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Autore: Sveck    25/03/2016    13 recensioni
«E come potrei dimenticare l’Innominabile?» domandai in modo retorico, sospirando al ricordo di tutti i peggiori momenti passati a consolare la povera Liv.
«Esattamente. Non è proprio una cosa che amo particolarmente ricordare, ma come tu sai, era sempre lui quello a lasciarmi; dopo la terza o la quarta volta, avevo cominciato a riconoscere i vari sintomi di un’imminente rottura, tant’è che in seguito cercavo di evitare qualsiasi situazione che potesse direzionarmi verso un cattivo presagio. Kris, Elijah sarà pure stato un pazzo che reputava le abitudini come la morte di una relazione, ma i segnali non possono essere tanto diversi da quelli di qualsiasi altra relazione. E lo sai qual era in assoluto il primo indizio? “Cara, stasera salto la cena. Vado a festeggiare la laurea di Gesù. Baci, baci, baci, baci”».
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Non riuscii a credere a me stessa quando mi misi a rileggere il messaggio, alla ricerca di una qualche relazione con le parole di Olivia: in quale mondo di cui ignoravo del tutto l’esistenza (contrariamente a Liv) era considerata anche solo come ipotesi la possibilità che Theodor mi lasciasse? Proiettai nella mia mente un archivio figurato di vecchi litigi, avvenuti quasi tutti durante i primi sei mesi della nostra relazione, ma riguardavano tutti questioni stupide che in quel momento parevano di estrema importanza; nonostante il mio temperamento difficile da gestire, Theo era più occupato a calmarmi che a discutere, promettendomi di cambiare anche quando nel torto c’ero solamente io. I miei sensi di colpa dei giorni successivi ci portavano a chiarire in brevissimo tempo, e tutto ritornava alla normalità, come se nulla fosse mai successo. Smisi di pensarci all’istante, concentrandomi invece su un Olivia inginocchiata nell’intento di cercare la sua bottiglietta d’acqua sotto un tavolo occupato da un gruppo di ragazzini dall’espressione divertita. Mi avvicinai a lei e la tirai su per il braccio, costringendola a stare in piedi come le persone normali.
«Dovete scusarla, ragazzi: un dodicesimo di questo corpo fuori forma appartiene alla tribù degli Apache. Per loro l’acqua è molto sacra» blaterai indicando Olivia che, come da copione, annuì con la testa diverse volte, dando corda alle mie false scuse. Girai subito i tacchi in direzione del tavolo libero più lontano ed isolato e trascinai Liv con me, che non riuscì a trattenersi dal proferire: «Questa storia degli Indiani d’America mi sta un po’ annoiando; che ne dici se la prossima volta dici che sono mezza russa? Io zo fvare molti bne acgento ruzo»
«Ti sei resa conto che quella era una pessima imitazione di un tedesco che non ha mai vissuto in Germania, vero? E Liv, quante volte ti ho spiegato che ci sono modi e modi di comportarsi in pubblico? Almeno un centinaio di volte. È vero, qua ormai ti conoscono e Rafa non ti riprende nemmeno dal momento in cui gli ho detto che sei una mia amica, ma anche un ragazzo messicano con una cotta ha i suoi limiti di pazienza.» Un’espressione colma di sdegno fece capolino nel volto della ragazza e prima di controbattere con il suo tono di voce normale, ovvero gridando, alzò l’indice verso l’alto: «I bambini del Tony’s adorano il mio acgento ruzo e mi chiedono sempre il bis, e tu lo sai cosa faccio io? Glielo concedo. E secondo, Rafael Il Messicano minacciava di cacciarmi fuori dal locale solo per attirare la mia attenzione; per quale altro motivo se no?»
Aggrottai perplessa la fronte: com’era possibile che una personalità come la mia fosse finita a passare le proprie giornate da disoccupata mantenuta con un individuo del genere? Forse era meglio prendere in considerazione l’idea di richiamare alcuni dei miei vecchi colleghi d’ufficio per organizzare qualche uscita, al fine di ristabilire un equilibrio del mio livello di tolleranza verso il genere umano, il quale scendeva a picco ogni qualvolta Olivia ne diceva o faceva una delle sue. Strinsi gli occhi per studiare meglio la buffa smorfia presente sul suo viso ed incrociai le braccia sul tavolo; l’urgente desiderio di smantellare le sue considerazioni prese possesso del mio corpo e mi venne in mente un’idea.
«Pensi veramente che Rafael abbia una cotta per te? E allora chiediamoglielo, no?» le proposi, abbassando il tono della voce cosicché la faccenda sembrasse ancora più seria di quanto in realtà non fosse. Lo sguardo di Olivia si trasformò presto in quello di una ragazzina entusiasta.
«Ma scusa, hai intenzione di chiedergli direttamente per quale delle due abbia una cotta?»
«Non ti preoccupare, lascia fare a me.»
Ci spostammo in uno dei tavolini disponibili più vicini al banco e subito dopo vedemmo Rafa appressarsi con passo svelto nella nostra direzione, un blocchetto di carta in una mano ed una penna nell’altra. Dovevo ammettere che anche con una camicia militare sbottonata ed un paio di jeans beige molto larghi non stava male, continuava a mantenere il suo fascino, accompagnato dalla pelle abbronzata, gli occhi verdi e la corta capigliatura riccia. Sperai che Olivia non avesse notato l’espressione accigliata non appena Il Messicano aveva posato lo sguardo su di lei; sarà pure stata una donna particolare nel suo genere, ma ad ogni modo rimaneva una delle mie amiche più care ed a lei, in fondo, ci tenevo.
«Hola chicas! Cosa posso portare per ragazze hermose?» esclamò lui con il suo forte accento messicano e la dentatura perfetta in bella vista. Non riuscii ad evitare di pensare che l’inflessione della sua voce compensava qualsiasi suo problema alla lingua, rendendolo in grado di pronunciare frasi idiote e sgrammaticate e risultare ugualmente sexy. O forse ero solo io che la pensavo così.
«Hola, Rafa. Portaci il solito con l’aggiunta di una risposta»
«Risposta? Questo no tengo nel menu. Prova da giappo, tengono loro cibo strano» disse serio con un volto che sembrava veramente dispiaciuto per non essere riuscito a soddisfare alla richiesta. Quando l’uomo fece per andarsene, lo presi senza pensarci per un braccio e lo riportai nello stesso punto in cui era un secondo prima.
«Dimentica quello che ti ho detto e limitati a rispondere alla mia domanda. Respuesta, entiendes? Se tu avessi la possibilità di sposare uno dei tuoi clienti per ottenere la Green Card*, chi sceglieresti?»
Non mi sembrò di aver fatto una domanda molto difficile ed allo stesso tempo non aveva svelato alcun indizio riconducibile alla scommessa fatta tra me ed Olivia, ma a quanto pare Rafa la pensava in tutt’altro modo. Nel momento in cui finii di parlare, l’uomo, che non doveva avere più di trent’anni, sbarrò gli occhi e si mise in ginocchio davanti a me. Mi prese la mano e cominciò a borbottare una serie di frasi in spagnolo (“No tengo esta Green Card, ha sido cancelada, cancelada, puta!”), a bassa voce e sul punto di scoppiare in lacrime. Nel bel mezzo del pietoso quadretto, Olivia si era alzata per attaccare bottone con un paio di tipi più in là e potevo benissimo leggere dalle sue labbra alcune delle sue solite frasi che utilizzava per flirtare. Tuttavia, non avevo il tempo di pensare ai modi per far evitare a Liv un ennesimo buco nell’acqua, perciò continuai ad ignorarla e convinsi Rafa, in qualche modo che tutt’ora continua ad essermi sconosciuto, a rialzarsi dal pavimento sporco ed a rimanere calmo. Gli spiegai che non m’interessava sapere se fosse o meno un immigrato clandestino, ma solo conoscere chi avrebbe scelto se avesse avuto la possibilità di ottenere una Green Card. Il suo volto sembrò rilassarsi quasi del tutto, e rimasi sbigottita nel sentirlo dire, mentre scrollava le spalle con noncuranza: «Es muy fácil: tu hermano Kian.»

 

«Continuo a non crederci comunque» ribadì Olivia per l’ennesima volta, ma al momento non eravamo più al Taco Bell’s, ma di nuovo da Tony e le sue divise inguardabili. I turni pomeridiani del giovedì non erano particolarmente pieni e gli unici bambini presenti non facevano altro che rincorrersi sopra lo scivolo gonfiabile, il che richiedeva solamente il minimo della sorveglianza da parte dei dipendenti. Rendermi partecipe di quello scenario tutt’altro che dilettevole non faceva parte dei miei piani, ma su questo punto non avevo più voce in capitolo perché era Olivia, oramai, a deciderli per mio conto.
«A mio avviso puoi continuare a non riporre fiducia nelle mie parole per il resto della tua vita, però sappi che la verità rimarrà che Rafael aveva messo gli occhi su quel disgraziato di mio fratello da parecchio tempo e questo era l’unico motivo per cui si comportava in quel modo con noi. Accettalo, Olivia: Rafa è gay, come lo sono Matt Bomer, Rupert Everett, Jonathan Groff e compagnia bella.»
La ragazza alzò le spalle e quel gesto mi fece pensare a Theo e alle parole di Liv sul conto del suo messaggio. Mi ero ripromessa di non rimuginarci più, ma la voglia di conoscere la ragione per cui aveva fatto una considerazione del genere stava sfociando in un bisogno di prima categoria. La mia era una semplice curiosità.
«Perché pensi che Theo mi voglia lasciare?» le domandai con un tono di voce svogliato.
«Sì, sì! Kris, non hai idea di come sia stato difficile trattenere l’argomento in sospeso così a lungo. Credo che sarei scoppiata comunque, e tu mi conosci bene per questo» prese un grande respiro ed avvicinò la sua sedia alla mia. Dando un’occhiata alla mia espressione annoiata, cambiò idea e si posizionò di fronte a me.
«Ricordi Elijah Cheeks, giusto?»
Associai il nome al volto di un ragazzo di ventidue anni dai capelli rossi, gli occhi bruni e le labbra rosee carnose, incontrato casualmente in un bar fuori zona; Elijah aveva rappresentato il primo e ultimo flirt andato a buon fine di Olivia, la quale, nei tre anni successivi alla rottura con il suo ex storico alla cerimonia dei diplomi, non aveva fatto altro che assistere ai suoi vani tentativi di conquista nel mondo dei single. Elijah Cheeks era la novità che nessuna delle due si sarebbe mai aspettata, una ventata di aria fresca e la prospettiva della fine delle serate nei bar e gli Speed Dates improvvisati; il ragazzo comprendeva il suo strano senso dell’umorismo, riusciva a sentirsi a proprio agio nella sua compagnia e soprattutto, adorava i bambini tanto quanto lei. Non a caso, era stato proprio lui ad aiutarla a trovare lavoro presso il Tony’s. E da un preambolo di questo genere ci si poteva aspettare solo la storia d’amore più bella di sempre: il risultato fu tutt’altro che quello. Avevano cominciato a frequentarsi fin da subito, entrambi abbastanza presi l’uno dall’altro; fui contraria alla decisione di Olivia di andare a vivere con lui dopo nemmeno due settimane dalla sua conoscenza, ma lei, come sempre, non mi diede ascolto e seguì invece quello che pareva il cuore di una dodicenne innamorata. Il mio rifiuto di appoggiarla nella sua decisione provocò una netta separazione, che durò fino al primo di un’infinita serie di tira e molla della coppia: mesi dopo venni a sapere che Elijah, in realtà, aveva occupato l’appartamento di un’anziana donna che aveva approfittato delle vacanze estive per visitare la propria famiglia in Perù, raccontando invece ad Olivia che si trattava di una casa di proprietà della sua famiglia. La cosa che mi sorprese ancora di più si rivelò essere che era stato proprio lui a lasciarla, e non il contrario, subito dopo che lei gli aveva offerto di vivere nella dependance della casa dei suoi genitori. E la stessa cosa continuò a capitare nel corso della loro tumultuosa “relazione”, fin quando Elijah non ebbe la buona idea di andarsene senza nemmeno lasciare un biglietto.
«E come potrei dimenticare l’Innominabile?» domandai in modo retorico, sospirando al ricordo di tutti i peggiori momenti passati a consolare la povera Liv.
«Esattamente. Non è proprio una cosa che amo particolarmente ricordare, ma come tu sai, era sempre lui quello a lasciarmi; dopo la terza o la quarta volta, avevo cominciato a riconoscere i vari sintomi di un’imminente rottura, tant’è che in seguito cercavo di evitare qualsiasi situazione che potesse direzionarmi verso un cattivo presagio. Kris, Elijah sarà pure stato un pazzo che reputava le abitudini come la morte di un rapporto, ma i segnali non possono essere tanto diversi da quelli di qualsiasi altra relazione. E lo sai qual era in assoluto il primo indizio? “Cara, stasera salto la cena. Vado a festeggiare la laurea di Gesù. Baci, baci, baci, baci”» Liv imitò una specie di voce maschile alzando il mento ed irrigidendo le spalle e fece finta di accarezzarsi la barba.
«Quindi pensi che lui non sia fuori a festeggiare il ritorno di Jodi ma che invece cerchi di evitarmi, in qualche modo?» per poco non scoppiai a riderle in faccia ed al solo pensiero di ciò che avevo appena chiesto, non riuscii a trattenermi. Stava veramente comparando la sua insana relazione con la mia?
«Ridi, ridi amore mio, ma tu sai meglio di me che gli uomini, in fondo, sono fatti tutti della stessa materia. Tu sai bene che metterei la mano sul fuoco per il solo gusto di provarci, ma credo che questa sia la volta buona in cui sono sicura di non essermi sbagliata. Ora, mia cara amica, credo sia il momento di una terapia di coppia unilaterale.»

*Green Card: in poche parole, è l'autorizzazione rilasciata dalle autorità americane che permette ad uno straniero, per un periodo illimitato, di risiedere e lavorare su suolo americano.

 


Ecco qua le foto dei personaggi principali citati per ora: Kristina, Olivia e Theodor.
 

   

 

   
 
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