ci sia, ma nessuno la ha mai trovata e credono non esiste. Si narra che per possedere questa bacchetta che risulta essere gemella di quella di Sambuco ma più potente occorre riunire le sette pietre del bene supremo più un ottava pietra la pietra, nota a tutti come uno dei tre doni della morte. Le sette pietre corrispondono i colori dell’arcobaleno e secondo ;Merlinoracchiudono le caratteristiche del genere umano. Molti si sono avventurati alla spasmodica ricerca di questafantomaticabacchetta raggiungendo ogni posto del mondo magico e non, ma hanno tutti fallito e molti hanno addirittura trovato la morte.Quindi, come vi ho detto prima purtroppo è unaleggenda priva di fondamento ma secondo James non del tutto infondata. Infatti insieme a Lily e Sirius passavamo molto tempo in biblioteca per capire come trovare queste pietre dove cercarle ma invano esenza scovare nulla”
I tre ragazzi rimasero sbalorditi e si fissarono senza proferire parola.
Sirius allegro- “Bene ragazzi. Andiamo a dormire, Harry fa tardi è inutile aspettarlo qui”
Remus concordò – “Si e come si dice la notte porta consiglio. Vedremo lui che ci dirà domani sicuro ne parlerà con Silente. I tre ragazzi si congedarono dai tre adulti e per nulla stanchi andarono nella stanza di Harry e Ron.Hermione si mise sul petto di Ron che era sul suo letto mentre Ginnysul letto di Harry.
Ron – “Ci pensate? Se riuscissimo a trovare queste pietre potremmo avere la bacchetta più potente dell’universo neanche V- V… cioè Voi Sapetre Chi potrebbe farci paura!”
Hermionepensierosa –“ Tesoro, forse hai ragione ma nessun libro parla di questa bacchetta e noto a tutti che la più potente e quella di Sambuco e che non si sa chi la possiede!”
Ginny preoccupata – “Se anche Voldemort la sta cercando?”
Hermione stava per rispondere quando una voce li fece sussultare –“Si amore anche Voldemort sta cercando la bacchetta di Merlino e ha chiesto a Piton di indagare su questa storia! Lo ho detto a Silente e lui mi ha risposto che non ce da preoccuparsi è una leggenda e di non pensare a questo ora. Ogni cosa a suo tempo.” Va da Ginny e la abbraccai e la bacia.
“Sono rimasto sorpreso da Silente non ho fatto altre domande ma a tempo debito mi spiegherà”
“Amore cosa ti turba?Sono qui ti ascolto e sarò sempre dalla tua parte”
“Miseriaccia questo era l’informazione che Harry aveva avuto. Amico non molliamo troviamo questa bacchetta”
“Harry non è sereno qualcosa lo preoccupa secondo me sa che questa storia di Merlino ha un  fondamento e anche le parole di silente sono molto enigmatiche
La notte passò in fretta. Tutti si ritrovarono a farcolazionedivertendosi prima di partire per la loro  missione. Si baciarono. Si presero per mano e si smaterializzarono in un posto ma qualcuno li aveva preceduti.
 
THEMYSTICGOHAN‘S ANGOLO
Salve, a tutti!
Vi chiedo venia per il ritardo, potete uccidermi!
Maledirmi!
Fate di me ciò che volete!
 Sono stato davvero imperdonabile.
Se volete massacrarmi non vi tratterrò.
A causa di un incidente sul lavoro ho dovuto rallentare la pubblicazione...
Premettendo che questo capitolo, che ritengo di passaggio ma essenziale per alcuni aspetti, ha visto quindici stesure.
Era pronto da tempo, e appunto  la quindicesima versione poteva andare.
Penso, bene ora lo pubblico, ma  come detto mi capita incidente e non finisce qui....
Prendo la mia penna con il file e clicco capitolo 26.
Non si apre! File danneggiato o inesistente! E adesso?
Non avevo da nessuna parte una copia. Mi armo di pazienza e lo riscrivo, in toto. Ma …
Come al solito non mi convince. Spero che mi smentiate nuovamente.
Mi scuso anche per eventuali errori, che non dovrebbero esserci … ma qualcuno potrebbe essermi sfuggito.
Spero come sempre che vi sia piaciuto! E che ne sia valsa la pena di aspettare.
Come al solito, aspetto le vostre recensioni per e con qualsiasi giudizio.
Se avete qualche dubbio potete chiedere!
.
Come di consueto, ringrazio chi ha messo questa storia tra le seguite,
chi la ha messa tra le  ricordate
 e chi la ha messa tra le preferite, sperando che il numero continui sempre ad aumentare.
 Non abbiate paura di dire la vostra, non vi mangio!
Do il benvenuto a ai nuovi e alle nuove lettrici.
Ringrazio inoltre le numerose persone, che leggono silenziosamente e che mi hanno solo visitato. Questo, non può che farmi piacere, Spero continuiate a farlo e ad essere sempre più numerose!
                                                                               Al prossimo aggiornamento.
Themysticgohan
P.S. terminerà questa storia firmandomi TMG ma seguito e altra storia di altra natura userò il nuovo nick.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Phoenix Seven