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Autore: Akicchi    25/03/2016    0 recensioni
Ci mancava la piaga alla la mia vita è una fan fiction slash, dove adesso farai coming out dicendo «Sono gay e innamorato di te.»
{ Il rating potrebbe cambiare dal giallo all'arancione, I dunno. }
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Normalmente Castiel non scendeva quasi mai in cantina, eppure quell'afoso giorno di metà giugno si era deciso a farlo per curiosare all'interno del frigo, dove trovò una vaschetta di gelato al gusto vaniglia e ciò lo portò ad invitare Dimitri a casa sua.
Il ragazzo arrivò con il fiatone e grondante di sudore, entrò dentro e si sedette sulla sedia vicina a quella girevole dov'era collocato l'altro. Il ragazzino dai capelli mori scoppiò a ridere, mentre gli porgeva un cucchiaino, lasciandogli un bacio sulla guancia accaldata e sudata.
«Sai che non dovevi venire per forza di corsa, vero?»
«Sei te che mi hai mandato sono eccitato come messaggio.» Si sfilò la t-shirt violacea del Campo Giove, inarcando un sopracciglio mentre prendeva l'oggetto. «E perché mi hai dato un cucchiaio? Devo mangiarti?»
«Lo sono, ma per questo!» Gli mostrò la confezione di gelato con gli occhi verdi che brillavano. «È alla vaniglia! Capisci, Dimitri?»
Le labbra del castano tremarono, dalle quali uscì in seguito una risata, mentre si portava una mano sulla fronte: doveva aspettarselo, figuriamoci se avrebbe mandato messaggi con quel tipo di allusione. Decise però di non pensarci e di concentrarsi sul gelato, nonostante avesse problemi a concentrarsi sulla puntata di Skins (UK) perché, diciamoci la verità, come potevi farlo con il ragazzo che ami a petto nudo per il caldo?
Conclusa la puntata e chiuso il pc, il diciannovenne si stiracchiava e fece scricchiolare le ossa mentre stringeva tra i denti il cucchiaio, i due si osservarono e il ventiquattrenne deglutì rumorosamente passandosi una mano tra i capelli castani.
«Sei proprio un bambino, guarda come ti sei sporcato.»
«Uh? Do»
La parola gli morì in un brivido, dovuto alla lingua altrui che tracciava il tragitto lasciato dalla crema sciolta, seguito da rapidi baci e subito dopo uno sulle labbra. Era diverso dagli altri: non era smaliziato bensì più diretto e intenso, il che lo fece respirare ad affanni ed era intento a liberarsi per respirare, ma più ci provava e più le due lingue si scontravano. Ci riuscì solo quando l'altro iniziò a dedicarsi al collo e poi al petto, facendolo sospirare ad ogni parte sensibile.
«Basta, Dimitri. Ti prego.»
«Qualcosa non va?» Alzò lo sguardo color nocciola, confuso. «Non...»
Un verso strozzato uscì dalle gole di entrambi: il collo, il petto e le braccia erano tutte arrossate sui punti dove aveva poggiato le labbra; aveva una pelle fin troppo delicata, dannazione, a questo particolare non ci avevano pensato e lo maledicevano. I ragazzi si osservavano, il minore con le mani a coprirgli il volto e le dita che mostravano gli occhi; il maggiore invece tentava di allontanarle con delicatezza, regalandosi a vicenda dei sorrisi un po' insicuri che mutarono in una risatina.
«Sappi che la tua prima volta la farai a casa mia.»
«C-che?! I-io...» La risata continua dell'altro lo portò a gonfiare le guance, dandogli in seguito un pugno sul petto. «Smettila di scherzare e parlare della mia verginità, per favore!»
«Non ci fantastichi mai, Cassie? Di solito gli adolescenti lo fanno, ammetto di averlo fatto pure io e di essermi toccato nel mentre.»
Quella schiettezza stava spiazzando il rimasto vergine, sempre più rosso per l'imbarazzo, mentre tentava di deglutire.
Non l'aveva mai fatto.
Sospirò mentre chiudeva gli occhi, al fine di tranquillizzarsi, venendo successivamente baciato con delicatezza sulle palpebre dal compagno che riprese a mormorare.
«Finirei all'inferno per te, sai? E ti aspetterò, non importa per quanto tempo, quando sarai pronto lo sarò anch'io.»
Il diciannovenne inspirò ed espirò profondamente, cercando alla cieca le sue labbra per farle aderire, stringendolo in un abbraccio. Lo amava, si amavano così tanto da sentirsi senza pesi ma con degli ostacoli ancora da superare. Non ora, ma più avanti.
«Cassie?»
«Sì?»
«Il gelato si sta sciogliendo.»
«Idiota,» Riparì gli occhi, ridendo divertito. «Sei più importante te che un gelato alla vaniglia.»
   
 
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