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Autore: EternallyMissed92_    23/03/2016    12 recensioni
L'amore non è mai una cosa semplice, si sa. Può fare male, causare dolore e dispiaceri, ma può anche resistere a tutto: ad una malattia inaspettata, ad un tradimento adolescenziale dettato dall'egoismo, alla cattiveria di chi non accetta la diversità altrui, alla paura di ritornare sui propri passi, alla lontananza che consuma il tempo e rende ciechi di rabbia. Perché il vero amore, nonostante tutto, non conosce ostacoli.
[Questa mini-raccolta ha partecipato al Contest "Segui il sentiero dorato" sul forum di EFP indetto da Shizue Asahi - poi valutata dal Giudice sostitutivo i love ace 30 - classificandosi al Secondo Posto ed aggiudicandosi il premio speciale come Miglior Storia Per Caratterizzazione].
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Ethan Gold, Gus Kinney, Justin Taylor, Victor 'Vic' Grassi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimers: Niente mi appartiene. Queer as Folk è di proprietà della Cowlip e della Showtime.
Titolo della shot: Confidenze al sapore di alcool
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti: Missing Moments, Slash
Timeline: Post 5x13
Prompt utilizzato: 5. Uno sciocco non saprebbe che farsene del cuore, anche se ne avesse uno.
Vi auguro buona lettura! -Martina-.

 

 

 
 
CONFIDENZE AL SAPORE DI ALCOOL

 
Comodamente seduto sulla tua poltrona in pelle nera, dai un’ultima occhiata ai documenti per la prossima campagna pubblicitaria di una famosa linea di intimo maschile. Ti massaggi le palpebre e poi, sbirciando l’ora sul tuo costosissimo orologio, decidi che per quella sera hai lavorato anche troppo. Salvi i file sul tuo computer prima di spegnerlo e ti alzi, afferrando il cappotto per indossarlo. Infili alcune cartelle nella tua ventiquattrore mentre, all’improvviso, la testa di Cynthia sbuca dalla porta del tuo ufficio.
«Che ci fai ancora qui?», ti chiede, sorpresa. «Credevo fossi fuori a festeggiare.»
Ti stringi nelle spalle e la guardi con un sorrisetto strambo.
«Non ho molta voglia di festeggiare...»
«Hai appena concluso un contratto con la Eye Conic che ti frutterà milioni e tu non vuoi festeggiare?», esclama lei, quasi sbigottita. «Sicuro di sentirti bene?»
«Sto una meraviglia», tagli corto, recuperando le chiavi della tua Corvette da un cassetto della scrivania. «Non si nota, forse?»
La vedi incrociare le braccia sul petto, con un sopracciglio inarcato.
«Bene, allora andiamo a bere qualcosa insieme, così ti distrai un po’. Pago io.»
«Che cosa?», ridacchi, ironico. «Scordatelo.»
«‘Scordatelo’ cosa?», ti domanda, con aria di sfida. «‘Scordatelo, non mi permetterei mai di far pagare tutto ad una bella fanciulla come te’, che fa decisamente poco Brian Kinney, oppure ‘Scordatelo, io non esco con una vecchia zitella inacidita’ che fa decisamente molto Brian Kinney?»
«Credo che tu ti sia già risposta da sola», le sorridi in maniera eloquente. «Ora evapora, altrimenti ti licenzio.»
«Se non esci con me, ti rigo la Corvette», continua, insistente, senza alcuna intenzione di voler demordere, e dal suo sguardo da brividi capisci che non sta affatto scherzando.
«Mi stai forse minacciando, Cynthia?»
«Può darsi.»
Alzi gli occhi al cielo e sbuffi, scocciato.
«Cristo, ma perché non esci con Theodore
«Perché lui è già impegnato con Blake. Ti sei forse dimenticato che oggi…»
«… la coppietta felice festeggia due mesi che sono ritornati insieme», completi per lei, storcendo poi la bocca in un’espressione quasi nauseata. «Non riesco a pensare a niente di più patetico.»
«Sei sempre il solito romantico», commenta Cynthia, scuotendo il capo, e si piazza dritta davanti a te. «Allora? Vieni?»
Con un sorriso impertinente, ti appoggi alla scrivania con i palmi delle mani e ti sporgi in avanti con la testa, ad un centimetro dal suo naso.
«No», la liquidi, inarcando le sopracciglia per enfatizzare al meglio il tuo rifiuto. «Non vengo.»
Lei, in tutta risposta, ti sorride. Ed è un sorriso che non ti piace per niente.

 

«Sapevo che avresti ceduto», gongola vittoriosa Cynthia, seduta accanto a te sullo sgabello del bar in cui siete entrati da circa un quarto d’ora.
La fissi di traverso, cercando di incenerirla con la sola forza dello sguardo.
«Ho ceduto perché mi stavi esasperando e la mia Corvette stava rischiando grosso», borbotti, sorseggiando la birra che hai ordinato. «Ora dammi un buon motivo per cui non dovrei davvero licenziarti.»
«Perché svolgo il mio lavoro in maniera impeccabile e sono l’unica assistente che riuscirebbe a sopportarti ancora per altri vent’anni», sorride compiaciuta, prima di immergere la punta di due patatine fritte nel ketchup ed addentarle con gusto.
«Ma tu non eri a dieta?»
«Comincio domani», ti risponde, con la bocca piena.
Ti lasci andare ad una risata piuttosto divertita.
«Quel ‘domani’ dura da quando ti conosco», la informi, toccandole un braccio con la punta dell’indice. «Diventerai grassa e ti verrà anche la cellulite.»
Cynthia si stringe nelle spalle e, sfidandoti con lo sguardo, finisce tutte le patatine.
«Fanculo alla cellulite», esclama, pulendosi le mani con un tovagliolo di carta. «E fanculo anche tu, Brian.»
Ridi di nuovo e, muovendoti sullo sgabello, dai le spalle al bancone in legno del bar, su cui appoggi i gomiti per sostenerti. La musica nel locale è soffusa, ridicolmente romantica, ed alcune coppiette felici si sono alzate per ballare un lento improvvisato vicino ai loro tavolini. Distogli lo sguardo e sbuffi, seccato dal mortorio che dilaga in quel locale.
«Cristo, non credevo che i bar etero potessero essere così… etero», sbotti, sconcertato, dando una leggera gomitata a Cynthia. «Se volevamo divertirci per davvero, saremmo dovuti andare da Woody.»
«La prossima volta andiamo da Woody, allora, così imparo le tue tecniche di seduzione infallibili», acconsente lei, sorseggiando il suo drink.
Ridacchi e, afferrando la tua birra, ne bevi qualche sorso. Ti accorgi che due uomini, seduti ad un tavolino poco più in là rispetto al bancone, guardano insistentemente nella vostra direzione e, per la prima volta in vita tua, le loro attenzioni non sono rivolte a te, ma a Cynthia. Fissi di sottecchi la tua assistente che non si è accorta di nulla, troppo impegnata a giocherellare con l’ombrellino del suo cocktail. 
«Quei due ti stanno puntando», le dici allora, ridestandola, e glieli indichi con un cenno del capo. «Devono essere proprio disperati.»
Cynthia si volta appena e li guarda con la coda dell’occhio, disinteressata, poi ti molla un pugno sul ginocchio.
«Sei veramente uno stronzo!», esclama, fingendosi offesa. «E comunque, se proprio vuoi saperlo, non sono più interessata agli uomini da una botta e via. Sono in cerca dell’anima gemella con cui passare il resto della mia vita.»
«Sei già ubriaca, per caso?»
«Sono lucidissima», incrocia le braccia sul seno e ti fissa, seria. «Ormai non sento più la necessità di andare a letto con un uomo diverso ogni notte. Adesso voglio la stabilità di un rapporto vero, basato sulla fiducia e sull’amore.»
La guardi ad occhi sgranati, non riuscendo a credere alle tue stesse orecchie. Ti chiedi che fine abbia fatto la Cynthia che conosci da anni, quella che, da sempre, è la tua versione al femminile e che, esattamente come te, si scopa chiunque, senza scuse, rimpianti o rimorsi. Rimani a guardarla ancora per un po’, in tralice, poi prendi qualche altra sorsata di birra. Forse sei tu quello ubriaco.
«Voi etero e questa stronzata dell’amore», scuoti la testa, sbuffando una risata intrisa di ironia. «Siete patetici.»
«Disse colui che è arrivato ad un passo dal matrimonio con tu-sai-chi», ti rimbecca lei.
Corrughi la fronte, facendo finta di non capire a chi si stia riferendo.
«Dovevo sposarmi con Voldemort?», esclami, sbigottito. «Non è neanche il mio tipo.»
Cynthia ti fissa con sguardo rassegnato, poi finisce il suo drink tutto d’un fiato.
«Cristo, ma ci pensi? Tu, Brian Kinney, stavi per compiere il grande passo!»
Ti giri di nuovo verso il bancone e sfreghi la fronte contro la bocca della bottiglia.
«Ma poi tutto è andato a puttane…», sospiri.
«Già», mormora lei, e noti una punta di tristezza nella sua voce. «Non credevo lo avessi sul serio, sai?», continua, prendendoti in contropiede.
«Che cosa? Un cazzo da venticinque centimetri?»
Scorgi Cynthia alzare gli occhi al cielo, esasperata.
«Ma se non te l’ho mai visto!»
«Sei proprio una donna sfortunata, allora», commenti, sollevando un angolo della bocca in un sorriso canzonatorio.
«E tu, invece, sei un idiota», ribatte lei, puntandoti contro l’indice. «Io parlavo del tuo cuore.»
«Il mio cuore?»
«Sì, il tuo cuore», ribadisce, portandosi una lunga ciocca bionda dietro l’orecchio. «Quell’organo che tutti noi abbiamo sempre pensato che tu non avessi ma che, a quanto pare, è bello grande.»
«Ti sbagli», la smentisci. «L’organo più grande che ho è…»
«Taci, per l’amor di Dio», ti interrompe, premendoti una mano sulla bocca. «Hai dimostrato di possedere un cuore immenso, a discapito di ciò che ha sempre detto la gente. E questo grazie a lui
La fissi un secondo, poi abbassi lo sguardo sul pavimento.
«Non so che farmene del cuore. È un muscolo inutile, che non serve a nulla…», sorridi amaro. «Non posso nemmeno buttarlo in un cassonetto come piace ad Emmett.»
Cynthia ti risolleva il mento con due dita.
«Solo uno sciocco non saprebbe che farsene del cuore», afferma, con una saggezza negli occhi che non le hai mai visto. «E tu non lo sei. Certo, alcune volte ti comporti da stronzo incallito, ma io ti conosco troppo bene e so per certo che non sei affatto uno sciocco», ti sorride, sincera. «Quindi, capo, ora che anche tu ti sei reso conto di avere un cuore, l’unica cosa che puoi fare è prendertene cura, farne buon uso ed aprirlo solo con chi se lo merita.»
Rimani a guardarla, stupefatto, inspiegabilmente colpito da ciò che ti ha detto. Pensi che ha ragione, maledettamente ragione. È riuscita a leggere tra le righe delle tue parole, ti ha scavato dentro ed ha colpito nel segno. Perché, in fondo, è vero: ti conosce così bene che le recite che metti in piedi per nascondere i tuoi reali sentimenti, con lei, non funzionano più ed è capace di smascherarti subito. Ormai messo alle strette, le sorridi di rimando, ironico.
«Grazie per il consiglio, mammina», la prendi bonariamente in giro, sollevando la bottiglia di birra quasi vuota come per brindare a lei. «Inizierò da te a fare buon uso del mio cuore.»
Cynthia sbatte più volte le ciglia.
«Da me? Ma io parlavo di…»
«Lo so di chi stavi parlando», la interrompi, lanciandole un’occhiata eloquente. «Ma, ancora una volta, ti sei dimostrata un’amica fedele ed onesta. Permettimi di ricambiare.»
«Paghi tu?», ti chiede subito.
«No.»
«Mi dai un aumento, allora?»
«Certo che no», esclami, e lei ti tira una pacca scherzosa sul braccio. «Si tratta di Elliot, del dipartimento artistico. So che hai una cotta per lui da anni, ormai. Quello che però tu non sai, mia cara Cynthia, è che anche lui ha palesemente una cotta per te», le rendi noto, vedendola subito sbarrare gli occhi, e prendi a giocherellare con la bottiglia. «Se cercavi una… che Dio ce ne scampi, anima gemella, credo tu l’abbia trovata.»
L’espressione che ti sta rivolgendo Cynthia è tutta un programma. Ti guarda con occhi ancora sgranati e, prima che tu possa accorgertene, si alza in piedi di scatto e ti abbraccia, stritolandoti.
«Grazie, Brian», ti sussurra all’orecchio, col mento premuto contro l’incavo della tua spalla, poi ti libera dalla sua presa soffocante e ti posa un bacio leggero sullo zigomo. «Grazie, grazie, grazie!», saltella e batte le mani, attirando l’attenzione dell’intero locale su di sé.
«Va bene, basta così. Ti stai comportando peggio di una checca isterica», la rimproveri giocosamente. «Però non credere che io l’abbia fatto per te. L’ho fatto per me», alzi le sopracciglia ed un ghigno malizioso va a piegarti le labbra. «Era davvero uno strazio vederti ogni santo giorno sbavare, con una faccia da funerale, dietro a quel povero ragazzo. Ora puoi dare libero sfogo alla tua frustrazione sessuale e scopartelo dove ti pare e piace… ma non in azienda, altrimenti vi licenzio entrambi.»
Cynthia scuote la testa, fingendosi irritata, ma poi ridacchia.
«Sottoscrivo che sei veramente uno stronzo», ribadisce, infilandosi il cappotto. «Ma sei uno stronzo dal cuore d’oro.»
Sollevi gli occhi al cielo, sbuffando.
«Ora sparisci, che questo schifosissimo bar mi ha rammollito a sufficienza», esclami e, afferrando il tuo tovagliolo, rimuovi la traccia di rossetto che quella scapestrata della tua assistente ti ha lasciato sulla guancia.
«Allora buonanotte, stronzetto», ti augura Cynthia, ridendo.
«Buonanotte anche a te, stronzetta», le rispondi per le rime.
Lei ride ancora e la segui con lo sguardo finché non sparisce oltre la porta d’ingresso del locale. Sospiri e finisci la tua birra. La conversazione con Cynthia ti ha lasciato con il cuore più leggero. Già, il cuore. Scuoti la testa e sorridi tra te e te, sornione. La tua mano corre fulminea verso la tasca dei pantaloni e tiri fuori il cellulare. Indeciso, lo fissi per un attimo, lì, stretto tra le tue dita, poi componi quel numero che ormai sai a memoria. La sua voce giunge come balsamo per le tue orecchie dopo tre squilli.
«Pronto?»
«Ciao, splendore», lo saluti, non capendo per quale diavolo di motivo quel tuo stupido cuore ti stia martellando nel petto.
«Brian», sussurra lui, con tono sorpreso ma felice. «Come… come stai?»
«Uno schifo», gli rispondi, facendo il melodrammatico. «Cynthia mi ha costretto ad uscire con lei e mi ha trascinato in un bar etero.»
Justin ride e tu chiudi gli occhi, immaginando che lui sia lì con te.
«Hai deciso di cambiare sponda?», ti prende in giro. «E io che credevo fossi fuori a rimorchiare ogni bel maschione di Pittsburgh.»
«Rimorchiare? Senza il mio compagno di giochi preferito?», esclami, e ridacchiate entrambi. «Tu che mi dici? Come vanno le cose a New York?»
«Direi bene, tutto sommato…», lo senti sospirare. «Ho venduto un paio di quadri e dopodomani ho la mia prima personale. Dovrei esserne felice, ma la verità è che… che non è bello senza di te», confessa, e la sua voce si incrina.
Il tuo dannato cuore sembra fermarsi di colpo, come se ti stesse spronando. Le tue labbra si increspano in un sorriso: adesso sai esattamente cosa farne e, per nessun motivo, vuoi sprecare un’occasione simile. Cynthia non te lo perdonerebbe.
«Prepara il tuo bel culetto sodo, splendore», gli dici, beffardo. «Dopodomani sarò a New York. Da te

   
 
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