Legami Invisibili
di Lilyan
10. Voglio
volare
Quando si svegliò quella mattina, nel suo letto
provvisoriamente collocato nell’infermeria di Hogwarts, Hermione non aveva la
minima idea di quello che sarebbe successo quel giorno!
Come al solito ci mise un
po’ prima di alzarsi. Era troppo bello poter rimanere al calduccio sotto le
coperte ed assaporare per qualche minuto ancora quel tepore, visto
che fuori la temperatura si stava abbassando sempre di più. Inoltre, come accadeva ormai da qualche giorno, rimaneva silenziosamente
in ascolto, per captare anche il minimo rumore proveniente dal letto vicino al
suo. Draco sembrava infatti dormire sempre più di lei
e la ragazza non aveva intenzione di fare baccano prima del necessario, per
rischiare di svegliarlo e farlo arrabbiare già di prima mattina.
Era davvero strano ora che
ci pensava.
Già da più di una settimana divideva quella sorta
di stanza con Draco Malfoy e la cosa non la disturbava, in fondo, più di tanto.
Al principio aveva pensato che sarebbe stata una vera tortura
essere costretta a stare giorno e notte in compagnia di una delle persone più
odiose che conosceva… ma si era dovuta ricredere.
Si era aspettata di essere derisa ed insultata ogni
minuto e di dover difendersi con unghie e denti dai suoi compagni di
Serpeverde… invece era stato così… “GENTILE”… insomma, non che si fosse profuso
in complimenti o smancerie… quello sarebbe stato ancora più strano!… ma in
fondo si era dimostrato migliore di quello che lei credeva, soprattutto da
quando Harry passava così tanto tempo con loro.
Harry…
Da qualche giorno il suo migliore amico sembrava
diverso… che fosse per la presenza di Malfoy? Hermione si era accorta che
qualcosa in lui era cambiato e che dopo le prime reticenze aveva
quasi accettato il fatto di passare il proprio tempo con Draco… anzi, alle
volte sembrava quasi che non gli dispiacesse affatto… “Se anche glielo domando
non mi dirà mai cosa gli passa per la testa!” Si disse Hermione che ora aveva
deciso di alzarsi. Mise a terra i piedi nudi ed un brivido le
corse lungo la schiena facendola tornare di scatto sul proprio giaciglio. La pietra
del pavimento era fin troppo gelida, segno che anche
all’esterno la temperatura era notevolmente scesa. La ragazza afferrò allora la
sua bacchetta dal comodino e con un piccolo gesto del polso si preparò all’istante, pronta per iniziare la nuova giornata.
Draco aveva sentito degli scricchiolii
e a poco a poco si era svegliato. Come ogni mattina percepiva dei rumori
provenienti da dietro la tenda della Granger e capiva, così, che purtroppo
anche per lui era giunta l’ora di alzarsi. In fondo però, era quasi meglio ora
che prima… quando divideva la stanza con Blaise e Theodor gli capitava persino
di non dormire l’intera notte per quanto quei due russassero alle volte… soprattutto
dopo qualche festino a base di burrobirra… Nell’ultima settimana, invece, aveva
dormito benissimo e profondamente, tanto che anche i suoi soliti sogni
sembravano aver deciso di non disturbarlo.
Aveva ancora gli occhi chiusi e l’idea di restarsene
a letto, invece di scendere in aula, lo allettava parecchio, ma sapeva bene che
a meno di una polmonite o di un attacco di febbre a 40, la Granger non gli
avrebbe mai permesso di saltare le lezioni. Questo era certo! Probabilmente
nemmeno quello l’avrebbe fermata dal trascinarlo moribondo a seguire qualche
noioso discorso del professor Vitius o a qualche esercitazione di aritmanzia! L’idea lo fece dopotutto sorridere, e anche
se a malincuore decise di prepararsi.
Una volta pronto scostò la tenda che circondava il suo letto e
rimase per un attimo affascinato da quello che vide…
Hermione stava seduta ai piedi del proprio letto e
con una eleganza infinita si stava pettinando i suoi
capelli castani che in quegli anni erano diventati più lunghi e luminosi e ormai
le arrivavano fino a quasi metà della schiena.
Draco rivisse come in un flashback una scena simile
in cui lui, da piccolo, rimaneva incantato nell’osservare la bellissima madre
che passava minuti infiniti a spazzolare la sua lunga chioma di platino. Poi una volta finito, la madre lo prendeva in braccio e lo
cullava cantandogli una canzone tanto triste, ma allo stesso tempo ammaliante
che lo faceva sempre addormentare avvolto dal caldo del suo abbraccio e dal
profumo che i suoi capelli emanavano.
“Come sono lontani quei giorni” si disse il ragazzo
che si meravigliò di rammentare ancora quelle cose. Si chiedeva persino se
quella fosse davvero la stessa madre che ora conosceva, o se quei ricordi
fossero solo frutto dei suoi sogni e dei suoi desideri di infante.
Come ipnotizzato e rapito dai propri ricordi e
dall’immagine di Hermione, Draco si ritrovò a camminare in silenzio verso il
letto della ragazza. Senza dire una parola si sedette sul bordo del letto
provocando la reazione della ragazza che sussultò voltandosi verso di lui di
scatto.
- Che cosa… Malfoy?… che
ci fai qui, voglio dire cosa… - Hermione si era spaventata quando aveva sentito
qualcuno che si sedeva sul suo letto e scoprire che quel qualcuno era Malfoy la
metteva molto a disagio.
- Che c’è Granger? Non
posso sedermi qui? Basta dirlo e me ne vado subito! –
- Non ho detto questo… è che mi hai spaventato non
ti ho sentito arrivare… -
- Ti stavo osservando sai? Mi ricordi tanto mia
madre… anche lei passava tanto tempo a pettinarsi i capelli… - Non sapeva
perché, ma si sentiva a suo agio in quel momento, anche se quella era pur
sempre una mezzosangue Grifondoro e lui le stava
raccontando cose di cui non aveva mai parlato con nessuno.
- Davvero? – Hermione era sempre più in imbarazzo.
Non sapeva cosa dire. Malfoy sembrava così strano e di certo non aveva mai
avuto una vera conversazione con lui. E poi perché
tutto d’un tratto sembrava così interessato a fare conversazione e si
dimostrava così loquace? E soprattutto perché diavolo
era andato a sedersi proprio sul suo letto?
- Sì, passavo tanto tempo a guardarla… ma ormai
sono trascorsi tanti di quegli anni che mi stupisco di
ricordare ancora tutte quelle cose… vedere te mi ha riportato alla mente alcuni
pezzi del mio passato… tutto qui! – Poi, come era arrivato
si alzò, fece alcuni passi verso il proprio letto e poi aggiunse – Adesso, se
hai finito, possiamo andare a colazione! -.
Hermione non capiva nulla. Che quel ragazzo fosse strano le era stato chiaro sin dal primo anno, ma
pensava ormai di aver capito come andavano le cose… invece in questi giorni,
sia lui che Harry erano così incomprensibili e diversi, che si chiese per un
istante se non si fosse svegliata solo adesso da un lungo sonno.- Sì, possiamo
andare! -.
Sulla soglia dell’infermeria c’erano Ron, Lavanda e
Harry che erano venuti a prendere Hermione e … Malfoy…
per scendere in Sala Grande e da alcuni istanti li osservavano chiacchierare
come due vecchi amici e, inspiegabilmente, non litigare come al loro solito.
La scena era alquanto bizzarra ai loro occhi, ma
purtroppo non avevano potuto sentire l’argomento della conversazione.
- Bene, bene, Granger, sono arrivate le tue guardie
del corpo… - Disse Draco avviandosi verso la porta seguito
dalla Grifondoro.
- Hei, ragazzi buongiorno, che ci fate qui? –
- Siamo venuti a prendervi Herm,
spero non ti dispiaccia! – Aggiunse Ron sorridendo.
- Non fare il cretino, tesoro, non può dispiacerle,
visto con chi le tocca stare tutto il giorno. Vero
Hermione? – Chiese Lavanda, che sembrava non fare caso al fatto che il diretto
interessato era lì a pochi passi da loro. E che
soprattutto poteva essere molto pericoloso.
- Certo che non mi dispiace, come potete pensarlo?
–
- Vogliamo muoverci allora? Io ho fame e non ho
intenzione di arrivare tardi alla lezione di Piton! – Disse Harry frettolosamente
per far muovere tutti gli altri da quello stanzone.
La sera arrivò presto quel giorno tra lezioni e
studio.
Alle cinque Harry corse fuori
dalla classe della McGrannit senza quasi salutare nessuno, a parte Ron,
al quale batté una mano sulla spalla prima di uscire.
- Dove va così di fretta?
– Chiese curiosa Hermione.
- Oggi ricominciano gli allenamenti di Quiddich e
Harry come capitano deve dare il buon esempio e arrivare in
tempo! – Disse Ron sorridendo, che non aveva seguito l’amico negli spogliatoi. Durante
la settimana appena passata infatti, il rosso si era
rotto un polso giocando con Dean e Seamus nei giardini di Hogwarts, e
nonostante la pozione ossofast avesse rimesso tutto a posto nel giro di poche
dolorose ore, non riusciva ancora ad afferrare bene la Pluffa senza risentire
dolore. Perciò, dopo una visita di Madama Chips, si
era deciso che non avrebbe dovuto assolutamente giocare per almeno altre due
settimane. Quindi addio allenamenti!
Draco aveva osservato Harry correre come un lampo fuori dalla classe e in quel momento lo invidiò come non
mai. I Serpeverde avevano iniziato gli allenamenti la sera prima e Blaise si
era addirittura preoccupato di avvisarlo, noncurante del fatto che lui non
avrebbe potuto parteciparvi.
Se Harry era il miglior giocatore di Quidditch
degli ultimi anni ad Hogwarts, Draco era di certo il
secondo e per lui, rinunciare a giocare, era una tortura davvero
insopportabile. Pensando poi al fatto che senza la sua presenza in campo i
grigio-verdi non avrebbero avuto alcuna speranza di vincere contro i
Grifondoro.
Il biondo Malfoy sospirò impercettibilmente, ma sia
Hermione che Ron si accorsero del suo improvviso malumore e vollero accertarsi
del motivo di tale inquietudine. Avevano entrambi intuito la sua frustrazione e volevano in qualche
modo aiutarlo.
- Su Malfoy, non prendertela… siamo nella stessa
barca! Tutti e due messi al palo! – Tentò di iniziare
Ron. – Perché più tardi non andiamo tutti a vedere gli
allenamenti di Harry? Anche se non possiamo partecipare…
scommetto che anche a te va di andare la fuori a vedere un po’ di buon gioco!
-.
- Grazie lenticchia, ma non credo sia il caso! –
Disse gelido Draco che non aveva intenzione di uscire a guardare gli altri che
si divertivano. Weasley non capiva che lui ci stava male davvero e che mentre
il rosso sarebbe tornato a giocare tra un paio di settimane, chissà quando
sarebbe successo a lui!
- E dai Malfoy, non fare
il rompiscatole. Vieni fuori anche tu, così almeno sarà contenta Herm. Lei
negli ultimi tempi non si è persa nessuno dei nostri
allenamenti, non puoi farle questo! – Ron cercava in questo modo di far
leva sulla sua compassione. Se mai ce ne fosse stata
un po’ in quel ragazzo.
Draco guardò allora verso la ragazza che, avendo
intuito il tentativo dell’amico, iniziò ad annuire e ad assumere un’espressione
tra lo speranzoso e il dispiaciuto.
- Per favore…! – Furono le uniche parole che
Hermione disse, ma che riuscirono in qualche modo a
smuovere l’indifferenza di Malfoy.
- E sia, ma mettiamo
subito in chiaro che non ho intenzione di passare fuori tutta la serata… magari
qualche minuto… - Gli faceva male dire quelle parole. Non voleva vedere Potter
e gli altri che se la godevano mentre lui era costretto per chissà quanto tempo
a quella forzata prigionia… ma dopotutto anche a lui non dispiaceva rivedere
una partita di Quidditch anche se si trattava solo di un allenamento.
Sugli spalti faceva freddo e soffiava un venticello
gelido e i ragazzi allora si erano imbacuccati come se fosse già pieno inverno.
Mentre Ron, Hermione e Lavanda, e alcuni altri
studenti di Grifondoro, incitavano i propri compagni di squadra impegnati ad
allenarsi, Draco era sempre più impaziente e disturbato e non distoglieva lo
sguardo da Harry. Più lo guardava volare, più osservava i suoi movimenti fluidi
e la sua precisione nel cambiare direzione sempre al momento giusto, più voleva
essere anche lui a cavallo di una scopa e librarsi nell’aria.
Era questo che gli mancava.
La sensazione di libertà che si provava quando si
volava.
La consapevolezza di essere da
soli e di poter decidere in ogni istante che cosa fare.
Quello che a lui era stato da
tempo negato.
E ora, anche quei pochi attimi in cui si sentiva
padrone della propria esistenza e delle proprie scelte, gli venivano
preclusi per un incantesimo andato male.
Poi… nella sua mente si fece avanti un’altra di
quelle idee che sarebbe meglio ignorare per evitare di
finire in guai molto seri.
Eppure… più guardava Potter e gli altri volare, più
quell’idea non gli sembrava malvagia…
… e ad un tratto decise…
Alle otto avevano finito tutti di cenare e la Sala
Grande si stava pian piano svuotando.
Oltre ad Harry, quella
sera anche Ron, Lavanda e Neville avevano deciso di rimanere lì a fare i propri
compiti, così da poter passare un po’ di tempo con Hermione.
La ragazza quella sera era davvero felice di
trascorrere una serata con tutti i suoi amici dopo tanto tempo, ma la sua gioia
durò ben poco.
- Granger, io ho mal di testa e sentire tutte le
vostre chiacchiere non farà che peggiorarlo… devo assolutamente finire il
compito per Vitius e ho bisogno di tranquillità… quindi, se vuoi salutare i
tuoi amici, io vorrei salire in infermeria! – La voce
di Draco era ferma e risoluta e non lasciava possibilità di appello.
- Malfoy, modera i toni, non è la tua serva… se
vuole rimanere tu non puoi costringerla! – Sbottò Ron che non sopportava di
veder trattare in quel modo Hermione.
- Non sto trattando nessuno come un servo, Weasley,
ho solo detto che non mi va di restare qui perché non
sto bene… e credo che lei mi debba almeno questo, vero? – Draco guardò Hermione
usando con lei la stessa tattica che avevano impiegato loro per costringerlo ad
andare a vedere gli allenamenti di Quidditch.
Il senso di colpa, funziona sempre!
- Ha ragione lui Ron – Ammise
sconfitta.- Oggi è venuto a vedere Harry giocare, quindi gli devo un favore -.
- Ma Herm, tu non devi se
non vuoi… - aggiunse Ron poco convinto.
- Non importa, magari domani sera
andrà meglio – Sorrise la ragazza.
- Bene, allora tanto vale che noi ce ne torniamo
alla torre di Grifondoro! – Harry raccolse tutte le sue cose e poi dopo aver
augurato la buona notte ai presenti uscì senza attendere i compagni.
- Buonanotte a tutti! A domani!– Disse Hermione
mentre rimanendo al passo di Malfoy se ne usciva dalla Sala.
- C’è qualcosa che non va in quei tre… non capisco
che cosa sia successo, ma sono tutti strani, non sono più le
persona che conoscevo… - Disse ron più a se stesso che agli altri.
- Non ci fare caso, amore, sarà
dovuto a questa assurda situazione. Vedrai che appena Herm e Malfoy verranno separati, tutto tornerà come prima… -Aggiunse
Lavanda.
Ma Ron sapeva bene che non sarebbe più stato nulla
come prima. Lui era a conoscenza di tutta la storia, e se anche Hermione e
Draco sarebbero un giorno stati liberati da quella costrizione, Harry e il
Serpeverde sarebbero rimasti in qualche modo legati
per tutta la vita!
Alle nove e mezza Draco aveva finito il compito di
Storia della Magia e Hermione già da qualche momento stava leggendo un libro di
più di mille pagine, a detta sua per rilassarsi un pochino.
- Granger, preparati, tra qualche minuto usciamo! –
Esordì come nulla fosse il Serpeverde che stava
riponendo con cura la propria penna e le pergamene nella cartella.
- Che cosa? Ma sei impazzito forse? Vuoi farci espellere? –
- Non fare tanto la sorpresa, Granger… Quante volte
tu, Potter e Weasley siete sgattaiolati fuori dalla
vostra torre? Pensavate che nessuno vi vedesse? Peccato che non siete gli unici
ad uscire dai dormitori nel cuore della notte… è una pratica comune anche tra i
Serpeverde, sai? – Sogghignò alla vista della faccia stupita della ragazza.
- Io comunque non ho
intenzione di uscire. Non voglio rischiare di essere beccata da Gazza o da
qualche professore! –
- Ti risulta che io sia
mai stato scoperto? E ti assicuro che sono uscito
parecchie volte dalla mia stanza in questi sette anni! Conosco ormai questa
scuola come le mie tasche… e poi non ti preoccupare, questa notte si esce sul
serio. Ho intenzione di andare a prendere una boccata d’aria! E ora preparati! -.
Dopo un quarto d’ora di battibecchi e di discussioni
erano arrivati ad un accordo. Sarebbero usciti sì, ma solo per una mezzora,
così da rientrare prima delle undici, ora in cui Madama Chips faceva la ronda
in infermeria e in cui i professori di turno perlustravano corridoi e aule nei
vari piani.
Una volta indossata sciarpa e cappotto scesero con
circospezione le scale che portavano verso l’ingresso principale. La luce delle
torce appese alle pareti danzava al minimo spostamento d’aria creando un
intreccio di luci ed ombre che ad ogni passo faceva rallentare i due ragazzi
per paura che qualcuno potesse vederli.
Giunti quasi in fondo alle scale un rumore di passi
provenienti dal passaggio che portava ai sotterranei, li fece
sussultare. Draco sbiancò al pensiero di veder sbucare da un minuto all’altro
Piton già alterato per lo scherzo del veritaserum. D’improvviso, però, il
ragazzo si ricordò di un passaggio segreto che aveva usato i primi anni ad Hogwarts e strattonando Hermione per un braccio la
condusse di fronte ad un enorme quadro. Il paesaggio dipinto raffigurava una
meravigliosa distesa di erica in fiore e all’orizzonte
si poteva intravedere una casa dal cui camino usciva del fumo. Mentre Hermione
ammirava quell’immagine, Draco scostò appena il dipinto e dopo aver pronunciato
la parola revela apparve
improvvisamente un cunicolo che si inoltrava dentro la
parete.
- Muoviti, entra! – Malfoy
spinse Hermione nel passaggio e la seguì immediatamente. Dopo alcuni metri in
cui camminarono al buio, apparve in lontananza un flebile chiarore, segno che
l’uscita era vicina.
Sbucarono vicino alle serre, il passaggio segreto
era in quel punto nascosto dietro un cespuglio e non appena tutti
e due furono fuori, l’ingresso scomparve immediatamente senza lasciare
alcun segno.
- Me ne dovrò ricordare! – Disse soprappensiero la
Grifondoro.
- Certo Granger, va bene, ma adesso spicciati,
dobbiamo arrivare fino agli spogliatoi del campo da Quidditch! –
- Si può sapere che intenzioni hai
Malfoy? Non mi hai ancora detto che cavolo vuoi fare!
– Hermione piantò i piedi intenzionata a non muoversi
da lì finchè non avesse ricevuto una spiegazione.
- Non farti strane illusioni… non ho intenzione di
appartarmi con te negli spogliatoi, se è questo che pensi! – Draco parlava col
suo solito tono tagliente, e Hermione ringraziò che
fuori fosse già notte così che il rosso che era comparso sulle sue guance non
si potesse vedere.
“Idiota” pensò la ragazza che solo in quel momento,
realizzò quanto la cosa avrebbe potuto sembrare
equivoca se qualcuno li avesse scoperti. Sarebbe davvero sembrato molto strano
trovare lei e Draco in giro, da soli, di notte e proprio negli spogliatoi…
- Non ci pensavo minimamente,
Malfoy, non preoccuparti non ti salterò addosso! Voglio solo sapere in
che guaio stai per cacciarmi, altrimenti io non mi muovo da qui! -.
- E va bene te lo dico, ma
poi datti una mossa… Voglio solo volare! –
- Che cosa? –
- Adesso cammina Granger, io te l’ho detto, tu ora
mi segui! – E iniziò a dirigersi verso il campo da
Quidditch mentre Hermione si sentì inevitabilmente strattonare da un’invisibile
forza che la faceva camminare dietro Draco suo malgrado.
- Malfoy ti rendi conto che è impossibile, vero? –
- Perché mai dovrebbe
essere impossibile? –
- Come credi di riuscire a volare nelle condizioni
in cui ci troviamo? Non riusciresti nemmeno ad alzarti da terra che subito
dovresti ritornare giù… -
- E perché mai? – Draco
sembrava non darle retta e continuava ad aumentare il suo passo come attirato
da qualche forza misteriosa.
- Vorrei ricordarti che non ti puoi allontanare
dalla sottoscritta per più di tre-quattro metri, se per caso te ne sei
dimenticato! –
A quel punto Draco arrestò la sua corsa e si voltò
verso la ragazza che lo stava seguendo con uno sguardo che non prometteva nulla
di buono e con un ghigno malizioso. – Ma tu verrai con
me, ovviamente! – Furono le sue uniche parole prima di voltarsi nuovamente per
raggiungere la propria meta.
Una forza invisibile però gli impedì di compiere
più di qualche passo. Hermione era ferma immobile dove l’aveva lasciata qualche secondo prima e non sembrava avere alcuna intenzione
di procedere.
- Allora Granger, non volevi tornare in infermeria
per le undici? Di questo passo non arriveremo che domattina!
- Scusa puoi ripetere cosa
hai detto poco fa? –
- Che? … Ah, per quello,
non dirmi che hai paura? Credevo che… -
- PAURA? Non dire sciocchezze! Tu forse davvero non
ti rendi conto del guaio in cui ti stai cacciando, e adesso vorresti
coinvolgere anche me? – Hermione era fuori di sé.
- Quindi se non hai paura
possiamo andare – E con un passo ben assestato Draco riuscì a trascinarla nella
sua direzione, anche se con parecchia fatica.
- No, no e poi no, Malfoy! Non voglio
essere espulsa per colpa tua, questo è troppo! – Con le braccia conserte
e con il broncio, Hermione aveva piantato bene i piedi a terra determinata a
non assecondare minimamente i piani del Serpeverde però…
- Per favore! Non verrai
espulsa e non ti succederà nulla! Te lo giuro! Ma ne ho bisogno… devo
assolutamente tornare a cavalcare un manico di scopa anche se per pochi minuti…
oggi mentre osservavo Potter e gli altri giocare ho
sentito un nodo allo stomaco tale era la voglia di essere lì con loro… -.
Draco arrossì, ma complice il buio della notte non
si scorse affatto. Hermione, invece, era impassibile. Non si capiva dal suo
viso avvolto dalle ombre della sera se stesse pensando
a qualcosa, oppure se non gliene importasse proprio nulla di ciò che il ragazzo
aveva appena detto. Infine si face sfuggire una
risata.
- Che c’è, sono tanto
ridicolo ai tuoi occhi? – Chiese risentito.
- No, scusami… è che ripensando alle tue parole, mi
è venuto in mente subito Harry… a voi magari non
piacerà, ma siete davvero simili sotto molti aspetti… anche lui farebbe di
tutto per poter volare, non riuscirebbe a stare lontano dal quidditch
forzatamente! –
- Quindi mi aiuterai? –
Chiese speranzoso Draco accantonando per un istante il suo risaputo orgoglio.
- Non dovrei, e questo lo sai…
e poi potrebbe essere davvero pericoloso! –
- Lo sai bene, Granger che con qualche piccolissimo
accorgimento si può volare in due su una scopa, non dovrei
essere io a spiegartelo vero? – .
A quelle parole Hermione tacque alcuni istanti e
poi capitolò. Acconsentì quindi ad accompagnare Malfoy fino alla fine di questa assurda avventura ed in un paio di minuti furono
negli spogliatoi del campo da Quidditch ad armeggiare attorno ad un manico di
scopa.
Quella notte il cielo era limpido e stellato.
Ideale per volare! Soprattutto perché solo un piccolo spicchio di luna si
stagliava nel cielo e in questo modo avevano maggiori possibilità di rimanere
celati a sguardi pericolosi.
- Allora pronta? – Chiese Draco all’insolita
“passeggera”.
- Pronta, ma vediamo di sbrigarci! – Fu la
risposta.
Volarono per non più di un quarto d’ora. Planarono
sopra i prati di Hogwarts, sul lato meno esposto del castello. Passarono vicino
alla foresta proibita sfiorando quasi le fronde degli alberi, ma senza
inoltrarsi troppo verso il centro del bosco. Fecero persino un giro attorno
alla torre di astronomia, dove per loro fortuna quella
sera non si trovava nessuno.
Era quasi ora di ritornare quando Draco virò
d’improvviso e si diresse verso il lago. Dall’altezza a cui erano
si poteva appena scorgerne la sagoma, ma mano a mano che si abbassavano
e si avvicinavano si vedeva chiaramente il luccichio delle increspature
dell’acqua risplendere alla fioca luce della luna. Percorsero lo specchio
d’acqua a non più di un metro dalla superficie ed infine il Serpeverde decise
che ne aveva abbastanza e tornarono al campo.
Deposta la scopa, percorsero a ritroso e in
silenzio lo stesso tragitto dell’andata, lungo i prati, attraverso il cunicolo,
su per le scale, fino ad arrivare in infermeria giusto in tempo per infilarsi nei propri letti prima che Madama Chips passasse per
l’ispezione di routine.
Quando l’infermiera se ne fu andata, Draco si mise per un
attimo a sedere sul proprio letto.
– Granger!? –
- Sì? Che c’è adesso
Malfoy? Ho voglia di dormire! -.
- Volevo… beh, volevo
ringraziarti! –
- Prego… grazie anche a te… -
- ??? Perché? –
- Perché mi sono
divertita, dopotutto! Ma sappi che non farò più una
cosa del genere… una volta… basta e avanza! E adesso
se vuoi scusarmi, vorrei dormire. Buonanotte! – Hermione si accoccolò per bene
nel suo letto pronta ad addormentarsi.
- Buonanotte Granger! – Draco si distese nuovamente
nel suo letto e prima di chiudere gli occhi aggiunse – Peccato che fosse già la seconda volta! -.
*
*
*
Continua…
* * * * * *
Ecco il Capitolo numero
10!
Un enorme ©©©©GRAZIE ©©©© a tutti quelli che continuano a leggere la mia
storia e soprattutto a chi mi lascia qualche commentino… non sapete
quanto mi aiuta avere il vostro sostegno!
Spero tanto con questo capitolo di aver un pochino
accontentato chi voleva un po’ di Draco/Herm… Forse il chap
risulta confuso… e quando mai non lo sono? ma anche la sottoscritta in questo periodo è un tantino
disconnessa! #o#
Per chi si aspettava la rabbiosa reazione di
Cucciolotto Piton… vi ricordo che la vendetta è un piatto che va gustato
freddo… Mhm … Potrei intitolare
proprio così il prossimo capitolo… che ne dite(si accettano suggerimenti)? ^o^
© Baci Lilyan ©