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Autore: Kira Eyler    23/03/2016    5 recensioni
[Crossover Corpse Party Tortured Souls-Dragon Ball]
[HORROR e SPLATTER]
Alcuni personaggi di Dragon Ball, nell'ultimo anno di liceo, decidono di fare un rituale per rimanere amici per sempre. Sfortunatamente sbagliano qualcosa e vengono trasportati all'interno di una scuola elementare: Heavenly Host Elementary School.
Tra fantasmi e mostri, chi ne uscirà vivo?
Riusciranno a placare la furia di Sachiko e gli spiriti dei tre bambini?
Genere: Avventura, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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AVVISO: le parti del diario di Yoshie sono state tratte dal manga, non dal videogioco o dall'anime. Di conseguenza, diranno sempre le stesse cose, ma saranno scritte in maniera (ovvero con parole) diversa =3 

La verità (parte 3)

-“Oggi sono stata di nuovo con i bambini; sono tutti così allegri e crescono così in fretta... anche i più grandi si comportano con modestia e rispetto. Sembra che i genitori si siano sempre presi cura di loro.”-
La corvina si fermò per guardarsi intorno, dove probabilmente poteva esserci un altro mostro insieme a loro. Fortunatamente, non vi era nessuno. Osservò con gli occhi scuri quella pagina piena di parole e con qualche chiazza di sangue sulle parti bianche: vi erano solo delle riflessioni di quel 19 luglio, nulla di più. Tuttavia, una frase attirò la sua attenzione...
-“Oggi Sachiko farà sette anni! Spero che il gatto di peluche che le ho fatto le piaccia.Dopo scuola andremo a mangiare fuori.”- Flame si bloccò, osservando i suoi amici cupa e tutti capirono il perché.
Probabilmente, la madre di Sachiko era morta nel giorno del compleanno della figlia. L’idea del regalo che le aveva fatto e dell’uscita che dovevano fare insieme fecero commuovere tutti, poiché alla fine Sachiko non ebbe una festa felice... anzi, non ebbe nemmeno una festa.
Flame, dopo un sospiro, si schiarì la voce e continuò: -“Mi restavano da sbrigare alcune faccende prima dell’incontro con Sacchan. Tuttavia, mentre stavo lavorando, incontrai il preside. Dopo alcune chiacchiere, mi afferrò e cominciò a sbottonarmi la camicia.”-
-Il preside!?- sbottò Goku d’un tratto, con gli occhi sgranati ed un’espressione tra l’adirata e lo stupore.
Il preside aveva un’ottima reputazione da come si raccontava... non poteva aver cercato di violentare la madre di Sachiko, che tra l’altro lavorava per lui da sempre.
Espressioni inorridite si dipinsero sul volto di tutti. Goku si passò una mano tra i capelli corvini e scosse la testa, mentre la ragazza riprese a leggere quella triste pagina.
-“Avevo sempre pensato che fosse una persona buona e sensibile... ma quella volta sembrava completamente diverso! Ero così scioccata che non ricordo come andarono chiaramente le cose: ricordo solo di essere riuscita a sfuggirgli, ma mentre scendevo le scale mi ha spinto giù. Persi l’equilibrio e caddi sbattendo la testa.”...- Flame cominciò a tremare per la rabbia e strinse i denti, senza distogliere lo sguardo dal diario.
Dopo un attimo di silenzio, sussurrò solo una parola piena di collera: -Bastardo...-
Vegeta le si avvicinò e con lo sguardo la incitò a mettere da parte la collera e a continuare. Essendo come un fratello maggiore per lei, continuò subito senza esitazione, deglutendo.
Saltò un rigo, ovvero l’imbarazzo di Yoshie per aver perso le viscere, ritenendolo inutile per quello che stavano cercando. Però, la rabbia che provava verso quella donna cominciò lentamente a svanire, venendo sostituita con la commozione.
-“Stavo svanendo per sempre... ma una vocina mi fece riprendere: era Sachiko! Aveva visto tutto... il preside la notò subito. Volevo gridare il più forte possibile, ma ero morta! Sachiko tentò di scappare, ma aveva solo sette anni... davanti ai miei occhi fu strangolata a morte. Come può una persona essere così crudele? Riabbottonò la mia camicia e seppellì Sachiko nel seminterrato della scuola. Non esiste pietà per le sue azioni.”-
Quando Flame concluse quella pagina, lacrime di rabbia solcavano ormai le sue guance.
Goku abbassò lo sguardo sul pavimento: aveva pensato al preside come buono ed innocente, si era dispiaciuto per lui quando, da quello che aveva letto, aveva dovuto chiudere la scuola. Come poteva essere stato così sciocco? Ora sì che capiva il collegamento tra Sachiko e Yoshikazu.
Infatti, la pagina del giorno dopo diceva che il preside Takamine aveva fatto passare la morte di Yoshie per un incidente e Sachiko come scomparsa. Definirlo sadico era poco; iniziavano a provare pena per Sachiko, quasi tutti: c’era ancora chi non riusciva a perdonarla per le morti che aveva commesso e per le pazzie di cui era la causa.
Le altre pagine, che si fermavano al 23 luglio, raccontavano solo di piccole note da parte di Yoshie. Sembrava essere rimasta bloccata nell’infermeria e che non aveva più né visto, né sentito il fantasma della figlioletta, cosa strana poiché anche lei era morta di morte violenta; il suo fantasma doveva quindi essere con la madre.
Yoshie raccontava di Sachiko solo vent'anni dopo, il 12 luglio del 1973. Non erano note felici per essersi ricongiunta con lei, eccetto la prima, ma disperate e tristi: sembrava implorare attraverso le pagine una gioia che le era negata.
Flame smise di leggere e tutti, avvicinandosi a lei, cominciarono a leggere per conto loro.
La nota del 12 luglio diceva questo: “Sachiko è il mio orgoglio e la mia gioia. Per non farmi restare sola, ha ucciso moltissime persone; mi ha inviato tante anime di bambini: li amo tutti!”. Se da un lato erano inteneriti dal comportamento infantile di Sachiko, dall’altro erano preoccupati: Sachiko aveva ucciso anche quando la scuola non era ancora stata chiusa. Chissà quante povere famiglie avevano perso il loro bambino improvvisamente.
La nota del 15 luglio cambiava completamente le emozioni di Yoshie, come se fosse in lotta con se stessa per la sua sanità mentale: “Voglio farla smettere... tutto ciò non mi rende felice. Sacchan, basta, ti prego! Ne ho abbastanza!”.
-Si può dire che la causa della pazzia di Yoshie è, in parte, della figlia.- disse Flame, asciugandosi le lacrime.
-Sachiko è impazzita subito, non riusciva a distinguere il bene dal male- spiegò Vegeta e Goku annuì alle sue parole.
-In parole povere, credeva che uccidere rendesse felice la sua mamma...- continuò Lapis.
-Nella pagina seguente se la prende con la famiglia di Takamine, la maledice.- cercò di cambiare discorso la ragazza, girando la pagina.
Tenshinahn fu il primo a capire che la maledizione di Yoshie si avverò successivamente. Il figlio di Takamine era malato e non riusciva a parlare, rendendolo vulnerabile alla possessione da parte di Sachiko per attuare una specie di vendetta.
La nota del 17 luglio, seppur breve, cambiava di nuovo le emozioni di Yoshie: da arrabbiata, diventò triste e nuovamente disperata. Sachiko uccideva dei bambini di quella scuola e mandava a sua madre le loro anime; tuttavia, la nota non si concluse con un “li amo tutti”, ma con “Questo non mi rende felice... Sachiko, PARLAMI!”.
Parole strazianti a cui era impossibile rimanere indifferenti; soprattutto la nota del 20 luglio, fece sobbalzare e perdere un battito per la paura a tutti...
Sachiko ha ucciso altre sei persone. Quando muoiono, ogni traccia della loro esistenza viene cancellata”: quindi anche i loro amici sarebbero stati cancellati dalla memoria di tutti, oppure era solo un fatto di quel tempo? Speravano tutti la seconda ipotesi. Nel continuo di quella nota, vi era anche un accenno a Yoshikazu: “Ha costretto quell’uomo ad aiutarla con i suoi omicidi. Sachiko, smettila!”.
Poteva anche non essere lui, ma era l’unico insegnante che Sachiko avesse posseduto non potendo allontanarsi dalla scuola.
La pagina più spaventosa era però quella scritta il giorno 23 dello stesso mese:
“Sachiko non uccide più per me. Lo fa solo perché prova piacere nel farlo... Non so quando sia avvenuto questo cambiamento, ma lo fa ancora. I vivi sono inaffidabili e irritabili: si uccidono a vicenda. Chi commette peccati deve morire. Li ucciderò tutti. Li ucciderò tutti per quello che hanno fatto. Non avrò nessuna pietà per loro.”
Oltre ad esprimere il cambiamento di Yoshie, esprimeva anche il radicale cambiamento di Sachiko a cui la donna non aveva potuto porre fine o cercare di rimediare. Ogni parola era scritta con odio e disperazione, ogni pagina era macchiata di sangue ed esprimeva sentimenti ed emozioni strazianti... è vero che quando succede qualcosa di particolarmente brutto, si cambia completamente anche per il modo di pensare.
Le note dei due giorni successivi, 24 e 25, dicevano solo che Sachiko continuava ad uccidere. Dal 25 luglio ci fu uno stacco e Yoshie scrisse di nuovo il 15 agosto, con una frase: “portameli ancora...”.
I presenti rabbrividirono di fronte a quelle crude realtà scritte su carta per cercare di sfogarsi, senza però successo. Quelle tristi emozioni, unite a quelle di Sachiko, avevano creato quella scuola.
Il diario continuava alla data del 18 settembre: Yoshie non cercava più di far smettere sua figlia con quelle uccisioni.
“Grazie a Sacchan non sono più sola. Mi ha portato tre splendidi bambini oggi...”; con “tre bambini” poteva riferirsi solo a Yuki, Ryou e Tokiko. Nel resto della nota, vi era solo scritto “Sono orgogliosa di te, Sacchan! Non credo mi riconoscerai ormai... ma ti amo con tutta me stessa!”.
La massima attenzione di tutti ricadde sulla pagina scritta dieci giorno dopo, il 28 settembre: la scuola era stata chiusa e, secondo ciò che vi era scritto, il preside Takamine si gettò dal tetto, mentre il figlio Yoshikazu, incolpato della morte dei tre bambini, s’impicco nel carcere in cui era stato rinchiuso. Come si può credere, Yoshie scrisse che per la loro morte avrebbe cantato con i bambini qualcosa di allegro.
L’intero diario si concluse con l’ultima nota del 23 novembre: “Sacchan vaga per i corridoi della scuola. Corridoi vuoti. Uccide chiunque incontra; sono persone che giungono qui per amore della curiosità. Io e lei siamo assetate di vendetta... e non possiamo fare niente al riguardo.”.
-Credo che prima di utilizzare il modo che ho scoperto per ritornare al nostro mondo...- iniziò Goku, ancora con lo sguardo basso e serio e i pugni stretti portati lungo i fianchi -... dobbiamo placare anche lo spirito di Sachiko.-
I quattro rimasti ad ascoltare si guardarono con serietà: Goku aveva scoperto un modo per tornare al loro mondo, ma, conoscendolo, non lo avrebbe mai detto senza placare Sachiko. Flame e Tenshinahn erano d’accordo con lui, poiché provavano tanta tristezza per la bambina; tuttavia, Vegeta e Lapis non erano sicuri di volerlo fare.
Goku alzò lo sguardo, sperando che i compagni lo aiutassero con l’impresa. Quando vide Flame e Tenshinahn annuire con un sorriso forzato, i suoi occhi non poterono far altro che illuminarsi di gioia e di gratitudine e un sorriso sincero si dipinse sul volto.
-Se servirà per uscire da questo maledetto posto, ci sto. Ma facciamo in fretta a trovare quella mocciosa!- esclamò Vegeta, incrociando le braccia al petto.
-Anche se non è proprio lo spirito giusto...- borbottò Goku, mentre una goccia di sudore gli scivolava lungo il viso, divertito dalla risposta dell’amico -... grazie mille!-
Flame chiuse il diario e rise sommessamente, finalmente felice dopo tanto tempo.
-Posso dire di non essere d’accordo?- chiese retoricamente Lapis, stringendo i pugni sui fianchi.
Goku lo guardò con gli occhi sgranati, confuso e speranzoso di non aver capito bene la domanda.
-Guarda che poi usciremo da qui!- esclamò Flame, assumendo subito un’espressione seria –Non vuoi dare un po’ di pace a quella bambina!?-
-Al posto di placare quell’assassina, preferisco morire!- ribatté lui.
Flame strinse al petto il diario di Yoshie e lo guardò con odio, mentre Goku non sapeva cosa fare. Tenshinahn mise una mano sulla spalla di Flame, cercando di calmarla; sapeva solo lui che dovevano andarsene da quel luogo in cui era apparsa la pianta poco fa: non potevano litigare proprio lì! Anche se l’intera scuola non era l’ideale per litigare.
Appena finì di formulare quel pensiero, ecco di nuovo parte del pavimento aprirsi: il movimento fece cadere tutti a terra e il diario di Yoshie cadde dalle mani della ragazza. Uscì solo una pianta, ma più lunga e grossa delle altre, con delle spine più grandi e affilate. Subito dopo, un’altra parte di pavimento si sollevò, rivelando un’altra pianta uguale a quella che aveva risucchiato Crilin.
Con un gesto improvviso, la pianta più grossa afferrò, legandosi intorno al torace, chi aveva più vicino: la vittima era Vegeta.
Al contrario di Crilin, strinse i denti e afferrò con entrambe le mani una mattonella un po’ sollevata dal pavimento, cercando di non essere risucchiato; intanto, del sangue cominciava a colare dalle profonde ferite.
La prima a correre verso Vegeta fu proprio Flame, afferrandolo per una mano, mentre l’altra pianta afferrò Tenshinahn per un braccio. La corvina sperava tanto di non vedere il corpo di Vegeta spezzarsi in due; per evitarlo, doveva però trovare il modo di far male o di tagliare quella cosa.
-AIUTATEMI!- esclamò la corvina in difficoltà.
Goku osservò prima lei e poi Tenshinahn, che sembrava cavarsela meglio almeno per quel momento. Si avvicinò successivamente alla parte del corpo dell’amico legata dalla pianta e provò a tirarla via con entrambe le mani; tuttavia, più ci provava più la pianta si stringeva attorno al corpo del giovane e più sangue fuoriusciva.
-Così lo ucciderete, sciocchi!- esclamò Lapis, correndo ad afferrare l’altra mano di Vegeta per aiutarlo.
Goku strinse i denti, quando un’altra pianta fuoriuscì da un’altra parte di terreno afferrandogli una gamba e sollevandolo con forza in aria.
Ormai tutti erano convinti di morire in quel modo orribile... almeno fino a quando una luce brillante non invase quella zona, costringendo tutti a coprirsi gli occhi per quelli che sembravano interminabili minuti. Le piante lasciarono andare Vegeta, Tenshinahn e Goku, che cadde a terra con un tonfo, e si ritirarono veloci nel pavimento, emettendo dei versetti acuti.
Quando la luce sparì, riaprirono gli occhi: con incredulità, si ritrovarono davanti Naho Saenoki. La ragazza aveva in una mano il diario di Yoshie e con l’altra si aggiustò gli occhiali, osservando in cagnesco i cinque ragazzi davanti a lei, i quali balzarono in piedi per osservarla preoccupati, stando sull’attenti.
Solo Vegeta rimase a terra, cercando di coprirsi con le mani le profonde ferite che aveva sulla pancia e dietro la schiena.
Naho fece un passo in avanti e abbassò la mano con cui si era aggiustata gli occhiali.
-Vi facevo più intelligenti, sapete!?- ringhiò –Ancora vi ostinate a cercare di scappare... arrendetevi.-
Mentre parlava, gli sguardi dei ragazzi si fecero seri e adirati.
-Ci sarà sempre qualcuno o qualcosa disposto a farvi morire. I bambini non rimarranno così buoni e innocenti ancora per molto... Ops, mi sa che morirete qui.- concluse scoppiando a ridere, con l’oscurità che l’avvolgeva.
Lanciò il diario a terra con disprezzo, prima di sparire con altre folli risate; una fotografia ingiallita cadde dalle pagine ora piegate a causa dell’impatto violento.
Goku strinse i denti con forza, adirato: dopo tutto quello che aveva fatto per convincere i suoi amici ad abbandonare i compagni, ora arrivava quello spettro folle a distruggere tutte le loro speranze. Li osservò: Tenshinahn si teneva il braccio sanguinante, Vegeta era gravemente ferito e Flame era al suo fianco; tutti, però, cercavano di dimenticare le parole di quello spettro, anche se aveva ragione.
Ogni volta che provavano a fare qualcosa, un fantasma, un mostro, o una pianta si intrometteva, uccidendo alcuni di loro e ferendone altri. Sachiko comandava quella scuola e quindi, sapendo cosa volevano fare, stava sicuramente cercando di ucciderli tutti; aveva forse mandato anche Naho.
Non rimaneva tempo da perdere, però: dopo un attimo di esitazione, gli sguardi di tutti si concentrarono su Goku.
Quest’ultimo sorrise determinato, felice del fatto che i suoi compagni avevano abbandonato la paura procurata dalle parole di Naho; restava solo da trovare il seminterrato... e dove poteva trovarsi, se non nella struttura dove si trovava la stanza del preside?
-Ce la fate a proseguire?- chiese il ragazzo.
Tenshinahn annuì, osservando per un attimo la mano sporca del suo stesso sangue. Anche Flame e Lapis annuirono senza parlare, mentre Vegeta tentò invano, a causa del dolore, di compiere quel gesto. Tutte le fibre del suo corpo venivano percosse da forti dolori, come se ricevesse delle martellate ogni volta che provava a muovere un muscolo; iniziava anche a sentirsi debole e ad avere mal di testa.
-Vegeta, rimani qui. Proseguire per te è...- provò a consigliargli Flame, ma fu interrotta dall’interessato.
Vegeta infatti si alzò, tenendosi con una mano la ferita sul ventre. Traballò un po’ prima di riuscire a restare in equilibrio, ma i suoi occhi dicevano che era determinato a proseguire.
-Non sono sopravvissuto a Ryou e a Yoshikazu per essere ucciso da un vegetale troppo cresciuto... proseguo da solo!- sbottò infatti, dopo aver guardato tutti i suoi compagni per assicurarsi che avessero capito le sue parole.
Goku piegò e riappoggiò a terra la gamba ferita, per assicurarsi di riuscire a muoverla bene senza provare un eccessivo dolore. Subito dopo, iniziò a camminare verso l’uscita della scuola.
Il primo a seguirlo fu Vegeta, che camminava lentamente, e subito dopo Tenshinahn. Flame raccolse il diario e la fotografia, inserendola al suo interno senza guardarla, e successivamente si alzò in piedi. Guardò di scatto Lapis, facendo ondeggiare i lunghi capelli corvini: l’amico se ne stava a braccia incrociate immobile, probabilmente aspettava che se andassero tutti. La ragazza assunse un’espressione adirata e strinse i pugni.
-Se non ci segui da solo, giuro che ti trascino io per tutta la scuola!- esclamò in una minaccia.
Lo vide sorridere e si voltò nuovamente emettendo uno “Tsk!” infastidito e sonoro, iniziando poi a seguire i suoi compagni già più avanti di lei. Lapis, invece, osservò per qualche altro secondo il corridoio in cui si trovava e, in special modo, il pavimento macchiato di sangue; dopo aver sospirato, seguì anche lui gli amici.
Durante il lungo percorso che li separava dall’uscita, nessuno parlò. Tutti erano attenti ad ogni minimo rumore che facesse capire la presenza di qualche altra pianta, o di altri ragazzi intrappolati con loro. Non incontrarono piante e fantasmi, ma ragazzi e ragazze sì. Completamente folli.
Alcuni di loro, soprattutto ragazze, erano abbracciati, raggomitolati in un angolo di un corridoio o all’interno di un’aula, e piangevano spaventati. Quando passavano davanti a loro, solo qualcuno li osservava e solo pochi, preoccupati per le loro condizioni, cercavano di avere qualche informazione sperando di non spaventarli. Goku e i suoi compagni rispondevano sinceramente ad ogni loro domanda e qualche volta raccontavano della pianta e di quello che faceva, sperando di salvare così la vita a qualcuno.
Tuttavia, non tutti erano sani di mente.
La maggior parte di loro si trovava in condizioni mentali disastrose. La cosa più struggente e orribile che videro fu un atto di cannibalismo; quella ragazza, che bisognava osservare bene per capire il suo sesso tanto la condizione disastrosa in cui era, mangiava e piangeva un altro corpo, divenuto ormai un pezzo di carne e sangue.
Riuscirono ad arrivare alla porta dell’uscita senza fermarsi, anche perché Vegeta veniva a volte sostenuto da Flame che gli era corsa incontro. Quando però Goku provò ad aprire la porta, la trovò bloccata: non si apriva nemmeno tirandola con tutta la forza in corpo.
-Quando sono entrata era aperta, però...- sussurrò Flame, incredula.
Si lisciò una ciocca di capelli neri con una mano.
Goku sospirò e osservò i compagni, pensieroso. Osservò poi il soffitto, rivelando la sua idea per raggiungere l’altra struttura: -Buttiamo giù la porta-
La frase, detta con tanta semplicità come se fosse una cosa che si fa abitualmente, fece rimanere letteralmente a bocca aperta e ad occhi sgranati i presenti che avevano ascoltato. Poteva anche farsi in un contesto normale, ma quella era una casa infestata... non vi era nulla di normale!
Sentirono un forte rumore e un tonfo e chiusero gli occhi d’istinto. Erano stati troppo presi dall’incredulità per accorgersi che Goku aveva attuato la sua idea, non buttando giù la porta ma riuscendo a spalancarla. Si affacciarono e videro Goku che si stava rialzando da terra, con un sorriso sul volto imbarazzato.
Dopo quella porta, vi era un lungo corridoio coperto sopra, mentre ai lati si potevano benissimo osservare la foresta che circondava la scuola, altri cadaveri a terra e la pioggia che batteva incessante. Dopo quel corridoio, vi era la porta dell’altra struttura.
Respirarono tutti profondamente per farsi coraggio; il vento gelido li accarezzò, facendoli rabbrividire e trasportando con sé l’odore della morte.
Iniziarono a camminare  lentamente, uno dietro l’altro con Goku per primo. Avevano paura anche di respirare, in quel momento: fare rumore poteva di sicuro provocare l’ira di qualcosa, magari degli alberi lì intorno.
Erano ormai arrivati verso la fine, quando un urlo maschile e acuto distrusse la quiete che si era creata. Si fermarono tutti, osservando intorno a loro e anche sopra di loro, mentre il vento trasportava la pioggia sui loro corpi. Dal tetto cadde un uomo grasso, dai capelli corti e neri lisciati all’indietro e un paio di piccoli baffi; gli occhi, piccoli e neri, erano coperti da un paio di occhiali gialli. Da questo e dal vestito che indossava, lo riconobbero tutti non appena cadde al suolo in una pozza di sangue: era Takamine, il preside.
Rimasero stupiti al vedere che la scena si ripeteva in modo continuo ed incessante. Cadeva, infatti, nello stesso punto e diceva sempre la stessa cosa, prima di sparire: “Perdonami”.
Probabilmente, era un’illusione creata da Sachiko in quella scuola per far ripetere un evento, per lei e la madre, gioioso.
Proseguirono, lasciandosi alle spalle quell’uomo crudele, facendo finta di non sentire le sue urla. Aprirono la porta ed entrarono: appena entrati, si trovavano all’interno di un’aula. I banchi erano disposti in file ordinate davanti ad una lavagna enorme; con del gesso rosso, anzi, con del sangue, vi erano disegnati Ryou, Tokiko e Yuki nei loro corpi da fantasma in modo infantile. Al centro, vi era un uomo grasso con in mano delle forbici e, poco lontano da lui e dai bambini, Sachiko.
-Poverini...- sussurrò Goku, posizionandosi davanti alla lavagna e toccando il disegno di Yuki con una mano, coprendolo. Sospirò tristemente e abbassò lo sguardo.
Anche i suoi compagni, affiancandosi a lui, si misero a guardare quei disegni.
-Non c’è tempo, Goku. Dobbiamo trovare la stanza del preside- gli ricordò Tenshinahn, guardandolo.
Anche lui era dispiaciuto per quei bambini, ma non potevano fermarsi proprio mentre erano vicini alla verità e alla fine di quell’incubo.
Goku sospirò e annuì, prima di voltarsi ad osservare Vegeta: era ferito gravemente, non poteva continuare a camminare... perché era così cocciuto?
Fece scivolare la mano lungo la lavagna. Il  disegno venne rovinato e lui si sporcò la mano di sangue e polvere di gesso, senza farci però molto caso. Con un cenno della testa, si fece seguire dai compagni all’interno della prossima stanza, che altro non era che un altro lungo corridoio, più trasandato di quelli che erano presenti nella prima struttura.
Facendo solo un passo, il pavimento si mosse notevolmente come se stesse per cedere ed emise uno strano rumore. I giovani sobbalzarono dallo spavento iniziale e rimasero fermi dov’erano, senza sapere cosa sarebbe successo andando avanti: fu quel pensiero a far perdere loro altro tempo.
Anche in quella struttura il corridoio si divideva in altri due corridoi: uno andava a destra e l’altro alla loro sinistra. La parte di sinistra era piena di macchie e strisce di sangue, tra cui anche cadaveri in decomposizione e altri ancora riconoscibili. Portava ad alcune aule. La strada di destra, invece, aveva il pavimento in uno stato pietoso: qui e là si potevano notare mattonelle sollevate dalla quale sgorgavano come fiumi larve e altri insetti, da altre parti le mattonelle non vi erano per niente; questa portava a delle scale che salivano ad un piano superiore.
-La strada per l’ufficio del preside è al piano di sopra, dobbiamo salire le scale- annunciò Flame, quasi in un sussurro.
Si era venuto a creare un silenzio quasi innaturale e davvero strano per quella scuola: nessun pianto, nessun urlo, niente risate... niente. Era tutto così silenzioso che si riuscivano a percepire i respiri emessi dai cinque ragazzi.
Vegeta sospirò, stringendosi la ferita profonda; non riusciva a camminare e la mano era completamente zuppa del suo sangue. Come poteva pensare di riuscire a raggiungere la cima delle scale? Stava perdendo decisamente troppo sangue.
Dopo quei secondi di silenzio, Goku disse solo un “bene” con un sorriso forzato sul volto, che sparì immediatamente.
Fece un passo avanti e il pavimento sembrò quasi ondeggiare. Goku strinse i denti e puntò lo sguardo sul pavimento, ricominciando a camminare lentamente stando attento con lo sguardo a non calpestare niente su cui sarebbe potuto cadere.
Pian piano, tutti lo seguirono. Anche Vegeta, che stava lentamente perdendo tutte le sue forze.
Sulla cima delle scale, c’era una barra di legno dalla superficie ampia. Quando la scuola era aperta, doveva bloccare il passaggio agli studenti o a tutti coloro che volevano passare per il secondo piano. Tuttavia, Flame e Lapis ricordarono che al loro passaggio quella barra non c’era e che erano passati indisturbati; questo stupì gli altri, ma poi scacciarono il pensiero per concentrarsi sul biglietto attaccato alla barra.
 
“Non passare; zona
riservata alle indagini.”

 
Un urlo femminile e inumano si levò tutt’intorno; i cinque ragazzi sgranarono gli occhi e osservarono la scena sotto di loro, spaventati. Con un tonfo pesante, sul pavimento apparve una grande chiazza di sangue che andava man mano ad espandersi; su di lei apparve una donna, col collo girato di lato.
Non ci volle molto per capire che quella era la zona in cui Yoshie era morta.
Fu una risata da bambina a far passare i ragazzi al disotto della barra in legno per andare velocemente nella stanza del preside.
-Vi faccio strada, così evitiamo di perdere altro tempo!- disse Flame, correndo davanti a Goku.
Quando ebbe la totale attenzione dei compagni e il loro consenso, cominciò a correre verso la meta, dimenticandosi delle ferite di Vegeta. Sfortunatamente, non potevano urlare per fermarla e la ragazza stava già sparendo dalla loro vista.
-E ora!?- chiese allarmato Tenshinahn, quasi urlando per la rabbia.
-Vi raggiungerò, voi andate avanti se non volete perderla di vista.- rispose Vegeta, appena il compagno concluse la sua domanda.
Tenshinahn e Lapis dopo qualche secondo annuirono e iniziarono a correre verso Flame. Solo Goku osservò Vegeta, con lo sguardo spento;voleva parlare, ma non sapeva cosa dire per convincerlo ad aspettarli lì. D’altra parte, sarebbe stato pericoloso lo stesso: muoversi o non muoversi, significava essere comunque delle prede.
Vegeta si inginocchiò sul pavimento ed alzò lo sguardo verso Goku.
-Muoviti- disse, quasi con tono severo.
Goku sorrise.
-Grazie- rispose solo, rivolto al gesto dell’amico.
Si lanciò all’inseguimento dei compagni, senza permettere a Vegeta, che non aveva capito a cosa si riferisse quel “grazie”, di aggiungere niente.
Correndo più veloce che poteva per le stanze, Goku si accorse di averli persi. Si fermò vicino a un’aula per riprendere fiato, piegandosi sulle ginocchia e chiudendo gli occhi. Una volta che il respiro gli tornò regolare, scrutò con lo sguardo verso la fine del corridoio che era a pochi metri da lui: si divideva di nuovo in due corridoi.
Si maledisse, pensando di aver dovuto correre dietro ai compagni più velocemente. Forse, pensò dopo in un tentativo di tranquillizzarsi, stavano tornando indietro poiché si erano accorti della sua assenza; non sapeva che, invece, erano concentrati sulla meta da raggiungere e di stare al passo con Flame. Quindi, nessuno si era accorto della sua assenza, sfortunatamente.
Del sangue cadde sul pavimento e Goku indietreggiò, finendo contro la parete. Sgranò gli occhi scuri e osservò la macchia a terra, su cui ne cadde un’altra e poi un’altra ancora. Era certo che qualcosa non andava.
Alzò lo sguardo e faticò a trattenere un urlo di spavento e di preoccupazione.
 
Flame e gli altri erano nel frattempo arrivati a destinazione.
Flame si appoggiò con una mano alla porta rossa della stanza del preside per riprendere fiato, mentre gli altri due si fermarono in piedi, respirando affannosamente. La ragazza si lasciò scivolare a terra lentamente, con un sorriso soddisfatto sul volto: era riuscita ad arrivare lì e i bambini non erano ancora diventati malvagi.
-Sei pazza...- disse Lapis, guardandola -Vegeta non ha potuto seguirci a causa tua!-
Flame sgranò gli occhi e balzò in piedi. Col cuore in gola, osservò intorno a lei: Vegeta non aveva potuto seguirla per davvero. Si passò una mano tra i capelli corvini, deglutendo. Fu questione di poco e si accorse anche di un’altra cosa: con lei c’erano solo Lapis e Tenshinahn. Senza contare Vegeta, avrebbero dovuto essere quattro... e invece erano tre.
Il suo cuore perse un battito.
-Goku!- esclamò, preoccupata.

*Kira aggiorna di sera perché... oggi le va così e si fa odiare da tutti i lettori*
Konbanwa (Buona sera) gente =D non picchiatemi per l'orario, vi prego xD 
Ammetto che questo capitolo è quasi vuoto, ma ormai siamo ai capitoli finali. Doveva essere unito al capitolo 8 (Capitolo 8, 9 e 10 erano infatti un unico capitolo), ma come ho già detto sia l'8, sia il 9 erano venuti troppo lunghi... anche per questo è "spoglio", se non per le parti del diario di Yoshie. Perché ho deciso di usare quelle del manga? Perché le emozioni si percepivano meglio, secondo me. 
Naho sarà presente nei prossimi capitoli, quindi... non dimenticatela xD <3 (anche se è scomparsa da un'eternità). Mi scuso con i fan di Veggy, pregate che riesca a sopravvivere da solo ora che, con quelle ferite, è stato abbandonato da tutti, a causa di Flame. 
Curiosi di sapere chi c'è sulla testa di Goku appeso al soffitto? Non è Batman, tranquilli. X-3 
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere se ho fatto errori con una recensione, ve ne sarei grata. Ringrazio i recensori abituali (Sasi <3 e Nala <3) e i lettori silenziosi.
Alla prossima,
vostra Kira :*
   
 
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